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    Chevron, gli utili rettificati scendono più delle attese nel quarto trimestre

    (Teleborsa) – Chevron, importante azienda petrolifera statunitense, ha registrato utili pari a 3,2 miliardi di dollari (1,84 dollari per azione) per il quarto trimestre del 2024, rispetto ai 2,3 miliardi di dollari (1,22 dollari per azione) del quarto trimestre del 2023. Nel trimestre sono stati inclusi oneri di buonuscita pari a 715 milioni di dollari e oneri per svalutazione pari a 400 milioni di dollari. Gli effetti della valuta estera hanno aumentato gli utili di 722 milioni di dollari.Gli utili rettificati sono stati pari a 3,6 miliardi di dollari (2,06 dollari per azione, inferiore alle stime degli analisti di 2,11 dollari), rispetto agli utili rettificati pari a 6,5 ??miliardi di dollari (3,45 dollari per azione) di un anno prima.”Nel 2024, abbiamo registrato una produzione record, restituito denaro contante record agli azionisti e avviato progetti di crescita chiave – ha affermato il CEO Mike Wirth – La produzione netta di petrolio equivalente a livello mondiale e statunitense è aumentata rispettivamente del 7 e del 19 percento rispetto all’anno scorso”.L’azienda ha avviato diversi progetti chiave nel Golfo d’America, tra cui il primo progetto Anchor ad alta pressione del settore. In Kazakistan, Tengizchevroil ha completato il Wellhead Pressure Management Project e ha recentemente avviato il Future Growth Project. Chevron ha anche riacquistato oltre 15 miliardi di dollari delle sue azioni nel 2024, estendendo il suo track record di riacquisto di azioni in 17 degli ultimi 21 anni.”Abbiamo rafforzato il nostro portafoglio e ci siamo impegnati a ridurre i costi e mantenere la disciplina del capitale, posizionandoci per una significativa crescita del flusso di cassa libero”, ha aggiunto Wirth.L’azienda ha recentemente concluso le vendite di asset in Canada, nella Repubblica del Congo e in Alaska, ha portato avanti l’acquisizione di Hess Corporation e ha annunciato un obiettivo di 2-3 miliardi di dollari di riduzioni dei costi strutturali entro la fine del 2026. LEGGI TUTTO

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    Fitch conferma rating “BBB+” di Enel ed Endesa con outlook stabile

    (Teleborsa) – Fitch Ratings ha confermato i Long-Term Issuer Default Rating (IDR) del colosso energetico italiano Enel e della controllata spagnola Endesa a “BBB+”. Gli outlook rimangono stabili. La conferma riflette principalmente i “solidi aggiornamenti strategici” di Enel e la solida performance operativa nel 2024, indicando una funds from operations (FFO) net leverage al di sotto della sensibilità positiva di 4,0x.Per il 2025-2027, Enel prevede di aumentare significativamente la sua attenzione sulle reti regolate, mantenendo al contempo una leva finanziaria netta moderata. Ciò nonostante un aumento pianificato del 30% degli investimenti netti rispetto al piano precedente. L’aumento è supportato da una crescita costante dell’EBITDA, che compensa un aumento previsto del debito netto di oltre 10 miliardi di euro entro il 2027, secondo le stime dell’agenzia di rating. Prevede quindi che la FFO net leverage rimarrà costantemente al di sotto di 4,2x, fornendo un margine soddisfacente al rating attuale.Per quanto riguarda gli investimenti nelle reti, Fitch osserva che Enel ha notevolmente aumentato i suoi investimenti nelle attività regolate “difensive” italiane, con quasi il 40% degli investimenti lordi cumulativi per il 2025-2027 allocati alle reti di distribuzione elettrica. Ci sono anche notevoli aumenti negli investimenti nelle reti in Spagna e America Latina rispetto agli aumenti del piano precedente, rispettivamente del 43% e di circa il 60%. Al contrario, la spesa per lo sviluppo delle energie rinnovabili è invariata nelle regioni principali a 12 miliardi di euro per 12 GW, con una preferenza per l’eolico onshore rispetto al solare, principalmente per ridurre il rischio del profilo di produzione.Inoltre, con riguardo al miglioramento della visibilità dell’EBITDA, Fitch prevede un progressivo miglioramento del solido profilo aziendale di Enel, con una quota regolamentata crescente di EBITDA dalla distribuzione di energia elettrica che raggiungerà circa il 40% entro il 2027. Prevede prudentemente che l’EBITDA raggiungerà i 23,1 miliardi di euro, prima dell’adeguamento IFRS 16, in quell’anno. Si prevede inoltre un solido contributo dalla generazione regolamentata e contrattuale a lungo termine in America Latina e negli Stati Uniti, nonché dalla fornitura di generazione integrata in Italia e Spagna, lasciando solo un’esposizione residua del 10% alle attività commerciali. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -321 BCF

    (Teleborsa) – Scendono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 24 gennaio 2025 sono risultati in diminuzione di 321 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus (-317 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 223 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.571 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 5,3% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.715) e del 4,1% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.682 BCF. LEGGI TUTTO

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    Greenthesis acquista Energen Società Agricola per crescere nella produzione energetica

    (Teleborsa) – Greenthesis, società dei rifiuti che ha lasciato Piazza Affari lo scorso anno dopo l’acquisizione da parte della tedesca PATRIZIA, ha perfezionato l’acquisizione della totalità del capitale sociale della società Energen Società Agricola, proprietaria di un biodigestore finalizzato alla produzione di energia elettrica rinnovabile, con una potenza installata pari a 0,999 MWh, e situato nel Comune di Viadana (Mantova), in una posizione strategica data la sua prossimità con l’impianto di recupero agroalimentare gestito dalla società GTH Agromet, anch’essa di GreenthesisL’acquisizione permetterà di rafforzare la Business Unit “Produzione Energetica” e di integrare la filiera del recupero dei rifiuti agroalimentari già attiva nel gruppo. Non sono stati forniti i dettagli finanziari dell’operazione.Greenthesis parla di “proficue sinergie operative” tra le due società allo scopo di ottimizzare la gestione dei flussi in entrata (in Energen) ed uscita (da GTH Agromet) del cosiddetto feedstock dei rifiuti agroalimentari, massimizzandone così la resa economica. L’attività della società neo-acquisita si esplica ad oggi in circa 8.000 MWh/anno di energia elettrica immessi in rete. LEGGI TUTTO

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    Deandreis (SRM-Intesa): porti importanti per svolta green, aumento solare in Italia

    (Teleborsa) – “I porti, attraverso la generazione di maggiore energia rinnovabile, rappresenteranno un pezzo importante della svolta green, ma non l’unico. Ad esempio, vicino ai porti è collocata tutta l’industria petrolchimica che si sta avviando a una riconversione verso la chimica verde, e c’è quindi il ruolo dei porti come spazi ma anche come infrastruttura che favorisce l’import-export via nave”. Lo ha affermato Massimo Deandreis, Direttore Generale SRM, durante la presentazione alla stampa del sesto MED & Italian Energy Report.”C’è poi il supporto all’industria dello shipping, che è al centro del tema della decarbonizzazione, dovendo raggiungere obiettivi importanti, e questo è possibile solo se accompagnato dai porti – ha fatto notare – Se i porti non sono in grado di fornire combustibili alterativi è un problema”.”C’è quindi un ruolo più ampio che non è solo produzione, che comunque è importante – ha aggiunto – Lo fanno nel Nord Europa con l’eolico off-shore, in Italia può essere fatto con il solare su terra o galleggiante, non dappertutto perché alcuni porti sono in zone di particolare pregio, ma credo che in qualche anno vedremo progetti importanti in questo senso”.Le stime dell’ESPO (European Sea Port Organization) citate nel rapporto hanno mostrato come la sostenibilità sarà il driver strategico degli investimenti dei porti europei nei prossimi 10 anni; una survey condotta su 173 autorità portuali in 85 Paesi ha mostrato come oltre il 90% dei porti abbiano piani di investimento in infrastrutture e in sostenibilità. Inoltre, circa un terzo dei porti analizzati destinerà spazi alla produzione di energia rinnovabile, mentre il 13% espanderà gli impianti di produzione energetica esistenti. LEGGI TUTTO

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    Nucleare, Cingolani: accordo per jv con Enel e Ansaldo c’è, non so quando firmeremo

    (Teleborsa) – L’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, ha dichiarato che c’è l’accordo sul nucleare con Enel ed Ansaldo Energia. “Stiamo scambiando le ultime cose ma si sta procedendo. Non so bene quando firmeremo, una data non ce l’ho. Noi adesso ci siamo scambiati l’ultima versione, l’accordo è quello, adesso dobbiamo trovare un momento per chiudere. Però procede”, ha affermato Cingolani a margine della presentazione della Fondazione Leonardo Ets alla Camera dei deputati.”La quarta generazione è quella che non fa utilizzo di uranio 235 e in questo momento, secondo me, potrebbe essere nella fase intermedia, in attesa della fusione, qualcosa su cui investire. Poi sulla terza generazione, quella attuale, ci sono i reattori più piccoli che potrebbero in tempi più rapidi essere utilizzati”, ha spiegato. “Credo che bisogna costruire un percorso che ci porti da oggi alla fusione termonucleare, che sarà la soluzione per l’umanità in futuro – ha aggiunto -. Che poi avvenga in tre decadi, in due decade o 5 decadi questo dipenderà da tante cose. Quindi fare un percorso di tecnologia che va sviluppata in parallelo, ma se non si investe, se non si studia, da sola non si fa, questo è sicuro”. “Mi pare che tutti i Paesi stiano capendo che per accelerare la decarbonizzazione il nucleare va potenziato e credo che l’Italia stia muovendosi nella direzione di rivedere tutta la posizione sul nucleare. La parola rimane ovviamente ai governi e ai cittadini. Io tecnicamente posso dire che le questioni tecniche sono molto chiare e non sono troppo discutibili”, ha sottolineatoL’amministratore delegato ha poi confermato che Leonardo è al lavoro per stringere un’alleanza nel settore spaziale con Thales ed Airbus. “Stiamo lavorando con i grandi operatori europei Thales e Airbus perché è evidente che in uno scenario così competitivo servono dei giganti europei”, ha affermato. “Confermo che ci stiamo lavorando, io stamane sono atterrato alle 6.30 a Roma e il primo incontro l’ho fatto con l’Amministratore delegato di Airbus che mi aspettava all’aeroporto alle 7. Ci stiamo davvero lavorando, poi speriamo di riuscire. È un percorso lungo”.Cingolani ha poi spiegato che “nel piano industriale che viene aggiornato ogni anno comunicheremo l’avanzamento. Ma questo come Leonardo, quindi la costruzione e la definizione del nostro piano e del piano finanziario”. “L’anno scorso avevamo annunciato la costituzione della divisione Spazio – ha ricordato -, adesso è costituita e sta funzionando anche piuttosto bene”. Nel piano “porteremo le previsioni numeriche e finanziarie per i prossimi anni, ovviamente anche nell’ambito di potenziali collaborazioni internazionali”, ha aggiunto.Cingolani ha poi commentato la notizia relativa al modello di intelligenza artificiale cinese sviluppato da DeepSeek – “è una cosa molto interessante perché dimostra che l’intelligenza naturale è ancora più importante di quella artificiale” – e auspicato che in tema di dazi si capisca che “bisogna lavorare su un modello di economia un po’ più globale che rispetti le democrazie e le differenze tra i popoli”. “Non sappiamo se ci saranno dei dazi sul prodotto A o sul prodotto B, questo farà la differenza. Vediamo, dobbiamo aspettare”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Bompard (Polito): passiamo da tema sicurezza commodities a sicurezza materie prime critiche

    (Teleborsa) – “La sicurezza energetica europea e italiana è legata al fossile. La crisi russo-ucraina ci ha fatto spostare flussi dalla Russia all’Algeria, ma la sicurezza energetica dipende però dalla sicurezza geopolitica del partner. È stata una scelta fatta senza alternative durante la crisi energetica, ma crea anche un dialogo nel Mediterraneo e serve per accrescere l’influenza dell’Italia”. Lo ha affermato Ettore Bompard, Direttore Scientifico ESL@energycenter Lab del Politecnico di Torino, durante la presentazione alla stampa del sesto MED & Italian Energy Report.”Il GNL è una risposta, perché consente di scegliere, ma ha due svantaggi: costa un po’ di più e c’è una competizione con il sud est asiatico – ha spiegato – Su questo bisognerebbe vedere la competizione sul mercato, che in questo momento è favorevole all’Europa, ma in generale è un problema perché siamo espositi al prezzo del GNL”.”Le rinnovabili ci permettono di essere meno dipendenti da altri paesi, ma c’è un tema di aggiornamento delle infrastrutture e di diffusione dell’accumulo, che è in corso, ma il rischio è di esser dipendenti da materie prime critiche che non sono in Europa”, ha detto Bompard.”Ci stiamo spostando dal tema della sicurezza delle commodities a quello della sicurezza delle materie prime critiche, nel quale il dominino dei cinesi è rilevante”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Porti italiani, segmento energy vale 35% del movimentato. Trieste il più importante

    (Teleborsa) – I porti del Mediterraneo hanno nel tempo assunto il ruolo di nodi cruciali nella catena di approvvigionamento energetico, consentendo l’importazione e l’esportazione di petrolio, prodotti petroliferi raffinati e GNL. Accanto al ruolo di hub per le commodity fossili, i porti stanno diventano anche luoghi strategici per la transizione green e per favorire il “ponte energetico” tra Europa e Nord Africa. Lo sostiene il sesto MED & Italian Energy Report, facendo notare che nei porti vanno sempre più diffondendosi grandi progetti inerenti le energie rinnovabili, in particolare solare fotovoltaico ed eolico anche offshore.Lo sviluppo di nuove infrastrutture energetiche, come i terminali di GNL e le strutture di bunkeraggio per i combustibili alternativi, può aumentare la sicurezza energetica e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Passando a fonti energetiche più ecologiche nelle operazioni portuali, i porti possono costituire un precedente per le pratiche sostenibili, migliorando l’efficienza energetica e riducendo le emissioni.Sfida fondamentale per i porti sarà quella dei combustibili alternativi; la capacità di accogliere navi con propellenti come Metanolo, GNL, Ammoniaca ed altri potrà essere una discriminante competitività di notevole portata. Con il 7,6% (2023: 5,3%, 2017: 2,5%) della flotta in mare e il 52,6% (2023: 45,5%, inizio 2017: 10,8%) del portafoglio ordini in termini di stazza (GT) in grado di utilizzare carburanti o propulsioni alternative, si prevede che il 9% della capacità della flotta globale sarà alimentato in modo alternativo entro la fine del 2026.Diverse opportunità sono legate allo sviluppo di idrogeno verde nei Paesi della Sponda Sud: i Paesi costieri della Sponda Sud possiedono un potenziale significativo non solo per la disponibilità di acqua ed energia, ma anche per l’esistenza di infrastrutture portuali, che potrebbero produrre e stoccare idrogeno verde, da esportare verso l’Europa. Opportunità di sviluppo sono legate alla realizzazione del SoutH2 Corridor, che prevede una rete di gasdotti tra l’Europa e l’Africa interamente dedicata al trasporto dell’idrogeno.Dal report emerge anche che diversi porti italiani figurano nella top 10 dei principali porti energy dell’area Med, con un ruolo rilevante soprattutto per il trade di petrolio e derivati. Per il greggio: Trieste (38 milioni di tonnellate movimentate), Augusta e Sarroch (12 milioni di tonnellate movimentate ciascuna); Augusta (9,5 milioni di tonnellate) e Sarroch (7,8 milioni di tonnellate) per i prodotti petroliferi raffinati; Napoli per il gas (1 milione di tonnellate); Porto Levante-Rovigo (6,4 milioni di tonnellate) e Piombino (2,4 milioni di tonnellate) per il GNL.Per i porti italiani il segmento energy vale il 35% del totale movimentato. Essi stanno affrontando e sempre più saranno protagonisti di una rivoluzione energetica. “La nuova sfida è quella di diventare hub della transizione energetica, impegnandosi a rendere più ecologiche le proprie attività”, viene sottolienato.I primi 5 Energy port italiani concentrano il 69% del traffico e sono: Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova. Trieste è il più importante porto energetico e gateway dell’Italia. Tre di questi porti sono nel Mezzogiorno.Il Mezzogiorno con un peso specifico di circa il 50% della movimentazione portuale italiana ha un ruolo chiave nel percorso verso la transizione green contribuendo a generare sinergie tra le due sponde del Mediterraneo, valorizzando la presenza in Nord Africa di grandi fonti di energia rinnovabile.Grazie alla vicinanza a potenziali aree di produzione rinnovabile in Nord Africa, gli investimenti nelle infrastrutture e nella logistica in chiave sostenibile contribuiscono a rendere i nostri porti attori chiave, rafforzando la posizione geostrategica dell’Italia e del Mezzogiorno nel Mediterraneo, sostiene il rapporto. LEGGI TUTTO