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    Italia-Algeria: Memorandum intesa tra il Ministro Giovannini e il Ministro dei Lavori Pubblici Kamel Nasri

    (Teleborsa) – Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, ha firmato un Memorandum d’intesa con il Ministro dei Lavori Pubblici della Repubblica algerina democratica e popolare, Kamel Nasri, per la cooperazione nel settore dei lavori pubblici, delle infrastrutture e della mobilità. L’intesa è stata sottoscritta oggi ad Algeri durante il quarto Vertice Intergovernativo Italia-Algeria, al termine dei colloqui bilaterali tra il Ministero Giovannini e l’omologo, svoltisi nel Palazzo presidenziale El Mouradia. Nel corso dell’incontro, i ministri si sono confrontati sulle possibili aree di cooperazione e di sviluppo, in riferimento in particolare alle grandi opere pubbliche, tra cui strade, autostrade, ponti e alle infrastrutture aeroportuali, portuali e marittime e nel settore ferroviario. L’intesa di oggi ha, tra l’altro, l’obiettivo di ottimizzare le opportunità di investimento diretto, di sviluppare forme di collaborazione nel settore dei lavori pubblici e nei relativi aspetti istituzionali, giuridici, economici e tecnici, sulla formazione e sulla ricerca.”Questa intesa rafforza il legame tra i due Paesi e apre a prospettive di reciproco sviluppo in diversi campi, da attuarsi con azioni di cooperazione, e assume una valenza significativa per il nostro Paese, in particolare nella situazione attuale”, ha dichiarato il Ministro Giovannini. “Sono certo che il Memorandum favorirà numerose opportunità di scambio di migliori pratiche e di approfondimento tra i rispettivi esperti nei settori individuati – ha aggiunto – nonché possibilità di cooperazione economico-commerciale per le aziende”. Il Ministro Giovannini ha quindi sottolineato come il tema della sostenibilità sia “sempre più centrale anche ai fini della salvaguardia del comune spazio mediterraneo. In materia di sviluppo delle infrastrutture – ha precisato – l’Algeria potrà trovare di interesse l’esperienza italiana del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.Le azioni di cooperazione si baseranno, tra l’altro, sullo scambio di esperienze in materia di costruzione, manutenzione, utilizzo e gestione delle infrastrutture, nella promozione di relazioni di partenariato tra imprese, laboratori, e studi di ricerca algerini e italiani, formazione e riqualificazione dei dirigenti, controllo tecnico dei lavori pubblici e ricerca applicata.Nell’ottica di favorire la crescente cooperazione tra imprese italiane e algerine, il Ministro ha sottolineato l’importanza di assicurare un clima favorevole per gli investitori italiani riferendosi, tra l’altro, alla rapida soluzione di pendenti vertenze commerciali. LEGGI TUTTO

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    UE, raddoppio delle importazioni gas da Azerbaigian entro 2027

    (Teleborsa) – La Commissione europea e l’Azerbaigian hanno firmato il nuovo memorandum d’intesa su un partenariato strategico nel settore dell’energia, per raddoppiare la capacità del corridoio meridionale per rifornire l’UE di almeno 20 miliardi di metri cubi di gas l’anno entro il 2027. Il memorandum concorrerà al raggiungimento degli obiettivi di diversificazione previsti dal piano REPowerEU, aiutando l’Europa a svincolarsi dal gas russo. In virtù della cooperazione energetica rafforzata, sta già aumentando la fornitura all’UE di gas naturale azero: è passata dagli 8,1 miliardi di metri cubi del 2021 ai previsti 12 miliardi di metri cubi nel 2022.”Con questo memorandum d’intesa si apre oggi un nuovo capitolo nella cooperazione energetica con l’Azerbaigian, partner fondamentale dell’Europa verso lo svincolo dai combustibili fossili russi – ha commentato la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen – L’intento non è soltanto quello di rafforzare il partenariato attuale, che garantisce all’UE l’approvvigionamento stabile e affidabile di gas via il corridoio meridionale, ma anche quello di gettare le basi di un partenariato a lungo termine sull’efficienza energetica e l’energia pulita, poiché il perseguimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi vede accomunati UE e Azerbaigian”.Attualmente UE e Azerbaigian sono impegnati anche nella negoziazione di un nuovo accordo globale che rafforzerà la cooperazione in un’ampia gamma di settori, tra cui diversificazione economica, investimenti, commercio e liberazione di tutte le potenzialità della società civile, sottolineando nel contempo l’importanza dei diritti umani e dello Stato di diritto. LEGGI TUTTO

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    IEA, Europa riduca al minimo consumo gas. Evitare risposta sconnessa

    (Teleborsa) – Introdurre piattaforme d’asta per incentivare gli utenti di gas industriale dell’UE a ridurre la domanda, ridurre al minimo il consumo di gas nel settore energetico, rafforzare il coordinamento tra gli operatori del gas e dell’elettricità in tutta Europa, ridurre la domanda di elettricità delle famiglie stabilendo standard e controlli per riscaldamento e condizionatori, armonizzare la pianificazione delle emergenze in tutta l’UE a livello nazionale ed europeo. Sono le cinque azioni concrete che i leader europei devono intraprendere per prepararsi a un inverno difficile dal punto di vista degli approvvigionamenti energetici, secondo Fatih Birol, il direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’energia (IEA).Secondo l’economista ed esperto di energia, se questo tipo di misure non viene attuato ora, “l’Europa si troverà in una posizione estremamente vulnerabile e potrebbe dover affrontare tagli e riduzioni molto più drastiche in seguito”. Un’altra azione importante è preparare i cittadini europei a ciò che potrebbe accadere. “Le campagne di sensibilizzazione del pubblico nel contesto di una crisi energetica hanno avuto successo in precedenza nel ridurre la domanda di energia a breve termine di diversi punti percentuali – ha spiegato Birol – Ogni azione conta”.Lo scenario baseLo scenario di base considerato per le raccomandazioni dell’IEA è quello in cui i flussi di gas attraverso il Nord Stream 1 tornano dopo il 21 luglio (ai livelli bassi a cui si trovavano prima dell’attuale arresto per manutenzione programmata), ma all’inizio della stagione di riscaldamento invernale, il 1° ottobre, le forniture di gas russe verso l’Europa vengono completamente interrotte. In questa situazione, l’UE dovrebbe aver riempito i suoi impianti di stoccaggio del gas oltre il 90% della loro capacità per superare il prossimo inverno. E anche in questo caso, potrebbe comunque subire interruzioni di fornitura nell’ultima parte della stagione di riscaldamento. Secondo la nuova analisi dell’IEA, il gas extra che deve essere risparmiato nei prossimi tre mesi è dell’ordine di 12 miliardi di metri cubi, sufficienti per riempire circa 130 navi cisterna di GNL.Lo scenario peggioreSecondo Birol, “non sarebbe comunque saggio escludere la possibilità che la Russia possa decidere di rinunciare alle entrate derivanti dall’esportazione di gas in Europa per ottenere una leva politica”. Dalla sua invasione dell’Ucraina, l’importo delle entrate che la Russia ha raccolto dall’esportazione di petrolio e gas in Europa è raddoppiato rispetto alla media degli ultimi anni, a 95 miliardi di dollari. In altre parole, l’aumento dei ricavi delle esportazioni di petrolio e gas della Russia negli ultimi cinque mesi è quasi tre volte quello che fa tipicamente esportando gas in Europa durante un intero inverno.”Se la Russia deciderà di interrompere completamente le forniture di gas prima che l’Europa possa portare i suoi livelli di stoccaggio fino al 90%, la situazione sarà ancora più grave e difficile – si legge nell’analisi dell’IEA – Richiederà una leadership fredda, un’attenta coordinazione e un forte grado di solidarietà. I leader europei devono prepararsi a questa possibilità ora per evitare il potenziale danno che deriverebbe da una risposta sconnessa e destabilizzante”.Le raccomandazioni nel dettaglioPer quanto riguarda l’introduzione di piattaforme d’asta per incentivare gli utenti di gas industriale dell’UE a ridurre la domanda, l’IEA suggerisce che i consumatori di gas industriale possono offrire parte della loro fornitura di gas già contrattualizzata come prodotti di riduzione della domanda a titolo di compensazione.La riduzione al minimo del consumo di gas nel settore energetico può essere ottenuto aumentando temporaneamente la produzione di carbone e petrolio, accelerando allo stesso tempo il dispiegamento di fonti a basse emissioni di carbonio, compresa l’energia nucleare, laddove sia politicamente accettabile e tecnicamente fattibile.Rafforzare il coordinamento tra gli operatori del gas e dell’elettricità in tutta Europa può aiutare a ridurre l’impatto del minor consumo di gas sui sistemi di alimentazione. Dovrebbe includere una stretta cooperazione sul funzionamento delle centrali termoelettriche a livello nazionale ed europeo.Per ridurre la domanda di elettricità delle famiglie, stabilendo standard e controlli di raffreddamento, è essenziale che il governo e gli edifici pubblici siano parte dell’iniziativa e diano l’esempio. Inoltre, le campagne di sensibilizzazione dovrebbero incoraggiare i cambiamenti comportamentali tra i consumatori.Armonizzare la pianificazione delle emergenze in tutta l’UE, a livello nazionale ed europeo, dovrebbe riguardare misure per la riduzione dell’offerta e meccanismi di solidarietà. LEGGI TUTTO

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    Energia, transizione a rischio: serve più rame per raggiungere gli obiettivi al 2050

    (Teleborsa) – Senza un’adeguata fornitura di rame la transizione ecologica e la riduzione delle emissioni globali di CO2 non può avvenire. Il rame, il “metallo dell’elettrificazione”, è infatti essenziale per tutti i piani di transizione energetica. Ma si prevede che il potenziale divario tra domanda e offerta sarà molto ampio man mano che la transizione andrà avanti. La sostituzione e il riciclaggio non saranno sufficienti per soddisfare la domanda di veicoli elettrici (EV), infrastrutture elettriche e generazione rinnovabile. A meno che una nuova massiccia fornitura non sia tempestivamente disponibile, l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050 andrà in cortocircuito e rimarrà fuori portata.Sono alcune delle conclusioni contenute all’interno di un rapporto di S&P Global sul prezioso metallo. La previsione è che la domanda di rame aumenterà dagli attuali 25 milioni di tonnellate (MMt) a circa 50 milioni di tonnellate entro il 2035, un livello record che sarà mantenuto e continuerà a crescere fino a 53 milioni di tonnellate entro il 2050. Il divario cronico tra l’offerta e la domanda mondiale di rame che dovrebbe iniziare a metà di questo decennio avrà gravi conseguenze sull’economia globale e influenzerà i tempi del raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette fissato per il 2050. In particolare, il deficit raggiungerà i 9,9 milioni di tonnellate nel 2035 nello scenario Rocky Road, che si basa sulla continuazione delle tendenze attuali nell’utilizzo della capacità delle miniere e nel riciclaggio del rame recuperato. Ciò significherebbe un calo del 20% rispetto al livello di fornitura richiesto per l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050. Il divario emerge anche nell’ipotesi di tassi di utilizzo aggressivi di capacità e tassi di riciclaggio mai raggiunti nello scenario High Ambition. Anche in base a queste ipotesi aggressive, la domanda di rame raffinato supererà l’offerta nel periodo di previsione fino al 2035. Diverse autorità hanno già espresso allarme in merito alla presenza di minerali sufficienti per soddisfare i requisiti per l’obiettivo di emissioni nette zero entro il 2050. Tra questi figurano, tra gli altri, il governo degli Stati Uniti, l’Unione europea, il Fondo monetario internazionale (FMI), la Banca mondiale e l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE). Quest’ultima ha riassunto la sfida come un passaggio da “un sistema energetico ad alta intensità di carburante a uno ad alta intensità di minerali”. “Anche se la gente scrive molto sul litio, molto sul cobalto, il rame è davvero essenziale perché è il metallo dell’elettrificazione ed essenziale per la transizione energetica. E penso che la gente l’abbia sottovalutato”, ha dichiarato il vicepresidente dell’S&P Dan Yergin ad Axios. “Questo studio è un campanello d’allarme”, ha aggiunto Yergin. “Una cosa è esprimere allarme e un’altra cosa dire, beh, quanto devi fare? E quindi non stiamo dicendo che non si raggiungeranno gli obiettivi del 2050, ma che è più impegnativo di quanto la gente pensi e ci si deve concentrare su di esso ora”, ha sottolineato Yergin. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas in aumento come stimato

    (Teleborsa) – Crescono come previsto gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata l’8 luglio 2022, sono risultati in aumento di 58 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela in linea con le stime di consensus. La settimana prima si era registrata una crescita di 60 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.369 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 9,6% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.621) e in diminuzione dell’11,9% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.688 BCF). LEGGI TUTTO

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    ConocoPhillips, accordo con Sempra per progetti GNL su larga scala

    (Teleborsa) – ConocoPhillips, una delle maggiori compagnie petrolifere del mondo, ha annunciato un’espansione potenzialmente significativa della sua attività globale di gas naturale liquefatto (GNL) attraverso l’investimento in un nuovo impianto di GNL su larga scala in fase di sviluppo da parte della società di infrastrutture energetiche Sempra Infrastructure, una sussidiaria di Sempra, nella contea di Jefferson, Texas. ConocoPhillips ha stipulato un accordo con Sempra per acquisire una partecipazione diretta del 30% in Port Arthur Liquefaction Holdings, LLC e un prelievo di GNL equivalente a circa 5 milioni di tonnellate all’anno (Mtpa) dal progetto Port Arthur LNG.”ConocoPhillips è stata una forza trainante nel settore del GNL da quando abbiamo contribuito ad aprire il mercato atlantico del GNL a partire dagli anni ’50, e poi il mercato dell’Asia-Pacifico consegnando il primo carico di GNL alla baia di Tokyo nel 1969 – ha affermato Ryan Lance, presidente e CEO – La decisione di stipulare questo accordo con Sempra ci offre un’opportunità di partecipare ai principali sviluppi del GNL, rafforzando il nostro impegno ad aiutare a risolvere il fabbisogno energetico mondiale mentre passiamo a un futuro a basse emissioni di carbonio”.Le società valuteranno anche lo sviluppo di progetti a basse emissioni di carbonio, incluso un progetto di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) per l’impianto GNL di Port Arthur, e Sempra Infrastructure avrà l’opportunità di partecipare a progetti di cattura e sequestro del carbonio sviluppati da ConocoPhillips in Texas o Louisiana in relazione al progetto Port Arthur LNG. Inoltre, gli accordi stipulati offrono a ConocoPhillips l’opportunità di acquisire il prelievo e una partecipazione azionaria nello sviluppo, da parte di Sempra, del progetto Energia Costa Azul LNG Phase 2 che sarà situato a nord di Ensenada, Baja California, Messico. Questa futura espansione dell’esistente progetto Energia Costa Azul si trova in una posizione ideale per rifornire i mercati dell’Asia e del Pacifico. LEGGI TUTTO

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    Gas, Gazprom: non possiamo garantire il corretto funzionamento del Nord Stream

    (Teleborsa) – Gazprom ha fatto sapere di non essere in grado garantire il buon funzionamento del gasdotto Nord Stream. In una nota l’azienda energetica russa ha dichiarato di non essere in possesso di alcun documento “che indichi che Siemens è in grado di portare la turbina a gas per la stazione di compressione di Portovaya fuori dal Canada, dove è in riparazione”.”In queste circostanze – prosegue il comunicato – non è possibile garantire il funzionamento sicuro della stazione di compressione di Portovaya, che è una struttura fondamentale per il gasdotto Nord Stream”.Il gasdotto che porta il gas in Europa passando per il Mar Baltico e la Germania è ufficialmente in manutenzione da lunedì 11 luglio. I lavori dovrebbero terminare il 21 luglio ma l’avviso di Gazprom mette in forte dubbio l’effettiva ripresa delle consegne di gas da parte della Russia. Si vanno confermando così i timori delle cancellerie europee che nelle ultime settimane avevano paventato il rischio che i lavori di manutenzione si potessero trasformare in una scusa per il Cremlino per interrompere le consegne di gas ai Paesi europei come ritorsione per l’appoggio all’Ucraina. LEGGI TUTTO

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    La crisi petrolifera non è finita. AIE lancia l'allarme: peggio potrebbe ancora arrivare

    (Teleborsa) – La crisi energetica è tutt’altro che finita, anzi potrebbe peggiorare. A lanciare l’allarme è l’AIE, l’Agenzia internazionale per l’energia, che tuona: il mondo non ha mai assistito ad una crisi energetica così grave.I lockdown in Cina, le incognite sulle prospettive di crescita globali legate alla recessione innescata dalle difficoltà di approvvigionamento di materie prime, pesano sui prezzi del petrolio che a New York affondano sotto i 100 dollari al barile. A quasi un’ora dalle fine delle contrattazioni delle borse europee il WTI scambia a 97,14 dollari al barile con una flessione di oltre 6 punti percentuali, mentre il Brent viaggia a 100,35 dollari. “Il mondo non ha mai assistito a una crisi energetica così grave in termini di profondità e complessità” – ha detto il direttore esecutivo dell’AIE, Fatih Birol, durante un forum globale sull’energia a Sydney -. “Potremmo non aver ancora visto il peggio”, ha aggiunto, affermando che la stretta globale sul petrolio potrebbe continuare ad avere ripercussioni in tutto il mondo fino alla fine dell’anno.”L’intero sistema energetico è in subbuglio a seguito dell’invasione in Ucraina di febbraio, il più grande esportatore di petrolio e gas naturale e uno dei principali attori nelle materie prime” – ha detto ancora Birol -. “Questo inverno in Europa sarà molto, molto difficile. Questa è una delle principali preoccupazioni e potrebbe avere gravi implicazioni per l’economia globale”.Biden vola in Arabia SauditaIl presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden si prepara a partire per il Medio Oriente, dove farà tappa in Arabia Saudita e parlerà di sicurezza energetica. Secondo gli addetti ai lavori, l’inquilino della Casa Bianca chiederà al leader dell’OPEC di aumentare la produzione di petrolio nel tentativo di alleviare la pressione sui prezzi dell’oro nero.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO