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    Civitanavi, PMI per poco. In borsa per crescere e attrarre talenti

    (Teleborsa) – Può una PMI nata in un paese marchigiano con meno di 3.000 abitanti sfidare colossi statunitensi dall’esperienza ultracentenaria e aziende francesi a spinta statale? Secondo il suo fondatore la risposta è sì. “Se le aziende della Silicon Valley devono venire in un paesino sperduto sull’Adriatico per trovare tecnologia che non riescono a trovare lì, un motivo deve esserci”, afferma sorridendo Andrea Pizzarulli, amministratore delegato di Civitanavi Systems. Nata come startup nel 2012, la società viene riconosciuta PMI innovativa nel 2017 e oggi compete a livello globale nel campo dei sistemi high tech di navigazione e stabilizzazione inerziale. La società, con poco più di 120 dipendenti, svolge la propria attività presso la sede legale e produttiva a Pedaso, in provincia di Fermo, e nelle due ulteriori sedi ad Ardea (RM) e a Casoria (NA). Pur essendo ancora piccola per fatturato, Civitanavi ha le idee chiare su quale può essere il suo futuro e una roadmap ambiziosa per realizzarlo. Ha quindi iniziato il processo che la porterà ad essere quotata a Piazza Affari, su Euronext Milan, in un’operazione che la doterà di capitale utile ad attrarre talenti e investire ancora di più in ricerca & sviluppo.Un mercato competitivoCivitanavi ha come principali concorrenti le società statunitensi Honeywell (38% market share al 2019) e Northrop Grumman (21,2%), le francesi Safran (9,4%) e Thales, e l’israeliana IAI (Israel Aerospace Industries). Nonostante le dimensioni più contenute in termini di fatturato e market share (0,4%), la PMI italiana riesce a competere grazie alla molteplicità di ambiti applicativi e per la convenienza, coniugata all’elevata qualità, dei propri sistemi inerziali.”La sfida è stata portare uno strumento molto sofisticato – il sistema di navigazione inerziale che viene usato per calcolare il Nord geografico, l’assetto e la posizione di uno strumento senza l’ausilio di GPS o campi magnetici – in settori non classici”, spiega l’AD. “È usato di solito in campi come l’aerospazio e la difesa, mentre noi l’abbiamo portato in settori industriali, quindi più fruibili, i quali non sono disposti a spendere cifre tipiche di questi strumenti nell’aerospazio e nella difesa”, aggiunge. Civitanavi è stata capace di prendere lo stabilizzatore di un fast-jet e metterlo in mano a un minatore, spiega in parole semplici Pizzarulli, ovvero fare un prodotto altamente sofisticato con componenti scalabili.Ciò è stato possibile prendendo componenti standard sul mercato (che scalano cioè con economie molto più elevate dei settori aerospazio-difesa o energetico), come possono essere quelli dell’automotive, dell’elettronica di consumo o delle telecomunicazioni, e usarli per produrre sistemi ad alte performance e con minori costi complessivi di sviluppo. Un altro fattore che rende Civitanavi competitiva con i maggiori player del settore è il fatto che sia uno dei pochi operatori ITAR free, privi cioè dello stringente controllo sull’export USA. ITAR, abbreviazione di “International Traffic in Arms Regulations”, è un quadro normativo statunitense che serve a controllare la produzione, l’esportazione e la proliferazione di armi e tecnologie correlate. Essere ITAR-free, come Civitanavi, può essere un vantaggio per lavorare con i soggetti europei che scelgono di escludere dagli appalti i prodotti con restrizioni ITAR. Il percorso fin quiCivitanavi Systems opera principalmente in due aree di business: aerospazio e difesa (in ambito spaziale, terrestre, aeronautico e navale) e industriale (in ambito minerario e oil & gas) per la costruzione di tunnel (tunnelling) e tunnel orizzontali (horizontal drilling). “Quando l’azienda ha iniziato, il fatturato era 100% sul ramo industriale e 100% all’estero, mentre ad oggi siamo a un 37% nell’industriale e il resto su aerospazio e difesa , potendo quindi contare su un buon bilanciamento e una certa diversificazione”, spiega il CEO. “Nel futuro la parte di aerospazio e difesa è prevista in grande crescita per l’espansione del mercato – aggiunge – Però bisogna dire che quando siamo entrati in ambito industriale abbiamo innovato il mercato e quindi contiamo di farlo anche in altri settori. Ci definiamo platform agnostic e abbiamo una roadmap aggressiva per espanderci nel ramo industriale grazie a nuove applicazioni”.Sin dalla sua nascita nel 2012, Civitanavi ha registrato significativi livelli di crescita del fatturato ad un CAGR 2012-2020 pari a circa il 60%. Al 31 dicembre 2020, ha registrato un totale ricavi di 19,1 milioni di euro (17,2 milioni di euro nel 2019), un EBITDA di 5 milioni di euro e un EBITDA Margin al 26,2% (6,1 milioni di euro e un margine del 35,8% l’anno prima) e un utile netto di 5,9 milioni di euro (3,8 milioni di euro nell’esercizio precedente). La PFN al 31 dicembre 2020 è pari a -1,3 milioni di euro, includendo l’applicazione degli standard IFRS 16. Il 13,7% del fatturato proviene dall’Italia, il 54,8% dall’area EMEA (eccetto l’Italia), il 27% dall’area APAC, il 4,3% dagli Stati Uniti e lo 0,2% dal resto del mondo. Lo sbarco a Piazza Affari”L’azienda è cresciuta moltissimo – abbiamo raddoppiato il fatturato ogni due anni e siamo in profitto – ma più cresciamo e più siamo esposti a clienti importantissimi, per i quali dobbiamo competere con giganti. Abbiamo quindi bisogno di capitale e di una veste formale”, spiega Pizzarulli, sottolineando che da quotata in borsa la società avrà accesso al mercato dei capitali e potrà utilizzare la leva finanziaria. La decisione di puntare su Piazza Affari e non legarsi a un fondo di private equity è stata fatta per “mantenere la nostra indipendenza e una certa agilità imprenditoriale”. I proventi della quotazione saranno utilizzati, in primo luogo, per attirare talenti e aumentare i prodotti venduti. “Noi non abbiamo molto capex, in quanto il know-how è nelle persone”, spiega il fondatore, e quindi “è molto importante mantenere e far crescere il capitale umano dell’azienda”. Per questo motivo, “gran parte dei proventi saranno rivolti all’assunzione di nuovi talenti e nella ricerca & sviluppo, per dare più spinta alla roadmap dell’azienda”. “Un’altra spinta sarà quella per risalire la catena del valore e fornire delle soluzione più integrate – in maniera molto verticale su alcuni settori – che permettano ai nostri clienti di avere un sistema davvero integrato da installare nelle loro piattaforme”, aggiunge.Le difficoltà e la crescitaGli investitori si stanno dimostrando interessati alla società e “affascinati dalla crescita che ha avuto, pur operando in un mercato con grandi competitor”, spiega la CFO Letizia Galletti. “Abbiamo una fortissima attenzione a gestire le tecnologie abilitanti e la proprietà intellettuale ad esse associata, come brevetti e segreti industriali. Questo ci permette anche di avere il controllo dell’EBITDA, in quanto riduciamo i costi”, afferma Galletti.La direttrice finanziaria evidenzia anche che la società non ha sofferto più di tanto la tempesta che si è abbattuta sulle catene di approvvigionamento globali durante il 2021. “Sebbene l’azienda dipenda dall’approvvigionamento di componenti di larga scala, sicuramente il problema dello shortage ci ha colpito – ammette – , ma non ci ha bloccati: probabilmente saremmo potuti crescere di più”. “Costruiamo dei sensori da zero, quindi c’è molto hardware e manifattura nel prodotto, ma poi ci sono tantissimi layer di algoritmi, software, calibrazione, supporto, quindi tanto valore aggiunto – spiega – Il nostro problema era trovare i componenti, più che soprappagarli, essendo questi comunque una piccola parte del costo finale”.Il management di Civitanavi non esclude che alla crescita organica possa essere affiancata quella per linee esterne. “La crescita inorganica non è una strategia, ma una tattica, e quindi comunque nei nostri pensieri – afferma il CEO – Posto che abbiamo la nostra roadmap, se nel nostro percorso trovassimo una azienda che ha il giusto “fit” (per quanto riguarda tecnologia, ricavi, EBITDA) ben venga. Non abbiamo il paraocchi e siamo aperti ad una accelerazione della crescita. Siamo una piccola e media impresa e vogliamo rimanerlo per molto poco, in quanto abbiamo ambizioni importanti”. LEGGI TUTTO

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    Thyssenkrupp, decisione su IPO controllata Nucera entro metà anno

    (Teleborsa) – Entro metà 2022 sarà presa una decisione sul processo di quotazione di Thyssenkrupp Nucera, joint venture tra Thyssenkrupp (66%) e la società italiana De Nora (34%). “La nostra soluzione preferita è quella di quotare in borsa una parte dell’azienda, pur rimanendo il proprietario di maggioranza, al fine di beneficiare delle prospettive di crescita dell’azienda. Una decisione in merito all’IPO potrebbe essere presa nella prima metà del 2022″, ha detto l’amministratrice delegata Martina Merz in un discorso per l’assemblea degli azionisti (in programma il 4 febbraio, ma di cui oggi sono stati pubblicati alcuni documenti).Il nuovo nome della divisione idrogeno, Nucera, è stato svelato a metà gennaio in occasione del Capital Markets Day del gruppo industriale tedesco specializzato nella lavorazione dell’acciaio. In quell’occasione era stato svelato che i ricavi di Thyssenkrupp Nucera sono cresciuti di circa il 25% da 255 milioni di euro nel 2019/20 a 319 milioni di euro nel 2020/21. Al 31 dicembre 2021 il portafoglio ordini per l’idrogeno verde è di circa 900 milioni di euro, mentre l’EBIT della società è di circa 27 milioni di euro.”Oltre alla flessibilità finanziaria per l’azienda, un’IPO avrebbe due ulteriori vantaggi: in primo luogo, sbloccherebbe il valore di Thyssenkrupp Nucera. E in secondo luogo, la quotazione in borsa rafforzerebbe notevolmente il nostro profilo di fornitore leader di tecnologia per la produzione di idrogeno verde”, ha spiegato Merz.”Un punto importante che vorrei sottolineare è che intendiamo utilizzare i proventi di una potenziale IPO per investire nella nostra attività di elettrolisi insieme al nostro partner De Nora – ha continuato l’amministratrice delegata – Ciò significa che anche i proventi del collocamento pubblico di azioni derivanti da un aumento di capitale di Thyssenkrupp Nucera saranno investiti in Nucera. In tal modo, sottolineeremo la nostra posizione di gruppo di aziende e questo ci porta al terzo presupposto per la crescita: le giuste strutture organizzative”. LEGGI TUTTO

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    Selle Royal si quota a Piazza Affari. Punta al segmento STAR

    (Teleborsa) – Selle Royal, azienda veneta che opera a livello internazionale nell’ambito delle selle, degli accessori e dei componenti per la bici e per il ciclista, ha annunciato la propria intenzione di procedere alla quotazione su Euronext Milan e, ricorrendone i presupposti, sul segmento Euronext STAR Milan. La società ha registrato ricavi consolidati per 205,1 milioni di euro, EBITDA pari a 36,4 milioni e utile netto di 18,5 milioni al 30 giugno 2021. Il gruppo possiede più brand – Selle Royal, Fizik, Crankbrothers, Brooks England e PEdALED – ed è presente in oltre 80 paesi nel mondo tramite la propria rete distributiva diretta (Italia, Francia, Austria, Svizzera, Stati Uniti, Canada e Brasile) e partnership commerciali.Il flottante richiesto per la quotazione sarà costituito attraverso un collocamento privato riservato ad investitori qualificati in Italia e all’estero. È previsto che l’offerta sia composta da: azioni ordinarie di nuova emissione rivenienti da un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione; azioni ordinarie offerte in vendita dagli attuali azionisti, Dec. 28, 1928 Holding S.p.A. e Wise Equity SG R S.p.A., in qualità di società di gestione del risparmio del fondo di investimento alternativo di tipo chiuso denominato “Wisequity V”, che congiuntamente detengono l’intero capitale. I soci venditori puntano a soddisfare i requisiti di flottante richiesti da Borsa Italiana per l’ammissione sul segmento Euronext STAR Milan.L’attuale socio di controllo Dec. 28, 1928 Holding S.p.A. manterrà il controllo dopo la quotazione a Piazza Affari, anche attraverso l’adozione di un meccanismo di voto maggiorato. Inoltre, è prevista la concessione di un’opzione greenshoe da parte degli azionisti venditori.Nell’ambito dell’offerta, Equita SIM e UBS Europe SE agiscono in qualità di Joint Global Coordinators. Equita SIM agisce anche in qualità di Sponsor ai fini dell’ammissione a quotazione delle azioni. Gli advisor legali incaricati dalla Società sono gli studi Fieldfisher e Shearman & Sterling, mentre lo studio Simmons & Simmons agisce in qualità di advisor legale per i Joint Global Coordinators. Capital For Progress Advisory S.r.l. agisce in qualità di advisor finanziario della società.(Foto: © Antonio Truzzi | 123RF) LEGGI TUTTO

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    PMI, ufficiale la proroga del credito di imposta su costi quotazione in borsa

    (Teleborsa) – Con il voto odierno alla della Camera dei deputati, che ha approvato in via definitiva la legge di bilancio per il 2022, è stato ufficialmente prorogato il Credito di Imposta sui costi di quotazione (CDI). La manovra, come si legge nel testo, “proroga al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese (PMI) istituito dalla legge di bilancio 2018 e al contempo ne riduce l’importo massimo da 500.000 a 200.000 euro”. Lo stanziamento è di 5 milioni di euro.La misura ha fornito una spinta significativa per le quotazioni sul mercato Euronext Growth Milan, che ha registrato nel 2021 ben 44 nuove matricole. In particolare, nei mesi di novembre e dicembre c’è stata una vera e propria corsa alla quotazione, in quanto non era sicuro che il bonus sarebbe stato prorogato o di quanto sarebbe stato ridotto.(Foto: © Luca Ponti | 123RF) LEGGI TUTTO

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    ISCC Fintech valutata 64 milioni di euro. Debutto in borsa il 22 dicembre

    (Teleborsa) – Integrated System Credit Consulting Fintech (ISCC Fintech), società attiva nell’acquisto di portafogli granulari di crediti NPL, ha ricevuto da Borsa Italiana il provvedimento di ammissione alle negoziazioni delle proprie azioni ordinarie e dei warrant denominati “Warrant ISCC Fintech 2021-2024″ su Euronext Growth Milan. L’inizio delle negoziazioni è fissato per domani, 22 dicembre 2021. Il controvalore complessivo delle risorse raccolte attraverso l’IPO è pari a circa 14,5 milioni di euro (escluso l’esercizio della greenshoe in vendita), con il collocamento rivolto principalmente a primari investitori istituzionali e professionali, al prezzo di 5 euro per azione ordinaria, per complessive 2.900.000 azioni ordinarie di nuova emissione. La domanda è stata di oltre 30 milioni di euro, con gli investitori istituzionali esteri che hanno pesato più del 50%.Ad esito del collocamento istituzionale, il capitale sociale di ISCC Fintech sarà composto da n. 12.900.000 azioni ordinarie prive di valore nominale. La capitalizzazione post aumento di capitale, calcolata sulla base del prezzo di offerta, è pari a oltre 64,5 milioni di euro, con un flottante del 22,48% (24,81% in caso di esercizio integrale dell’opzione greenshoe). Assumendo l’integrale esercizio dell’opzione greenshoe in vendita, Conafi deterrà il 60,85% del capitale, altri azionisti (con quote minori del 5%) il 14,34%.”L’elevata domanda, rappresentativa di molti dei principali investitori istituzionali italiani ed esteri, è il risultato dell’apprezzamento, da parte della comunità finanziaria, del posizionamento di mercato, della bontà del modello di business, del track record e della credibilità del management di ISCC Fintech, elementi distintivi e vantaggi competitivi emersi durante il roadshow”, ha commentato Gianluca De Carlo, CEO di ISCC Fintech.(Foto: © Moreno Soppelsa | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Directa SIM ammessa su Euronext Growth Milan. Debutto il 22 dicembre

    (Teleborsa) – Directa SIM, storica piattaforma del trading online italiano, ha ricevuto da Borsa Italiana il provvedimento di ammissione alle negoziazioni delle proprie azioni su Euronext Growth Milan, il segmento di Piazza Affari dedicato alle PMI dinamiche e competitive. Come già comunicato, il prezzo di collocamento e vendita delle azioni è stato fissato in 3 euro per azione, per una valorizzazione complessiva delle 16,5 milioni di azioni esistenti pari a 49,5 milioni di euro. Il flottante, per un numero di azioni di 2.250.000 collocate, è pari al 13,64% del capitale. L’inizio delle negoziazioni è stato fissato per il 22 dicembre con il ticker “D”. “Ringraziamo Borsa Italiana per l’alto onore che ci ha riservato concedendoci di essere identificati con una sola lettera, la D, e speriamo che possa essere di buon auspicio per svilupparci come le prestigiose aziende cui ci accomuna la mono lettera del codice alfanumerico”, ha commentato il presidente Massimo Segre.La società ha reso noto che il collocamento è stato chiuso anticipatamente il 7 dicembre, invece che il 13 dicembre, in occasione dell’anniversario del primo ordine in borsa di Directa immesso via Internet il 7 dicembre 1998. In particolare, sono state prenotate 6.997.000 azioni rispetto alle 2.250.000 allocate, con la domanda che è stata pari a circa 3 volte le azioni oggetto dell’offerta.L’offerta della società è stata particolare, perché la stessa Directa SIM è stata il collocatore esclusivo per la clientela retail, potendo contare su una vasta platea di clienti, mentre il collocamento verso gli istituzionali è stato curato da Envent e da MIT SIM. Alla clientela retail è stato consegnato soltanto il lotto minimo di negoziazione e oltre 500 clienti non hanno potuto essere soddisfatti: per scusarsi Directa ha riconosciuto, a tutti coloro che pur manifestando la loro fiducia non hanno potuto acquisire azioni, una giornata di trading gratuito nel primo giorno di negoziazione del titolo.(Foto: © Antonio Truzzi | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Homizy ammessa su Euronext Growth Milan. Debutto il 21 dicembre

    (Teleborsa) – Homizy, società controllata da AbitareIn e attiva nel settore del Build-to-Rent, ha reso noto che Borsa Italiana ha disposto l’ammissione a quotazione delle azioni ordinarie sul Euronext Growth Milan – Segmento Professionale. Come già comunicato, la società ha chiuso con successo il collocamento, per un controvalore complessivo di 10 milioni di euro, pari a 1.860.000 azioni di nuova emissione ad un prezzo di sottoscrizione pari a 5,4 euro per azione. La capitalizzazione post-money della società è pari a 55 milioni di euro. Ad esito del collocamento, il capitale sociale di Homizy sarà composto di 10.193.333 azioni ordinarie prive di indicazione nominale. Il 70,72% di esse è detenuto da AbitareIn, mentre il flottante è pari al 29,28%. La data di inizio delle negoziazioni è fissata per il 21 dicembre 2021.”Siamo estremamente soddisfatti di aver concluso, con successo, l’iter di quotazione, con la raccolta di capitale più importante vista finora su questo segmento di mercato – ha commentato Marco Grillo, presidente di Homizy – L’ingresso in Borsa Italiana, oltre ad essere motivo di grande orgoglio per noi, rappresenta uno strumento di grande supporto per società ad alto potenziale di crescita come la nostra”. “La quotazione in Borsa non è per Homizy un traguardo, ma un nuovo punto di partenza per il percorso di crescita che ci siamo prefissati -ha aggiunto l’AD Alessandro Peveraro – La condivisione del nostro progetto con nuovi investitori e il confronto con il mercato ci consentiranno di esplicitare al meglio il valore del nostro progetto”.(Foto: © Alessandro Landi | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Il gigante del private equity TPG si quota a Wall Street

    (Teleborsa) – Il gigante del private equity TPG ha annunciato di aver avviato il processo di quotazione a Wall Street. La società statunitense, con 109 miliardi di dollari di asset under management, intende promuovere un’offerta pubblica iniziale (IPO) sul Nasdaq. L’offerta, spiega una nota, è soggetta alle condizioni di mercato e non vi può essere alcuna garanzia in merito all’eventuale sbarco in borsa. I suoi maggiori competitor, come Blackstone, Carlyle, Apollo Global Management e KKR, sono già public company.La società di private equity ha generato un utile netto di 3,8 miliardi di dollari nei primi nove mesi del 2021, rispetto ai 295 milioni di dollari del 2020 quando ha registrato perdite dalle attività di investimento, secondo documenti depositati alla Securities and Exchange Commission (SEC). J.P. Morgan, Goldman Sachs, Morgan Stanley e TPG Capital agiscono in qualità di joint lead book-running manager per l’offerta. LEGGI TUTTO