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    USA, prezzi case frenano meno del previsto a novembre

    (Teleborsa) – Frenano seppur meno delle aspettative i prezzi dell’immobiliare statunitense nel mese di novembre.L’indice FHFA elaborato dalla Federal Housing Finance Agency, che misura i prezzi delle abitazioni statunitensi, ha registrato una flessione mensile dello 0,1% dopo la variazione nulla del mese precedente. Le stime degli analisti erano per una discesa dello 0,4%.Su base annua l’indice, calcolato sui prezzi dichiarati degli immobili all’accensione del mutuo presso Fannie Mae e Freddie Mac, è salito dell’8,2% rispetto al +9,8% del mese precedente.Secondo quanto rilevato da Standard & Poor’s, l’indice S&P Case-Shiller, che misura l’andamento dei prezzi nelle principali venti aree metropolitane degli Stati Uniti, ha evidenziato un incremento su base annua del 6,8% rispetto al +8,7% del mese precedente ed in linea con le stime di consensus.Su base mensile si registra un calo dello 0,5%, come il mese precedente e contro il -0,6% atteso dal mercato. L’indice destagionalizzato ha riportato una discesa dello 0,8% su base mensile come a ottobre. LEGGI TUTTO

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    USA, frena il costo del lavoro nel 4° trimestre

    (Teleborsa) – Rallenta la crescita del costo lavoro negli Stati Uniti nel 4° trimestre del 2022. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Labour Statistics (BLS) l’indice del costo del lavoro è salito dell’1% contro il +1,1% del consensus e dopo il +1,2% registrato il trimestre precedente. Nello stesso periodo le paghe ed i salari (che contano un 70% del costo complessivo) sono aumentati dell’1% contro il +1,3% del trimestre precedente. I costi per indennità (benefits) sono aumentati dello 0,8%, contro il +1% dei tre mesi prima. LEGGI TUTTO

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    Italia, divario tra dinamica prezzi e retribuzioni al massimo dal 2001

    (Teleborsa) – Il divario tra la dinamica dei prezzi – misurata dall’indice dei prezzi al consumo – e quella delle retribuzioni contrattuali è salito a 7,6 punti percentuali in Italia, raggiungendo il valore più elevato dal 2001, primo anno di diffusione dell’indicatore dei prezzi armonizzato a livello europeo (in passato il valore massimo era stato raggiunto nel 2012 ed era pari a 1,8 punti percentuali). Lo comunica l’Istat della pubblicazione riguardante i contratti collettivi e le retribuzioni contrattuali.Alla fine di dicembre 2022, i 47 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 50,4% dei dipendenti – circa 6,2 milioni – e corrispondono al 51,2% del monte retributivo complessivo. Nel corso del quarto trimestre 2022 sono stati recepiti 3 contratti nel settore privato (lapidei, gas e acqua aziende private e municipalizzate e assicurazioni), mentre per il settore pubblico si segnala il recepimento dei contratti per il comparto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (triennio 2016-2018), Regioni e autononie locali, Servizio Sanitario Nazionale e comparto Scuola, Istruzione e Ricerca (tutti e tre relativi al triennio 2019-2021). Nello stesso periodo nessun contratto è scaduto.I contratti in attesa di rinnovo a fine dicembre 2022 scendono a 26 e coinvolgono circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6%. Il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, è sceso dai 28,2 mesi di gennaio 2022 ai 24,8 mesi di dicembre 2022.Nella media del 2022, l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto dell’1,1% rispetto all’anno precedente. L’indice mensile delle retribuzioni contrattuali a dicembre 2022 registra un aumento dello 0,1% rispetto a novembre e dell’1,5% rispetto a dicembre 2021; in particolare, l’aumento tendenziale ha raggiunto l’1,5% per i dipendenti dell’industria, lo 0,6% per quelli dei servizi privati e il 2,8% per la pubblica amministrazione.Nel dettaglio, gli aumenti tendenziali più elevati riguardano l’attività dei vigili del fuoco (+11,7%), dei ministeri (+9,3%) e del Servizio Sanitario Nazionale (+6,1%); nessun incremento per commercio, farmacie private e pubblici esercizi e alberghi. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio dicembre +3,8% a/a

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite a dicembre 2022 sono salite del 3,8% su base annuale dopo il +2,5% di novembre. Le stime degli analisti erano per una crescita del 3%.Su base mensile e adjusted le vendite sono aumentate dell’1,1% dopo il +1,3% registrato il mese precedente.Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +3,1% su anno ed un -1,7% su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 3,3% tendenziale e sono scese dell’1,9% su mese. LEGGI TUTTO

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    Giappone, tasso disoccupazione dicembre stabile al 2,5%

    (Teleborsa) – Risulta stabile la disoccupazione in Giappone. Il Ministero degli Affari interni delle poste e telecomunicazioni nipponico segnala che nel mese di dicembre il tasso dei senza lavoro è stato fermo al 2,5%, centrando le stime degli analisti.Il numero di disoccupati è pari a 1,58 milioni, in diminuzione di 150 mila unità. Gli occupati sono pari a 67,16 milioni, in aumento di 100 mila unità rispetto all’anno precedente.(Foto: Photo by Alexander Smagin on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, Fed: migliora attività fabbriche nel distretto di Dallas

    (Teleborsa) – Migliora l’attività delle fabbriche nel Distretto di Dallas nel mese di gennaio, secondo quanto segnalato dai dirigenti aziendali che hanno risposto al Texas Manifacturing Outlook Survey. L’indice generale manifatturiero, elaborato dalla Federal Reserve di Dallas, si è portato a -8,4 punti rispetto ai -20 del mese precedente. Bisogna ricordare che quando le aziende che segnalano un aumento supera il numero di quelle che segnalano una diminuzione, l’indice sarà maggiore di zero.L’indice di produzione, una misura chiave delle condizioni di produzione dello Stato, è salito a quota 16,6 punti, mentre i nuovi ordini si sono portati a 20 punti. L’indice della capacità di utilizzo è sceso di 13 punti a quota 12 punti e l’indice delle consegne è scivolato di 12 punti attestandosi a +8,6 punti. LEGGI TUTTO

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    Euro Zona, a gennaio migliora la fiducia di imprese e consumatori

    (Teleborsa) – Migliora la fiducia dell’economia di Eurolandia nel mese di gennaio 2023. L’indice che misura il sentiment complessivo è aumentato a 99,9 punti, rispetto ai 97,1 punti del mese precedente (dato rivisto da un preliminare di 95,8 punti). Le attese degli analisti erano per una lettura di 97 punti- La fiducia del complesso dell’Unione Europea, secondo i dati diffusi dalla Direzione generale Affari economici e finanziari della Commissione Europea, si porta a 98 punti (+2,3 punti).Per quanto riguarda le componenti dell’indice per l’Eurozona, la fiducia dei consumatori risale a -20,9 punti da -22,1 (attese per -20,9) e migliorano la fiducia dei servizi (10,7 da 7,7 punti e contro i 7,9 attesi) e dell’industria (1,3 da -0,6 punti e contro i -0,6 attesi). In diminuzione, invece, il sentiment nelle costruzioni (-2,2 punti).L’indice sulle prospettive del lavoro (Employment expectations indicator, EEI) registra invece un incremento a 110,1 punti nell’eurozona (+2,7) e a 108,5 punti nell’UE (+2,3).(Foto: Mika Baumeister on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, compromessi acquisto case in aumento a dicembre

    (Teleborsa) – Tornano a salire le compravendite in corso di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di dicembre, l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), è salito del 2,5% su base mensile, attestandosi a 76,9 punti dai 75 punti registrati a novembre (dato rivisto da 73,4 punti).Il dato si mostra migliore delle attese degli analisti, che indicavano un calo dello 0,9%. LEGGI TUTTO