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    Recovery Fund, speranze di accordo. Conte: “Cauto ottimismo”

    (Teleborsa) – Inizialmente in programma alle 16, la plenaria è già slittata alle 17. Ma al quarto giorno di vertice, dopo una maratona di trattative ufficiali e negoziati sottotraccia “nei corridoi” , il pessimismo filtrato nelle ultime ore quando un accordo sembrava impossibile, potrebbe cedere il passo a un cauto ottimismo. Se si tratti di una strategia per “motivare” i leader a superare l’ultima curva o una ipotesi concreta lo sapremo nelle prossime ore, qualora dovesse arrivare l’attesa fumata bianca che allo stato attuale non è comunque scontata.

    Merkel e Macron – i grandi mediatori di questo Consiglio straordinario – vedono la possibilità di un’intesa sul Recovery fund ma si cammina ancora su un territorio minato.
    Anche secondo il Premier italiano Giuseppe Conte “stanotte c’è stata una svolta: dobbiamo essere ancora cauti ma direi che sono cautamente ottimista“. Ma restano diversi paletti: le risorse per l’Italia devono essere “cospicue” e “il sistema di controllo e verifica spetta agli organi comunitari” e dunque non può essere demandato al veto di singoli Stati.

    Fa professione di ottimismo anche la Presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen per la quale siamo entrati “nella fase cruciale”. “Sono positiva per oggi, non ci siamo ancora ma le cose si muovono nella giusta direzione”.
    Per far cadere il muro alzato dai “frugali” – capeggiati dall’olandese Mark Rutte che ha dato filo da torcere al Premier italiano – ad alzare l’asticella rispetto ai “non più di 350 miliardi” messi sul piatto domenica, uno scambio tra l’ammontare dei sussidi e quello degli sconti sul contributo al bilancio comunitario di cui godono i Paesi nordici. Si parla di 390 miliardi di sussidi – a fronte dei 500 immaginati dalla Commissione – più 360 di prestiti.
    Intanto, nella fase più delicata della “partita”, arriva l’incoraggiamento del Ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli: “In queste ore a Bruxelles non c’è soltanto il nostro Presidente del Consiglio, ci siamo tutti noi. Con Giuseppe Conte l’Italia sta rivendicando i suoi diritti, sta affrontando un negoziato delicatissimo. Lavoriamo per un’Europa giusta e solidale”, ha scritto su Facebook. LEGGI TUTTO

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    Economy news della settimana: reddito di cittadinanza, cassa integrazione e proroga, Fornero bis

    18 Luglio 2020

    Nella settimana che si è appena conclusa sono come sempre moltissime le notizie di attualità economica. Tra quelle che avete più letto e apprezzato, le date di pagamento del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza di luglio, i nuovi aggiornamenti INPS in materia di cassa integrazione, la possibile proroga della Cig per altre 18 settimane, oltre a quella del divieto di licenziamento e alla deroga dei contratti a termine e l’arrivo di una “Fornero bis” ventilato da Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali. Scorrete la gallery per leggere le notizie… LEGGI TUTTO

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    CDP, Palermo : “con ingresso Astaldi Progetto Italia diventa concreto e contribuirà a sviluppo settore”

    (Teleborsa) – “Il Progetto Italia, che con oggi diventa concreto, è stato avviato con il supporto del Gruppo CDP per rendere il settore delle costruzioni ancora più strategico per la competitività dell’Italia a livello internazionale e fornire un contributo sostanziale al PIL e all’occupazione del Paese” lo ha dichiarato l’Amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo in merito alla pubblicazione del decreto di omologa del concordato preventivo di Astaldi.

    “Il Progetto – continua – infatti favorisce l’aggregazione di diversi player, consolidando e rafforzando così il settore delle costruzioni di grandi opere e infrastrutture complesse. Ne beneficeranno anche le piccole e medie imprese che fanno parte della filiera e che singolarmente rischierebbero di rimanere escluse dai grandi progetti infrastrutturali in contesti internazionali”.
    L’iniziativa riveste una valenza di sistema e costituirà un importante volano per la ripartenza dell’economia in questo complesso momento” ha concluso Palermo. LEGGI TUTTO

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    Emanuele (Fondazione Terzo Pilastro): “Cultura asse portante della ripresa”

    (Teleborsa) – “La cultura è l’unico vero grande asset del nostro Paese. La politica sarebbe dovuta intervenire in maniera massiva, potenziando queste attività. Non è stato così, è mancata una risposta che gratificasse almeno dal profilo estetico e intellettuale i cittadini italiani”. Lo afferma il Professor Emmanuele Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e Presidente onorario della Fondazione Roma, in un’intervista al magazine InsideArt, nella quale ricorda l’importanza dell’utilizzo delle tecnologie, anche in ambito culturale.

    “Ho sempre sostenuto che la cultura è l’unico vero grande asset del nostro Paese visto che purtroppo dobbiamo prendere atto che la grande industria statale non esiste più e l’industria privata è in grande difficoltà a causa della pressione fiscale e della oppressione burocratica. Io ho sempre pensato che la meraviglia del nostro Paese, che ospita le più belle e armoniose realtà estetiche naturali e quelle create dall’uomo, sia nell’universo mondiale un punto assolutamente di bellezza irripetibile. Credo che la politica avrebbe dovuto tenere conto di quanto dico e intervenire in maniera massiva per sostenere gli imprenditori, come nel caso della Fondazione che presiedo privi di interessi di lucro, potenziando, così facendo, queste attività. Non è stato così, e tra le tante promesse che sono state fatte agli italiani, è mancata quella che forse più mi aspettavo, una risposta che gratificasse almeno dal profilo estetico e intellettuale i cittadini del nostro Paese”.
    Il Professor Emanuele ripercorre i difficili mesi del lockdown, un periodo segnato dall’urgenza di dare risposte concrete ai bisogni della popolazione:

    “La Fondazione in sostanza non si è mai fermata durante il periodo del lockdown perché i bisogni della gente, non più in questa occasione di livello culturale, artistico, istruzione e quant’altro, si sono manifestati preminentemente nel bisogno di sopravvivere mediante aiuti atti a consentire ai bisognosi di cibare loro e le loro famiglie (…) La gente ha bisogno di consumare cibo per sopravvivere e noi abbiamo dato una risposta sentita con grande intensità attraverso la donazione di 1.000.000 di euro alla città di Roma che verrà distribuita dalla Caritas alle parrocchie. Inoltre, da uomo mediterraneo quale sono e resto, ho pensato di distribuire 700.000 euro nelmeridioned’Italia nelle città di Napoli, Cosenza, Reggio Calabria, Trapani, Palermo, Enna, Agrigento, per consentire anche ai più bisognosi di quei Comuni di poter avere una risposta alla necessità elementare della sopravvivenza. Abbiamo ritenuto, infine, di donare 500.000 euro allo Spallanzani per la ricerca su questo virus del Covid-19 che, come dovremmo ben capire, è un virus mutevole e come tale potrebbe accadere che una volta trovata la soluzione per questo, tra qualche tempo compaia un virus Covid-20 pronto a continuare la strage degli innocenti”.
    Emanuele richiama poi l’attenzione su come, anche nelle difficoltà e nella necessità di dare risposta in prima istanza alle esigenze primarie, sia importante continuare a guardare avanti senza tralasciare l’aspetto culturale:
    “Nonostante queste priorità assolute, non ho dimenticato che la cultura e l’arte sono le attività che mi hanno consentito di mantenere in equilibrio il mio impegno esistenziale e pertanto non ho smesso un attimo di ipotizzare una grande mostra dopo quella di Alsoudani, che abbiamo dovuto sospendere a marzo scorso e che speriamo di poter inaugurare nella primavera prossima. Sto perciò organizzando una mostra di Manolo Valdès, questo grande artista spagnolo, per il quale grazie alla collaborazione del Vice-Sindaco di Roma sono riuscito ad ottenere che le principali piazze della città saranno popolate dalle statue di questo grande artista. La mostra è prevista con apertura il giorno 15 ottobre, a cura di Gabriele Simongini e in collaborazione con la Galleria Contini di Venezia, e speriamo che il Covid ci consenta di realizzarla e non ne impedisca la fruizione». Il Professor Emanuele aggiunge poi un nuovo progetto: «La mostra che ho in mente è quella che consentirà di mostrare le opere degli artisti italiani e internazionali che sono stati durante il periodo del lockdown reclusi nelle loro case e hanno sfogato le loro disperazioni in maniera artistica. Questo progetto mi piacerebbe molto, e il titolo sarebbe: “L’arte non si ferma neanche di fronte alla pandemia”.
    Non sempre, però, le istituzioni sono sensibili alla necessità di sostenere nuove iniziative. Talvolta la burocrazia mette dei paletti in grado di frenare le migliori intenzioni:
    “Io credo di poter dire di essere protagonista nella creazione di un’istituzione museale, il Museo del Corso, che annovera tra i suoi capolavori opere dal ‘400 a oggi, convinto come sono che l’arte non ha tempo, non ha periodi, ma è un fluire ininterrotto che parte dalla mente e dal cuore dell’uomo, e che quindi bisogna farla ammirare in tutta la sua interezza. Sono orgoglioso di affermare che ho raccolto in un unico museo quelle opere d’arte dal ‘400 fino ad altre degli street-artist di fama mondiale che hanno illuminato con le loro creazioni un quartiere periferico di Roma come Tor Marancia, ma sono addolorato di dover dire che a causa della burocrazia di questo Paese – in particolare di questa città, che da cinque anni mi denega la possibilità di aprire al pubblico gratuitamente lo spazio espositivo, nonostante io paghi tutte le spese per ristrutturarlo e renderlo fruibile – questo progetto ancora non ha visto la luce. Ho inserito quindi in questo progetto museale la digitalizzazione, che consente ai visitatori di scoprire il contenuto e la storia dell’opera d’arte attraverso la lettura via app. A questo proposito, sono convinto che la tecnologia digitale sia sempre più un’esigenza. Io ricordo di essere nato nell’epoca in cui intingevo la penna nel calamaio, e oggi sono tra coloro i quali leggono i giornali sul tablet; insegno Scienza delle Finanze in via telematica per l’Università Telematica San Raffaele – dopo averla insegnata nelle università di Roma alla LUISS, alla Link Campus e all’Università Europea direttamente o, come si dice, frontalmente – e partecipo ai Consigli di Amministrazione e alle conferenze attraverso le piattaforme Zoom e Cisco Web Meeting”. LEGGI TUTTO

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    Coronavirus, crescono i contagi a Barcellona: “Restate a casa”

    (Teleborsa) – Se in casa nostra la pandemia sembra sotto controllo, con numeri comunque ancora altalenanti, resta alta la guardia in Europa.

    Ai residenti di Barcellona è stato chiesto “di rimanere a casa”, e di non uscire se non per ragioni essenziali, per contenere una nuova ondata di epidemia di coronavirus. Lo ha annunciato il Governo regionale della Catalogna. Ai quattro milioni di residenti della città è stato anche chiesto di non recarsi presso le proprie seconde case. Di nuovo chiusi anche i cinema, teatri e le discoteche e vietate le riunioni di più di dieci persone. I provvedimenti si estendono per due settimane.
    Nuovo focolaio di Covid-19 in Cina, a Urumqi, capoluogo dello Xinjiang con 3,5 milioni di abitanti, ora sotto restrizioni di contenimento. La commissione sanitaria locale aveva accertato ieri un contagio domestico, il primo dopo 149 giorni, ai quali se ne sono aggiunti oggi altri 5, ha riferito l’agenzia Xinhua.

    L’India, intanto, ha superato il milione di casi segnalati di coronavirus, secondo i dati delle autorità locali. Terza nazione al mondo per numero di contagi dopo gli Stati Uniti e il Brasile, il gigante asiatico conta 25.602 morti per 1.003.832 casi confermati dall’inizio della pandemia, secondo i dati ufficiali pubblicati stamani dal ministero della Salute indiano. LEGGI TUTTO

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    Conte: “Forte intesa con Macron, risposta sia ambiziosa”

    (Teleborsa) – Con Emmanuel Macron “c’è forte intesa per raggiungere con rapidità un accordo sulla risposta comune alla crisi del Covid19. Una risposta ambiziosa, responsabile e solidale per ricostruire le nostre economie e rafforzare il progetto europeo”.

    Così ha scritto il premier Giuseppe Conte sulla sua pagina Facebook al termine dell’incontro a Bruxelles, definito “proficuo”, con il presidente francese in vista del Consiglio europeo al via da oggi fino a domani.Il premier italiano ha ribadito la vicinanza tra i due Paesi durante l’iter per il Recovery fund. “Con Macron sin dall’inizio di questo percorso, a partire dalla lettera dei nove, ci siamo trovati fianco a fianco”, ha dichiarato, spiegando che si è trattato di un incontro “per scambiarci i punti di vista, esaminare lo stato dell’arte e anche per affinare le previsioni e le strategie”.
    “Non è partita contabile, la posta in gioco è l’Europa, non solo una pronta ripresa ma la leadership e la competitività dell’Unione europea nel mondo globale. Abbiamo la chiarezza e condividiamo la necessità che tutto sia finalizzato al più presto. È complicato perché siamo in 27″, ha poi aggiunto ai giornalisti.

    In riferimento alla richiesta dell’Olanda di approvare all’unanimità, Conte ha risposto che si tratta di “una richiesta non in linea con le regole europee“. LEGGI TUTTO

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    Intesa, Messina: “Con OPS Gruppo ai vertici europei del settore bancario”

    (Teleborsa) – Il sì (condizionato) da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sull’OPS lanciata da Intesa Sanpaolo su UBI Banca “garantisce la nascita di un progetto che ha tra i suoi obiettivi la creazione di un gruppo ai vertici europei del settore bancario, rafforzando al contempo il contesto domestico”.

    È quanto dichiarato dall’Ad di Intesa, Carlo Messina, che ha ricordato come la decisione dell’Authority sia “l’ultimo atto autorizzativo in termini di tempo” dopo il via libera ricevuto dalla Banca Centrale Europea, dalla Banca d’Italia, dall’IVASS e dalla Consob.
    “Si tratta – continua Messina – di un passaggio di importanza fondamentale perché garantisce agli azionisti UBI, che aderiranno all’offerta, la totale correttezza dell’operazione dal punto di vista regolamentare”.

    Secondo l’ad, il provvedimento conferma che l’operazione “è pienamente compatibile con la concorrenza, a tutela sia delle dinamiche competitive del mercato bancario italiano sia dei diritti dei consumatori”.
    Messina ha infine espresso “vivo apprezzamento per l’operato dell’Autorità e per i tempi con cui ha concluso l’istruttoria: gli azionisti di UBI, infatti, sono ora in possesso di tutte le informazioni necessarie per poter valutare al meglio la nostra offerta ed effettuare la loro scelta”. LEGGI TUTTO

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    Covid-19, Oxfam: “Il G20 intervenga subito per scongiurare crisi debito globale”

    (Teleborsa) – “La pandemia da coronavirus sta schiacciando sempre più i paesi in via di sviluppo sotto il peso del debito estero, compromettendo la loro capacità di lottare contro la povertà e costringendoli a default multimiliardari, che potrebbero non solo condizionare il presente e il futuro di centinaia di milioni di persone, ma essere devastanti per l’economia globale”. Questo l’allarme lanciato da Oxfam alla vigilia del G20 Finanze in programma il prossimo 18-19 luglio.

    La temporanea sospensione dei pagamenti del servizio dei debiti bilaterali decisa in aprile dal G20 Finanze – sipega Oxfam in una nota – è stato un primo passo importante, che tuttavia appare oggi inadeguato ad evitare che le conseguenze economiche della pandemia siano ancora più gravi. Al momento, infatti, non è prevista alcuna moratoria dei pagamenti nei confronti di creditori privati e banche multilaterali di sviluppo, come la Banca mondiale. Ben 73 tra i paesi più poveri del mondo hanno i requisiti per partecipare all’iniziativa di sospensione del servizio del debito (DSSI) promossa dal G20 e fino ad oggi 41 hanno presentato domanda, aspirando a un congelamento potenziale di pagamenti per 9 miliardi di dollari per il 2020. Tuttavia, secondo uno studio pubblicato oggi da Oxfam, Christian Aid e Global Justice Now, quegli stessi 73 paesi si troveranno, nel corso di quest’anno, a dover ripagare un debito di 33,7 miliardi di dollari, vale a dire 2,8 miliardi al mese, il doppio di quanto Uganda, Zambia e Malawi insieme spendono annualmente nella sanità.
    Nel 2020, i 73 paesi dovranno versare infatti complessivamente almeno 11,6 miliardi di dollari (31,8 milioni al giorno) a creditori privati, compresi i fondi di investimento e le banche commerciali, e circa 13,8 miliardi di dollari (38 milioni al giorno) a istituzioni multilaterali. La sola Banca mondiale vanta nei loro confronti un credito aggregato di 3,77 miliardi di dollari (10 milioni al giorno).

    “La crisi economica provocata dal coronavirus sta avendo un impatto peggiore di quello previsto ad aprile – ha detto Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia –. È imperativo per il G20 finanze evitare la catastrofe che incombe su centinaia di milioni di persone. L’iniziativa di sospensione del servizio del debito, voluta dai leader del G20, deve diventare uno strumento legalmente vincolante attraverso il quale arrivare alla cancellazione di tutti i pagamenti per debito, tra cui quelli nei confronti delle istituzioni multilaterali, fino alla fine del 2022, includendo anche i paesi a medio reddito. Il G20 deve inoltre insistere per un’analoga presa di posizione da parte dei creditori privati. Solo così si potrà proteggere l’umanità dalla peggiore crisi economica dalla Seconda guerra mondiale”.
    In sostanza, secondo Oxfam, l’attuale congelamento del solo debito bilaterale per 8 mesi non sarà sufficiente a garantire ai paesi poveri tempo e liquidità necessari per far fronte alla pandemia e ai suoi impatti sulla vita di centinaia di milioni di persone. In tale scenario le risorse risparmiate non dovrebbero essere usate a copertura di esposizioni debitorie verso banche private o altri creditori, ma rimanere nella disponibilità dei Governi per garantire servizi sanitari gratuiti e prestiti a fondo perduto alle famiglie più povere. Da qui l’appello dell’Oxfam alla alla Banca Mondiale affinché “conceda da subito almeno una moratoria per i pagamenti sul debito nei suoi confronti”.
    “Il G20 non dovrebbe inoltre trascurare il ruolo delle agenzie di rating che minacciano declassamenti, rendendo più costoso il rifinanziamento del debito – continua Maslennikov –. Paesi come Ghana e Kenya potrebbero risparmiare rispettivamente 354 e 802 milioni di dollari, ma non aderiscono all’iniziativa del G20 per questa ragione. Alcuni paesi a medio reddito, pur sull’orlo del fallimento, sono poi attualmente esclusi dalle misure di riduzione del debito. Le enormi necessità di spesa, a fronte del crollo delle entrate e del mancato accesso al credito potrebbero provocare una serie di default sovrani, come già accaduto in Argentina, Ecuador e Libano, con conseguenze nefaste per l’economia globale, vanificando ogni sforzo compiuto per la ripresa. Nessun paese è immune al dilagare delle crisi finanziarie che non conoscono confini”. LEGGI TUTTO