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    USA, stoccaggi gas ultima settimana +65 BCF

    (Teleborsa) – Aumentano oltre attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 5 luglio 2024 sono risultati in crescita di 65 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela superiore al consensus (+56 BCF). La settimana prima si era registrato un incremento di 32 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.198 miliardi di piedi cubici, risultando in aumento del 9,7% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.916) e in crescita del 18,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni di 2.695 BCF. LEGGI TUTTO

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    Energia, fattura in calo del 43% nel 2023 con contrazione gas

    (Teleborsa) – Crolla la fattura energetica italiana grazie alla forte contrazione del gas. E’ quanto conferma l’Unem, in occasione della relazione annuale. Nel 2023, infatti, la fattura energetica si è ridotta a 66,5 miliardi di euro, quasi 48 miliardi in meno (-43%) rispetto ai 114,4 miliardi del del 2022, che rappresentava un picco storico. Un dato che incorpora la decisa flessione della componente gas, passata da 62 miliardi a 28,3 miliardi di euro. Più contenuto il calo della fattura petrolifera, che si attesta a 28,1 miliardi di euro, circa 4,5 miliardi in meno rispetto ai 32,5 miliardi del 2022, per effetto del calo delle quotazioni petrolifere più che di una minore domanda.In tale contesto, il petrolio è tornato ad essere la prima fonte di energia con un peso sul totale di oltre il 37%, scavalcando il gas naturale che ha mostrato un ulteriore calo di oltre il 10%. A sostenere i consumi di petrolio hanno contirebuito la mobilità stradale e quella aerea. Il 2023 è stato caratterizzato da una ulteriore flessione nella domanda di energia, determinata sia da fattori economici, come il calo della produzione industriale (-2,9%), sia da miglioramenti di efficienza e ragioni climatiche. I consumi energetici sono scesi a 145 Mtep, il 4% in meno rispetto al 2022. Per il 2024 si stima una fattura energetica si stima attorno ai 56 miliardi, cioè 10 miliardi in meno del 2023 quasi interamente dovuti alla componente gas.Secondo il Presidente dell’Unem Gianni Murano, si prevede un aumento delle auto elettriche al 2030 fino a 4 milioni di veicoli. “Verrebbe a mancare un milione di tonnellate di carburanti – avverte Murano – e circa 3,8 miliardi in meno di introiti dalle accise. Il governo dovrà far quadrare i conti e la scelta sarà quindi politica”. (Foto: © vchalup / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Barclays ottimista sui servizi energetici europei, downgrade per Maire

    (Teleborsa) – Il panorama dei servizi energetici continua a migliorare. A livello globale, la maggior parte delle regioni continua a vedere miglioramenti nei carichi di lavoro, nei prezzi e nella sostenibilità degli asset. In effetti, l’unico blocco sul panorama sono gli Stati Uniti, dove la domanda rimane più debole delle attese. Di conseguenza, il settore europeo dei servizi energetici, con la sua esposizione prevalentemente non statunitense, ha registrato buone performance durante il trimestre. Lo osservano gli analisti di Barclays, che hanno anche attuato revisioni a giudizi e target price su una serie di titoli.Il settore europeo è cresciuto del 7% nel 2Q24, sovra-performando il settore energetico più ampio del 6% e il prezzo del petrolio del 9%. Il settore globale più ampio, tuttavia, dominato dagli Stati Uniti, è diminuito di circa il 5% nel 2Q24 evidenziando l’esposizione differenziata dei nomi europei. “È importante sottolineare che gli ordini sono aumentati durante il trimestre con circa 18 miliardi di dollari di awards annunciati, più del triplo rispetto al trimestre precedente, e ciò dovrebbe portare a continui commenti sulla forza e la longevità del ciclo”, si legge nella ricerca.Barclays ha colto l’occasione per ribilanciare le raccomandazioni, declassando Aker Solutions, Hunting, Maire e Subsea 7 a Equal weigh da Overweight e Wood a Underweight da Equal weight.Per quanto riguarda Maire, Barclays ha aumentato il prezzo obiettivo a 9,50 euro per azione (dai precedenti 8,30 euro), commentando che la società ha registrato un trimestre robusto, con un totale di ordini acquisiti per circa 2 miliardi di dollari e un book to bil che viene previsto essere superiore a 1x. Con un portafoglio ordini record in mano, l’attenzione sarà focalizzata sull’esecuzione e sul phasing dei contratti. Gli investitori esamineranno i commenti sulla pipeline delle offerte poiché la società prevede che l’attuale backlog sarà sostituito da nuovi premi con book to bill >1x nel FY24. Dal punto di vista degli utili, Barclays prevede ricavi per il 2Q24 di 1.408 milioni di euro, in aumento rispetto al primo trimestre poiché il backlog record del 2023 continua a scorrere.Per quanto riguarda Saipem, Barclays ha aumentato il prezzo obiettivo a 3,20 euro per azione (dai precedenti 2,90 euro), confermando la raccomandazione Overweight. Viene fatto notare che, nel corso del 2Q24, Saipem ha registrato un trimestre forte con aggiudicazioni per un totale di circa 5,7 miliardi di dollari, con un book to bill superiore a 1,5 volte. Con un backlog record già in mano, l’attenzione degli investitori sarà probabilmente focalizzata sull’esecuzione e sul phasing dei progetti. Gli analisti si aspettano domande sul progetto Thai Oil in cui un partner ha avuto ulteriori problemi durante il trimestre. Probabilmente ci saranno anche domande sullo stato della flotta di perforazione e su cosa succede ai tre impianti sospesi, due dei quali probabilmente restituiti ai proprietari. LEGGI TUTTO

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    Idrogeno, una “carta europea” per lo sviluppo della filiera

    (Teleborsa) – Una carta di cooperazione a livello europeo per promuovere l’uso dell’idrogeno e delle tecnologie connesse. Sprigionare il potenziale dell’idrogeno, fondamentale nel percorso verso la neutralità carbonica. Con questo obiettivo comune 24 associazioni idrogeno europee lo scorso 14 maggio in occasione del World Hydrogen Forum, organizzato da Hydrogen Europe hanno firmato la Cooperation Charter sull’idrogeno. Il documento si inserisce nel solco tracciato dall’UE con il Net-Zero Industry Act, parte del Green Deal e recentemente approvato dal Parlamento Europeo, che tra i diversi obiettivi vede quello di soddisfare entro il 2030 almeno il 40% del fabbisogno annuale dell’UE di tecnologie a emissioni zero. Oltre a Hydrogen Europe e ad H2IT,Associazione Italiana Idrogeno, il documento è stato siglato anche dagli omologhi di Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ucraina, Ungheria e UK.”La Cooperation Charter mette nero su bianco ciò che in Italia perseguiamo da tempo: un’azione sinergica con istituzioni, imprese, professionisti e ricercatori per affermare l’idrogeno quale vettore imprescindibile per la decarbonizzazione – ha dichiarato Alberto Dossi, presidente di H2IT –. La storia di questo comparto dimostra l’importanza della cooperazione a ogni livello, anche a livello internazionale. Ecco perché, con la firma dell’accordo, vogliamo essere tra i ‘padri fondatori’ di un’Europa alimentata anche dall’idrogeno, in cui dialogo e confronto tra le parti sono determinanti per creare innovazione. È solo attraverso la collaborazione e la sensibilizzazione di cittadini e decisori politici che l’idrogeno potrà incidere sul percorso verso la neutralità climatica. La carta rappresenta un tassello fondamentale per assicurare all’UE un futuro da leader della transizione energetica grazie ad una filiera idrogeno matura. L’iniziativa dell’Hydrogen Bank rappresenta certamente un’ottima notizia per la filiera e dimostra che l’UE crede realmente nel potenziale dell’idrogeno. Tuttavia, è essenziale che i criteri per la partecipazione alle aste permettano che i finanziamenti generino valore aggiunto in Europa.”Gli obiettivi del Cooperation Charter e il ruolo di H2IT Le associazioni firmatarie si impegnano a guidare e sostenere l’attuazione dell’agenda del Green Deal europeo, volta al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050, promuovendo l’adozione delle tecnologie legate all’idrogeno. A tal fine, stimoleranno il supporto politico a livello nazionale, regionale ed europeo, essenziale per la creazione di un mercato più vasto per l’idrogeno pulito e lo sviluppo delle competenze necessarie. Verrà promossa, inoltre, l’effettiva integrazione della legislazione europea negli ordinamenti nazionali, favorendo così la nascita di un vero e proprio mercato europeo dell’idrogeno. L’impegno delle associazioni si tradurrà anche nell’organizzazione e partecipazione a eventi nazionali e internazionali, inclusa la European Hydrogen Week, l’iniziativa annuale più grande dedicata all’idrogeno. Verranno condivise le best practice allo scopo di agevolare la collaborazione con associazioni e controparti europee per affrontare le sfide comuni. In più, le associazioni punteranno a stabilire alleanze con le camere di commercio e altre organizzazioni sul territorio. Spazio anche alla comunicazione: attraverso social media e newsletter dedicate, le associazioni forniranno aggiornamenti regolari al pubblico e all’industria sullo sviluppo dei settori nazionali dell’idrogeno. La combinazione di azione e informazione sarà centrale per tracciare il percorso verso la transizione energetica e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.Hydrogen Bank: arriva la seconda asta. La lettera delle associazioni alla Commissione EuropeaLa strategia europea sull’idrogeno fa leva, inoltre, sull’Hydrogen Bank un programma di finanziamento e incentivi lanciato per accelerare lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde in Europa. Il recente annuncio della Commissione Europa di una seconda asta per l’Hydrogen Bank è stata apprezzata dalle associazioni nazionali, che però attraverso una lettera hanno ribadito l’importanza di stabilire un criterio di prequalificazione per gli elettrolizzatori utilizzati nei progetti che parteciperanno alla seconda asta da 1,2 miliardi di euro. Nella prima asta attraverso l’Hydrogen Bank sono stati stanziati quasi 720 milioni di euro a 7 progetti vincitori per la produzione di idrogeno rinnovabile. La seconda asta dell’Hydrogen Bank, con un budget di 1,2 miliardi di euro, si svolgerà entro la fine del 2024. A questo proposito, le associazioni nazionali idrogeno hanno inoltrato alla Commissione Europa una lettera per spiegare la loro posizione.Alcune associazioni nazionali, tra cui H2IT, sottolineano la necessità di allineare l’Hydrogen Bank agli obiettivi del Green Deal Industrial Plan e del Net Zero Industry Act, sovvenzionando preferibilmente progetti che utilizzano elettrolizzatori prodotti nell’UE. Esse ritengono cruciale strutturare una catena di valore sostenibile e integrata per le tecnologie dell’idrogeno all’interno dell’UE, con gigafabbriche finanziate strategicamente, in grado di soddisfare la domanda interna entro il 2030 e creare occupazione qualificata e non delocalizzabile. Le associazioni propongono di introdurre un criterio di prequalificazione per partecipare al Hydrogen Bank, richiedendo che i progetti utilizzino elettrolizzatori assemblati nell’UE e nello Spazio economico europeo e con componenti chiave fabbricati in paesi che hanno firmato l’accordo sugli appalti pubblici (AAP). Secondo le associazioni, è essenziale dimostrare che la decarbonizzazione e la reindustrializzazione possono procedere insieme, portando un alto valore sociale all’interno dell’UE, e le regole del Hydrogen Bank sull’origine degli elettrolizzatori rappresentano una prima grande opportunità per raggiungere questo obiettivo. LEGGI TUTTO

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    Energia, ENEA: al via progetto “e-SHyIPS” per promuovere l’utilizzo dell’idrogeno nel settore marittimo

    (Teleborsa) – Sviluppare un quadro normativo per consentire l’utilizzo dell’idrogeno nel trasporto marittimo. È questo l’obiettivo del progetto e-SHyIPS, che conta su un finanziamento europeo di oltre 400 mila euro e al quale partecipa anche l’Italia con ENEA, all’interno del consorzio Atena, insieme a Politecnico di Milano (coordinatore) e Cineca per complessivi 14 partner provenienti da 7 Paesi Ue.”Il progetto e-SHyIPS si inserisce in uno scenario europeo che vede ancora una scarsa diffusione delle imbarcazioni alimentate a idrogeno e l’assenza di una regolamentazione riconosciuta e condivisa a livello internazionale che disciplini l’adozione dell’idrogeno a bordo – spiega Viviana Cigolotti, responsabile della Divisione ENEA di Tecnologie e vettori per la decarbonizzazione –. Dato che risultano insufficienti le linee guida dell’International Maritime Organization (IMO) sulle celle a combustibile alimentate a idrogeno per la propulsione navale, e-SHyIPS intende definire un processo di certificazione che integri le attività di ricerca sugli standard con simulazioni ed esperimenti di laboratorio, al fine di passare dalla teoria all’applicazione”.Esperti di livello internazionale aggiorneranno il Codice IGF (International Code of Safety for Ships using Gases or other Low-flashpoint Fuels) delle navi passeggeri alimentate a idrogeno, ovvero il Codice di sicurezza per le imbarcazioni che usano gas o altri combustibili a basso punto di infiammabilità. In parallelo, sarà definita la tabella di marcia per la promozione dell’economia dell’idrogeno in ambito marittimo.Negli ultimi anni la ricerca – spiega l’Enea – ha messo in evidenza i benefici potenziali delle celle a combustibile a idrogeno per il settore marittimo, mentre IMO ha rivisto recentemente la propria strategia puntando su uno scenario a zero emissioni entro il 2050. “Con le emissioni di gas serra del comparto che continuano a crescere, la decarbonizzazione del settore marittimo diventa una priorità e l’idrogeno rappresenta un’alternativa energetica promettente. Grazie al progetto e-SHyIPS acquisiremo conoscenze per accelerare i processi autorizzativi che ne consentano l’utilizzo”.Nell’ambito del progetto, si è svolto recentemente a Bruxelles un workshop internazionale sulla decarbonizzazione del settore marittimo con l’obiettivo specifico di individuare le principali barriere all’uso dell’idrogeno come combustibile navale. Nell’occasione, gli armatori hanno evidenziato il costo dell’idrogeno ancora elevato, mentre le autorità portuali hanno messo in rilievo le criticità legate alla trasformazione dei porti in hub energetici. Inoltre, durante i lavori è stata sottolineata l’importanza di un programma di investimenti pubblici che offra all’Europa l’opportunità di assumere un ruolo di leadership nel settore dell’idrogeno in ambito marittimo. LEGGI TUTTO

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    Luce, Besseghini (ARERA): offerte mercato libero più alte rispetto a tutelato

    (Teleborsa) – Come nel 2022, anche nella prima parte del 2023 i prezzi dell’energia elettrica in Italia e in Europa hanno risentito, seppur senza registrare i picchi dell’anno precedente, delle tensioni internazionali sui mercati all’ingrosso. I rialzi si sono riflettuti sulle bollette dei clienti domestici, nonostante le proroghe degli interventi pubblici da parte dei governi di molti Paesi europei, tra cui l’Italia. La tendenza dell’anno è stata, comunque, quella di un ritorno a una “nuova normalità” caratterizzata da mercati più reattivi e globalizzati, in cui i prezzi si sono assestati su livelli più alti del passato. Lo rileva l’ARERA, l’Autorità per l’Energia, le reti e l’ambiente nella sua Relazione annuale al Parlamento sottolineando che i prezzi medi dell’energia elettrica per i consumatori domestici nel 2023 fanno registrare aumenti del +6% in Italia (con prezzi medi finali pari a 38,64 c€/kWh) ben lontani dal +40% dell’anno precedente. Si è mantenuta pressoché stabile, invece, la variazione nell’Area euro che nel 2023 ha segnato un +12,6% (31,45 c€/kWh) rispetto al +13% del 2022.I consumi di energia elettrica si sono ridotti del 2,9%, la flessione ha interessato quasi tutti i settori con cali più rilevanti nell’agricoltura (-6,5%), nell’industria (-4%) e nel terziario (-2,1%), nel domestico (-3%), nonché nel comparto residuale “altro” (-10,5%), mentre trasporti e pesca hanno segnato aumenti, rispettivamente, del 5,6% e 5,2%.La domanda nazionale è stata soddisfatta per poco meno dell’84% dalla produzione nazionale e per il 16,8% dal saldo con l’estero (il valore più alto dall’inizio del secolo). Questi valori si confrontano con quelli del 2022 (87,2%) e del 2021 (87,5%) e confermano il calo osservato negli ultimi anni (nel 2020 era del 90,2%). La produzione nazionale lorda è scesa del 6,9% e si attesta a 264,3 TWh (284 TWh nel 2022) soprattutto per effetto del -19,3% nella produzione termoelettrica solo parzialmente compensato dal +15,6% delle fonti rinnovabili.Nel 2023 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7 miliardi di metri cubi, attestandosi a 60,3 miliardi di metri cubi (-10,4% rispetto al 2022), principalmente a causa della discesa di 5,2 mld mc del settore termoelettrico (-18,5%), oltre che a una diminuzione di 2,4 mld m3 del settore domestico (-12,9%), mentre i consumi del settore industriale sono scesi di 0,6 mld m3 (-4,6%). Questo il dato complessivo per l’anno scorso reso noto dall’Autorità per l’Energia, le reti e l’ambiente nella sua Relazione al Parlamento. “In controtendenza è risultato soltanto il settore del commercio e servizi, i cui consumi in aumento di 1,1 mld m3 (+18,3%) hanno parzialmente attutito il calo complessivo. La produzione nazionale di gas naturale ha registrato l’ennesima diminuzione (-12,2% decisamente superiore a quella del 2,4% registrato nel 2022) attestandosi a 2.728 mln mc; in calo anche le importazioni nette scese a 8,8 mld m3 (-12,9% rispetto al 2022) a causa della discesa delle importazioni lorde diminuite di 10,8 mld m3 (-14,8% rispetto al 2022), solo parzialmente compensata dalla riduzione delle esportazioni (-2 mld m3) che nel 2022 erano in crescita”. Il livello di dipendenza dall’estero è diminuito: nel 2023 il 96,3% del gas disponibile in Italia è arrivato dall’estero (era il 99% nel 2022)”. A seguito delle sanzioni imposte dall’Ue, le importazioni di gas dalla Russia si sono quasi azzerate nell’arco degli ultimi due anni: dai 29,2 mld mc del 2021, infatti, nel 2023 si sono ridotte a 2,9 mld mc. La quota di gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale è passata dal 40% del 2021 al 4,7% nel 2023. La sostituzione del gas russo – spiega Arera – è avvenuta in parte aumentando i quantitativi di gas che giungono in Italia via tubo dagli altri paesi con cui l’Italia è collegata (principalmente quelli dall’Algeria e dall’Azerbaigian) e in parte accrescendo la quota di gas naturale liquido che arriva in Italia attraverso le navi metaniere. Le importazioni di Gnl, infatti, sono aumentate quasi del 70% in due anni.”A oggi le offerte disponibili sul mercato libero appaiono poco attraenti rispetto ai diversi servizi regolati, essendo caratterizzate da prezzi normalmente più alti”, ha evidenziato il presidente dell’Arera, l’utorità per l’energia, le reti e l’ambiente, Stefano Besseghini nella sua relazione al Parlamento, facendo il punto sul passaggio al mercato libero dell’energia con la fine del meccanismo di tutela per il gas e l’energia elettrica rispettivamente da gennaio e dal primo luglio scorsi. Besseghini ha evidenziato come, per quanto riguarda il gas, il mantenimento per i clienti non vulnerabili dell’offerta con il proprio fornitore con una tariffa definita Placet, in parte regolata ha comportato comunque “aumenti di spesa compresi tra il 3,7% e il 12,5%”. Diverso il caso dell’elettricità per il quale oltre al mantenimento della tariffa regolata per i clienti vulnerabili è stato introdotto il meccanismo a tutele graduali, applicato a chi non ha scelto alcun fornitore diverso da quello del sistema di tutela, con asseganzione degli operatori a secondo dalle zone, mediante asta. “Al di là dei tecnicismi, il risultato delle aste ha determinato un vantaggio per il consumatore che è transitato nel servizio a tutele graduali di circa 113 euro/anno a parità di tutti gli altri costi”. Riassumendo, la situazione a oggi vede i clienti elettrici italiani divisi in quattro categorie: i clienti vulnerabili serviti in tutela (circa 3,6 milioni) o sul mercato libero (circa 8,4 milioni), che possono in qualunque momento passare dal servizio al mercato e viceversa e manterranno questa prerogativa indefinitamente. “I clienti non vulnerabili, transitati automaticamente nel Servizio a tutele graduali (circa 3,6 milioni) oppure serviti sul mercato libero (circa 14,7 milioni), che potranno compiere qualunque scelta verso o all’interno del mercato libero ma non potranno scegliere di tornare nei servizi di tutela, salvo il caso in cui (per qualunque motivo) divengano vulnerabili o restino senza fornitore”.Dal rapporto Arera emerge anche che nel corso del 2023 l’innalzamento a 15.000 euro della soglia Isee ha consentito di beneficiare del meccanismo automatico di sconto a circa 1 milione e mezzo di famiglie, che avevano ottenuto un’attestazione Isee superiore a 9.530 euro, ma entro la nuova soglia di 15.000. Di conseguenza, sono stati riconosciuti 4,6 milioni di bonus elettrici e 3 milioni di bonus gas a clienti diretti, ossia titolari di forniture individuali di gas naturale: l’importo stimato corrispondente ai bonus riconosciuti è pari a circa 1.427 milioni di euro per i primi e a circa 716 milioni di euro per i secondi. Sono le cifre contenute nella Relazione dell’Arera al Parlamento. Al 31 dicembre 2023 i nuclei familiari con bonus attivo per disagio fisico erano 64.828 (+24% rispetto al 2022). A fine 2023 è terminato il sistema di rafforzamento del bonus sociale in vigore negli ultimi 2 anni, che ne aveva esteso la platea dei beneficiari, tornando nel 2024 ai normali valori Isee (seppure aggiornati all’inflazione) per poterne usufruire. È invece proseguito il contributo straordinario crescente con il numero dei componenti familiari e applicato in automatico a chi già riceve il bonus elettrico, come previsto nella Legge di Bilancio 2024. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Greenergy da parte di Trafigura

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo della britannica Greenergy da parte di Trafigura, uno dei maggiori trader di materie prime al mondo. La transazione riguarda principalmente la fornitura di biodiesel, etanolo e bioetanolo.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    Eni, nuova scoperta nell’offshore del Messico

    (Teleborsa) – Eni ha annunciato una nuova scoperta nel pozzo esplorativo Yopaat-1 EXP, perforato nel Blocco 9 a circa 63 km dalla costa, nelle acque medio-profonde della Conca Salina nel Bacino di Sureste, in Messico. Le stime preliminari indicano un potenziale scoperto di circa 300-400 milioni di barili equivalenti (Mboe) di olio e gas associato in posto.Il pozzo è stato perforato in una profondità d’acqua di 525 metri e ha raggiunto la profondità di 2.931 metri, rinvenendo circa 200 metri netti di sabbie mineralizzate ad olio nelle sequenze del Pliocene e del Miocene, che sono oggetto di una intensa campagna di acquisizione dati.La Joint Venture del Blocco 9 è composta da Eni, operatore con una quota del 50% e Repsol con il restante 50%.”Questo risultato positivo, insieme alle scoperte nel blocco 7 e nel Blocco 10 effettuate da Eni come operatore, conferma il valore del portafoglio di Eni nel Bacino di Sureste – si legge in una nota – La stima complessiva di risorse in posto oggi supera 1.3 miliardi di barili equivalenti (Bboe) e permette di avanzare con gli studi verso un potenziale sviluppo di tipo “hub” tra le varie scoperte e gli ulteriori prospetti presenti nell’area, in sinergia con le infrastrutture presenti”. LEGGI TUTTO