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    Terna, linea di credito da 400 milioni di euro legata a indicatori ESG

    (Teleborsa) – Terna, gestore delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica quotato su Euronext Milan, ha sottoscritto un Credit Facility Agreement ESG-linked per un ammontare complessivo di 400 milioni di euro. L’operazione ha visto coinvolti BNL e CaixaBank (in qualità di Original Lenders) e BNP Paribas (in qualità di Sustainability Coordinator).La linea di credito avrà una durata di 5 anni, con un tasso d’interesse legato all’andamento della performance di Terna relativamente a specifici indicatori ambientali, sociali e di governance (ESG). L’operazione “consente a Terna di poter contare su una liquidità adeguata alla propria solidità finanziaria e conferma il forte impegno del gruppo nell’introduzione di un modello finalizzato a consolidare sempre di più la sostenibilità come leva strategica per la creazione di valore per tutti i suoi stakeholder”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    Snam, Venier: fiduciosi su guidance con forte visibilità, sinergie da Edison Stoccaggio

    (Teleborsa) – “Snam ha registrato una forte crescita nel primo semestre 2024” e “siamo fiduciosi sulla guidance per l’intero anno, in quanto abbiamo una forte visibilità con le policies che evolvono in linea con la strategia, la regolamentazione che è chiara e gli investimenti che sono stati approvati. Continueremo a guardare alla creazione di valore attraverso M&A e rotazione degli asset – come testimonia il recente deal Edison Stoccaggio – pur mantenendo una solida flessibilità finanziaria”. Lo ha affermato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam, nella call con gli analisti di commento ai risultati del primo semestre 2024.Venier ha evidenziato che la domanda globale di gas è stata in aumento del 3% su base annua (+50 miliardi di metri cubi), con la ripresa della domanda industriale (20 miliardi di metri cubi) e Cina e India in rapida crescita (+10% su base annua). La domanda italiana si è attestata a circa 31 miliardi di metri cubi (-4,3% YoY) per la debole produzione termoelettrica e il clima mite. Ha anche sottolineato che il prezzo medio TTF si è assestato a 29,6 euro/MWh nella prima metà del 2024 (-34% a/a), grazie anche al livello confortante degli stoccaggi.Parlando delle infrastrutture del gas del gruppo, Venier ha detto che il livello di stoccaggio attuale è circa dell’86%, sulla buona strada per raggiungere la piena capacità entro ottobre. Per quanto riguarda la FSRU destinata a Ravenna, ha detto che i lavori procedono come da piano – onshore (90%) e offshore (oltre il 50% completati) – e che la FSRU ha lasciato il bacino di carenaggio, mentre sono in corso i lavori di conversione nel porto di Dubai. Sarà operativa entro il primo trimestre del 2025. Per quanto riguarda l’Adriatic Line, sono iniziati a giugno i lavori per la fase 1.L’AD si è poi soffermato sull’acquisizione di Edison Stoccaggio, operazione “che gode di una forte logica industriale e avrà effetti positivi sulla crescita dell’utile netto dal 2025”. L’acquisizione riguarda tre siti di stoccaggio (Collalto, Cellino, San Potito e Cotignola) e una capacità totale di circa 1,1 bcm. L’EV è pari a 560 milioni di euro (più potenziale Earn-Out). “Deal e capex saranno finanziati con l’emissione di un bond ibrido per preservare la flessibilità finanziaria”, ha sottolineato, evidenziano che si aspetta un accretion sull’utile netto dell’1,5-2,0% dal 2025.Il manager ha evidenziato la significativa motivazione strategica dell’operazione, citando la “possibilità di consolidare il ruolo strategico nella sicurezza dell’approvvigionamento di gas italiano, di aumentare l’esposizione alle attività regolamentate italiane, di sfruttare le efficienze operative facendo leva sulla scala, sulla vicinanza degli asset e sulle competenze”. Le sinergie possibili “sono in primis quelle sui costi, ma ci aspettiamo di generare anche sinergie sui ricavi, in quanto il management coordinato di tutti questi asset avrà benefici sulla proattività e suo modo in cui gestiamo la capacità e i flussi nei nostri asset”, ha aggiunto Venier.Gli analisti hanno fatto numerose domande sull’operazione Edison Stoccaggio, per cercare di capire fino a che punto Snam può estrarre valore dai nuovi asset acquistati. “Dobbiamo considerare che fino adesso abbiamo guardato gli asset da fuori, senza considerare le ottimizzazioni da fare, su cui contiamo – ha detto l’AD – Inoltre, bisogna considerare che uno dei tre asset è giovane. Siamo inoltre convinti di portare il nostro know-how in questi nuovi asset. Vogliamo anche ottimizzare la capacità di stoccaggio. Siamo stati conservativi nelle sinergie, ma quelle che abbiamo immaginato arriveranno”. In merito ad altre operazioni di M&A, il manager ha ricordato che ora “l’azienda è impegnata nel closing dei deal Adriatic LNG ed Edison Stoccaggio, con le approvazioni normative del caso. Abbiamo un portafoglio di associates per cui consideriamo possibili operazioni. Se ci saranno offerte a una valutazione che ci soddisfa, le valuteremo”. LEGGI TUTTO

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    Saipem e Curtiss-Wright, raggiunto traguardo per trattamento sottomarino dell’acqua

    (Teleborsa) – Saipem, società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture, e Curtiss-Wright, azienda statunitense attiva nei settori dell’industria aeronautica, della difesa e dell’energia, hanno raggiunto un importante traguardo nel settore delle applicazioni subacquee: il completamento del processo di qualifica di un sistema di pompaggio sottomarino senza fluido-barriera e completamente elettrico.Sviluppata sulla base di soluzioni proprietarie ereditate dal settore nucleare, questa tecnologia consentirà l’iniezione sottomarina di acqua di mare trattata in un giacimento, estendendone così il ciclo di vita. Nel 2018, Saipem e Curtiss-Wright hanno firmato un accordo di collaborazione esclusivo per lo sviluppo di questa tecnologia: un prototipo in scala reale da 3 MW è stato prodotto e testato in acqua, attraverso un ampio programma specifico, che ha infine confermato le prestazioni, la robustezza e l’affidabilità attese. Questa nuova soluzione è certificata per diverse tecnologie di trattamento sottomarino proprietarie di Saipem, tra cui SPRINGS, la tecnologia di desolfatazione sottomarina di cui sono proprietarie anche TotalEnergies e Veolia. LEGGI TUTTO

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    Tozzi Green, finanziamento per 116 milioni di euro da Natixis e BNL

    (Teleborsa) – Tozzi Green, Natixis e BNL BNP Paribas hanno siglato un finanziamento da 116 milioni di euro di un portafoglio eolico da 82 MW di proprietà di Tozzi Green, in cui il Gruppo Gardini detiene una partecipazione di minoranza. Natixis ha agito come Sole Bookrunner, Structuring MLA, Underwriter, Green Coordinator, Hedging Bank e Agent Bank, mentre BNL BNP Paribas ha agito come Structuring MLA, Underwriter, Hedging Bank e Account Bank.Il portafoglio è composto da due impianti localizzati a Murfi (Trapani) e Mazzarino (Caltanisetta) in Sicilia, che sono già in funzione ed hanno una capacità installata di 19 MW. Il terzo impianto, di cui è già iniziata la fase di costruzione da parte di Tozzi Green, è localizzato a San Severo (Foggia) in Puglia ed avrà per una capacità installata di 63 MW. Tutti gli impianti utilizzano la collaudata tecnologia dei generatori eolici sviluppata da Vestas, che funge anche da operatore O&M. Le attività di costruzione e O&M del BOP (balance of plants, ossia opere elettriche e civili) sono svolte da Tozzi Green.Tozzi Green è uno dei principali gruppi italiani nel settore delle energie rinnovabili, e integra in modo completo e orizzontale l’intera filiera (Development, EPC, O&M) per ogni fonte rinnovabile (FER). Il Gruppo di Ravenna, interamente di proprietà della famiglia Tozzi, gestisce attualmente una capacità installata di circa 177,83 MW e nel corso degli anni ha contribuito allo sviluppo e alla costruzione di oltre 700 MW. LEGGI TUTTO

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    PMI, contratti a prezzi variabili in calo per l’energia elettrica. Lieve aumento per il gas

    (Teleborsa) – Nel secondo trimestre 2024, si riducono i prezzi variabili dei contratti a 12 mesi dell’energia elettrica praticati alle PMI rispetto al trimestre precedente, mentre sono in lieve aumento quelli del gas naturale. I contratti a prezzo fisso e a 24 mesi, invece, continuano ad essere assenti a causa dell’incertezza circa possibili andamenti futuri del mercato. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dei corrispettivi di energia al dettaglio praticati alle PMI sul mercato libero, realizzata da Unioncamere e dalla Camera di Commercio di Milano in collaborazione con Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) e REF Ricerche.In calo i prezzi dei contratti multiorariL’analisi realizzata fotografa la riduzione dei prezzi della materia prima energia nei contratti a prezzo variabile e l’assenza di contratti a prezzo fisso e a 24 mesi, a seguito delle forti incertezze che caratterizzano le previsioni sugli andamenti dei mercati elettrici e del gas per i prossimi mesi. Nel dettaglio, i contratti multiorari, ossia i contratti che prevedono prezzi differenti a seconda delle 3 fascie orarie, per imprese con consumi fino a 50 MWh/anno di durata annuale a prezzo variabile con avvio ad aprile 2024, presentano livelli dei corrispettivi che si collocano intorno a 115,11 euro/MWh nella fascia oraria diurna (F1), 130,83 euro/MWh nella fascia serale (F2) e a 108,41 euro/MWh nella fascia oraria notturna (F3), con variazioni rispetto al trimestre precedente comprese tra il -18% per la fascia F1 e il -3% per la F2. Sul fronte del gas naturale, nel secondo trimestre 2024, il prezzo dei contratti annuali a corrispettivo variabile risulta in lieve aumento rispetto al precedente trimestre (+4,5% congiunturale) e pari a 49,25 eurocent/smc per un profilo di consumo fino a 50 mila/mc all’anno. In generale, i prezzi dell’energia e del gas stanno vivendo una fase di rientro dopo le importanti oscillazioni al rialzo che hanno caratterizzato soprattutto il 2022, a causa delle tensioni sui mercati all’ingrosso che erano seguite alla fase di crollo della domanda durante il periodo pandemico con la conseguente forte riduzione dei prezzi.Il soft landing del 2024Il primo semestre del 2024 per l’economia mondiale si è concluso in linea con gli andamenti del 2023 e non tutti gli attesi miglioramenti dello scenario si sono verificati. Il rientro dell’inflazione è stato il principale sviluppo, dovuto principalmente alla riduzione delle tensioni nelle catene di fornitura, nonostante l’aumento del costo del lavoro abbia influenzato i prezzi dei servizi. In Italia, il 2024 segna il primo anno di crescita dei salari reali dopo tre anni di contrazione e l’occupazione si è dimostrata resiliente nonostante il rallentamento economico, sostenendo i redditi familiari. Questo crea le condizioni per una ripresa dei consumi che, tuttavia, si prevede avverrà gradualmente, con i primi segnali visibili solo nella seconda metà dell’anno e poi nel 2025. LEGGI TUTTO

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    Eni, molto interesse per Enilive e Plenitude. Prematuro pensare a struttura IPO

    (Teleborsa) – “Abbiamo accelerato sui disposal perché abbiamo buoni asset, quindi abbiamo tante discussioni con società interessate e possiamo venderli velocemente. Abbiamo quasi completato tutto in sei mesi e magari possiamo anche superare gli 8 miliardi di euro che abbiamo annunciato, ma forse più nei prossimi anni, per ora siamo focalizzati su quello che abbiamo annunciato. Ma sicuramente abbiamo la potenzialità di superare le nostre aspettative iniziali”. Lo ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, durante la conference call di commento ai risultati del secondo trimestre 2024.Il piano del Cane a sei zampe prevede cessioni per 8 miliardi di euro per tenere sotto controllo il debito e finanziare le iniziative sulla transizione energetica. In questo senso, Enilive e Plenitude hanno “attirato nuovi investimenti con partner di valore a multipli interessanti nel percorso verso l’IPO”. Soffermandosi sul successo dello sviluppo del modello satellitare, il manager ha ricordato che il gruppo incasserà 11 miliardi di euro dalla creazione delle varie unità alla fine del 2024 (9 miliardi di euro dal 2022), con Azule Energy che conta per 3 miliardi di euro e Var Energi per 3,9 miliardi di euro.Parlando della revisione al rialzo della guidance, con riguardo all’upstream l’AD ha detto che “le migliori prospettive di produzione e l’aumento del GGP confermano la buona esecuzione e l’attenzione alla cattura dei margini del gas”, mentre per i business della transizione, “la reiterazione della guidance sull’EBITDA – 2 miliardi di euro combinati – riflette la resilienza dei modelli di business di Enilive e Plenitude in un contesto di mercato misto”. Sul fronte finanziario, “il flusso di cassa si è confermato alla base delle distribuzioni agli azionisti e le minori spese in conto capitale segnalano progressi migliori del previsto sul piano di disinvestimento e sulla riduzione del debito”. Quindi, “il buyback minimo sarà di 1,6 miliardi di euro” e “ora acceleriamo il ritmo con un potenziale di riacquisto aggiuntivo fino a 500 milioni di euro da valutare nel terzo trimestre”,I vertici aziendali hanno ricevuto numerose domande su Enilive e Plenitude, e sui piani per la loro quotazione in Borsa. Pochi giorni fa Eni ha firmato un accordo di esclusiva con KKR per valorizzare il 20-25% di Enilive, con la previsione di finalizzare l’operazione entro fine anno. La vendita prevede una valorizzazione della società compresa tra 11,5 e 12,5 miliardi di euro e, in modo simile all’operazione finalizzata nel primo trimestre da Plenitude, concorrerà a finanziare la crescita. Eni ha anche citato la possibilità di una successiva cessione di un’ulteriore quota fino al 10%.Su Enilive, “c’è molto interesse, la valutazione è molto buona – ha detto Descalzi – Vogliamo crescere, servono soldi per investire, e quando riusciamo a trovare un investitore forte – che può aiutarci, condivide i nostri valori e visione – vogliamo procedere. Non so se faremo subito la cessione di un ulteriore del 10%, ma vogliamo creare valore nella società”. “C’è grande appetito del mercato, vedremo cosa riusciremo a fare dopo il closing con KKR – gli ha fatto eco il CFO Francesco Gattei – Si tratta di un altro segnale positivo che gli asset sono interessanti e c’è potenziale per sbloccare valore”.Su Plenitude, l’AD ha detto che c’è stato “interesse significativo da grandi fondi e altre società. Abbiamo spazio per agire, ci servono soldi per investire nei grandi piani di espansione. Bisogna vedere se questi investitori sono allineati a noi per procedere”.Quando sono stati chiesti dettagli sulle IPO, Gattei ha sottolineato: “L’IPO è l’obiettivo sia per Enilive che per Plenitude. La struttura dovrà tenere conto di certi meccanismi o del comportamento dei fondi al momento della quotazione. È quindi prematuro pensare alla struttura di una IPO che avverrà nei prossimi anni”. “Vedremo, al giusto momento, quale sarà la quota che il mercato potrà assorbire, ma parlare di una percentuale ora è qualcosa di estremamente prematuro”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Enilive conferma target di EBITDA a 1 miliardo di euro nonostante calo in 2° trimestre

    (Teleborsa) – Enilive ha chiuso il secondo trimestre 2024 con un utile operativo proforma adjusted di 120 milioni di euro, in calo del 41% rispetto allo stesso periodo del 2023, come conseguenza del deterioramento dei margini dei biocarburanti. Nella bioraffinazione, la produzione raddoppiata grazie alla capacità addizionale e all’incremento dei tassi di utilizzo, e la massimizzazione del pretrattamento dei feedstock complessi, hanno più che compensato la pressione sui margini dovuta alla dinamica dei prezzi spot dell’HVO nell’Unione Europea e al calo dei prezzi RIN in Nord America.Enilive è la società di Eni dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biometano, alle soluzioni di smart mobility, tra cui il car sharing Enjoy, e alla commercializzazione e distribuzione di tutti i vettori energetici per la mobilità.Pochi giorni fa Eni ha firmato un accordo di esclusiva con KKR per valorizzare il 20-25% di Enilive, con la previsione di finalizzare l’operazione entro fine anno. La vendita prevede una valorizzazione della società compresa tra €11,5 mld e €12,5 mld e, in modo simile all’operazione finalizzata nel primo trimestre da Plenitude, concorrerà a finanziare la crescita. I solidi risultati del marketing di Enilive hanno beneficiato della crescita della domanda, in particolare nell’extrarete (jet fuel e gasolio) e della valorizzazione della domanda captive (nel primo semestre 2024 Enilive ha riportato un utile operativo proforma adjusted di 298 milioni di euro che si confronta con 340 milioni di euro del primo semestre 2023).Il business ha conseguito un Ebitda proforma adjusted pari a 200 milioni di euro, in riduzione del 25% rispetto al secondo trimestre 2023 (265 milioni di euro) confermando la previsione annua di circa 1 miliardo di euro.Eni, all’interno della nota sui conti, afferma che Enilive è “ben posizionata per capitalizzare l’aumento atteso della domanda nella seconda metà del 2024, sostenuta da nuovi obblighi normativi nei Paesi Bassi e dall’impatto del Regolamento Europeo anti-dumping recentemente emanato, nonché dalla più stringente policy in California (nel primo semestre 2024 l’Ebitda proforma adjusted è stato di 450 milioni di euro, rispetto ai 462 milioni di euro del primo semestre 2023)”. LEGGI TUTTO

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    Eni accelera sul buyback. Utile secondo trimestre scende a 1,5 miliardi di euro

    (Teleborsa) – Eni ha chiuso il secondo trimestre 2024 con un utile operativo proforma adjusted di 4.107 milioni di euro, sostanzialmente in linea nonostante lo sfavorevole confronto con il 2023 del settore GGP che allora registrò un significativo risultato dovuto alle condizioni di mercato particolarmente favorevoli e a proventi una tantum da rinegoziazioni contrattuali, nonché l’ulteriore fase di declino del ciclo della chimica in Europa. L’utile netto adjusted di competenza degli azionisti Eni di 1.519 milioni di euro ha registrato un calo del 21% rispetto al secondo trimestre 2023.Nel primo semestre 2024 il gruppo ha generato un flusso di cassa da attività operativa adjusted di 7,8 miliardi di euro, coprendo i fabbisogni per investimenti di 4,1 miliardi di euro. Il flusso di cassa organico FCF di 3,7 miliardi di euro ha consentito di coprire la remunerazione degli Azionisti di 2 miliardi di euro e unitamente ai proventi da cessioni relativi principalmente a Plenitude e Saipem per circa 1 miliardo di euro hanno ridotto l’indebitamento a 12,1 miliardi di euro , dopo l’elevato livello che si era accumulato nel primo trimestre dell’anno per effetto dell’acquisizione di Neptune (2,3 miliardi di euro).”Nel II trimestre 2024 abbiamo ottenuto risultati superiori alle attese, dimostrando i significativi progressi fatti da Eni in molteplici aspetti della sua strategia e del piano industriale illustrati agli investitori lo scorso marzo – ha commentato l’AD Claudio Descalzi – Rispetto ai chiari obiettivi di sviluppo delle nostre linee di business che presentano vantaggi competitivi: la produzione di idrocarburi, la bioraffinazione e la capacità di generazione rinnovabile, abbiamo conseguito in ciascuno una rilevante crescita. Tali progressi ci hanno consentito di ottenere eccellenti risultati finanziari con 1,5 miliardi di euro di profitti netti adjusted”. “In parallelo alla crescita industriale, stiamo compiendo progressi superiori alle aspettative nelle attività di gestione del portafoglio in termini sia di tempi di esecuzione sia di valore generato – ha spiegato – Stiamo migliorando la qualità del portafoglio Upstream, con il recente annuncio della dismissione di attività petrolifere non strategiche in Alaska e il completamento in corso della vendita delle attività onshore in Nigeria, mentre abbiamo definito un accordo per l’aggregazione aziendale tra Ithaca Energy e in nostri asset in UK. Enilive ha annunciato un accordo di esclusiva con il fondo KKR per un ingresso di capitale privato che, in modo simile all’operazione finalizzata nel primo trimestre relativa a Plenitude, concorra a finanziare la crescita e confermi il valore che stiamo creando nei nostri business legati alla transizione”. “Nonostante il contributo del portafoglio sia stato relativamente contenuto nel secondo trimestre, il debito netto è diminuito e, con i disinvestimenti che stanno progredendo, prevediamo un leverage significativamente inferiore a 0,2 a fine anno, meglio delle nostre aspettative iniziali – ha aggiunto – Questo a sua volta ci consentirà di accelerare il piano di riacquisto di azioni proprie da 1,6 miliardi di euro a conferma della nostra capacità di realizzare sia gli obiettivi di crescita del business, sia quelli di remunerazione degli azionisti”.A seguito dell’autorizzazione dell’ultima assemblea degli azionisti per un nuovo piano di acquisti di azioni proprie fino a 3,5 miliardi di euro, il piano del management 2024 per un buy-back da 1,6 miliardi di euro è confermato, ma si prevede un piano di riacquisto più rapido rispetto alle assunzioni iniziali.Inoltre, in linea con la politica di distribuzione, considerato il minore livello atteso di debito netto alla luce dei progressi nel piano di dismissioni, nel terzo trimestre Eni sarà in grado di valutare l’ulteriore incremento fino al limite massimo del 35% dell’intervallo di distribuzione del flusso di cassa operativo adjusted di budget, che corrisponde a un potenziale incremento del valore del buyback di 500 milioni di euro.La previsione di EBIT proforma adjusted è rivista al rialzo a circa 15 miliardi di euro; il flusso di cassa adjusted prima della variazione del circolante è atteso a oltre 14 miliardi di euro. LEGGI TUTTO