More stories

  • in

    Gas, schizza a 275 euro ad Amsterdam con stop Nord Stream

    (Teleborsa) – Vola il prezzo del gas balza in apertura alla Borsa di Amsterdam. Il contratto TTF ha raggiunto un picco a 275 euro al Mhw dopo il forte calo di venerdì a 214,7 euro (-28%). A far impennare il prezzo è l’annuncio di Gazprom dello stop a tempo indeterminato del gasdotto Nord Stream. Gazprom ha comunicato di aver individuato alcune perdite di olio nel corso dei lavori di manutenzione alla stazione di compressione di Portovaya. “I guasti e danni individuati – ha spiegato Gazprom – non consentono una operatività sicura ed esente da problemi del motore della turbina”. Per questa ragione “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”.Questa volta Gazprom non ha fornito indicazioni sui tempi di chiusura del gasdotto. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas: chiude in forte calo, ma Gazprom blocca ancora Nord Stream

    (Teleborsa) – Nuove tensioni si accumulano sulle quotazioni del gas. Gazprom ha annunciato di aver individuato alcune perdite di olio nel corso dei lavori di manutenzione alla stazione di compressione di Portovaya. “I guasti e danni individuati – spiega Gazprom – non consentono una operatività sicura ed esente da problemi del motore della turbina”. Per questa ragione “il trasporto di gas” è stato “completamente fermato”. Nel frattempo, le quotazioni del gas hanno chiuso l’ottava in forte calo proprio sull’aspettativa della riapertura del gasdotto Nord Stream 1 dopo una fermata di tre giorni per manutenzione. Alla chiusura ufficiale della piattaforma TTF di Amsterdam il prezzo del gas naturale ha segnato 214,7 euro al megawattora.Questa volta Gazprom non ha fornito indicazioni sui tempi di chiusura del gasdotto. LEGGI TUTTO

  • in

    Autonomia energetica: “Italia quintultima in Europa ma seconda per disponibilità di risorse rinnovabili”

    (Teleborsa) – L’Italia è uno dei Paesi con la più bassa autonomia energetica in Europa, producendo nel proprio territorio solo il 22,5% dell’energia consumata, a fronte di una media europea del 39,5%. In termini comparativi, l’Italia è quintultima in Ue davanti solo a Malta (2,7%), Lussemburgo (5,0%), Cipro (7,2%) e Belgio (22,4%). Allo stesso tempo, tuttavia, l’Italia è tra i Paesi più virtuosi in termini di miglioramento dell’autonomia energetica, avendo aumentato il proprio livello di 9 punti percentuali tra il 2000 e il 2019. L’incremento dell’Italia è pari a oltre 2 volte quello della Francia (3,7 punti percentuali) e oltre 4 volte quello della Spagna (1,8 punti percentuali). Questa crescita è principalmente riconducibile allo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili presenti sul territorio e ulteriormente sfruttabili. Considerando la fruibilità di acqua, sole e vento sul territorio, l’Italia è seconda in Ue per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili. Questi i principali dati che emergono dallo studio “Verso l’autonomia energetica italiana: acqua, vento, sole, rifiuti le nostre materie prime”, realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con A2A. Presentata oggi a Cernobbio in una conferenza stampa cui hanno preso parte Marco Patuano, presidente di A2A e Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A, la ricerca ha l’obiettivo di qualificare come la valorizzazione delle fonti energetiche disponibili sul territorio italiano possa contribuire all’autonomia energetica del Paese e il ruolo chiave che ricoprono in questo percorso le regioni e i territori.”Con questo studio è stato possibile analizzare il potenziale delle regioni in termini di valorizzazione delle fonti energetiche disponibili, e di definire il contributo dei diversi territori per l’autonomia energetica del Paese all’interno dei vincoli normativi e strutturali esistenti – dichiara Patuano –. Sono già stati compiuti passi avanti in termini di sviluppo di produzione energetica da fonti rinnovabili, come mostra l’indice definito da Ambrosetti secondo cui l’Italia registra l’incremento più marcato fra i principali peer europei nel periodo 2000-2019. La possibilità di ottimizzare ulteriormente la produzione a seconda delle peculiarità delle singole regioni italiane, delle relative risorse disponibili e degli impianti già presenti, consentirebbe di attivare il pieno potenziale dell’Italia e di renderla meno soggetta a dinamiche esogene. Si tratta di un obiettivo raggiungibile solo attraverso un cambio di paradigma e il fondamentale coinvolgimento di istituzioni nazionali e locali, cittadini e imprese”.”Veniamo da un’estate caratterizzata dal perdurare degli effetti di una crisi geopolitica ed economica e da quelli sempre più evidenti del climate change. Uno scenario che sta favorendo la consapevolezza della necessità di utilizzare al massimo le fonti energetiche rinnovabili per rendere il Paese quanto più possibile autonomo e per accelerare il processo di decarbonizzazione e transizione ecologica – commenta Mazzoncini –. Oggi, secondo l’indicatore elaborato da Ambrosetti, l’Italia è quintultima in Europa per autonomia energetica ma è seconda per disponibilità di risorse rinnovabili sul proprio territorio. Ed è proprio il pieno sfruttamento delle nostre fonti autoctone, quali acqua, vento, sole e rifiuti, che permetterebbe di triplicare l’indipendenza italiana dall’approvvigionamento energetico estero: un incremento di quasi quattro volte rispetto a quello rilevato negli ultimi 20 anni, a vantaggio di cittadini e imprese”. In prospettiva – come sottolinea Mazzoncini – quello che emerge dallo studio è “un messaggio di ottimismo” ma è necessario che vengano fatti passi avanti sia a livello italiano che europeo. “Sono convito – ha detto l’ad e dg di A2A – che oggi il price cap possa portare dei risultati insperati. Tanto è vero che sono bastati due giorni, in cui se ne è discusso seriamente a livello europeo, per dare già una buona flessione significativa del prezzo del gas. Credo che oggi la strada più importante sia pensare a una politica energetica europea che, in una situazione di emergenza, consenta di ragionare sul price cap, in accordo con i principali Paesi fornitori senza la Russia, in modo da garantirci che vada a buon fine. Potrebbe dare un risultato significativo. Non è un problema che può risolvere l’Italia da sola ma credo che, come l’Europa è riuscita ad affrontare insieme il problema del Covid, ora dovrebbe affrontare questa situazione di emergenza, come se fosse un gruppo di acquisto solidale”.”Il mutato contesto geopolitico mondiale ha messo al centro delle agende europee e nazionali il tema dell’autonomia energetica – afferma Valerio De Molli, managing partner & ceo di The European House – Ambrosetti –. L’Italia è il secondo Paese in Unione Europea per disponibilità di fonti energetiche rinnovabili: queste risorse devono essere attivate il prima possibile, attraverso un forte coinvolgimento dei territori. La valorizzazione di acqua, vento, sole e rifiuti – attivabili rapidamente alla luce di tecnologie e vincoli correnti – può aumentare la nostra autonomia energetica di quasi 36 punti percentuali, contribuendo in modo sostanziale a garantire gli attuali livelli di consumo e raggiungere i più importanti traguardi di sostenibilità e decarbonizzazione”. Le opportunità di sviluppo derivanti dall’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili nei territori italiani – Adottando una logica di rapida attivazione delle fonti energetiche sui territori, lo studio evidenzia come il potenziamento della produzione autoctona di energie rinnovabili consenta di aumentare l’autonomia energetica. Relativamente al fotovoltaico, l’opportunità di sviluppo in Italia – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – risulta pari a 105,1 GW addizionali, quasi 5 volte la capacità installata odierna. Di questi GW incrementali, circa il 40% è legato agli impianti installati sui tetti, mentre il 60% agli impianti a terra. In particolare, Lombardia, Sicilia e Puglia valgono insieme il 32% della potenza addizionale. Per quanto riguarda l’eolico, la valorizzazione delle opportunità di sviluppo nei territori del Paese – a tecnologie correnti e vincoli normativi e strutturali in essere – abilita un incremento di potenza di 21,1 GW rispetto ad oggi, ovvero quasi 2 volte la capacità attuale installata. In particolare, con 13,3 GW complessivi Sicilia, Puglia e Sardegna rappresentano il 63% dell’opportunità di sviluppo legata all’eolico. Infine, la valorizzazione dell’idroelettrico – attraverso il repowering di impianti esistenti e lo sviluppo di impianti di mini-idroelettrico – abilita un incremento della potenza di 3,3 GW (concentrata in Lombardia, Trentino A. A. e Piemonte), oltre il 20% della capacità idroelettrica oggi installata.Le opportunità di sviluppo derivanti dalla valorizzazione energetica dei rifiuti e dallo sviluppo della filiera del biometano –Una quarta risorsa presente nel territorio, che si affianca alle fonti energetiche rinnovabili, sono i rifiuti. Una corretta gestione del ciclo dei rifiuti, tramite anche il ricorso al recupero energetico, – rileva lo studio – consente infatti sia di abbattere il ricorso alle discariche sia di contribuire ad accrescere la produzione nazionale di energia elettrica. Nel complesso, l’Italia presenta oggi un’opportunità di recupero energetico da rifiuti (urbani e speciali) e da fanghi di depurazione che ammonta a oltre 8 milioni di tonnellate. Valorizzare una simile opportunità può abilitare una generazione elettrica di oltre 7 TWh, pari a circa il 2% dell’attuale fabbisogno annuale di generazione elettrica italiana. Un’ efficace gestione di rifiuti e scarti di produzione può, inoltre, – evidenzia il report – creare le condizioni per lo sviluppo della filiera del biometano. Nello specifico, considerando la riconversione degli impianti di biogas oggi esistenti, la valorizzazione della FORSU e delle biomasse di integrazione, l’Italia può produrre circa 6,3 miliardi di m3 di biometano, circa il doppio della produzione nazionale di gas, l’8% del consumo nazionale di gas e il 22% delle importazioni di gas dalla Russia.Il contributo delle fonti energetiche disponibili sul territorio all’autonomia energetica – Il rinnovato contesto energetico internazionale ha fatto emergere la centralità del ruolo dell’autonomia energetica e della produzione domestica di energia e reso necessaria l’accelerazione lungo le traiettorie di sviluppo delineate dall’Unione Europea. Complessivamente, la valorizzazione di tutte le opportunità di sviluppo legate ad acqua, vento, sole e rifiuti e coerentemente con le prospettive di elettrificazione dei consumi e di efficientamento energetico consentirebbe quasi di triplicare l’autonomia energetica italiana (raggiungendo un livello del 58,4%), ovvero 35,9 punti percentuali in più rispetto ad oggi e circa 4 volte l’incremento registrato negli ultimi 20 anni. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, G7: via libera al price cap sul petrolio russo

    (Teleborsa) – I ministri delle finanze del G7 hanno approvato il piano che prevede di fissare un tetto al prezzo del petrolio che proviene dalla Russia. “Confermiamo la nostra comune intenzione politica di finalizzare e attuare un divieto globale di servizi che consentono il trasporto marittimo di petrolio russo e prodotti petroliferi a livello globale”, hanno spiegato i ministri in un comunicato. “La fornitura di tali servizi sarà consentita solo se il petrolio sarà acquistato al prezzo fissato o al di sotto di tale prezzo (“price cap”) determinato daun’ampia coalizione di Paesi che aderiscono al tetto e lo attuano”, prosegue il comunicato. L’intenzione dei ministri è quella di attuare il tetto in linea con la tempistica delle sanzioni Ue sul petrolio russo che partono il 5 dicembre. Per il momento i ministri non fissano i confini del tetto, che verrà fissato da tutta la coalizione che lo applicherà, sulla base di input tecnici. “Il prezzo sarà comunicato pubblicamente in modo chiaro e trasparente”, hanno concluso i ministri.”Accordo al G7Finance per un tetto al prezzo del petrolio russo. Sopra quel prezzo, non potrà entrare nell’intera area G7. Ora allargare il sostegno europeo e globale al price cap. Contro gli extra profitti destinati alla guerra e per ridurre i prezzi dell’energia”, ha commentato la notizia il Commissario europeo per gli Affari economici, Paolo Gentiloni. Per Gentiloni l’appoggio del G7 al tetto al prezzo del petrolio russo “è un passo importante verso due obiettivi: negare i ricavi della Russia per finanziare la brutale guerra di Putin contro l’Ucraina e far pressione al ribasso sui prezzi globali dell’energia”. “La Commissione farà pienamente la propria parte lavorando per raggiungere l’unanimità tra i nostri 27 stati membri per attuare questa misura nell’Ue”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

  • in

    Nord Stream, in vista della riapertura prezzo gas crolla del 15% ad Amsterdam

    (Teleborsa) – Dopo i recenti aumenti del prezzo del gas la speculazione scommette sulla ripresa da domani delle fornitura russe attraverso il gasdotto Nord Stream, che porta il gas russo in Europa, chiuso da tre giorni per manutenzione. Il contratto Ttf ad Amsterdam, che fa da riferimento per il metano in Europa, segna un calo del 15% a 206 euro al megawattora.Tuttavia – come ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dalla Tass – l’affidabilità del gasdotto Nord Stream è minacciata a causa della mancanza di dotazioni tecnologiche. “Non ci sono riserve tecnologiche, è in funzione – ha detto Peskov – solo una turbina, quindi fate voi i conti”. “Sono delle ferma convinzione – ha detto la presidente della commissione Ue, Ursula von der Leyen – che è tempo di un tetto al prezzo del gas dai gasdotti russi in Europa”. “Se i Paesi ostili metteranno un tetto ai prezzi sulle risorse energetiche russe, Mosca – ha detto Peskov – fornirà petrolio solo ai Paesi che si adeguano alle condizioni del mercato”. “Il gas russo non ci sarà più in Europa se l’Ue imporrà il price cap”, ha dichiarato il vice capo del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.Per far fronte alla crisi energetica in Italia e “consentire di avere nell’immediato energia e gas a prezzo calmierato” il governo ha previsto un “intervento tampone”, atteso la prossima settimana, che – come ha anticipato il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia – varrà “uno o due miliardi”. “Le linee principali del ministro Cingolani – ha spiegato Garvaglia – prevedono due decreti che vanno a favore degli energivori e dei gasivori”. “Già dalla prossima settimana il Governo metterà in campo provvedimenti che abbasseranno i costi della bolletta energetica, l’obiettivo – ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza – è far recuperare potere d’acquisto. L’Italia chiede da mesi un tetto al prezzo del gas, non tutti erano d’accordo in Ue ma le cose stanno cambiando”. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas e riscaldamento, ecco il piano di Cingolani: cosa cambia da ottobre

    (Teleborsa) – Termosifoni non più a pieno regime che resteranno accesi un’ora in meno (o due) rispetto al passato e, al contempo, contenendo la temperatura di un grado nelle aree del Paese in cui il clima è più clemente.Per lo Stato e per i cittadini italiani la parola chiave della prossima stagione autunno-inverno è risparmio di energia e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sta lavorando con i tecnici al piano di risparmio energetico a cui sarà consigliabile attenersi a partire da ottobre, mese già più freddo in alcune zone d’Italia. In genere il 15 ottobre viene acceso il riscaldamento in circa 4.300 comuni italiani (zona climatica E) che comprendono grandi città come Milano, Torino, Bologna, Venezia.Un piano di risparmio, quello del Mite, predisposto dopo i tagli conseguenti alla guerra in Ucraina ma soprattutto per renderci indipendenti dal gas russo e modulato sulla disponibilità che avrà il nostro Paese: gli stoccaggi si avvicinano all’83% ha detto Cingolani ieri ai colleghi in consiglio dei ministri aggiungendo che il piano interessa il settore civile, abitativo, residenziale, sia pubblico che privato.”Mediante misure di minima riduzione delle temperature del riscaldamento, l’utilizzo di combustibili alternativi per limitati periodi e l’utilizzo ottimizzato dell’energia sarà possibile conseguire risparmi variabili dell’ordine tra 3 e 6 miliardi di metri cubi di gas in un anno”, ha fatto sapere.Capitolo imprese, con due misure ministeriali che saranno finalizzate entro la prima metà di settembre, “che riguardano l’energy release (circa 18 twh) e il gas release (circa 2 miliardi di metri cubi)”, ci saranno prezzi controllati per supportare le aziende energivore e gasivore: in pratica sarà loro riservata una quota di energia a prezzi più bassi. Il piano che il Mite sta definendo è “basato sugli studi certificati condotti da Enea in materia di consumo e risparmio energetico” ha precisato il dicastero annunciando una campagna di sensibilizzazione.Inoltre, sulla scia delle campagne sul risparmio dell’acqua e dell’energia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di informare i cittadini e le imprese delle opportunità offerte dal risparmio del gas, verrà lanciata a breve una campagna informativa che spiegherà alcuni semplici accorgimenti per ridurre l’uso del gas attraverso un migliore utilizzo del riscaldamento e degli elettrodomestici”. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, Cingolani: “Da ottobre un'ora e un grado in meno per i termosifoni”

    (Teleborsa) – A partire da ottobre i termosifoni, nei condomini e negli edifici pubblici, saranno accesi per un’ora in meno e dovranno essere abbassati di un grado, da 20 a 19. Questa – secondo quanto riporta l’Ansa – una delle misure annunciata dal ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, durante la riunione del Consiglio dei ministri.Nell’ambito nel piano di risparmi energetici non dovrebbe, tuttavia, rientrare il ritorno alla Dad nelle scuole. Sempre secondo quanto si apprende, il governo lavora per portare il nuovo decreto contro il caro bollette in Cdm la prossima settimana.A lanciare un allarme in vista dell’inverno è stato questa mattina il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un intervento a a Rtl 102.5. Nel caso la Russia sospendesse completamente l’invio di gas – ha avvertito Bonomi – “avremmo un buco di 4 miliardi di metri cubi che resterebbe scoperto anche dagli stoccaggi nazionali al 90%, e se dovessero mancare quei 4 miliardi e fossero tutti incidenti sull’industria, vorrebbe dire spegnere quasi un quinto dell’industria italiana. Motivo per cui dobbiamo pensare, scenario peggiore, ad una strategia di razionamento con una scelta politica su cui chiediamo grande responsabilità perché spegnere il sistema industriale significa mettere a rischio migliaia di imprese e posti”. LEGGI TUTTO

  • in

    Petrolio, EIA: scorte calano oltre attese

    (Teleborsa) – Sono diminuite più delle attese le scorte di greggio in USA nell’ultima settimana. L’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, ha segnalato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 26 agosto 2022, sono diminuiti di circa 3,3 milioni di barili a 418,3 MBG, contro attese per un decremento di quasi 1,5 milioni.Gli stock di distillati hanno registrato una salita di 0,1 milioni a 111,7 MBG, contro attese per un calo di 0,9 milioni, mentre le scorte di benzine sono scese a quota 214,5 MBG (discesa di 1,1 milioni in linea con il consensus).Le riserve strategiche di petrolio sono calate a 450 MBG. Frattanto, il petrolio prosegue gli scambi in ribasso, con il Light Crude statunitense che scambia a 90,15 dollari al barile, in calo dell’1,5%, mentre il Brent londinese registra un decremento del 2,7% a 96,61 dollari. LEGGI TUTTO