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    Petrolio fa un passo indietro dopo corsa su mossa OPEC+

    (Teleborsa) – I prezzi del petrolio frenano la corsa della vigilia innescata dalla decisione presa dai Paesi dell’OPEC+ di tagliare la produzione di greggio, con l’obiettivo di stabilizzare il mercato e far risalire le quotazioni petrolifere che ora scontano una possibile recessione dell’economia mondiale.Il cartello di produttori di oro nero ha accettato di ridurre la produzione di circa 100mila barili al giorno a partire dal 1° ottobre. La decisione è stata presa su impulso dell’Arabia Saudita, che ha recentemente sostenuto la necessità di far fronte ad un calo eccessivo dei prezzi, con l’assenso degli alleati, fa cui la Russia.Al momento, il Crude oil statunitense scambia a 87,5 dollari, in calo dell’1,41%, mentre il Brent perde il 2,03% a 93,8 dollari.Sembra dunque svanire l’effetto della decisione dell’OPEC+ che secondo gli analisti di Oanda, “è stata più simbolica che fondamentalmente significativa” in quanto “non cambia realmente le dinamiche del mercato” ma farà sì che gli operatori “ci pensino due volte prima di far scendere i prezzi come hanno fatto di recente”.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Gas, MITE: ecco il piano contenimento consumi, le nuove regole

    (Teleborsa) – In previsione della stagione 2023-2024, è “opportuno attuare un Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas”. In particolare, le misure volontarie di riduzione della domanda “ammontano a 8,2 miliardi di Smc di gas naturale”. Lo ha reso noto il ministero della Transizione ecologica che ha diffuso il piano di contenimento dei consumi di gas naturale.Nel dettaglio, “I limiti di esercizio degli impianti termici, rispetto a quanto previsto dal comma 2 dell’articolo 4 del DPR n.74/2013, sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione”. Il ministero ha precisato che sono fatte salve le utenze sensibili come ospedali e case di ricovero. La riduzione dei consumi promossa regolamentando il funzionamento degli impianti di riscaldamento “sarà attuata entro il mese di settembre 2022 modificando la vigente regolamentazione della temperatura e dell’orario di accensione invernale attraverso un decreto del ministro della Transizione Ecologica”.Tra le misure, previste il riscaldamento ridotto di un grado per gli edifici. Le stime dell’impatto di tutte le misure di contenimento indicate dal Regolamento pubblicato dal Mite portano ad un potenziale di circa 5,3 miliardi di metri cubi di gas, considerando la massimizzazione della produzione di energia elettrica da combustibili diversi dal gas (circa 2,1 miliardi di Smc di gas) e i risparmi connessi al contenimento del riscaldamento (circa 3,2 miliardi di Smc di gas), “cui si aggiungono le misure comportamentali da promuovere attraverso campagne di sensibilizzazione degli utenti ai fini di un comportamento più virtuoso nei consumi”.Per quanto riguarda le misure per diversificare la provenienza del gas importato, è stato siglato un accordo – ha comunicato il Mite – per il graduale aumento delle forniture di gas dall’Algeria, che consentirà di sfruttare al massimo le attuali capacità disponibili di trasporto del gasdotto che approda in Sicilia, fornendo volumi crescenti di gas già a partire dal 2022. Sono state anche incrementate nel breve termine le importazioni dal gasdotto Tap, la cui società ha inoltre avviato le interlocuzioni per realizzare il raddoppio della capacità di trasporto, che non necessita di interventi tecnici sul tratto italiano del gasdotto. Inoltre il Governo, in coordinamento con Eni e con Snam, si è attivato per garantire approvvigionamenti di Gnl da nuove rotte, in particolare: sino a 3,5 miliardi di Smc dall’Egitto, sino a 1,4 miliardi di Smc dal Qatar, sino a 4,6 miliardi di Smc progressivamente dal Congo, e circa 3,0-3,5 miliardi di Smc da forniture in fase di negoziazione da atri Paesi quali Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia. Per poter sostituire le forniture di gas provenienti dalla Russia, oltre alle iniziative che interessano le importazioni via gasdotto e gli stoccaggi nazionali, è necessario incrementare la dotazione di infrastrutture del gas. Considerato che i rigassificatori esistenti “sono già utilizzati al massimo, occorrono in particolare nuovi terminali di rigassificazione di Gnl, in tempi coerenti con le quantità negoziate da nuove rotte”.Il Mite ha anche sottolineato che il Governo “continua a confermare gli impegni di decarbonizzazione per il 2030, che anzi assumono in questa fase un’ulteriore rilevanza ai fini strategici dell’aumento della indipendenza energetica”. L’insieme delle misure di diversificazione “consentirà nel medio termine (a partire dalla seconda metà del 2024) di ridimensionare drasticamente la dipendenza dal gas russo, e comunque di ridurre l’uso del gas in generale”.(Foto: © Alexander Raths | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Nord Stream, il Cremlino: “Forniture gas riprenderanno solo con revoca delle sanzioni”

    (Teleborsa) – I problemi con le forniture di gas all’Europa attraverso il Nord Stream continueranno fino alla revoca delle sanzioni che impediscono la manutenzione dei macchinari del gasdotto. È questa – secondo quanto riporta l’agenzia russa Interfax – la posizione espressa dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. “Sono proprio le sanzioni – ha detto Peskov – che impediscono la manutenzione delle unità, che impediscono il loro spostamento senza adeguate garanzie legali, che impediscono queste garanzie legali e così via. Sono queste sanzioni che gli Stati occidentali hanno imposto che hanno portato la situazione a quello che stiamo vedendo ora”. A livello europeo, intanto, in vista dell’inverno si stringono accordi per far fronte alla crisi energetica. Dopo un colloquio con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente della Francia Emmanuel Macron ha annunciato ieri la nascita della “solidarietà franco-tedesca sull’energia”. Un’alleanza che porterà gas francese verso la Germania, elettricità prodotta in Germania verso la Francia. “La Germania – ha spiegato Macron – ha bisogno del nostro gas e noi abbiamo bisogno dell’elettricità prodotta nel resto dell’Europa, e in particolare in Germania. Contribuiremo alla solidarietà europea in materia di gas e beneficeremo della solidarietà europea in materia di elettricità nelle prossime settimane e mesi, questo si tradurrà dal punto di vista franco-tedesco in modo molto concreto. Finalizzeremo nelle prossime settimane i necessari collegamenti per poter fornire gas alla Germania se c’è un bisogno di solidarietà e ogni volta che ce ne sarà. Fin da oggi, per la prima volta da molto tempo, la Francia è esportatrice di gas verso il resto dell’Europa. Rafforzeremo questo aspetto e ci metteremo in grado di essere solidali sul piano del gas con la Germania se l’inverno sarà difficile e se loro ne avranno bisogno. Allo stesso modo – ha proseguito il presidente francese – la Germania si è impegnata ad una solidarietà elettrica nei confronti della Francia e si metterà nella situazione di avere più elettricità e soprattutto di fornirci, nelle situazioni di picco, la sua solidarietà elettrica. Questa solidarietà franco-tedesca è l’impegno che abbiamo preso con il cancelliere Scholz”. LEGGI TUTTO

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    Gas, Putin: “La produzione russa sta aumentando”

    (Teleborsa) – La produzione di Gazprom “non sta diminuendo, ma sta addirittura aumentando”. È quanto ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin, durante un incontro dedicato allo sviluppo sociale ed economico della Kamchatka. Putin – secondo quanto riferisce l’agenzia Tass – ha, inoltre, affermato di “ammirare il coraggio dei cittadini del Donbass che difendono le loro repubbliche”, aggiungendo che essi “combattono meglio di un esercito professionale”. “La tragedia nel Donbass – ha detto il numero uno del Cremlino citato dall’agenzia Ria Novosti – è il risultato delle attività del regime nazionalista e neonazista che nel 2014 ha preso il potere con la forza” a Kiev e “poi ha dato il via alle ostilità nel Donbass”. Secondo Putin, “tutti i tentativi per una soluzione pacifica sono falliti a causa della posizione del regime di Kiev”.Il presidente russo ha assicurato che la Russia continuerà la cooperazione internazionale per la riduzione degli armamenti e nei settori dell’ambiente e della ricerca spaziale. LEGGI TUTTO

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    Caro energia, FederTerziario: “Incidenza bollette quadruplicata sui costi imprenditoriali”

    (Teleborsa) – “Prima la pandemia, ora il caro energia. Per le imprese italiane, stritolate nella morsa delle molteplici emergenze degli ultimi anni, l’ennesima stangata, senza adeguati interventi di supporto, potrebbe diventare fatale già nel primo semestre del prossimo anno, quando i conti non saranno più sostenibili”. A lanciare l’allarme è FederTerziario, l’organismo datoriale che rappresenta circa 85mila imprese distribuite sul territorio nazionale e in diversi ambiti produttivi, dal variegato mondo del turismo a quello della scuola e della ristorazione, della logistica e dell’agricoltura.”Siamo estremamente preoccupati per l’esponenziale aumento dei prezzi delle materie prime e energetiche – spiega Alessandro Franco, segretario generale di FederTerziario – e dell’inflazione, che ormai ha quasi raggiunto l’8% e la cui impennata è in gran parte dovuta proprio al caro energia. Servono interventi rapidi altrimenti molte piccole e micro imprese sono destinate a chiudere entro il primo semestre del 2023, con una conseguente drammatica perdita di posti di lavoro”.Secondo un’elaborazione dati dell’ARERA, l’autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente, il primo trimestre del 2022 ha fatto registrare un aumento del prezzo medio del 55% dell’energia elettrica e del 42% del gas. Numeri che – come evidenzia FederTerziario – si traducono in costi insostenibili, con picchi in alcuni settori. “Alcuni settori sono particolarmente colpiti dall’aumento dei costi dell’energia – prosegue Franco – ad esempio i trasporti, il commercio al dettaglio, la ristorazione e gli alberghi, (che devono affrontare anche gli aumenti delle spese della logistica), che hanno visto, in alcuni casi, quadruplicata l’incidenza del prezzo dell’energia sui costi delle proprie attività imprenditoriali”.Il rischio concreto – denuncia FederTerziario – è che le imprese sopravvissute con tanti sacrifici agli anni più duri della pandemia, adesso vengano definitivamente spazzate via dall’impossibilità di sostenere costi energetici esorbitanti che, sottolinea il segretario, “non sono solo legati alla guerra in Ucraina, ma anche ad azioni speculative dei colossi dell’energia”. Una soluzione, secondo FederTerziario, non può prescindere da “un’azione governativa che proceda immediatamente tassando gli extra profitti delle multinazionali per sostenere famiglie e imprese, fissando un tetto al prezzo del gas ed emanando misure di sostegno per le PMI, quale ad esempio il credito d’imposta sui costi delle bollette”.Prezzi fuori controllo e oggettive difficoltà di sostenerne i ritmi che si legano a problematiche che, ancora una volta, finiscono per incidere negativamente sul tessuto produttivo nazionale: diminuzioni di potenza e distacchi. Per Franco urge, anche in questo caso, “un intervento dell’esecutivo per moderare e disciplinare questi aspetti che vengono posti in essere con le modalità di sempre, con la drammatica conseguenza che spesso gli imprenditori, già in difficoltà nel reperire la liquidità necessaria per pagare bollette esorbitanti, rischiano di vedersi staccare anche le utenze (e conseguentemente di dover chiudere le proprie attività) e ciò anche se è pendente un reclamo, i cui tempi di risoluzione sono eccessivamente lunghi”.Motivazioni che stanno alla base anche di una prossima protesta che TNI Italia, associazione del settore HORECA aderente a Federterziario, sta organizzando a Roma “per chiedere al governo – conclude il segretario generale – aiuti concreti per un settore ancora una volta in difficoltà e sta valutando l’opportunità di presentare un esposto all’Antitrust e all’ARERA per evitare e contrastare speculazioni le cui conseguenze ricadono su cittadini e imprese”. LEGGI TUTTO

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    Rigassificatore Ravenna, Bonaccini conferma il cronoprogramma: via ai lavori nel 2023

    (Teleborsa) – Il presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario per la realizzazione del progetto, Stefano Bonaccini, ha confermato che a fine ottobre si concluderà la conferenza dei servizi – il tavolo che riunisce tutti i soggetti in qualche modo coinvolti – e all’inizio del 2023 cominceranno i lavori per il rigassificatore, che sarà ormeggiato al largo del porto di Ravenna. La piattaforma galleggiante nelle previsioni dovrà servire ad aumentare l’autonomia energetica dell’Italia. Dopo la presentazione del progetto da parte di Snam, c’era tempo infatti fino al 30 agosto per presentare richieste di integrazioni (ne sono arrivate una ventina) e osservazioni, che sono invece circa 10, comprese quelle molto critiche di Legambiente e Italia Nostra.Snam, adesso, ha venti giorni di tempo per rispondere e ai primi di ottobre sarà convocata una nuova seduta della Conferenza dei servizi per discuterne. Poi ci saranno altri venti giorni per pareri e autorizzazioni, quindi, a fine ottobre, la conferenza terminerà i propri lavori, secondo tempi molto più stretti rispetto a quelli solitamente utilizzati per un’opera di questo tipo. Se tutto filerà liscio, nel primo quadrimestre del 2023 partiranno i lavori.Le osservazioni e le richieste di integrazione riguardano vari aspetti del progetto: il posizionamento dell’impianto a terra di filtraggio e regolazione, opere di mitigazione e compensazione, i dragaggi per consentire l’accesso delle navi, i materiali utilizzati, la prevenzione degli incendi e la questione dell’abbassamento della temperatura dell’acqua del mare che verrà usata nel processo di rigassificazione. LEGGI TUTTO

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    Ue, Bombardieri: price cap e nuovo programma SURE

    (Teleborsa) – Bisogna decidere il tetto del prezzo del gas e chiedere un nuovo programma SURE: se c’è una guerra economica la Commissione Europea non può tirarsi indietro. Lo ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, intervenuto a Tg1 Mattina ricordando come occorra sostenere le imprese, “ma non tutte: le risorse vanno date a chi ha davvero bisogno, non a chi fa extra profitti”. Secondo il segretario della Uil bisogna usare gli extraprofitti per gli interventi a favore di chi oggi ha più bisogno.”C’è bisogno di un nuovo finanziamento europeo per coprire la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali, per far fronte a questo periodo di ‘guerra economica’: l’Europa non può tirarsi indietro”, ha aggiunto. “Durante la pandemia – ha precisato Bombardieri – è stato utilizzato un programma che si chiamava ‘Sure’. Ebbene, l’Europa deve decidere il tetto per il prezzo del gas, ma deve anche intervenire economicamente, con un nuovo programma ‘Sure’, per far fronte alle difficoltà occupazionali di quelle aziende che consumano energia”.Il leader della Uil, poi, ha sottolineato la necessità che la politica si impegni per “ricostruire questo Paese partendo dal lavoro stabile, dignitoso e ben pagato. Servono scelte immediate per dare prospettive e certezze ai giovani, per garantire la sicurezza sul lavoro, per recuperare il potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati”. Bombardieri ha ribadito anche la posizione della Uil sugli extraprofitti: “Il Mef deve identificare chi non paga la tassa sugli extraprofitti. Molte aziende hanno impugnato quel provvedimento: rispetto ai dieci miliardi previsti è arrivato solo un miliardo e mezzo, qualcuno dice perché il decreto è stato scritto male. Il governo – ha concluso il leader della Uil – deve intervenire per recuperare quelle risorse”. LEGGI TUTTO

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    Petrolio, prezzi in rialzo. Focus su riunione Opec+

    (Teleborsa) – Nuovo balzo dei prezzi del petrolio con gli investitori che guardano alle mosse dei produttori dell’Opec+ per tagliare la produzione e sostenere i prezzi e, dopo la posizione presa dal G7 su un price cap al petrolio russo. La riunione del Cartello è attesa oggi.All’IPE di Londra, il future sul Brent registra un incremento del 2,3% a 95,2 dollari al barile, mentre il greggio americano al Nymex scambia a 88,5 dollari al barile, con un aumento dell’1,97%. LEGGI TUTTO