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    ENEA, celle fotovoltaiche super efficienti per recuperare competitività del settore

    (Teleborsa) – Una tecnologia innovativa che consente di innalzare di un punto percentuale l’efficienza delle celle solari fotovoltaiche. Realizzata da Enea nell’ambito del progetto Ampere, l’innovazione consiste nel sostituire strati di ossidi conduttivi ai tradizionali strati di silicio amorfo. Finanziato con 14 milioni di euro da Horizon 2020, il progetto – spiega Enea in una nota – coinvolge Enel Green Power, come capofila, CNR, Rise Technology e alcuni dei maggiori attori della filiera fotovoltaica europea, quali CEA, Fraunhofer-ISE, Meyer Burger, NorSun e si propone di dar vita a una linea di produzione italiano-europea di pannelli solari ad alta efficienza, recuperando la competitività nel settore.All’interno del progetto è stata sviluppata a livello di linea di produzione una cella con efficienza del 23,5% che potrà essere portata al 24,5% grazie alla tecnologia sviluppata nei laboratori Enea. Tenuto conto che le celle fotovoltaiche ad alta efficienza attualmente in commercio hanno un’efficienza massima intorno al 22%, la differenza con le nuove celle è di grande rilievo, dato che a ogni punto percentuale di efficienza in più corrisponde una riduzione del 6% dei costi di produzione.A livello operativo, l’obiettivo è di produrre moduli fotovoltaici bifacciali. In una prima fase sarà realizzata una linea di produzione con una capacità produttiva di 200 MW/anno, che entro il 2022 sarà ampliata fino ad arrivare a un impianto da 1 GW/anno.”Nel settore fotovoltaico la sfida prioritaria è riuscire ad aumentare l’efficienza energetica, rendendo le strutture in grado di sfruttare al meglio l’energia del sole e di ridurre il più possibile la dispersione. Per questo in Enea – evidenzia Massimo Izzi del Laboratorio Tecnologie Fotovoltaiche e Fonti Rinnovabili Enea – stiamo lavorando a materiali e soluzioni sempre più affidabili e sostenibili. Punto di forza degli ossidi conduttivi è la maggiore trasparenza che consente di catturare più luce e di massimizzare i parametri di conversione fotovoltaica della cella ad eterogiunzione”.”Il progetto si propone di ricreare una filiera industriale competitiva, che vada dalle materie prime al dispositivo finale, nel settore del fotovoltaico europeo e in particolar modo per quello italiano, facendo leva sulla forte capacità di innovazione tecnologica di cui possiamo disporre a livello di ricerca e di imprese – dichiara Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili Enea –. È un’occasione unica per recuperare competitività in un campo a forte presenza di Paesi non europei e, allo stesso tempo, dare attuazione al Green Deal e alla transizione energetica”.Secondo studi recenti la produzione di energia solare come fonte primaria di elettricità è in forte ascesa. Le previsioni per il mercato europeo sono del 15% di produzione di energia elettrica da fotovoltaico al 2030, stesso trend per il mercato mondiale. Segni positivi anche in Italia sia per numero di impianti che per produzione annuale di elettricità: con + 750 MW solari nel 2019 (un valore quasi doppio rispetto al 2018) la capacità fotovoltaica italiana raggiunge quota 20.865 MW, un numero di impianti totali superiore agli 880 mila e circa 23.689 GWh di potenza prodotta in un anno, +4,6% rispetto al 2018. LEGGI TUTTO

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    Saipem, Botta: “Covid ha indotto cambiamento strutturale industria energetica”

    (Teleborsa) – Il mondo è cambiato radicalmente con l’emergenza Covid, ma la crisi che ne è scaturita ha impresso “un’enorme accelerazione verso la transizione energetica”, sollecitando un “cambiamento strutturale” nell’industria energetica.E’ quanto affermato da Fabrizio Botta, manager Global Strategy, Commercial and Tendering della Divisione E&C Onshore di Saipem, durante il webinar “New Strategic Priorities for the Energy Industry in a post Covid Environment” in occasione della conferenza “The New Energy Mediterranean”.Questi sviluppi – ha sottolineato il manager – andranno a favore del gas, in particolare il GNL, nel nuovo mix energetico, dal momento che anche nelle economie più protese verso le rinnovabili, la quota oil & gas nel mix energetico resta tra il 30 e il 50%.”Ciò implica che l’Oil&Gas nei prossimi anni debba puntare in ogni caso a nuovi investimenti”, ha sottolineato Botta, aggiungendo che ogni ritardo provocherà “uno squilibrio tra domanda e offerta, comportando un rischio per l’intero sistema energetico, che necessita di risorse come il gas naturale, per stabilizzare la produzione intermittente da energie rinnovabili”.Saipem – ha concluso il manager – punta ad un “ruolo di primo piano” ed ha individuato “4 priorità”: il gas naturale e le soluzioni che consentano di ridurre le emissioni di CO2: le Energie Rinnovabili, in particolare Eolico Offshore e Solare; l’idrogeno prodotto da rinnovabili offshore; l’implementazione delle soluzioni per la cattura e stoccaggio del carbonio, per il quale esistono già degli oleodotti, ma “possono ancora essere compiuti molti passi in questa direzione”. LEGGI TUTTO

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    SDG, Snam: Taskforce dei CFO del Global Compact ONU presenta principi guida

    (Teleborsa) – Presentati oggi dalla Taskforce dei CFO costituita nell’ambito del Global Compact delle Nazioni Unite, di cui Snam è tra i fondatori, i primi principi integrati per la finanza e gli investimenti legati agli SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) dell’Onu.I principi – spiega Snam in una nota – hanno l’obiettivo di guidare le aziende nel far coincidere i propri impegni di sostenibilità e strategie finanziarie credibili in grado di creare impatto reale sugli SDG.”Siamo convinti – afferma Alessandra Pasini, CFO di Snam e membro della Taskforce – che questi principi avranno un’importanza cruciale nel supportare le aziende di diversi settori e Paesi nella transizione verso lo sviluppo sostenibile, consentendo loro di fornire un contributo concreto agli SDG. La sfida climatica che abbiamo di fronte e l’esigenza di fare progressi anche nelle sfere del sociale e della governance richiedono uno sforzo da parte di tutte le imprese. In Snam ci impegniamo a mettere in pratica queste linee guida e a scambiare esperienze per gettare le basi di un mercato finanziario SDG trasparente ed efficace, e invitiamo i CFO e le loro aziende a unirsi a noi in questa iniziativa”.I membri della CFO Taskforce hanno individuato quattro aree chiave per gli investimenti SDG che necessitano di miglioramento: impatto e misurazione, strategie e investimenti integrati, finanza aziendale integrata e comunicazione e reporting integrati. L’obiettivo – si legge nella nota – è lavorare insieme all’intera catena del valore, da investitori, banche e istituzioni finanziarie per lo sviluppo alle agenzie di credit rating e alle società di valutazione della sostenibilità, per creare un mercato ampio, liquido ed efficiente per gli investimenti e i flussi di capitale legati agli SDG.Snam fornisce il proprio supporto agli SDG e in particolare agli obiettivi 7 (Affordable and Clean Energy), 9 (Industry, Innovation and Infrastructure), 11 (Sustainable Cities and Communities), 13 (Climate Action) e 15 (Life on Land). Nell’ambito di un piano strategico da complessivi 6,5 miliardi di euro al 2023, Snam investe 1,4 miliardi nel programma SnamTec, focalizzato sull’innovazione nel core business, con l’obiettivo di abbattere le emissioni, e sui nuovi business della transizione energetica, dall’efficienza energetica alla mobilità sostenibile, al biometano e all’idrogeno. Nel 2019 e nel 2020, Snam è stata tra le prime aziende al mondo a emettere rispettivamente un Climate Action Bond e un Transition Bond, con l’obiettivo di allineare la propria strategia finanziaria con gli obiettivi di sostenibilità.I principi integrati per la finanza e gli investimenti SDG sono stati sviluppati insieme da 34 aziende provenienti da 14 Paesi e da diversi settori di business. LEGGI TUTTO

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    ONU, ENI confermata nel Global Compact LEAD

    (Teleborsa) – Eni è stata riconosciuta tra i partecipanti più attivi nell’ambito del Global Compact, il movimento globale delle Nazioni Unite che sostiene le imprese nell’allineare le proprie strategie e operazioni con dieci principi universali su temi quali diritti umani, lavoro, ambiente e trasparenza e che sostiene inoltre le imprese nell’intraprendere azioni strategiche per raggiungere gli obiettivi più ampi dell’Onu come gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Un riconoscimento che ha determinato la conferma della presenza della società all’interno di Lead, una piattaforma per i partecipanti particolarmente coinvolti nel Global Compact.”Questo riconoscimento – ha detto Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni – conferma il valore delle nostre iniziative per la sostenibilità e rinforza ulteriormente la nostra visione di lungo termine, orientata fortemente verso la creazione di valore per, e in cooperazione con, i nostri stakeholder, dalle organizzazioni internazionali alla società civile, dagli investitori alle comunità nelle quali operiamo, combinando sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Il nostro impegno deve essere ancora più forte oggi, in un momento di trasformazione globale, perché é solo attraverso la collaborazione internazionale e multilaterale che possiamo costruire un futuro sostenibile”.Quest’anno, Eni – spiega la società in una nota – ha dimostrato il proprio impegno nel Global Compact partecipando alle Action Platforms Reporting on the SDGs e Financial Innovation for the SDGs. Ogni Action Platform riunisce imprese, reti locali del Global Compact, esperti autorevoli, società civile, governi e partner delle Nazioni Unite per risolvere problemi complessi e interconnessi, e per stimolare l’innovazione sui temi degli SDGs. In linea con questi impegni, Descalzi ha anche firmato la Dichiarazione Onu dei Business Leaders for Renewed Global Cooperation, che impegna a investire per affrontare le ineguaglianze e le ingiustizie attraverso un processo di decision-making inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli del business, come anche a rafforzare l’accesso alla giustizia, ad assicurare la trasparenza e il rispetto dei diritti umani. La dichiarazione chiede inoltre anche ai governi di sostenere il multilateralismo e la global governance per lottare contro la corruzione e costruire resilienza per raggiungere gli SDGs.Infine, Eni è tra i firmatari dei CFO Principles on Integrated SDG Investments and Finance. I principi, annunciati ai margini dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e firmati dal chief financial officer di Eni Francesco Gattei, si propongono di sottolineare il ruolo che le imprese e i CFO possono giocare nel contribuire al finanziamento degli SDGs. Sviluppati nel contesto della CFO Taskforce for the SDGs creata da UN Global Compact, i principi – si legge nella nota – puntano a guidare le imprese nell’allineare i propri impegni di sostenibilità con strategie di corporate finance credibili, al fine di creare un impatto reale a favore degli SDGs. L’obiettivo è quello di lavorare con la catena di valore dell’investimento – investitori, banche, istituzioni finanziare per lo sviluppo, agenzie di credit rating e società di valutazione di sostenibilità – per creare un mercato per investimenti e capitali a favore degli SDGs che sia vasto, liquido ed efficiente. LEGGI TUTTO

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    Edison, ok a fusione transfrontaliera per incorporazione di Edison International Holding NV

    (Teleborsa) – Il verbale del Consiglio di Amministrazione di Edison, che nella riunione del 17 settembre 2020 ha approvato il progetto di fusione transfrontaliera per incorporazione in Edison di Edison International Holding NV (società di diritto olandese direttamente e interamente controllata da Edison Spa), è stato iscritto in data 18 settembre 2020 presso il Registro delle Imprese di Milano-Monza-Brianza-Lodi.Lo fa sapere la stessa Edison con una nota. LEGGI TUTTO

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    Institutional Investor, Enel a vertici classifica “All Europe Executive Team”

    (Teleborsa) – Enel si colloca tra le società europee che, secondo la classifica “All Europe Executive Team” del 2020 della rivista Institutional Investor – editore B2B di livello internazionale – che si concentra principalmente sulla finanza internazionale hanno maggiormente impressionato gli investitori nel corso di questo anno impegnativo.Secondo quanto chiarisce la società in una nota, la sedicesima edizione del sondaggio annuale della rivista ha chiesto agli investitori e agli analisti di valutare i migliori dirigenti e i migliori programmi di Investor Relations della Regione europea.Enel si è classificata al primo per quanto riguarda il CEO, il programma di Investor Relations, l’Investor Relations Officer, l’Investor Day ma anche per le pratiche Environmental, Social and Governance (Esg). In termini di CFO, si legge ancora, Enel si è classificata al primo posto per gli analisti sell-side e al secondo posto per gli analisti buy-side.”Siamo onorati che gli analisti e gli investitori riconoscano il nostro incessante lavoro per la costruzione e la comunicazione di un modello aziendale che integra business e sostenibilità, due concetti che devono andare di pari passo nella visione e strategia di ogni azienda moderna”, ha dichiarato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel.”Dobbiamo riconoscere come si tratti di un risultato facile da ottenere quando si dispone di un team composto da persone brillanti, dotate di talento e dedizione che hanno continuato a impegnarsi a fondo per il nostro Gruppo – ha rimarcato – nonostante le difficoltà del periodo. Per tali motivi questi riconoscimenti sono dedicati a tutto lo staff di Enel”. LEGGI TUTTO

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    ARERA, Besseghini: la bolletta non può pagare la ripresa “green”

    (Teleborsa) – Liberalizzazione del mercato dell’energia, bollette e Green Deal, criticità del sistema rifiuti e ruolo di ARERA durante l’emergenza da Coronavirus. Il presidente Stefano Besseghini oggi, 17 settembre, nel corso della sua relazione annuale al Parlamento ha fissato i paletti dell’azione dell’autorità di fronte alle sfide che si è trovata, si trova e si troverà ad affrontare già nei prossimi mesi.Parlando di bollette energetiche, il Presidente di ARERA ha dichiarato che “andrebbe valutata la possibilità di destinare, nelle modalità e negli importi coerenti con altre necessità una parte delle risorse che si stanno approntando per la ripresa economica alla trasformazione energetica e alle direttrici evocate nel Piano Nazionale Energia Clima”. Ma lancia un monito: “Tutti argomenti regolarmente richiamati quando si parla di Green Deal, di economia circolare o di lotta ai cambiamenti climatici, ma che certamente non possono trovare copertura finanziaria attraverso ulteriori voci in bolletta”.A stretto giro si attende anche un nuovo step del “faticoso” passaggio al mercato libero. Ricordando come l’iter sia iniziato nel 2007 e non sia ancora giunto a compimento, il presidente di ARERA ha commentato: “Da allora la società è cambiata e il servizio elettrico rischia di passare da antesignano delle liberalizzazioni a ultimo”. “Dal gennaio 2021, però – ha proseguito Besseghini – il servizio di Maggior tutela cesserà per le piccole imprese, come previsto dalla normativa europea. Ciò impone la definizione di strumenti di salvaguardia, analoghi a quelli attivati a suo tempo per quei consumatori industriali che hanno ormai completato il passaggio al libero mercato.Per garantire efficacia al completamento del processo di liberalizzazione Besseghini fa affidamento nella disposizione presente nell’ultimo decreto Milleproroghe, in modo che fornisca “la definitiva accelerazione al processo di definizione di un Albo dei venditori”.Capitolo rifiuti. Secondo Besseghini, “per quanto possa essere impegnativo il percorso, il superamento delle numerose criticità del nostro Paese in materia di rifiuti è una necessità preesistente al Coronavirus e passa attraverso una rapida applicazione del Metodo Tariffario”. Nello specifico il presidente di ARERA ha riconosciuto al Metodo Tariffario “il pregio di costituire un elemento di riferimento nazionale comune, rispetto al quale posizionare le inevitabili differenze territoriali”, ma ha anche sottolineato che “un ruolo fondamentale sarà giocato dalle comunità locali e dai singoli utenti”.Mancanza strutturale di impianti, una governance confusa e spesso contradditoria, la polverizzazione delle gestioni e la diversa articolazione della filiera. Besseghini ha messo in fila anche tutti i difetti del sistema rifiuti ma ha spiegato che “allo stesso tempo si deve riconoscere che, per affrontarli, è necessaria l’applicazione di un metodo regolatorio che ponga al centro la verifica e la trasparenza dei costi, gli incentivi allo sviluppo infrastrutturale e al miglioramento della qualità (non solo commerciale) del servizio reso ai cittadini-utenti”.E sulla TARI: “dopo i primi pronunciamenti del Tar, che ha rigettato i ricorsi descrivendo i poteri regolatori dell’Autorità – ha aggiunto il presidente di ARERA – è innegabile che sarebbe utile un definitivo approdo normativo e giurisprudenziale, sulla natura fiscale o tariffaria della Tari”.Il Presidente di ARERA ha rivendicato il ruolo dell’Autorità anche durante la fase più critica del lockdown: “l’azione dell’Autorità si è principalmente orientata alla tutela dei consumatori, con interventi che garantissero la continuità dei servizi evitando distacchi per morosità, riducendo gli adempimenti necessari all’ottenimento e alla prosecuzione dei Bonus sociali e impostando meccanismi di rateizzazione per il recupero di somme dovute”. Ma ha anche aggiunto che “è prevedibile che presto ci troveremo di fronte al costo di queste operazioni, per quanto necessarie ed ineludibili”.Besseghini ha definito “metaemergenza” la fase di transizione che si sta vivendo in questo momento tra l’emergenza e il ritorno alla normalità, aggiungendo che nei prossimi mesi ci si dovrà attendere un rimbalzo dei prezzi dell’energia. LEGGI TUTTO

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    Recovery Fund: Descalzi, ottimo momento aggregazione

    (Teleborsa) – “Il Recovery Fund è stato in questi mesi un ottimo momento di aggregazione, con un’ottima connessione fra pubblico e privato”. Lo ha detto l’AD di ENI, Claudio Descalzi intervenendo al webinar del Gruppo Caltagiron.”Noi ci siamo occupati dei progetti energetici. Gli obiettivi sono diversi, dal creare occupazione, innovazione, ridurre componente carbonica e innovare e formare” – ha aggiunto il top manager -. Con il Recovery Fund c’è stata per l’Italia una “virtuosissima interferenza positiva e connessione tra pubblico e privato. Ogni progetto deve dare all’Italia, al Governo, la possibilità di esprimere dei parametri di confronto con altri progetti che ci sono in Europa. E’ un momento di grande lavoro. Tutto giugno, luglio e agosto siamo stati al lavoro tutti insieme per essere pronti a presentare una serie di progetti lavorando con i ministeri di competenza”.Quanto all’attuale emergenza sanitaria Descalzi ha affermato che “l’ENI non sarà più pre-covid perché il contesto non sarà più pre-covid. Il post covi sarà un processo di recupero diverso. Non percorreremo le stesse strade”. LEGGI TUTTO