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    Waga Energy, debutto positivo sulla Borsa di Parigi

    (Teleborsa) – Waga Energy, azienda francese attiva nella produzione di biometano da gas di discarica, ha registrato un debutto positivo sulla Borsa di Parigi. Il titolo ha chiuso la prima seduta su Euronext Paris a quota 26,2 euro, in rialzo dell’11,3% rispetto al prezzo di riferimento di 23,54 euro indicato in sede di offerta pubblica iniziale (IPO), il quale le avrebbe dato una capitalizzazione di circa 448,8 milioni di euro. L’offerta ha raccolto circa 110 milioni di euro.”Di fronte all’emergenza climatica, la principale sfida del 21° secolo sarà quella di sostituire i combustibili fossili con energie rinnovabili – hanno commentato i fondatori Mathieu Lefebvre, Guénael Prince e Nicolas Paget – Waga Energy spera di contribuire a questo processo con la sua tecnologia brevettata WAGABOX, che produce grandi quantità di biometano a prezzi competitivi utilizzando il gas emesso dai siti di stoccaggio dei rifiuti”. “Dagli inizi come pioniere della tecnologia, l’ambizione di Waga Energy è quella di diventare leader mondiale nella produzione di biometano, al fine di gettare le basi per un mondo alimentato da energia pulita”, hanno aggiunto.La tecnologia della società (fondata nel 2015) recupera il metano emesso spontaneamente dai rifiuti di discarica e lo immette direttamente nelle reti del gas, in sostituzione del gas naturale. Dieci unità WAGABOX sono state messe in servizio in Francia dal 2017 e hanno già immesso più di 30 milioni di metri cubi di biometano, ovvero 320 GWh di energia rinnovabile, evitando così l’emissione in atmosfera di 57.000 tonnellate di CO2 equivalente. L’IPO serve per accelerare l’implementazione della tecnologia WAGABOX in Europa e Nord America. LEGGI TUTTO

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    Eni e Point Resources avviano revisione quote su Var Energi

    (Teleborsa) – Eni e Point Resources, società di HitecVision, proprietarie rispettivamente del 69,85% e del 30,15% di Var Energi AS, hanno intenzione di avviare una revisione strategica riguardante il futuro assetto proprietario di Vår Energi, al fine di perseguire al meglio la crescita futura e massimizzare la generazione di valore. La revisione – si legge in una nota congiunta – prenderà in considerazione varie alternative, inclusa una possibile offerta pubblica iniziale (IPO). Eni continuerà a detenere una quota di maggioranza nella società, mantenendo il consolidamento a patrimonio netto.Var Energi è una società integrata di esplorazione e produzione, costituita nel 2018 dalla fusione di Eni Norge e Point Resources, e oggi è il più grande operatore indipendente della piattaforma continentale Norvegese, con una produzione di 239.000 barili di olio equivalente al giorno nel primo semestre 2021 e una base di riserve 2P (SEC) di 1.147 milioni di boe a fine 2020. LEGGI TUTTO

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    Caro bollette, al via dibattito UE

    (Teleborsa) – L’Italia ha già adottato misure a livello nazionale per mitigare l’impatto dei rincari dei prezzi energetici sulle categorie più vulnerabili, ha riserve di gas che sono superiori a quelle della media UE, e accoglie con favore le intenzioni manifestate dalla Commissione di lavorare alle ipotesi di approvvigionamento volontario congiunto di scorte di gas, e su regole che definiscano le modalità operative a livello europeo per la gestione degli stoccaggi, ma senza distorsioni di mercato.Questo, in sintesi, quanto ha affermato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel suo intervento alla riunione straordinaria del Consiglio Energia dell’UE oggi a Lussemburgo. Nel dibattito pubblico che è stato ritrasmesso sul sito web del Consiglio, il ministro ha anche sollecitato la Commissione a promuovere più concorrenza fra i fornitori esteri e lo sviluppo di una maggiore produzione interna di gas. Cingolani ha anche sottolineato che va affrontato, nella revisione delle norme sul mercato dell’energia, il cosiddetto “effetto pancaking”, ovvero la stratificazione dei costi lungo la rotta del gas importato, che penalizza i paesi periferici (e l’Italia fra questi). Il Ministro, infine, ha affermato che l’Italia è favorevole a investire nella ricerca e innovazione per le rinnovabili, lo stoccaggio e per tutte le tecnologie emergenti.”L’aumento dei costi è dovuto essenzialmente a un aumento della domanda globale, all’accelerazione nella decarbonizzazione e alla ripresa economica, ma anche a dinamiche di mercato una forma di nervosismo dei mercati”, ha esordito Cingolani. “Come Italia – ha proseguito -, noi abbiamo adottato delle misure per proteggere consumatori e imprese, che sono in linea con il ‘Toolbox'”, l’elenco di provvedimenti che possono essere presi a livello nazionale presentato dalla Commissione agli Stati membri. “In particolare – ha spiegato il ministro -, per il quarto trimestre dell’anno, una parte del carico degli incentivi sulle rinnovabili, che è nelle bollette, è stato trasferito sulla fiscalità generale; è stata ridotta l’IVA sul gas naturale, sono state introdotte agevolazioni ai clienti vulnerabili e una parte dei costi di queste misure è stato compensato con i proventi delle quote del mercato Ets”, la borsa europea dei permessi di emissioni di CO2. Cingolani ha anche sottolineato che “il mercato europeo, basato su regole di concorrenza e su sistemi infrastrutturali interconnessi, deve consentire il libero flusso di gas tra i vari Stati membri e l’integrazione di tutti i mercati che lo compongono”. Insomma, gli stoccaggi da parte degli Stati membri non devono diventare un ostacolo alla libera circolazione del gas.Inoltre, “l’Italia si attende che nella prossima revisione della legislazione sul mercato del gas vengano prese misure per affrontare il cosiddetto effetto pancaking (cumulo dei costi, ndr) delle tariffe regolamentate sui punti di interconnessione intra Unione europea”. Queste misure dovrebbero essere volte a “non penalizzare con oneri eccessivi i consumatori finali, in particolare quelli dei mercati periferici”. L’Italia, infine, “è fortemente favorevole a ricerca, sviluppo e innovazione nel settore dello stoccaggio e di tutte le forme di energia pulita; e quindi – ha concluso Cingolani – anche noi siamo convinti che, sempre in base al principio di neutralità tecnologica, si debba investire su tutte le tecnologie emergenti per il futuro”. LEGGI TUTTO

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    Energia, niente intesa al vertice UE. Tutto rimandato a dicembre

    (Teleborsa) – Nulla di fatto all’atteso Consiglio europeo straordinario dei ministri dell’Energia, che doveva affrontare i temi della corsa dei prezzi energetici e del caro-bollette con l’obiettivo di concordare una riforma del mercato energetico del Vecchio Continente. “Non è emersa una posizione consensuale circa gli interventi che vanno applicati a livello UE”, ha affermato alla fine della riunione Jernej Vrtovec, ministro delle Infrastrutture della Slovenia che detiene la presidenza di turno dell’UE, aggiungendo che “un approccio comune è necessario” e che “il consiglio dei ministri dell’Energia di dicembre sarà un appuntamento fondamentale e potrà preparare il summit dei leader”.La responsabile della politica energetica del blocco, Kadri Simson, ha aggiunto che a dicembre sarà presentato “un pacchetto completo per la decarbonizzaione del mercato del gas e per il mercato dell’idrogeno”. “Noi tutti condividiamo la preoccupazione per i più vulnerabili, la priorità è proteggere cittadini e imprese. Per quanto riguarda le politiche fiscali e l’energy mix ciascun Stato membro ha una situazione diversa”, ha spiegato la commissaria UE all’Energia, bocciando, di fatto, la proposta spagnola di disaccoppiare i prezzi dell’elettricità da quelli del gas. “Non è chiaro come potrebbe funzionare un sistema con due prezzi a seconda delle fonti e non sappiamo se è la soluzione”, ha sottolineato Simson.Secondo la commissaria estone, l’UE deve valutare vantaggi e svantaggi della proposta avanzata da alcuni Stati membri che chiedono l’introduzione di acquisti congiunti di gas. “Ci sono molti punti da considerare, come ad esempio chi pagherà i costi di acquisto e stoccaggio del gas, e come il gas sarà trasportato tra le diverse regioni”, ha detto Simson, sottolineando che gli acquisti congiunti di gas sono solo una delle opzioni in campo.Intanto, un nuovo report della Commissione europea ha affermato che nel 2020 le energie rinnovabili hanno superato i combustibili fossili come fonte di energia numero uno nell’UE per la prima volta nel 2020, generando il 38% di elettricità, rispetto al 37% dei combustibili fossili. Ad oggi, 9 Stati membri dell’UE hanno già eliminato gradualmente il carbone, altri 13 si sono impegnati a una data di eliminazione graduale e 4 stanno valutando possibili tempistiche. Rispetto al 2019, le emissioni di gas serra dell’UE27 nel 2020 sono diminuite di quasi il 10% grazie soprattutto all’impatto della pandemia, che ha portato la riduzione complessiva delle emissioni al 31% rispetto al 1990.Il consumo di energia primaria è diminuito dell’1,9% e il consumo di energia finale dello 0,6% lo scorso anno. Tuttavia, entrambe le cifre sono al di sopra della traiettoria richiesta per raggiungere gli obiettivi dell’UE per il 2020 e il 2030. I sussidi ai combustibili fossili sono leggermente diminuiti nel 2020, a causa del minor consumo energetico complessivo. Nel 2020 sono aumentate le sovvenzioni per le energie rinnovabili e per l’efficienza energetica.(Foto: © vchalup / 123RF) LEGGI TUTTO

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    ENEL X, annunciata partnership con Gogoro per supportare stabilità reti elettriche di Taiwan

    (Teleborsa) – Favorire l’integrazione di energia rinnovabile nelle reti elettriche a Taiwan. Questo l’obiettivo della collaborazione annunciata oggi – da Enel X e Gogoro. Il progetto, ideato per supportare la rete elettrica locale gestita dall’azienda pubblica Taiwan Power Company (TPC), prevede l’utilizzo della piattaforma VPP di Enel X e la piattaforma di scambio delle batterie della Rete Gogoro. “In qualità di leader globale nel trasporto urbano sostenibile e nella ricarica per la sostituzione delle batterie, Gogoro si impegna a collaborare con utility pubbliche come TPC a Taiwan e leader di settore come Enel X per sfruttare a pieno il potenziale di tecnologie innovative, come quelle che permettono di differire nel tempo l’utilizzo dell’energia, al fine di favorire la transizione verso le energie rinnovabili, prima a Taiwan e prossimamente in altri mercati – ha affermato Horace Luke, fondatore e ceo di Gogoro –. Grazie all’adesione alla piattaforma digitalizzata VPP di Enel X, uniamo i nostri ecosistemi di tecnologie innovative per aiutare le utility pubbliche ad incorporare nuove fonti di energia rinnovabile”. Aggregando le risorse energetiche distribuite in modo da creare una “centrale elettrica virtuale” che fornisce energia in modo programmato, Enel X consente alle aziende di contribuire a sostenere la rete elettrica e la transizione verso le energie rinnovabili. Nel dettaglio, quando viene chiamato da TPC, il VPP di Enel X riduce automaticamente il consumo di energia delle sue reti, comprese le stazioni GoStation di Gogoro, per aiutare a proteggere la rete e mantenere stabile la fornitura di energia elettrica. “Grazie alla disponibilità di programmi di mobilità sostenibile e di demand response, – spiega Enel X in una nota – esiste un’ulteriore possibilità di integrare le energie rinnovabili nelle reti elettriche. Queste nuove risorse saranno sempre più importanti in quanto Taiwan lavora per raggiungere i suoi obiettivi di energia pulita a zero emissioni, che richiederanno l’integrazione di grandi quantità di generazione di energia rinnovabile variabile nel sistema elettrico del Paese”. “Siamo entusiasti di aggiungere Gogoro alla nostra rete VPP mentre lavoriamo per favorire la decarbonizzazione e l’elettrificazione del settore energetico di Taiwan. Attraverso la nostra collaborazione, Gogoro sarà il primo fornitore di mobilità elettrica a Taiwan a partecipare a una VPP e lo farà insieme ad altre aziende all’avanguardia di tutta Taiwan che riconoscono questa opportunità di generare un nuovo, significativo flusso di ricavi, perseguendo al tempo stesso i loro obiettivi di sostenibilità – ha affermato Jeff Renaud, responsabile di Enel X Asia e Oceania –. Vediamo un enorme potenziale nel collegare la straordinaria rete di stazioni di scambio delle batterie di Gogoro con la nostra piattaforma VPP, sia qui a Taiwan che potenzialmente all’estero. In tal modo, possiamo creare insieme nuove risorse che sostengono la transizione verso le rinnovabili, accelerando al contempo anche l’elettrificazione dei trasporti”.La Rete Gogoro (Gogoro Network) è una piattaforma aperta per lo scambio di batterie e i servizi di mobilità intelligente, che offre una nuova alternativa al carburante tradizionale. Gogoro Network crea una nuova generazione di rifornimento a batteria scambiabile che è intelligente, scalabile e si ottimizza continuamente per essere dinamica e versatile per le persone, le comunità e le aziende. Attualmente a Taiwan, Gogoro ha più di 2.100 stazioni di scambio di batterie GoStation con quasi 1,3 GWh di potenza. Il programma Powered by Gogoro Network offre ai partner produttori di veicoli l’accesso alle innovazioni di Gogoro, tra cui le trasmissioni e i controller intelligenti, i componenti e i sistemi intelligenti, in modo che possano sviluppare e lanciare veicoli elettrici unici che si integrino con lo scambio di batterie della Rete Gogoro. LEGGI TUTTO

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    General Electric rivede al rialzo l'outlook dopo trimestrale positiva

    (Teleborsa) – General Electric, multinazionale statunitense attiva nel campo della tecnologia e dei servizi, ha rivisto al rialzo la guidance del gruppo sugli utili dell’anno, dopo risultati per il terzo trimestre migliori delle attese. I ricavi totali del terzo trimestre 2021 sono stati pari a 18,43 miliardi di dollari, in frazionale calo (-1%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La divisione Aviation, in particolare, ha registrato ordini in aumento del 69% e ricavi in aumento del 10%. Gli utili adjusted sono risultati pari a 57 centesimi per azione, contro gli 0,38 centesimi per azione del terzo trimestre 2020 e i 43 centesimi per azione attesi dagli analisti, secondo dati Refinitiv.”Il team di GE ha realizzato un altro trimestre solido – ha commentato il presidente e CEO Lawrence Culp – Gli ordini sono cresciuti, i margini si sono ampliati, la nostra performance di cassa complessiva è stata significativamente migliore e la divisione Aviation sta guadagnando slancio e mostra continui segnali di ripresa”.”I team stanno gestendo un ambiente operativo impegnativo, comprese le interruzioni della catena di approvvigionamento globale e la pressione del mercato eolico onshore a causa del credito d’imposta sulla produzione degli Stati Uniti – ha aggiunto – In questo contesto, stiamo alzando le nostre aspettative di utile per azione per il 2021 e restringendo le nostre prospettive di free cash flow per l’intero anno”.L’azienda di Boston ora stima utili adjusted per il 2021 inclusi tra 1,80 e 2,10 dollari per azione, rispetto agli 1,2-2,00 dollari per azione stima in precedenza. Il free cash flow 2021 è ora atteso tra 3,75 e 4,75 miliardi di dollari, anziché tra 3,5 e 5 miliardi di dollari. General Electric prevede una crescita dei ricavi, un’espansione dei margini e un free cash flow più elevato nel 2022 e fornirà maggiori dettagli in occasione della prossima trimestrale.(Foto: Jetcityimage | Dreamstime) LEGGI TUTTO

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    PNRR, Cingolani: “Al 2030 70% fabbisogno energia da rinnovabili. Obiettivo sfidante ma fattibile”

    (Teleborsa) – “L’obiettivo del Pnrr di arrivare al 70% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, è molto sfidante, ma fattibile”. È quanto ha affermato il ministro per la Transizione Ecologia, Roberto Cingolani intervenendo al Forum Auto Motive di Milano dal titolo “Troppi blablabla sulla mobilità green, occorrono più realismo e trasparenza. E meno azzardi”. Per centrare l’obiettivo, secondo Cingolani, “bisognerà decuplicare ogni anno la potenza delle rinnovabili installate”, oppure abbinare altre fonti “verdi” come il nucleare di quarta generazione, “ma prima – ha affermato il ministro – vogliamo vedere i numeri di Paesi in cui sarà installata”. “La transizione – ha sottolineato Cingolani – deve essere sostenibile e giusta anche per l’industria e i posti di lavoro, non deve lasciare indietro nessuno. Va bene spingere sull’elettrificazione, ma dobbiamo essere sostenibili anche nel fare gli impianti di produzione di energia”.La transizione verso la mobilità elettrica – ha detto il ministro – “deve durare 9-10 anni come minimo. È velleitario dire che c’è una soluzione pronta. Oggi non abbiamo energia verde e batterie sufficienti per un mercato di auto elettriche di massa”. Ad oggi – come ha sottolineato Cingolani – il nostro Paese sconta anche i mancati investimenti in ricerca. “Non siamo stati molto lungimiranti negli ultimi anni e i risultati si vedono sull’elettrificazione, dove non siamo stati molto rapidi, e sulla tecnologia, dove si è dismessa e delocalizzata la produzione di chip che oggi mancano. Questo – ha proseguito il ministro – ci insegna che la mancanza di ricerca e sviluppo pesa e oggi la stiamo pagando”. Secondo Cingolani chi si è mossa meglio sull’elettrificazione è stata la Cina che “ci ha visto lungo e controlla gran parte delle riserve di litio”. “Non credo – ha aggiunto – che le loro auto siano ancora al livello delle nostre. Possiamo ancora reagire e colmare il gap sull’elettrificazione e mantenere la leadership che oggi ancora abbiamo sull’auto come oggetto integrato e connesso. Ma la concorrenza cinese non mi preoccupa tanto sulle auto, ma in altri campi come 5G e batterie, dove la Cina ha investito con lungimiranza”. In tale scenario Cingolani ha definito la gigafactory di Stellantis a Termoli “uno dei primi progetti su cui abbiamo lavorato per non restare indietro come Paese e per poter riconvertire impianti e forza lavoro”. Cingolani ha assicurato che nella Manovra ci sarà spazio per incentivi per l’auto, confermando che fra le ipotesi allo studio c’è quella di incentivi strutturali triennali. Per accelerare sulla transizione, Cingolani ha ricordato che è stato creato il Cite, un comitato interministeriale che si riunisce mensilmente. “Il problema – ha spiegato – è la dimensione del programma, in termini di fondi da gestire e obiettivi. Stiamo adeguando le strutture e stiamo lavorando a tappe forzate, ma non possiamo fare maratona al ritmo dei 100 metri, ora dobbiamo completare la struttura e lo staff”. LEGGI TUTTO

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    Ecomondo-Key Energy, ENEA presenta piattaforma per riuso acque reflue in agricoltura e una hydrogen valley

    (Teleborsa) – Una piattaforma per il riuso in agricoltura delle acque reflue depurate e un incubatore tecnologico per lo sviluppo di una filiera nazionale dell’idrogeno. Sono queste le principali novità che Enea presenta alla Fiera internazionale di Ecomondo/Key Energy, in programma a Rimini dal 26 al 29 ottobre. Presso lo stand dell’Agenzia sarà possibile conoscere anche le ultime soluzione nel campo della ricerca ambientale (recupero di materie critiche da smartphone, TV e computer, piattaforma di simbiosi industriale, agricoltura sostenibile e blue economy) ed energetica (agrivoltaico, batterie per la mobilità sostenibile e comunità energetiche).Nel dettaglio il prototipo hi-tech per il riuso delle acque reflue è stato sviluppato da Enea e Università di Bologna, in collaborazione con Gruppo HERA e Irritec nell’ambito del progetto VALUE CE-IN, un’iniziativa di ricerca industriale coordinata dal laboratorio Enea per l’Ambiente e finanziata dalla Regione Emilia Romagna con oltre un milione di euro per valorizzare l’intera filiera di trattamento delle acque reflue da abitazioni e industrie e dei fanghi di depurazione, in ottica di economia circolare e di simbiosi industriale. La piattaforma sperimentale, in funzione presso il depuratore di HERA a Cesena, acquisisce le informazioni sulla qualità delle acque trattate e sulle esigenze idriche e di fertilizzazione di un terreno sperimentale coltivato ad arbusti e ortaggi, su cui vengono fatte affluire, con sistemi irrigui di precisione, le acque depurate nell’impianto Hera. “Il riuso delle acque reflue in agricoltura rappresenta un aspetto rilevante di economia circolare, soprattutto nel nostro Paese che, secondo i dati Arera, si colloca in Europa subito dopo la Norvegia per i prelievi pro-capite di acqua dolce per servizi pubblici, di cui circa il 50% per uso agricolo”, spiega Roberto Morabito, direttore del dipartimento Enea di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali. Nell’ambito della Fiera Key Energy sulle tecnologie energetiche, Enea presenta il progetto Hydrogen Demo Valley, un incubatore tecnologico nazionale finanziato dal ministero della Transizione Ecologica con 14 milioni di euro, che sta nascendo nel Centro Ricerche Enea Casaccia, vicino Roma. La ricerca riguarderà l’intera filiera dell’idrogeno, dalla produzione alla distribuzione, dall’accumulo agli usi finali, in collaborazione con aziende, associazioni di categoria, enti di ricerca e università. Attualmente l’idrogeno verde può essere ottenuto da diverse fonti di energia rinnovabile come eolico e fotovoltaico; la piattaforma di ricerca Enea consentirà la sperimentazione di nuove tecnologie legate, ad esempio, allo smaltimento dei rifiuti (biomasse residuali), al recupero di sottoprodotti industriali e al calore rinnovabile ad alta temperatura ottenuto in impianti solari a concentrazione. All’interno dell’incubatore, inoltre, potrà essere utilizzato idrogeno puro e in miscela per la produzione di energia elettrica, saranno messe a punto miscele idrogeno-metano (blending) da immettere in una pipeline interna dedicata di distribuzione del gas e realizzato un “idrogenodotto” locale per il trasporto di idrogeno puro in pressione da utilizzare a seconda della domanda delle utenze. Tra le applicazioni possibili c’è anche il “Power to Gas” per lo stoccaggio e la distribuzione dell’idrogeno prodotto dall’energia elettrica generata da fonti rinnovabili, che agisce come raccordo tra produzione e utilizzo. I ricercatori Enea condurranno anche studi di fuel e load flexibility su turbine a gas per la valutazione del comportamento delle macchine in condizioni di miscele (gas naturale/idrogeno) e di carico variabili. È prevista, inoltre, la realizzazione di una stazione di rifornimento per veicoli a idrogeno, come mezzi per la movimentazione delle merci, bus e automobili, in uso all’interno del centro ricerche Enea. “Questo incubatore – sottolinea Giorgio Graditi, direttore del dipartimento Enea di Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili – si candida come best practice da replicare in realtà quali siti produttivi e distretti industriali, aree dismesse o aree da riqualificare, per sostenere il ruolo dell’idrogeno come tecnologia abilitante per la transizione energetica e la decarbonizzazione, così come previsto e incentivato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che destina all’idrogeno 3,7 miliardi di euro”. LEGGI TUTTO