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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -72 BCF

    (Teleborsa) – Diminuiscono poco meno delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 17 marzo 2023 sono risultati in diminuzione di 72 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela al di sotto del consensus (-75 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 58 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.900 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento del 36,1% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.396) e in crescita del 22,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (1.549 BCF). LEGGI TUTTO

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    USA, vendite case nuove febbraio +1,1% m/m

    (Teleborsa) – Continua a crescere, anche se meno della attese, la vendita di case nuove negli Stati Uniti nel mese di febbraio 2023. Il dato ha evidenziato un incremento dell’1,1% a 640 mila unità rispetto alle 633 mila unità di gennaio (dato rivisto da 670 mila) e contro le 650 mila unità stimate dal consensus. Lo ha comunicato il Census Bureau degli Stati Uniti. Rispetto alle 790 mila unità di febbraio 2022 si registra un calo del 19%.Il prezzo mediano di vendita delle nuove case vendute nel febbraio 2023 era di 438.200 dollari. Il prezzo medio di vendita è stato di 498.700 dollari. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte petrolio settimanali in aumento di 1,1 milioni di barili

    (Teleborsa) – Sono aumentate, contro attese per un calo, le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 17 marzo 2023, sono cresciuti di 1,1 milioni di barili a 481,2 MBG, contro attese per un decremento di 1,6 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato un calo di 3,3 milioni a 116,4 MBG, contro attese per un decremento di 1,5 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un calo di 6,4 milioni a quota 229,6 MBG (era atteso un decremento di 1,7 milioni).Le riserve strategiche di petrolio sono rimaste invariate a 371,6 MBG. LEGGI TUTTO

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    USA, rimbalza la vendita di case esistenti a febbraio

    (Teleborsa) – Segnali di forte recupero giungono dal mercato immobiliare statunitense. Le vendite di case esistenti negli Stati Uniti hanno registrato a febbraio un rimbalzo del 14,5%, secondo quanto comunicato dall’Associazione Nazionale degli Agenti Immobiliari (NAR), dopo il -0,7% riportato a gennaio. Le aspettative del mercato erano per una salita più contenuta, ovvero del 5%.Sono state vendute 4,5 milioni di unità rispetto ai 4 milioni di gennaio ed ai 4,19 milioni di unità previste dagli analisti. Su base annua, le vendite sono scese del 22,6%. LEGGI TUTTO

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    USA, leading indicator febbraio -0,3%

    (Teleborsa) – Scende come atteso il superindice USA relativo alle condizioni economiche americane a febbraio 2023. Secondo quanto comunicato dal Conference Board degli Stati Uniti, il Leading Indicator (LEI) si attesta a quota 110 punti in calo dello 0,3% rispetto al mese precedente (quando il calo era stato dello 0,3%) e rispetto al -0,3% atteso dagli analisti. La componente che riguarda la situazione attuale è aumentata dello 0,1% a 109,8 punti, mentre quella sulle aspettative future è cresciuta dello 0,2% a 118,5 punti.”Il LEI per gli Stati Uniti è sceso di nuovo a febbraio, segnando il suo undicesimo calo mensile consecutivo – ha affermato Justyna Zabinska-La Monica, Senior Manager, Business Cycle Indicators, presso The Conference Board – I contributi negativi o piatti di otto delle dieci componenti dell’indice hanno più che compensato il miglioramento dei prezzi delle azioni e una lettura migliore del previsto per i permessi di costruzione residenziale”. “Mentre negli ultimi mesi il tasso di calo mensile del LEI si è attenuato, il principale indice economico indica ancora il rischio di recessione nell’economia statunitense – ha aggiunto – La più recente turbolenza finanziaria nel settore bancario statunitense non si riflette nei dati LEI ma potrebbe avere un impatto negativo sulle prospettive se persiste. Nel complesso, il Conference Board prevede che l’aumento dei tassi di interesse, insieme al calo della spesa dei consumatori, molto probabilmente spingerà l’economia statunitense in recessione nel breve termine”.(Foto: Photo by Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    USA, fiducia consumatori Università di Michigan marzo scende a 63,4 punti

    (Teleborsa) – Peggiora la fiducia dei consumatori americani a marzo 2023. Secondo i dati preliminari dell’Università del Michigan, il sentiment dei consumatori è stimato in decremento a 63,4 punti rispetto ai 67 punti del mese di febbraio, e risulta anche peggiore delle attese degli analisti che si attendevano 66,9 punti.Nello stesso periodo l’indice sulla situazione presente è sceso a 66,4 punti dai 70,7 punti precedenti (le attese erano per 70 punti), mentre l’indice sulle attese è diminuito a 61,5 punti dai 64,7 precedenti (il consensus era a 64,5 punti). LEGGI TUTTO

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    USA, produzione industriale febbraio +0% m/m, manifattura +0,1%

    (Teleborsa) – Peggiore delle attese la produzione industriale negli Stati Uniti nel mese di febbraio 2023. L’attività industriale ha registrato una variazione nulla su base mensile dopo il +0,3% del mese precedente (dato rivisto da un preliminare dello 0%) e rispetto al +0,2% delle attese degli analisti. Su base annua si registra una discesa dello 0,2%.La produzione manifatturiera registra una crescita dello 0,1%, contro il -0,2% del consensus e dopo il +1,3% di gennaio (dato rivisto da un preliminare di +1%).Nello stesso periodo la capacità di utilizzo relativa a tutti i settori industriali è invariata al 78,3% e risulta inferiore alle stime degli analisti (78,5%).(Foto: Foto di Clayton Cardinalli su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    OCSE conferma una ripresa fragile ma alza stime PIL

    (Teleborsa) – L’OCSE rivede al rialzo le stime di crescita globale per il 2023 ed il 2024, migliorando le prospettive di crescita della UE e degli USA ed alzando più che proporzionalmente le previsioni per la Russia, che accuserà una recessione meno pronunciata di quanto previsto in precedenza. E’ quanto emerge dall’Economic Outlook dell’OCSE di metà anno intitolato “A fragile Recovery”. Le stime di crescita mondiale sono state alzate dello 0,4% nel 2023 e dello 0,2% nel 2024, con un PIL indicato a +2,6% quest’anno ed a +2,9% il prossimo, che sconta ancora l’effetto di una politica monetaria restrittiva da parte delle banche centrali nelle principali economie.Una ripresa che fa perno sul miglioramento delle previsioni per l’Eurozona a +0,8% nel 2023 e +1,5% nel 2024 e per gli Stati Uniti a +1,5% nel 2023 e +0,9% nel 2024. La crescita in Cina dovrebbe invece recuperare al 5,3% quest’anno ed al 4,9% il prossimo.Da segnalare soprattutto l’incisivo miglioramento delle previsioni per la Russia, la cui economia si contrarrà in modo meno pronunciato del previsto: il PIL segnerà -2,5% quest’anno con una revisione al rialzo di 3,1 punti percentuali rispetto alla stima di novemnbre, e -0,5% nel 2024 (-0,3 punti percentuali rispetto al precedente report).Fra le principali economie europee la Germania registrerà una crescita più alta pari allo 0,3% quest’anno ed all’1,7% il prossimo, la Francia dello 0,7% nel 2023 e dell’1,3% nel 2024, la Spagna dell’1,7% in entrambi gli anni. Previsioni su anche per l’Italia a +0,6% quest’anno e +1% nel 2024.La Gran Bretagna è l’unico paese del continente a sperimentare una decrescita dello 0,2% quest’anno ed un recupero a +0,9% il prossimo.Discorso diverso per l’inflazione: quella di fondo scenderà ma l’inflazione core rimarrà elevata, sostenuta da forti aumenti dei prezzi dei servizi, margini più elevati in alcuni settori e pressioni sui costi dovute a tensioni nei mercati del lavoro. L’inflazione dovrebbe moderarsi gradualmente nel 2023 e nel 2024, ma rimanere al di sopra degli obiettivi delle banche centrali fino alla seconda metà del 2024 nella maggior parte dei paesi. L’inflazione primaria nelle economie del G20 dovrebbe scendere al 5,9% nel 2023 ed al 4,5% nel 2024, mentre l’inflazione core è attesa al 4% nel 2023 ed al 2,5% nel 2024. In particolare, l’Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di inflazione dell’Eurozona al 6,2% quest’anno ed al 3% il prossimo, mentre per gli USA si prevede un +3,7% nel 2023 ed un +2,5% nel 2024. Il miglioramento delle prospettive è ancora fragile. I rischi sono diventati un po’ più bilanciati – spiega l’OCSE – ma rimangono orientati verso il basso. L’incertezza sull’andamento della guerra in Ucraina e sulle sue conseguenze è la principale preoccupazione, mentre la direzione e la forza dei cambiamenti di politica monetaria è difficile da valutare e potrebbe mantenere vulnerabili i mercati finanziari. Per l’OCSE, la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva fino a quando non vi saranno chiari segnali che le pressioni inflazionistiche si sono ridotte durevolmente e sono necessari ulteriori aumenti dei tassi di interesse in molte economie, compresi gli Stati Uniti e l’Eurozona, dove è probabile che i tassi ufficiali rimarranno elevati per gran parte del 2024.Il sostegno fiscale, volto a mitigare l’impatto della crescita dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, deve concentrarsi maggiormente sui più bisognosi. Un migliore orientamento delle politiche di sostegno aiuterebbe a garantire la sostenibilità fiscale, preservare gli incentivi per ridurre il consumo di energia e limitare ulteriori stimoli alla domanda in un momento di alta inflazione. LEGGI TUTTO