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    Via libera al Piano RePowerEu. von der Leyen: “Mai più dipendenti dalla Russia”

    (Teleborsa) – “La guerra di Putin sta sconvolgendo il mercato energetico globale e dimostra quanto dipendiamo dall’import di combustibili fossili e quanto siamo vulnerabili”. Così la Presidente della UE Ursula von der Leyen nell’annunciare l’approvazione del Piano RePowerEu per l’autonomia energetica del Continente, ribadendo la necessità di “ridurre il più rapidamente possibile la nostra dipendenza energetica dalla Russia. Possiamo farlo”. Il Piano REPowerEU – ha spiegato la Presidente – interviene su tre livelli: dal lato della domanda con l’efficienza energetica, dal lato dell’offerta, con la diversificazione delle importazioni di combustibili fossili e l’accelerazione della transizione energetica. La von der Leyen ha ricordato che siamo già un passo avanti nel raggiungere questi obiettivi grazie al Green Deal e che è stata già avviata la trasformazione del nostro sistema energetico per diventare climaticamente neutrali entro il 2050. “Questo piano era già ambizioso. – ha sottolineato – Ma oggi stiamo portando la nostra ambizione a un livello più alto”.Il Piano RePowerEu parte dunque dall’efficienza energetica, il modo più rapido ed economico per affrontare l’attuale crisi energetica, ed rivede al rialzo i, target dal 9% al 13% al 2030. E’ poi indicato un più ambizioso target per le rinnovabili al 45% (era il 40%) entro il 2030 e l’obiettivo di eliminare due terzi dell importazioni di gas dalla Russia entro un anno ed il resto entro il 2026-2027. Sono poi previste una serie di azioni per aumentare e accelerare la transizione green: semplificazioni nell’iter autorizzativo delle rinnovabili, l’obbligo di installare pannelli solari su tutti gli edifici nuovi (entro il 2025 per il commerciale ed entro il 2029 per il residenziale), una piattaforma comune per l’acquisto di gas, GNL ed idrogeno, ,sul modello sperimentato con i vaccini anti-Covid.Sono previsti investimenti complessivi da 300 miliardi di euro (72 sotto forma di sovvenzioni e 226 di prestiti). di cui 10 miliardi per nuove infrastrutture e connessioni per il gas ed altri 2 miliardi per le infrastrutture necessarie ad alcuni Paesi per compensare le sanzioni contro il petrolio russo e la somma restante per accelerare la transizione energetica verde. Potranno essere utilizzati tutti i prestiti originariamente messi a disposizione tramite il Recovery Funf, che solo alcuni paesi hanno richiesto per tutta la quota loro assegnata. LEGGI TUTTO

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    Energia, Gme: nell'ultima settimana PUN a 235,05 euro/MWh (-2,8%)

    (Teleborsa) – Nella settimana compresa tra il 9 e il 15 maggio il Gestore dei mercati energetici (Gme) ha registrato un prezzo medio di acquisto dell’energia elettrica (PUN) pari a 235,05 euro/MWh (-2,8% rispetto alla settimana precedente). I volumi di energia elettrica scambiati direttamente nella borsa del Gme si attestano a 4,0 milioni di MWh (+3,7%), con la liquidità al 77,5% (+2,6 punti percentuali). I prezzi medi di vendita sono variati tra 230,14 euro/MWh di Sud e Calabria e 306,99 euro/MWh della Sicilia.(Foto: Fre Sonneveld on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Agatos, extra costi per impianto di Marcallo. Aggiorna piano industriale

    (Teleborsa) – Agatos, holding quotata su Euronext Growth Milan e specializzata nella progettazione e realizzazione di impianti di biometano, fotovoltaici e per l’efficientamento energetico, ha siglato un accordo transattivo con Sorgenia per modificare parzialmente gli accordi di partnership firmati a fine 2020 riguardanti la costruzione dell’impianto di Marcallo. Alla base della revisione degli accordi ci sono significativi extra costi, causati dagli incrementi dei costi delle materie prime occorsi dall’apertura del cantiere nel primo semestre 2021 fino ad oggi.La principale causa è la difficoltà di reperimento delle materie prime per l’effetto combinato del prolungarsi della pandemia e delle crescenti tensioni geopolitiche iniziate già nel secondo semestre 2021. Gli extra costi dell’impianto, quantificati fino al commissioning compreso, sono pari a 9 milioni di euro, che si aggiungono al prezzo EPC chiavi in mano che era stato fissato in 15,9 milioni di euro nell’ottobre 2019. Il nuovo accordo transattivo prevede che extra costi saranno divisi tramite una ripartizione nella misura del 55% per Agatos e 45% per Sorgenia, sebbene finanziariamente Agatos coprirà solo 2 milioni di euro dei 9 milioni di euro totali.Ad oggi, la realizzazione dell’impianto ha raggiunto un avanzamento stimato da Agatos pari a circa il 70%. La finalizzazione della costruzione dell’impianto, con relativo inizio della produzione di biometano, è prevista entro la fine del 2022. Agatos aggiornerà il proprio Piano Industriale 2021-2025 (comunicato ad aprile 2021) prima della data di approvazione del bilancio dell’anno 2021. LEGGI TUTTO

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    “Net Zero”, ENEL lancia la strategia per le reti

    (Teleborsa) – Ridurre le emissioni di CO2 dalle attività, contenere le perdite di rete e adottare materiali e componenti circolari e a basse emissioni. Questi i punti cardine della strategia Net Zero di Enel per il settore delle reti presentata oggi a Roma in occasione del “Net Zero Grid Day”, evento che ha riunito gli stakeholder dell’ecosistema della distribuzione di elettricità. Nel corso dell’evento l’azienda ha annunciato la nascita dell’associazione “Open Power Grids” destinata a condividere con gli stakeholder in un ambiente open source gli standard Enel per i componenti delle reti di distribuzione così da accelerare l’adozione di nuove soluzioni tecniche sicure, sostenibili ed efficienti. In questo contesto, Gridspertise, la società di Enel che fornisce agli operatori dei sistemi di distribuzione (DSO) e alle utility soluzioni all’avanguardia per la digitalizzazione delle reti di distribuzione dell’energia elettrica, ha delineato il prossimo passo della sua strategia di crescita volta a incoraggiare gli sforzi di ammodernamento delle infrastrutture negli Stati Uniti.”Il nostro obiettivo Net Zero per le reti mira ad accelerare l’adozione dei principi stabiliti dall’Accordo di Parigi in tutto il settore al fine di favorire la transizione energetica e una trasformazione significativa delle infrastrutture di distribuzione dell’energia elettrica. Questo rappresenta la prima mossa da parte di un operatore della rete elettrica di livello globale per gestire le emissioni a monte e a valle dell’infrastruttura in modo aperto, passaggio necessario se vogliamo raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette in tutto il settore – ha affermato Antonio Cammisecra, responsabile Global Infrastructure and Networks di Enel –. Abbiamo fatto molto per identificare le migliori soluzioni tecniche per le nostre reti, ma per avanzare rapidamente dobbiamo condividere questa sfida con altri operatori in un ambiente aperto e collaborativo verso reti Net Zero”.”Siamo molto lieti di rivelare il prossimo passo della nostra strategia di crescita, rappresentata dall’ingresso nel grande mercato statunitense con soluzioni digitali destinate ad aumentare la resilienza e l’affidabilità delle reti di distribuzione di energia – ha commentato Robert Denda, ceo di Gridspertise –. Stiamo lavorando per istituire partenariati con le utility locali in modo da sostenere i piani di modernizzazione e digitalizzazione della rete con una modalità aperta, anche attraverso il collaudo collaborativo del nostro innovativo QEd (Quantum Edge Device) per le sottostazioni secondarie digitali. Questa soluzione digitale può essere adattata all’infrastruttura esistente, consentendo ad esempio l’integrazione della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili decentralizzate senza costose ricostruzioni della rete. Gridspertise sarà presente all’evento Distributech che si terrà alla fine di questo mese a Dallas, dove renderà noti altri dettagli”.L’evento Net Zero Grid Day organizzato da Enel fa seguito al lancio di Grid Futurability nell’ambito delle attività pre-COP 26 di Milano dove il Gruppo ha presentato la trasformazione innovativa e incentrata sul cliente delle sue reti elettriche in piattaforme partecipative, resilienti e sostenibili, nell’ambito del piano di investimenti da 70 miliardi di euro dedicati alle reti elettriche per il periodo 2021-2030. Nel dettaglio Enel ha condiviso azioni concrete per contrastare le emissioni dirette, adottando operazioni più sostenibili attraverso la digitalizzazione, le operazioni a distanza, l’elettrificazione delle flotte, le misure di tutela della biodiversità e riducendo le perdite tecniche delle reti. L’azienda sta inoltre coinvolgendo fornitori, produttori di apparecchiature e imprese di costruzione della sua catena di approvvigionamento al fine di contrastare le emissioni indirette e implementare processi e componenti di rete più sostenibili come quadri elettrici privi di SF6, oli vegetali per trasformatori e cavi ecologici o standard per cantieri sostenibili. Enel ha anche notato come alcune delle azioni messe in atto per abbracciare i principi dell’economia circolare in tutta la propria attività, quali l’utilizzo di materiali riciclati per nuove risorse come contatori circolari, pali o armadi stradali o la gestione del fine vita dei componenti, possono produrre importanti benefici ambientali ed economici.Gli stakeholder presenti all’evento hanno incluso, tra gli altri, i principali produttori di apparecchiature, società di collaudo e certificazione, società di consulenza ingegneristica, istituti di ricerca e progettazione, nonché utility. I partecipanti hanno condiviso strategie e azioni già in atto per sostenere la fornitura di reti sostenibili come parte fondamentale della transizione verso un mondo a basse emissioni di carbonio e hanno auspicato una maggiore collaborazione. Attraverso l’associazione “Open Power Grids”, Enel ha iniziato a condividere le proprie specifiche tecniche per i principali componenti e dispositivi, tra cui il design Building Information Modeling (BIM) della cabina primaria Liberty, che prevede la generazione e la gestione di rappresentazioni digitali di caratteristiche fisiche e funzionali. Questo – spiega Enel – è il primo elemento costitutivo per promuovere la convergenza e la co-ingegnerizzazione verso standard di modularità, massimizzando la creazione di valore condiviso attraverso la sostenibilità e la sicurezza, nonché l’efficienza dei costi e le prestazioni tecniche. A tale scopo, attraverso la piattaforma online di Enel Open Innovability, il Gruppo promuove anche un concorso globale per la progettazione e l’architettura di sottostazioni sostenibili al fine di migliorare l’integrazione di tali risorse all’interno del paesaggio urbano, suburbano o rurale.I membri dell’associazione “Open Power Grids” possono beneficiare degli standard globali già disponibili sulla piattaforma che Enel utilizza per le proprie gare globali e proporre l’introduzione di nuovi standard o la modifica di quelli esistenti. LEGGI TUTTO

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    Ansaldo Energia, Lorenza Franca Franzino nuova presidente. Marino confermato AD

    (Teleborsa) – L’assemblea dei soci di Ansaldo Energia, tra i maggiori produttori di centrali elettriche al mondo, ha rinnovato il CdA. I nuovi membri del consiglio di amministrazione sono: Lorenza Franca Franzino, Giuseppe Marino, Giovanni Zetti, Chiara Bisagni, Paola Girdinio, Gaetano Massara, Fabiola Pellegrini, Fabio Barchiesi e Maurizio Dainelli. La società è partecipata per l’88% da CDP Equity (gruppo Cassa Depositi e Prestiti) e per il 12% da Shanghai Electric.Lorenza Franca Franzino è stata nominata presidente, mentre il nuovo CdA ha nominato Giovanni Zetti vicepresidente e confermato Giuseppe Marino quale amministratore delegato. Nella stessa seduta è stato nominato il collegio sindacale, composto da Carlo Corradini, designato Presidente, Elena Gazzolo e Pietro Del Fabbro.Il board rimarrà in carica per gli esercizi 2022, 2023 e 2024, fino all’approvazione della relazione finanziaria annuale relativa all’anno 2024. “L’azienda rivolge un sentito ringraziamento al presidente uscente, Giuseppe Zampini, per i 25 anni di intenso lavoro dedicati ad Ansaldo Energia”, si legge nella nota che annuncia le nuove nomine. LEGGI TUTTO

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    Al forum di Sorrento spazio all'energia. Cingolani: indipendenti dal gas russo nel 2024.

    (Teleborsa) – Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, l’Italia sarà indipendente dalle forniture di gas russo nella seconda metà del 2024. “L’Italia importa il 40% di gas dalla Russia e al momento questi 29 mld di metri cubi annui sono a rischio e questo rende il periodo difficile per il nostro paese e per il resto dell’Europa – ha ricordato durante il suo intervento al forum “Verso Sud” organizzato a Sorrento –. Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato duro per differenziare le forniture e particolarmente nella collaborazione con i nostri partner in Africa. Ci sono 6 o 7 paesi al momento con cui il governo italiano ha siglato accordi specifici per 25 mld di metri cubi per i prossimi anni e questo rende la situazione più agevole”. “Come potete immaginare un po’ di questo nuovo gas sarà disponibile nei prossimi 6 mesi e ci sarà un progressivo aumento delle nuove forniture. E la nostra previsione è che se la situazione non cambierà drasticamente nei prossimi mesi saremo in grado di completare i nostri stoccaggi e di essere indipendenti nella seconda metà del 2024″, ha affermato Cingolani.”Vorrei fare un paragone con la situazione del Covid. È stato dimostrato che se uniamo le forze possiamo sviluppare un vaccino in 8 mesi, cosa che era assolutamente inaspettata e nessuno lo avrebbe pensato nel passato. Ora dobbiamo dimostrare che esattamente come abbiamo fatto con il Covid, abbiamo una emergenza pandemica energetica in un certo qual modo. Dobbiamo unire le forze per investire seriamente perché questa non potrà essere superata se non con uno sforzo congiunto globale”, ha aggiunto. Cingolani ha spiegato che “questo avrà anche un impatto sociale notevole non solo economico. Ci sono tre miliardi di persone che non hanno accesso all’energia. Quindi se riusciamo a costruire fonti di energia programmabili e altamente efficienti, a basso costo e universali nei prossimi anni avremo aiutato questi tre miliardi di persone, riducendo le ineguaglianze a livello planetario”.Il ministro ha poi sottolineato che il Governo negli ultimi 4 mesi ha autorizzato più di 2,5 GW di nuova capacità rinnovabile, “più di quanto autorizzato negli ultimi tre anni e questo significa che ci aspettiamo una decisa accelerazione nelle installazioni di nuovi impianti nei prossimi sei mesi. Pensiamo di risparmiare approssimativamente da 5 a 6 milioni di mc di gas già da questo anno”.Al forum di Sorrento sul dossier energia è intervenuto anche il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, “Il Sud è la porta del Mediterraneo, dell’Africa del Nord del Medio Oriente, il luogo eletto per produrre energia verde e trasportarla in Europa. Nel futuro, nei prossimi 20-30 anni, il Sud diventa luogo strategico, la porta d’ingresso dell’energia per mantenere tutta l’Europa”, ha affermato. “Il Sud ha il sole che gli altri non hanno”, ha aggiunto.Giorgetti ha poi allargato il discorso anche ad un altro settore particolarmente interessato dalla transizione energetica, quello dell’automotive. “Rivendico con orgoglio in materia di automotive la scelta di quando non ho voluto firmare il Cop26 che stabiliva l’ineluttabilità dell’elettrico come destino il comparto. Questo significherebbe consegnare a un grande paese, di cui non faccio il nome, la nostra sovranità in materia di automotive nel giro di 20 anni come abbiamo fatto per il gas con la Russia”. “Difendiamo il principio di neutralità tecnologica, per cui i biocarburanti e l’idrogeno, per il quale è poi necessario garantire un sistema infrastrutturale per alimentare le auto a idrogeno. Lo Stato deve garantire la possibilità di rifornimento”. “Credo – ha aggiunto il ministro – che la tecnologia vada più velocemente della politica e non capisco perché la politica debba dire che il destino sia quello dell’elettrico. Sono convinto che idrogeno farà progressi significativi e sarà competitivo”. LEGGI TUTTO

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    Innovazione, Regione Lombardia sceglie modello Enea per illuminazione pubblica

    (Teleborsa) – La Regione Lombardia ha adottato il sistema Enea di illuminazione pubblica PELL (Public Energy Living Lab) che consiste nella digitalizzazione degli impianti, oltre a uno standard nazionale di conoscenza, monitoraggio e valutazione del servizio. Le modalità messe a punto da Enea per il censimento dell’infrastruttura di pubblica illuminazione – fa sapere l’Agenzia in una nota – sono state inserite nel bando della Regione, in scadenza il 16 maggio, per la realizzazione di una banca dati cartografica regionale, strumento a supporto degli atti di pianificazione e governo del territorio di tutte le amministrazioni.”Il database geotopografico – sottolinea la responsabile scientifica del progetto PELL, Laura Blaso, ricercatrice Enea del Laboratorio Smart Cities and Communities – è un vero archivio unico centralizzato che organizza, valida e mette in relazione tra loro diversi dati geografici relativi a molteplici livelli informativi: dall’idrografia agli acquedotti, dalle strade agli edifici fino all’illuminazione”.Nato nel 2019 come prima banca dati dei consumi degli impianti di pubblica illuminazione, il progetto PELL è stato scelto dall’Agenzia per l’Italia Digitale (Agid) come l’unico standard nazionale di riferimento del settore. Inoltre promuove lo stesso modello gestionale per la mappatura delle infrastrutture pubbliche energivore, come ospedali e scuole, sempre attraverso l’adozione di standard minimi di conoscenza su scala nazionali che consentano un monitoraggio del sistema in chiave digitale.”L’iniziativa della Regione Lombardia – prosegue Blaso – è la riconferma dell’importante ruolo strategico che il PELL di Enea ricopre nel mettere a sistema un servizio di digitalizzazione coerente e conforme alle reali necessità di aggiornamento dei database geotopografici regionali e nazionali e nell’implementazione di un asset informativo, pubblico e interoperabile, per la standardizzazione e l’ottimizzazione delle informazioni relative alle infrastrutture strategiche nazionali. Ci auguriamo che altre Regioni possano seguire l’esempio della Lombardia, avviando un processo di riorganizzazione urbana in chiave smart city”.Nel 2019 il PELL è sbarcato anche in Europa, diventando best practice per la digitalizzazione dei dati delle infrastrutture pubbliche energivore nell’ambito del progetto ‘ELISE’ del Centro comune di ricerca della Commissione europea (JRC). Inoltre, il modello PELL è stato implementato anche in Algeria nel quadro del programma Ue per la cooperazione internazionale EuropeAid. LEGGI TUTTO

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    Energia, tra Europa e Mosca è guerra del gas

    (Teleborsa) – Un braccio di ferro tra sanzioni europee e ritorsioni russe. Dopo lo stop ai flussi al punto di ingresso di Sokhranivka, in Ucraina, con la cessazione da parte di Gazprom dell’utilizzo del gasdotto Yamal-Europe, che dalla Russia porta le forniture al Vecchio Continente attraverso la Polonia, entra nel vivo la guerra del gas. Già lo scorso 26 aprile Mosca aveva bloccato l’export a Polonia e Bulgaria perché contrarie al pagamento del metano in rubli. E dopo la decisione della Finlandia di aderire alla Nato si paventa anche uno stop delle forniture a Helsinki.Mosca ha annunciato sanzioni contro 31 società energetiche di Paesi Ue, Usa e di Singapore. Tra queste c’è anche la Europol Gaz, l’azienda proprietaria della sezione polacca del gasdotto Yamal-Europa. “Per la Gazprom questo significa il divieto di utilizzare un gasdotto di proprietà di Europol Gaz per il trasporto di gas russo attraverso la Polonia”, ha spiegato il portavoce di Gazprom, Sergei Kupriyanov, in un comunicato. Gazprom ha confermato che interromperà l’invio di gas naturale attraverso la sezione polacca del gasdotto Yamal-Europa. Si tratta di un gasdotto chiave che trasporta circa 33 miliardi di metri cubi di gas, ovvero un sesto delle esportazioni russe all’Europa, dai giacimenti nella penisola russa di Yamal e nella Siberia occidentale attraverso la Bielorussia e la Polonia fino alla Germania. Secondo il direttore di Eurasia Group, Henning Gloystein, il blocco potrebbe tuttavia essere aggirato facilmente. Aziende non sanzionate potrebbero subentrare nei contratti a quelle interdette, il che probabilmente comporterebbe l’accordo di nuovi termini con Gazprom, anche per il pagamento, ha affermato. La Russia potrebbe, inoltre, spedire il gas direttamente in Germania attraverso il Nord Stream che passa sotto il Mar Baltico.Ieri Gazprom ha detto di voler consegnare tutto il gas previsto attraverso la stazione nei pressi di Sokhranivka, nella regione di Lugansk, – da cui passa quasi un terzo del gas che dalla Russia attraversa l’Ucraina per poi giungere in Europa – ma da tre giorni l’Ucraina afferma di non poter far passare il gas da lì a causa della presenza delle forze armate russe paventando un calo delle forniture di circa un terzo e ha chiesto a Gazprom di aumentare i volumi in un altro sito, Sudja. Mosca da parte sua sostiene che il transito può essere fatto perfettamente via Sokhranivka, mentre è impossibile aumentare i volumi su un altro gasdotto.L’impatto delle notizie sul calo delle forniture non ha tardato a farsi sentire. Dopo che ieri l’indice di riferimento, i future sul gas ad Amsterdam, hanno toccato il picco di 111 euro al MWh (+17,5%) oggi il prezzo del gas in Europa si mostra in calo in avvio di giornata. L’indice di riferimento del prezzo spot, ovvero i future ad Amsterdam si muovono attorno ai 104 euro al MWh segnando un flessione del 2,44%.La prossima settimana la Commissione europea renderà pubblico il piano RePowerEu che ha l’obiettivo di sganciarsi dalla stretta russa accelerando la transizione energetica. La Commissione prevede l’introduzione del ‘price cap’ al gas solo in seguito a “una interruzione improvvisa, su larga scala o totale, delle forniture di gas russo”. L’argomento sarà approfondito nel summit straordinario dei leader europei di fine maggio. “I prezzi dell’energia rimarranno elevati per il resto del 2022 e, in misura minore, fino al 2024-2025” è la previsione della Commissione che, nel caso Mosca fermi i flussi, raccomanda ai Paesi membri di procedere con un “razionamento coordinato” sulla base del principio di solidarietà. L’obiettivo di breve termine dei governi è riempire quanto più possibile gli stock in vista dell’inverno. Secondo alcuni osservatori a Bruxelles aziende europee si stanno preparando a pagare il gas in rubli nel mese di maggio, quando per tanti ci sarà la prima scadenza dei versamenti da quando il Cremlino ha introdotto il decreto che impone all’Ue di versare a Gazprombank moneta locale. “La Banca centrale russa è soggetta a sanzioni dell’Ue e la nostra assolutamente posizione è che usare questo metodo di pagamento del gas in rubli sarebbe una violazione di queste sanzioni – ha dichiarato il portavoce della Commissione europea, Tim McPhie – la presidente della Commissione lo ha detto chiaramente così come la commissaria Simson. Continueremo a dialogare con gli Stati membri per spiegare la situazione e le linee guida”. LEGGI TUTTO