More stories

  • in

    Caro energia, il Consiglio Ue chiede alla Commissione di valutare il sistema ETS

    (Teleborsa) – Tra i temi trattati dal Consiglio europeo di ieri c’era anche la recente impennata dei prezzi dell’energia. Nelle conclusioni il consiglio ha sottolineato che è stato esaminato l’impatto dell’aumento dei prezzi sui cittadini e sulle imprese, soprattutto sui cittadini vulnerabili e sulle PMI, che cercano di riprendersi dalla pandemia di Covid-19. Ci sono volute quattro ore di discussioni e due di negoziati affinché i Paesi dell’Ue raggiungessero un accordo sulle conclusioni del Consiglio sul tema. Il Consiglio Ue ha invitato in primo luogo la Commissione “a studiare il funzionamento dei mercati del gas e dell’energia elettrica, nonché del mercato dell’EU ETS, con l’aiuto dell’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA)” in modo da valutare se “taluni comportamenti di negoziazione richiedano ulteriori misure di regolamentazione”. Il Consiglio ha chiesto inoltre anche agli Stati membri di utilizzare urgentemente al meglio il pacchetto di misure autorizzate da Bruxelles per fornire aiuto a breve termine ai consumatori più vulnerabili e sostenere le imprese europee, tenendo conto della diversità e specificità delle situazioni nei diversi Paesi.L’ulteriore impegno chiesto alla Commissione è anche quello di prendere in considerazione in tempi brevi misure a medio e lungo termine “volte a contribuire a un’energia a prezzi abbordabili per le famiglie e le imprese, aumentare la resilienza del sistema energetico dell’UE e del mercato interno dell’energia, provvedere alla sicurezza dell’approvvigionamento e sostenere la transizione verso la neutralità climatica, tenendo conto della diversità e specificità delle situazioni negli Stati membri”. Infine il Consiglio Ue ha chiesto alla Banca europea per gli investimenti (BEI) a individuare modalità in grado di accelerare gli investimenti nella transizione energetica “nell’ottica di ridurre i rischi di future perturbazioni e realizzare le ambizioni dell’Europa in materia di connettività globale”.”I lavori – conclude la nota dedicata al tema energia – saranno portati immediatamente avanti nella riunione straordinaria del Consiglio TTE (Energia) del 26 ottobre 2021″. Il Consiglio europeo ha fatto sapere che seguirà l’evoluzione della situazione e ritornerà sulla questione a dicembre. LEGGI TUTTO

  • in

    L'ultimo Consiglio europeo di Angela Merkel. Draghi: “Su energia fare presto”

    (Teleborsa) – Dall’uscita dalla pandemia di Covid-19 ai migranti, dal commercio alla transizione digitale, senza tralasciare alcuni capitoli dolorosi come l’escalation dei prezzi dell’energia, dovuta alla mancanza di una politica comune, e lo Stato di diritto messo in discussione dalla Polonia. Sono questi i temi principali al centro del dibattito della due giorni del Consiglio europeo, che ha preso il via oggi a Bruxelles, l’ultimo dell’era Merkel, che saluterà i suoi colleghi con una foto d’addio.Uno dei temi più spinosi la virata autoritaria della Polonia, sulla quale pende la possibilità di apertura di na procedura d’infrazione, se non misure più drastiche, che saranno valutate dalla Commissione europea, nella veste di “guardiana” dei Trattati.E poi c’è il capitolo energia, rispetto al quale il Premier Mario Draghi ha invitato i leader europei a “essere più ambiziosi e accelerare sui prossimi passi”, per definire una linea comune in merito allo stoccaggio di gas ed all’interconnessione. “Bisogna produrre subito degli inventari delle riserve presenti in Europa – ha detto – con lo scopo di proteggere tutti gli Stati membri dalle pressioni del mercato”. Il Presidente del Consiglio ha quindi rimarcato l’importanza di intervenire per agevolare la ripresa e la transizione verde. Di diverso avviso si era detta oggi la collega Angela Merkel, secondo la quale occorre “reagire con prudenza”. “Non dovremmo spegnere completamente il mercato, ma piuttosto offrire più mercato e, se necessario, adottare misure di sostegno sociale, come facciamo ad esempio in Germania”, aveva affermato arrivando al vertice Ue a Bruxelles. Quanto alla Polonia, una fonte europea ha confermato che “la questione sarà trattata, anche su richiesta di alcuni Stati, ma non ci saranno conclusioni formali”. “Sulla Polonia è necessario il confronto con i leader quando i valori Ue sono messi in discussione”, ha chiarito Ursula Von der Leyen, Presidente della Commissione europea, che è”Vi è una parte non negoziabile del nostro contratto europeo: i nostri valori di democrazia, libertà e stato di diritto”, ha affermato il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, aggiungendo “l’Unione europea non è mai stata messa in discussione in modo così radicale”. LEGGI TUTTO

  • in

    ESI cede controllata WSI Spain per 400 mila euro

    (Teleborsa) – ESI, società quotata su AIM Italia e attiva nel mercato delle energie rinnovabili come EPC (Engineering, Procurement and Construction) e System Integrator, ha ceduto il 100% di WSI Spain, società spagnola che a sua volta detiene una partecipazione pari al 67% nella Union Temporal de Empresas (UTE) PV4Baleari. Il corrispettivo è di 400.634 euro. L’operazione si spiega con la scelta di prevedere la dismissione delle proprie partecipate nei Paesi nei quali sono terminati gli interventi relativi alle attività di costruzione degli impianti, quando non sono programmate ulteriori commesse sul territorio. I proventi saranno utilizzati per investimenti interni all’azienda e per implementare le attrezzature necessarie alla costruzione di nuovi impianti, spiega la società in una nota.ESI ha inoltre comunicato di avere ottenuto, relativamente all’accordo comunicato lo scorso 29 aprile per il revamping di 18 impianti fotovoltaici per conto di un primario operatore nazionale, il riconoscimento da parte del committente di costi extra, pari a circa 300 mila euro, imputabili all’aumento dei prezzi delle materie. L’importo della commessa sale ora a 3,5 milioni di euro.”Il riconoscimento degli extra costi dovuti all’incremento dei prezzi delle materie prime attesta, da parte del nostro principale cliente, la fiducia nella nostra società, a conferma della serietà e professionalità dimostrate anche in situazioni difficili e non prevedibili quali quelle generate dalla pandemia”, ha commentato Stefano Plocco, fondatore e amministratore delegato di ESI. LEGGI TUTTO

  • in

    GreenItaly 2021: “Un'economia a misura d'uomo per il futuro dell'Europa”

    (Teleborsa) – L’Italia è il principale destinatario delle risorse del Recovery Plan e anche per questo è chiamata a un ruolo da protagonista nella transizione verde. La sostenibilità, oltre ad essere necessaria per affrontare la crisi climatica, riduce i profili di rischio per le imprese e per la società tutta, stimola l’innovazione e l’imprenditorialità, rende più competitive le filiere produttive. È quanto emerge dalla dodicesima edizione del Rapporto GreenItaly realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne, il patrocinio del ministero della Transizione Ecologica, e la collaborazione di Conai, Novamont, ed Ecopneus. Il rapporto è stato presentato questa mattina da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Andrea Prete, presidente Unioncamere; Giuseppe Tripoli, segretario Generale Unioncamere, Francesco Starace amministratore delegato e direttore generale Enel; alla presenza di Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica e di Paolo Gentiloni, commissario europeo per l’Economia, intervenuto a distanza. Sono intervenuti, inoltre Catia Bastioli, amministratore delegato Novamont e Luca Ruini presidente Conai.Il 2020 – rileva lo studio – ha mostrato nuovi record di potenza elettrica rinnovabile installata nel mondo, pari all’83% della crescita dell’intero settore elettrico nell’anno. In Italia, nel 2020, il 37% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 116 TWh. Tuttavia, la potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030. A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950mila impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936mila sono fotovoltaici, circa 5.700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie). Ma la strada da percorrere è ancora lunga. E i recenti aumenti delle bollette elettriche dovuti essenzialmente all’aumento del prezzo del gas – sottolinea lo studio – dimostrano quanto sia importante accelerare sulle rinnovabili anche per salvaguardare l’indipendenza e la competitività della nostra economia.Sono oltre 441 mila le aziende che nel quinquennio 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green:il 31,9% delle imprese nell’industria e nei servizi ha investito, nonostante la crisi causata dalla pandemia, in tecnologie e prodotti green, valore che sale al 36,3% nella manifattura. Queste imprese hanno un dinamismo sui mercati esteri superiore al resto del sistema produttivo italiano, innovano di più e producono più posti di lavoro: con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (5–499 addetti), nelle eco-investitrici la quota di esportatrici è pari al 31% nel 2021, contro un più ridotto 20% di quelle che non hanno investito. Anche sul fronte dei fatturati il 14% delle imprese investitrici attende un aumento di fatturato per il 2021, contro un 9% delle altre.”C’è un’Italia che può essere protagonista alla COP26 di Glasgow: fa della transizione verde un’opportunità per innovare – ha dichiarato Realacci – e rendersi più capace di affrontare il futuro e coinvolge già oggi da 1/3 delle nostre imprese. Nel Rapporto GreenItaly si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation UE e al PNRR. La burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento”.”Il Covid non ha fermato gli investimenti green, perché sempre più imprenditori sono consapevoli dei vantaggi competitivi derivanti dalla transizione ecologica. Ma ancora oltre la metà delle imprese manifatturiere percepisce questo passaggio più un vincolo che una opportunità – ha sottolineato Prete –. Per dare ulteriore impulso alla transizione ecologica occorre intervenire: sulla carenza di competenze attraverso percorsi di formazione adeguati; sulla diffusione di una cultura d’impresa più sostenibile; sull’accesso al credito bancario per facilitare il reperimento di risorse destinate investimenti ambientali; sulle norme e sulla fiscalità, semplificando le procedure amministrative oltre a incentivi e agevolazioni; sulla creazione di mercati per la sostenibilità (Green Public Procurement, ecc.); sull’affiancamento da parte delle istituzioni alle imprese, sia nelle problematiche di carattere tecnico e tecnologico, sia di assistenza all’accesso a risorse e servizi”.”L’Italia è in linea con quello che sta succedendo nel mondo. Abbiamo vissuto un decennio che può essere definito il Decennio delle rinnovabili, diventate l’asse portante del paradigma energetico del futuro – ha affermato nel suo intervento Starace –. Ormai sono il cuore della generazione elettrica e lo saranno anche nel prossimo decennio che sarà il decennio della elettrificazione. La crescita della elettrificazione continua il doppio rispetto alla domanda mondiale un trend che sta diventando fondamentale perché economicamente e tecnologicamente conveniente. Tutto questo ha implicazioni positive per l’Italia. Unico vulnus negativo è la digitalizzazione su cui però abbiamo fatto un buon recupero”. L’ad di Enel ha, inoltre, posto l’accento sull’importanza delle politiche industriali, come avvenuto per l’economia circolare, Industria 4.0 e il Superbonus. “Quando le politiche industriali funzionano – ha detto Starace – si vedono i risultati. Un tema su cui l’Italia deve fare attenzione è la coscienza di sé. L’Italia ha solo da guadagnare da questa transizione. Con le risorse del Pnrr e gli investimenti avremo bisogno di 15mila tecnici addizionali che non abbiamo e che stiamo formando. Occorre mettere giù politiche che faciliti o lo sviluppo. Non bisogna avere paura di questa transizione perché comunque è qualcosa che succede e tanto vale trarne beneficio”. Commentando il raggiungimento del target di installazioni di rinnovabili al 2030 per il 70% del fabbisogno l’ad di Enel si è mostrato ottimista. “Tra il 2010 e il 2013 in tre anni sono stati messi 15mila megawatt di impianti solari da parte degli italiani che insieme hanno fatto 500mila impianti sorprendendo completamente tutti gli esperti di energia del settore. Penso – ha detto Starace – che anche questa volta ce la faremo”. Sotto il profilo dell’occupazione, secondo l’analisi contenuta nel rapporto, il 2020 si conferma un anno di consolidamento nonostante le gravi difficoltà generate dalla pandemia. I contratti relativi ai green jobs, con attivazione 2020, rappresentano il 35,7% dei nuovi contratti previsti nell’anno. Andando nello specifico delle figure ricercate dalle aziende per le professioni di green jobs, emerge una domanda per figure professionali più qualificate ed esperte in termini relativi rispetto alle altre figure, che si rispecchia in una domanda di green jobs predominante in aree aziendali ad alto valore aggiunto. A fine anno gli occupati che svolgono una professione di green job erano pari a 3.141,4 mila unità, di cui 1.060,9 mila unità al Nord-Ovest (33,8% del totale nazionale), 740,4 mila nel Nord-Est (23,6% del totale nazionale), 671,5 mila al Centro (21,4% del totale nazionale) e le restanti 668,6 mila unità nel Mezzogiorno (21,3% del totale nazionale). La pandemia ha avuto un effetto asimmetrico sui diversi settori e comparti dell’economia: se molti hanno perso quote di reddito ed occupazione nel 2020, per altri c’è stata, invece, crescita o consolidamento. Il settore green rientra tra questi, avendo sostanzialmente confermato nel 2020 le performance del precedente anno sia in termini di investimenti (come visto in precedenza) sia di occupazione.L’Italia è, inoltre, leader nell’economia circolare con un riciclo sulla totalità dei rifiuti, urbani e speciali, del 79,4% (2018): un risultato ben superiore alla media europea (49%) e a quella degli altri grandi Paesi come Germania (69%), Francia (66%) e Regno Unito (57%) con un risparmio annuale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nelle emissioni (2018) grazie alla sostituzione di materia seconda nell’economia. Si conferma la leadership del nostro Paese nella riduzione di materie prime per unità di prodotto (- 44,1% di materia per unità di prodotto tra 2008 e 2019). Tuttavia, per alcuni settori, acciaio e alluminio, i rifiuti prodotti non sono sufficienti a sostenere la produzione, pertanto il nostro Paese deve ancora far affidamento sull’importazione di materia seconda dall’estero. A sottolineare il potenziale dell’Italia nella valorizzazione di materia a fine vita, anche il quarto posto al mondo come produttore di biogas – da frazione organica, fanghi di depurazione e settore agricolo – dopo Germania, Cina e Stati Uniti.La sostenibilità è, in sostanza, oramai presente nelle strategie industriali di tutti i settori dell’economia italiana, con l’economia circolare che avanza all’interno delle aziende del made in Italy. Nella filiera del legno arredo già oggi il 95% del legno viene riciclato per produrre pannelli per l’arredo, con un risparmio nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate/anno. Anche il complesso mondo dell’edilizia si muove in questa direzione, favorita dagli incentivi statali per l’efficientamento degli edifici. Un percorso che sta avendo effetti benefici anche sull’occupazione del settore cresciuta di oltre 132mila unità fra il 2019 e il 2021, di cui oltre 90mila a tempo indeterminato. Nelle strategie del settore tessile e moda, le soluzioni su cui ci si sta focalizzando sono legate anche all’eliminazione di sostanze tossiche e/o inquinanti dai tessuti, l’Italia è il primo paese al mondo nell’utilizzo della certificazione detox promossa da Greenpeace e all’impiego di materiali di origine naturale o rigenerati da tessuti pre e post consumo.La meccanica italiana, grazie alla digitalizzazione supporta da tempo l’efficientamento delle filiere produttive e la riduzione degli impatti ambientali. L’industria 4.0 accompagna la transizione digitale green, ripensando i processi di progettazione e produzione dei prodotti e componenti meccanici, e studiando le migliori soluzioni per allungare il ciclo di vita degli impianti. Il comparto dell’automotive italiano è storicamente uno dei più avanzati per le emissioni. Ma è nella produzione di veicoli elettrici e nella filiera produttiva che si gioca la partita della riorganizzazione di uno dei sistemi automotive più importanti del mondo, con un fatturato di oltre 106 miliardi, pari al 6,2% del PIL. In Italia, la produzione di auto elettriche e ibride, che nel 2019 rappresentava solo lo 0,1%, nel 2020 è salita al 17,2%, mentre nel primo trimestre 2021 è arrivata al 39,5%. Circa un’azienda su tre si è posizionata nel mercato dei veicoli elettrificati sviluppandone la componentistica. Un ruolo importante in questa riorganizzazione possono svolgere politiche di sostegno alla filiera come già avvenuto in altri Paesi e i territori, dove le competenze manifatturiere dovranno sempre più integrarsi con la ricerca e il design e creare sinergie per fare massa critica, nel segno dell’innovazione e dell’efficienza, trasformandosi da centri di produzione in poli di innovazione per l’auto elettricaIl nostro settore agricolo, dove – secondo il rapporto – molto è possibile fare, con un taglio del 32% sull’uso dei prodotti fitosanitari tra il 2011 e il 2019 e una quota di emissioni per unità di prodotto nettamente inferiore a quella delle principali economie europee si conferma il più green d’Europa. L’Italia ha il primato anche nel biologico, con il più alto numero di aziende impegnate, oltre 80mila, e una superficie coltivata a biologico aumentata del 79% negli ultimi dieci anni. Nella chimica verde poi il nostro Paese ha molto da dire. L’Italia è tra i leader mondiali della chimica bio-based attiva nella produzione di una vasta gamma di prodotti biodegradabili e compostabili sempre più utilizzati in filiere che vanno dall’agricoltura alla cosmesi, prodotti che integrano sempre più nei processi produttivi materie prime seconde derivate da rifiuti e sottoprodotti. LEGGI TUTTO

  • in

    Caro energia, Bubbico (AU): ragionare su impiego più efficace delle risorse del bonus sociale

    (Teleborsa) – Per il presidente e amministratore delegato di Acquirente Unico, Filippo Bubbico, per contenere l’impatto del caro energia sulle bollette delle famiglie più svantaggiate “la soluzione che appare più sostenibile e applicabile in tempi brevi è il mantenimento della funzione di garanzia della fornitura, a condizioni economiche trasparenti che riflettano costi efficienti di approvvigionamento”. “Questo modello di fornitura dedicata – ha precisato Bubbico in audizione in commissione Industria al Senato sulle misure urgenti per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale – non sostituisce, tuttavia, altre auspicabili misure strutturali di politica energetica e sociale”. Il numero uno di Acquirente Unico ha suggerito la possibilità di “ragionare su un impiego più efficace delle risorse destinate al bonus sociale, cui si aggiungono quelle stanziate dal decreto in esame”, risorse che “potrebbero essere erogate ai destinatari, piuttosto che in forma di sussidio, tramite misure più mirate, volte a investimenti in efficienza e ad incentivo di comportamenti più responsabili”. Bubbico ha evidenziato che il PUN (Prezzo Unico Nazionale) è aumentato di quasi il 70% nell’ultimo trimestre, un dato che evidenzia ancor di più “la necessità di poter disporre di uno strumento di tutela per i soggetti più deboli, così come peraltro richiesto dalla direttiva comunitaria 2019/944: strumento realizzabile attraverso un operatore pubblico capace di muoversi secondo le regole di mercato ma cogliendone le migliori opportunità”. “Per spingere sulle rinnovabili, come è necessario e doveroso (anche a fronte degli impegni assunti a livello internazionale), è necessario reingegnerizzare l’intero sistema – ha proseguito Bubbico –. Significa realizzare una svolta non solo ecologica, ma anche digitale, perché è attraverso il governo del sistema e la gestione ottimizzata dei dati che è possibile realizzare obiettivi in grado di limitare i costi aggiuntivi che l’attuale viscosità del sistema rende inevitabili”. “Quel che occorre per prendere decisioni informate e comporre strategie vincenti – ha sottolineato – è una base dati completa, coerente, logicamente organizzata e non segmentata. Una parte di questa base dati è certamente quella presente nel Sistema Informativo Integrato di Acquirente Unico”.(Foto: © baloon111 / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    E-Distribuzione, al via collaborazione con Sky per raccontare l'energia dell'arte

    (Teleborsa) – Raccontare, attraverso un viaggio in sei regioni, come le cabine elettriche in tutta Italia stiano cambiando volto grazie alla street art. Nasce con questo obiettivo “Cabin street: l’energia dell’arte”, il nuovo format nato dalla collaborazione tra E-Distribuzione e Sky Arte, in onda dal 21 ottobre alle 20:45, in streaming su NOW e disponibile on demand.In ogni puntata un artista e una personalità di ogni territorio si incontreranno per presentare un’opera realizzata su una cabina elettrica. Il racconto itinerante del progetto di E-Distribuzione per trasformare le infrastrutture in opere d’arte farà tappa in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Campania con gli artisti Joys, Riccardo “Ten” Colombo, Coquelicot Mafille, Elisabetta Mastro, Danilo Pistone “Neve”, Giovanni Magnoli, “Refreshink”. Ormai da alcuni anni le cabine elettriche, infrastrutture indispensabili per la distribuzione dell’energia, stanno diventando anche elementi di pregio estetico sui territori, integrandosi sempre di più nel contesto in cui sono inserite. Grazie alla collaborazione con writers e artisti, E-Distribuzione sta, infatti, creando una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto, con centinaia di opere già presenti in tutto il Paese.Gli artisti, le scuole, le amministrazioni locali e le associazioni culturali possono proporre a E-Distribuzione progetti di street art sulle cabine secondarie scrivendo alla casella di posta dedicata. LEGGI TUTTO

  • in

    Petroliferi in rialzo seguono salita prezzi greggio

    (Teleborsa) – Si muovono al rialzo i titoli petroliferi a Piazza Affari seguendo la performance positiva delle quotazioni di greggio. I future sul Brent di dicembre salgono dello 0,58% a 84,8 dollari al barile mentre i derivati sul West Texas Intermediate (WTI) di novembre scambiano in calo dello 0,73% a 83,03 dollari al barile. Tra i player del comparto, Tenaris sta guadagnando l’1,3% mentre Eni lima lo 0,05% dopo una prima parte della seduta altalenante. (Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    Aumento prezzi energia, Goldman Sachs: impatto limitato su redditi europei

    (Teleborsa) – I prezzi all’ingrosso europei di gas ed elettricità sono aumentati, rispettivamente, di oltre il 200% e il 300% dall’estate. Il passaggio dell’aumento dei prezzi ai consumatori finali è tuttavia stato per ora limitato e varia notevolmente da un Paese all’altro, anche per la diversa regolamentazione, la durata dei contratti, la differente composizione del prezzo dell’energia al dettaglio e l’intervento dei governi nazionali. Secondo una nuova ricerca di Goldman Sachs, l’effetto negativo sui redditi disponibili sarà concentrato nel quarto trimestre del 2021, colpendo “in modo sproporzionato Spagna e Regno Unito (circa lo 0,6% del reddito disponibile)” e “dissipandosi rapidamente l’anno prossimo”. Nonostante le diffuse preoccupazioni, la banca d’affari statunitense prevede “effetti limitati e solo di breve durata della crisi energetica sui consumi e sulla crescita”.Andando ad analizzare le differenze tra i maggiori Paesi europei, Goldman Sachs osserva che lo shock dei costi energetici è limitato in Germania e Francia, ma consistente in Italia, Spagna e Regno Unito. “Gli aumenti dei prezzi del gas sono i principali fattori trainanti in Francia e in Italia e i prezzi più elevati dell’elettricità in Spagna”, si legge nel rapporto, dove viene sottolineato che “le risposte politiche contengono l’effetto negativo sui redditi disponibili, ma lo shock rimane consistente in Spagna, e in particolare nel Regno Unito, dove il governo finora non è intervenuto e gli aumenti dei prezzi di elettricità e gas riflettono l’adeguamento dei prezzi massimi di Ofgem in ottobre”.Tra le differenze più evidenti tra i Paesi oggetti dell’analisi, ci sono il fatto che Italia e Spagna hanno il cuneo fiscale più elevato sul gas per i consumatori al dettaglio (40% per entrambi), ma il più basso sull’elettricità (rispettivamente 13,2% e 17,3%). Inoltre, i prezzi al dettaglio dell’elettricità e del gas tendono ad essere modificati più frequentemente in Spagna e in Italia. Se elettricità, gas e benzina sono i costi energetici più importanti per le famiglie in Europa e nel Regno Unito, la Spagna e il Regno Unito utilizzano più benzina e la Germania e l’Italia dipendono in misura relativamente elevata dal gas. LEGGI TUTTO