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    Saipem, perfezionata l'acquisizione di asset Naval Energies nell'eolico flottante

    (Teleborsa) – Saipem ha perfezionato l’acquisizione delle attività nel settore dell’energia eolica flottante di Naval Energies, società controllata da Naval Group. Le due società hanno comunicato che si sono verificate tutte le condizioni necessarie per perfezionare l’operazione, annunciata lo scorso 4 giugno.In particolare, Saipem ha acquisito da Naval Energies le attività nel settore dell’energia eolica flottante relative al know-how ingegneristico delle unità flottanti, i relativi diritti di proprietà intellettuale e ha integrato nella propria organizzazione un team dedicato di Naval Energies con competenze di modellizzazione e simulazione.Con questa operazione, Saipem “amplia il proprio portafoglio di tecnologie e consolida la propria posizione nel mercato delle energie rinnovabili offshore, in particolare nell’eolico flottante, ritenendo che innovazione e sostenibilità siano la chiave di volta per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”, sottolinea la società in una nota. LEGGI TUTTO

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    A Enel e Dompè il premio Attrattività Finanziaria 2021 promosso da Eccellenze d'Impresa

    (Teleborsa) – Si è svolta oggi a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana la cerimonia di consegna del Premio Attrattività Finanziaria 2021, il riconoscimento – giunto alla quarta edizione – rivolto alle imprese, quotate e non quotate, che presentano caratteristiche di eccellenza quanto a trasparenza, governance e capacità di attrarre risparmio privato per lo sviluppo e la crescita.Il Premio Attrattività Finanziaria, istituito nel 2018 da Eccellenze d’Impresa, Arca Fondi Sgr e Harvard Business Review Italia, con il patrocinio di Borsa Italiana, ha come obiettivo la valorizzazione delle eccellenze della piccola e media impresa italiana.Il regolamento del Premio prevede l’assegnazione del riconoscimento a due categorie di imprese: aziende quotate e aziende non quotate. Aperto a tutte le aziende italiane e straniere attive in Italia, senza alcun limite di dimensione o settore, il Premio ha l’obiettivo di assegnare il riconoscimento ad aziende solide sotto il profilo reddituale, con alta capacità di investimento e innovazione e soprattutto in grado – grazie a una governance corretta e trasparente – di attrarre capitali finanziari per la crescita.Per la categoria quotate il Premio Attrattività Finanziaria 2021 è stato assegnato a Enel con la seguente motivazione: “perché è una utility integrata, dalla generazione al consumatore finale. L’Italia rappresenta solo il 40% dell’EBITDA, la parte rimanente deriva principalmente da Spagna (20%) e Sud America (30%). Enel è il più grande player al mondo nelle rinnovabili per capacità installata (49 GW). La società si è impegnata a ridurre notevolmente le emissioni fissando dei target al 2030, 120GW in nuova capacità installata da rinnovabili e riduzione delle emissioni di CO2 dell’80% rispetto al 2017″.”Sono onorato di ricevere questo riconoscimento che premia il nostro modello di business sostenibile e integrato che si fonda su rinnovabili, distribuzione e servizi energetici avanzati e che fa leva sul ruolo centrale della digitalizzazione” ha dichiarato Michele Crisostomo, presidente di Enel. “I risultati confermano la nostra capacità di creare valore condiviso e sostenibile per gli azionisti e tutti gli stakeholder, promuovendo la decarbonizzazione e l’elettrificazione dei consumi. La profonda trasformazione in corso postula che le grandi aziende trasmettano il valore della sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva, per rendere le PMI competitive attraverso l’innovazione, a sostegno della ripartenza economica e sociale del Paese”. Tra le aziende non quotate il riconoscimento è invece andato a Dompè “perché ha da anni seguito una strategia di internalizzazione di tutte le fasi di sviluppo, produzione e commercializzazione dei farmaci e negli ultimi anni è cresciuta sia attraverso acquisizioni (es. divisione Farma del gruppo farmaceutico Bracco), sia attraverso lo sviluppo interno di nuove divisioni (es. Dompé Primary, divisione dedicata allo sviluppo e alla distribuzione di farmaci etici e di automedicazione)”.”Internazionalizzazione e innovazione sono le due strategie che possono permettere alle aziende italiane di competere e crescere a livello globale. L’Italia ha molte eccellenze che, se messe a sistema con un approccio di open-innovation, possono creare moltiplicatori importanti. In particolare, nel mondo della salute e della farmaceutica, dove siamo ai primi posti per produzione in Europa, le sinergie create dalla collaborazione pubblico-privato possono portare grandi frutti. Ne è una dimostrazione la nostra piattaforma Exscalate4Cov per l’intelligenza artificiale applicata alla polifarmacologia che vede Dompé capofila di un consorzio di 18 tra le migliori organizzazioni pubbliche e private europee. Questo tema sarà al centro anche delle raccomandazioni che il B20 offrirà al G 20 presieduto da Mario Draghi il prossimo Ottobre” ha commentato Sergio Dompè, presidente di Dompè e chair della Task force Health & Science del B20.La giuria del Premio – composta da Giovanna Della Posta, Marco Fortis, Federico Ghizzoni, Raffaele Jerusalmi, Emma Marcegaglia e Corrado Passera – ha anche riconosciuto due menzioni speciali per ognuna delle due categorie andate a Sanlorenzo e Sol per le quotate e ad Alfasigma e Frescobaldi per le non quotate.La cerimonia di consegna del Premio è stata preceduta dalla tavola rotonda “Dopo la crisi sanitaria: strategie e opzioni di investimento per il rilancio delle imprese italiane” nel corso della quale Luigi Consiglio, presidente di GEA, ha sottolineato come: “La potenza del sistema industriale italiano merita attenzione particolare del legislatore per aiutarne il rafforzamento patrimoniale. Pensiamo ad una nuova generazione dei PIR più adatta a mettere il risparmio delle famiglie al servizio dell’impresa. Dal lato delle aziende sarà fondamentale intraprendere il percorso di governance e controllo utili ad accogliere mezzi di terzi. Con questi semplici interventi il tessuto industriale italiano ha tutte le caratteristiche per giocare un ruolo autonomo e vincente nel panorama mondiale”. LEGGI TUTTO

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    Snam inaugura il primo TecHub: la rete del futuro parte da Bologna

    (Teleborsa) – Snam ha inaugurato oggi a Bologna il suo primo distretto del futuro (TecHub), interamente gestito con l’ausilio di tecnologie digitali funzionali all’abbattimento delle emissioni, al miglioramento della sicurezza e resilienza delle infrastrutture e all’efficienza operativa sul territorio. Il TecHub rientra in un piano complessivo di digitalizzazione delle attività di Snam che prevede 500 milioni di euro di investimenti al 2024.All’inaugurazione del TecHub di Bologna erano presenti, tra gli altri, Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e green economy, lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna, Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, Luciano Floridi, professore di Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford e di Sociologia della comunicazione all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, nonché tra i massimi esperti mondiali di intelligenza artificiale, Antonino Rotolo, prorettore dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna e Marco Alverà, amministratore delegato di Snam.Durante l’evento, Alverà e Rotolo hanno firmato un accordo di collaborazione tra Snam e l’Università Alma Mater, finalizzato ad avviare attività di ricerca, sviluppo e innovazione. Le aree di collaborazione riguarderanno in particolare le tecnologie dell’idrogeno verde e l’Industrial IoT (Industrial Internet of Things), oltre a potenziali iniziative congiunte in ambito didattico, nonché di orientamento al lavoro e trasferimento tecnologico, coinvolgendo anche startup.”L’avvio del TecHub di Bologna – ha detto Marco Alverà, amministratore delegato di Snam – è una tappa chiave del percorso di digitalizzazione della nostra rete, che diventerà sempre più intelligente, sicura e pronta alla transizione ecologica, anche attraverso il trasporto di gas rinnovabili come biometano e idrogeno. Grazie alle innovazioni che stiamo introducendo sul territorio, a supporto delle competenze delle nostre persone, vogliamo diventare la società più tecnologicamente avanzata al mondo nel nostro settore, combinando la nostra attenzione alla sostenibilità e agli ecosistemi con un uso etico e virtuoso dei dati. Il distretto di Bologna sarà uno dei poli dell’innovazione di Snam, anche grazie alla collaborazione con l’Università Alma Mater, la più antica del mondo e al tempo stesso tra quelle più proiettate nel futuro”.Il distretto centro-orientale con sede a Bologna controlla oltre 4mila km di metanodotti, 80 impianti di riduzione e più di mille punti di riconsegna tra Emilia-Romagna e Marche ed è uno degli otto presidi di Snam, distribuiti lungo l’intera Penisola, con funzioni di supervisione e controllo delle attività dei 48 centri di manutenzione attivi su tutto il territorio nazionale.Il TecHub impiegherà sistemi di monitoraggio in tempo reale degli asset, droni e satelliti a supporto del personale nelle attività di ispezione della rete – soprattutto nelle zone impervie – e soluzioni di data analytics avanzati per l’ingegneria di manutenzione e la manutenzione predittiva. È stata inoltre avviata una campagna per il monitoraggio delle emissioni fuggitive e la loro eliminazione, che fa leva su strumenti di nuova generazione in uso ai tecnici. L’obiettivo è proseguire negli sforzi di riduzione delle emissioni in vista del target di neutralità carbonica fissato da Snam per il 2040. Il digitale avrà un ruolo chiave anche in ottica di ottimizzazione dei consumi, previsione della domanda di energia e protezione fisica delle infrastrutture.La trasformazione digitale è un capitolo importante del piano strategico di Snam. Nel giro di pochi anni, l’integrazione di Internet of Things e machine learning consentirà all’azienda di trasmettere, analizzare e storicizzare in tempo reale una quantità di dati giornaliera 100 volte superiore a quella attuale, dai circa 100 gigabyte di oggi a 10 terabyte, da cui trarre indicazioni utili per l’ottimizzazione della gestione degli asset. LEGGI TUTTO

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    Decarbozazione, studio rivela: idrogeno verde non competitivo senza sussidi

    (Teleborsa) – Anche con prezzi del carbonio triplicati a 200 euro, l’idrogeno verde avrebbe difficoltà per essere competitivo, senza un sistema sussidiato. E’ quanto emerge da una ricerca dei consulenti di Guidehouse pubblicata dal think tank tedesco Agora Energiewende.Secondo Bloomberg, per rendere competitivo l’idrogeno rinnovabile si stima che saranno necessari sussidi annuali fino a 24 miliardi di euro nell’arco di un decennio. Dopo il 2030, la dipendenza dai sussidi dovrebbe diminuire.”C’è un divario di costi e dobbiamo colmarlo con i soldi dei contribuenti”, ha affermato in una intervista Matthias Deutsch, senior associate di Agora Energiewende. La transizione verso l’idrogeno verde è una parte cruciale della strategia di decarbonizzazione della UE, che prevede l’azzeramento delle emissioni di carbonio al 2050, soprattutto in alcune industrie più inquinanti come l’acciaio, la navigazione e l’aviazione. Ma la ricerca evidenza che la transizione sarà una sfida significativa e che l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili non sarà competitivo per lungo tempo. Ovviamente la domanda cresce ed il mercato accelera, quindi i costi probabilmente diminuiranno in un secondo momento ed aziende come la danese Haldor Topsoe AS e la norvegese Nel ASA puntano a rendere l’idrogeno verde competitivo già nel 2025. Una aspirazione che si sconta però con un problema di capacità. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas ultima settimana in aumento meno delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano ma meo delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 2 luglio 2021, sono risultati in aumento di 16 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela sotto il consensus (+34 BCF). La settimana prima si era registrato una crescita di 76 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.574 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 17,6% rispetto ad un anno fa (quando erano pari a 3.125) e in diminuzione del 6,9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.764 BCF). LEGGI TUTTO

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    Clima: CEO Alliance, serve segnale forte su carbon pricing

    (Teleborsa) – Un segnale forte sul carbon pricing a livello europeo viene considerato la chiave per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas serra al 55% dei livelli del 1990 entro il 2030. Ne è convinta la European CEO Alliance secondo cui la lotta al cambiamento climatico richiede uno sforzo collettivo da parte di tutti gli Stati membri dell’UE e una stretta collaborazione tra il settore pubblico e le imprese.Dodici leader aziendali si sono incontrati a Parigi per decidere come sostenere ulteriormente il Green Deal europeo. Diversi progetti intersettoriali e raccomandazioni programmatiche saranno utili alla causa globale del clima e favoriranno una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro a prova di futuro.Le proposte dei CEO includono l’invio di un segnale forte sul carbon pricing, l’accelerazione delle misure per decarbonizzare la mobilità e i trasporti, gli edifici e i sistemi energetici, nonché la velocizzazione del rinnovamento dei settori industriali chiave dell’UE.”Sono molto contento di aver potuto scambiare opinioni oggi con le aziende che forniscono soluzioni per l’attuazione del Green Deal, la decarbonizzazione dell’economia, la transizione verde e l’efficienza energetica – ha dichiarato Clément Beaune, Segretario di stato per gli Affari europei del governo francese -. Mentre la Commissione europea si prepara a presentare il suo pacchetto per l’energia e il clima “Fit for 55″, che prevede misure per ridurre le emissioni di gas serra del 55% nel 2030 e per raggiungere la neutralità in termini di emissioni di carbonio nel 2050, la mobilitazione dei protagonisti industriali ed economici sarà essenziale per raggiungere insieme i nostri obiettivi climatici”.Secondo Francesco Starace, CEO e Direttore Generale di Enel “la transizione energetica avverrà inevitabilmente e il pacchetto “Fit for 55″ è un’enorme opportunità per l’Europa per farla avvenire in modo ordinato e armonizzato, dato che avrà un impatto su molti settori e parti della società. Il nostro obiettivo è quello di elettrificare gli usi finali, insieme alla decarbonizzazione dell’elettricità – ha dichiarato Starace -. Lo scopo di queste revisioni legislative crea lo slancio per una transizione equa che porterà benefici a tutte le parti interessate. Il percorso verso la transizione verde avrà successo solo se tutti noi porteremo il nostro contributo e ci concentreremo sullo sviluppo sostenibile. Come parte della CEO Alliance, continueremo a promuovere gli investimenti e a realizzare progetti finalizzati al conseguimento di questi obiettivi”.La CEO Alliance riunisce 12 altissimi dirigenti dei settori dell’energia, dei trasporti e della tecnologia: Björn Rosengren (ABB), Thierry Vanlancker (AkzoNobel), Francesco Starace (ENEL), Leonhard Birnbaum (E.ON), Börje Ekholm (Ericsson), Henrik Henriksson (H2GreenSteel), Ignacio Galán (Iberdrola), Frans van Houten (Philips), Christian Klein (SAP), Christian Levin (Scania), Jean-Pascale Tricoire (Schneider Electric) ed Herbert Diess (Volkswagen). LEGGI TUTTO

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    B20, aumenta collaborazione tra big del settore energetico per favorire transizione

    (Teleborsa) – Maggiore collaborazione tra le aziende del settore, una grossa spinta sugli investimenti tecnologici, regolamentazioni più chiare e condivise. Sono questi i temi condivisi che sono emersi dagli interventi dei CEO di alcune delle più grandi aziende energetiche italiane durante il “B20 – G20 Dialogue on Energy, Climate and Environment”, un evento in cui si è riflettuto sul ruolo significativo che hanno le aziende energetiche nell’affrontare il problema del cambiamento climatico e nel favorire un transizione verso forme di energia meno inquinanti. La cornice era quella del B20, l’Engagement Group che ha l’obiettivo di formulare raccomandazioni di policy indirizzate alla presidenza italiana del G20.Secondo il CEO di Enel, Francesco Starace, per facilitare la transizione verso l’utilizzo di energia pulita nei prossimi dieci anni serviranno nuove e più avanzate infrastrutture, una supply chain più resiliente, maggiore accordo sui meccanismi di carbon pricing e il supporto della finanza sostenibile. I cambiamenti attesi non saranno però privi di sfide: “nella transizione molte persone avranno problemi a formarsi e trovare un nuovo lavoro, perciò la politica e le aziende avranno un ruolo così importante”, ha sottolineato Starace. Sul carbon princing (strumento che permette di attribuire un valore economico alla CO2 per aiutare le imprese ad adattare le proprie strategie), ha detto che non c’è ancora un allineamento della metodologia e che sarà fondamentale avere uno “standard unico per accelerare la transizione verso un’economia con meno emissioni di CO2”.Della necessità di meccanismi comuni sulla gestione dell’anidride carbonica ha parlato anche Marco Alverà, CEO di Snam, sottolineando l’importanza di puntare sul CCS, ovvero la cattura e sequestro (o stoccaggio) del diossido di carbonio. Alverà si è detto soddisfatto della collaborazione che sta emergendo tra le aziende del settore energetico nello sviluppo di soluzioni per combattere i cambiamenti climatici, evidenziano che l’apporto principale di Snam riguarderà i biocombustibili. “Avremo un bisogno significativo di biocombustibili e, tra di essi, un prodotto sicuramente non controverso è il biometano – ha detto Alverà – È facilmente trasportabile, immagazzinabile e permette di ridurre le emissioni di CO2. Inoltre, può essere usato nella stessa infrastruttura in cui si usa il metano”.Claudio Descalzi, CEO di Eni, ha allargato ulteriormente lo sguardo durante il suo intervento, citando i “disastri ambientali, le malattie infettive e incidenti informatici” come le tre maxi-categorie di eventi che potranno mettere in pericolo lo sviluppo globale nei prossimi decenni. “Le tecnologie sono il fattore abilitante, per mitigare i rischi e trovare soluzioni innovative per accelerare la transizione, ma non dobbiamo dimenticarci che le persone devono essere al centro della transizione”, ha detto Descalzi. LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica, Cingolani: “Sfida epocale. Accelerare capacità rinnovabile”

    (Teleborsa) – “Siamo davanti una sfida epocale. Sono passati meno di 200 anni dalla scoperta dei motori a combustione interna e da quel momento tutto ha cominciato a produrre anidride carbonica. Questo può dare il senso dell’urgenza della situazione attuale”. E’ quanto rimarcato dal Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, ospite alla presentazione dl Piano di sviluppo decennale di Terna.”A tecnologie attuali – ha sottolineato il Ministro – la strada è una sola: aumentare il funzionamento dell’energia prodotta e produrre energia non bruciando fonti fossile, ma in maniera rinnovabile. Non c’è altra strada”.Cingolani ha riconosciuto che occorre fare una serie di trasformazioni importanti: eliminare il carbone, trasformare la mobilità che è responsabile del 25% della CO2 prodotta, curare i settori manifatturieri cosiddetti hard-to-bate (energivori) responsabili di un altro 30%, arrivando così ad oltre la metà della CO2 prodotta. C’è poi un altro 22% di CO2 prodotta dalle abitazioni e dai riscaldamenti. “L’elettrificazione diventa quindi la base di partenza”, ha sottolineato il Ministro. Facendo riferimento ai numeri del Piano di Terna, il titolare del MITE ha affermato che “ci ritroveremo nei prossimi nove anni a fare una corsa contro il tempo, per aumentare di circa due volte e mezzo la potenza installata in fonti rinnovabili nel nostro Paese” e che “dovremmo installare ogni anno 8 GW di impianti – onshore, offshore, fotovoltaici ed eolici – pari a dieci volte gli 0,8 GW attuali”. “In un Paese che soffre di inefficienza di natura burocratica – ha sottolineato – ci ritroviamo di fronte a una sfida enorme” per gestire l’energy mix, per risolvere i problemi di capacity market e degli accumulatori che mancano. “ma per fortuna la transizione non dura un anno, dura 30 anni perché richiede sforzi colossali”, ha aggiunto.Cingolani ha parlato anche delle semplificazioni, affermando “abbiamo fatto un lavoro robusto sulla semplificazione, speriamo funzioni bene”. Il Ministro ha infatti spiegato che un processo autorizzativo dura 1.500 giorni ma per fare 8 GW l’anno occorre ridurre di 10 volte il tempo dell’iter autorizzativo ed arrivare ad un anno”.Cingolani ha parlato anche del modello di sostenibilità europeo, facendo cenno ai concetti di “just transition” e “No one is left behind”, che chiedono una crescita in cui tutti devono partecipare e nessuno viene lasciato indietro. “La traiettoria dura 10 anni, il PNRR è un sesto di questa traiettoria”, ha affermato. Il Ministro ha fatto riferimento anche alle difficoltà delle famiglie nel rinnovo del parco auto ed alla necessità di compensare il costo della CO2 in bolletta, ed ha affermato “queste cose qui non possono pagarle sempre cittadini che non ce la fanno”. LEGGI TUTTO