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    Russia, pagamenti in rubli per Gazprom. Non per Novatek

    (Teleborsa) – La fatturazione in rubli di miliardi di euro di esportazioni di gas naturale si applica a Gazprom, il colosso energetico russo controllato dalla stato, mentre non riguarda Novatek, la più grande impresa indipendente del paese nella produzione di gas. Lo ha affermato oggi il ??portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sottolienando che Novatek è una società privata e “non ci può essere un ordine diretto lì”. “Il presidente Putin non ha differenziato in alcun modo che tipo di gas si intende”, ha aggiunto, evidenziando quindi che non c’è un differenziazione del provvedimento per quanto riguarda le forniture tramite gasdotto o GNL.”Questa è una direttiva per Gazprom – ha detto Peskov, secondo quanto riportato dalla TASS – Questa è una società internazionale di cui lo stato è il principale proprietario, quindi una direttiva del genere è stata data a Gazprom. Il presidente non ha detto nulla su Novatek”. A una domanda se la Russia continuerà a fornire gas all’UE se i paesi europei si rifiutano di pagare in rubli, il portavoce ha ricordato che “c’è un’istruzione a Gazprom dal presidente della Federazione russa di accettare pagamenti in rubli”.”Entro una settimana, o meglio entro i restanti quattro giorni, Gazprom dovrà attuare i contratti e sviluppare un sistema trasparente e comprensibile su come farlo dal punto di vista tecnico e logistico. Queste informazioni saranno inviate agli acquirenti dei prodotti Gazprom e poi vedremo. Procediamo secondo le attuali istruzioni del capo dello Stato”, ha concluso Peskov. LEGGI TUTTO

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    Erg, intesa con Engie per energia rinnovabile da parchi in Scozia

    (Teleborsa) – ERG, tramite le proprie controllate nel Regno Unito Sandy Knowe Wind Farm Ltd e Creag Riabhach Wind Farm Ltd, ha raggiunto un accordo con ENGIE UK Markets Ltd, società appartenente al gruppo ENGIE, leader mondiale del settore energetico, per la sottoscrizione di due Power Purchase Agreements (PPA) di durata decennale, per il ritiro di energia rinnovabile che verrà prodotta dagli impianti eolici di ERG attualmente in costruzione in Scozia.I due parchi di Sandy Knowe e Creag Riabhach, con una potenza installata complessiva di 179 MW e una produzione annua stimata a regime di circa 530 GWh, entreranno in funzione progressivamente a partire dalla seconda metà del 2022.Il contratto di fornitura coprirà tutta la produzione dei due impianti. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas in calo meno delle attese

    (Teleborsa) – Diminuiscono, ma meno delle attese, gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 18 marzo 2022, sono risultati in diminuzione di 51 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela migliore del consensus che si attendeva un calo di 56 BCF. La settimana prima si era registrata una flessione di 79 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 1.389 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 20,9% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 1.755) e in diminuzione del 17,4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (1.682 BCF). LEGGI TUTTO

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    ESI, avvio lavori per impianto fotovoltaico già commissionato

    (Teleborsa) – ESI, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel mercato delle energie rinnovabili come EPC (Engineering, Procurement and Construction) e System Integrator, ha sottoscritto un contratto per la realizzazione del terzo impianto fotovoltaico della potenza di 10 MWp, per un importo di 7,3 milioni di euro, commissionato da un primario operatore internazionale del settore energia. Il contratto rientra nell’accordo firmato a ottobre 2021 e riguardante la realizzazione di 6 impianti fotovoltaici per un valore complessivo di 25,3 milioni di euro.”Si prospetta per ESI un biennio 2022-2023 molto positivo grazie ad un portafoglio ordini acquisito di circa 48 milioni di euro, di cui quasi la metà di pertinenza dell’esercizio 2022 – ha commentato il CEO Stefano Plocco – Il nuovo impianto, come gli altri due in fase di lavorazione, sarà realizzato con le più moderne tecnologie, prevedendo l’utilizzo di moduli ad alta efficienza RISEN, configurazione con inverter di stringa HUAWEI, cabine di trasformazione ABB ed inseguitore solare Convert Italia. Siamo molto soddisfatti di essere tra i primi in Italia a costruire un impianto così innovativo e potente”. LEGGI TUTTO

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    Gas, prezzo balza ad Amsterdam dopo parole di Putin

    (Teleborsa) – Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 21,5% a 120 euro/MWh alle 16.30 ora italiana. Alle 15.44 c’è stato un balzo fino a sopra quota 132 euro/MWh dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha fatto sapere che non accetterà più pagamenti in dollari o in euro per il gas consegnato all’Europa, ma accetterà solo rubli. “Dobbiamo riempire le riserve di gas naturale, ma anche riconoscere che attualmente i prezzi sono molto altri. E le riserve vanno riempite a prezzi accettabili, quindi ci serve flessibilità”, ha affermato il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovkis. Contro “prezzi elevati e volatili del gas”, noi “proponiamo degli appalti comuni e delle regole più rigide per lo stoccaggio, perché invece di fare concorrenza l’uno con l’altro portando i prezzi verso l’alto, dobbiamo usare il nostro peso e cominciare ad acquistare gas insieme”, ha detto la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen. “Come europei, non come 27 paesi membri diversi – ha aggiunto – Inoltre dovremmo utilizzare le nostre possibilità di stoccaggio in alcuni paesi membri per garantire le forniture ovunque nell’Unione”. LEGGI TUTTO

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    A2A blocca prezzi del teleriscaldamento fino al 30 settembre 2022

    (Teleborsa) – A2A, multi-utility italiana quotata su Euronext Milan, ha deciso di bloccare i prezzi del teleriscaldamento mantenendoli “congelati” fino al 30 settembre 2022. L’operazione, concretizzata attraverso le società A2A Calore e Servizi e Linea Green, ha l’obiettivo di rispondere ai nuovi rialzi vertiginosi dei prezzi dell’energia causati da conflitto in Ucraina. Ai clienti allacciati alle reti del teleriscaldamento di tutti i territori in cui A2A Calore e Servizi e Linea Green operano – le province di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona e Lodi – saranno mantenuti invariati i prezzi, indicizzati al 1° gennaio 2022, evitando così rincari che nelle prossime settimane sono previsti in crescita fino al 50% rispetto alla situazione attuale.Il gruppo, spiega una nota, auspica che vengano estese anche al teleriscaldamento le misure correttive già adottate (imposte e IVA ridotta) per altre fonti energetiche, tali da determinare una riduzione dei costi di approvvigionamento del servizio e in ultima battuta delle bollette dei clienti finali. “Qualora tali misure dovessero essere adottate dal Governo o i prezzi del gas dovessero calare per un miglioramento dello scenario geopolitico i prezzi saranno adeguati alle nuove condizioni”, viene sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Hera, utile 2021 sale a 333,5 milioni. Dividendo di 12 centesimi

    (Teleborsa) – Hera, multiutility quotata su Euronext Milan, ha chiuso il 2021 con ricavi per 10.555,3 milioni di euro, in rialzo del 49,1% rispetto ai 7.079,0 milioni del 2020, in crescita in tutte le aree. In particolare, nei settori energy hanno inciso i maggiori ricavi per le attività di intermediazione, i maggiori volumi venduti di gas e l’aumento dei prezzi delle commodities energetiche. In aumento anche i ricavi del settore ambiente, per le maggiori materie plastiche vendute e per le acquisizioni nel mercato industria. Il margine operativo lordo (MOL) è stato di 1.223,9 milioni di euro (+9%), mentre l’utile netto di pertinenza degli azionisti è salito a 333,5 milioni di euro (+10,2%).Nel 2021 gli investimenti netti sono stati pari a 570,3 milioni, in crescita del 7,9% rispetto ai 528,5 milioni del 2020. Sostanzialmente stabile l’indebitamento finanziario netto, che al 31 dicembre 2021 si attesta a 3.261,3 milioni, in linea con i 3.227,0 milioni al 31 dicembre 2020. In linea con quanto annunciato in sede di presentazione del piano industriale al 2025 e in considerazione dei positivi risultati raggiunti, il CdA ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo di 12 centesimi per azione, in rialzo rispetto a quanto previsto nel precedente documento strategico.”I positivi risultati conseguiti nel 2021 evidenziano un ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale e finanziaria dell’azienda, confermata anche dal rapporto debito netto/MOL a 2,66x, in miglioramento rispetto all’esercizio precedente – ha commentato l’AD Stefano Venier – La positiva generazione di cassa ci ha consentito di effettuare maggiori investimenti, con ricadute positive per i territori in cui operiamo sia in termini di qualità del servizio sia di indotto creato. Questa nostra maggiore solidità ci consente di affrontare con fiducia il complesso scenario attuale”.Con riguardo al conflitto in Ucraina e agli aumenti dei prezzi delle commodity energetiche, Hera afferma che assumono crescente rilevanza soprattutto due rischi sistemici: una crescita ulteriore dell’inflazione per effetto delle commodity energetiche, con riverbero su prodotti di largo consumo e con conseguente impatto su crescita del PIL e sulla domanda energetica; l’indisponibilità di forniture di gas provenienti dalla Russia – che coprono il 35%-40% del consumo nazionale – comporterebbe, in funzione della durata, effetti sulle attività industriali dei prossimi mesi e anche sui consumi termici domestici se protratta oltre il periodo estivo. LEGGI TUTTO

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    Gas, dal Qatar al Congo: Governo studia alternative a Mosca

    (Teleborsa) – In Italia i consumi di gas naturale “sono rimasti sostanzialmente stabili negli ultimi venti anni” mentre nello stesso periodo, “la produzione nazionale si è ridotta, per il calo naturale dei giacimenti a l’assenza di investimenti. Pertanto siamo diventati quasi completamente dipendenti dalle importazioni: Oggi oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene importato dall’estero”. Lo ha affermato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante una informativa alla Camera sottolineando che “le importazioni dalla Russia sono incrementate sia in valore assoluto che in percentuale sui consumi, dai circa 20 miliardi di metri cubi (25% dei consumi) del 2011 ai 29 miliardi del 2021 (38% dei consumi)”.”Nel breve termine, grazie all’atteso miglioramento delle condizioni climatiche, si stima una riduzione della domanda per uso civile pari a circa 40 milioni di metri cubi al giorno già a fine marzo, in condizioni di freddo standard. Pertanto, anche una completa interruzione dei flussi dalla Russia da oggi non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna”, ha proseguito. “Eventuali picchi di domanda potrebbero essere assorbiti modulando opportunamente i volumi in stoccaggio o con altra capacità di import. Problemi per assicurare la fornitura a tutti i consumatori italiani potrebbero avvenire – ha aggiunto – solo in caso di un picco di freddo eccezionale entro fine marzo o di contestuali disruptions su altre rotte di importazione”.Nelle ultime settimane “il governo si è mobilitato per cercare misure con impatto a breve-medio termine con cui ridurre la dipendenza dal gas importato dalla Russia, anche con missioni in altri Paesi produttori, tra cui Qatar, Algeria, Angola, Congo, “che si stima possano portare complessivamente a ridurre la dipendenza per circa 20 miliardi di metri cubi l’anno”, ha riferito Cingolani che ha anche elencato una serie di possibili interventi, a cominciare da un possibile incremento delle importazioni del gas algerino.Si punta anche ad aumentare la capacità di rigassificazione del Paese facendo leva anche su ulteriori “unità galleggianti ancorate in prossimità di porti”, che sarebbe “realizzabile in 12-18 mesi dall’ottenimento delle autorizzazioni” per un quantitativo complessivo di circa 16-24 miliardi di metri cubi. “L’aspetto critico adesso è arrivare in tempo a contrattualizzare le poche navi esistenti in grado di svolgere questo servizio, verso cui si sono diretti operatori e Governi di vari Paesi”, ha riferito il ministro. Quanto a una prospettiva di “lungo termine, a partire dal prossimo inverno, sarebbe necessario sostituire completamente 30 bcm di gas russo con altre fonti. Sebbene questo sia possibile in un orizzonte minimo di 3 anni, tramite le misure strutturali sotto descritte, per almeno i prossimi due inverni sarebbe complesso assicurare tutte le forniture al sistema italiano e occorre dotarsi di strumenti di accelerazione molto efficaci per gli investimenti che servono”. LEGGI TUTTO