More stories

  • in

    PNRR, via libera Ue a schema aiuti Italia per il biometano

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha dato il via libera a 4,5 miliardi di sostegni per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di biometano nuovi o riconvertiti. “La misura –spiega la Commissione Ue in una nota – rientra nella strategia dell’Italia per ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la propria quota di energie rinnovabili. Il regime contribuirà inoltre agli obiettivi del piano REPowerEU per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde”.”Il regime di aiuti italiano che abbiamo approvato oggi – ha dichiarato la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza – rafforzerà la produzione dell’Ue di biometano sostenibile da utilizzare nei settori dei trasporti e del riscaldamento, in linea con il piano REPowerEU. La misura di aiuto italiana, che sarà in parte finanziata dal Recovery and Resilience Facility, aiuterà l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni, ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, limitando al contempo le possibili distorsioni della concorrenza”. Il regime notificato dall’Italia, che durerà fino al 30 giugno 2026, sarà in parte finanziato dalla Rrf, a seguito della valutazione positiva da parte della Commissione del Piano italiano di ripresa e resilienza e la sua adozione da parte del Consiglio. L’aiuto sarà concesso, cumulativamente, sotto forma di contributi agli investimenti, con un budget totale di 1,7 miliardi di euro, che saranno corrisposti al termine della fase di costruzione a tutti i progetti sostenuti. L’importo dell’aiuto per progetto coprirà fino al 40% dei costi di investimento ammissibili. Inoltre sotto forma di tariffe incentivanti, con un budget di 2,8 miliardi di euro, da corrispondere durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 15 anni. Le tariffe incentivanti, espresse in euro/MWh, saranno determinate mediante gara competitiva secondo il principio del ‘pay as bid’. Il sostegno coprirà la differenza tra le tariffe incentivanti e l’evoluzione dei prezzi del gas e sarà erogato su base mensile. In caso di aumenti elevati del prezzo del gas, è previsto un meccanismo di claw-back per il rimborso dell’eventuale importo eccedente le tariffe incentivanti.”Il regime – sottolinea la Commissione – sosterrà la produzione di biometano sostenibile da immettere nella rete nazionale del gas per l’utilizzo nei settori dei trasporti e del riscaldamento”. In particolare, il provvedimento è volto a promuovere la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di biometano nuovi o riconvertiti in Italia. Per beneficiare dell’aiuto previsto dal regime, la produzione di biometano deve essere conforme ai requisiti stabiliti nella direttiva Ue sulle energie rinnovabili. Affinché il biometano possa essere utilizzato specificamente nel settore dei trasporti, solo la produzione di biometano avanzato potrà beneficiare di aiuti, poiché – conclude la nota – è il carburante più sostenibile ed ecologico, per aiutare l’Ue a raggiungere i suoi obiettivi climatici ed energetici. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, EIA: stoccaggi USA aumentano più delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 29 luglio 2022 sono risultati in aumento di 41 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela al di sopra del consensus (+29 BCF). La settimana prima si era registrata una crescita di 15 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.457 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 9,8% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.725) e in diminuzione del 12,1% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.416 BCF). LEGGI TUTTO

  • in

    Osservatorio Sistemi di Accumulo, ANIE: “Cresce numero installazioni nel I semestre 2022”

    (Teleborsa) – Al 30 giugno 2022 risultano installati ben 122.279 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 720 MW e una capacità massima di 1.361 MWh. A questi si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh. In rapida crescita le installazioni, per trimestre, da inizio 2021 (Q1 2021). È quanto emerge dall’aggiornamento del report “Osservatorio Sistemi di Accumulo” di Anie Federazione che presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna.La tecnologia più diffusa è quella a base di Litio (98,5% del totale) seguita da quella a base di Piombo (1,1%). Si registra la crescita del 30% e 36% rispettivamente per le batterie a volano e per i supercondensatori. La quasi totalità (93%) dei SdA è di taglia < 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (40%) e di quelli con capacità inferiore a 5 kWh (21%) e compresa tra 10 kWh e 15 kWh (26%). La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella "lato produzione in corrente continua", che ricopre il 77% del totale, mentre quella "lato produzione in corrente alternata" e quella "lato post produzione" ricoprono rispettivamente l'8% e il 15%. Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 97% di taglia residenziale.La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (27.652 SdA per una potenza di 143 MW e una capacità di 281 MWh), seguita dal Veneto (18.317 SdA per 99 MW e 216 MWh) e dall' Emilia-Romagna (9.660 SdA per 58 MW e 100 MWh). I dati Terna registrano l'entrata in esercizio di un terzo sistema di accumulo abbinato ad una centrale termoelettrica per una potenza di 10 MW ed una capacità di 10 MWh. Raggiungono quota due impianti i SdA stand-alone e quota tre impianti i SdA abbinati a centrali termoelettriche; rimangono fermi a quota un'unità i SdA a celle a combustibile e a quota due unità i SdA abbinati ad impianti eolici.ANALISI DATI 2022 – Il trend del 2022, periodo gennaio-giugno (Q1+Q2), è in notevole crescita per numero, potenza e capacità di accumulo rispetto ai periodi precedenti. Le installazioni si attestano a 47.159 unità per una potenza di 303 MW e una capacità di 632 MWh. Nell'ultimo trimestre si è stabilizzato il numero di installazioni con una media di circa 8.500 unità/mese. Analizzando la tipologia di configurazione si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle "lato produzione in corrente continua" rispetto ai periodi precedenti. Nel primo semestre 2022 questa configurazione ricopre il 91% delle installazioni, mentre le configurazioni "lato produzione in corrente alternata" e "lato post produzione" ricoprono rispettivamente il 4% e il 5%. Tutte le Regioni nel periodo gennaio-giugno 2022 hanno consolidato un segno positivo rispetto allo stesso periodo del 2021 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate. Tra le Regioni con più unità installate, la Toscana, con 3.335 installazioni, ha registrato un incremento del 476% rispetto al primo semestre 2021, mentre Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto si attestano intorno al 300%.ANALISI DI MERCATO – ANIE Rinnovabili ritiene che il risultato conseguito nei primi tre mesi del 2022 sia frutto dei meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura relativi alle detrazioni fiscali non solo del Superbonus 110%, ma anche della ristrutturazione edilizia 50%. "Il fatto che nell'ultimo trimestre si sia stabilizzato il numero di installazioni con una media di circa 8.500 unità/mese – spiega la federazione – potrebbe essere sintomo di un rallentamento dettato dai cambiamenti normativi (DL 4/2022 e DL 13/2022) sulla cessione del credito, tant'è che nel recente DL 50/2022 il legislatore è nuovamente intervenuto sui meccanismi per cercare di risolvere le problematiche emerse, che mettono a serio rischio gli investimenti in corso". Si conferma il trend di crescita del segmento di mercato degli accumuli di media taglia abbinati ad utenze fotovoltaiche sia residenziali che delle piccole e medie imprese. Entro fine anno dovrebbero entrare in esercizio circa 346 MW, di cui 250 del progetto pilota Fast Reserve di Terna e 96 MW aggiudicati all'asta del capacity market tenutasi nel 2019, tendenzialmente connessi alla rete di media e di alta tensione. Per la connessione a quest'ultima Terna ha, recentemente, posto in consultazione un nuovo allegato al Codice di Rete, l'Allegato A79, in cui disciplina le condizioni generali di connessione alla sua rete. Criticità potrebbero insorgere qualora le disposizioni dell'Allegato A79 fossero obbligatoriamente da applicarsi anche a quei progetti dei 346 MW con collegamento in alta tensione. Nel documento di consultazione dell'Allegato A79 è previsto che si riservi una banda del sistema di accumulo per il servizio di regolazione primaria di frequenza, per il quale ARERA, l'Autorità dell'Energia, ha previsto nel documento di consultazione del TIDE 322/2019 che si passi da un servizio gratuito ad un servizio remunerato attraverso l'attivazione di procedure concorsuali. "È, pertanto, auspicabile – evidenzia il report – che ARERA pubblichi quanto prima il nuovo Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico per consentire agli operatori di pianificare al meglio gli investimenti". Il ritardo accumulato sui sistemi di accumulo di grande taglia, in particolare quello centralizzato, – si legge nel documento – potrebbe essere colmato dai 1,1 GW aggiudicati da Terna nell'asta del capacity market di fine 2021 e dalle future aste di Terna per l'attuazione delle disposizioni dell'art. 18 del Dlgs 210/2021. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, Unem: impennata del prezzo di forniture di petrolio nei primi 6 mesi del 2022 (+79,3%)

    (Teleborsa) – Nei primi cinque mesi del 2022 le lavorazioni delle raffinerie (di greggio, semilavorati esteri e additivi) sono state pari a 27,5 milioni/tonnellate, con un incremeneto del 10,5% rispetto ai primi cinque mesi 2021. L’utilizzo degli impianti (riferito ai greggi e semilavorati importati) è in risalita e ora pari al 74,2%. I prodotti ottenuti dalle raffinerie italiane sono aumentati del 9,3% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso periodo 2021. In aumento gasolio, benzina e jetfuel. In calo le produzioni di bitume e lubrificanti. È quanto indicato da Unem, Unione energie per la mobilità.Nei primi quattro mesi dell’anno, in base a dati provvisori, le importazioni di prodotti finiti sono ammontate a circa 4,7 milioni di tonnellate con un lieve aumento (+2%) rispetto allo stesso periodo 2021. In aumento gli arrivi di gpl, benzina e jetfuel, in calo soprattutto l’olio combustibile. Le importazioni di semilavorati esteri segnano ancora un calo anche se di entità minore rispetto ai mesi precedenti (-6,8%). Nello stesso periodo le esportazioni di prodotti sono ammontate a 8,4 milioni di tonnellate con un calo del 2% rispetto allo stesso periodo 2021 ma con un trend in crescita. In forte calo le esportazioni di olio combustibile, lubrificanti e jetfuel mentre sono in aumento quelle di gasolio, benzina e biocarburanti.Nei primi sei mesi 2022, il costo che l’Italia ha sostenuto per rifornirsi di greggio dall’estero è salito del 79,3% rispetto allo stesso periodo del 2021. Incremento che non tende a rallentare e che è stato ulteriormente appesantito dall’indebolimento dell’Euro nei confronti del Dollaro Usa.Nei primi sei mesi 2022, l’Italia ha importato 30 milioni di tonnellate di petrolio con un incremento del 13% rispetto allo stesso periodo 2021. Il primo paese fornitore è ora la Russia a causa della particolare situazione della raffineria Isab (di proprietà Litasco-Lukoil) che da mesi importa solo petrolio russo non avendo al momento altre possibilità di approvvigionamento. Al netto di ciò, il peso della Russia sarebbe limitato a pochi punti percentuali. Nel primo semestre sono già 23 i paesi che hanno rifornito di greggio l’Italia.Stando ai dati provvisori, a giugno 2022 i consumi petroliferi sono cresciuti del 3,1% rispetto allo stesso mese del 2021 con una ripresa in particolare per il jetfuel che però ancora non ha raggiunto i volumi pre-covid. Volumi complessivi in linea (+0,3%) anche se confrontati con giugno 2019 (periodo di pre-pandemia). Sempre in base ai dati provvisori, a giugno 2022 le vendite di carburante (benzina + gasolio + gpl), sono cresciute dello 0,5% rispetto allo stesso mese del 2021. Il confronto risulta positivo anche se confrontato con giugno 2019 (periodo pre-pandemico) con una variazione del +4%. Lo stacco ponderato (benzina + gasolio) dopo aver chiuso il 2021 con un valore medio di -0,039 euro/litro conferma l’andamento anche nei primi sei mesi 2022 assestandosi ad un valore medio analogo.A luglio 2022 il prezzo della benzina è stato in media pari a 2,012 €/litro, superiore di circa 36 cents rispetto allo stesso mese del 2021, per la eccezionale pressione internazionale sui prodotti raffinati causati soprattutto, ma non solo, dalla guerra. Prezzi in calo nelle ultime settimane. Nello stesso mese il prezzo del gasolio è stato in media pari a 1,967 €/litro, superiore di 46 cents rispetto a luglio 2021, incremento dovuto alla eccezionale impennata delle quotazioni del barile e del gasolio europeo in particolare e questo nonostante la riduzione temporanea delle accise che hanno potuto solo limitare l’enorme aumento della materia prima. Il prezzo del gpl auto è stato pari a 0,826 €/litro, superiore di circa 15 cents rispetto al prezzo di luglio 2021 a causa di forti pressioni internazionali sul prezzo del gas.Unem segnala infine che a seguito del taglio provvisorio delle accise, a fine luglio 2022 l’Italia continua a non comparire nei primi posti tra i Paesi dell’Unione Europea per la maggiore imposizione fiscale sui carburanti. Prima assoluta risulta essere la Francia sia sulla benzina che sul gasolio auto. L’Italia si piazza al centro classifica e per il gasolio anche al di sotto del livello di tassazione media della UE. A inizio luglio il paese europeo con il prezzo alla pompa più alto per la benzina era la Finalndia, mentre per il gasolio primeggiava la Svezia. Sul Gpl auto il paese più caro è risultato essere la Spagna.(Foto: drpepperscott230 / Pixabay) LEGGI TUTTO

  • in

    Il petrolio rimbalza alla vigilia del meeting dell'OPEC+

    (Teleborsa) – Dopo i forti cali delle ultime due sedute, torna a crescere il prezzo del greggio, alla vigilia di un meeting dell’OPEC+ (la formazione allargata del cartello dei paesi produttori di petrolio) che potrebbe non portare a un ulteriore aumento dell’offerta di greggio, a causa dei timori che una possibile recessione globale possa limitare la domanda di energia. Nelle ultime ore si è aggiunta l’incognita del deterioramento delle relazioni tra USA e Cina, a causa delle visita a Taiwan della presidente della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Pelosi.L’OPEC e i suoi alleati non hanno segnalato chiaramente le loro intenzioni per il meeting di domani, in particolare in merito alle quote di produzione di settembre. L’eccedenza potrebbe essere declassata a 800.000 barili al giorno per il 2022 rispetto a 1 milione di barili al giorno nell’ultima analisi prima della riunione del gruppo del 30 giugno, secondo un rapporto di mercato rilasciato dalla segreteria dell’OPEC ai delegati e visto da S&P Global Commodity Insights.Alle 19.50 ora italiana, i futures sul greggio Brent di ottobre 2022 hanno raggiunto i 101,65 dollari al barile, in rialzo di 1,54 dollari o dell’1,50%. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di settembre 2022 scambiano in aumento di 1,52 dollari, o dell’1,68%, a 95,47 dollari al barile.”Un cambiamento sostanziale nella politica di approvvigionamento dell’OPEC+ sarebbe sorprendente – ha commentato Noah Barrett, Research Analyst di Janus Henderson – Diversi membri dell’organismo stanno producendo un quantitativo minore delle loro quote, il che suggerisce una reale incapacità di aumentare l’offerta. La capacità di riserva si trova effettivamente in due paesi (Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti) e non è chiaro quanto questi siano disposti ad aumentare la produzione. Con i prezzi del Brent in calo rispetto ai massimi storici, è probabile che ci sia meno urgenza di riportare sul mercato i barili aggiuntivi, anche se paesi come gli Stati Uniti hanno chiesto all’Arabia Saudita di aumentare l’offerta”.Intanto, secondo il Financial Times, Stati Uniti, Unione Europea e Gran Bretagna starebbero di fatto frenando sui loro propositi di messa al bando delle forniture di petrolio della Russia. Avrebbero infatti rinviato almeno al prossimo anno l’estromissione del greggio russo dal mercato delle assicurazioni sul trasporto marittimo, temendo problemi su approvvigionamenti globali e sicurezza energetica, scrive il quotidiano britannico. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, ARERA: aggiornamento prezzi famiglie diventerà mensile

    (Teleborsa) – L’ulteriore drammatica crescita dei prezzi all’ingrosso dell’energia, legata al conflitto in Ucraina e alla riduzione dei flussi di gas praticata dalla Russia, ha portato l’Autorità ad introdurre misure a tutela dei consumatori e a garanzia della continuità delle forniture.Dal 1° ottobre, con il prossimo aggiornamento tariffario, cambia il metodo di aggiornamento dei costi della materia prima gas per le famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela (oggi circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa). Anche per intercettare in modo immediato le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi, l’ARERA ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano, aumentando al contempo la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile, non più trimestrale.Il nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela gas, ad oggi previsto a gennaio 2023, termine che l’Autorità ha chiesto più volte venga allineato a quello del fine tutela elettrico, previsto per gennaio 2024.”Prezzi troppo elevati, una guerra in corso ed un chiaro uso del gas come leva geopolitica ci chiamano ad interventi straordinari, per cercare di garantire la difesa del consumatore e la sicurezza della fornitura – afferma il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini – Il ricorso ad un meccanismo più dinamico di formazione del prezzo permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio e di trasferirgli invece, immediatamente, i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.L’intervento adottato, pur non potendo agire strutturalmente sugli eccezionali livelli dei prezzi di mercato, mira a rendere più sicure le forniture ai consumatori. Le perduranti tensioni geopolitiche, infatti, hanno acuito le incertezze sulla disponibilità di gas dalla Russia, aumentando le criticità per i venditori nel reperire sui mercati all’ingrosso il gas necessario a soddisfare i propri clienti, anchedomestici, per il prossimo anno termico che parte dal 1° ottobre.Con il meccanismo deliberato dall’Autorità, si riduce il rischio che i venditori non siano in grado di garantire la propria operatività e quindi le forniture ai propri clienti, minimizzando il pericolo che le famiglie siano costrette a ricorrere ai servizi di ultima istanza e gli stessi venditori al servizio default, pregiudicando l’intero equilibrio economico della filiera gas italiana con costi aggiuntivi che verrebbero socializzati.Il nuovo metodo di aggiornamento facilita il reperimento dei volumi necessari per soddisfare la domanda, grazie alla riduzione dei rischi oggi legati alle differenze tra le quotazioni forward utilizzate per l’attuale aggiornamento di tutela e il prezzo spot a cui è possibile approvvigionare la parte di consumi non prevedibile in vista dell’inverno. Naturalmente, come più volte ricordato dall’Autorità, a questi interventi è necessario affiancare iniziative nazionali e internazionali per ripristinare l’equilibrio tra domanda e offerta, come la riduzione della domanda su base volontaria e l’identificazione di meccanismi per la gestione di interventi in caso di emergenza, come richiamato anche nella segnalazione a Parlamento e Governo trasmessa in data odierna.Con il nuovo metodo di aggiornamento, il valore della componente materia prima per la tutela gas verrà pubblicato sul sito dell’Autorità all’inizio di ogni mese successivo al mese di riferimento. Vengono introdotti specifici obblighi di trasparenza a carico dei venditori che, in caso di necessità di ricalcoli di prezzo rispetto a quanto precedentemente fatturato, dovranno non solo darne opportuna informazione in bolletta (come previsto dalle regole della Bolletta 2.0), ma anche creare un’apposita sezione sul proprio sito internet per spiegare, in maniera chiara e comprensibile, il motivo del ricalcolo e la modalità di determinazione dei prezzi.L’Autorità ha inoltre deciso di attivare un tavolo di lavoro emergenziale che vedrà il pieno coinvolgimento delle Associazioni dei consumatori, che avrà tra i primi compiti quello di definire ulteriori forme di comunicazione e informazione, per rendere l’intero processo il più trasparente ed efficace possibile. LEGGI TUTTO

  • in

    AdR: a Fiumicino prima colonnina di ricarica per veicoli elettrici

    (Teleborsa) – E’ in servizio da ieri all’aeroporto di Fiumicino, gestito da Aeroporti di Roma, società del Gruppo Atlantia, la prima infrastruttura di ricarica ultrarapida per veicoli elettrici alimentata al 100% da fonti rinnovabili. L’infrastruttura di ricarica è posizionata presso il piano arrivi nel parcheggio Breve Sosta T3, si tratta dei primi due punti di ricarica ultra-rapida di un lotto di 8 assegnati ad Atlante, società del Gruppo NHOA. I restanti punti entreranno in funzione entro fine anno e saranno posizionati nei parcheggi alle partenze, agli arrivi e in quelli riservati al noleggio con conducente. “L’obiettivo – viene sottolineato – è offrire ai viaggiatori di tutto il mondo un’esperienza di mobilità elettrica intuitiva e, soprattutto, ultrarapida. Le stazioni di ricarica possono erogare una potenza fino a 300kW e sono in grado di ricaricare in 20 minuti un veicolo elettrico dotato di batteria di grande capacità. Fruibili da tutti i veicoli elettrici e compatibili con ogni standard di ricarica e provider di servizi per la mobilità elettrica, sono inoltre pensate per fornire servizi multipli su grandi display durante il tempo di ricarica del veicolo. In questo modo la sosta diventa un momento di informazione integrata con i servizi forniti all’interno dell’aeroporto”.”Il piano complessivo di installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici di Aeroporti di Roma – viene evidenziato – si inserisce nella più ampia strategia di sostenibilità della società e prevede entro il 2030 l’installazione nei parcheggi degli scali romani di 60 infrastrutture di ricarica ultrarapida in corrente continua e di 2.700 infrastrutture lente e rapide in corrente alternata a servizio dei passeggeri, degli accompagnatori e degli operatori aeroportuali degli scali romani”. LEGGI TUTTO

  • in

    Terna, Donnarumma: “Senza eventi imprevisti scorte gas sufficienti”

    (Teleborsa) – Senza eventi imprevisti le scorte di gas dovrebbero bastare per superare l’inverno. Lo ha assicurato Stefano Donnarumma, Amministratore delegato di Terna, in occasione della conference call sui risultati del semestre.”Se la situazione non cambia da qui a ottobre, potremo avere abbastanza gas negli stoccaggi per affrontare l’inverno”, ha affermato il manager, che non esclude la possibilità che il governo decida per una riduzione della domanda.”Questo è il punto più importante – ha affermato Donnarumma – ma per la produzione elettrica non vediamo un particolare impatto al momento, piuttosto una gestione normale del sistema”. Per quanto concerne il business di Terna, l’Ad ha confermato tutte le guidance dell’esercizio già fornite al mercato. LEGGI TUTTO