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    L'italiana MotorK annuncia quotazione sulla Borsa di Amsterdam

    (Teleborsa) – MotorK, azienda che sviluppa piattaforme tecnologiche integrate e soluzioni verticali professionali per il mercato europeo dell’automotive, ha annunciato che intende quotarsi sulla Borsa di Amsterdam. L’offerta consisterà in un collocamento privato a investitori istituzionali qualificati di nuove azioni ordinarie della società e di azioni ordinarie esistenti di alcuni azionisti. L’IPO dovrebbe aver luogo entro la fine del 2021, subordinatamente alle condizioni di mercato e alla ricezione delle necessarie autorizzazioni da Euronext Amsterdam e dall’Autorità olandese per i mercati finanziari.”Siamo entusiasti di annunciare la nostra IPO, che riteniamo sbloccherà enormi opportunità per la nostra attività, i clienti, i partner e i nostri dipendenti – ha commentato Marco Marlia, CEO e co-fondatore della società – In qualità di azienda tecnologica con l’automotive nel nostro DNA, abbiamo lavorato instancabilmente per costruire una piattaforma leader di mercato e una strategia di crescita che combini crescita organica con acquisizioni strategiche”.Pochi giorni fa, MotorK ha annunciato di aver stretto tre accordi per l’acquisizione di Dapda, società spagnola leader nella fornitura di soluzioni digitali per il comparto della distribuzione automobilistica, FranceProNet, una delle principali digital agency francesi orientata allo sviluppo di soluzioni web per il settore auto e Fidcar, realtà che fornisce soluzioni di loyalty ed e-reputation. A giugno, Andrea Servo è stato nominato Global Chief Financial Officer (tra il 2013 e il 2016 è stato CFO di Seat Pagine Gialle, società quotata in Borsa). MotorK ha oggi oltre 250 dipendenti dislocati tra otto uffici in sette Paesi (Italia, Spagna, Francia, Germania, Portogallo, Regno Unito e Israele). “Siamo ben posizionati per accelerare la nostra crescita e crediamo fermamente che ora sia il momento giusto per perseguire un’IPO, che contribuirà a fornire le risorse per investire nella nostra piattaforma e nel nostro team e per supportare il nostro obiettivo di accelerare l’evoluzione dell’industria automobilistica”, ha aggiunto Marlia.La società punta a raccogliere 150 milioni di euro dalla vendita di nuove azioni, mentre uno o più azionisti dovrebbero fornire un’opzione di over-allotment fino al 15% in aggiunta alle nuove azioni. Uno o più fondi gestiti da Capital International Investors si sono impegnati a sottoscrivere nuove azioni per un importo di 30 milioni di euro. Berenberg è l’unico global coordinator, e insieme ad ABN AMRO è joint bookrunner. LEGGI TUTTO

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    Pod Point, la società di ricarica di veicoli elettrici annuncia IPO sulla Borsa di Londra

    (Teleborsa) – La società britannica di ricarica di veicoli elettrici Pod Point ha annunciato l’intenzione di portare a termine un’offerta pubblica iniziale (IPO) sulla Borsa di Londra, anche se non ha fornito indicazioni sulla dimensione dell’IPO e l’obiettivo di raccolta. Le azioni dovrebbero essere negoziate nel segmento Premium del Main Market del London Stock Exchange, con un flottante di almeno il 25% del capitale che le consentirebbe di essere inclusa negli indici FTSE UK.L’offerta comprende la vendita di nuove azioni (con proventi a sostegno dei piani di crescita di Pod Point) e la vendita di azioni da parte di azionisti esistenti, tra cui Legal & General Capital Investments Limited e alcuni dipendenti. L’attuale azionista di maggioranza Electricite de France (EDF) manterrà una quota di oltre il 50% dopo la quotazione in Borsa.Al 30 giugno 2021, Pod Point ha installato più di 89.000 punti di ricarica a domicilio e oltre 13.000 unità commerciali, comprese quelle situate nei luoghi di lavoro e in luoghi come i parcheggi dei supermercati. La società ha chiuso il 2020 con ricavi pari a circa 33,1 milioni di sterline, un EBITDA adjusted negativo per 331 mila euro e una perdita di 12,3 milioni di sterline. Nei primi sei mesi dell’anno ha registrato ricavi per 26,5 milioni di euro (+122% sugli 11,9 milioni di sterline dello stesso semestre 2020), un EBITDA adjusted positivo per 487 mila euro e una perdita di 6 milioni di sterline.”Ho fondato Pod Point nel 2009 con la missione di fare in modo che i viaggi non danneggino la terra. La nostra attenzione su questa missione non ha mai vacillato – ha commentato Erik Fairbairn, amministratore delegato di Pod Point – Un’IPO sarebbe una pietra miliare nel viaggio di Pod Point, consentendoci di continuare a investire nella nostra rete, punti di ricarica, tecnologia e persone, aiutandoci a progredire verso il nostro obiettivo di un Pod Point in ogni parcheggio”. LEGGI TUTTO

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    Truecaller, debutto senza scossoni sul Nasdaq di Stoccolma

    (Teleborsa) – Truecaller, applicazione leader per la verifica dei contatti e il blocco delle comunicazioni indesiderate, sta registrando un debutto senza grossi movimenti sul Nasdaq di Stoccolma. Dopo aver aperto a quota 57 SEK, il titolo scambia in linea con il prezzo di riferimento di 52 SEK (circa 5,15 euro) indicato in sede di offerta pubblica iniziale (IPO), il quale le avrebbe dato una capitalizzazione di circa 1,9 miliardi di euro.A condizione che l’Opzione di Over-Allotment sia esercitata integralmente, l’offerta comprenderà un totale di 72.500.000 azioni, che rappresentano circa il 19% delle azioni e il 9% dei voti in Truecaller dopo il completamento dell’offerta. Il valore complessivo dell’offerta ammonta a circa 3,770 milioni SEK (circa 373 milioni di euro), nell’ipotesi di esercizio integrale dell’Opzione di Over-Allotment.”La giornata di oggi rappresenta una pietra miliare nella storia di Truecaller – ha commentato il CEO Alan Mamedi – Un viaggio fantastico iniziato dodici anni fa che ha portato Truecaller a diventare la piattaforma globale leader per la verifica dei contatti e il blocco delle comunicazioni indesiderate con 280 milioni di utenti attivi e oltre mezzo miliardo di download di app”. LEGGI TUTTO

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    Life Time raccoglie 702 milioni in IPO su NYSE. Prezzata a limite inferiore forchetta

    (Teleborsa) – Life Time Group Holdings ha raccolto 702 milioni di dollari dalla vendita di 39.000.000 di azioni ordinarie, all’interno dell’offerta pubblica iniziale (IPO) che l’ha portata a Wall Street. Le azioni sono state prezzate 18 dollari, al limite basso della forchetta precedentemente comunicata di 18-21 dollari. Le azioni sono negoziate sul New York Stock Exchange con il simbolo “LTH” a partire dal 7 ottobre 2021.Ai sottoscrittori è stata concessa un’opzione di 30 giorni per acquistare fino a ulteriori 5.850.000 azioni ordinarie al prezzo di offerta pubblica iniziale, meno sconti e commissioni di sottoscrizione. Tra gli investitori della società ci sono i private equity Leonard Green & Partners e TPG. Al prezzo dell’IPO, Life Time avrebbe un valore di mercato di 3,6 miliardi di dollari, in base alle azioni in circolazione comunicate nei documenti depositati presso la Securities and Exchange Commission (SEC).La società gestisce oltre 150 centri fitness negli Stati Uniti e in Canada, oltre a operare con una piattaforma digitale e organizzare eventi sportivi. Per i primi sei mesi del 2021, Life Time ha perso 229 milioni di dollari su un fatturato di 572 milioni di dollari, rispetto a una perdita netta di 183 milioni di dollari su un fatturato di 489 milioni di dollari durante la prima metà del 2020. LEGGI TUTTO

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    Volvo Car punta a raccogliere 2,5 miliardi di euro nell'IPO a Stoccolma

    (Teleborsa) – Volvo Cars, casa automobilistica svedese di proprietà del colosso cinese Geely, prevede di raccogliere 25 miliardi di corone svedesi (circa 2,5 miliardi di euro) attraverso un’offerta pubblica iniziale (IPO) sulla Borsa di Stoccolma. In particolare, il titolo dovrebbe sbarcare sul Nasdaq della Borsa svedese. Il gruppo cinese Geely venderà una parte delle sue azioni pur conservando lo status di principale azionista.La casa automobilistica fu venduta nel 1999 da Volvo Group a Ford, che poi l’ha ceduta tra il 2009 e il 2010 a Geely, quotato sull’Hong Kong Stock Exchange. La quotazione doveva avvenire nel 2018, ma poi Volvo Cars e Geely avevano rinviato i piani citando tensioni commerciali e una flessione dei titoli automobilistici.La quotazione, spiega una nota, ha lo scopo di “sostenere la trasformazione e la continua crescita del gruppo”, con i cuoi “ambiziosi target di metà decennio dedicati all’elettrificazione, alla sostenibilità e alla digitalizzazione”, così da consentire a Volvo di “accedere ai mercati dei capitali svedese e internazionale e diversificare la base azionaria”.”Abbiamo sostenuto la trasformazione e la crescita di questo iconico marchio svedese durante un periodo di cambiamenti senza precedenti nella nostra industria. Nel corso dell’ultimo decennio Volvo è diventata uno dei produttori di auto in più rapida crescita. Continueremo a sostenere Volvo Cars come azionista di maggioranza in questa storia di successo globale che continua”, ha dichiarato Eric Li, presidente di Volvo Cars e azionista di controllo di Geely. LEGGI TUTTO

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    Alfonsino, il delivery dei piccoli centri sbarca in Borsa e punta a diventare leader

    (Teleborsa) – “Gli amici ci dicevano che eravamo dei folli, che sicuramente l’idea era bella, ma più adatta a Milano che ai piccoli centri del Sud Italia”. È con queste parole che Carmine Iodice, CEO e co-fondatore di Alfonsino, ricorda come è nata la società specializzata nel servizio di food delivery nelle piccole e medie città italiane, e che oggi è pronta a sbarcare a Piazza Affari. La startup di Caserta è stata co-fondata nel novembre 2016 da Carmine Iodice, Domenico Pascarella (CMO) e Armando Cipriani (CTO), a cui poi si è aggiunto Valerio Chiacchio (CFO). A cinque anni dalla sua fondazione, la società si appresta a quotarsi sull’AIM Italia e punta a “diventare la società leader del mercato delivery italiano”, ha spiegato Iodice in un’intervista a Teleborsa.Come è strutturata oggi Alfonsino?”Il 70% dell’azionariato è detenuto da noi 4, mentre il 30% rimanente è detenuto da quei soci che provengono da due campagne di crowdfunding. La prima, fatta nel 2018, ebbe un grande successo: si chiuse con un raccolta di 150 mila euro in 48 ore, in un periodo in cui eravamo attivi solo in due città, Caserta e Aversa. Nel 2020, rispettando tutte le promesse fatte agli investitori della prima campagna, abbiamo deciso di fare in pieno lockdown una raccolta da 450 mila euro. Ad oggi il CdA è composto da noi 4 e un consigliere indipendente: Fulvio Citaredo, CEO di Pierrel. Ci dà un valore aggiunto importante dal punto di vista imprenditoriale e delle conoscenza delle società quotate”.Come funzione la società?”Alfonsino è presente nelle piccole e medie città italiane, quelle che vanno da 25 mila a 250 mila abitanti e che sono coperte in via del tutto marginale dai grandi player internazionali. Questo perché quando entriamo in una nuova città sottoscriviamo dei contratti di esclusiva, che costituiscono una barriera all’ingresso per altri. Inoltre, abbiamo degli elementi caratterizzanti che funzionano, e non so se funzionerebbero anche nelle grandi città (non ci abbiamo provato e non so se ci proveremo), rispetto a quelli dei competitor. Il primo è la vicinanza al territorio, in quanto andiamo a fare advertising locale nei confronti dei nostri tre principali stakeholder (partner, driver e utenti finali). Abbiamo poi una grande facilità nel reclutamento dei driver, che nel nostro caso sono giovani che lo fanno per sostenersi gli studi, e quindi non sono disposti ad aprirsi una partita IVA. Questi giovani sono più propensi a lavorare con noi perché così hanno una propria posizione INPS e tutele INAIL. In busta paga ricevono un fisso e un variabile. Un’altra barriera all’ingresso è una modalità aggiuntiva di pagamento, che è quella in contanti. È un arma vincente per l’utente che non vuole pagare con carta, ma anche per il ristorante che si trova a incassare giorno per giorno. Ad oggi il pagamento in contanti rappresenta il 35% di tutti i nostri pagamenti”.Ci può fornire qualche numero sulla società?”Non possiamo ancora divulgare dati finanziari precisi, ma il primo semestre del 2021 si è chiuso con una crescita importante, perché abbiamo già quasi raggiunto tutto il fatturato del 2020. Abbiamo oltre 400 mila utenti registrati, 1.300 partner e 700 driver che lavorano con noi. A 5 anni dalla fondazione abbiamo 36 risorse tra dipendenti e collaboratori. Siamo attivi in 10 regioni per oltre 60 centri. Ci tengo a sottolineare che il centro per noi non è un Comune, ma un agglomerato che rientra all’interno di 4 km in linea d’aria: quindi copriamo tutti i Comuni in questo raggio”.Perché avete deciso di quotarvi in Borsa?”La volontà di quotarci è nata per due motivi principali. Il primo è accrescere la nostra awareness, e quindi aumentare il percepito nei nostri confronti da parte dei nostri tre stakeholder (partner, driver e utenti finali). Inoltre, abbiamo esigenza di raccogliere capitali che ci consentano di continuare la nostra crescita con una velocità sostenuta. Vogliamo diventare la società leader del mercato delivery italiano. E quindi non solo più essere percepiti in maniera verticale nel food delivery, ma come società esperta nei piccoli centri in maniera più orizzontale. Stiamo sperimentando la consegna di fiori, farmaci e spesa a domicilio, che oggi rappresentano una quota marginale nel nostro conto economico, ma che vogliamo espandere. Nei piccoli centri infatti non c’è ancora un’offerta del genere, pur essendoci grande domanda”.Come verranno impiegati i proventi dell’IPO?”Con i proventi dell’IPO vogliamo consolidare la nostra posizione, sia migliorando l’advertising a livello locale, ma anche facendo advertising su tutto il territorio nazionale. Un conto è che la pubblicità di Alfonsino sia su Google, Facebook e Instagram e un conto è che sia in TV. Inoltre, vogliamo continuare ad attivare nuovi centri e inserire un nuovo modello, quello driveless, nei centri con meno di 25 mila abitanti. Questo ci permetterà di avere una copertura ancora più capillare. Infine, vogliamo assumere personale altamente qualificato, con attenzione alle quote rosa, e migliorare i software di cui siamo proprietari”.Nel vostro percorso di crescita prevedete anche delle acquisizioni?”Abbiamo valutato delle acquisizioni, ma finora ci siamo concentrati più che altro sull’espansione territoriale. Ne abbiamo valutate diverse e nel corso di questi anni sono sorte varie realtà che sono forti in una piccola area: qualcuna è interessante, ma è tutto rimandato a dopo la quotazione”.Per quando è prevista la quotazione?”Abbiamo fatto un incontro con Borsa Italiana venerdì scorso e inizieremo gli incontri con gli investitori lunedì prossimo, che purtroppo saranno al 50% da remoto. Dovremo riuscire a suonare la tanto sognata campanella nei primi giorni di novembre. Stiamo lavorando da diversi mesi alla quotazione e abbiamo accelerato l’iter, che arriverà ora nella parte più bella, cioè gli incontri con gli investitori”. LEGGI TUTTO

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    Febbre da IPO sulla Borsa di Parigi

    (Teleborsa) – La Borsa di Parigi – che fa parte del gruppo Euronext – sta sperimentano un vero e proprio boom di quotazioni a cavallo del mese di settembre e quello di ottobre, con diverse società che puntano ad approfittare della vivacità dei mercati per portare a termine le proprie offerte pubbliche iniziali (IPO) e diventare società quotate. Il 23 settembre è sbarcata in Borsa Exclusive Networks, società francese attiva nel campo della cybersecurity che punta a espandersi all’estero e crescere per linee esterne. Il titolo ha fatto fatica il primo giorno di negoziazione, chiudendo in ribasso del 5% rispetto al prezzo di riferimento di 20 euro (fissato in fase di quotazione), ma ha recuperato il terreno perso nella seconda seduta.Il 24 settembre è stata la volta di Antin Infrastructure, società francese di private equity focalizzata sugli investimenti in infrastrutture. Il titolo è subito balzato al debutto, registrando un +26% a fine giornata (sempre rispetto al prezzo indicato in sede di offerta pubblica iniziale). La società, che ha 19,9 miliardi di euro di asset under management, punta a espandersi in nuove aree geografiche.Per venerdì 1 ottobre è atteso l’arrivo sul listino di Icade Sante, il business nel comparto sanitario della società immobiliare francese Icade. L’obiettivo è raccogliere 800 milioni di euro nella sua offerta pubblica iniziale (IPO) e ottenere una valutazione di 6,4 miliardi di euro. L’ambizione è quella, anche grazie alla quotazione, di rendere Icade Santé la principale piattaforma immobiliare sanitaria europea.Non c’è invece ancora una data precisa per OVH Groupe, azienda francese di web hosting e cloud che ha dato via alla sua IPO con l’obiettivo di accelerare la sua espansione internazionale. L’obiettivo è raccogliere fino a 400 milioni di euro e diventare il campione europeo del settore, per competere con colossi americani come Amazon, Azure (Microsoft) e Google (Alphabet).Queste quattro società fanno (o faranno) parte del compartment A, cioè quello riservato a chi ha una capitalizzazioni superiore a 1 miliardo di euro. Oltre alle società sopracitate, ci sono quelle che sbarcheranno su Euronext Growth, il listino che offre un accesso al mercato con minori obblighi ed è destinato principalmente a società in crescita di piccole e medie dimensioni. Qui il 22 settembre è arrivata l’italiana Airtime, mentre il 1 ottobre arriverà la greentech Afyren e il 4 ottobre Entech, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di conversione e accumulo di energia rinnovabile. C’è meno certezza sulle intenzioni di Casino Guichard Perrachon, che potrebbe quotare presto a Parigi la sua controllata GreenYellow. LEGGI TUTTO

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    Sisal punta a quotarsi a Piazza Affari nel primo trimestre del 2022

    (Teleborsa) – Sisal – società che opera nei settori del gioco e dei servizi di pagamento – punta a quotarsi a Piazza Affari nel primo trimestre del 2022. È quanto scrive Reuters citando fonti anonime, secondo le quali Deutsche Bank, JPMorgan e UniCredit sarebbero le banche incaricate di lavorare all’offerta pubblica iniziale (IPO). Per Sisal, acquistata dal fondo di private equity CVC nel 2016, sarebbe il secondo tentativo di approdare sulla Borsa di Milano, dopo la rinuncia del 2014 a causa di un contesto di mercato sfavorevole.La società ha chiuso i primi sei mesi del 2021 con ricavi totali pari a 263,6 milioni di euro, con un incremento del 26,2% rispetto ai 208,9 milioni di euro realizzati al 30 giugno 2020. L’EBITDA è stato pari a 99,5 milioni di euro, in crescita del 49,2% rispetto ai 66,7 milioni di euro al 30 giugno 2020, con un EBITDA Margin al 37,8%. La Posizione Finanziaria Netta (PFN) al 30 giugno 2021 è pari a 302 milioni di euro, in lieve miglioramento rispetto ai 305,4 milioni al 31 dicembre 2020. La forte crescita del segmento online ha più che compensato il calo dei ricavi del segmento retail, che invece è stato impattato dagli effetti del lockdown e delle chiusure.A dicembre 2019 il gruppo ha intrapreso una operazione di riorganizzazione societaria con l’obiettivo di separare il business dei Payments da quello del Gaming, che ha portato alla nascita della prima realtà italiana di Proximity Banking & Payments, nata dall’unione di SisalPay e Banca 5 (gruppo Intesa Sanpaolo). SisalPay Group è oggi detenuto al 70% da Sisal e al 30% da Banca 5.Sebbene l’Italia resti la fonte principale dei ricavi, con circa l’80% del totale, negli ultimi anni la società ha puntato molto sull’espansione all’estero. È infatti attiva in Marocco (da gennaio 2019), Spagna (da luglio 2019) e Turchia (da agosto 2020), mentre in primavera ha annunciato di essere in corsa per la gestione della Lotteria Nazionale in Gran Bretagna.(Foto: © Antonio Truzzi | 123RF) LEGGI TUTTO