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    A2A anticipa target Piano. Mazzoncini: “Saremo leader transizione e protagonisti nel biometano”

    (Teleborsa) – Il Piano industriale aggiornato di A2A intitolato “Beyond expectations” protietta la life compagny verso i target di metà secolo, anticipando di un decennio il target Nex Zero al 2040. Un piano che – ha sottolineato l’Ad Renato Mazzoncini durante la presentazione – che fa perno su risultati raggiunti superiori alle aspettative. Dalle slide è emerso che A2A conta di chiudere il 2021 con un EBITDA di 1,4 miliardi (+15% rispetto agli 1,2 miliardi attesi) e con investimenti per 1,7 miliardi al di sora degli 1,3 miliardi previsti e quasi il doppio rispetto ai 900 milioni del 2020. La life company ha quindi anticipato di 2 anni i target pevisti dal precedente piano.Su queste basi solide – ha spiegato Mazzoncini – la multiutility sta portando avanti la transizione e costruendo un modello che sarà un mix di elettrone e molecola verde e vedrà una compressione dei combustibili fossili al 10% ed un aumento della quota dell’elettrico (51% da 21%) e dellle bioeneregie (30% da 11%).Ragionando sull’obiettivo net zero, l’Ad ha ha confermato il raggiungimento del target con un decennio di anticipo e l’obiettivo di 31 milioni di CO2 evitata entro al 2030, pari alle emissioni prodotte dall’intero settore dei trasporti in Italia. Ragionando in termini di fattore emissivo si prevede di raggiungere 216 grammi complessivi (sotto i 230 grammi previsti a lilvello internazioale) con circa 130 grammi derivanti dalla generazione elettrica con lo sviluppo delle rinnovabili e 450 grammi dai termovalorizzatori. In ogni caso i termovalorizzatori consentono di abbattere del 44% le emissioni rispetto ad conferimento in discarica. Il numero uno di A2a ha parlato anche della trasformazionie dell’azienda da multiutility locale a player nazionale, ricrdando l’importante espansiove nel Centro-Sud Italia, con impianti di rifiuti speciali in Calabria (oggi la terza più importante regione) e, grazie ai fondi Ardian, con impianti in Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna. Non è esclusa una espansione oltre i confini nazionali, con un primo step in Spagna atraverso le operazioni annunciate la scorsa settmana. A proposito del caro bollette, Mazzoncini ha sottolineato l’imprtante vataggio dei clienti di A2A, poichè tutta l’energia venduta è stata acquisita con contratti lunghi a prezzi ante-crisi, questo consente oggi si stabilizzare il prezzo in uno scenario in cui si prevede che, dal picco atteso nel 2022, si prevede di tornare ai livelli pre-crisi nel 2024-2025. “Questo ha garantito ai nostri clienti un risparmio di 450 milioni di euro sulle bollette”, ha affermato il manager, indicando che sul gas il risparmio di di circa 300 milioni. Quanto alla transizione energetica, il manager ha affermato “saremo protagonisti” sul biometano, con l’obiettivo di ragigungere 60 impianti a fine piano più altri 5 impianti di liquefazione (LNG) per fornire biocarburante a case costruttrici di camion, navi ecc. Sono prervisti 600 milioni di investimewnti per la produzione di 200 milioni metri cubi di biometano. Quanto all’idrogeno, la via più efficiente è quella di produrre idrogeno verde da termovalorizzatore per impiegarlo soprattutto la mobilità. Sono previsto 200 milioni di investimenti nei prossimi anni per arrivare ad ebitda 32 milioni.L’Ad ha confermato anche il forte impegno sull’elettrificazione dei consumi con investimenti previsti di 1,9 miliardi sulle reti elettriche e 1,2 miliardi su quelle a gas. Fra le novità principali la mobilità elettrica, che prevede la sotituzione dlele colonnine quick con colonnine fast e ultrafast. Ci si aspetta che in italia si arrivi a 100-150 mila punti ricarica al 2030 – ha spiegato – che si gtraduce in un target di 24mila punti di ricarica per A2A. LEGGI TUTTO

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    Caro energia, le proposte di Confindustria al Governo. Cingolani: dialogo proficuo

    (Teleborsa) – Si è tenuto questa mattina un nuovo confronto tra Confindustria e il Governo sul caro energia, “una vera e propria emergenza per i settori manifatturieri italiani che si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, con particolare riferimento al prezzo del gas naturale e dell’elettricita’”. È quanto riferisce viale dell’Astronomia, aggiungendo che il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, è intervenuto sul tema al consiglio generale dell’associazione degli imprenditori. “Obiettivo dell’incontro la condivisione di possibili azioni, frutto di una riflessione costruttiva e non ideologica, per contrastare il drammatico impatto dei costi dell’energia sul sistema produttivo con potenziali gravi conseguenze sociali ed economiche per il Paese – ha sottolineato una nota di Confindustria – una tempesta che rischia di paralizzare definitivamente il sistema industriale italiano, già interessato da molteplici decisioni di chiusura. E che richiede, come condiviso di nuovo oggi, un deciso intervento di politica industriale dagli effetti congiunturali e strutturali immediati, oltre a una progettualità di lungo termine”.Il pacchetto di misure più urgenti proposte da Confindustria riguardano la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei benefici finanziari per l’anno 2022; l’intervento immediato per la cessione ai settori industriali a rischio chiusura di energia rinnovabile elettrica consegnata al Gse per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ad un prezzo di 50 euro/Mwh, l’aumento delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa europea.”Un dialogo articolato e proficuo che ha consentito un confronto serio sulla necessita’ di portare a compimento tutte le sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, ha sottolineato il ministro della Transizione ecologica Cingolani. LEGGI TUTTO

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    Transizione energetica, ENEL presenta il progetto “Elettrificazione verde della Sardegna”

    (Teleborsa) – La Sardegna è un modello esportabile a livello globale per la diffusione dell’elettrificazione e la transizione energetica. Questo il concetto alla base del progetto “Elettrificazione verde della Sardegna”, presentato oggi in occasione dell’evento on line organizzato da Enel , Università degli Studi Roma Tre – Centro Ricerche Economiche e Sociali Manlio Rossi-Doria, con il supporto di Alleanza Sardegna Rinnovabile (che riunisce WWF, Kyoto Club, Greenpeace e Legambiente). Inserito tra i Multi-Stakeholders Energy Compact delle Nazioni Unite e considerato come modello per la diffusione dell’elettrificazione e la transizione energetica a livello globale, il progetto “Elettrificazione verde della Sardegna” prevede di raggiungere una serie di obiettivi entro il 2030, in particolare il superamento della produzione di energia da fonti fossili attraverso la sostituzione con impianti rinnovabili, principalmente fotovoltaico ed eolico, e allo stesso tempo la diffusione di tecnologie per l’elettrificazione degli usi finali (SDG 7 target 7.1 e 7.2) come mobilità elettrica, sistemi per il riscaldamento e raffreddamento degli ambienti, l’efficientamento energetico e le piastre ad induzione. Le caratteristiche demografiche e la bassa densità abitativa dell’isola (circa 68 abitanti per km2) consentiranno inoltre un ampio ricorso alla generazione distribuita. L’abbandono delle fonti fossili per la produzione di energia in Sardegna, col passaggio a un mix di generazione basato esclusivamente su fonti rinnovabili, abbinato alla diffusione dell’elettrificazione degli usi finali, – hanno spiegato gli esperti illustrando il progetto – consentirà al territorio Sardo di fare un balzo verso la completa decarbonizzazione in un’ottica di sostenibilità ambientale, risparmio ed efficienza energetica. Data la penetrazione marginale del metano e la rilevanza locale dei servizi come commercio, turismo, agricoltura e pubblica amministrazione, che costituiscono il 60% del valore aggiunto, la Sardegna offre un contesto unico per l’elettrificazione. Attualmente la maggior parte dell’elettricità viene prodotta utilizzando il carbone e i residui dei processi di raffinazione del petrolio. A ciò si aggiunge che la Sardegna vanta un consumo pro capite di energia elettrica nel settore domestico più alto d’Italia, pari a circa 1,38 MWh l’anno, con l’autoproduzione che però rappresenta ancora meno dell’1% del totale ed è quasi esclusivamente da fonti fossili.Le misure e le attività previste dal progetto “Elettrificazione verde della Sardegna” forniranno utili spunti per la transizione energetica di altre aree, sia in Italia che in altri Paesi e contribuiranno a diffondere soluzioni concrete applicabili anche nei Paesi in via di sviluppo. Il processo di elettrificazione della Sardegna sarà monitorato per le Nazioni Unite dall’Università degli Studi di Roma Tre – Centro Rossi–Doria.”L’elettrificazione dei consumi e la sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili – ha affermato Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia – sono due leve strategiche della transizione energetica in atto. Grazie alle sue particolari caratteristiche, la Sardegna può accelerare su questo percorso di sviluppo e raggiungere in anticipo un modello di produzione e consumo energetico più sostenibile, generando ricadute positive per ambiente, economia, occupazione e territorio e ponendosi come esempio a livello globale. Un risultato che possiamo raggiungere costruendo un’alleanza strategica tra pubblico, privato, mondo accademico, associazioni e cittadini e condividendo il valore che si genera sul territorio”.”L’area mediterranea è un hotspot del cambiamento climatico – ha sottolineato nel suo intervento il professor Nigel Tapper, lead author dell’IPCC – e questo progetto guidato da Enel è un’opportunità unica per la Sardegna di essere un esempio per il mondo di come ridurre le emissioni per affrontare il cambiamento climatico. Il valore di questo progetto è quello di proporre per la prima volta su scala regionale una serie di soluzioni tecniche per ridurre il contributo di tutti, aziende o singoli cittadini, alle emissioni in atmosfera, migliorando nel contempo la qualità della vita nel rispetto del territorio”.”Il progetto di elettrificazione verde della Sardegna nei prossimi 10 anni è stato inserito dagli esperti dell’High Level Dialogue on Energy delle Nazioni Unite (di cui mi onoro di far parte) tra i ‘multistakeholder energy compact’ – ha sottolineato Valeria Termini, professoressa di Economia politica presso l’Università degli Studi Roma Tre –. L’abbiamo scelto e proposto come esempio di crescita locale per promuovere l’accesso all’energia pulita (l’obiettivo 7 dello sviluppo sostenibile). È l’occasione per la Sardegna e per l’Italia di contribuire all’obiettivo globale di decarbonizzazione con un esempio concreto, che utilizza fonti naturali di energia disponibili localmente, e di offrire un modello di riferimento per lo sviluppo indipendente dei Paesi più vulnerabili in cui vivono ancora 759 milioni di persone drammaticamente prive di elettricità”.”È con particolare attenzione e interesse che ho partecipato a questo importante incontro – ha detto il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu –. Il progetto ‘Elettrificazione verde della Sardegna’, premiato dalle Nazioni Unite, tratta temi molto attuali e cari alla nostra Amministrazione, come transizione energetica, sostenibilità ambientale e mobilità elettrica nel trasporto pubblico. Proprio in questi giorni siamo occupati a definire progetti molto importanti per tutta l’area metropolitana di Cagliari”.All’evento di oggi sono, inoltre intervenuti la Responsabile per il Clima ed Energia di WWF Italia, per Alleanza Sardegna Rinnovabile, Mariagrazia Midulla; il professore di Sistemi Elettrici per l’Energia e Prorettore delegato per il territorio e l’innovazione dell’Università degli Studi di Cagliari, Fabrizio Pilo; e, in rappresentanza del mondo imprenditoriale, Marco Boglione, fondatore e presidente del Gruppo BasicNet; e Libero Muntoni, general manager, Delphina Hotels & Resorts. LEGGI TUTTO

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    Enel Green Power, 54 GW di capacità rinnovabile. Ancora primo al mondo

    (Teleborsa) – Enel Green Power (EGP), la società del gruppo Enel che sviluppa e gestisce impianti di energia rinnovabile, ha costruito 5.120 MW di nuova capacità rinnovabile nel 2021, dato che include per la prima volta 220 MW di batterie. Si tratta di un nuovo record per la società e di un aumento di 2.014 MW (+64,8%) rispetto alla capacità rinnovabile costruita nel 2020. Inoltre, EGP ha segnato anche un record in termini di energia da fonti rinnovabili prodotta nell’anno, con circa 119 TWh, di cui 55,4 TWh da eolico e solare, in crescita di 9 TWh rispetto al 2020, 57 TWh da idroelettrico e 6 TWh da geotermico. La pipeline di progetti in sviluppo tocca circa 370 GW, inclusivi di rinnovabili, Battery Energy Storage System (BESS) e capacità già in execution.”I risultati raggiunti rappresentano un nuovo benchmark per il settore e confermano ancora una volta la nostra leadership globale: gestiamo infatti il più grande parco impianti privato al mondo per generazione di energia rinnovabile – ha commentato Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power – Nel prossimo futuro accelereremo la nostra crescita sostenibile, in linea con la vision del gruppo Enel, che prevede un obiettivo di capacità rinnovabile complessiva, inclusa capacità da batterie, di circa 154 GW al 2030″. Con i 5.120 MW costruiti nel 2021, EGP gestisce ad oggi circa 54 GW di capacità rinnovabile complessiva, confermandosi il più grande operatore privato al mondo nel settore delle rinnovabili.La nuova capacità rinnovabile sviluppata da Enel Green Power al 31 dicembre 2021 comprende circa 70 impianti, principalmente eolici (2.596 MW) e solari (2.238 MW). Inoltre, nel corso dell’anno EGP ha realizzato un totale di 220 MW di BESS negli impianti di Lily, Azure Sky Solar, Azure Sky wind negli Stati Uniti. In termini di aree geografiche, la nuova capacità è così distribuita: 832 MW in Europa, principalmente in Spagna e Italia; 1.950 MW in America Latina, principalmente in Brasile e Cile; 1.364 MW in Nord America, principalmente negli Stati Uniti; 754 MW in Africa, Asia e Oceania.Nel 2021, il gruppo Enel ha inoltre cessato le operazioni di impianti a carbone per un totale di 1.983 MW di capacità installata: Litoral (1.120 MW, Andalusia, Spagna), La Spezia (548 MW, Liguria, Italia) e le unità 1 e 2 di Fusina (315 MW, Veneto, Italia). LEGGI TUTTO

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    Clima, Fondazione Enel ed Epri lanciano serie di seminari su resilienza delle reti

    (Teleborsa) – Rafforzare la resilienza della rete elettrica. Con questo obiettivo Fondazione Enel (FE) e l’Electric Power Research Institute (EPRI) hanno avviato una collaborazione per una nuova serie di seminari virtuali incentrati sull’adattamento climatico del settore elettrico. Poiché i Paesi di tutto il mondo per raggiungere, entro il 2050 la neutralità in termini di emissioni in tutti i comparti economici accelerano la mitigazione attraverso la decarbonizzazione, la sfida dell’adattamento della rete – spiega Enel in una nota – deve essere affrontata sistematicamente alla stessa velocità per garantirne la resilienza.Eventi meteorologici rilevanti, che un tempo si verificavano ogni 100 anni, al giorno d’oggi – sottolinea la nota – accadono con maggiore frequenza e possono mettere a rischio la fornitura sicura, affidabile e a costi convenienti dell’elettricità. I seminari tecnici nati dalla collaborazione di EPRI e FE, che inizieranno questo inverno, affronteranno numerosi argomenti chiave, tra i quali: valutazione del rischio climatico fisico, potenziali vulnerabilità e strategie e tecnologie di adattamento tra gli asset e le risorse del sistema, nonché le implicazioni per le operazioni sulla rete e la sua pianificazione.”Il clima è già cambiato e i moderni sistemi energetici hanno mostrato un alto livello di resilienza alle minacce ad esso legate grazie all’affidabilità della loro rete elettrica e alla produzione progressivamente decentralizzata – ha affermato Carlo Papa, managing director di Fondazione Enel –. Siamo onorati di collaborare con EPRI a questi seminari, condividere le migliori pratiche, animare il dibattito e promuovere l’adozione di nuove strategie per affrontare la resilienza del settore energetico”.”Data la maggiore frequenza con cui si verificano eventi meteorologici estremi, è necessario che le utility elettriche si adattino per garantire ai consumatori energia elettrica senza interruzioni. Dobbiamo capire in che modo il mutamento delle condizioni climatiche potrebbe influenzare il sistema elettrico – ha dichiarato Daniel Brooks, vicepresidente di Integrated Grid and Energy Systems di EPRI –. EPRI è entusiasta di collaborare con Fondazione Enel nell’ambito di questi importanti seminari”.Al termine di questi seminari tecnici, EPRI e FE pubblicheranno un white paper che riassumerà i risultati chiave e individuerà le priorità di ricerca future. LEGGI TUTTO

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    Riqualificazione energetica, MPS partner finanziario di Eni gas e luce e Harley&Dikkinson

    (Teleborsa) – Sostenere le imprese che aderiscono a CappottoMio, il servizio finalizzato alla riqualificazione energetica e alla messa in sicurezza sismica degli edifici condominiali e unifamiliari. Questo l’obiettivo della partnership siglata dal Gruppo Montepaschi, in qualità di partner finanziario, con Eni gas e luce – che diventerà prossimamente Plenitude – e Harley&Dikkinson. Grazie a questo accordo – spiega Mps in una nota – il Gruppo Montepaschi, tramite MPS Leasing & Factoring, darà la possibilità di rendere liquido il credito d’imposta attraverso il cosiddetto reverse factoring, mettendo così a disposizione dell’azienda, fin da subito, i capitali utili a proseguire nella propria attività e favorendo un circolo economico virtuoso.”Con questo accordo, Eni gas e luce, vuole fornire un ulteriore supporto alle imprese partner di CappottoMio per agevolarle nella realizzazione di interventi di efficienza energetica e/o di riqualificazione sismica di un edificio, a ulteriore garanzia di qualità per il cliente. Il nuovo nome Plenitude – commenta Stefano Goberti, amministratore delegato di Eni gas e luce – rappresenta il cambiamento che Eni gas e luce ha intrapreso da tempo e che l’ha portata a incrementare, oltre ai servizi di risparmio energetico per la casa e per le imprese, anche la capacità installata da fonti rinnovabili e a offrire servizi per la mobilità elettrica per accompagnare così i suoi clienti a fare un uso migliore dell’energia”. “Il Gruppo Montepaschi è da sempre vicino alle piccole e grandi realtà che operano sui territori e che con il loro lavoro portano un valore aggiunto a tutta la comunità. Con questo accordo – dichiara Maurizio Bai, responsabile Business Imprese e Private Banking di Banca Monte dei Paschi di Siena – intendiamo fornire un supporto fondamentale e realizzare interventi concreti a favore delle aziende, per accompagnare la ripresa in un particolare momento storico. L’accordo con Eni gas e luce conferma l’impegno del Gruppo Montepaschi per la valorizzazione del patrimonio immobiliare italiano e per la riqualificazione energetica degli immobili, in linea con la nostra strategia che coniuga il business con i temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica”.”Con il nuovo partner finanziario – afferma Alessandro Ponti, amministratore delegato di Harley&Dikkinson – si aggiunge un altro importante attore a sostegno del progetto di gestione della cessione del credito d’imposta volto ad avvicinare sempre di più la filiera delle costruzioni e le persone alla riqualificazione degli immobili e dunque alla sostenibilità in vista degli obiettivi europei da raggiungere entro il 2050 e di quelli ESG richiesti dal mercato”.CappottoMio – spiega la nota – non si limita all’isolamento termico degli edifici per ridurne le dispersioni termiche, ma si estende all’adeguamento energetico delle centrali termiche con la possibilità di usufruire anche in questo caso di tutti i vantaggi fiscali previsti dall’ecobonus. Il servizio di Eni gas e luce – con il contributo di partner specialistici della sua rete di servizi energetici e con Harley&Dikkinson, business designer sviluppatore della piattaforma H&D Platform dedicata alla gestione di lavori con cessione del credito d’imposta – è stato progettato in conformità con la normativa in materia di “ecobonus”, “sismabonus” e recentemente anche di “superbonus 110%” con la possibilità di cedere a Eni gas e luce il credito d’imposta corrispondente alla detrazione spettante per gli interventi. LEGGI TUTTO

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    Caro energia, ANFIA: “Misure insufficienti. Serve intervento strutturale”

    (Teleborsa) – Le misure previste dal decreto Sostegni non soddisfano le associazioni. Dopo le perplessità espresse oggi da Confartigianato e CNA anche Assolombarda e Anfia, l’associazione nazionale filiera industria automobilistica, si aggiungono al coro degli scontenti. “Il testo disponibile al momento in merito alle misure per contrastare l’emergenza energetica a nostro avviso presenta criticità rilevanti nel medio-lungo periodo – afferma Alessandro Spada, presidente di Assolombarda –. Se guardiamo l’immediato, valutiamo certamente positivo l’azzeramento degli oneri di sistema per il primo trimestre 2022 per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione perché coinvolge tutte le imprese. Certamente negativo, invece, il fatto che si tratti di misure relative esclusivamente al breve periodo e all’energia elettrica, senza dunque interventi sul gas che è la componente energetica che ha subito il rincaro più elevato e che rappresenta un vettore energetico ancora importante per il nostro Paese e sul quale riteniamo fondamentale, per esempio, aumentare la capacità di estrazione dei giacimenti nazionali passando dagli attuali 4 Mld di metri cubi per anno ad 8. Purtroppo – ha concluso Spada –, molte delle nostre proposte, sviluppate secondo una logica strutturale con impatti sul breve ma anche sul medio-lungo periodo, non sono state prese in considerazione”.”Dalle prime bozze circolate relative al decreto-legge sostegni, in tema di caro energia, sembra emergere che le misure prese in considerazione dal Governo sono congiunturali e non strutturali: una serie di interventi spot insufficienti a contrastare il rialzo di oltre 6 volte del costo del gas e di oltre 4 di quello dell’energia elettrica, che impediscono alle aziende, nelle prossime settimane, di poter soddisfare gli ordini che, pure, registrano abbondanti anche dall’estero. Occorrono, invece, interventi di forte e immediato impatto come accaduto in Francia e in Germania – sottolinea in una nota Anfia –. Nelle misure del decreto in bozza non troviamo riscontri alle proposte da noi avanzate, riguardanti in particolare: la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei benefici finanziari l’anno 2022; la cessione di energia rinnovabile elettrica consegnata al GSE per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ai settori industriali a rischio chiusura ad un prezzo di 50 euro/Mwh; l’incremento delle agevolazioni per i settori energivori con riferimento alle componenti parafiscali della bolletta elettrica”. La criticità principale delle misure, scrive Anfia, “è la mancanza di un forte impatto immediato che dia modo di lavorare insieme al Governo, nei mesi successivi, ad un piano più strutturale e di lunga durata, ed espone tutta la filiera automotive, a cui gran parte delle aziende ad alta intensità energetica fanno riferimento, un ulteriore enorme fattore di rischio, oltre a quelli già presenti per l’accelerazione della transizione energetica”.”Quest’emergenza rappresenta, e non solo per la nostra filiera, una vera pandemia – commenta Roberto Vavassori, delegato Anfia per l’Energia – vista la gravità per il sistema economico italiano, di cui stiamo celebrando i risultati 2021, che, pure, rischiano di essere vanificati proprio dall’elemento energia. È qualcosa di inaccettabile. Intere filiere industriali hanno un elevato quantitativo di ordini da evadere ma, per via del caro energia, non riescono a decidere se produrre in perdita o fermarsi. Un altro paradosso è che a risultare avvantaggiati dalla situazione sono Paesi, anche europei, nostri concorrenti che non hanno la stessa dipendenza dal gas dell’Italia, che paga, quindi, il suo essere più virtuosa a livello di impatto ambientale. L’intensità e l’immediatezza delle misure abbozzate nel decreto-legge sostegni sono molto diverse da quelle che noi chiediamo di mettere in gioco. Occorre creare una situazione non dissimile da quella della Francia: riformulare il meccanismo di fissazione del prezzo dell’energia facendo giocare le rinnovabili (a presso calmierato a disposizione dell’industria manifatturiera), che oggi non sono considerate. Dal punto di vista della filiera produttiva automotive italiana, questo intervento è quanto mai urgente e indispensabile per varie ragioni: siamo stati fortemente colpiti, nel 2021, da una serie di fattori negativi che hanno determinato una chiusura d’anno a -20% del fatturato; siamo l’unica filiera dell’industria manifatturiera a cui è richiesto, a livello europeo, il raggiungimento di obiettivi ambientali ambiziosissimi in tempi molto rapidi; anche se non tutte le nostre aziende sono energivore, dipendiamo da catene industriali ad alta intensità di energia, che ribaltano i rincari su di noi; siamo di fronte a una decisione importante del Gruppo Stellantis, che non ha mancato di mettere all’indice il costo dell’energia per programmare un ingente investimento in Italia: una gigafactory, che, per definizione, vive di energia. Chiediamo, quindi, di mettere in campo misure che abbiano un impatto immediato nelle prossime settimane, per poi definire rapidamente, nei mesi a venire, quando la tensione si allenterà, delle misure strutturali”. (Foto: © sashkin7 | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Bollette, Assoutenti: “Decreto assolutamente deludente. Governo abbandona famiglie”

    (Teleborsa) – Un decreto decisamente deludente che sembra abbandonare le famiglie al proprio destino, e che non fornirà adeguate tutele contro il caro-bollette. È quanto afferma Assoutenti, commentando le decisioni del Governo in tema di energia.”Le misure varate oggi non aiuteranno né le famiglie, né le imprese – spiega il presidente Furio Truzzi –. I soldi messi in campo sono insufficienti, e non si comprende perché gli interventi sugli oneri di sistema interessino solo le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, lasciando fuori tutti gli altri. Se davvero si vuole riportare le tariffe di luce e gas a livelli accettabili servono almeno 30 miliardi di euro da reperire nel corso del 2022, risorse che il Governo può trovare già oggi tassando gli extra-profitti delle società energetiche pari a 12 miliardi di euro. Serve poi prevedere la possibilità di rateizzare le bollette per un periodo non inferiore ai 24 mesi, in favore sia delle famiglie che delle imprese, revocare qualsiasi finanziamento al fossile o a forme di energia non green (10,5 miliardi) e ridurre il peso delle fideiussioni in capo alle piccole società energetiche. In assenza di interventi davvero efficaci per salvare le tasche italiane, Assoutenti assieme alle altre associazioni dei consumatori – annuncia Truzzi – è pronta a proclamare uno sciopero delle bollette, invitando famiglie e imprese ad autoridurre le fatture di luce e gas”. LEGGI TUTTO