More stories

  • in

    Eni, accordo con Hilcorp per cessione degli asset upstream in Alaska

    (Teleborsa) – Eni ha siglato un accordo vincolante con Hilcorp, una delle maggiori società private americane operanti in Alaska, per la vendita del 100% degli assets di Nikaitchuq e Oooguruk detenuti da Eni in Alaska. Il valore dell’operazione sarà comunicato al closing, soggetto all’autorizzazione delle autorità locali e regolatorie competenti.L’operazione è in linea con la strategia Eni di ottimizzazione delle attività upstream tramite un ribilanciamento del proprio portafoglio e la dismissione di asset non strategici, si legge in una nota.Nell’ambito del quadro finanziario di Eni, a sostegno della propria strategia distintiva orientata alla crescita, la società si è impegnata a realizzare un afflusso netto di portafoglio di 8 miliardi di euro, front-end loaded, nell’arco del Piano 2024-27. Si prevede che i proventi derivino da tre fonti principali: l’ottimizzazione del portafoglio Upstream, la diluizione dell’elevata partecipazione azionaria nelle scoperte esplorative e l’accesso a nuovi bacini di capitale attraverso la strategia satellitare della società per sostenere la crescita dei suoi business legati alla transizione, confermando al contempo i progressi nella creazione di valore. LEGGI TUTTO

  • in

    ERG colloca quarto Green Bond per 500 milioni di euro

    (Teleborsa) – ERG, società quotata su Euronext Milan e attiva nella produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, ha completato il collocamento di un prestito obbligazionario di importo pari a 500 milioni di euro della durata di 6 anni a tasso fisso, emesso nell’ambito del Programma di emissioni di prestiti obbligazionari, non convertibili e non subordinati, a medio lungo termine (EMTN Programme) da 3 miliardi di euro.L’emissione ha forma di Green Bond e i relativi proventi saranno destinati a progetti eolici, solari e di storage situati in Europa, nel Regno Unito e negli Stati Uniti d’America.Il prestito obbligazionario è rivolto esclusivamente a investitori istituzionali dell’Euromercato. L’emissione ha avuto ampio successo, ricevendo, al picco della domanda, richieste pari ad oltre 5 volte l’ammontare delle obbligazioni offerte, da parte di investitori di primario standing e rappresentativi di differenti aree geografiche; significativa la partecipazione di investitori green e sostenibili.Le obbligazioni, che hanno un taglio unitario minimo di 100.000 euro, riconoscono una cedola lorda annua al tasso fisso dello 4,125% e sono state collocate a un prezzo di emissione pari al 99,521% del valore nominale.Nel 2019 ERG, anticipando le proprie esigenze di finanziamento, ha stipulato una copertura a termine (pre-hedging) per un importo di 250 milioni di Euro con un tasso dello 0,4%, a condizioni significativamente inferiori ai livelli attuali. L’emissione odierna beneficerà in modo significativo di questa strategia di copertura, riducendo il costo totale a circa il 3% annuo.”In un contesto di altissima volatilità in Europa, il successo registrato dal Green Bond collocato oggi con scadenza a sei anni dimostra la grande fiducia riposta dagli investitori internazionali in ERG, la sola corporate ad essersi affacciata oggi sul mercato obbligazionario europeo, dopo quasi 3 anni di assenza dallo stesso”, ha commentato il CFO Michele Pedemonte.Joint Bookrunner dell’operazione sono BNP Paribas, CaixaBank, Crédit Agricole, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Santander, Société Générale, e UniCredit. LEGGI TUTTO

  • in

    Enel completa cessione a Sosteneo del 49% di business BESS per 1,1 miliardi

    (Teleborsa) – Enel ha perfezionato la cessione a Sosteneo Energy Transition, per 1,1 miliardi di euro, della quota di minoranza pari al 49% del capitale sociale di Enel Libra Flexsys, società costituita per la realizzazione e la gestione di un portafoglio di progetti destinati ai servizi regolati di capacità, nello specifico: 23 progetti di stoccaggio di energia a batteria (Battery Energy Storage Systems, BESS) per una capacità totale pari a 1,7 GW; 3 progetti di rifacimento di impianti a gas a ciclo aperto (Open Cycle Gas Turbines, OCGT) per una capacità totale pari a 0,9 GW.L’operazione è in linea con il modello di partnership delineato nel Piano Strategico 2024-2026 del gruppo, con la finalità di mantenere il controllo degli asset strategici e massimizzare la produttività e i ritorni sul capitale investito, si legge in una nota.La vendita della quota genera complessivamente una riduzione dell’indebitamento finanziario netto consolidato di gruppo pari a circa 1,1 miliardi di euro, mentre non genera impatti sui risultati economici del gruppo in quanto Enel continua a mantenere il controllo di Enel Libra Flexsys e, pertanto, a consolidarla integralmente.Il perfezionamento della vendita fa seguito a quanto previsto nell’accordo di compravendita annunciato il 1° marzo 2024 in attuazione del quale Sosteneo Energy Transition ha versato per l’acquisto del 49% del capitale sociale di Enel Libra Flexsys un corrispettivo di circa 1,1 miliardi di euro, soggetto a un meccanismo di aggiustamento post-closing tipico per operazioni di questo genere. L’Enterprise Value riferito al 100% di Enel Libra Flexsys al completamento del ciclo di investimenti previsto dal progetto è stato valutato a circa 2,5 miliardi di euro.(Foto: Sungrow EMEA su Unsplash) LEGGI TUTTO

  • in

    Gas Plus, CdA nomina Stefano Cao presidente e Davide Usberti AD

    (Teleborsa) – Il neoeletto Consiglio di Amministrazione di Gas Plus, società quotata su Euronext Milan, ha nominato come Presidente Stefano Cao, come Amministratore Delegato Davide Usberti e come Vice Presidente Lino Gilioli.Inoltre, ha nominato il Comitato Controllo e Rischi e il Comitato per le Nomine e per la Remunerazione, entrambi formati da due componenti nelle seguenti persone: Lino Gilioli (con funzione di Presidente) e Maria Saporito (come altro componente).Tutti i componenti dell’organo amministrativo sono Consiglieri non esecutivi ad eccezione dell’Amministratore Delegato Davide Usberti e del Direttore Generale Cinzia Triunfo. LEGGI TUTTO

  • in

    Transizione energetica e carburanti alternativi, Gruppo FS ed Eni firmano lettera d’intenti

    (Teleborsa) – Sviluppare iniziative congiunte per accelerare la transizione energetica verso nuove fonti di energia. È il principale obiettivo della Lettera d’Intenti firmata a Roma dal Gruppo FS Italiane e da Eni: la collaborazione tra i due gruppi industriali prevede di identificare nuove opportunità nell’ambito dei trasporti, dell’energia e dei materiali attraverso studi di fattibilità, analisi e sperimentazioni di soluzioni tecnologiche innovative.L’intesa, della durata di tre anni e che rinnova una precedente Lettera d’Intenti, è stata siglata da Roberto Tundo, chief Technology, Innovation & Digital officer del Gruppo FS Italiane e da Giuseppe Ricci, direttore generale Energy Evolution di Eni.L’utilizzo dei biocarburanti sui treni e sugli autobus rientra a pieno in questa strategia. Il Gruppo FS ed Eni dal luglio 2023 hanno avviato una sperimentazione per l’uso del biocarburante HVO in purezza, in sostituzione del diesel, utilizzando anche i treni ibridi Blues di Trenitalia di ultimissima generazione in servizio in Calabria. HVOlution, il biocarburante da fonti rinnovabili (ai sensi della Direttiva UE RED II) di Enilive, può contribuire alla riduzione fino all’80% delle emissioni di CO2eq (calcolate lungo l’intera catena del valore del prodotto, in base alla materia prima utilizzata, rispetto al mix fossile di riferimento).Nel dettaglio, FS ed Eni si impegnano a collaborare per identificare e sviluppare nuove opportunità, come l’utilizzo di combustibili alternativi per i trasporti, soluzioni di logistica intermodale, best practice di efficientamento energetico. Tra i punti dell’accordo anche la definizione di regolamenti, metodologie e standard tecnici e la sperimentazione di nuove tecnologie legate alla sostenibilità e all’economia circolare. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, verso la fine del mercato tutelato: da luglio si cambia

    (Teleborsa) – Un passaggio morbido con molti automatismi studiati dal legislatore e dall’Arera, l’Autorità che vigila sul settore dell’energia. Per accompagnare il passaggio al mercato libero dei clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica, l’Autorità ha previsto un percorso graduale per dare la possibilità a ciascuno di scegliere l’offerta sul mercato libero più adatta alle proprie esigenze, assicurando al contempo la continuità della fornitura e adeguati obblighi informativi in capo ai venditori. Per i clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica il servizio di maggior tutela terminerà a partire da luglio 2024. Se il cliente finale non sottoscrive un’offerta di mercato libero, a partire da luglio 2024, – spiega l’Arera – la fornitura passerà automaticamente, senza alcuna interruzione, al Servizio a Tutele Graduali (STG). In tale Servizio le condizioni contrattuali ed economiche saranno definite da ARERA anche sulla base degli esiti di procedure concorsuali. Prima della scadenza del 1 luglio 2024 è possibile chiedere di rientrare nel servizio di Maggior Tutela.Nel mercato delle tutele graduali la concorrenza delle prime aste ha portato ad una riduzione delle tariffe delle bollette della luce. Il meccanismo funziona per aree geografiche e le società elettriche, per accaparrarsi gli utenti nell’asta che si è svolta qualche mese fa, si sono date battaglia ed hanno abbassato le tariffe. Si tratta di una fase di transizione, che durerà poco meno di tre anni, dal 1 luglio 2024 al 31 marzo 2027, durante la quale ogni cliente verrà assegnato al venditore selezionato dall’Arera nell’area geografica in cui si trova.Giovedì l’Arera diffonderà l’adeguamento dei prezzi delle bollette della luce secondo le vecchie regole e ricorderà l’arrivo delle nuove. “Quello di giovedì – ha detto il presidente dell’Arera Stefano Besseghini – sarà l’ultimo aggiornamento trimestrale per come li abbiamo conosciuti fino ad oggi, ma nei fatti non cambia molto. I clienti domestici che oggi sono in maggior tutela, passeranno automaticamente in tutele graduali senza far nulla e non dovranno far nulla neanche i cittadini vulnerabili, che resteranno nel regime di tutela. Solo chi è nel libero e desiderasse rientrare in maggior tutela, per poi essere trasferito come gli altri alle tutele graduali, dovrà affrettarsi a chiederlo entro il 30 giugno. I meccanismi sui quali come Autorità abbiamo lavorato in questi mesi, puntavano proprio a rendere più automatici possibile i passaggi e devo registrare con soddisfazione che questo sta avvenendo”. Il servizio a tutele graduali “presenta vantaggi sia economici, sia contrattuali”, spiega il presidente dell’associazione Consumerismo Luigi Gabriele. Per gli utenti che rientrano in questo servizio “è stato calcolato un risparmio in termini di denaro di 130 euro all’anno – aggiunge Gabriele –. Inoltre, nel servizio a tutele graduali il contratto è determinato dalle condizioni date dall’autorità, qui nessuno può rifiutarsi di rifornirmi, al contrario del mercato libero”. Anche secondo Assoutenti il passaggio alle tutele graduali è vantaggioso. “Il Servizio a Tutele Graduali, grazie alle aste condotte da Acquirente Unico, consentirà risparmi medi in bolletta di circa 131 euro annui a famiglia ma in pochi lo sanno” sottolinea Assoutenti denunciando il flop della campagna informativa sulla fine del mercato tutelato dell’energia elettrica. “I numeri forniti da Arera, infatti, – spiega Assoutenti – certificano come a maggio 2024 solo 13.823 utenti abbiano abbandonato il mercato libero per rientrare nel mercato tutelato (7.752 ad aprile, 5.239 a marzo). Ma il vero paradosso è che ciò accade nonostante il mercato libero sia chiaramente meno conveniente rispetto al tutelato – denuncia Assoutenti –. Sempre i dati forniti da Arera certificano che a marzo 2024 la media delle offerte sul mercato libero effettivamente scelte dai consumatori presentava una tariffa pari a 0,33 euro al kWh per i contratti a prezzo fisso e 0,32 euro/kWh per quelli a prezzo variabile, contro 0,22 euro/kWh del mercato tutelato. Tradotto in soldoni, la bolletta media della luce per una famiglia del mercato libero con consumi pari a 2.700 kWh annui si attesta a 891 euro all’anno in caso di prezzo fisso e 864 euro per il prezzo variabile, contro una media di 594 euro annui sul mercato tutelato. Le tariffe sul mercato libero risultano così più care in media del 47,7% rispetto a quelle in vigore sulla maggior tutela, con una maggiore spesa che per i contratti a prezzo fisso sfiora in media i +300 euro annui (+297 euro, per l’esattezza)”.”Mancano oramai pochissimi giorni per poter rientrare nella maggior tutela: se non viene concessa la proroga che abbiamo chiesto per la fine del mercato tutelato, – afferma il presidente onorario e responsabile energia di Assoutenti, Furio Truzzi – occorre subito una norma che consenta a chi è nel mercato libero di entrare in modo diretto nel servizio a tutele graduali, anche dopo la data del 30 giugno”.Chi vuole tornare al mercato tutelato (e, dunque, al nuovo servizio a tutele graduali) potrà farlo liberamente fino al 30 giugno, inviando una domanda alla società che gestisce per la propria area il servizio di maggior tutela. Farà fede la data di ricezione della richiesta. Dopo quella data potranno lasciare il mercato libero solo coloro che ne hanno i requisiti, come ad esempio un’età superiore ai 75 anni. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, Corte conti Ue: “Ancora scarsa solidarietà tra paesi sul gas”

    (Teleborsa) – Nonostante la crisi dei prezzi dell’energia, la solidarietà energetica tra i Paesi Ue fatica ad affermarsi. E Se l’Ue vuole essere pienamente preparata ad affrontare una nuova crisi del gas vi è ancora molto da fare. Questo il monito che arriva dall’ultima relazione della Corte dei Conti dell’Ue. Al centro della relazione la risposta dell’Unione alla crisi di approvvigionamento del gas trainata dalla guerra di Russia in Ucraina.Nel dettaglio – si legge nella relazione – dei 40 possibili accordi di solidarietà sulle forniture di gas che l’Ue stima come “necessari” per la sicurezza collettiva, solo 9 sono stati sottoscritti finora. In tale scenario la Corte dei Conti dell’Ue ha individuato nella “maggiore dipendenza dal gas naturale liquefatto e la necessità di decarbonizzare parte del proprio consumo di gas” le principali sfide che il Continente si troverà a dover affrontare. I revisori di Lussemburgo avvertono che molti Stati membri “sono ancora riluttanti a firmare accordi bilaterali di solidarietà” e addirittura che “alcuni paesi dell’Ue taglierebbero persino le forniture di gas a un paese vicino in caso di emergenza”. In caso di “gravi emergenze per l’approvvigionamento di gas”, gli Stati Ue possono stipulare accordi bilaterali o trilaterali con Paesi vicini che dovrebbero fornire su richiesta gas per soddisfare tale domanda. Alla fine del 2018, secondo i revisori di Lussemburgo, nessun accordo bilaterale in Ue era stato sottoscritto, mentre oggi la relazione ne conta in tutto 8, con i dati aggiornati al 2023: tra Germania e Danimarca (stipulato nel 2020); tra Germania e Austria (2021); tra Estonia e Lettonia (2022); Lituania e Lettonia (2022); Italia e Slovenia (2022); Finlandia ed Estonia (2022); Danimarca e Svezia (2023); Slovenia e Croazia (2023). Il nono e ultimo in ordine di tempo – che la relazione non inserisce nell’elenco perché stipulato a marzo – è quello siglato tra Germania, Italia e Svizzera. Il dato è che neppure la crisi scoppiata dopo l’invasione dell’Ucraina da febbraio 2022 ha contribuito ad aumentare in maniera significativa il numero di accordi bilaterali. Guardando al futuro, la Corte conclude che l’Ue deve consolidare il quadro per l’accessibilità economica del gas. I revisori di Lussemburgo ripercorrono le misure messe in campo dalla Commissione Ue per contrastare la crisi dei prezzi, e confermano che alla fine del 2023 l’Ue era riuscita a diversificare le proprie fonti di approvvigionamento di gas abbandonando quello russo mentre i prezzi si erano stabilizzati, raggiungendo i livelli pre-crisi agli inizi del 2024. Sostengono inoltre di non poter stabilire il “valore aggiunto” sulla stabilità del prezzo del gas dato dalla piattaforma per gli acquisti congiunti di gas dato che «il picco» dei prezzi si era già fortemente ridotto quando è entrata in attività.(Foto: © Iaroslav Danylchenko /123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    2i Rete Gas, S&P conferma rating “BBB” con outlook stabile

    (Teleborsa) – S&P Global Ratings ha confermato i long- e short-term issuer credit rating su 2i Rete Gas, secondo operatore italiano nel settore della distribuzione del gas, a “BBB/A-2” con outlook stabile, in quanto c’è l’aspettativa che la società continui a rifinanziare le sue grandi scadenze in modo tempestivo, non appena giungono a scadenza.Sebbene Italgas abbia annunciato un’offerta non vincolante per acquisire il 100% del capitale azionario del peer 2i Rete Gas, in corso un periodo di esclusiva, non è ancora chiaro quando e se l’acquisizione avverrà. Pertanto, il caso base presuppone ancora che 2i Rete Gas continui a operare come società autonoma.S&P monitorerà l’avanzamento della potenziale acquisizione di 2iRete Gas da parte di Italgas, il più grande operatore italiano di distribuzione del gas. L’agenzia di rating ritiene ora meno probabile che 2i Rete Gas intraprenda una IPO entro la fine dell’anno. All’inizio di quest’anno, gli azionisti avevano annunciato che stavano avviando un processo preparatorio per quotare parte del capitale azionario alla Borsa di Milano. Anche se gli azionisti devono ancora annullare ufficialmente il processo, ora è meno probabile che questo scenario si realizzi, viste le trattative esclusive in corso con Italgas.Il caso base aggiornato indica un EBITDA rettificato inferiore a quanto precedentemente previsto. Sebbene i risultati del 2023 siano stati migliori del previsto, ciò è dovuto principalmente al fatto che il regolatore ha deciso di riconoscere più di 38 milioni di euro nella tariffa, con un conseguente impatto positivo sul conto economico. Tale importo si riferisce principalmente alla sostituzione dei dispositivi di misura prima del loro completo ammortamento, oltre ad altri adeguamenti normativi. Ora viene stimato che l’EBITDA rettificato per il periodo 2024-2026 sarà inferiore a quanto precedentemente previsto; in particolare, l’EBITDA rettificato per il 2025 è previsto a circa 540 milioni di euro, invece di circa 600 milioni di euro.Nel periodo 2024-2026, S&P prevede che la generazione di flussi di cassa operativi cumulativi sarà di 1,2 miliardi di euro e che le spese in conto capitale lorde totali (capex) saranno di circa 1 miliardo di euro, inferiori a quanto ipotizzato in precedenza. Ciò compenserà il minor EBITDA. La maggior parte delle spese in conto capitale si riferiscono agli aggiornamenti della rete. Considerato il dividendo medio annuo pari a 120 milioni di euro, viene previsto che 2i Rete Gas registrerà flussi di cassa discrezionali leggermente negativi nel periodo. Pertanto, il debito aumenterà leggermente a 3,4 miliardi di euro nel 2026 dai 3,3 miliardi di euro alla fine del 2024, il che implica che il FFO corretto rispetto al debito sarà compreso tra l’11% e il 12% nel periodo. LEGGI TUTTO