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    Tassonomia Ue, Dombrobskis: la Commissione inserirà anche gas e nucleare

    (Teleborsa) – Il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis ha confermato l’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia Ue. “È una questione che è stata sollevata da vari ministri. Per il mix energetico del futuro abbiamo bisogno di più rinnovabili ma anche di fonti stabili e la Commissione adotterà una tassonomia che copre anche il nucleare e il gas”, ha spiegato nel corso della conferenza stampa al termine dell’Ecofin. “Stiamo preparando il nuovo atto delegato, non abbiamo una data concreta per la proposta della Commissione ma sarà fatto nel prossimo futuro senza indugi”, ha aggiunto Dombrovskis.A fronte di una inflazione che nell’area euro è salita al 4,9% a novembre “le nostre politiche devono restare agili e pronte ad aggiustarsi alle necessità”, ha sottolineato inoltre il vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis. LEGGI TUTTO

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    L'UE si prepara a inserire nella tassonomia gas e nucleare

    (Teleborsa) – L’UE so prepara a rivedere la sua posizione sulla tassonomia verde, per includere gli investimenti in nucleare e gas nell’ambito delle attività economiche sostenibili. La decisione dovrebbe essere presa a giorni e l’Ecofin di domani potrebbe essere l’ultima occasione per gli Sati membri di inviare un segnale contrario. “E’ il momento di decidere con il nuovo governo tedesco e prima della presidenza francese dell’Ue”, ha sollecitato il presidente della commissione Ambiente dell’Europarlamento Pascal Canfin, riproponendo come compromesso l’inserimento del gas e del nuclearecome fonti energetiche di transizione, a patto che consentano di soppiantare l’uso del carbone e riducano le emissioni di CO2, e con la possibilità per gli investitori di non considerare entrambe le alternative.Canfin come noto ha una posizione molto vicina all’Eliseo, con la Francia, principale potenza del nucleare in Europa, che sta portando avanti la sua crociata pro nucleare in Europa. Proprio di recente il Presidente francese Emmanuel Macron ha annunciaot nuovi investimenti in reattori nucleari ed il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha ribadito “stiamo combattendo questa battaglia con determinazione a livello europeo, il nucleare ha il suo posto tra le energie a basse emissioni di carbonio che ci permetteranno di raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di CO2 entro il 2050”.Contro il nucleare l’opinione pubblica e le Ong, come il WWF, Greenpeace, Legambiente e Transport & Envoronment, che ribadiscono “la tassonomia serve a promuovere la diffusione di tecnologie verdi ed innovative, non a finanziare le tecnologie fossili o in altro modo dannose per l’ambiente”.L’Austria e la Germania puntano invece sul gas come elemento di transizione a fianco delle rinnovabili, poiché qualche anno fa Berlino, come fatto tempo pria dall’Italia, ha scelto di dire stop al nucleare a partire dal 2022. Stesso esempio seguono Belgio, Lussemburgo e Bulgaria, mentre la Gran Bretagna come la Francia vede di nuovo occhio un compromesso sul nucleare.(Foto: © Pete Linforth / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Arera, UNC: “Calo interruzioni elettricità ottima notizia ma devono salire gli indennizzi”

    (Teleborsa) – Nel 2020 prosegue il calo della durata e del numero delle interruzioni senza preavviso di elettricità. Complessivamente ai consumatori verranno restituiti oltre 9 milioni di euro dagli operatori come penalità per i disservizi. “Bene, ottima notizia” afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati Arera. Tuttavia per Vignola sono necessarie azioni più incisive a tutela degli utenti.”Il problema – spiega Vignola – è che gli indennizzi sono ancora troppo bassi. In caso di interruzioni di durata superiore al tempo previsto dagli standard fissati dall’Autorità, il cliente con potenza inferiore o uguale a 6 kW ha diritto a un indennizzo automatico di 30 euro, aumentato di 15 euro ogni ulteriori 4 ore di interruzione, fino a un tetto massimo di 300 euro. Ebbene, non solo l’importo di 30 euro andrebbe alzato, ma anche il tempo massimo di ripristino è troppo alto. Se nei Comuni con più di 50mila abitanti non deve superare le 8 ore consecutive, un tempo abbastanza congruo, in quelli con meno di 5mila abitanti si sale addirittura a 12 ore, un’eternità. Inoltre, gli indennizzi non sono pagati da tutte le imprese distributrici, ma solo da quelle più grandi con almeno 15mila utenti connessi in bassa tensione. Da tempo – sottolinea Vignola – chiediamo una razionalizzazione del numero dei distributori e un monitoraggio della qualità del servizio allargato per verificare il rispetto dei requisiti di qualità”.(Foto: © pejo / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Clima e transizione: la parola d'ordine è “cooperazione”

    (Teleborsa) – “Un nuovo sistema energetico globale sta emergendo, lo vediamo ogni giorno, il 90% di tutte le centrali istallate nel 2021 è da fonti rinnovabili ed il solare ha la leadership nel nuovo mercato elettrico”. Lo ha detto il Direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, in occasione della sua visita a Roma per un evento organizzato dall’Eni intitolato “World Energy Outlook 2021 – L’Italia e la transizione energetica tra Cop26 e scenari globali”.Il messaggio che l’ultima edizione del WEO vuole dare – ha spiegato Birol – è che “dobbiamo preparare le nostre economie ed industrie, senza escludere nessuno, ed abbiamo bisogno di tutte le tecnologie esistenti, auto elettriche, carbon capture e così via, per centrare l’obiettivo di riduzione delle emissioni”.Il Direttore dell’AIE ha tenuto anche a sottolineare che il cambiamento non sarà improvviso, “dal giorno alla notte”, ma sarà progressivo e stabile nel tempo. Birol ha anche riconosciuto l’importanza della leadership dell’UE ed il suo ruolo chiave per la decarbonizzazione.L’evento si è tenuto al Gazometro, a Roma, un luogo simbolo per l’Eni. L’Amministratore delegato Claudio Descalzi ha ricordato che il processo di transizione dell’Eni è iniziato nel 2014, in coincidenza con la crisi dell’oil&gas, che ha stimolato la ricerca di “alternative” al core business. Una scelta che nel tempo ha visto il gruppo impegnato con importanti investimento per lo sviluppo di diverse tecnologie – dalle bioraffinerie alla carbon capture – per arrivate a delineare una strategia che ha come obiettivo il Net Zero.A proposito del problema della carbon tax, Descalzi ha sottolineato che c’è bisogno di una sistema più equilibrato, dove tutti pagano la tassa sulle emissioni, a partire da Cina, Stati Uniti e Russia, altrimenti ne va della competitività di Paesi come l’Europa che hanno una carbon tax che ha raggiunto circa 70 dollari.Il tema della cooperazione internazionale è stato condiviso da tutti gli ospiti all’evento, compreso il Vicepresidente europeo Paolo Gentiloni, che ha parlato della leadership europea nel campo della transizione energetica e della necessità di esercitarla dentro e fuori i suoi confini. Il commissario ha messo il punto anche su un altro aspetto cruciale, il bilanciamento fra la transizione climatica e la sua accettabilità sociale, sottolineando “quello che nn dobbiamo fare è rendere la transizione difficile da realizzare perché non accettata”.A Proposito del PNRR, Gentiloni ha riconosciuto la difficoltà di mettere a terra risorse ingenti e l’impegno richiesto per farlo, ma ha sottolineato che “senza transizione climatica, la forza e competitività della manifattura italiana sarà messa a rischio e l’utilizzo delle risorse sarà fondamentale per il futuro del Paese”.Anche il Ministro degli esteri Luigi Di Maio ha parlato dell’importanza di un coordinamento globale ed ha fatto cenno alla Cop 26 ed al fondo di 100 miliardi di dollari per sostenere la transizione dei Paesi in via di Sviluppo, che necessariamente andrà a favorire la sponda a Sud del Mediterraneo, con implicazioni anche sul fronte geopolitico e delle migrazioni. LEGGI TUTTO

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    Enertronica Santerno, siglato contratto da 0,9 milioni di euro

    (Teleborsa) – Enertronica Santerno, società quotata su Euronext Growth Milan e che opera nel settore dell’energia e dell’elettronica di potenza, ha sottoscritto un contratto di fornitura di power station con STE Energy, primario EPC italiano con cui ha rapporti da molti anni. Le power station saranno destinate alla realizzazione di un importante impianto fotovoltaico italiano, evidenzia una nota.La fornitura, della potenza complessiva di circa 20MW, ha un controvalore di circa 0,9 milioni di euro. La consegna delle power station è prevista per il 2022, con gli effetti economici del contratto che avranno effetti sul bilancio dello stesso anno.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    A2A e Ardian prolungano periodo di esclusiva per lavorare a partnership

    (Teleborsa) – A2A, multi-utility italiana quotata su Euronext Milan, ha comunicato aggiornamenti in merito al progetto di partnership previsto dal term sheet non vincolante sottoscritto con Ardian l’8 giugno 2021. In particolare, A2A e Ardian hanno provveduto ad estendere il periodo di esclusiva dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022. Secondo quanto comunicato all’epoca, la partnership diventerà il veicolo esclusivo per i futuri investimenti di A2A e Ardian nel settore della generazione di energia rinnovabile in Italia e il veicolo preferito dalle parti per investimenti congiunti nel settore della generazione di energia in Italia. È prevista la costituzione di una società controllata da A2A (NewCo), in cui Ardian farà un importante investimento. LEGGI TUTTO

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    Bollette, Nomisma prevede maxi stangata. Fondi in manovra non bastano

    (Teleborsa) – Al 1° gennaio 2022 le bollette del gas aumenteranno del 50%, mentre quelle dell’elettricità saliranno di almeno del 17%, a meno di interventi del governo. È la previsione di Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. “Le tariffe del gas sono decise ogni trimestre dall’ARERA, sulla base dei prezzi internazionali – ha detto Tabarelli all’ANSA – Ma questi, dopo essere rimasti tranquilli per dieci anni, alla metà del 2021 sono impazziti, e oramai sono fuori controllo. Nel trimestre ottobre-dicembre 21, la tariffa ARERA è 0,95 euro al metro cubo. Ma dato l’andamento dei mercati internazionali, senza un intervento dello stato per calmierare, nel trimestre gennaio-marzo 22 si arriverà a 1,40 euro”.Discorso analogo per la bolletta elettrica. “A fissare la tariffa è il GME, gestore dei mercati energetici, sulla base dei prezzi internazionali – spiega Tabarelli – Al primo ottobre abbiamo avuto un aumento incredibile, del 30%, quando di solito gli aumenti erano sull’1%. Oggi sui mercati spot l’elettricità si paga da 250 euro al megawattora a quasi 300 (in passato ci sembrava tanto quando costava 40-50 euro). Senza un intervento dello stato, al primo gennaio l’aumento della bolletta elettrica sarebbe dal 17 al 25%”. In questa situazione, secondo il presidente di Nomisma Energia “i due o tre miliardi che saranno stanziati in manovra per calmierare le bollette sono poca cosa”.Le cause dell’aumento dei prezzi del gas sono diverse: “La prima è che gli stoccaggi sono bassi, perché la Russia consegna meno gas all’Europa. Un po’ perché vuole spingere sul gasdotto North Stream (che aprirà a marzo), un po’ perché ha problemi di trasporto, dato che la sua rete è molto vecchia. Poi c’è stata la ripresa produttiva dopo la pandemia; la Cina ha aumentato la domanda di gas per uscire dal carbone; le compagnie energetiche investono di più sulle rinnovabili e meno sulle fossili, ma la domanda di gas non cala; l’eolico e l’idroelettrico in alcuni paesi hanno ridotto la produzione per motivi di meteo”.Infine, secondo l’esperto “i mercati sono in mano alla speculazione, e i politici non sanno che pesci pigliare”. Tabarelli ricorda che “chi ha fatto contratti di acquisto a lungo termine, oggi paga il gas 35 centesimi a metro cubo”.(Foto: © Richard Villalon | 123RF) LEGGI TUTTO

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    “Hydrogen Joint Research Platform”, università e aziende insieme per la ricerca sull'idrogeno

    (Teleborsa) – Studiare lo sviluppo del vettore energetico che potrà dare un contributo decisivo al raggiungimento dei target climatici globali: l’idrogeno. Con questo obiettivo nasce Hydrogen Joint Research Platform (Hydrogen JRP), piattaforma di ricerca congiunta tra università e aziende creata dalla Fondazione Politecnico di Milano, insieme al Politecnico di Milano e a tre aziende fondatrici Edison, Eni e Snam. Hydrogen JRP è volta a promuovere studi e ricerche innovative su: produzione dell’idrogeno pulito, che comprende l’idrogeno verde e low carbon; soluzioni per il suo trasporto e relativi sistemi di accumulo avanzati; impieghi innovativi di tipo elettrochimico e termico in applicazioni residenziali, industriali e di trasporto; sviluppo di best practice per la progettazione e realizzazione delle infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio dell’idrogeno.L’intento è dare impulso alla creazione di una filiera idrogeno in Italia, per favorire la competitività delle aziende e la crescita di imprese high tech. Hydrogen JRP è aperto a tutte le imprese che vogliono sperimentare, con il supporto della prima università tecnica italiana e dei suoi laboratori, la ricerca e lo sviluppo di prodotti e servizi sull’idrogeno. Per aumentarne l’impatto la piattaforma si avvarrà di un advisory board, organo di consulto strategico, che coinvolgerà i principali stakeholder istituzionali anche internazionali, per creare interesse e attrarre investimenti. Hydrogen JRP vuole cogliere la sfida della ricerca sull’idrogeno per costruire un ecosistema dell’innovazione. Saranno confermate nei prossimi mesi le adesioni al JRP di altre aziende interessate allo sviluppo della filiera dell’idrogeno. La struttura della piattaforma prevede che i soci stessi, a seconda del loro livello di adesione, propongano temi di ricerca verticali che favoriscano la creazione di know-how per l’industria italiana del settore.”La transizione energetica è tra le più grandi sfide dei nostri tempi. Sono due – ha precisato Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano – i concetti chiave sui quali dobbiamo insistere: il rafforzamento di un percorso politico, di allineamento con le direttrici europee, che si basa su una fase di accompagnamento del sistema industriale; lo sviluppo di ricerca e formazione per posizionarci come punto di riferimento in termini tecnologici all’interno panorama internazionale. Perché questo accada abbiamo bisogno di tracciare un progetto comune che vede l’università al fianco delle imprese. Ecco perché Hydrogen Joint Research Platform, che oggi avviamo grazie alla partecipazione, alla capacità di ascolto e di innovazione di tre grandi imprese del settore, deve poter estendersi il più possibile al tessuto produttivo”.”Nella rivoluzione green europea l’idrogeno giocherà un ruolo importante, si tratta di un vettore energetico flessibile e potenzialmente ad impatto ambientale zero – ha dichiarato Andrea Sianesi, presidente Fondazione Politecnico –. Il governo italiano, inoltre, nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha riservato un ruolo rilevante proprio all’idrogeno per fare fronte alle esigenze di progressiva decarbonizzazione in vari settori. Come Fondazione Politecnico e in linea con la nostra missione di fare da ponte tra Accademia e tessuto produttivo, abbiamo ritenuto fosse strategico creare un centro di ricerca congiunto per favorire la costituzione di una filiera industriale associata allo sviluppo dell’idrogeno, che potesse contare sulla prima università tecnica italiana e su alcune delle più importanti imprese nel campo dell’energia per favorire l’innovazione, ma anche puntare su una ricerca d’eccellenza e su un trasferimento tecnologico efficace e di impatto per lo sviluppo del sistema paese”. “L’idrogeno – ha affermato Giovanni Brianza, executive vice president Energy & Environmental Services Market di Edison – è un vettore energetico fondamentale per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione nel settore dei trasporti e dell’industria hard to abate. La grande sfida oggi è accelerarne lo sviluppo per renderlo economicamente sostenibile e per dare vita a una nuova filiera industriale che agisca da volano per l’economia italiana e affermi il valore delle nostre competenze a livello internazionale. Con la piattaforma di ricerca Hydrogen JRP con Politecnico di Milano, Eni e Snam, poniamo le basi per un importante lavoro comune e confermiamo il ruolo fondamentale che Edison ha nel settore dell’idrogeno e il suo impegno nel supportarne la ricerca e sviluppo”.”La ricerca e sviluppo è uno dei pilastri su cui poggia la strategia di Eni volta al completo abbattimento delle emissioni di processi industriali e prodotti, nonché la chiave per una transizione energetica equa e di successo – ha commentato Francesca Zarri, direttore Technology, R&D e Digital di Eni –. Questo progetto si inserisce nella rete di collaborazioni con i migliori Atenei e Centri di ricerca nazionali e internazionali che Eni sta sviluppando con l’obiettivo di accelerare l’industrializzazione di tecnologie innovative in ambito decarbonizzazione e rinnovabili”.”Con l’adesione a Hydrogen JRP, Snam – ha dichiarato Cosma Panzacchi, executive vice president Hydrogen di Snam – mira a contribuire alla crescita del sistema di ricerca e sviluppo per potenziare la filiera italiana dell’idrogeno con l’obiettivo di accelerarne la diffusione, anche grazie alle infrastrutture esistenti, e dare impulso alla transizione energetica. Questa iniziativa è in linea con l’impegno di Snam a supportare le tecnologie più promettenti dell’ecosistema idrogeno, attraverso progetti quali l’Hydrogen Innovation Center avviato in collaborazione con alcuni dei più importanti atenei italiani, come il Politecnico di Milano, e HyAccelerator, primo programma di accelerazione per startup dell’idrogeno gestito da un’azienda a livello globale”. LEGGI TUTTO