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    USA, EIA prevede aumento dei prezzi dell’energia elettrica nel 2025

    (Teleborsa) – I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica negli Stati Uniti saranno in media leggermente più alti nel 2025 nella maggior parte delle regioni degli Stati Uniti rispetto allo scorso anno, fatta eccezione per il Texas e il Nord-ovest. Lo afferma l’U.S. Energy Information Administration (EIA).L’agenzia prevede che gli 11 prezzi all’ingrosso monitorati saranno in media di 40 dollari per megawattora (MWh) nel 2025 (ponderati in base alla domanda), in aumento del 7% rispetto al 2024. Inoltre, viene previsto che il prezzo medio dell’elettricità residenziale negli Stati Uniti nel 2025 sarà superiore del 2% rispetto alla media del 2024; dopo aver tenuto conto dell’inflazione, la previsione per i prezzi residenziali negli Stati Uniti rimane relativamente invariata rispetto al 2024.I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sono un indicatore del costo di produzione di energia e sono generalmente creati su base oraria o giornaliera negli Stati Uniti. Questi prezzi riflettono i costi operativi e di carburante dell’unità più costosa necessaria per soddisfare la domanda di elettricità in un dato momento in un punto di prezzo definito all’interno della rete elettrica, insieme a tutti i costi associati alla congestione della trasmissione in quell’area. Il costo del gas naturale è un fattore primario dei prezzi all’ingrosso in molte regioni perché il generatore marginale è spesso alimentato a gas naturale, spiega l’EIA. L’aspettativa è che il costo del gas naturale consegnato ai generatori di energia degli Stati Uniti sarà in media di 3,37 dollari per milione di unità termiche britanniche nel 2025, in aumento del 24% rispetto alla media dell’anno scorso, ma è più o meno lo stesso prezzo del 2023.EIA si aspetta che i prezzi medi all’ingrosso dell’energia oscilleranno da circa 30 dollari al MWh nella parte del Texas in cui la rete è gestita dall’Electric Reliability Council of Texas (ERCOT) a 55 dollari al MWh nella regione nord-occidentale. Queste due regioni sono le uniche in cui si attendono prezzi all’ingrosso più bassi quest’anno. La regione del Nord-ovest sta ancora vivendo condizioni di siccità, ma le condizioni dovrebbero migliorare leggermente quest’anno con il 20% in più di produzione di energia idroelettrica. L’aumento della produzione da progetti di energia solare sta contribuendo a ridurre i prezzi all’ingrosso in ERCOT. LEGGI TUTTO

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    Italia, IEEFA: incentivi per investimenti nel gas devono confrontarsi con calo della domanda

    (Teleborsa) – Il programma di incentivi italiano per gli operatori del gas e del GNL non è al passo con la realtà del mercato e convoglia gli investimenti in progetti infrastrutturali che saranno sottoutilizzati. Lo sostiene l’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), un think tank che si occupa di energia, sollecitando un migliore allineamento dei sostegni governativi e normativi alle esigenze del mercato.Secondo la ricerca, l’attuale programma normativo potrebbe incoraggiare un’eccessiva spesa in conto capitale per infrastrutture ridondanti dedicate al gas e al GNL, nonostante il recente calo della domanda italiana di entrambi i combustibili.Viene fatto notare che la domanda di gas in Italia è scesa del 19% dal 2021 al 2024, mentre le importazioni di GNL sono diminuite del 12% nel 2024 (dopo essere cresciute però del 71% dal 2021 al 2023). Nonostante questa contrazione, i piani per le infrastrutture destinate al gas naturale liquefatto potrebbero triplicare la capacità di rigassificazione dell’Italia, portandola da 16,1 miliardi di metri cubi nel 2022 a 47,5 miliardi di metri cubi nel 2026.Nel primo trimestre 2025 l’Italia accrescerà infatti la capacità di importazione di GNL del 22%, con l’apertura da parte di Snam del nuovo rigassificatore galleggiante (FSRU) di Ravenna con capacità per 5 miliardi di metri cubi. Da febbraio 2022 la capacità nazionale per la rigassificazione è cresciuta di 7,5 miliardi di metri cubi, anche grazie all’ampliamento della FSRU Toscana e dei terminali Adriatic LNG e all’installazione di un nuovo impianto FSRU a Piombino. Oltre all’imminente lancio della FSRU Ravenna, nel 2026 sarà operativo anche un nuovo terminale a Porto Empedocle.Secondo il report dell’IEEFA, i tassi medi di utilizzo dei terminali italiani per GNL tra gennaio e settembre 2024 suggeriscono che i volumi di rigassificazione non stanno tenendo il passo con l’ampliamento della capacità per questo combustibile. In tale periodo sono stati registrati tassi di utilizzo elevati per Adriatic LNG (90%) e Piombino (67%), ma molto più contenuti per la FSRU Panigaglia (28%) e per il terminale FSRU Toscana (13%), fuori servizio da fine febbraio 2024.”Gli incentivi agli investimenti in infrastrutture devono essere guidati dalla domanda. Nel caso dell’Italia, attualmente è il contrario: i ricavi regolamentati spingono la costruzione di infrastrutture anche se la domanda non è sufficiente a giustificarle”, ha dichiarato Ana Maria Jaller-Makarewicz, Lead Energy Analyst per l’Europa di IEEFA.”È ora che l’Italia prenda atto del declino della sua domanda di gas e di quella dei suoi vicini europei – ha aggiunto – L’ambizione del Paese di diventare un hub del gas rischia di mettere a repentaglio la competitività del suo settore energetico, destinando erroneamente il sostegno governativo a progetti dedicati gas che non offrono soluzioni di sicurezza energetica a lungo termine”.Il report si sofferma sul fatto che Snam è il principale beneficiario del programma di incentivi. I ricavi regolamentati dell’azienda sono aumentati di 272 milioni di euro (20,1% su base annua) nella prima metà del 2024. Di questi, la maggior parte (160 milioni di euro) deriva da un costo ponderato del capitale più elevato e dalla crescita degli asset di trasporto e stoccaggio del gas di Snam. Nel 2023, i ricavi regolatori di Snam sono aumentati di 385 milioni di euro. Viene evidenziato che Snam possiede il 61% dei terminal GNL operativi in Italia e il 100% di due nuovi terminal in progetto. L’azienda fornisce il 95% del mercato italiano del gas e detiene la più grande proprietà di gasdotti dell’Unione Europea, per una lunghezza complessiva di quasi 38.000 chilometri.”Se i consumi italiani di gas continueranno a diminuire, nel 2030 la domanda nazionale per il GNL sarà pari a meno di un terzo della capacità di rigassificazione del Paese”, è una delle conclusioni del rapporto.Mercoledì scorso, presentando il nuovo piano al 2029, l’AD di Snam Stefano Venier ha sostenuto che la nave rigassificatrice di Piombino “ha dimostrato la sua strategicità”, come del resto dimostra il fatto che “ha venduto tutta la sua capacità per i prossimi 20 anni”. Venier ha anche evidenziato che, con l’entrata in funzione della BW Singapore a Ravenna, la capacità complessiva di rigassificazione italiana salirà a 28 miliardi di metri cubi, equivalente ai volumi di gas importati dalla Russia nel 2021. LEGGI TUTTO

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    Chevron avvia produzione nell’ampiamento del maxi giacimento in Kazakistan

    (Teleborsa) – Chevron, importante azienda petrolifera statunitense, ha annunciato che la sua affiliata al 50 percento Tengizchevroil LLP (TCO) ha avviato la produzione di petrolio presso il suo Future Growth Project (FGP) situato nel giacimento petrolifero di Tengiz in Kazakistan. L’espansione del FGP mira ad aumentare la produzione di petrolio greggio di 260.000 barili al giorno a piena capacità.”Il primo petrolio presso il Future Growth Project è l’ultimo di una serie di traguardi di sviluppo, tra cui nel Golfo del Messico e nel Permiano, che dovrebbero aumentare significativamente il free cash flow per l’azienda e generare valore per gli azionisti Chevron”, ha affermato Mark Nelson, vicepresidente di Chevron.Il giacimento petrolifero di Tengiz, situato nel Kazakistan occidentale, è classificato come il giacimento petrolifero supergigante più profondo al mondo e il più grande giacimento di produzione a trappola singola esistente.Tengizchevroil LLP è una partnership kazaka di proprietà di Chevron, al 50 percento; KazMunayGas, al 20 percento; ExxonMobil, 25 per cento; e Lukoil, 5 per cento. LEGGI TUTTO

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    Eu-Italy Energy days, Pichetto: “Per gas Ue sia pronta a sospendere quotazione”

    (Teleborsa) – “Sto chiedendo non tanto di mettere un numero, quanto una posizione dell’Unione europea che sia pronta ad intervenire a sospendere la quotazione”. È quanto ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto a margine dell’Eu-Italy Energy days in corso a Torino al Museo del Risorgimento. “Il price cap – ha spiegato Pichetto – non era la fissazione di un prezzo, era un limite dal quale venivano sospese le quotazioni. La sospensione della quotazione è un pò come sospensione delle quotazioni di Borsa che determina automaticamente che gli scambi fisici continuano ad esserci. Io non sono in grado, non ho gli elementi, non faccio indagini di quanto è l’entità dei derivati sulla borsa olandese però certamente la volta scorsa hanno avuto un peso devastante”. “Credo che il disegno di legge delega sul nucleare tra una quindicina di giorni verrà esaminato in Consiglio dei ministri. Non vedo slittamenti – ha detto Pichetto –. Si tratta di un disegno di legge delega dove si prevede tutto un quadro di impostazione di delega al governo per preparare un decreto legislativo sul permitting, un decreto legislativo sulla formazione, uno su tutto il sistema della sicurezza e uno su un ente certificato riconosciuto. Nel momento opportuno dovrà, poi, essere fatta la valutazione sulla convenienza, e allora si valuterà se è compatibile il costo, se è sicuro, se è compatibile il prezzo finale dell’energia”.Guardando agli Usa Pichetto giudica positivamente la richiesta di Trump di chiedere all’Opec di abbassare il prezzo del petrolio. “Se si abbassa il prezzo a noi che siamo consumatori non può che farci piacere” ha detto il ministro. Per quanto riguarda la minaccia di dazi all’Ue se non compra petrolio e gas americani “può darsi che ci sia un deficit commerciale – osserva il ministro – però noi siamo anche dei grandi acquirenti di tecnologie americane. Trump ha evidenziato quello che è un grande tema americano. Da parte nostra dobbiamo attrezzarci a fare emergere quelli che sono i nostri temi”. LEGGI TUTTO

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    Snam sale a Piazza Affari all’indomani del piano. Analisti alzano i target

    (Teleborsa) – Seduta positiva a Piazza Affari per il titolo Snam, società di infrastrutture energetiche quotata su Euronext Milan, all’indomani della presentazione del nuovo piano al 2029, che viene promosso dagli analisti.Da Equita è arrivato un upgrade a Buy da Hold, con target price alzato a 5,6 euro per azione da 5,3 euro, grazie alla sostenibilità del profilo di crescita della società (mid-single-digit su EBITDA e EPS), unito a remunerazione e valutazione interessanti (dividend yield medio 7,5% nel 2025-29, con una valutazione attuale a premio sulla RAB inferiore al 10%).Secondo Intermonte, il nuovo piano di Snam le consentirà di “cogliere le numerose opportunità a breve termine derivanti dagli attuali sviluppi geopolitici, generando al contempo valore a lungo termine attraverso il consolidamento del ruolo dell’Italia come hub europeo chiave e promuovendo il processo di transizione energetica”.Tra gli altri broker, Mediobanca ha incrementato il target price da 5,30 a 5,40 euro per azione, Deutsche Bank da 5,50 a 5,70 euro per azione, HSBC da 4,9 a 5 euro per azione.Snam si attesta a 4,403 euro, con un aumento dell’1,94%, con una delle migliori performance del FTSE MIB nella seduta odierna. Operativamente le attese sono per un proseguimento della giornata in senso positivo con resistenza vista a quota 4,429 e successiva a 4,504. Supporto a 4,354. LEGGI TUTTO

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    UE vende all’asta 3,25 milioni di quote di emissione a 79,06 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto quasi 3,25 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 79,06 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange.L’European Union Allowance (EUA) è il nome ufficiale delle quote di emissione europee; ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente. LEGGI TUTTO

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    Halliburton annuncia utili in linea con attese, delude fatturato

    (Teleborsa) – Utili in linea con le aspettative per Halliburton, che oggi segna al Nyse un ribasso del 3% circa dopo la pubblicazione della trimestrale. La società attiva nel settore petrolifero, con sede a Houston, ha chiuso il 4° trimestre dell’anno con un utile netto di 615 milioni di dollari, pari a 0,70 dollari ad azione, in aumento su base sequenziale (571 milioni di euro o 0,65 USD ad azioe nel terzo trimestre) ed in aumento su base annuale (rispetto ai 661 milioni, pari a 0,74 USD ad azione del quarto tirmstre 2023). Il risuotato in termini di EPS è comunque in linea con le attese degli analisti.Il fatturato si è attestato a 5,61 miliardi di dollari, rispetto ai 5,69 miliardi del terzo trimestre ed ai 5,739 miliardi dell’anno precedente, risuotando leggermente al di sotto del consensus di 5,64 miliardi di dollari.Per l”intero esercizio, Halliburton ha realizzato un fatturato di 22,9 miliardi di dollari, stabile rispetto al 2023. L’utile operativo è stato pari a 3,8 miliardi di dollari, rispetto ai 4,1 miliardi di dollari del 2023, mentre il risultato operativo rettificato, escluse svalutazioni e altri oneri, per l’intero anno 2024 è stato di 3,9 miliardi di dollari.”Sono soddisfatto della nostra performance nel 2024. Abbiamo generato oltre 2,6 miliardi di dollari di flusso di cassa e abbiamo restituito oltre 1,6 miliardi di dollari ai nostri azionisti”, ha affermato il Presidente e CEO Jeff Miller.ricavi sono rimasti stabili a 22,9 miliardi mentre l’utile operativo e’ sceso a 3,8 miliardi (da 4,1 miliardi) e l’utile netto e’ calato a 2,5 miliardi (da 2,638 miliardi). “Abbiamo generato piu’ di 2,6 miliardi di dollari di flussi di cassa – ha detto il presidente e ceo Jeff Miller – e restituito agli azionisti 1,6 miliardi cash”.Il 2025, ha aggiunto il manager, sara’ caratterizzato da una attivita’ piu’ debole in Nord America nel confronto sequenziale ma l’anno si apre con un bilancio trasformato, ritorni rilevanti e una forte generazione di cassa. Nel quarto trimestre i ricavi dell’area Nord America sono scesi del 7% rispetto al precedente. A Wall Street il titolo scende di quasi il 2% nella fase di premercato. LEGGI TUTTO

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    UE vende in asta 2,07 milioni di quote di emissione a 76,71 euro/t

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha venduto poco più di 2,07 milioni di quote di emissione (EUA) sull’European Energy Exchange (EEX) a 76,71 euro per tonnellata nella giornata odierna, secondo il resoconto dello stesso exchange. La domanda ha sfiorato i 3,7 milioni di toènnellate per un totale di 109 proposte di acquisto, di cui 42 andate a buon fine.L’European Union Allowance (EUA) è la denominazione ufficiale delle quote di emissione europee (ETS); ognuna di esse consente al possessore di emettere una tonnellata di CO2 o di altro gas serra equivalente e viene acquistata da vari operatori di mercato autorizzati (industria, società di investimento, istituzioni creditizie). LEGGI TUTTO