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    Ferretti, possibile quotazione a Hong Kong per fine marzo

    (Teleborsa) – Ferretti Group, multinazionale italiana attiva nel settore della cantieristica navale, potrebbe sbarcare sulla borsa Hong Kong a fine marzo con un’offerta pubblica iniziale (IPO) da 400-500 milioni di dollari. L’azienda italiana, controllata dalla cinese Weichai Group, punta a quotare intorno al 25% del capitale, secondo quanto ricostruito da Reuters, che cita anche una richiesta di quotazione a Hong Kong di fine dicembre (i cui dettagli non sono stati rivelati), con la banca di investimenti Cicc in qualità di sole sponsor. Ferretti Group sarebbe alla ricerca di cornerstone investors in Europa e in Asia.Il progetto di quotazione, almeno in questa fase, potrebbe essere ostacolato dalla volatilità dei mercati, a cui si è aggiunta l’incertezza geopolitica riguardante un conflitto in Ucraina. Per Ferretti Group (che controlla i marchi Riva, Wally, Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Crn e Custom Line) sarebbe il secondo tentativo di quotarsi in borsa, dopo che nel 2019 è fallito il piano di quotazione a Piazza Affari a causa di un prezzo ritenuto non soddisfacente. LEGGI TUTTO

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    Aelis Farma è sbarcata su Euronext Paris: più grande IPO biotech degli ultimi 5 anni

    (Teleborsa) – Aelis Farma, azienda biofarmaceutica che sta sviluppando una nuova generazione di farmaci per il trattamento dei disturbi cerebrali, si è quotata oggi su Euronext Paris. Il prezzo di ammissione è stato fissato in 14,02 euro per azione, per una capitalizzazione di mercato di circa 175 milioni di euro. L’IPO ha raccolto complessivamente 25 milioni di euro, attirando numerosi investitori istituzionali e privati ??internazionali. Si tratta della più grande IPO per capitalizzazione di mercato di una società biotech sulla borsa di Parigi negli ultimi 5 anni. Quella di Aelis Farma, che ha partecipato al programma pre-IPO di Euronext TechShare, è la quinta quotazione su Euronext Paris nel 2022.L’aumento di capitale per un importo iniziale di 25 milioni di euro, ovvero 1.783.167 nuove azioni, potrà essere aumentato fino a un massimo di circa 25,55 milioni di euro nel caso in cui l’Opzione di Over-Allotment sia interamente esercitata mediante emissione di massime 39.627 nuove azioni.L’azienda sta attualmente sviluppando due nuovi farmaci per il trattamento dei disturbi da uso di cannabis e per il trattamento di disturbi cognitivi, compresi quelli legati alla trisomia 21. L’IPO ha lo scopo di accelerare lo sviluppo dei farmaci, nonché i suoi programmi di ricerca e sviluppo al fine di fornire soluzioni terapeutiche per una serie di malattie per le quali non esistono ancora cure.”Aelis Farma sta sviluppando i primi farmaci che riproducono un meccanismo di difesa naturale del cervello dagli effetti di iperattività patologica del recettore CB1 nel sistema endocannabinoide, uno dei principali recettori cerebrali coinvolto in molte malattie – ha spiegato Pier Vincenzo Piazza, co-fondatore e CEO di Aelis Farma – Questo meccanismo d’azione unico permette un vero e proprio cambio di paradigma nella cura delle malattie del cervello e ci dà l’opportunità di soddisfare reali bisogni medici insoddisfatti, come problemi legati al consumo eccessivo di cannabis, o deficit cognitivi. “Questa IPO consente ad Aelis Farma di andare più veloce e puntare più in alto nello sviluppo dei suoi attuali farmaci candidati e di diversificare il suo portafoglio con nuovi componenti innovativi e differenziali per altre malattie del cervello”, ha aggiunto Piazza, che è stato direttore del Neurocentre Magenide dell’INSERM (Istituto nazionale della Sanità e della Ricerca Medica francese) a Bordeaux. LEGGI TUTTO

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    Haffner Energy si è quotata su Euronext Growth Paris

    (Teleborsa) – Haffner Energy, azienda attiva nella progettazione, costruzione e commercializzazione di tecnologie che combinano la produzione di idrogeno verde e la cattura del carbonio, si è quotata oggi su Euronext Growth Paris. Con la quotazione sulla borsa di Parigi, Haffner Energy punta ad accelerare la sua strategia industriale e a commercializzare a livello internazionale la sua tecnologia di produzione di idrogeno con una carbon footprint negativa. Il prezzo di ammissione è stato fissato a 8 euro per azione, per una capitalizzazione di mercato di 358 milioni di euro all’inizio delle contrattazioni. L’offerta, aperta a investitori internazionali, istituzionali e privati, ha raccolto 71,7 milioni di euro.”La nostra tecnologia brevettata HYNOCA è il risultato di oltre dieci anni di ricerca e sviluppo e si basa sull’utilizzo di biomasse sostenibili provenienti da rifiuti agricoli e forestali inutilizzati che non vengono utilizzati altrove – ha commentato il co-fondatore Marc Haffner – In altre parole, una risorsa naturale abbondante, presente ovunque e generalmente accessibile nel raggio delle nostre strutture. Tutti questi elementi conferiscono a HYNOCA un potenziale dirompente, producendo un idrogeno 100% green e carbon-negative, perfettamente adatto per la transizione energetica”. LEGGI TUTTO

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    Hyon si è quotata su Euronext Growth Oslo

    (Teleborsa) – Hyon è sbarcata oggi su Euronext Growth Oslo, risultando la seconda ammissione sui mercati di Oslo Bors nel 2022. Si tratta di una società norvegese che fornisce soluzioni di bunkeraggio (rifornimento a mezzo di motocisterne dei prodotti necessari alla propulsione e ai consumi di bordo delle navi) di idrogeno marittimo a emissioni zero. La società fornirà la tecnologia di bunkeraggio alla prima stazione di rifornimento su scala commerciale al mondo per idrogeno pressurizzato per il settore marittimo presso Hellesylt Hydrogen Hub.All’apertura, il prezzo delle azioni è stato fissato a 2,34 corone norveges (NOK) per azione, corrispondente a un valore totale stimato della società di circa 130 milioni di NOK (circa 13 milioni di euro). La società ha raccolto 50 milioni di NOK (circa 5 milioni di euro) attraverso un collocamento privato.”Hyon è stata fondata nel 2017 con la missione di accelerare la transizione energetica nel settore marittimo – ha commentato il CEO Jorn Kristian Lindtvedt – Forniamo un rifornimento di idrogeno rapido e sicuro per le navi, sia attraverso soluzioni di rifornimento autonome sia come soluzioni integrate combinando produzione, stoccaggio e distribuzione”. “La nostra tecnologia colma una lacuna nella catena del valore dell’idrogeno, portando carburanti a emissioni zero sulle navi”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Glass to Power, su Euronext Access+ Paris dal 16 febbraio

    (Teleborsa) – Glass to Power, azienda italiana attiva nel settore dei sistemi BIPV (Building Integrated PhotoVoltaic) e che produce vetrate isolanti fotovoltaiche trasparenti, sbarcherà il 16 febbraio 2022 su Euronext Access + Paris tramite direct listing. Questa procedura prevede che una società non emetta nuove azioni, ma si limiti ad offrire agli investitori il suo stock privato, e infatti Glass to Power sottolinea che “non ci saranno offerte pubbliche o private placement delle azioni di G2P nel listing”. Con la quotazione a Parigi, Glass to Power intende aumentare la visibilità della sua tecnologia brevettata e del suo vetro isolante trasparente fotovoltaico in Europa.L’azienda sbarcherà sulla piazza parigina con un prezzo di collocamento di 48 euro e una capitalizzazione di mercato di 25.382.976 euro. Lo sponsor della quotazione è Pairstech Capital Management LLP. Glass to Power è una startup innovativa nata nel 2016 come Spin-off dell’Università di Milano Bicocca ed è riuscita in pochi anni a trasformare un brevetto in un prodotto certificato e ad alta tecnologia. La società crede che “la natura innovativa e dirompente delle tecnologie di Glass to Power consentiranno ai prodotti di superare la concorrenza a bassa tecnologia nel mercato, direttamente o tramite partner di prodotto” e punta a eseguire uno “scale-up di produzione per far fronte alla domanda di prodotti prevista per gli esercizi finanziari 2023 e 2024”. LEGGI TUTTO

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    Civitanavi, PMI per poco. In borsa per crescere e attrarre talenti

    (Teleborsa) – Può una PMI nata in un paese marchigiano con meno di 3.000 abitanti sfidare colossi statunitensi dall’esperienza ultracentenaria e aziende francesi a spinta statale? Secondo il suo fondatore la risposta è sì. “Se le aziende della Silicon Valley devono venire in un paesino sperduto sull’Adriatico per trovare tecnologia che non riescono a trovare lì, un motivo deve esserci”, afferma sorridendo Andrea Pizzarulli, amministratore delegato di Civitanavi Systems. Nata come startup nel 2012, la società viene riconosciuta PMI innovativa nel 2017 e oggi compete a livello globale nel campo dei sistemi high tech di navigazione e stabilizzazione inerziale. La società, con poco più di 120 dipendenti, svolge la propria attività presso la sede legale e produttiva a Pedaso, in provincia di Fermo, e nelle due ulteriori sedi ad Ardea (RM) e a Casoria (NA). Pur essendo ancora piccola per fatturato, Civitanavi ha le idee chiare su quale può essere il suo futuro e una roadmap ambiziosa per realizzarlo. Ha quindi iniziato il processo che la porterà ad essere quotata a Piazza Affari, su Euronext Milan, in un’operazione che la doterà di capitale utile ad attrarre talenti e investire ancora di più in ricerca & sviluppo.Un mercato competitivoCivitanavi ha come principali concorrenti le società statunitensi Honeywell (38% market share al 2019) e Northrop Grumman (21,2%), le francesi Safran (9,4%) e Thales, e l’israeliana IAI (Israel Aerospace Industries). Nonostante le dimensioni più contenute in termini di fatturato e market share (0,4%), la PMI italiana riesce a competere grazie alla molteplicità di ambiti applicativi e per la convenienza, coniugata all’elevata qualità, dei propri sistemi inerziali.”La sfida è stata portare uno strumento molto sofisticato – il sistema di navigazione inerziale che viene usato per calcolare il Nord geografico, l’assetto e la posizione di uno strumento senza l’ausilio di GPS o campi magnetici – in settori non classici”, spiega l’AD. “È usato di solito in campi come l’aerospazio e la difesa, mentre noi l’abbiamo portato in settori industriali, quindi più fruibili, i quali non sono disposti a spendere cifre tipiche di questi strumenti nell’aerospazio e nella difesa”, aggiunge. Civitanavi è stata capace di prendere lo stabilizzatore di un fast-jet e metterlo in mano a un minatore, spiega in parole semplici Pizzarulli, ovvero fare un prodotto altamente sofisticato con componenti scalabili.Ciò è stato possibile prendendo componenti standard sul mercato (che scalano cioè con economie molto più elevate dei settori aerospazio-difesa o energetico), come possono essere quelli dell’automotive, dell’elettronica di consumo o delle telecomunicazioni, e usarli per produrre sistemi ad alte performance e con minori costi complessivi di sviluppo. Un altro fattore che rende Civitanavi competitiva con i maggiori player del settore è il fatto che sia uno dei pochi operatori ITAR free, privi cioè dello stringente controllo sull’export USA. ITAR, abbreviazione di “International Traffic in Arms Regulations”, è un quadro normativo statunitense che serve a controllare la produzione, l’esportazione e la proliferazione di armi e tecnologie correlate. Essere ITAR-free, come Civitanavi, può essere un vantaggio per lavorare con i soggetti europei che scelgono di escludere dagli appalti i prodotti con restrizioni ITAR. Il percorso fin quiCivitanavi Systems opera principalmente in due aree di business: aerospazio e difesa (in ambito spaziale, terrestre, aeronautico e navale) e industriale (in ambito minerario e oil & gas) per la costruzione di tunnel (tunnelling) e tunnel orizzontali (horizontal drilling). “Quando l’azienda ha iniziato, il fatturato era 100% sul ramo industriale e 100% all’estero, mentre ad oggi siamo a un 37% nell’industriale e il resto su aerospazio e difesa , potendo quindi contare su un buon bilanciamento e una certa diversificazione”, spiega il CEO. “Nel futuro la parte di aerospazio e difesa è prevista in grande crescita per l’espansione del mercato – aggiunge – Però bisogna dire che quando siamo entrati in ambito industriale abbiamo innovato il mercato e quindi contiamo di farlo anche in altri settori. Ci definiamo platform agnostic e abbiamo una roadmap aggressiva per espanderci nel ramo industriale grazie a nuove applicazioni”.Sin dalla sua nascita nel 2012, Civitanavi ha registrato significativi livelli di crescita del fatturato ad un CAGR 2012-2020 pari a circa il 60%. Al 31 dicembre 2020, ha registrato un totale ricavi di 19,1 milioni di euro (17,2 milioni di euro nel 2019), un EBITDA di 5 milioni di euro e un EBITDA Margin al 26,2% (6,1 milioni di euro e un margine del 35,8% l’anno prima) e un utile netto di 5,9 milioni di euro (3,8 milioni di euro nell’esercizio precedente). La PFN al 31 dicembre 2020 è pari a -1,3 milioni di euro, includendo l’applicazione degli standard IFRS 16. Il 13,7% del fatturato proviene dall’Italia, il 54,8% dall’area EMEA (eccetto l’Italia), il 27% dall’area APAC, il 4,3% dagli Stati Uniti e lo 0,2% dal resto del mondo. Lo sbarco a Piazza Affari”L’azienda è cresciuta moltissimo – abbiamo raddoppiato il fatturato ogni due anni e siamo in profitto – ma più cresciamo e più siamo esposti a clienti importantissimi, per i quali dobbiamo competere con giganti. Abbiamo quindi bisogno di capitale e di una veste formale”, spiega Pizzarulli, sottolineando che da quotata in borsa la società avrà accesso al mercato dei capitali e potrà utilizzare la leva finanziaria. La decisione di puntare su Piazza Affari e non legarsi a un fondo di private equity è stata fatta per “mantenere la nostra indipendenza e una certa agilità imprenditoriale”. I proventi della quotazione saranno utilizzati, in primo luogo, per attirare talenti e aumentare i prodotti venduti. “Noi non abbiamo molto capex, in quanto il know-how è nelle persone”, spiega il fondatore, e quindi “è molto importante mantenere e far crescere il capitale umano dell’azienda”. Per questo motivo, “gran parte dei proventi saranno rivolti all’assunzione di nuovi talenti e nella ricerca & sviluppo, per dare più spinta alla roadmap dell’azienda”. “Un’altra spinta sarà quella per risalire la catena del valore e fornire delle soluzione più integrate – in maniera molto verticale su alcuni settori – che permettano ai nostri clienti di avere un sistema davvero integrato da installare nelle loro piattaforme”, aggiunge.Le difficoltà e la crescitaGli investitori si stanno dimostrando interessati alla società e “affascinati dalla crescita che ha avuto, pur operando in un mercato con grandi competitor”, spiega la CFO Letizia Galletti. “Abbiamo una fortissima attenzione a gestire le tecnologie abilitanti e la proprietà intellettuale ad esse associata, come brevetti e segreti industriali. Questo ci permette anche di avere il controllo dell’EBITDA, in quanto riduciamo i costi”, afferma Galletti.La direttrice finanziaria evidenzia anche che la società non ha sofferto più di tanto la tempesta che si è abbattuta sulle catene di approvvigionamento globali durante il 2021. “Sebbene l’azienda dipenda dall’approvvigionamento di componenti di larga scala, sicuramente il problema dello shortage ci ha colpito – ammette – , ma non ci ha bloccati: probabilmente saremmo potuti crescere di più”. “Costruiamo dei sensori da zero, quindi c’è molto hardware e manifattura nel prodotto, ma poi ci sono tantissimi layer di algoritmi, software, calibrazione, supporto, quindi tanto valore aggiunto – spiega – Il nostro problema era trovare i componenti, più che soprappagarli, essendo questi comunque una piccola parte del costo finale”.Il management di Civitanavi non esclude che alla crescita organica possa essere affiancata quella per linee esterne. “La crescita inorganica non è una strategia, ma una tattica, e quindi comunque nei nostri pensieri – afferma il CEO – Posto che abbiamo la nostra roadmap, se nel nostro percorso trovassimo una azienda che ha il giusto “fit” (per quanto riguarda tecnologia, ricavi, EBITDA) ben venga. Non abbiamo il paraocchi e siamo aperti ad una accelerazione della crescita. Siamo una piccola e media impresa e vogliamo rimanerlo per molto poco, in quanto abbiamo ambizioni importanti”. LEGGI TUTTO

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    Thyssenkrupp, decisione su IPO controllata Nucera entro metà anno

    (Teleborsa) – Entro metà 2022 sarà presa una decisione sul processo di quotazione di Thyssenkrupp Nucera, joint venture tra Thyssenkrupp (66%) e la società italiana De Nora (34%). “La nostra soluzione preferita è quella di quotare in borsa una parte dell’azienda, pur rimanendo il proprietario di maggioranza, al fine di beneficiare delle prospettive di crescita dell’azienda. Una decisione in merito all’IPO potrebbe essere presa nella prima metà del 2022″, ha detto l’amministratrice delegata Martina Merz in un discorso per l’assemblea degli azionisti (in programma il 4 febbraio, ma di cui oggi sono stati pubblicati alcuni documenti).Il nuovo nome della divisione idrogeno, Nucera, è stato svelato a metà gennaio in occasione del Capital Markets Day del gruppo industriale tedesco specializzato nella lavorazione dell’acciaio. In quell’occasione era stato svelato che i ricavi di Thyssenkrupp Nucera sono cresciuti di circa il 25% da 255 milioni di euro nel 2019/20 a 319 milioni di euro nel 2020/21. Al 31 dicembre 2021 il portafoglio ordini per l’idrogeno verde è di circa 900 milioni di euro, mentre l’EBIT della società è di circa 27 milioni di euro.”Oltre alla flessibilità finanziaria per l’azienda, un’IPO avrebbe due ulteriori vantaggi: in primo luogo, sbloccherebbe il valore di Thyssenkrupp Nucera. E in secondo luogo, la quotazione in borsa rafforzerebbe notevolmente il nostro profilo di fornitore leader di tecnologia per la produzione di idrogeno verde”, ha spiegato Merz.”Un punto importante che vorrei sottolineare è che intendiamo utilizzare i proventi di una potenziale IPO per investire nella nostra attività di elettrolisi insieme al nostro partner De Nora – ha continuato l’amministratrice delegata – Ciò significa che anche i proventi del collocamento pubblico di azioni derivanti da un aumento di capitale di Thyssenkrupp Nucera saranno investiti in Nucera. In tal modo, sottolineeremo la nostra posizione di gruppo di aziende e questo ci porta al terzo presupposto per la crescita: le giuste strutture organizzative”. LEGGI TUTTO

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    Selle Royal si quota a Piazza Affari. Punta al segmento STAR

    (Teleborsa) – Selle Royal, azienda veneta che opera a livello internazionale nell’ambito delle selle, degli accessori e dei componenti per la bici e per il ciclista, ha annunciato la propria intenzione di procedere alla quotazione su Euronext Milan e, ricorrendone i presupposti, sul segmento Euronext STAR Milan. La società ha registrato ricavi consolidati per 205,1 milioni di euro, EBITDA pari a 36,4 milioni e utile netto di 18,5 milioni al 30 giugno 2021. Il gruppo possiede più brand – Selle Royal, Fizik, Crankbrothers, Brooks England e PEdALED – ed è presente in oltre 80 paesi nel mondo tramite la propria rete distributiva diretta (Italia, Francia, Austria, Svizzera, Stati Uniti, Canada e Brasile) e partnership commerciali.Il flottante richiesto per la quotazione sarà costituito attraverso un collocamento privato riservato ad investitori qualificati in Italia e all’estero. È previsto che l’offerta sia composta da: azioni ordinarie di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione; azioni ordinarie offerte in vendita dagli attuali azionisti, Dec. 28, 1928 Holding S.p.A. e Wise Equity SG R S.p.A., in qualità di società di gestione del risparmio del fondo di investimento alternativo di tipo chiuso denominato “Wisequity V”, che congiuntamente detengono l’intero capitale. I soci venditori puntano a soddisfare i requisiti di flottante richiesti da Borsa Italiana per l’ammissione sul segmento Euronext STAR Milan.L’attuale socio di controllo Dec. 28, 1928 Holding S.p.A. manterrà il controllo dopo la quotazione a Piazza Affari, anche attraverso l’adozione di un meccanismo di voto maggiorato. Inoltre, è prevista la concessione di un’opzione greenshoe da parte degli azionisti venditori.Nell’ambito dell’offerta, Equita SIM e UBS Europe SE agiscono in qualità di Joint Global Coordinators. Equita SIM agisce anche in qualità di Sponsor ai fini dell’ammissione a quotazione delle azioni. Gli advisor legali incaricati dalla Società sono gli studi Fieldfisher e Shearman & Sterling, mentre lo studio Simmons & Simmons agisce in qualità di advisor legale per i Joint Global Coordinators. Capital For Progress Advisory S.r.l. agisce in qualità di advisor finanziario della società.(Foto: © Antonio Truzzi | 123RF) LEGGI TUTTO