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    Energia, ARERA: “Sempre più famiglie e imprese passano al mercato libero. Si riducono contratti push”

    (Teleborsa) – Aumentano i clienti serviti nel mercato libero: nel settore elettrico il 59,7% delle famiglie (+ 2,4% in sei mesi) e il 70,4% delle imprese (+2,4%), nel settore gas il 62,0% dei clienti domestici (+1,8%) e il 71,3% dei condomini (+1,4%) uso domestico con consumi inferiori ai 200mila Smc. Un passaggio che, nella maggior parte dei casi, i clienti hanno effettuato in maniera proattiva, chiamando l’azienda oppure online. Diminuisce, inoltre, significativamente la quota di utenti che dichiara di aver sottoscritto il contratto dopo aver ricevuto la chiamata di un call center: rispetto all’analisi precedente sono scesi del -26,8% tra i domestici e del -36,9% tra i non-domestici. Questi i principali risultati emersi dal secondo “Rapporto monitoraggio dei mercati di vendita al dettaglio dell’energia elettrica e del gas”, previsto dal decreto del ministero dello Sviluppo Economico del 30 dicembre 2020 (“Prime modalità per favorire l’ingresso consapevole dei clienti finali nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas”). L’analisi di Arera , trasmessa al Ministro della Transizione ecologica (MITE) e alle Commissioni parlamentari competenti, scatta una fotografia aggiornata del mercato dell’energia: percentuali di clienti nel mercato libero e in quello tutelato, cambio di fornitore, tipologia di contratti scelti, prezzi offerti, canali di ricerca e sottoscrizione più utilizzati.”L’analisi di dati statistici e la comparazione con le serie storiche è il modo migliore per valutare situazioni emergenziali come quelle che stiamo vivendo in questi mesi – afferma il presidente di Area, Stefano Besseghini –. Quando sarà passata la fase di prezzi altissimi nel gas e nell’elettricità, saranno i numeri a mostrarci se e come si modificheranno i nostri comportamenti di consumo e le nostre scelte di mercato. I rapporti periodici di Arera , al Governo e al Parlamento, continueranno a fornire elementi di valutazione per eventuali politiche strutturali”.Alti i cambi di fornitore, soprattutto per la luce. I giovani preferiscono il mercato libero – Prosegue a ritmo costante l’uscita dei clienti finali dalle tutele. Nonostante persista una certa disomogeneità nel territorio nazionale, nella grande maggioranza delle regioni e delle province italiane più della metà dei clienti, domestici e non, è uscito dal relativo regime di tutela, scegliendo un contratto di libero mercato per entrambi i settori (dati aggiornati a settembre 2021). Da una analisi di dettaglio del settore elettrico, l’83,1% (+ 2,1%) dei contratti siglati da clienti tra i 18 e 29 anni è nel mercato libero. La scelta del mercato libero resta maggioritaria fino alla fascia 70-79 anni, anche se con il crescere delle fasce di età, cresce la percentuale di clienti serviti in maggior tutela. I clienti domestici hanno cambiato fornitore ad un ritmo piuttosto elevato rispetto ai primi anni monitorati. Se la tendenza registrata fino a settembre sarà confermata per l’ultimo trimestre del 2021, il tasso annuo sarà del 17,4% per la luce e del 12,4% per il gas. Andamento che invece non si registra per condomini e imprese. Per tutte le tipologie di cliente e per entrambi i settori, si conferma che la stragrande maggioranza dei cambiamenti di gestore, avviene all’interno nell’ambito del mercato libero, quindi da clienti usciti dalla tutela già in precedenza. Si mantiene sopra al 50% la quota di clienti che, uscendo dalla maggior tutela, sceglie un contratto di libero mercato con lo stesso venditore (o con società dello stesso gruppo). Non sembra essere scalfito, pertanto, il vantaggio competitivo nell’acquisire clienti sul libero mercato in capo ai gruppi industriali che operano anche nel servizio di maggior tutela. Riguardo alla consapevolezza del consumatore, un’indagine commissionata Arera evidenzia una sostenuta percentuale di clienti (21% famiglie, 12% imprese) che pensa erroneamente che al momento del cambio del fornitore “sia necessario sostituire il contatore” o che teme “possano verificarsi delle interruzioni nella fornitura” (32% famiglie, 25% imprese). Diminuisce il numero di offerte disponibili e il “prezzo bloccato”. Aumentano le possibilità di risparmio – Il Portale Offerte dell’ Arera contiene, al 31 dicembre 2021, circa 3.881 offerte (a luglio erano 4.855), disponibili alla consultazione e alla comparazione della spesa. Per il settore elettrico: 1.062 offerte per i clienti domestici (passano dal 61% al 41% quelle a prezzo fisso); 974 per i clienti non domestici (dal 56% al 36% quelle a prezzo fisso). Per il settore gas naturale: 786 per i clienti domestici (di cui il 41% a prezzo fisso), 409 offerte per i condomini uso domestico (di cui il 44% a prezzo fisso) e 619 per i non-domestici (di cui 41% a prezzo fisso). Per le “dual fuel” (luce e gas): 36 per i clienti domestici (di cui l’83% a prezzo fisso) e 1 per i non- domestici (a prezzo fisso). Per garantirne la trasparenza, l’Autorità effettua – anche avvalendosi di Acquirente Unico – circa 700 controlli specifici al mese sul Portale, che si sommano alle verifiche sulla pubblicazione delle medesime offerte (delle Condizioni Tecniche ed Economiche) sui siti web dei venditori. Con riferimento ai tipi di clienti analizzati, le opportunità di risparmio rispetto alla tutela sono aumentate nel corso del 2021, sia in termini di numero di offerte più vantaggiose che di importi risparmiabili. Certamente influenzate dall’aumento straordinario dei prezzi all’ingrosso di questi mesi, tali opportunità – conclude l’Arera – sono cresciute in modo significativo dallo scorso luglio. Per la famiglia tipo (residente con consumo da 2.700 KWh e 3 kW di potenza) nei 12 mesi analizzati erano disponibili nel libero 122 offerte di elettricità più convenienti della maggior tutela (erano 58 nel 2020). Con riferimento invece al settore del gas, per il cliente domestico (consumo annuo di 1.400 Smc) erano disponibili 113 offerte più convenienti del servizio di tutela (64 nel 2020). LEGGI TUTTO

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    USA, in calo stoccaggi gas ultima settimana

    (Teleborsa) – Diminuiscono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 28 gennaio 2022, sono risultati in diminuzione di 268 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela peggiore del consensus (-216 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 219 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.323 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 14,5% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.716) e in diminuzione del 5,8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.466 BCF). LEGGI TUTTO

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    Energia, la Commissione Ue conferma gas e nucleare nella tassonomia

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha adottato atto delegato relativo alla tassonomia stabilendo che gas e nucleare sono fonti energetiche utili alla transizione ecologica dell’Ue e possono avere, a determinate condizioni, l’etichetta Ue per gli investimenti verdi. Come annunciato, il provvedimento è stato varato con modifiche marginali rispetto alla bozza del 31 dicembre scorso e ora dovrà essere esaminato da Consiglio e Parlamento.Le modifiche riguardano principalmente la rimozione dei target intermedi, per la conversioni delle centrali a gas naturale verso i gas decarbonizzati, e la parte sulla trasparenza per gli investitori, in modo che siano informati se i prodotti finanziari siano in qualche modo legati a gas e nucleare. La prima modifica era stata chiesta dalla Germania. La seconda dalla Piattaforma per la finanza sostenibile. Per il nucleare, si tratta di adottare le migliori tecnologie disponibili e piani per i depositi di rifiuti. Più stringenti i criteri per il gas: le nuove centrali potranno avere infatti l’etichetta verde Ue solo se costruite entro il 2030 e per sostituire impianti a carbone o petrolio in un Paese con chiari impegni politici a intraprendere la transizione.”Gli Stati membri restano pienamente responsabili delle proprie strategie energetiche”, ha dichiarato la Commissaria alla Finanza sostenibile, Mairead McGuinness . La tassonomia, ha sottolineato, “non rende obbligatori investimenti in alcuni settori” né “proibisce certi investimenti”. “Un punto da ricordare è che resta uno strumento volontario”, ha aggiunto. “Ci sono delle sfide oggi sulle quali stiamo cercando di muoverci verso il futuro che stiamo creando per il domani e quindi abbiamo identificato il ruolo specifico sia per il gas che per il nucleare con condizionalità”, ha detto la commissaria. Lo strumento, ha dichiarato, “può essere imperfetto ma è una vera soluzione che ci spinge ulteriormente verso il nostro obiettivo finale di neutralità del carbonio”. “Credo che abbiamo trovato un equilibrio tra opinioni molto differenti”, assicurando che “il Collegio dei Commissari lo ha approvato esprimendo un sostegno schiacciante”, ha concluso McGuinness. LEGGI TUTTO

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    Debutto di Altea a Piazza Affari, buona la prima

    (Teleborsa) – Ottimo debutto su Euronext Growth Milan oggi per Altea Green Power che porta a casa nel primo giorno di quotazione un rialzo del 46,72%. La società si occupa di progettazione e installazione di impianti a energia rinnovabile. Il titolo in avvio non è riuscito a fare prezzo, mostrando un rialzo teorico del 50% a quota 1,8 euro per azione rispetto agli 1,2 euro per azione del collocamento. Al prezzo di 1,20 euro per azione, la società ha raccolto 4.993.200 euro durante l’offerta. Il collocamento ha riguardato 4.161.000 azioni ordinarie di nuova emissione, assumendo l’integrale esercizio dell’opzione greenshoe. L’operazione di quotazione ha previsto anche l’emissione di 4.161.000 warrant da assegnare gratuitamente nel rapporto di n. 1 warrant per ogni azione.(Foto: © Federico Rostagno | 123RF) LEGGI TUTTO

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    A Piazza Affari ancora vendite su Saipem

    (Teleborsa) – Nuova caduta in Borsa per il titolo Saipem che chiude in calo dell’1,26% dopo il crollo della vigilia sull’onda dell’ennesimo profit warning e la prospettiva di un aumento di capitale. La tendenza ad una settimana della società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture è più fiacca rispetto all’andamento del FTSE MIB. Tale cedimento potrebbe innescare opportunità di vendita del titolo da parte del mercato.Quadro tecnico in evidente deterioramento con supporti a controllo stimati in area 1,207 Euro. Al rialzo, invece, un livello polarizzante maggiori flussi in uscita è visto a quota 1,404. Il peggioramento di Saipem è evidenziato dall’incrocio al ribasso della media mobile a 5 giorni con la media mobile a 34 giorni. A brevissimo sono concrete le possibilità di nuove discese per target a 1,08.La società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture sconta la previsione di un 2021 con perdite superiori al terzo del capitale e la decisione di ritirare l’outlook annunciato lo scorso ottobre, a causa di un deterioramento del backlog (penalizzato dalla pandemia e dai costi delle materie prime). La vicenda ha allertato la Consob, che segue gli sviluppi con “grande attenzione”, mentre i due maggiori azionisti ENI e CDP ieri hanno dichiarato di stare “monitorando con attenzione la situazione”. Secondo il Messaggero, CDP terrà domani un CdA straordinario per discutere la situazione, mentre, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, il management starebbe valutando un aumento di capitale superiore al miliardo di euro. Ciò che ha stupito il mercato è stata anche la tempistica: la guidance ritirata era stata annunciata solo il 28 ottobre scorso, e appena un mese fa il gruppo si è assicurato un waiver dalle banche sul covenant finanziario. Tutto ciò “fa sorgere molte domande sul management”, e “le discussioni con gli stakeholder (ENI, CDP, banche e azionisti) non saranno facili”, hanno scritto gli analisti di Kepler Cheuvreux. Mediobanca Securities ha evidenziato che questo è “il terzo profit warning da quando il nuovo management è entrato nel secondo trimestre 2021”, con gli investitori che “si interrogheranno sulla necessità o meno di nuovo capitale equity”. Secondo gli analisti, l’attuale liquidità disponibile “potrebbe non essere sufficiente a coprire il rimborso delle obbligazioni (0,5 miliardi di euro) in scadenza nell’aprile 2022”. Non è la prima volta che Saipem attraversa momenti del genere: nel 2013 le azioni dimezzarono il loro valore a seguito di due allarmi sui conti. Negli anni la discesa è stata poi significativa. Nel periodo 2011-2012, quando raggiunse i massimi storici a Piazza Affari, il gruppo italiano era arrivato a capitalizzare oltre 22 miliardi di euro, mentre oggi vale meno di 1,4 miliardi di euro. Nel 2011, Saipem generava ricavi per 12,6 miliardi di euro (scesi oggi a meno di 7 miliardi di euro) e un utile netto di 912 milioni di euro (per il 2021 gli analisti si aspettano un rosso di 2 miliardi di euro). LEGGI TUTTO

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    Energia, Enel si aggiudica 130 MW nella settima gara del GSE

    (Teleborsa) – Enel Green Power Italia ed Enel Produzione si sono aggiudicate nel settimo round di gare FER indette dal GSE (Gestore Servizi Energetici), nei contingenti “aste” e “registri”, 129,6 MW tra nuova capacità rinnovabile e rifacimenti di impianti idroelettrici già in servizio. Della potenza complessiva aggiudicata, 89,2 MW – fa sapere Enel in una nota – sono relativi a due progetti di nuova capacità solare, che saranno realizzati in Piemonte e Sicilia, con lavori di costruzione che verranno avviati nel 2022; 37,3 MW sono relativi a tre rifacimenti di impianti idroelettrici già operativi in Basilicata, Campania e Lazio. Gli ulteriori 3,1 MW hanno partecipato al contingente “registri”, per otto progetti complessivi, di cui sei progetti per nuova capacità solare su tetti di edifici Enel e su terreni Enel – in Toscana, Lombardia e Campania –, un impianto idroelettrico in Sicilia e un progetto di rifacimento di un impianto idroelettrico esistente nelle Marche.La settima asta per le Fonti energetiche rinnovabili del GSE, a fronte di 3.313 MW di capacità disponibile per il contingente “asta – nuova capacità rinnovabile >1 MW” (Gruppo A), ha registrato una offerta complessiva di soli 1.232 MW con progetti aggiudicati per 975 MW, pari a poco meno del 30% del contingente messo a disposizione.”Il risultato della settima asta del GSE conferma i trend che si sono già registrati nelle precedenti aste in corso da Ottobre 2019 – commenta Salvatore Bernabei, responsabile Enel Green Power e Thermal Generation di Enel –. In coerenza con i positivi segnali derivanti dal Decreto Semplificazioni bis pubblicato lo scorso anno, si conferma l’urgenza di attuazione di concrete misure che possano garantire certezza e riduzione dei tempi dei procedimenti autorizzativi, con piena convergenza della normativa locale e centrale sugli obiettivi di decarbonizzazione del Paese. Aspettiamo nei prossimi mesi l’emanazione dei decreti attuativi previsti dal Decreto Lgs n.199/2021 di recepimento della RED II ed ulteriori miglioramenti della normativa al fine di dare maggiori certezze agli operatori di un comparto fondamentale per la ripresa economica”. La realizzazione di nuova capacità rinnovabile ed il rifacimento di impianti esistenti in Italia rientrano nel più ampio impegno del Gruppo Enel per la crescita delle rinnovabili e la decarbonizzazione che nel nostro Paese prevede, nel periodo 2022-2024, un obiettivo di sviluppo di nuova capacità rinnovabile per 1 GW. Il Piano strategico 2022-2024 di Enel prevede un incremento globale della capacità addizionale da fonti rinnovabili di 21,2 GW per raggiungere un totale di 75 GW di capacità. LEGGI TUTTO

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    Saipem nella tempesta, titolo perde il 30% in Borsa

    (Teleborsa) – -30,18% a 1,35 euro per azione: a tanto è arrivato a cedere il titolo Saipem in chiusura, nella seduta odierna, risultando il peggiore tra le blue chips del FTSE MIB. Cosa è successo?L’inatteso profit warning e le ipotesi di aumento di capitale hanno pesato sulle azioni che, prima non hanno fatto prezzo in apertura e, poi, hanno messo a segno un ribasso a doppia cifra. Ingenti gli scambi: nella giornata di oggi, 31 gennaio, sono passate di mano oltre 100 milioni di azioni contro i 17 milioni di pezzi di venerdì scorso, 28 gennaio. L’annuncio fataleSaipem, prima dell’apertura del mercato, ha fatto sapere che il 2021 dovrebbe chiudersi con perdite superiori al terzo del capitale e di aver ritirato l’outlook annunciato lo scorso ottobre a causa di un deterioramento del backlog, penalizzato dalla pandemia e dai costi delle materie prime. Inoltre, sono stati avviati contatti con le controparti bancarie e con i maggiori azionisti (ENI e CDP Industria) per far fronte alla situazione, al fine di “verificare anche la loro disponibilità a partecipare a una tempestiva e adeguata manovra finanziaria”. LEGGI TUTTO

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    Incentivi rinnovabili, GSE, aumentate le domande per eolico e fotovoltaico

    (Teleborsa) – Nell’ultimo bando di gara del 2021 del Gestore dei Servizi Energetici per incentivare l’energia prodotta dalle fonti rinnovabili, sono aumentate le domande da parte degli operatori, specialmente per quanto riguarda gli impianti eolici e fotovoltaici. Per il registro A, infatti, – fa sapere Gse in una nota – sono arrivate 626 domande per complessivi 308 MW, a fronte dei 260 MW messi a bando. Di queste domande, 508 hanno riguardato nuovi impianti fotovoltaici per oltre 264 MW e 118 domande hanno interessato l’eolico onshore, per oltre 44 MW richiesti. Complessivamente, tra aste e registri, su 4.825 MW di potenza messa a disposizione, comprensiva di quella non assegnata nelle precedenti gare, al Gestore sono arrivate 1.156 domande per un totale di 1.833 MW richiesti.Tutti i dettagli relativi agli esiti del settimo bando sono stati pubblicati dal Gse nella specifica sezione del proprio sito internet. Interessante anche il risultato del Registro B, che riguarda le richieste per nuovi impianti idroelettrici. In questo caso, su una potenza messa a bando di 20 MW, sono arrivate 75 domande, per oltre 16 MW richiesti, raggiungendo così l’80% del contingente.Buoni i risultati anche per le aste del Gruppo A, cioè eolico e fotovoltaico. La potenza messa a disposizione è stata di oltre 3.312 MW. Per questo Gruppo il Gse ha ricevuto 100 domande, per una richiesta complessiva da parte degli operatori di oltre 1.232 MW. È da considerare, però, che per le aste del Gruppo A il settimo bando prevedeva 1.600 MW di contingente, al quale si sono sommati gli oltre 1.700 MW non assegnati nelle precedenti procedure. Nel presentare le loro domande alle aste del gruppo A, gli operatori hanno proposto un ribasso medio pari al 2,1%, corrispondente a una tariffa incentivante di 65 euro al MWh. Come da calendario pubblicato sul sito del GSE, l’ottava gara si aprirà il 31 gennaio, per chiudersi il 2 marzo 2022 e metterà a disposizione degli operatori più di 3.300 MW non assegnati nei precedenti bandi. Se anche con l’ottavo bando non venisse saturata tutta la potenza a disposizione, il GSE aprirà un nono bando il 31 maggio 2022. LEGGI TUTTO