More stories

  • in

    Saipem riduce perdita semestre, conferma target piano al 2025

    (Teleborsa) – Saipem chiude il primo semestre con una perdita di 130 milioni di euro ridotta rispetto al rosso di 779 milioni di euro nel primo semestre del 2021. I ricavi sono stati pari a 4.435 milioni di euro (+40% rispetto al 2021) e l’Ebitda adjusted a 321 milioni di euro (negativo per 266 milioni di euro nel 2021). Saipem conferma inoltre i target del Piano strategico 2022-25: “per il 2022 oltre 500 milioni di Ebitda adjusted e indebitamento finanziario netto post Ifrs-16 a fine anno a circa 800 milioni di euro, esclusi i proventi attesi dalla cessione del Drilling onshore”. LEGGI TUTTO

  • in

    Energia, idrogeno: al via il piano Enea-MiTE da 110 milioni di euro

    (Teleborsa) – Prende il via il Piano Operativo di Ricerca (POR) sull’idrogeno verde messo a punto dall’Enea e finanziato dal ministero della Transizione Ecologica con un contributo pari a circa il 70% dei fondi del PNRR per la ricerca sull’idrogeno. Enea, in collaborazione con Cnr e RSE, avrà il compito di svolgere attività di ricerca, sviluppo e innovazione nell’intera catena del valore del vettore energetico che comprende produzione, stoccaggio, distribuzione e usi finali. Per raggiungere questo obiettivo, il POR – spiega Enea in una nota – ripartisce le risorse in 40 milioni di euro per produzione di idrogeno verde e pulito, 30 milioni di euro per tecnologie di stoccaggio, trasporto e trasformazione in derivati ed e-fuel, 30 milioni di euro per celle a combustibile destinate ad applicazioni stazionarie e di mobilità e, infine, 10 milioni di euro per sistemi intelligenti di gestione integrata in grado di migliorare la resilienza e l’affidabilità delle infrastrutture energetiche basate sull’idrogeno.”Si tratta di un risultato di assoluto rilievo che ha richiesto la messa a sistema di competenze e di esperienze multi-interdisciplinari, laboratori e infrastrutture, con l’obiettivo di massimizzare le ricadute delle attività di ricerca previste, per favorirne il trasferimento tecnologico alle filiere industriali e manifatturiere. In particolare, Enea , attraverso il Dipartimento di Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili, ha dato un contributo fondamentale per arrivare alla definizione, prima, dell’Accordo di Programma firmato a maggio con il Ministero della Transizione Ecologica e, ora, di questo Piano Operativo di Ricerca – sottolinea Giorgio Graditi, direttore del Dipartimento Enea di Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabili e responsabile per l’Agenzia del ‘POR idrogeno’ –. Questa iniziativa scientifica contribuirà a rafforzare ulteriormente la cooperazione con il Cnr e RSE e a garantire un coordinamento organico con gli obiettivi di Mission Innovation e della Ricerca di Sistema elettrico la cui programmazione 2022-2024 è in fase d’approvazione, a valle della consultazione pubblica. In questo modo, saremo in grado di perseguire con maggiore efficacia i traguardi di decarbonizzazione fissati dal PNRR e dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima”. Dei 110 milioni di euro del finanziamento complessivo, 75 milioni di euro spetteranno all’Enea, che avrà la responsabilità dell’attuazione del Piano e del coordinamento delle attività, 20 milioni al Cnr e 15 milioni di euro a Ricerca sul Sistema Energetico – RSE SpA.La realizzazione dei progetti dovrà contribuire a favorire la produzione di idrogeno da fonti rinnovabili e da energia elettrica di rete e attività legate all’idrogeno che soddisfino il requisito di riduzione delle emissioni di gas serra nel ciclo di vita del 73,4% per l’idrogeno e del 70% per i combustibili sintetici a base di idrogeno rispetto a un combustibile fossile di riferimento. Una volta concluse le attività di ricerca entro il 2025, Enea, Cnr e RSE – si legge nella nota – si occuperanno di diffondere e trasferire i risultati conseguiti a beneficio dell’industria italiana e, in generale, della transizione energetica del nostro Paese. LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, UE verso accordo su Piano emergenza: più deroghe ma resta target -15%

    (Teleborsa) – Più possibilità di deroghe, modifiche al meccanismo di allerta energetica ma nessuna apertura al target del 15% per la riduzione della domanda di gas. Questa la linea Ue sul piano sull’emergenza gas oggi al centro della riunione straordinaria del Consiglio Energia a Bruxelles. Formalmente, hanno spiegato fonti europee, il controverso taglio ai consumi del 15% resta uguale per tutti (e obbligatorio in caso di allerta) ma, ad accompagnarlo, potrebbe essere un sistema di deroghe che coinvolgerebbe diversi Stati, in particolare le isole. Secondo le primissime stime la deroga, per l’Italia, potrebbe portare a una riduzione di otto punti percentuali. Nella bozza emendata, inoltre, il potere di chiamare l’allerta non sarebbe più in capo alla Commissione. L’esecutivo europeo, o in alternativa almeno cinque Stati membri, possono proporre la fase di emergenza, ma questa va comunque approvata a maggioranza qualificata dal Consiglio Ue. Un pacchetto sul quale la Commissione europea oggi cerca un’intesa unanime. Ci sono, infatti, buone probabilità che il Piano d’emergenza “Risparmiare energia per un inverno sicuro”, presentato dalla Commissione europea la settimana scorsa per preparare l’Ue a un possibile taglio totale delle forniture di gas dalla Russia, possa essere approvato oggi dai ministri dell’Energia dei Ventisette, convocati a Bruxelles, ma con alcune importanti modifiche rispetto al testo originario. Il Piano, che deve essere approvato a maggioranza qualificata dai ministri, è stato discusso a lungo nei giorni scorsi in seno al Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri presso l’Ue che prepara le riunioni ministeriali del Consiglio, e dagli esperti nazionali. La presidenza semestrale ceca del Consiglio ha lavorato molto per mediare e trovare un punto di equilibrio che oggi possa essere accettato da tutti i paesi. Ad accelerare l’iter di approvazione del piano è stato l’annuncio di Gazprom di una riduzione al 20% delle forniture attraverso il Nord Stream a partire da mercoledì. Un nuovo taglio che – a neanche una settimana dal ripristino dei flussi verso l’Europa – Mosca imputa a una nuova turbina, dopo quella riparata in Canada, che necessita di manutenzione. Ma per l’Europa sono solo bugie e per Bruxelles, la mossa del colosso energetico russo non fa che confermare l’urgenza del pacchetto di emergenza per la riduzione dei consumi di gas.Il Piano prevede una riduzione del 15% del consumo di gas, calcolata sulla media dei consumi del periodo 2017-2021 (da agosto a marzo), da conseguire nel periodo da agosto 2022 a fine marzo 2023. L’obiettivo di riduzione è indicativo, una sorta di raccomandazione non vincolante, ma diventerebbe obbligatorio per tutti gli Stati membri nel caso in cui la Commissione dichiarasse lo stato d’emergenza Ue per interruzioni sostanziali nell’approvvigionamento di gas, o per la sua insufficienza a causa, ad esempio, di un inverno molto freddo. Nella proposta originaria, lo stato di allerta europea scatterebbe anche se vi fossero almeno tre Stati membri che lo chiedessero. Il principio dell’obiettivo di riduzione al 15% uniforme e uguale per tutti i paesi, indipendentemente dalle loro condizioni, e soprattutto dalle loro capacità e infrastrutture di interconnessione energetica con il resto del mercato europeo, è il punto più complesso. La presidenza ceca del Consiglio Ue, ascoltando le critiche di molti governi, ha introdotto un principio di flessibilità, prevedendo una serie di deroghe, in particolare per gli Stati membri che non hanno la capacità di trasferire immediatamente il gas che dovrebbero risparmiare ai paesi che ne avrebbero più bisogno. Ma si discute anche di un dispositivo (chiesto e pensato soprattutto da Spagna e Portogallo, tra i paesi che più si sono opposti alla proposta originaria della Commissione) che incentivi le infrastrutture di interconnessione energetica e l’invio di gas naturale liquefatto (Gnl) via mare. La Spagna ha una importante capacità di rigassificazione del Gnl, e il trasporto di gas dalla Penisola iberica al resto del Continente può essere potenziato attraverso i due gasdotti che attraversano i Pirenei. Il principio della riduzione della domanda di gas del 15%, obbligatoria se sarà necessario, verrebbe insomma conservato, ma solo dietro la concessione di una maggiore flessibilità, con deroghe e incentivi, per adattarlo alle diverse situazioni degli Stati membri.Al loro arrivo al Consiglio, stamattina, sia il presidente di turno ceco, il ministro dell’Industria Jozef Sikela, che la commissaria europea all’Energia, Kadri Simson, sono apparsi ottimisti rispetto alla possibilità di raggiungere un accordo tra i Ventisette in giornata. “Tutti i paesi hanno fatto un grosso sforzo per conseguire un allineamento – ha detto Sikela –. Ho una buona sensazione sul fatto che alla fine si arriverà all’accordo”. “Sappiamo che non c’è alcun motivo tecnico che giustifichi la decisione di Gazprom di ridurre i flussi di gas attraverso il Nordstream1. È un passo motivato politicamente e dobbiamo essere pronti – ha detto Simson, arrivando al Consiglio Energia straordinario a Bruxelles –. Proprio per questo la riduzione preventiva della domanda di gas dell’Ue è una strategia saggia. L’annuncio di ieri di Gazprom sottolinea ancora una volta che dobbiamo essere pronti in qualsiasi momento per eventuali tagli alle forniture da parte della Russia e dobbiamo agire bene in questo momento e prenderci cura della nostra preparazione e affrontare questa crisi insieme”. Ad oggi – ha ricordato Simson – il riempimento degli stock sotterranei di gas in Europa ha raggiunto ora il 66%. “È molto importante che il prossimo passo dimostri che l’Ue resta unita e che dia un segnale forte a Putin e alla Russia anche nel giorno in cui i flussi di gas del Nordstream 1 si ridurranno di un ulteriore 20%: non ci dividera – ha detto il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, arrivando al Consiglio straordinario Energia –. L’ultima versione del piano Ue d’emergenza sul gas, negoziato dalla presidenza ceca, presenta molti compromessi, questo è il modo in cui opera l’Ue, il fatto che le deroghe introdotte portino a troppa burocrazia è un pericolo, ma le esenzioni di per sé sono ragionevoli”. Ottimismo sulla possibilità di concludere positivamente la riunione di oggi è stati espresso anche da altri ministri, in particolare la spagnola Teresa Ribera, il lussemburghese Claude Turmes e il greco Konstantinos Skreakas. LEGGI TUTTO

  • in

    Per Enel #IFattiContano: la transizione energetica in Italia raccontata dai numeri

    (Teleborsa) – Un obiettivo da raggiungere, l’entusiasmo di realizzarlo e la voglia di condividerne i frutti. E’ l’impegno quotidiano di migliaia di persone per portare l’energia e contribuire alla transizione e allo sviluppo sostenibile del Paese. #IFattiContano è la campagna di comunicazione lanciata a giugno da Enel per raccontare, attraverso la concretezza dei numeri, i risultati concreti di progetti e attività al servizio della transizione energetica in Italia con un approccio fondato sull’apertura e l’innovazione. Un filo narrativo supportato da un format che coinvolge tutti i media e che si arricchisce di una campagna stampa, “60 anni di fatti che contano”, e del nuovo sito web dedicato ifatticontano.enel.it, dove una user experience innovativa e ingaggiante illustra i principali indicatori della transizione energetica in Italia, aggiornandoli costantemente e in maniera aperta e trasparente.”Studiare il cambiamento, accoglierne le novità e poi orientarlo per renderne accessibili a tutti i benefici è un processo che richiede disponibilità a mettersi in gioco e spirito di innovazione – ha commentato Cecilia Ferranti, Responsabile Comunicazione Enel Italia -. Con #IFattiContano Enel dimostra concretamente che solo imboccare e perseguire con convinzione la via della sostenibilità permette alle persone, le vere protagoniste di ogni cambiamento, di essere al centro della transizione energetica: ed è questo percorso, aperto, sostenibile e inclusivo, che ci permette di raggiungere risultati eccellenti perché misurabili e concreti, che migliorano la quotidianità delle persone, il benessere dell’ambiente e lo sviluppo economico e sociale del Paese”.Grazie all’impegno delle 31.073 persone che lavorano in Enel in Italia, il Gruppo nel 2022 ha già prodotto 9,21 miliardi di KWh di energia a zero emissioni (in aumento del 23% rispetto al mese di giugno), per una capacità installata rinnovabile complessiva pari a 14.600 MW. Per supportare la crescita delle rinnovabili, la rete elettrica italiana, che si estende per 1,16 milioni di chilometri e conta circa 450.000 cabine di media e bassa tensione, è in continua evoluzione con 6.545 chilometri di nuove infrastrutture (+21% rispetto a un mese fa), oltre a 1,92 milioni di “Open Meter” – in aumento del 18% rispetto a giugno 2022 – che hanno portato a 26,58 milioni l’ammontare complessivo di contatori di ultima generazione già installati in Italia. L’infrastruttura di distribuzione è un elemento centrale della transizione energetica: sono 1.058.803 gli impianti di produzione privati già connessi alla rete e 142.000 le nuove richieste da inizio 2022, un dato in aumento del 25% se comparato con quello di metà giugno.La rete del futuro richiede nuove competenze, per questo è stato lanciato con Elis il programma “Energie per Crescere” per la formazione di 5.500 giovani in due anni: un bacino di professionisti che potranno essere assunti dalle imprese fornitrici di Enel impegnate a realizzare questo cambiamento. Avviato a febbraio, il progetto ha già raccolto oltre 5.600 candidature, in crescita del 24% rispetto a giugno, e ha permesso di formare più di 1.140 persone. E l’attenzione all’intero ecosistema del settore e al coinvolgimento di ogni anello della catena del valore è dimostrata anche dal Supplier Development Program, iniziativa attraverso cui Enel promuove un percorso di crescita e di sviluppo sostenibile per i propri fornitori, e che ha già registrato 1.805 adesioni. La cura della formazione è del resto centrale anche quando il focus si sposta sulla scuola: sono 3.216 gli studenti di scuole secondarie beneficiari di progetti di formazione e orientamento contro l’abbandono scolastico e su temi di innovazione sostenibile e materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Sotto il profilo delle aziende, poi, la propensione all’innovazione è esemplificato dalla collaborazione con circa 130 startup italiane e dal contributo a circa 580 progetti di innovazione.Con 15,7 milioni di clienti, Enel è leader del mercato libero in Italia. E sono proprio le persone, con le loro abitudini e la loro attenzione all’ambiente, ad essere al centro del cambiamento; dalle case, con 9.822 clienti che dall’inizio dell’anno hanno installato pompe di calore aria-aria (+38% rispetto a un mese fa, per un numero complessivo pari a 59.512 a livello nazionale), alla scelta della mobilità elettrica, oggi sempre più diffusa grazie a 15.800 punti di ricarica pubblici e 24.128 punti di ricarica privati. Enel fornisce soluzioni anche per supportare le città nel loro percorso di sostenibilità e riduzione delle emissioni, grazie ad esempio agli 1,5 milioni lampioni intelligenti gestiti sul territorio.”60 anni di fatti che contano” è la campagna stampa ideata da Saatchi & Saatchi, agenzia parte di Publicis Groupe, composta da tre soggetti dedicati alle energie rinnovabili, alla digitalizzazione delle reti e alle tecnologie di ricarica per i veicoli elettrici. Protagonisti di questi annunci sono i numeri che testimoniano come le attività di Enel non sono intenzioni ma fatti. L’approccio fotografico delle stampe combina varie tecniche che mostrano, con un taglio contemporaneo, il logo celebrativo di Enel60 riflesso in vari contesti e in diversi momenti reali. La campagna è on air da martedì 26 luglio sulle principali testate quotidiane con un formato in doppia pagina, e su stampa periodica. La pianificazione è curata da Mindshare.Enel, insieme all’Italia, ha fatto tanta strada e continua il percorso verso la transizione energetica. Perché #IFattiContano. LEGGI TUTTO

  • in

    Eni, nuova scoperta onshore nel bacino Berkine Nordi in Algeria

    (Teleborsa) – Eni e Sonatrach annunciano una ulteriore scoperta nella concessione di Sif Fatima II, situata nel bacino del Berkine Nord nel deserto algerino.Il pozzo esplorativo Rhourde Oulad Djemaa Ouest-1 (RODW-1), nel perimetro di ricerca Sif Fatima II, è il terzo pozzo della campagna di perforazione esplorativa. Ha portato alla scoperta di petrolio e gas associato nelle arenarie del Triassico del giacimento del Tagi. Durante il test di produzione, il pozzo ha prodotto 1.300 barili/giorno di petrolio e circa 2 mmscfd di gas associato.La scoperta RODW-1 segue alla significativa scoperta di HDLE-1 nella concessione Zemlet el Arbi, annunciata nel marzo 2022, e al successo del pozzo di valutazione HDLS-1 nell’adiacente Sif Fatima II. Lo sviluppo di queste scoperte avverrà in modalità fast-track, grazie alla loro vicinanza alle strutture BRN/ROD esistenti.La scoperta RODW-1 conferma la validità della strategia di esplorazione near filed e infrastructure-led di Eni e SONATRACH, che consentono una rapida valorizzazione delle nuove risorse.Le concessioni di Zemlet el Arbi e Sif Fatima II sono operate da una joint venture tra Eni (49%) e SONATRACH (51%). La scoperta fa parte della nuova campagna esplorativa che prevede la perforazione di 5 pozzi nel bacino del Berkine Nord.Eni è presente in Algeria dal 1981. Con una produzione equity di 100.000 barili di petrolio equivalente al giorno, Eni è la principale azienda internazionale del Paese. LEGGI TUTTO

  • in

    Snam ed Edison firmano accordo sviluppo di progetti Small-Scale LNG in Italia

    (Teleborsa) – Snam ed Edison hanno firmato oggi un Memorandum of Understanding (MoU) con l’obiettivo di collaborare allo sviluppo del mercato Small-Scale LNG in Italia per favorire la decarbonizzazione dei trasporti terrestri, navali e ferroviari, oltre che delle utenze industriali e civili off-grid.L’iniziativa si propone di fare leva sullo sviluppo del settore del gas naturale liquefatto italiano, anche grazie ai nuovi investimenti infrastrutturali previsti, per favorire la progressiva sostituzione del diesel e allo stesso tempo per sostenere l’utilizzo del biometano liquido (Bio-LNG).La visione condivisa delle due aziende è che l’LNG sia il vettore energetico più efficace e concreto per decarbonizzare i trasporti su larga scala, riducendone l’impatto ambientale attraverso la sostituzione del gasolio. Già oggi il mercato dell’LNG nel trasporto pesante in Italia conta circa 4.000 camion, circa 130 stazioni di rifornimento e consumi annui per circa 200mila tonnellate. Grazie allo sviluppo dell’infrastruttura Small-Scale e alla penetrazione dell’LNG nel settore del bunkeraggio marittimo, il mercato più che raddoppierà entro il 2025 con potenziale fino a 1,5 milioni di tonnellate di consumi annui al 2030. Con la crescita del mercato e degli utilizzi, il numero di stazioni di rifornimento è previsto possa salire a regime a circa 300. Lo sviluppo della filiera Small-Scale abiliterà anche la progressiva penetrazione del Bio-LNG, fornendo un ulteriore contributo al piano di decarbonizzazione annunciato nel pacchetto Fit for 55 dell’Unione europea.”Con questo accordo – ha commentato Stefano Venier, Amministratore Delegato di Snam – si gettano le basi per una collaborazione volta a valorizzare le potenzialità del sistema LNG di Snam, anche grazie al futuro sviluppo di nuovi punti di approvvigionamento ‘Small-Scale’. Il nostro obiettivo è estendere l’infrastruttura necessaria ad accelerare la sostituzione dei veicoli a maggiori emissioni, in particolare nel trasporto pesante e marittimo, e abilitare il maggiore utilizzo del biometano, in linea con i target europei del piano RePowerEU e con la nostra missione di sostenere il percorso di decarbonizzazione”.”Lo scorso anno abbiamo avviato la prima catena logistica integrata dedicata all’LNG in Italia, consapevoli che questo vettore avrà un ruolo cardine nel processo di decarbonizzazione del settore dei trasporti pesanti e marittimi”, dichiara Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison. “Attraverso questo accordo, abbiamo la possibilità di accelerare ulteriormente lo sviluppo del mercato SSLNG e la penetrazione del Bio-LNG in Italia, massimizzando le sinergie con asset, progetti e competenze di cui Edison dispone sull’intera filiera”.Per Small-Scale LNG (SSLNG) si intende l’insieme delle attività logistiche con le quali vengono gestite piccole e medie quantità di gas naturale liquefatto (LNG) e Bio-LNG destinate ai settori del trasporto pesante, marittimo e delle utenze off-grid.Nell’ambito dell’accordo, che non prevede esclusive, le parti identificheranno e svilupperanno opportunità di collaborazione lungo tutta la Value Chain SSLNG – dai servizi di truckloading al trasporto su gomma o via nave, alla liquefazione, alla distribuzione tramite stazioni di servizio o depositi satellite – in base alle rispettive competenze e ambiti di attività. Snam opera nella gestione di infrastrutture LNG, in cui sta sviluppando sistemi Small-Scale per carico su mezzi di distribuzione, oltre a una nuova struttura di liquefazione nel centro-sud Italia e la rete di stazioni (a oggi 7) di Snam4Mobility, ed Edison è il principale importatore di gas naturale liquefatto in Italia e nel 2021 ha realizzato la prima catena logistica integrata di SSLNG del Paese, attraverso il deposito costiero di Ravenna e una metaniera dedicata al suo approvvigionamento.Sul fronte del Biometano/Bio-LNG, l’accordo prevede l’identificazione di opportunità di collaborazione sulla base del portafoglio di progetti ad oggi in essere e in fase di sviluppo all’interno delle due società con riferimento sia alla commodity prodotta sia allo sviluppo di asset.L’intesa sarà eventualmente oggetto di successivi accordi vincolanti che le parti definiranno nel rispetto dei profili regolatori applicabili (ivi inclusa la normativa sull’unbundling). LEGGI TUTTO

  • in

    Gas, prezzo vola. Gazprom taglia ancora il flusso Nord Stream

    (Teleborsa) – Vola il prezzo del gas alla Borsa di Amsterdam e tocca 176 euro al Mwh, in rialzo di circa il 10%. A spingere in avanti le quotazioni contribuisce la notizia che Gazprom, da domani, taglierà dal 40% al 20% il flusso del gas russo verso la Germania attraverso il gasdotto Nord Stream 1 nel Mar Baltico. “Gazprom interrompe il funzionamento di un altro motore a turbina a gas Siemens presso la stazione di compressione di Portovaya”, scrive in una nota il colosso russo imputando le ragioni a motivazioni tecniche legate alla revisione del motore. La produzione giornaliera della stazione di compressione Portovaya dalle 7 ora di Mosca del 27 luglio raggiungerà i 33 milioni di metri cubi al giorno.Gazprom ha già in corso una controversia su una prima turbina Siemens della stazione di compressione, mandata in riparazione in Canada e non ancora ripristinata presso la stazione di compressione a causa delle sanzioni internazionali che ha detta di Gazprom impediscono la reinstallazione del motore. “Gazprom ha ricevuto dei documenti dalle autorità canadesi da Siemens. Gazprom ha studiato questi documenti, ma è costretta ad affermare che non eliminano i rischi precedentemente identificati e sollevano ulteriori domande”, scrive in una nota il colosso dell’energia. Inoltre, Gazprom evidenzia come vi siano ancora “domande aperte in merito alle sanzioni dell’UE e del Regno Unito, la cui soluzione è importante per la consegna del motore alla Russia e la revisione urgente di altri motori a turbina a gas per la stazione di compressione di Portovaya. In queste circostanze – conclude Gazprom nella nota – la società “ha chiesto ancora una volta a Siemens un supporto immediato nel fornire i documenti e i chiarimenti necessari per risolvere le restanti questioni aperte”. LEGGI TUTTO

  • in

    Nord Stream 1, Gazprom: “Ricevuti documenti da Siemens ma restano dubbi su sanzioni”

    (Teleborsa) – “Gazprom ha ricevuto dei documenti dalle autorità canadesi da Siemens. Gazprom ha studiato questi documenti, ma è costretta ad affermare che non eliminano i rischi precedentemente identificati e sollevano ulteriori domande”. È quanto scrive il colosso dell’energia in merito ai documenti necessari al ripristino della turbina per una stazione di compressione del Nord Stream 1. La turbina di Siemens era stata inviata per riparazione in Canada e sottoposta poi a sanzioni internazionali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Inoltre, Gazprom evidenzia come vi siano ancora “domande aperte in merito alle sanzioni dell’Ue e del Regno Unito, la cui soluzione è importante per la consegna del motore alla Russia e la revisione urgente di altri motori a turbina a gas per la stazione di compressione di Portovaya. In queste circostanze, Gazprom – conclude la nota – ha chiesto ancora una volta a Siemens un supporto immediato nel fornire i documenti e i chiarimenti necessari per risolvere le restanti questioni aperte”. LEGGI TUTTO