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    Mooney: il digitale sposa la prossimità, 6 clienti su 10 sono phygital

    (Teleborsa) – 6 clienti su 10 sono phygital (ovvero utilizzano sia il canale digitale che fisico nelle operazioni di pagamento), 7 utenti su 10 dichiarano di avere un tabaccaio di fiducia, contante e strumenti di pagamento digitali pesano pariteticamente sul valore dello speso degli italiani. Sono alcuni dei dati relativi al mercato dei pagamenti emersi durante l’evento “B(e)2People: i pagamenti del futuro, testa digitale e cuore umano” promosso da Mooney, la fintech italiana leader nei servizi e nelle soluzioni tecnologiche personalizzate di pagamento, mobilità e bancari di prossimità, controllata da Enel e Intesa Sanpaolo. L’evento, organizzato al Salone dei Pagamenti, è stato l’occasione per analizzare il contesto nel quale gli operatori, con Mooney in prima fila, si trovano ad operare, a delineare scenari futuri e a confrontarsi sulle abitudini dei consumatori. “Dal nostro osservatorio sul territorio, emerge una forte necessità di prossimità – quella dimensione tanto ritrovata durante l’emergenza sanitaria, che ci siamo lasciati alle spalle, quando la rete dei tabaccai ha giocato un ruolo centrale nella vita degli italiani, elevata a erogatore di servizi di prima necessità, a centro di sostegno per la comunità, a punto di riferimento per la vita del quartiere – ha affermato Stefania Gentile, Amministratore Delegato di Mooney – Infatti, per la nostra esperienza, la digitalizzazione deve operare in sinergia con l’elemento umano, traducendosi in un modello non solo di business, ma anche di vita, ibrido tra on e off line, dove entrambe le forme di interazione sirafforzano reciprocamente”.Nell’attuale panorama dei pagamenti, secondo Mooney, il digitale sposa la prossimità. I punti vendita, infatti, sono frequentati assiduamente dai giovani, abituati alle nuove tecnologie ma attenti al contatto umano: fra i clienti di tabacchi e bar, la fascia di popolazione 25-34 anni si distingue per una presenza maggiore di 2 punti percentuali rispetto alla stessa fascia di età sulla popolazione totale (21% vs. 19%), mentre il gruppo 55-65 anni, generalmente considerato più affezionato a queste tipologie di esercizi, è inferiore di 3 punti percentuali (26% vs. 29% sulla popolazione totale). Spesso per il cittadino l’esperienza inizia sul digitale e si conclude nel bar-tabacchi sotto casa. Infatti, il 73% dei bonifici istantanei e ordinari effettuati con Mooney nasce online con la generazione di un QR code, per poi essere ultimato presso la rete fisica. Una conferma di questa tendenza arriva anche dal telepedaggio: oltre un quarto degli utenti che riceve una comunicazione digitale preferisce completare l’acquisto direttamente in un punto vendita, anziché online.Anche su servizi di e-commerce (assicurazioni, food delivery, credito al consumo etc.), che sono prettamente digitali, vengono intercettate esigenze di pagamento dove la prossimità assume un valore importante. Attraverso la Piattaforma Pay Every Way – messa a disposizione da Mooney ad aziende partner per veicolare pagamenti e rimborsi via QR Code da completare in punto vendita o direttamente online – vengono gestite circa un milione e mezzo di transazioni all’anno, di cui un quarto in contante. Tra queste, ad esempio, rientrano le transazioni di pagamento che il rider può effettuare verso il proprio gestore, in modo pratico e sicuro, nei bar – tabacchi anche di sabato o domenica.La rete sul territorio viene scelta anche per comodità e flessibilità: 3 consumatori su 4 ne apprezzano gli orari. Infatti, circa il 43% dei punti vendita Mooney è aperto ed effettua operazioni anche la domenica. Le code ridotte sono un fattore gradito da 2 clienti su 3, così come la possibilità di effettuare anche altre attività, come l’acquisto di articoli (31% degli utenti) o consumazioni di colazioni e pranzi (16%). Ad esempio, nei punti vendita dotati del sistema di cassa telematico EasyCassa, in media ogni 6 scontrini di caffè/caffetteria si registra anche il pagamento di un bollettino. Pertanto, gli utenti gradiscono il cosiddetto “One Stop Shop”, un punto di riferimento, facilmente raggiungibile, che offre una vasta gamma di prodotti e servizi. Infatti, la rete Mooney di circa 40 mila punti di vendita ha una penetrazione del 64% negli 8 mila comuni italiani, con una presenza media di 6 punti vendita ogni 10 mila abitanti.(Foto: Giovanni Ricciardi) LEGGI TUTTO

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    Mooney e PayDo ampliano partnership per favorire ritiro e versamento contante in modo capillare

    (Teleborsa) – In un contesto in cui la digitalizzazione ha semplificato l’esperienza nel mondo dei pagamenti, anche accessibilità e prossimità dei punti di prelievo e versamento rappresentano un fattore critico di successo. E la sfida sarà creare reti di distribuzione alternative con servizi transazionali che integrino esperienze d’uso fisiche e digitali, le quali porteranno ulteriori opportunità di business, grazie all’evoluzione di un modello di servizio sempre più capillare in Italia e in Europa.Questo il focus dell’evento “Evoluzione del modello di distribuzione per i servizi transazionali: prospettive future di prelievi e versamenti”, ospitato al Salone dei Pagamenti e promosso da Mooney, la fintech italiana di prossimità, e PayDo, startup italiana B2B attiva nel mondo fintech che ha sviluppato una suite di servizi a valore aggiunto per innovare l’esperienza dei pagamenti.All’incontro hanno partecipato rappresentanti del mondo bancario, fintech e della consulenza che hanno delineato il futuro dei servizi di prelievo, insieme a Salvatore Borgese, Executive Director Strategy & Business Development di Mooney, e Donato Vadruccio, CEO di PayDo. Il panel è stato moderato da Anna Omarini, Ricercatrice dell’Università Bocconi e Vicepresidente Italia Fintech.”Il futuro dei servizi transazionali sarà sempre più orientato ai canali digitali ed alle reti di prossimità che possano garantire ai cittadini rapidità, capillarità e soprattutto comodità nell’usufruire di operazioni, come prelievo e versamento, contestualmente ad altre esperienze di acquisto – ha commentato Salvatore Borgese – L’evoluzione normativa, oltre che l’esperienza del consumatore, spingerà il modello “cash in shop” verso una copertura sempre più ampia di reti esercenti di accettazione, le quali potranno ottenere grandi benefici in termini di pedonabilità, profitto e fidelizzazione della clientela grazie all’erogazione di questi servizi”.”Questa iniziativa è importante perché facilita l’accesso al contante per i cittadini e rappresenta un supporto utile alle strategie delle banche e dei PSP – ha dichiarato Donato Vadruccio – Inoltre, risponde alle aspettative dei regolatori europei, che richiedono garanzie di accesso, scalabilità, e l’utilizzo di sistemi di regolamento SEPA anche nei paesi altamente digitalizzati”.”Per questo possiamo dire di essere più che orgogliosi di essere il partner tecnologico di questo progetto e di continuare la nostra collaborazione con Mooney, offrendo una tecnologia cloud scalabile, capace di integrare diversi attori che, oltre a fornire il servizio ai clienti, potranno rendere disponibile la propria rete per il servizio di versamento e prelevamento – ha aggiunto – Credo che questo progetto possa davvero rappresentare una svolta più che significativa nell’approccio e nell’accesso al contante”. LEGGI TUTTO

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    N26 riavvia le attività sul mercato italiano con un nuovo general manager

    (Teleborsa) – La succursale italiana della banca digitale tedesca N26, a seguito di una decisione della Banca d’Italia, ha ripreso in maniera parziale dalla fine del mese di giugno scorso le attività di acquisizione di nuovi clienti sul mercato locale. A marzo 2022, la Banca d’Italia aveva imposto alla succursale italiana di N26 l’astensione dall’intraprendere operazioni con nuova clientela, delineando aree di miglioramento in materia di antiriciclaggio.La branch italiana nel corso degli ultimi due anni “si è impegnata ai fini del raggiungimento di questo risultato potenziando i propri presidi e rafforzando, tra gli altri, i sistemi informatici, i controlli interni e i team dedicati a queste aree e continuerà a lavorare per dare prova della piena efficacia del comparto antiriciclaggio e arrivare alla rimozione totale delle restrizioni ancora esistenti”, si legge in una nota.A livello di gruppo, intanto, lo scorso giugno N26 ha accolto con favore la decisione dell’Autorità Federale di Vigilanza Finanziaria (BaFin) che ha previsto la completa eliminazione delle misure di restrizione alla crescita.Con riferimento alla situazione della branch locale, N26 ha annunciato la nomina di Andrea Isola a General Manager Italia e Europa Sud Est di N26.Fondata da Valentin Stalf e Maximilian Tayenthal nel 2013, N26 ha raccolto quasi 1,8 miliardi di dollari da importanti investitori globali. L’azienda ha sede a Berlino e uffici in diverse città in Europa, comprese Vienna, Parigi, Milano, Madrid e Barcellona. N26, dotata di licenza bancaria tedesca, vanta oltre 100 miliardi di euro in transazioni all’anno e conta su un team composto da oltre 1.500 persone. LEGGI TUTTO

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    TrueLayer, nuovo round da 50 milioni di dollari dopo riduzione del personale

    (Teleborsa) – TrueLayer, startup fintech attiva nell’open banking e fondata da Francesco Simoneschi e Luca Martinetti, ha chiuso un nuovo round di investimento, raccogliendo 50 milioni di dollari in un’estensione del suo Serie E da 130 milioni di dollari. Il round è stato guidato da Northzone, con la partecipazione degli investitori esistenti Tencent, Tiger Global, Temasek e Stripe. Oggi TrueLayer elabora più di 50 miliardi di dollari in volume totale di pagamenti e 150 milioni di transazioni all’anno.”Questo finanziamento è un altro voto di fiducia nella nostra azienda, nella nostra tecnologia e testimonia l’infrastruttura fondamentale che abbiamo creato – ha commentato il co-fondatore e CEO Francesco Simoneschi – Raggiungere questa scala e posizione ha richiesto molto tempo, capitale e impegno. Abbiamo creato un ecosistema unico che collega banche, commercianti e consumatori. Questo investimento ci consente di continuare a sfidare lo status quo nei pagamenti e di accrescere la nostra presenza in settori come l’e-commerce”.Il nuovo round valuta l’azienda circa 700 milioni di dollari, il 30% in meno rispetto a 1 miliardo di euro ottenuto nel round del 2021, facendole perdere lo status di “unicorno”, secondo quanto scrive Bloomberg citando persone a conoscenza della situazione.”Separatamente a questa raccolta fondi, abbiamo adottato misure importanti per tracciare il nostro percorso verso la redditività, tra cui la semplificazione dei costi operativi e una riduzione del personale – ha detto Simoneschi – Ogni decisione che incide sul nostro personale è sempre molto dura e sono grato al mio team per l’aiuto e il supporto in questo periodo di cambiamento”.(Foto: Photo by Adeolu Eletu on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Revolut lancia i prestiti personali in Italia. Talarico: IBAN entro l’anno poi carte di credito

    (Teleborsa) – Revolut, fintech britannica con 45 milioni di clienti a livello globale (di cui 2 in Italia), ha lanciato i prestiti personali per tutti i clienti in Italia. I clienti possono richiedere un prestito tra 1.000 e 50.000 euro, da rimborsare in un periodo compreso tra 6 mesi e 8 anni, direttamente tramite l’app Revolut. “Sono due le cose per noi importanti in questo prodotto e che vogliamo trasmettere i clienti: la forte trasparenza sui costi e la praticità”, spiega a Teleborsa Maurizio Talarico, Head of Branch and Lending di Revolut in Italia.Per quanto riguarda il primo aspetto, “da noi si paga solamente il tasso di interesse. I clienti hanno tutta la flessibilità per gestire il prestito, possono modificare la data di rimborso mensile, rimborsare gratuitamente parte o tutto l’importo del prestito. Inoltre, il prestito non ha alcun costo di ammortamento, né commissioni di apertura o costo d’istruttoria”. Il tasso di interesse verrà adattato al profilo di ciascun cliente, variando dal 5,45% a circa il 15,5% di tasso annuo fisso (TAN) e dal 5,57% al 16,99% TAEG.Per quanto riguarda la praticità, “sempre consistente con quello che fa Revolut, vogliamo avere la miglior esperienza utente possibile – aggiunge – Se il cliente accetta di condividere i dati tramite open banking per stimare gli indicatori di rischio, il prodotto può essere erogato nell’arco di minuti: il tempo di rispondere al questionario, dare l’ok all’open banking, ricevere la risposta, firmare digitalmente. A quel punto non c’è un bonifico, ma noi mettiamo direttamente i soldi in tempo reale del conto Revolut”.L’Italia è il nono mercato in cui Revolut offre prestiti personali, dopo un lancio di successo in Lituania, Irlanda, Romania, Polonia, Francia, Germania, Spagna e Portogallo. Talarico è consapevole che quello dei prestiti personali è “un mercato essenzialmente commodity, con prodotti simili, ma credo che il nostro sia molto interessante”.”In Italia la concorrenza è alta, ma abbiamo avuto un buon riscontro negli altri mercati, che sono comunque dei mercati competitivi, anche perché questo prodotto lavora molto bene con il resto dell’app Revolut – spiega il manager – Pensiamo di avere un vantaggio rispetto a chi fa solamente prestiti e funziona molto bene sia perché attira clienti (è una cosa in più che Revolut aggiunge nel suo perimetro), sia perché rende i clienti più attaccati (in quanto c’è un rateale sull’app e quindi la utilizzi di più)”. Un esempio rappresentativo per un prestito personale di 5.000 euro in 48 mesi (numeri forniti da Revolut) è: rata mensile di 118,67 euro; TAN 6,29%; TAEG 7,7%; imposta di bollo 88 euro. Importo totale da pagare (MTIC) 5.784,18 euro.”Sui prestiti abbiamo iniziato il rodaggio da pochi mesi e ora abbiamo aperto a tutti – racconta Talarico – Quello che abbiamo osservato è che il nostro profilo utente è giovane, che non è così banale per i prestiti: il 60% dei clienti che ci chiedono prestito ha meno di 25 anni, ci chiedono in media meno di quello che è il ticket medio di un prestito personale in Italia, che è attorno a 10.000 euro, mentre a noi invece chiedono intorno ai 6-7.000. Siamo partiti con la motivazione stagionale della vacanza, che ovviamente è finita già adesso, e ora stiamo entrando nelle motivazioni che hanno un po’ più senso durante l’anno, come ristrutturazioni e acquisto veicolo”.Il lancio del credito al consumo in Italia arriva dopo un anno in cui Revolut ha visto una crescita esponenziale nel mercato: ha raggiunto 2 milioni di client a giugno, punta ai 2,5 entro fine anno e ai 3 nel 2025. Dopo il lancio dei prestiti personali, che è il primo prodotto di credito sul mercato italiano, la società prevede di continuare a sviluppare questo verticale e lanciare altri prodotti di credito nei prossimi mesi.Lanciare prodotti come i prestiti personali è infatti “molto importante per rispondere alla nostra strategia di essere il conto principale dei nostri clienti – ovvero quello in cui si accredita lo stipendio, si pagano le bollette, etc. – e per farlo i prodotti di credito sono fondamentali – dice Talarico – Un po’ come l’IBAN italiano che lanceremo entro quest’anno e che permette di evitare l’IBAN discrimination (il rifiuto di effettuare il pagamento su un IBAN straniero, perché Revolut fornisce ai clienti italiani IBAN lituani, ndr). In sé per sé ha un valore, ma in più ha anche un valore di ecosistema”. Revolut aveva in precedenza stimato l’arrivo di IBAN italiano e prestiti personali entro la prima metà del 2024.”A medio termine”, probabilmente entro due anni, arriveranno anche le carte di credito, che saranno per tutti i clienti e non solo per quelli che hanno un piano a pagamento. “Vogliamo avere anche in questo caso un prodotto con una user experience molto buona e che lavori in maniera sinergica con il programma fedeltà che abbiamo lanciato da poco”, dice il responsabile italiano della fintech.Guardando ancora più avanti, “per avere un’idea di cosa altre potremmo fare sul fronte del credito è possibile analizzare cosa stiamo facendo in altri paesi e ci sono due prodotti che potremmo portare e che valuteremo sicuramente con grande attenzione: il primo è la ratizzazione dei pagamenti su carta di debito e il secondo, che lanceremo a breve in Irlanda e in Lituania, sono i mutui. Chiaramente è un prodotto molto interessante per la logica del conto primario, però per l’Italia ci vuole più tempo perché Irlanda e Lituania sono dei mercati per Revolut più maturi, mentre in Italia moltissimi clienti sono nuovi: il primo milione di clienti l’abbiamo accumulato in cinque anni, mentre il secondo in meno di due anni”. LEGGI TUTTO

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    Nexi, dalla BEI 220 milioni di euro per innovazione dei pagamenti digitali

    (Teleborsa) – Sostenere la digitalizzazione delle imprese europee e supportare l’innovazione nel settore dei pagamenti digitali. Sono questi i principali obiettivi dell’accordo da 220 milioni di euro siglato oggi a Milano da Gelsomina Vigliotti, Vicepresidente della Banca europea per gli investimenti (BEI), e Bernardo Mingrone, CFO di Nexi, società PayTech italiana che fa parte del FTSE MIB. Si tratta del primo finanziamento concesso dalla BEI a un’azienda quotata attiva nel settore dei pagamenti digitali, si legge in una nota.Nexi utilizzerà le risorse messe a disposizione dalla BEI per lo sviluppo e la gestione di progetti di modernizzazione dei pagamenti digitali in Europa, oltre al finanziamento di progetti specifici che prevedono il coinvolgimento delle competenze di Nexi Digital, hub europeo di innovazione tecnologica realizzato in partnership con Reply, azienda italiana leader in Europa nella trasformazione digitale.Vigliotti ha parlato di “un passo significativo verso lo sviluppo di soluzioni di pagamento digitali avanzata a livello europeo, contribuendo a ridurre l’uso del contante, le frodi e l’evasione fiscale. Questa operazione sottolinea l’impegno della BEI nel promuovere la digitalizzazione e l’innovazione delle imprese e dell’Amministrazione Pubblica, elementi chiave del PNRR”.”Siamo orgogliosi che la Banca europea per gli Investimenti abbia riconosciuto il nostro impegno costante nello sviluppo di prodotti e servizi innovativi volti a promuovere l’affidabilità e la sicurezza dei pagamenti digitali, due requisiti fondamentali per contribuire alla loro diffusione nei paesi europei in cui operiamo – ha detto Mingrone – Quest’accordo è un’ulteriore conferma di come anche importanti realtà come la BEI riconoscano a Nexi il suo ruolo fondamentale nello sviluppo e nel sostegno alla digitalizzazione dell’Europa”. LEGGI TUTTO

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    Revolut valutata 45 miliardi di dollari dopo vendita secondaria di azioni

    (Teleborsa) – Revolut, fintech britannica con 40 milioni di clienti a livello globale (di cui 2 in Italia), ha firmato accordi con un gruppo di investitori leader nel settore tecnologico per fornire liquidità ai dipendenti tramite una vendita secondaria di azioni a una valutazione di 45 miliardi di dollari.Questa vendita secondaria di azioni “consente ai dipendenti attuali di capitalizzare il loro contributo alla crescita” di Revolut, attraendo al contempo un mix eterogeneo di investitori nuovi ed esistenti, si legge in una nota. Il round è stato guidato da Coatue, D1 Capital Partners e dall’investitore esistente Tiger Global.Nell’ultimo round di finanziamento di serie E da 800 milioni di dollari, chiuso a luglio 2021, la società era stata valutata 33 miliardi di dollari. Nel 2023 alcuni investitori come Molten Ventures e Schroders hanno svalutato le loro partecipazioni, in un periodo difficile per le società fintech a livello globale, durante il quale Revolut non ha avuto bisogno di raccogliere nuovi capitali, con il rischio di dover abbassare l’asticella della propria valutazione.Nel 2023, Revolut ha registrato ricavi per 2,2 miliardi di dollari (un aumento annuo del 95%) e un utile record prima delle imposte di 545 milioni di dollari. Nella prima metà del 2024 ha messo a segno registrando un aumento annuale dei ricavi superiore all’80% e una redditività “migliorata”. Revolut, che a luglio ha ottenuto l’agognata licenza bancaria nel Regno Unito, è sulla buona strada per superare i 50 milioni di clienti entro la fine del 2024.”Siamo lieti di offrire ai nostri dipendenti l’opportunità di realizzare i vantaggi del successo collettivo dell’azienda – ha commentato il CEO Nik Storonsky – È il loro duro lavoro, l’innovazione e la dedizione che ci hanno spinto a diventare la società tecnologica privata più preziosa in Europa. Siamo anche entusiasti di collaborare con diversi nuovi investitori che condividono la nostra visione mentre continuiamo il nostro viaggio per ridefinire il panorama bancario come lo abbiamo conosciuto”.Morgan Stanley ha svolto il ruolo di sole placement agent per l’operazione. LEGGI TUTTO

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    Nexi accelera sul buyback. Utile 1° semestre sale a 300,6 milioni di euro

    (Teleborsa) – Nexi, società PayTech italiana che fa parte del FTSE MIB, ha comunicato che nel primo semestre del 2024 i ricavi si sono attestati a 1.660,5 milioni di euro, in crescita del 5,9% rispetto al primo semestre 2023, e l’EBITDA è stato pari a 827,1 milioni di euro, in crescita dell’8,0% a/a. L’EBITDA margin si è attestato al 50%, con un incremento di 97 punti base rispetto al 1sem23, anche grazie alla più veloce realizzazione di efficienze e sinergie alla luce dell’integrazione del gruppo. L’Utile di pertinenza del Gruppo Normalizzato è stato pari a 300,6 milioni di euro, in crescita del 3,4% a/a.Nel primo semestre la Posizione Finanziaria Netta gestionale è scesa a 5.001 milioni di euro e il rapporto Posizione Finanziaria Netta/EBITDA è diminuito a 2,8x (2,7x escludendo il riacquisto di azioni proprie). La weighted average maturity del debito è pari a circa 2,7 anni, con un costo cash medio del debito al lordo delle imposte leggermente ridotto a circa 2,80%.”In un contesto competitivo in continua evoluzione abbiamo continuato il nostro percorso di crescita di ricavi e margini, incrementando in maniera significativa la generazione di cassa, anche al netto degli importanti investimenti nello sviluppo organico del business – ha commentato l’AD Paolo Bertoluzzo – Questa accelerata generazione di cassa ci consente al contempo da un lato di ridurre ulteriormente l’indebitamento e dall’altro di accelerare la restituzione del capitale ai nostri azionisti, anticipando alla fine del 2024 la conclusione del programma di acquisto di azioni proprie, lanciato lo scorso maggio con una durata inizialmente prevista di 18 mesi”.”Nella prima metà dell’anno abbiamo ulteriormente rafforzato il potenziale di crescita dell’azienda – ha spiegato – Abbiamo accelerato lo sviluppo dei canali di vendita diretti in Italia e le partnership con i principali players nel mondo del software in tutte le geografie e al contempo rafforzato ulteriormente le nostre offerte per i merchants con soluzioni digitali sempre più avanzate, come ad esempio il lancio di Apple Tap to Pay in Germania e in Italia, il potenziamento delle nostre offerte di ecommerce con Computop in Germania e l’accettazione dei pagamenti Bancomat Pay per Amazon in Italia. Allo stesso tempo, abbiamo inoltre accelerato le nostre iniziative di efficienza e le sinergie previste dai nostri piani, creando ulteriori opportunità per migliorare i margini ed investire sul futuro della nostra azienda”.Per il 2024, alla luce di un persistente scenario macroeconomico complesso, Nexi conferma i seguenti target: ricavi in crescita mid-single digit a/a; EBITDA in crescita mid-to-high single digit a/a, con una margin expansion di oltre 100 punti base; excess cash generation a più di 700 milioni di euro; leva finanziaria netta in diminuzione al di sotto di 2,9x l’EBITDA, incluse le operazioni di M&A già annunciate e gli effetti del programma di riacquisto azioni proprie (circa 2,6x su base organica). LEGGI TUTTO