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    Energia, Cingolani: “Costo gas salirà ancora. Occorre aumentare produzione interna”

    (Teleborsa) – Nessun passo indietro sulle rinnovabili, anzi occorre imprimere un’accelerazione al cronoprogramma e consentire di istallare 60-70 Gigawatt di centrali elettriche rinnovabili entro il 2030, apportando una “correzione” al mix energetico con il 72% di rinnovabili entro la fine di questo decennio. E’ quanto ha spiegato il Ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani nel corso di una audizione congiunta presso le commissioni Ambiente di Camera e Senato, aggiungendo “io comunque 70 Gigawatt di rinnovabili che mi produrranno il 70% di elettricità verde non ce la faccio a metterli giù in due anni, tre anni, neppure se non ci fossero gli iter autorizzativi. Anche se lo facessimo in maniera selvaggia. Quindi dobbiamo garantire la transizione in questi anni e qui bisogna fare delle riflessioni”.Il titolare del MITE ha ricordato che il piano di decarbonizzazione poggia su 3 pilastri: riduzione dell’anidride carbonica diretta, riduzione CO2 indiretta tramite circolarità, riduzione passiva vale a dire la “cattura” della CO2. Il Ministro ha anticipato “ci aspettiamo ulteriori aumenti del costo del gas”, ma ha escluso che gli aumenti dipendano dalla transizione energetica in quanto “solo il 20% dipende dal costo della CO2, il resto è materia prima”. Cingolani ha poi prospettato l’ipotesi di estrarre più gas “dai giacimenti che già ci sono”, per ridurre le importazioni di gas e risparmiare denaro che “potremmo investire in mitigazione di bollette”.Un cenno anche all’impatto sociale dell’impennata del costo dell’energia. “La minaccia per le fasce vulnerabili della società – ha sottolineato – quelli che guadagnano 1.200 euro al mese e hanno la famiglia, i pensionati e per le PMI è una minaccia enorme che rischia di vanificare tutti i vantaggi che noi ci aspettiamo dalla transizione ecologica”.Cingolani ha anticipato “stiamo lavorando sui SAD, i sussidi ambientalmente dannosi, la cui rimozione ha un impatto su numerose fasce strategiche, dal trasporto al comparto agricolo”. D’altro canto uno stop ai sussidi sui combustibili fossili – ha spiegato – “potrebbe andare a compensare i costi del lavoro, ad esempio con vantaggi sul cuneo fiscale o nella dichiarazione dei redditi”, ma il tema ha a che vedere con la strategia europea “Fit for 55” ed andrà risolto nel giro di una decina di mesi. Il Ministro ha chiarito che si vogliono “evitare misure che non sarebbero capite dalla gente” e “tentare di trasformare i SAD in investimenti sulla filiera, in defiscalizzazione del lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Energia, Terna: “L'Italia e la sfida della transizione ecologica”

    (Teleborsa) – Per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione e attuare il recente pacchetto della Commissione “Fit for 55”, l’Europa e l’Italia devono accelerare con determinazione. La sfida della transizione ecologica è stata al centro di un convegno organizzato oggi da Terna all’Associazione Civita di Roma. Un dibattito che ha visto a confronto l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma e la presidente della società Valentina Bosetti con il ministro delle Infrastrutture e le Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini. “Transizione ecologica ed economia circolare sono due concetti che si uniscono. L’umanità e i suoi bisogni stanno diventando centrali nella pianificazione internazionale: il tema non è più tanto quanto denaro produciamo ma come lo produciamo. Se fossi il governo – ha affermato Donnarumma nel corso del suo intervento – utilizzerei molto il contributo che le imprese private e quelle a partecipazione pubblica possono dare. La capacità di queste aziende può essere utilizzata non solo per fare reddito ma per la ripartenza del Paese. Le grandi imprese di cui il Paese è dotato, e gli investimenti che aziende come Terna hanno fatto, sono, infatti, le locomotive del nostro Paese”. Per l’ad di Terna il principio deve essere: “meglio sbagliare qualcosa andando nella direzione giusta, recuperando strada facendo i gap, piuttosto che l’immobilismo”. Tra gli ostacoli ancora presenti sul percorso verso la transizione ecologica Donnarumma ha citato i processi burocratici e l’iter dei permessi che occorre “snellire”. “Il rischio – ha proseguito l’ad – è di deprimere gli investimenti che sono invece funzionali anche ad abbattere i costi della bolletta su cui incidono solo tra il 3 e il 4%”. In termini pratici, “per passare dalle parole ai fatti – ha spiegato Donnarumma – bisogna essere rigorosi, non darsi alibi, darsi dei tempi e misurarsi sui risultati. Per fare questo bisogna semplificare i processi decisionali, snellire la burocrazia”. Per Terna, che si pone come “regista” nel processo di transizione, i temi della sostenibilità, della decarbonizzazione, dello sviluppo di una rete elettrica resiliente sono al centro della strategia aziendale. Nel dettaglio oggi il 95% degli investimenti è “green” in base ai criteri della tassonomia europea, con un Piano di Sviluppo che prevede oltre 18 miliardi di euro di investimenti nei prossimi 10 anni. “Gli obiettivi di carattere ambientale devono avanzare di pari passo con le considerazioni economiche e sociali – ha affermato Giovannini –. La transizione ecologica fino a un anno fa non era centrale nel dibattito del nostro Paese. Per tale ragione questo governo ha, invece, deciso di creare un ministero dedicato alla transizione ecologica e ha scelto di cambiare il nome del Mit in Mims per sottolineare il concetto che la sostenibilità riguarda sia le infrastrutture che la mobilità. Il G20 alcuni anni fa aveva definito il concetto di infrastruttura sostenibile sottolineando la necessità valutare le infrastrutture in tutto l’arco della loro vita, compreso lo smantellamento, in una logica di economica circolare. La transizione ecologica richiede, infatti, un ripensamento profondo del funzionamento dei sistemi. Anche nella progettazione del Pnrr, del Fondo complementare e del Fondo Sviluppo e Coesione dobbiamo seguire un approccio sistemico e integrato e valutare in maniera l’impatto di questo investimento su dimensioni diverse da quelle classiche. Il 70% del Pnrr è stato giudicato come un contributo alla lotta al cambiamento climatico ed il nostro piano è stato indicato come il migliore di tutti i Paesi europei. Il cambiamento che stiamo provando a realizzare parte dalla richiesta a chiunque voglia fare proposte per progetti legati al Pnrr di inserire informazioni sull’economia circolare e la sostenibilità: adesso che le imprese iniziano a prendere coscienza di questo capiscono che il gioco è cambiato”.Di costi della transizione energetica e della necessità di integrazione ha parlato Bosetti. “Per calcolare i costi della transizione non bisogna pensare all’oggi ma allo scenario futuro, determinato dai cambiamenti climatici – ha spiegato la presidente di Terna –. Non parliamo mai, ad esempio, del tema della qualità dell’aria che verrebbe risolto con la elettrificazione dei trasporti. Per fare questo è importante ragionare in termini integrati. Agire in modo non coordinato fa, infatti, lievitare i costi e agitare il mercato. Ora che il commitment dell’Europa al 2050 è chiaro bisogna agire”. LEGGI TUTTO

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    UK, da agosto 12 fornitori di energia falliti per prezzi fuori controllo

    (Teleborsa) – Da agosto sono dodici le società energetiche del Regno Unito che sono uscite dal mercato a causa dei prezzi alle stelle del gas naturale, portando a oltre 2 milioni il numero di clienti che hanno perso il loro fornitore (e per i quali è dovuto intervenire il regolatore energetico Ofgem assegnando un nuovo operatore). Il prezzo del gas è più che quadruplicato da inizio anno, con circa il 50% del rialzo concentrato negli ultimi tre mesi.Le ultime due società, che hanno dichiarato il fallimento in data odierna, sono Pure Planet (che tra i suoi azionisti ha anche il colosso energetico BP) e Colorado Energy. Trovare un nuovo fornitore di energia per i loro clienti sarà complicato, poiché la maggior parte dei fornitori più grandi ha già accolto clienti in più dai precedenti fallimenti. Nel Regno Unito, quando un fornitore esce dal mercato l’Ofgem trasferisce automaticamente un cliente a un nuovo fornitore in modo che non ci siano interruzioni alla fornitura di energia.Questi fallimenti stanno causando effetti negativi a catena anche su altre società. CNG Group, società partecipata da Glencore che vende gas all’ingrosso alle utility, ha dichiarato che non è più in grado di continuare le forniture. L’amministratore delegato Paul Stanley ha detto che “la società è stata costretta in una posizione impossibile” dopo che molti dei suoi clienti hanno cessato di operare durante la crisi energetica. CNG ha ancora circa 18 utility come clienti, che ora dovranno cercare fonti alternative di gas, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    Putin: energia non è arma politica. Pronti ad aumentare forniture gas a UE

    (Teleborsa) – Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato di non stare usando l’energia come arma politica e ha ribadito di essere pronto ad aiutare l’Europa ad affrontare la crisi energetica in corso, fornendo più gas se richiesto. “Se ci chiedono di aumentare ulteriormente, siamo pronti ad aumentare ulteriormente. Aumenteremo di quanto i nostri partner ci chiederanno. Non c’è nessun rifiuto, nessuno”, ha detto durante una conferenza sull’energia a Mosca.Putin ha definito una “completa assurdità” l’accusa che Mosca stesse usando l’energia come arma politica. “Anche durante i momenti più difficili della Guerra Fredda, la Russia ha regolarmente adempiuto ai suoi obblighi contrattuali e fornito gas all’Europa”, ha affermato. “La Russia adempie pienamente ai suoi obblighi contrattuali nei confronti dei nostri partner, anche in Europa, e garantisce forniture di gas ininterrotte in questa direzione”, ha aggiunto. Nuovi gasdotti, tra cui il controverso Nord Stream 2, “assicureranno la stabilità e la prevedibilità delle forniture di gas nei volumi necessari ai Paesi europei per gli anni a venire”.Il presidente russo ha attribuito la colpa della carenza di gas in Europa alle decisioni dell’UE, alla mancanza di produzione di energia rinnovabile quest’estate e alla riduzione delle forniture da altri partner, compresi gli Stati Uniti. “Vedete, il problema non è nostro, ma è nella parte europea, perché, in primo luogo, sappiamo che i parchi eolici non hanno funzionato durante l’estate a causa del tempo, lo sanno tutti. Inoltre, gli europei non hanno pompato abbastanza gas nei loro impianti di gas sotterranei e le forniture all’Europa sono diminuite da altre regioni del mondo”, ha spiegato.Prima del discorso di Putin, il suo portavoce ha detto che il gigante del gas russo Gazprom sta già fornendo gas all’Europa ai livelli massimi previsti dai contratti esistenti. “Niente può essere consegnato oltre i contratti”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ai giornalisti, secondo quanto riporta Reuters. “Come, gratis? Si tratta di negoziare con Gazprom”, ha aggiunto.Intanto, nella giornata odierna la Commissione europea ha pubblicato il “tool box” sul caro prezzi dell’energia, ovvero la “cassetta degli attrezzi” rivolta agli Stati membri con le misure a cui potranno attingere per far fronte alla “situazione eccezionale” in corso. Il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha inoltre annunciato che il 26 ottobre si terrà una riunione straordinaria a livello UE per affrontare il tema dei rincari dei prezzi dell’energia. LEGGI TUTTO

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    Caro energia, 26 ottobre riunione straordinaria UE

    (Teleborsa) – “Osservo in primo luogo che si tratta di un fenomeno che sta interessando tutte le economie, in primis europee. E’ un fenomeno di portata ampia. Sul gas le dinamiche di prezzo sono influenzate da dinamiche strutturali e congiunturali che determinano forte volatilità soprattutto in Paesi come il nostro con dipendenza molto forte dall’estero. L’Italia importa 73 miliardi di mc e ne produce 5-6”. Lo ha detto il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso del Question Time durante il quale ha annunciato una riunione straordinaria a livello UE il 26 ottobre spiegando che l’impennata dei prezzi è stata causata da una serie di ragioni, tra le quali ha citato una riduzione delle quantità all’Europa e un basso livello degli stoccaggi così come ritardi nelle autorizzazioni. “Trattandosi di un fenomeno riguardante l’intero sistema economico va affrontato in modo coordinato e urgente a livello europeo. Ci sono iniziative in corso e gli strumenti che la Commissione europea ha in preparazione per far fronte all’aumento dei prezzi che riguarda tutte le categorie di utenti. Da questo punto di vista l’Italia sta partecipando attivamente a tutti i tavoli e consigli europei. Il 6 ottobre abbiamo avuto una ministeriale a Lussemburgo ed è stata proprio ieri convocata una straordinaria il 26 ottobre per cercare di andare a convergenza sul problema il prima possibile”, ha detto.”In sede europea si rappresenterà che l’obiettivo di sterilizzare gli aumenti per tutte le categorie produttive e sociale richiederà molte più risorse di quelle finora disponibili e teso ad agire non solo sugli effetti dell’aumento dell’energia ma anche sulle cause attraverso un rafforzamento dei meccanismi europei”, ha proseguito il Ministro. “La componente che incide di più sul costo del carburante e’ proprio l’IVA mente l’incidenza dell’accisa p minore ed ha pochi margini di manovra. Serve una accelerazione sulle misure che riguardano le rinnovabili. Lì dobbiamo andare veloci”.”Il sistema italiano di approvvigionamento del gas naturale – ha spiegato ancora Cingolani – è storicamente il più diversificato d’Europa e questo ci dà un po’ più di libertà. In in particolare con cinque gasdotti di importazione alimentati da produzioni provenienti principalmente da Russia, Algeria, Nord Europa, Libia e Azerbaijan. L’Italia può contare su una produzione nazionale che fornisce circa il 10% dei consumi interni annui e su tre rigassificatori”. LEGGI TUTTO

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    Energia, ENEA alla “Leaders' session” dei Paesi del G20 sulle tecnologie green

    (Teleborsa) – Enea ha partecipato alla 3a conferenza internazionale RD20 sulle tecnologie energetiche green in Giappone presso il National Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST), nell’ambito della “Tokyo Beyond-Zero Week 2021″.”Nel settore energetico Enea dispone di laboratori e infrastrutture, nonché di consolidate competenze e capacità di innovazione tecnologica, in grado di sviluppare dispositivi e sistemi che accelerino il processo di decarbonizzazione – ha sottolineato nel suo intervento il direttore del Dipartimento di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili Giorgio Graditi, rappresentante di Enea alla Leaders’ session della conferenza nel corso della quale i rappresentanti delle principali istituzioni scientifiche dei Paesi del G20 si sono confrontati sulle attività di ricerca e sviluppo e sulle azioni da intraprendere per collaborazione ad alto livello verso l’obiettivo di una società low carbon –. RD20 può svolgere un ruolo importante per condividere informazioni e conoscenze, sviluppare iniziative internazionali e potenziare rapporti di collaborazione in grado di favorire – ha concluso Graditi – il processo di transizione verso la resilienza climatica e la sostenibilità”. In occasione della conferenza Enea ha presentato i progetti e le tecnologie energetiche più all’avanguardia sui quali sta lavorando per accelerare il cammino verso la transizione energetica e la neutralità carbonica, in particolare le ultime ricerche e innovazioni nel campo delle fonti di energia rinnovabile (fotovoltaico e solare a concentrazione), dell’efficientamento e la decarbonizzazione dei processi industriali, dell’accumulo energetico, della smart sector integration e delle comunità energetiche. Temi centrali sono stati anche le tecnologie per la gestione e il controllo avanzato dei sistemi energetici integrati, per lo stoccaggio geologico e riutilizzo della CO2 (CCUS), per la produzione dell’idrogeno e gli usi finali nelle industrie “hard to abate”, i trasporti e il residenziale.Oltre alla “Leaders’ Session”, nell’ambito della conferenza si è svolta una “Technical Session” con focus su “approcci settoriali alla decarbonizzazione”, “accettazione sociale dell’idrogeno” e “sistemi di gestione dell’energia di nuova generazione”. LEGGI TUTTO

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    Caro energia, la Commissione Ue pubblica la sua “cassetta degli attrezzi”

    (Teleborsa) – Priorità a misure finalizzate ad attenuare l’impatto del caro prezzi su consumatori vulnerabili e piccole imprese con particolare riferimento a sostegni di emergenza al reddito delle famiglie, aiuti di Stato per le imprese e sgravi fiscali mirati. La Commissione europea ha pubblicato questa mattina il “tool box” sul caro prezzi dell’energia, la “cassetta degli attrezzi” rivolta agli Stati membri con le misure a cui potranno attingere per far fronte alla “situazione eccezionale” in corso. Bruxelles ha infatti sottolineato che serve “una risposta rapida e coordinata” che al tempo stesso non ostacoli la transizione a lungo termine e gli investimenti in fonti di energia più pulite. La stima è che la situazione si possa stabilizzare in primavera. Nel pacchetto anche indicazioni per il medio termine che prevedono, oltre ad investimenti nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica, anche possibili misure in materia di stoccaggio dell’energia e di acquisto di riserve di gas, oltre ad una valutazione dell’assetto attuale del mercato dell’energia elettrica.Tra le misure immediate elencate all’interno della comunicazione ci sono i sostegni di emergenza al reddito dei consumatori in condizioni di povertà energetica (ad esempio attraverso buoni o pagamenti parziali delle bollette) che potranno essere finanziati con i proventi del sistema UE di scambio di quote di emissioni (EU ETS), l’autorizzazione di proroghe temporanee per il pagamento delle bollette così come misure di salvaguardia per evitare la sconnessione delle utenze dalla rete e l’introduzione provvisoria di riduzioni mirate dell’aliquota d’imposta per le famiglie vulnerabili. Per le attività produttive la Commissione ha sottolineato invece la possibilità di fornire aiuti alle imprese e alle industrie, in linea con le norme UE sugli aiuti di Stato. “L’aumento dei prezzi mondiali dell’energia è fonte di grande preoccupazione per l’UE. Ora che stiamo uscendo dalla crisi pandemica e facendo ripartire l’economia, è importante proteggere i consumatori vulnerabili e sostenere le imprese europee”, ha dichiarato la Commissaria per l’Energia, Kadri Simson.La Commissione europea ha inoltre assunto l’impegno di intensificare il dialogo internazionale nel settore dell’energia “onde garantire la trasparenza, la liquidità e la flessibilità dei mercati internazionali” e chiederà all’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) di indagare su potenziali comportamenti anticoncorrenziali nel mercato dell’energia e di monitorare ancor più da vicino gli sviluppi del mercato della CO2.Con riferimento al medio periodo, Bruxelles ha garantito che “continuerà a lavorare a un sistema energetico efficiente, caratterizzato da una grossa quota di rinnovabili”. “Per quanto queste ultime stiano diventando più convenienti e rivestano sempre più importanza nella fornitura di energia alla rete elettrica e nella fissazione dei prezzi – ha però sottolineato la Commissione Ue – , nei periodi di maggiore domanda sono ancora necessarie altre fonti di energia, compreso il gas”. Per tali ragioni, nel documento è stato evidenziato che “la crisi ha messo in luce anche l’importanza dello stoccaggio per il funzionamento del mercato UE del gas”. La Commissione Ue ha sottolineato che al momento l’Unione è in grado di stoccare oltre il 20% del gas che consuma ogni anno, ma non tutti gli Stati membri dispongono di impianti appositi, e in ogni caso non sempre l’uso che ne fanno e gli obblighi di manutenzione sono gli stessi”.La Commissaria Kadri Simson presenterà la comunicazione e il pacchetto di misure ai deputati del Parlamento europeo il 14 ottobre e ai ministri competenti il 26 ottobre. I leader dell’UE saranno poi chiamati a discutere i prezzi dell’energia in occasione del prossimo Consiglio europeo del 21-22 ottobre. La Commissione ha inoltre annunciato che all’inizio del 2022 presenterà una “strategia internazionale di impegno sull’energia”. LEGGI TUTTO

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    Petroliferi in calo seguono debolezza prezzi greggio

    (Teleborsa) – Si muovono al ribasso i titoli petroliferi a Piazza Affari seguendo la performance negativa delle quotazioni di greggio. I prezzi dell’oro nero, infatti, dopo varie sedute al rialzo in scia alla grande domanda di energia a livello globale, scivolano su prese di profitto. I future sul Brent di dicembre perdono lo 0,20% a 83,4 dollari al barile mentre i derivati sul West Texas Intermediate (WTI) di novembre scambiano in calo dello 0,29% a 80,29 dollari al barile. Entrambi i future sono in rialzo di oltre il 60% da inizio anno e del 15% nell’ultimo mese.Tra i player del comparto, Tenaris sta cedendo l’1,63% mentre Eni segna una flessione dello 0,50%. Sul titolo del cane a sei zampe gli analisti di Morgan Stanley confermano la raccomandazione “overweight” ed alzano il target price a 14,70 euro dai 13,30 precedenti.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO