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    Emissioni zero, ONU sollecita “rapido” sviluppo cattura CO2

    (Teleborsa) – L’obiettivo “zero emissioni” non sarà raggiunto se non vi sarà un “rapido” sviluppo delle tecnologie per la cattura, l’uso e lo stoccaggio del carbonio, che consentono di intrappolare e trasportare la CO2 prodotta da fonti fossili e dall’industria “pesante” perché sia riutilizzata o conservata nel sottosuolo. Tecnologie – sottolinea un rapporto dell’ONU – che devono essere sviluppate in parallelo con le tecnologie a basse o zero emissioni di carbonio e con il ricorso ai serbatoi di carbonio naturali, quali le foreste e gli oceani.L’importanza della carbon capture viene ribadita da un rapporto dell’UNECE, Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Europa, che si occupa di promuovere la cooperazione degli Stati membri verso lo sviluppo sostenibile e la prosperità economica. “È necessaria una forte volontà politica per rendere l’energia pulita e sostenibile una realtà per tutti entro il 2030”, afferma Olga Algayerova, Segretario esecutivo dell’UNECE.L’UNECE sostiene che il dispiegamento su larga scala della tecnologia per la cattura del carbonio consentirebbe ai paesi di “decarbonizzare” i settori che presentano rigidità nella riduzione della CO2 e colmare il “gap” fino a quando le tecnologie di “prossima generazione” non saranno disponibili.Il rapporto fornisce una panoramica di oltre 50 progetti per la cattura della CO2 in Europa e Nord America ed indica che Scandinavia, Stati Uniti e Regno Unito sono avanti su questi progetti, mentre altri Stati più piccoli sono attualmente alla ricerca di partner e finanziamenti internazionali.Il fattore costo rappresenta indubbiamente un ostacolo. L’UNECE stima che, solo in Europa, sono necessari 320 miliardi di euro per lo sviluppo di queste tecnologie al 2050 ed altri 50 miliardi occorrono per l’infrastruttura di trasporto.L’altro nodo fondamentale concerne l’individuazione geografica di “vaste” aree per lo stoccaggio. Oltre ai bacini sedimentari idonei del Regno Unito, dei Paesi Bassi e della Norvegia, l’UNECE vede un “potenziale” per Russia, Kazakistan, Azerbaigian e Mar Caspio.(Foto: © malp/123RF) LEGGI TUTTO

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    Petrolio, sorpresa Opec+: produzione invariata

    (Teleborsa) – Si infiammano i prezzi del greggio che registrano un rialzo di oltre 5 punti percentuali dopo il nulla di fatto dell’Opec+.Mentre è in corso il vertice virtuale dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec) e, gli alleati, insieme chiamati Opec+, l’Arabia Saudita – secondo quanto riferisce Bloomberg – avrebbe invitato alla cautela i Paesi membri in merito alla possibile riduzione dei tagli alla produzione di petrolio per il mese di aprile. Il vertice del Cartello “allargato” è stato convocato proprio per decidere l’entità dei livelli produttivi in grado di garantire l’equilibrio tra domanda e offerta e la tenuta delle quotazioni petrolifere.Riad – sempre secondo indiscrezioni – starebbe considerando di estendere il taglio volontario della propria quota di produzione di 1 milione di barili al giorno fino a tutto il mese di aprile.Le quotazioni del greggio WTI sono salite fino a 64 dollari al barile e quelle del Brent a 67 dollari.Il mercato si aspettava che l’Opec+ avrebbe ridotto i tagli alla produzione di circa 500.000 barili al giorno a partire da aprile e che, in particolare, l’Arabia Saudita ponesse fine al suo taglio volontario alla produzione di un ulteriore milione di barili al giorno. La stretta di Riad era stata annunciata nel vertice dello scorso 5 gennaio, quando avevano sorpreso il mercato annunciando un taglio temporaneo per i mesi di febbraio e marzo. Ora i sauditi potrebbero decidere di prorogarlo (anche se è un’ipotesi che era ritenuta poco probabile fino a pochi giorni fa) oppure revocarlo, in tutto o in parte, a partire dal prossimo mese.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas calano meno del previsto

    (Teleborsa) – Diminuiscono meno delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 26 febbraio 2021, sono risultati in calo di 98 BCF (billion cubic feet). Le stime di consensus erano per una contrazione degli stock di 136 BCF. La settimana prima si era registrato un calo di 338 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.845 miliardi di piedi cubici, risultando in flessione del 13,1% rispetto ad un anno fa (quando erano pari a 2.122) e del 7,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.2.023 BCF). LEGGI TUTTO

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    Energia, Arera: il 56% delle famiglie ha scelto il mercato libero elettrico

    (Teleborsa) – A dicembre 2020 le famiglie che hanno scelto il mercato libero elettrico sono oltre il 56% nella media nazionale, ma con forti differenze nel Paese. A riportarlo è ARERA, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, in occasione della pubblicazione del Rapporto annuale Monitoraggio Retail (su dati 2019). La quota sale al 70% di alcune aree del nord fino al 38% della provincia Sud Sardegna. La provincia con la percentuale più alta di clienti domestici che è uscita dal mercato tutelato è però Terni (70,78%).In base ai dati forniti da ARERA, ad aprile dello scorso anno la Lombardia era la Regione con più venditori attivi di elettricità per i clienti domestici (380). Sopra i 300 esercenti anche Lazio (327), Campania (322), Puglia (318), Piemonte (314), Toscana (313), Emilia Romagna (312) e Veneto (301). Se si guarda alle singole province, quella con il più alto numero di venditori è Milano (331) mentre quella che ne ha di meno è Enna (114).Per quel che riguarda i 10 maggiori fornitori di energia elettrica del mercato libero a fine 2019, in testa c’è Enel con una fetta di mercato vicina al 50% (48,3%) seguita a distanza da Eni (12,3%). Più indietro Hera (5,8%), Edison (3,9%) e A2A (3,7%).(Foto: © baloon111 / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Exxon Mobil, nuovo piano per aumentare ricavi e dividendi

    (Teleborsa) – La compagnia petrolifera statunitense Exxon Mobil ha annunciato, in occasione del suo investor day, un nuovo piano per aumentare i guadagni dei suoi progetti e i dividendi dei suoi azionisti. La società prevede una spesa in conto capitale di 16-19 miliardi di dollari nel 2021 e 20-25 miliardi all’anno fino al 2025 su progetti ad alto rendimento e in grado di accrescere la sua liquidità.I piani di spesa possono essere modificati per riflettere le condizioni di mercato, ha sottolineato il colosso del petrolio, come fatto nel 2020, quando la spesa in conto capitale è stata ridotta di oltre il 30% a seguito della pandemia. La società ha anche ridotto le spese operative in contanti del 15% nel 2020 e prevede risparmi strutturali permanenti di 6 miliardi di dollari all’anno entro la fine del 2023 rispetto al 2019.Gli investimenti dovrebbero generare rendimenti superiori al 30%, ha spiegato il CEO Darren Woods. In particolare, i progetti in Guyana, Brasile e nel Bacino Permiano (un’area degli Stati Uniti tra Texas e in Nuovo Messico) genereranno un ritorno del 10% a un prezzo del petrolio di 35 dollari al barile o meno. Inoltre, gli investimenti nel downstream migliorano il margine di cassa del 30% e quelli in prodotti chimici aumenteranno del 60% i prodotti ad alte prestazioni.”Il nostro portafoglio di investimenti è il migliore che abbiamo avuto in oltre 20 anni e aumenterà gli utili e il flusso di cassa nel breve termine, pur rimanendo flessibile alle condizioni di mercato e beneficiando dei continui sforzi di riduzione dei costi”, ha detto Woods. “Guardando al futuro, stiamo lavorando per ridurre le nostre emissioni e sviluppare soluzioni, come la cattura del carbonio e l’idrogeno a basse emissioni, necessarie per decarbonizzare i settori dell’economia a più alte emissioni”, ha aggiunto.Dopo un 2020 negativo sul mercato azionario, il titolo della società è in rialzo di oltre il 36% dall’inizio dell’anno, spinto dal rally del petrolio, che da alcune settimane ha superato i 60 dollari al barile. LEGGI TUTTO

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    Exxon Mobil, Michael Angelakis e Jeffrey Ubben entrano nel board

    (Teleborsa) – Exxon Mobil, colosso petrolifero statunitense, ha dichiarato l’investitore Jeff Ubben e l’ex CFO di Comcast, Michael Angelakis, si sono uniti al board della società. Le due nuove nomine arrivano dopo che Tan Sri Wan Zulkiflee Wan Ariffin, ex CEO di Petronas, è entrato nel CdA a febbraio, e si inseriscono nel più ampio progetto di rinnovo della società.”L’esperienza di Michael e Jeff nell’allocazione del capitale e nello sviluppo della strategia ha aiutato le aziende a superare transizioni complesse a vantaggio degli azionisti e delle parti interessate”, ha affermato Darren Woods, presidente e amministratore delegato di Exxon Mobil.Con le nomine di Angelakis e Ubben, il consiglio di amministrazione di ExxonMobil conta ora 13 membri, 12 dei quali indipendenti. Dal 2016 ad oggi sono stati nominati sette amministratori indipendenti. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana -338 BCF

    (Teleborsa) – Diminuiscono poco più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 19 febbraio 2021, sono risultati in calo di 338 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela poco sotto il consensus (-333 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 237 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.943 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 13,3% rispetto ad un anno fa (quando erano pari a 2.241) e del 7,7% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.104 BCF). LEGGI TUTTO

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    Chevron, fondo da 300 milioni per investire in soluzioni energetiche green

    (Teleborsa) – Chevron Technology Ventures (CTV), società di venture capital dell’azienda petrolifera statunitense Chevron, ha annunciato oggi il lancio del Future Energy Fund II, un fondo da 300 milioni di dollari che investirà su tecnologie che aiutino a rendere più green il mondo dell’energia.Con il primo Future Energy Fund lanciato nel 2018, CTV ha investito in più di 10 società per supportare lo sviluppo di soluzioni innovative nel campo della cattura della CO2, della mobilità green e dello stoccaggio di energia. Future Energy Fund II si concentrerà sull’innovazione nella decarbonizzazione industriale, sulle nuove soluzioni di mobilità emergente e sull’economia circolare del carbonio.”Continuiamo a intraprendere azioni significative per affrontare le sfide e le opportunità della transizione energetica globale – ha affermato Barbara Burger, presidente di Chevron Technology Ventures – Sono orgogliosa che il nostro secondo Future Energy Fund abbia il potenziale per rendere le catene di approvvigionamento energetiche e globali più sostenibili.Future Energy Fund II è l’ottavo fondo di venture capital lanciato da quando CTV è stato istituito nel 1999. CTV ha anche un Core Energy Fund che investe in tecnologie che possono migliorare il core business di Chevron, attraverso miglioramenti operativi, digitalizzazione e operazioni a basse emissioni di carbonio. LEGGI TUTTO