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    Enel perfeziona acquisizione di 527 MW di impianti idroelettrici da ERG

    (Teleborsa) – Facendo seguito a quanto annunciato con il comunicato stampa del 2 agosto 2021, Enel informa che la controllata Enel Produzione, in seguito all’avveramento delle condizioni sospensive previste nell’accordo di compravendita, ha perfezionato in data odierna l’acquisizione dell’intero capitale sociale di ERG Hydro da ERG Power Generation. In linea con l’accordo sopra indicato, Enel Produzione ha riconosciuto un corrispettivo di circa 1.039 milioni di euro, a cui si è aggiunto al closing un primo aggiustamento prezzo di circa 226 milioni di euro concernente la valorizzazione del mark to market di alcuni derivati di copertura di ERG Power Generation relativi a parte dell’energia prodotta in futuro dagli impianti di ERG Hydro.L’accordo di compravendita prevede inoltre un ulteriore aggiustamento del corrispettivo nei prossimi mesi, che sarà effettuato principalmente in base alla variazione di capitale circolante netto e posizione finanziaria netta di ERG Hydro e all’effettivo livello delle riserve d’acqua di alcuni bacini inclusi nel perimetro.Gli impianti detenuti da ERG Hydro, situati tra Umbria, Lazio e Marche, hanno una capacità installata di 527 MW e una produzione media annua di circa 1,5 TWh. A seguito dell’operazione, entreranno a far parte del Gruppo Enel 113 addetti tra tecnici specializzati nella gestione operativa degli impianti, specialisti di energy management e staff dedicate.In linea con l’attuale Piano Strategico, l’operazione contribuisce a rafforzare il percorso di crescita nelle rinnovabili del Gruppo Enel, con un ulteriore aumento della relativa capacità installata in Italia. In seguito all’operazione, il Gruppo Enel raggiunge infatti nel Paese circa 13 GW di capacità idroelettrica installata, per una capacità rinnovabile complessiva, compresa quella geotermica, eolica e fotovoltaica, pari a circa 14,5 GW. LEGGI TUTTO

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    Gas, consumi da record nel 2021: mai così alti negli ultimi 10 anni

    (Teleborsa) – In crescita i consumi di gas naturale in Italia. Nel 2021 nei gasdotti italiani sono transitati volumi superiori del 7,8% rispetto al 2020 e del 7,2% rispetto alla media degli ultimi dieci anni (dal 2011 al 2020), con il termoelettrico a fare da traino nel mese di dicembre (+11,3%) e il civile sull’intero anno (+8,1%). Rispetto al 2020 tutti mesi dell’anno, ad eccezione di luglio e agosto, segnano valori positivi, con aprile, maggio e marzo che crescono rispettivamente del 43,3%, del 15% e del 14,5%. Secondo le elaborazioni della Staffetta Quotidiana sui dati di Snam Rete Gas, l’Italia ha consumato poco più di 76,2 miliardi di mc, 5,5 miliardi in più rispetto al 2020, un valore mai superato nell’ultimo decennio che si colloca a quasi 1,2 miliardi in meno dei 77,4 del 2011, e a poco più di 9,8 dal massimo storico del 2005: 86,1 miliardi di mc. Guardando al dettaglio della domanda, tutti i settori sono in crescita, con il settore civile, +8,1% a 33.372,9 milioni mc, 2.500 milioni in più rispetto al 2020 (+4,1% sulla media del decennio), pressoché appaiati nell’incremento l’industria, +6,4 sullo scorso anno a 14.057,6 milioni di mc, quasi 844 più del 2020 (+4% sul decennio), e il termoelettrico, + 6,1% a 25.979,2 milioni di mc, 1.494 più del 2020 (oltre 2.500 mln di mc, ben l’11% in più sul decennio). Il mese di dicembre ha concorso all’incremento complessivo con un aumento del 9,8% sul 2020, poco meno dell’11,1% ravvisato a novembre, con la domanda totale a 9.685,9 milioni di mc, 866,2 in più rispetto a dicembre 2020 (+10,6% nel confronto con la media del decennio). A tirare la volata è stato il termoelettrico, +11,3% a 2.585,6 milioni mc (+22,7% sul decennio), seguito dal civile, +8,7% a 5.547,9 milioni mc (+5,3% sulla media 2011-2020), e, con minor slancio, dall’industria, con tutta probabilità rallentata dagli alti prezzi, +2,8% a 1.153,8 milioni mc (+2,9% sul decennio). Passando all’offerta, le importazioni del 2020 sono cresciute ancora una volta più della domanda, con un +8,6% a 71,6 mld, quasi 5,7 mld mc in piu’ rispetto al 2020 (+9,6% rispetto alla media 2011-2020), in flessione rispetto allo scorso anno le erogazioni nette dagli stoccaggi.Nuovo record negativo per la produzione nazionale. Se nel 2020, per la prima volta, si era scesi sotto 4 miliardi mc estratti nell’anno, nel 2021 ci siamo avvicinati moltissimo a 3, fermandoci a 3.126,9 milioni mc, -18,7%, poco meno di 720 milioni mc meno del 2020 e ben il 49% rispetto alla media del periodo 2011-2020 con una flessione prossima a 3 miliardi di mc. Tra le importazioni via tubo: in crescita i flussi dall’Algeria con oltre il 76%, ben 9,1 miliardi di mc in più sul 2020, nonostante la flessione del 5,4% del mese di dicembre; quasi invariati i flussi annuali dalla Russia (-0,4% a 28,1 mld mc), che segna un dicembre in crescita del 2,6% e resta di gran lunga la prima fonte di approvvigionamento con quasi 28,2 miliardi di mc arrivati nel 2021 (in linea con la media del decennio 2011-20). Chiudono in notevole flessione i volumi in arrivo dal Nord Europa, -75,7%, quasi 6,5 miliardi mc in meno rispetto al 2020 (-77,1% sul decennio), nonostante il recupero visto a partire da ottobre, con dicembre che addirittura segna un +733%. Decrescenti anche i flussi in arrivo dalla Libia, – 27,6% (-38,1% sul decennio), con 3,2 miliardi di mc arrivati nell’anno. Quasi provvidenziale quindi l’arrivo del gas azero, tramite il Tap, i cui primi mc sono arrivati tra il 30 e il 31 dicembre 2020 e sono andati in crescendo durante il 2021: oltre 2,6 miliardi nel primo semestre, 4,5 nel secondo per un totale di oltre 7,1 miliardi di mc. LEGGI TUTTO

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    Gas, ad Amsterdam sfilza record ribassi

    (Teleborsa) – Salgono a otto le sedute di ribassi consecutivi per il gas ad Amsterdam, benchmark di riferimento per il prezzo in Europa. Anche oggi i future registrano un forte calo, perdendo l’11,3% a 77,4 euro al megawattora. Andamento analogo a Londra dove il gas cede il 12,35% a 190 pence per therm.Ad innescare la serie di ribassi la notizia che diverse navi statunitensi che trasportano gas naturale liquefatto hanno fatto rotta sull’Europa per avvantaggiarsi dei prezzi, saliti, nonostante i cali delle ultime sedute, del 300% da inizio anno, mentre l’arrivo sul Continente di temperature più miti allenta i timori sulla domanda. Secondo i dati dell’agenzia Bloomberg sono 11 i cargo americani che attraccheranno nei terminali di importazione dell’Europa Nord Occidentale tra il 30 dicembre e il 10 gennaio mentre anche le forniture russe dall’Ucraina sono aumentate, con flussi al massimo dallo scorso 18 dicembre.L’auspicio è che il calo del prezzo del gas possa proseguire e stabilizzarsi, così da allentare la pressione su consumatori e imprese, costrette in alcuni casi a rallentare o fermare la produzione a causa dell’impennata dei prezzi dell’energia. Una corsa provocata dal rimbalzo dell’economia nel 2021 rispetto al quale le forniture hanno faticato a stare al passo. LEGGI TUTTO

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    Maxi stangata luce e gas, associazioni sul piede di guerra

    (Teleborsa) – Associazioni sul piede di guerra dopo che ieri l’ARERA ha comunicato che da gennaio la luce aumenterà del 55% e il gas del 41,8%. Aumenti che scatteranno “malgrado gli interventi” del Governo, spiega l’Autorità, precisando che gli incrementi record delle materie prime “avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas”.Gli aumenti delle tariffe di luce e gas sono “mostruosi” per Assoutenti e portano l’associazione dei consumatori a presentare un esposto all’Autorità garante per la concorrenza e all’Antitrust Ue affinchè indaghino sulle speculazioni in atto sui mercati di elettricità e gas. “I rincari decisi oggi da Arera rappresentano una mazzata per famiglie e imprese e provocheranno danni economici ingenti al paese – afferma il presidente Furio Truzzi – I 3,8 miliardi messi in campo dal Governo, si sono rivelati insufficienti, e non hanno evitato la stangata che si abbatterà sulle bollette degli italiani”. Di ” stangata senza precedenti che rischia di diventare una Caporetto per famiglie e piccole e medie imprese”, parla Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, per una famiglia tipo significa spendere nel 2022 (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1? gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, nell’ipotesi di prezzi costanti), 441 euro in più per la luce e 567 euro per il gas. Una maggior spesa complessiva pari, quindi, a 1008 euro. “Un rincaro record. Mai, da quando ci sono gli aggiornamenti tariffari trimestrali stabiliti dall’Authority, ossia dal gennaio 2003, si sono verificati rialzi cosi’ elevati, nè per la luce nè per il gas” prosegue Vignola. “Ora il Governo, come promesso da Draghi, deve abbassare le bollette prendendo i soldi da quei produttori che hanno fatto extraprofitti fantastici perchè hanno prodotto energia a basso costo, rivendendola poi ai prezzi lunari di mercato, facendo speculazioni belle e buone” conclude Vignola.”L’aumento delle tariffe energetiche pesa sui conti delle famiglie ma anche sui costi delle imprese e rende più onerosa la produzione e la commercializzazione in una situazione fortemente condizionata dall’emergenza Covid”. Questo l’allarme lanciato da Coldiretti nel commentare i maxi aumenti. “L’aumento della spesa energetica ha un doppio effetto negativo perchè riduce il potere di acquisto dei cittadini e delle famiglie, ma aumenta anche i costi delle imprese particolarmente rilevanti per l’agroalimentare con l’inverno. Il costo dell’energia – continua la Coldiretti – si riflette infatti in tutta la filiera e riguarda sia le attività agricole ma anche la trasformazione e la distribuzione”.(Foto: © pejo / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Bollette, arriva la maxi stangata di gennaio

    (Teleborsa) – Dal primo gennaio l’aumento della bolletta dell’elettricità per la famiglia tipo in tutela sarà del +55%, mentre per quella del gas del +41,8%. Lo fa sapere l’Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente (ARERA) diffondendo l’aggiornamento delle bollette per il primo trimestre del 2022.Aumenti che scattano “malgrado gli interventi” del Governo, spiega l’Autorità, precisando che gli incrementi record delle materie prime “avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas”. “I nuovi straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso (quasi raddoppiati nei mercati spot del gas naturale e dell’energia elettrica nel periodo settembre-dicembre 2021) e dei permessi di emissione di CO2, avrebbero portato ad un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas”, spiega l’Arera, che ha “confermato l’annullamento transitorio degli oneri generali di sistema in bolletta e potenziato il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, in base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022, con cui il Governo – oltre a ridurre l’Iva sul gas al 5% per il trimestre – ha stanziato le risorse necessarie agli interventi, con ciò consentendo di alleggerire l’impatto su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese”.Per 2,5 milioni di nuclei familiari aventi diritto, in base all’ISEE, ai bonus sociali per l’elettricità e per 1,4 milioni che fruiscono del bonus gas, gli incrementi tariffari sono stati sostanzialmente compensati – precisa l’Autorità: gli importi definiti per il prossimo trimestre, grazie alle risorse messe a disposizione dalla legge Bilancio, consentono, alle famiglie in condizioni di difficoltà di proteggersi dall’incremento. L’Autorità, infatti, ha potenziato i bonus che, per il solo primo trimestre 2022, sosterranno le famiglie in difficoltà con circa 600 euro: 200 euro per l’elettricità (famiglia con 3-4 componenti) e 400 euro per il gas (famiglia fino a 4 componenti, con riscaldamento a gas in zona climatica D). Come previsto dalla Legge di Bilancio, ARERA ha definito, per i clienti domestici che dovessero trovarsi in condizioni di morosità, le modalità di rateizzazione delle bollette di elettricità e gas emesse da gennaio ad aprile 2022, per un periodo massimo di 10 mesi e senza interessi. Per il sistema di rateizzazione è previsto un fondo di 1 miliardo di euro, con un meccanismo di anticipo alla filiera elettrica da attuarsi con la CSEA, la Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali. LEGGI TUTTO

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    Energia, SMI: “A rischio filiera tessile e abbigliamento”

    (Teleborsa) – “Vi è una sincera preoccupazione per la tenuta della filiera stessa. Sarebbero opportuni immediati interventi da parte del Governo, in soccorso della seconda manifattura del Paese e per salvaguardare 50mila imprese e 400mila addetti, soprattutto cercando di fermare una speculazione che è l’origine primaria di aumenti di questi livelli”. Questo l’appello del presidente di Sistema Moda Italia (Smi), Sergio Tamborini di fronte all’aumento record dei prezzi dell’energia che mette a rischio la filiera del tessile abbigliamento.”È necessario – prosegue il presidente di Smi – pensare ad azioni quali il ricorso alle riserve strategiche nel breve termine e successivamente ad acquisti comunitari. Rialzi di questo livello non possono non riflettersi in un immediato aumento del valore dei prodotti e delle trasformazioni, in particolar modo nelle aziende a monte della filiera, composta da sempre da molte piccole imprese, soprattutto nell’ambito della nobilitazione che hanno maggiore difficoltà ad assorbire questi esorbitanti aumenti”.Per Tamborini l’impatto dei rincari dell’energia sta influendo pesantemente sul comparto e sulle sue realtà imprenditoriali, che sono per la maggior parte di piccole dimensioni. Gli aumenti dei costi dell’elettricità si calcolano tra +470% e il +650% rispetto ai valori 2020, mentre quelli per il gas arrivano a circa +830% mettendo a rischio l’attività di tutti i settori energivori. Le conseguenze per la filiera del Tessile e Abbigliamento, che sta cercando di uscire dalla situazione emergenziale grazie alla ripresa delle esportazioni, – si legge in una nota di Smi – sono di forti rischi di tenuta, in un network fatto per la maggior parte da aziende già duramente messe alla prova in questi ultimi 2 anni. Questo scenario, che non accenna a migliorare, minaccia un impatto pesante sulla produzione industriale, con una possibile perdita di competitività sui mercati internazionali.(Foto: by fancycrave on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas in calo oltre attese

    (Teleborsa) – Diminuiscono più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 24 dicembre 2021, sono risultati in diminuzione di 136 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela leggermente al di sopra del consensus (-125 BCF). La settimana prima si era registrato un calo di 55 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.226 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 7,2% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.476) e in salita dello 0,6% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (3.207 BCF). LEGGI TUTTO

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    Caro-energia, Lanzetta (Enel): “Spingere su rinnovabili e su convenienza mercato libero”

    (Teleborsa) – Dai motivi che hanno prodotto l’impennata del prezzi dell’energia – gas e CO2 – alla congruità degli interventi del governo per calmierare il costo delle bollette. Nicola Lanzetta, direttore Enel Italia, in una intervista a Il Messaggero, parla di un tema caldo che colpisce famiglie ed imprese. Soluzioni temporanee ce ne sono diverse, ma nel lungo periodo occorre spingere sulle rinnovabili e, lato clienti, sul mercato libero.Lanzetta parla della volatilità dei prezzi delle commodities energetiche e della storica dipendenza dell’Italia dalle importazioni di gas, che hanno prodotto aumento senza precedenti del costo di luce e gas, ed auspica che “il trend possa fermarsi in primavera”, avvertendo che l’aumento non è episodico” e “non dobbiamo limitarci a guardare al breve termine”.A proposito di ulteriori interventi per attenuare gli aumenti in bolletta, diversi dall’immediata riduzione degli oneri di sistema, il manager afferma che “si potrebbero ipotizzare misure mirate per le famiglie e imprese in maggior tutela”, in particolare consentendo ad Acquirente Unico “di stipulare contratti di approvvigionamento a lungo termine” o “forme di incentivazione dei contratti a lungo termine nel mercato libero a favore di clienti più esposti al rischio di volatilità dei prezzi”.”Enel non sta beneficiando di questa situazione: la produzione rinnovabile del gruppo in Italia è stata venduta in anticipo al mercato finale, come da prassi, per cui non ha beneficiato della salita dei prezzi”, ha chiarito Lanzetta, ricordando che “il contributo di Enel alla produzione energetica nazionale oggi è intorno al 18%”. “Per una soluzione di lungo termine e strutturale la strada è proprio investire nelle rinnovabili. In termini di stabilità e di prevedibilità dei prezzi queste fonti rappresentano una sicurezza”, afferma il direttore di Enel Italia, indicando che gli impianti costruiti dal 2009 hanno consentito una riduzione del prezzo dell’energia del 10% e che se fossimo stati più avanti nei target al 2030 i prezzi attuali sarebbero stati di oltre il 35% più bassi. Per favorire la crescita delle fonti rinnovabili – afferma Lanzetta – “è necessaria una semplificazione degli iter autorizzativi, che oggi rappresentano il vero collo di bottiglia”.Quanto al nucleare di quarta generazione – afferma nell’intervista – “necessita di studi e attenti approfondimenti e non vediamo applicazioni commerciali significative prima del 2040”. Il manager dell’Enel parla anche del rinvio del mercato libero ed ed afferma che i recenti rincari stanno “mettendo definitivamente in luce proprio la convenienza del libero mercato”. “Già oggi – spiega – la maggior parte dei clienti del mercato libero, circa il 77% tra imprese e famiglie, ha sottoscritto contratti a prezzo fisso, ed è al riparo dagli aumenti”. E lato imprese? Lanzetta afferma che “le imprese che risentono degli aumenti sono quelle che hanno scelto offerte sul libero mercato con un prezzo della componente energia indicizzato, che varia in base al prezzo di riferimento all’ingrosso dell’energia”, ma si tratta di un “atteggiamento rischioso”, mentre acquistare ad un prezzo fisso per un periodo più lungo è “molto più saggio”. “Vediamo già le prime aziende orientarsi in questa direzione – conclude – e ciò aiuterà il sistema paese a raggiungere una migliore stabilità a fronte delle inevitabili turbolenze future sul fronte del gas”. LEGGI TUTTO