More stories

  • in

    ENEL, Gridspertise: “Conclusi nuovi contratti per la fornitura di oltre 650mila smart meter”

    (Teleborsa) – Gridspertise, società del Gruppo Enel dedicata alla trasformazione digitale delle reti elettriche, ha recentemente stipulato contratti per la fornitura di oltre 650mila smart meter, dispositivi per operazioni sul campo e accessori, nonché servizi connessi alla digitalizzazione dei clienti. La vendita di questa tecnologia riguarda l’Italia, Malta e San Marino. Fondata nel settembre 2021, Gridspertise – spiega Enel in una nota – rappresenta la nuova realtà industriale e commerciale di Global Infrastructure and Networks dedicata all’offerta di soluzioni e servizi innovativi, flessibili, sostenibili e integrati ai gestori di distribuzione di elettricità, che si propone sul mercato come un partner affidabile per dare slancio alla trasformazione digitale delle reti di distribuzione, nel quadro della transizione energetica.I beneficiari dei servizi e degli strumenti di Gridspertise saranno, per il momento, Enemalta plc, il fornitore di servizi energetici di Malta; il Gruppo HERA (una delle principali multiutility italiane); quattro società di pubblica utilità dell’Italia centrale che servono i comuni di Terni (TDE), Tolentino (ASSM), S. Severino Marche (A.S.SE.M.) e Offida (Energie Offida); San Marino (Azienda Autonoma di Stato per i Servizi Pubblici); cinque società di pubblica utilità in Italia settentrionale che servono i comuni di Brunico (Azienda Pubbliservizi Brunico), Paluzza (SECAB), Forni di Sopra (SCI Forni), Chiavenna (SIEC) e Morbegno (SEM). “I dodici operatori di sistemi di distribuzione (DSO) in questione – evidenzia la nota – saranno così in grado di accelerare l’elettrificazione del processo di consumo e di rendere la propria infrastruttura più efficiente”. I contratti di fornitura avranno validità fino al 2029 e non includeranno solo l’ultima generazione di smart meter: il servizio – fa sapere Enel – comprenderà anche accessori specifici, come concentratori, dispositivi per operazioni sul campo, antenne e altre attrezzature che supportano la digitalizzazione completa dei dati di fornitura e del consumo di elettricità. “A solo pochi mesi dal lancio di Gridspertise, – commenta Robert Denda, ceo di Gridspertise – siamo orgogliosi di annunciare la conclusione di dodici nuovi contratti per un totale di oltre 650mila smart meter e più di 150mila dispositivi per operazioni sul campo e accessori, in Italia, a San Marino e a Malta. Questi clienti hanno creduto in noi come partner strategico per accelerare la trasformazione delle loro reti con soluzioni di metering e digitalizzazione grid edge che integrano le tecnologie più avanzate disponibili oggi e consentono la partecipazione attiva di diversi stakeholder nel mercato dell’elettricità. Ci siamo impegnati appieno a realizzare la loro missione, con le prime consegne già programmate per quest’anno. Siamo grati ai nostri clienti e orgogliosi di questi primi risultati, con i quali iniziamo il 2022 a tutta velocità!”.Mentre consolida la propria presenza nei paesi europei, Gridspertise – annuncia Enel – sta già lavorando per estendere il proprio servizio alle utilities in nuovi mercati target, incluso il Nord America, dove l’azienda prevede di offrire le proprie soluzioni grid edge e digitali e servizi per la resilienza della rete a partire dal secondo trimestre del 2022 per soddisfare la crescente necessità di investimenti infrastrutturali nella regione. LEGGI TUTTO

  • in

    Bollette, associazioni presentano al Governo manifesto su crisi energetica

    (Teleborsa) – Una serie di proposte per arginare il caro-bollette, ridurre le tariffe in capo a famiglie e imprese anche riformando i meccanismi di prezzo e di fiscalità dell’energia e, soprattutto, premiare l’efficienza energetica, la ricerca e realizzazione di nuove fonti e gas rinnovabili come l’idrogeno. Questo, in sintesi, il contenuto del documento sulla crisi energetica presentato oggi al Governo dalle associazioni dei consumatori (Assoutenti, Adusbef, Codacons, Confconsumatori, Casa del consumatore, Ctcu, Lega Consumatori, Movimento difesa del Cittadino, Associazione utenti servizi radiotelevisivi), unitamente a Legambiente e all’Associazione di Reseller e Trader dell’Energia (A.R.T.E.).Un vero e proprio “manifesto” della crisi con cui le associazioni si fanno portavoce delle istanze di milioni di famiglie e attività produttive che rischiano di essere stremate dal caro-bollette e di pagare un conto salatissimo che potrebbe raggiungere, entro il 2022, quota 70 miliardi di euro.LE PROPOSTE PER CONTRASTARE IL CARO ENERGIA – “Considerata l’attuale situazione di diffusa crisi internazionale energetica e i rischi per la ripresa economica e la sostenibilità dei costi energetici per famiglie e attività produttive, – si legge nel documento presentato dalle 9 associazioni dei consumatori, dagli ambientalisti e dall’organizzazione dei trader al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dello sviluppo economico, dell’Economia e della Transizione Ecologica – si impone l’assunzione immediata di iniziative di carattere straordinario ed urgente, per fronteggiare adeguatamente possibili situazioni di pregiudizio per la collettività presente sul territorio nazionale mentre in parallelo si acceleri la spinta per le rinnovabili e le efficienza per ridurre la dipendenza dall’estero e dalle fonti fossili. Vista la stima di Terna del 21 ottobre 2021, con cui la Società ha dichiarato un maggior costo presunto per il paese nei 12 mesi del 2022 di 40 mld di euro considerando un PUN di 150€/MWh; viste le stime effettuate da molte autorevoli organizzazioni correggono questo valore verso l’alto, fino a 60/70 mld di euro a seconda dei valori effettivi delle componenti, considerando anche il maggior costo del Gas; ritenuto, quindi, che ricorrano, nella fattispecie, i presupposti emergenziali per la dichiarazione dello stato di emergenza; su proposta delle Scriventi associazioni di imprese e consumatori si propone di: dichiarare per un periodo non inferiore a 12 mesi, lo stato di crisi energetica nazionale, in conseguenza del rischio per il paese dovuto all’aumento delle materie prime energetiche, e di istituire con urgenza, un comitato di esperti indipendenti di alto livello e di rappresentanti delle associazioni per supportare il Governo con dati scientifici nelle scelte più appropriate per riorganizzare mercato, infrastruttura e tariffe”. Nel manifesto anche la richiesta di elaborare interventi urgenti mirati sulle seguenti direttrici: riforma del meccanismo di prezzo basato sui costi di produzione; riduzione generale e definitiva della componente parafiscale; revisione dei meccanismi di sostegno per i casi difficoltà economica; introduzione di un meccanismo di prelievo sugli extra-profitti dovuti dal prezzo marginale attualmente applicato indifferentemente a chi vende energia fossile e/o rinnovabile che consentirebbe di recuperare altri 12 miliardi di euro; sospensione del “Capacity Market” fino al superamento dello Stato di crisi energetica” con recupero di altri 2 miliardi di euro; avvio urgente di un piano nazionale di efficienza energetica che coinvolga le imprese, le abitazione, gli edifici e la mobilità pubblica; avvio di un piano di efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato, con particolare riguardo alle periferie, massimizzando e rivedendo il sistema di incentivi del settore e valorizzando il superbonus fino al 2030.”Al più presto – concludono le associazioni– va inoltre promosso il nuovo sistema energetico allo scopo di salvaguardare le tasche di famiglie attività delle imprese e per indirizzare la domanda e l’offerta di energia secondo nuovi principi e modelli, opposti a quelli fallimentari che hanno determinato l’attuale crisi”. (Foto: © pejo / 123RF) LEGGI TUTTO

  • in

    Acsm Agam, nuovo piano: EBITDA sale a 104,7 milioni di euro nel 2026

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Acsm-Agam, una delle principali multiutility del nord Italia, ha approvato il Piano Industriale 2022-2026 del gruppo. Per quanto riguarda gli obiettivi finanziari, è previsto un EBITDA 2026 a quota 104,7 milioni di euro (CAGR 21-26 +3,7%), EBIT a 39,9 milioni di euro nel 2026 (CAGR 21-26 +5,0%). La PFN è vista in crescita a 269 milioni di euro nel 2026, in relazione al piano investimenti, concentrato su concessioni di lungo termine in contesto di gara e soggetto a regolazione, e al pay out. Previsto un rapporto PFN/EBITDA al 2026 a 2,6 e Leverage a 0,5. Il pay out medio in arco piano è stimato intorno all’80% del risultato netto.”La sostenibilità è il valore chiave del Piano Industriale 2022-2026, che conferma ancora una volta l’impegno del nostro gruppo nella transizione energetica, nell’economia circolare e nella digitalizzazione – hanno commentato Marco Canzi e Paolo Soldani, rispettivamente presidente e AD – Ben il 67% degli investimenti in arco piano è destinato ad attività correlate ad obiettivi per lo sviluppo sostenibile, perché servono progetti concreti per contribuire al taglio delle emissioni entro il 2030 e al raggiungimento della neutralità climatica che tutti i Paesi dell’Unione europea hanno come obiettivo entro il 2050″.Il Piano prevede complessivamente investimenti per 457 milioni di euro. Il valore dei progetti correlati a specifici obiettivi per lo sviluppo sostenibile è pari a 397 milioni di euro, di cui 307 milioni di euro milioni di investimenti riferiti al gruppo e 90 milioni di euro riferiti a interventi di efficientamento e riqualificazione energetica presso terzi.In particolare, la business unit Ambiente prevede sia nuovi impianti di trattamento sia il potenziamento di impianti di trattamento esistenti; la business unit Energia e Tecnologie smart si focalizzerà sullo sviluppo del teleriscaldamento, sul proseguimento degli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico, di illuminazione pubblica, di mobilità elettrica e lo sviluppo con nuovi impianti distribuzione Multi Fuel (GNL, Biogas, ricarica elettrica). La business unit Reti prevede interventi di efficientamento reti e impianti idrici (con obiettivo di ulteriore riduzione delle perdite), elettrici e gas, con rinnovo parco misuratori anche in ottica smart meter. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, Confindustria: situazione drammatica, intervenire subito

    (Teleborsa) – Il delegato di Confindustria per l’Energia, Aurelia Regina, e il direttore generale, Francesca Mariotti, sono intervenuti al tavolo convocato dal Mise sull’emergenza dei prezzi dell’energia. Confindustria ha sottolineato che “la situazione è drammatica e richiede interventi urgenti e strutturali di politica industriale. Non è possibile rinviare le decisioni, serve un atto di coraggio per superare la logica degli interventi spot. Serve agire in fretta come hanno già fatto i governi di Francia e Germania”.”L’impatto dei maggiori costi energetici a cui stiamo assistendo si sta abbattendo sulle imprese industriali. Per questi settori, che al momento stanno responsabilmente assorbendo tutti i costi, il caro-energia si traduce in una forte erosione dei margini operativi e potrebbe comportare decisioni di chiusura produttiva”. Lo sottolinea in una nota Confindustria. “Questa drammatica evoluzione dello scenario energetico – spiega Confindustria – implica, per la manifattura italiana, un fortissimo incremento di costi per la fornitura di energia, che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019 a oltre 21 nel 2021 e a oltre 37 nel 2022. Si tratta di un incremento del costo complessivo del +368% nel 2021 e di oltre 5 volte rispetto ai costi sostenuti nel 2020”.Confindustria ha presentato alcune proposte congiunturali concrete da attuare subito e da condividere necessariamente in un tavolo interministeriale presso Palazzo Chigi. Proposte condivise da tutte le associazioni di Confindustria presenti al tavolo, che rappresentano 140 mila imprese, il 10% del PIL italiano ( Assistal, Confindustria Ceramica, Federbeton, Assocarta, Assovetro, Assofond, Federacciai, Assomet, Federchimica, Interconnector Energy Italia, Federalimentare, FederlegnoArredo, Anima, Anfia, Confindustria Energia). Tra le misure segnalate, spiega Confindustria, “della massima urgenza le seguenti: la cessione della produzione nazionale di gas ai settori industriali per 10 anni con anticipazione dei benefici finanziari per l’anno 2022; l’ estensione dell’abbattimento degli oneri parafiscali per gli impegni di potenza superiori ai 16,5 KW nel settore elettrico, la rimodulazione delle aliquote di agevolazione per le componenti parafiscali della bolletta elettrica nei limiti previsti dalla normativa Europea (articolo 39 elettrico ex Com 200/2014/UE) e intervenire da subito attraverso indirizzi specifici al Gse per la cessione di energia rinnovabile elettrica “consegnata al Gse” per un quantitativo di circa 25TWh e trasferita ai settori industriali a rischio chiusura ad un prezzo di 50 e/Mwh. LEGGI TUTTO

  • in

    Enel Energia, sanzione da Garante privacy per telemarketing aggressivo

    (Teleborsa) – Il Garante per la protezione dati personali ha inflitto a Enel Energia una sanzione di 26,5 milioni di euro per il trattamento illecito dei dati personali degli utenti a fini di telemarketing. Oltre al pagamento della multa, si legge in una nota dell’authority, la società dovrà adottare una serie di misure per conformarsi alla normativa nazionale ed europea sulla tutela dei dati. L’Autorità ha ingiunto a Enel Energia di adeguare ogni trattamento di dati svolto dalla rete di vendita a modalità e misure idonee a comprovare che l’attivazione di offerte, servizi e contratti avvenga solo a seguito di contatti promozionali su numerazioni telefoniche censite e iscritte al Registro degli operatori della comunicazione (ROC).Il provvedimento è arrivato a seguito di di segnalazioni e reclami di utenti che lamentavano la ricezione di telefonate promozionali indesiderate, la difficoltà di esercitare i propri diritti in tema di protezioni dati personali e problemi derivanti dalla gestione dei dati nell’ambito dei servizi di fornitura energetica. Nel corso dell’istruttoria, il Garante ha osservato quello che scrive come “un netto e preoccupante incremento” del fenomeno del telemarketing nel settore energetico con l’approssimarsi della scadenza per il passaggio dal mercato tutelato dell’energia elettrica e del gas al mercato libero.Enel Energia ha precisato di “aver sempre agito nel pieno rispetto della normativa, di essere estranea alle condotte di chiamate indesiderate e di aver sempre applicato misure di prevenzione dei rischi per la gestione di canali telefonici a scopo commerciale”, si legge in una nota. La società ha rilevato come il fenomeno fraudolento dell’esistenza di operatori abusivi – che si spacciano per agenti di Enel Energia al fine di ottenere l’attenzione dell’interlocutore, per poi offrire nel corso della telefonata contratti con terzi concorrenti – espone la società stessa a danni rilevanti anche sotto il profilo dell’immagine.Enel Energia, per impedire l’uso abusivo del proprio nome, ha interrotto dal maggio 2017 le attività di vendita telefonica dei contratti dandone ampia comunicazione ai clienti. Il canale è stato riaperto durante la pandemia, che ha ridotto la possibilità di incontro fisico con i clienti. “Nonostante tutte le segnalazioni su cui si è basata l’istruttoria si riferissero al periodo in cui la società non effettuava telefonate, il Garante ha ritenuto di irrogare la sanzione, in assenza di prove e solo sulla base della presunzione che le chiamate venissero da operatori incaricati da Enel, per il solo fatto che così avevano dichiarato gli operatori telefonici”, ha aggiunto Enel Energia. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, Cingolani: interessante opzione Sace per alleviare sofferenze di liquidità del settore all'ingrosso

    (Teleborsa) – “L’aumento dei costi delle materie prime energetiche, e in particolare del gas, è una emergenza che sta colpendo tutti i settori dell’economia. Sta diventando insostenibile. Per ora siamo intervenuti con provvedimenti contingenti. Purtroppo sembra essere abbastanza strutturale e ci stiamo muovendo su qualche provvedimento infrastrutturale”. Lo ha dichiarato il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, al question time rispondendo in merito alle difficoltà di alcune aziende che vendono energia all’ingrosso che sono andate in crisi di liquidità. Per quel che riguarda “la scelta del coinvolgimento di Sace come garante per gli istituti bancari nei confronti degli operatori del settore in crisi di liquidità trovo questa cosa particolarmente interessante. Sace non rientra nei radar del Mite ma mi faccio carico di parlarne con il Mef. Ho sentito oggi Franco e credo sia un argomento da approfondire in quanto potrebbe alleviare le sofferenze di questi sistemi intermedi non economicamente forti”, ha affermato il ministro.”È ovvio che non abbiamo decarbonizzato abbassando il consumo di gas, lo abbiamo tenuto costante. Ma lasciamo Iva a casa di altri e creiamo lavoro a casa di altri, produciamo più CO2 perché lo prendiamo a casa d’altri, lo trasportiamo e lo stocchiamo. Abbiamo un energy mix troppo dipendente dall’esterno anche se per fortuna abbiamo differenziato le sorgenti più di altri. È evidente che queste cose non ci aiutano sommate alla sindrome Nimby anche sulle rinnovabili che spesso ci rallenta. Qui serve un piano”, ha spiegato Cingolani.Infine, il ministro della Transizione ecologica non ha escluso la possibilità di commissariamento di Sogin, “anche tenuto conto della circostanza che in primavera si dovrà comunque provvedere al rinnovo degli organi societari”. “Si deve comunque constatare che nel corso degli ultimi anni si sono verificate alcune disfunzionalità che pongono dubbi sulla effettiva capacità di Sogin di rispettare gli impegni che è stata chiamata ad assolvere. In primis – ha sottolineato il ministro – l’andamento della attività di decomissioning che, rispetto agli obiettivi fissati dai vari piani a vita intera, continua a procedere molto a rilento, con conseguente slittamento sull’obiettivo finale. Sullo stato di avanzamento del decomissioning si rappresenta che al 31 dicembre del 2021 Sogin ha eseguito il 35,5% dei lavori di smantellamento dei siti e l’estrema lentezza delle attività si evince confrontando gli obiettivi fissati con le soglie di avanzamento effettivamente raggiunti”. “In secundis – ha aggiunto Cingolani – la corretta attuazione del progetto Cemex che riguarda lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nell’impianto di Saluggia, ove sono stati allocati 270mila litri di rifiuti radioattivi liquidi acidi stoccati in serbatoi in acciaio costruiti negli anni 60 con il pericolo di sversamento di una parte di tali liquidi nell’ambiente circostante e i relativi ingentissimi danni ambientali che ne potrebbero derivare”. “Terzo – ha concluso il ministro – la correttezza delle rendicontazioni ad Arera circa i contratti per il Deposito nazionale sulle quali sono in corso indagini della Guardia di finanza”. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, Cingolani: difficile credere a stabilizzazione prezzi gas dopo I trimestre

    (Teleborsa) – Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha definito la situazione legata al gas “molto complessa”. “Se a fine anno si era detto che c’era una aspettativa in cui dopo il primo trimestre ci si aspettava di avere una stabilizzazione dei prezzi del gas, ora è difficile da credere perché sono subentrate condizioni geopolitiche diverse. Serve una soluzione diversa”, ha spiegato Cingolani, in audizione alle commissioni riunite Industria e Attività produttive di Senato e Camera.L’occasione è stata utile anche per fare il punto sulle misure allo studio del Governo per far fronte al caro bolletta. “Sarò molto franco. Non credo che possiamo continuare ogni trimestre a tirar fuori del cash che mitiga per altro una parte dell’aumento che di solito è a due zeri. Allora mentre aspettiamo di capire se questa cosa è strutturale o contingente ormai con tutti i paesi europei è arrivato il momento di fare un intervento strutturale”, ha affermato il ministro. “In generale l’Authority fa le previsioni a fine trimestre e al momento è possibile fare stime solo in base ai trend dei prezzi del gas che sono un po’ oscillanti in questo periodo. Molto dipenderà dalla situazione geopolitica, Usa-Germania, Russa-Ucraina”, ha spiegato il ministro. “Tutto gira intorno al North Stream e non sembra onestamente promettere molto bene e possiamo solo stare a vedere cosa succederà”, ha aggiunto.”È difficile fare previsioni ma gli analisti concordano che i tempi dei rincari potrebbero essere lunghi e difficilmente si esauriranno a marzo 2022. Quindi a questo punto, senza indugio è necessario mettere in campo misure strutturali non solo contingenti”, ha ribadito il ministro. Tra le misure allo studio c’è un taglio dell’Iva, mentre altri 700-800 milioni arriveranno dalle risorse aggiuntive delle aste di CO2 in capo al Mite, ha dichiarato il ministro. “Stiamo riflettendo, bisogna riflettere di interventi sull’Iva ma questa non è una prerogativa del Mite. Possiamo suggerirlo ma le operazioni di defiscalizzazione sono importanti e questa è prerogativa del Mef. Si stanno facendo tutte le riflessioni del caso”. In studio anche, tra le misure principali, “una riguarda un’analisi di cartolarizzazione degli oneri Asos, oneri di sistema pari a circa 11 miliardi all’anno e varrà una riduzione di 4-5 miliardi tra 5 anni e altri 5 a dieci anni. Sarebbe possibile una misura di indebitamento per spostare una parte degli oneri a 5 o 10 anni quando l’ammontare complessivo si ridurrà”, ha spiegato ancora Cingolani.Tra le ipotesi allo studio del governo per il taglio dei costi della bolletta un intervento potrebbe arrivare da una diversa modulazione della vendita di energia fotovoltaica incentivata. Il risparmio potrebbe raggiungere 1,5 miliardi cui si aggiungerebbe un altri 1-2 miliardi dalla estrazione di rendita degli impianti idro incentivati. Cingolani ha infine escluso la possibilità che il Paese si ritrovi a corto di energia e a rischio black out. “In Italia, a meno che non venga un mese di febbraio tremendamente glaciale, non corriamo questo rischio. Le nostre riserve sono un po’ meno piene degli anni passati ma non sostanzialmente diverse. Altri Paesi europei, specie al Nord, potrebbero avere problemi superiori”, ha dichiarato. LEGGI TUTTO

  • in

    Consip, aggiudicati i primi 14 per l'illuminazione pubblica dei Comuni

    (Teleborsa) – Consip ha aggiudicato i primi 14 lotti dell’Accordo Quadro per la “Gestione e l’efficientamento energetico degli impianti di illuminazione pubblica di proprietà degli enti locali” (GEIP), che interessa complessivamente circa 2,5 milioni di punti luce su tutto il territorio nazionale. Obiettivo dell’iniziativa – del valore complessivo di oltre 2,1 miliardi di euro è un risparmio energetico di almeno il 50% sui consumi elettrici delle PA che, già entro il primo anno di contratto, si tradurrà in un significativo abbattimento della spesa corrente. Attraverso un innovativo affidamento contrattuale basato sul Partenariato Pubblico Privato (PPP), sarà possibile una contabilizzazione “fuori bilancio”, da parte delle amministrazioni, degli investimenti relativi alla riqualificazione degli impianti di illuminazione pubblica. I contratti attuativi dell’Accordo Quadro – che avranno una durata di 9 anni – si configurano, quindi, come concessioni di servizi che prevedono il trasferimento del rischio in capo al concessionario tramite stringenti regole e clausole contrattuali. Si completa in questo modo l’offerta Consip dedicata al risparmio energetico affiancando la nuova iniziativa alla convenzione “Servizio luce” che prevede, oltre al comune servizio di gestione, conduzione, manutenzione degli impianti, anche modalità di approvvigionamento innovativo in base alle esigenze specifiche delle amministrazioni. I lotti aggiudicati – che mettono a disposizione delle PA un’offerta di servizi per la gestione di 188mila punti luce, per un valore di oltre 105 milioni di euro – fanno parte del “pacchetto” di 21 lotti su base provinciale dedicati ai Comuni con meno di 2mila abitanti. L’iniziativa è completata da altri 9 lotti – su base macro-regionale – dedicati ai Comuni più popolosi (oltre 2mila abitanti), la cui aggiudicazione è prevista a breve. Nel suo complesso, la gara ha registrato risultati estremamente positivi in termini di partecipazione (125 offerte presentate da 27 concorrenti, per complessive 49 imprese) che ha garantito la competitività delle PMI locali. Per i 14 lotti aggiudicati, sono risultati aggiudicatari 10 concorrenti diversi, per complessive 18 imprese (in allegato la tabella riassuntiva degli aggiudicatari). Nell’ambito di ciascun lotto, ove fossero presenti più aggiudicatari, le Amministrazioni affideranno la fornitura all’offerta che risulterà economicamente più vantaggiosa utilizzando un “comparatore” messo a disposizione da Consip. LEGGI TUTTO