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    Gas, prezzo rimane sopra 230 euro/MWh. Germania prevede due inverni difficili

    (Teleborsa) – Non accennano a moderarsi i prezzi del gas in Europa, che si mantengono su livelli difficili da sostenere per le industrie e per le famiglie, già duramente colpite da un’inflazione galoppante. La domanda di energia si mantiene elevata, mentre la diminuzione delle forniture dalla Russia (con il flusso del Nord Stream 1 ad appena il 20% della capacità) fa schizzare i prezzi e alimenta le preoccupazioni per l’inverno. I paesi europei stanno delineando piani per risparmiare gas nei prossimi mesi, immettendo quanto più gas possibile nei siti di stoccaggio, ma ciò potrebbe non bastare e continuano a prepararsi al rischio di razionamento energetico.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 2,1% a 230,5 euro/MWh alle 12.15 ora italiana. A giugno i prezzi erano scesi a 84 euro/MWh, poco sopra i livelli pre-conflitto, per poi ripartire al rialzo sulla prospettive di un taglio totale delle forniture da parte della Russia.A spingere le quotazioni del gas sono l’aumento dei prezzi spot del gas in Asia, la chiusura di impianti di produzione e trasporto di gas in Norvegia per manutenzione, l’aumento delle temperature (che stimolano l’uso dei condizionatori ), il calo della produzione eolica, idroelettrica e nucleare in diversi paesi europei.Intanto, il presidente dell’autorità di regolamentazione dell’energia tedesca ha affermato che “la carenza di gas a livello nazionale non deve necessariamente verificarsi”, ma nel paese “potrebbero esserci sicuramente carenze di gas a livello regionale”. “Le restrizioni all’inizio sarebbero probabilmente temporanee e potrebbero cessare di nuovo o verificarsi più volte – ha detto Klaus Mueller, presidente della Federal Network Agency – In questo caso, dobbiamo garantire che il gas sia trasportato in sicurezza attraverso il paese”.Mueller ha aggiunto che i tedeschi dovrebbero risparmiare gas, visto che potrebbero dover affrontare potenziali problemi per un paio d’anni: “Non si tratta solo di un inverno, ma di almeno due e il prossimo inverno potrebbe essere ancora più difficile”. LEGGI TUTTO

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    Gazprom, produzione gas verso record negativo in 2022 su calo export

    (Teleborsa) – La produzione di gas di Gazprom potrebbe scendere sotto i 400 miliardi di metri cubi (bcm) alla fine del 2022. Si tratterebbe della prima volta in cui il colosso energetico russo a controllo statale scende sotto questa quota nella storia moderna, a causa del calo delle esportazioni. Lo hanno affermato gli analisti dell’Energy Development Center, secondo quanto riporta l’agenza russa Tass.”Se la tendenza al calo delle esportazioni continua, come sembra essere il caso, la produzione di Gazprom per l’anno potrebbe essere inferiore alla cifra di 400 miliardi di metri cubi all’anno per la prima volta nella storia russa contemporanea – si legge nel rapporto – Naturalmente, la dinamica della produzione sarà principalmente influenzata dal clima invernale, ma sembra che per il momento sia altamente improbabile raggiungere la soglia dei 400 miliardi di metri cubi, dato che Gazprom ha sostanzialmente riempito gli impianti di stoccaggio del gas russi prima della prossima stagione di riscaldamento”.A pesare sull’output di Gazprom è il crollo delle esportazioni, in quanto diversi paesi hanno cercato di diversificare il loro approvvigionamento tramite accordi con paesi dell’Africa e del Medio Oriente, oltre che importando più gas dal Nord America.Ieri Gazprom ha comunicato di aver ridotto la produzione di gas del 13,2% nel periodo da inizio anno al 15 agosto, rispetto allo stesso periodo del 2021. Le esportazioni di gas verso paesi non CSI sono diminuite del 36,2%. LEGGI TUTTO

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    Germania, gas in stoccaggi basta per meno di 3 mesi con taglio forniture

    (Teleborsa) – In caso di scorte di gas piene e taglio totale delle forniture da parte della Russia, la Germania riuscirebbe a coprire solo poco meno di tre mesi di riscaldamento, domanda delle industrie e domanda generale di energia. Lo ha affermato Klaus Mueller, presidente della Federal Network Agency, l’autorità di regolamentazione dell’energia del paese.Dal 23 giugno 2022 è in vigore il livello di allerta del piano di emergenza gas, con la stessa Federal Network Agency che parla di una “situazione tesa”, in cui “non si può escludere un ulteriore peggioramento della situazione”. I flussi di gas dal Nord Stream 1 sono attualmente a circa il 20% della capacità massima, mentre il livello di stoccaggio totale in Germania è del 77%, con l’obiettivo di arrivare al 95% entro novembre.”Siamo un po’ più veloci di quello che eravamo in termini di riempimento dello spazio di stoccaggio, ma non è un segno che possiamo rilassarci – ha detto Mueller in un’intervista – Va intesa come spinta, invece. Continuiamo così”. L’obiettivo del 75% è stato infatti raggiunto con due settimane di anticipo rispetto alla data del 1° settembre.Raggiungere l’obiettivo di novembre del 95% sembra “difficile da raggiungere” perché alcuni siti di stoccaggio richiedono più tempo per essere riempiti, ha aggiunto il presidente della Federal Network Agency.”Non posso promettere che tutte le strutture di stoccaggio in Germania saranno piene al 95% a novembre, anche in buone condizioni di domanda e offerta – ha continuato – Nel migliore dei casi, tre quarti di loro raggiungeranno l’obiettivo”. LEGGI TUTTO

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    Uniper, perdita semestrale da 12 miliardi di euro per impatto crisi gas

    (Teleborsa) – La società energetica tedesca Uniper ha chiuso il primo semestre del 2022 con un utile netto rettificato di -359 milioni di euro, significativamente al di sotto dell’utile netto rettificato dell’anno precedente di 485 milioni di euro. Il risultato netto ammonta a una perdita di oltre 12 miliardi di euro. Poco più della metà (6,5 miliardi di euro) è correlata all’impatto previsto delle riduzioni del gas russo. Inoltre, il risultato netto riflette svalutazioni per complessivi 2,7 miliardi di euro allocati al prestito Nord Stream 2 e avviamenti dei segmenti Global Commodities e Russian Power Generation. La restante parte è relativa alla valutazione al fair value dei derivati ??di copertura, che sarà successivamente compensato da utili positivi sugli asset sottostanti.L’indebitamento finanziario netto è aumentato significativamente da 324 milioni di euro a 2.057 milioni di euro. Il motivo principale è stato il flusso di cassa negativo in combinazione con una riduzione delle consegne di gas russe insieme alle misure per migliorare la liquidità nelle attività di gas e quote di emissioni alla fine del 2021. Il flusso di cassa operativo è stato anche influenzato negativamente dalle variazioni del capitale circolante derivanti principalmente da prezzi più elevati sui mercati delle materie prime.”Uniper svolge da mesi un ruolo cruciale nella stabilizzazione dell’approvvigionamento di gas della Germania, a costo di miliardi di perdite derivanti dal forte calo delle consegne di gas dalla Russia – ha dichiarato il CEO di Uniper, Klaus-Dieter Maubach – Il governo federale tedesco lo ha riconosciuto e ha intrapreso un’azione decisiva”.Il riferimento è al salvataggio operato il 22 luglio dal governo federale tedesco, tramite accordi con la stessa Uniper e con la scietà controllante, la finlandese Fortum. “Ciò impedirà una reazione a catena che farebbe molti più danni – ha aggiunto il CEO – La nostra massima priorità ora è implementare rapidamente il pacchetto di stabilizzazione”.”L’ambiente instabile non consente attualmente una previsione sugli utili entro un intervallo adeguato per l’esercizio in corso – ha commentato Tiina Tuomela, CFO di Uniper – Tuttavia, noi prevediamo di registrare utili negativi a causa della significativa riduzione delle consegne di gas russe. Prevediamo un miglioramento degli utili nel 2023 e miriamo a lasciare la zona di perdita a partire dal 2024″. LEGGI TUTTO

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    Rally dei prezzi del gas. Gazprom prevede ulteriore aumento del 60%

    (Teleborsa) – I prezzi del gas continuano la loro corsa verso livelli allarmanti per l’approvvigionamento energetico europeo, con il colosso russo Gazprom che getta benzina sul fuoco. Il gruppo a controllo statale ha infatti affermato che i prezzi europei del gas potrebbero salire ancora del 60% a oltre 4.000 dollari per 1.000 metri cubi quest’inverno.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 11% a 244,4 euro/MWh alle 15.55 ora italiana, dopo essere salito oltre quota 251 euro/MWh poco prima delle 15. A giugno i prezzi erano scesi a 84 euro/MWh, poco sopra i livelli pre-conflitto, per poi ripartire al rialzo sulla prospettive di un taglio totale delle forniture da parte della Russia.A spingere le quotazioni del gas non sono solo gli annunci di Gazprom, che secondo le potenze occidentali sta limitando il flusso del Nord Stream 1 (ad appena il 20% della capacità) per precisa scelta e non per problemi di manutenzione. Sul rally della materia prima incidono infatti anche l’aumento dei prezzi spot del gas in Asia, la chiusura di impianti di produzione e trasporto di gas in Norvegia per manutenzione, l’aumento delle temperature, il calo della produzione eolica, idroelettrica e nucleare in diversi paesi europei.”I prezzi spot del gas in Europa hanno raggiunto i 2.500 dollari (per 1.000 metri cubi). Secondo stime conservative, se questa tendenza persisterà, i prezzi supereranno i 4.000 dollari per 1.000 metri cubi quest’inverno”, ha affermato Gazprom in occasione della pubblicazione dei suoi risultati preliminari.Gazprom ha ridotto la produzione di gas dall’inizio dell’anno del 13,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 274,8 miliardi di metri cubi. Nel frattempo, le esportazioni di gas verso paesi non CSI sono diminuite del 36,2% o di 44,6 miliardi di metri cubi a 78,5 miliardi di metri cubi. L’export medio giornaliero di Gazprom ad agosto è aumentato del 3,3% rispetto a luglio a 213,3 milioni di metri cubi. LEGGI TUTTO

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    Nord Stream 1, Germania: “Nessuna nuova informazione su possibile arrivo turbina in Russia”

    (Teleborsa) – È stallo sulla questione Nord Stream 1. Due settimane fa, dopo aver studiato i documenti necessari al ripristino della turbina per la stazione di compressione Portovaya del Nord Stream 1 inviati da Siemens alle autorità canadesi, Gazprom ha fatto sapere che “permangono i rischi precedentemente identificati”. E da allora la situazione non sembra essersi sbloccata.La tedesca Siemens Energy ha effettuato in Canada la manutenzione della turbina per il gasdotto Nord Stream 1 e giovedì scorso ha dichiarato che la turbina era pronta per essere restituita immediatamente. Ma Gazprom continua a dire che le sanzioni impediscono di rispedire l’apparecchiatura in Russia.Oggi, secondo quanto riporta la Reuters un portavoce del ministero dell’Economia tedesco, in occasione di una conferenza stampa del governo a Berlino, ha detto di non avere nuove informazioni sulla possibilità che la turbina, che secondo Mosca sarebbe la causa del blocco delle forniture di gas all’Europa, sia in viaggio verso la Russia.La turbina di Siemens era stata inviata per riparazione in Canada e sottoposta poi a sanzioni internazionali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. LEGGI TUTTO

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    Vestas, Q2 in perdita. Vende ramo azienda a KK Wind Solutions

    (Teleborsa) – Vestas, azienda danese che progetta, fabbrica e commercializza turbine eoliche, ha generato ricavi per 3.305 milioni di euro nel secondo trimestre del 2022, in calo del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’EBIT prima degli articoli speciali è stato pari a -182 milioni di euro, con un margine EBIT prima degli articoli speciali del -5,5%, rispetto al 2,7 percento nel secondo trimestre del 2021. Si tratta di una perdita superiore rispetto ai -143 milioni previsti dagli analisti, secondo dati Refinitiv.”La prima metà del 2022 è stata caratterizzata da incertezza geopolitica e interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno causato l’aumento dei costi e lo sviluppo di una crisi energetica – ha commentato il CEO Henrik Andersen – Questo sviluppo sottolinea l’urgente necessità di una transizione energetica sostenibile e promuove un sostegno politico più forte per le energie rinnovabili in tutto il mondo, ma crea anche un ambiente commerciale altamente impegnativo che ha un impatto negativo sui risultati finanziari di Vestas”.Contestualmente alla trimestrale, Vestas ha annunciato di aver firmato un accordo con KK Wind Solutions per vendere il business “converters and controls”, che include le tre fabbriche di convertitori e pannelli di controllo in Danimarca, India e Cina e le relative forze lavoro. In totale, circa 600 dipendenti Vestas possono far parte di KK.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Gas, da domani in vigore regolamento Ue per la riduzione dei consumi

    (Teleborsa) – Dopo l’intesa politica raggiunta dal Consiglio Affari Energia lo scorso 26 luglio, entrerà in vigore domani il regolamento dell’Ue per la riduzione dei consumi di gas.La finalizzazione dell’accordo, con il voto contrario di Ungheria e Polonia ma con il quorum della maggioranza qualificata ampiamente raggiunto, è avvenuta venerdì. Oggi il regolamento, vincolante per tutti, è stato pubblicato in Gazzetta europea e da domani sarà in vigore.Il regolamento, che ha valenza retroattiva, si riferisce al periodo 1 agosto 2022 – 31 marzo 2023. In tale periodo gli Stati membri sono chiamati ad una riduzione volontaria del 15% dei consumi di gas. Tale riduzione diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio Ue decreti l’allerta energetica. Il 15% è il tetto massimo della riduzione richiesta ma almeno una decina di Paesi, inclusa l’Italia, potranno sfruttare una serie di deroghe che, mediamente, fanno scendere il taglio obbligatorio di otto punti percentuali.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO