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    Uniper, perdita semestrale da 12 miliardi di euro per impatto crisi gas

    (Teleborsa) – La società energetica tedesca Uniper ha chiuso il primo semestre del 2022 con un utile netto rettificato di -359 milioni di euro, significativamente al di sotto dell’utile netto rettificato dell’anno precedente di 485 milioni di euro. Il risultato netto ammonta a una perdita di oltre 12 miliardi di euro. Poco più della metà (6,5 miliardi di euro) è correlata all’impatto previsto delle riduzioni del gas russo. Inoltre, il risultato netto riflette svalutazioni per complessivi 2,7 miliardi di euro allocati al prestito Nord Stream 2 e avviamenti dei segmenti Global Commodities e Russian Power Generation. La restante parte è relativa alla valutazione al fair value dei derivati ??di copertura, che sarà successivamente compensato da utili positivi sugli asset sottostanti.L’indebitamento finanziario netto è aumentato significativamente da 324 milioni di euro a 2.057 milioni di euro. Il motivo principale è stato il flusso di cassa negativo in combinazione con una riduzione delle consegne di gas russe insieme alle misure per migliorare la liquidità nelle attività di gas e quote di emissioni alla fine del 2021. Il flusso di cassa operativo è stato anche influenzato negativamente dalle variazioni del capitale circolante derivanti principalmente da prezzi più elevati sui mercati delle materie prime.”Uniper svolge da mesi un ruolo cruciale nella stabilizzazione dell’approvvigionamento di gas della Germania, a costo di miliardi di perdite derivanti dal forte calo delle consegne di gas dalla Russia – ha dichiarato il CEO di Uniper, Klaus-Dieter Maubach – Il governo federale tedesco lo ha riconosciuto e ha intrapreso un’azione decisiva”.Il riferimento è al salvataggio operato il 22 luglio dal governo federale tedesco, tramite accordi con la stessa Uniper e con la scietà controllante, la finlandese Fortum. “Ciò impedirà una reazione a catena che farebbe molti più danni – ha aggiunto il CEO – La nostra massima priorità ora è implementare rapidamente il pacchetto di stabilizzazione”.”L’ambiente instabile non consente attualmente una previsione sugli utili entro un intervallo adeguato per l’esercizio in corso – ha commentato Tiina Tuomela, CFO di Uniper – Tuttavia, noi prevediamo di registrare utili negativi a causa della significativa riduzione delle consegne di gas russe. Prevediamo un miglioramento degli utili nel 2023 e miriamo a lasciare la zona di perdita a partire dal 2024″. LEGGI TUTTO

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    Rally dei prezzi del gas. Gazprom prevede ulteriore aumento del 60%

    (Teleborsa) – I prezzi del gas continuano la loro corsa verso livelli allarmanti per l’approvvigionamento energetico europeo, con il colosso russo Gazprom che getta benzina sul fuoco. Il gruppo a controllo statale ha infatti affermato che i prezzi europei del gas potrebbero salire ancora del 60% a oltre 4.000 dollari per 1.000 metri cubi quest’inverno.Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 11% a 244,4 euro/MWh alle 15.55 ora italiana, dopo essere salito oltre quota 251 euro/MWh poco prima delle 15. A giugno i prezzi erano scesi a 84 euro/MWh, poco sopra i livelli pre-conflitto, per poi ripartire al rialzo sulla prospettive di un taglio totale delle forniture da parte della Russia.A spingere le quotazioni del gas non sono solo gli annunci di Gazprom, che secondo le potenze occidentali sta limitando il flusso del Nord Stream 1 (ad appena il 20% della capacità) per precisa scelta e non per problemi di manutenzione. Sul rally della materia prima incidono infatti anche l’aumento dei prezzi spot del gas in Asia, la chiusura di impianti di produzione e trasporto di gas in Norvegia per manutenzione, l’aumento delle temperature, il calo della produzione eolica, idroelettrica e nucleare in diversi paesi europei.”I prezzi spot del gas in Europa hanno raggiunto i 2.500 dollari (per 1.000 metri cubi). Secondo stime conservative, se questa tendenza persisterà, i prezzi supereranno i 4.000 dollari per 1.000 metri cubi quest’inverno”, ha affermato Gazprom in occasione della pubblicazione dei suoi risultati preliminari.Gazprom ha ridotto la produzione di gas dall’inizio dell’anno del 13,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a 274,8 miliardi di metri cubi. Nel frattempo, le esportazioni di gas verso paesi non CSI sono diminuite del 36,2% o di 44,6 miliardi di metri cubi a 78,5 miliardi di metri cubi. L’export medio giornaliero di Gazprom ad agosto è aumentato del 3,3% rispetto a luglio a 213,3 milioni di metri cubi. LEGGI TUTTO

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    Nord Stream 1, Germania: “Nessuna nuova informazione su possibile arrivo turbina in Russia”

    (Teleborsa) – È stallo sulla questione Nord Stream 1. Due settimane fa, dopo aver studiato i documenti necessari al ripristino della turbina per la stazione di compressione Portovaya del Nord Stream 1 inviati da Siemens alle autorità canadesi, Gazprom ha fatto sapere che “permangono i rischi precedentemente identificati”. E da allora la situazione non sembra essersi sbloccata.La tedesca Siemens Energy ha effettuato in Canada la manutenzione della turbina per il gasdotto Nord Stream 1 e giovedì scorso ha dichiarato che la turbina era pronta per essere restituita immediatamente. Ma Gazprom continua a dire che le sanzioni impediscono di rispedire l’apparecchiatura in Russia.Oggi, secondo quanto riporta la Reuters un portavoce del ministero dell’Economia tedesco, in occasione di una conferenza stampa del governo a Berlino, ha detto di non avere nuove informazioni sulla possibilità che la turbina, che secondo Mosca sarebbe la causa del blocco delle forniture di gas all’Europa, sia in viaggio verso la Russia.La turbina di Siemens era stata inviata per riparazione in Canada e sottoposta poi a sanzioni internazionali dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. LEGGI TUTTO

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    Vestas, Q2 in perdita. Vende ramo azienda a KK Wind Solutions

    (Teleborsa) – Vestas, azienda danese che progetta, fabbrica e commercializza turbine eoliche, ha generato ricavi per 3.305 milioni di euro nel secondo trimestre del 2022, in calo del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’EBIT prima degli articoli speciali è stato pari a -182 milioni di euro, con un margine EBIT prima degli articoli speciali del -5,5%, rispetto al 2,7 percento nel secondo trimestre del 2021. Si tratta di una perdita superiore rispetto ai -143 milioni previsti dagli analisti, secondo dati Refinitiv.”La prima metà del 2022 è stata caratterizzata da incertezza geopolitica e interruzioni della catena di approvvigionamento che hanno causato l’aumento dei costi e lo sviluppo di una crisi energetica – ha commentato il CEO Henrik Andersen – Questo sviluppo sottolinea l’urgente necessità di una transizione energetica sostenibile e promuove un sostegno politico più forte per le energie rinnovabili in tutto il mondo, ma crea anche un ambiente commerciale altamente impegnativo che ha un impatto negativo sui risultati finanziari di Vestas”.Contestualmente alla trimestrale, Vestas ha annunciato di aver firmato un accordo con KK Wind Solutions per vendere il business “converters and controls”, che include le tre fabbriche di convertitori e pannelli di controllo in Danimarca, India e Cina e le relative forze lavoro. In totale, circa 600 dipendenti Vestas possono far parte di KK.(Foto: American Public Power Association on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Gas, da domani in vigore regolamento Ue per la riduzione dei consumi

    (Teleborsa) – Dopo l’intesa politica raggiunta dal Consiglio Affari Energia lo scorso 26 luglio, entrerà in vigore domani il regolamento dell’Ue per la riduzione dei consumi di gas.La finalizzazione dell’accordo, con il voto contrario di Ungheria e Polonia ma con il quorum della maggioranza qualificata ampiamente raggiunto, è avvenuta venerdì. Oggi il regolamento, vincolante per tutti, è stato pubblicato in Gazzetta europea e da domani sarà in vigore.Il regolamento, che ha valenza retroattiva, si riferisce al periodo 1 agosto 2022 – 31 marzo 2023. In tale periodo gli Stati membri sono chiamati ad una riduzione volontaria del 15% dei consumi di gas. Tale riduzione diventa obbligatoria nel caso in cui il Consiglio Ue decreti l’allerta energetica. Il 15% è il tetto massimo della riduzione richiesta ma almeno una decina di Paesi, inclusa l’Italia, potranno sfruttare una serie di deroghe che, mediamente, fanno scendere il taglio obbligatorio di otto punti percentuali.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO

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    PNRR, via libera Ue a schema aiuti Italia per il biometano

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha dato il via libera a 4,5 miliardi di sostegni per la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di biometano nuovi o riconvertiti. “La misura –spiega la Commissione Ue in una nota – rientra nella strategia dell’Italia per ridurre le emissioni di gas serra e aumentare la propria quota di energie rinnovabili. Il regime contribuirà inoltre agli obiettivi del piano REPowerEU per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili russi e accelerare la transizione verde”.”Il regime di aiuti italiano che abbiamo approvato oggi – ha dichiarato la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza – rafforzerà la produzione dell’Ue di biometano sostenibile da utilizzare nei settori dei trasporti e del riscaldamento, in linea con il piano REPowerEU. La misura di aiuto italiana, che sarà in parte finanziata dal Recovery and Resilience Facility, aiuterà l’Italia a raggiungere i suoi obiettivi di riduzione delle emissioni, ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili russi e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di gas, limitando al contempo le possibili distorsioni della concorrenza”. Il regime notificato dall’Italia, che durerà fino al 30 giugno 2026, sarà in parte finanziato dalla Rrf, a seguito della valutazione positiva da parte della Commissione del Piano italiano di ripresa e resilienza e la sua adozione da parte del Consiglio. L’aiuto sarà concesso, cumulativamente, sotto forma di contributi agli investimenti, con un budget totale di 1,7 miliardi di euro, che saranno corrisposti al termine della fase di costruzione a tutti i progetti sostenuti. L’importo dell’aiuto per progetto coprirà fino al 40% dei costi di investimento ammissibili. Inoltre sotto forma di tariffe incentivanti, con un budget di 2,8 miliardi di euro, da corrispondere durante la fase operativa dei progetti, per un periodo di 15 anni. Le tariffe incentivanti, espresse in euro/MWh, saranno determinate mediante gara competitiva secondo il principio del ‘pay as bid’. Il sostegno coprirà la differenza tra le tariffe incentivanti e l’evoluzione dei prezzi del gas e sarà erogato su base mensile. In caso di aumenti elevati del prezzo del gas, è previsto un meccanismo di claw-back per il rimborso dell’eventuale importo eccedente le tariffe incentivanti.”Il regime – sottolinea la Commissione – sosterrà la produzione di biometano sostenibile da immettere nella rete nazionale del gas per l’utilizzo nei settori dei trasporti e del riscaldamento”. In particolare, il provvedimento è volto a promuovere la costruzione e l’esercizio di impianti di produzione di biometano nuovi o riconvertiti in Italia. Per beneficiare dell’aiuto previsto dal regime, la produzione di biometano deve essere conforme ai requisiti stabiliti nella direttiva Ue sulle energie rinnovabili. Affinché il biometano possa essere utilizzato specificamente nel settore dei trasporti, solo la produzione di biometano avanzato potrà beneficiare di aiuti, poiché – conclude la nota – è il carburante più sostenibile ed ecologico, per aiutare l’Ue a raggiungere i suoi obiettivi climatici ed energetici. LEGGI TUTTO

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    Gas, EIA: stoccaggi USA aumentano più delle attese

    (Teleborsa) – Aumentano più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 29 luglio 2022 sono risultati in aumento di 41 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela al di sopra del consensus (+29 BCF). La settimana prima si era registrata una crescita di 15 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 2.457 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 9,8% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 2.725) e in diminuzione del 12,1% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (2.416 BCF). LEGGI TUTTO

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    Osservatorio Sistemi di Accumulo, ANIE: “Cresce numero installazioni nel I semestre 2022”

    (Teleborsa) – Al 30 giugno 2022 risultano installati ben 122.279 sistemi di accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 720 MW e una capacità massima di 1.361 MWh. A questi si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh. In rapida crescita le installazioni, per trimestre, da inizio 2021 (Q1 2021). È quanto emerge dall’aggiornamento del report “Osservatorio Sistemi di Accumulo” di Anie Federazione che presenta il trend delle installazioni di energy storage in Italia registrati dal sistema Gaudì di Terna.La tecnologia più diffusa è quella a base di Litio (98,5% del totale) seguita da quella a base di Piombo (1,1%). Si registra la crescita del 30% e 36% rispettivamente per le batterie a volano e per i supercondensatori. La quasi totalità (93%) dei SdA è di taglia < 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi di capacità compresa tra 5 e 10 kWh (40%) e di quelli con capacità inferiore a 5 kWh (21%) e compresa tra 10 kWh e 15 kWh (26%). La principale configurazione utilizzata per i SdA è quella "lato produzione in corrente continua", che ricopre il 77% del totale, mentre quella "lato produzione in corrente alternata" e quella "lato post produzione" ricoprono rispettivamente l'8% e il 15%. Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 97% di taglia residenziale.La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (27.652 SdA per una potenza di 143 MW e una capacità di 281 MWh), seguita dal Veneto (18.317 SdA per 99 MW e 216 MWh) e dall' Emilia-Romagna (9.660 SdA per 58 MW e 100 MWh). I dati Terna registrano l'entrata in esercizio di un terzo sistema di accumulo abbinato ad una centrale termoelettrica per una potenza di 10 MW ed una capacità di 10 MWh. Raggiungono quota due impianti i SdA stand-alone e quota tre impianti i SdA abbinati a centrali termoelettriche; rimangono fermi a quota un'unità i SdA a celle a combustibile e a quota due unità i SdA abbinati ad impianti eolici.ANALISI DATI 2022 – Il trend del 2022, periodo gennaio-giugno (Q1+Q2), è in notevole crescita per numero, potenza e capacità di accumulo rispetto ai periodi precedenti. Le installazioni si attestano a 47.159 unità per una potenza di 303 MW e una capacità di 632 MWh. Nell'ultimo trimestre si è stabilizzato il numero di installazioni con una media di circa 8.500 unità/mese. Analizzando la tipologia di configurazione si conferma lo spostamento delle nuove installazioni verso quelle "lato produzione in corrente continua" rispetto ai periodi precedenti. Nel primo semestre 2022 questa configurazione ricopre il 91% delle installazioni, mentre le configurazioni "lato produzione in corrente alternata" e "lato post produzione" ricoprono rispettivamente il 4% e il 5%. Tutte le Regioni nel periodo gennaio-giugno 2022 hanno consolidato un segno positivo rispetto allo stesso periodo del 2021 relativamente al numero di installazioni, alla potenza e alla capacità installate. Tra le Regioni con più unità installate, la Toscana, con 3.335 installazioni, ha registrato un incremento del 476% rispetto al primo semestre 2021, mentre Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto si attestano intorno al 300%.ANALISI DI MERCATO – ANIE Rinnovabili ritiene che il risultato conseguito nei primi tre mesi del 2022 sia frutto dei meccanismi di cessione del credito e sconto in fattura relativi alle detrazioni fiscali non solo del Superbonus 110%, ma anche della ristrutturazione edilizia 50%. "Il fatto che nell'ultimo trimestre si sia stabilizzato il numero di installazioni con una media di circa 8.500 unità/mese – spiega la federazione – potrebbe essere sintomo di un rallentamento dettato dai cambiamenti normativi (DL 4/2022 e DL 13/2022) sulla cessione del credito, tant'è che nel recente DL 50/2022 il legislatore è nuovamente intervenuto sui meccanismi per cercare di risolvere le problematiche emerse, che mettono a serio rischio gli investimenti in corso". Si conferma il trend di crescita del segmento di mercato degli accumuli di media taglia abbinati ad utenze fotovoltaiche sia residenziali che delle piccole e medie imprese. Entro fine anno dovrebbero entrare in esercizio circa 346 MW, di cui 250 del progetto pilota Fast Reserve di Terna e 96 MW aggiudicati all'asta del capacity market tenutasi nel 2019, tendenzialmente connessi alla rete di media e di alta tensione. Per la connessione a quest'ultima Terna ha, recentemente, posto in consultazione un nuovo allegato al Codice di Rete, l'Allegato A79, in cui disciplina le condizioni generali di connessione alla sua rete. Criticità potrebbero insorgere qualora le disposizioni dell'Allegato A79 fossero obbligatoriamente da applicarsi anche a quei progetti dei 346 MW con collegamento in alta tensione. Nel documento di consultazione dell'Allegato A79 è previsto che si riservi una banda del sistema di accumulo per il servizio di regolazione primaria di frequenza, per il quale ARERA, l'Autorità dell'Energia, ha previsto nel documento di consultazione del TIDE 322/2019 che si passi da un servizio gratuito ad un servizio remunerato attraverso l'attivazione di procedure concorsuali. "È, pertanto, auspicabile – evidenzia il report – che ARERA pubblichi quanto prima il nuovo Testo Integrato del Dispacciamento Elettrico per consentire agli operatori di pianificare al meglio gli investimenti". Il ritardo accumulato sui sistemi di accumulo di grande taglia, in particolare quello centralizzato, – si legge nel documento – potrebbe essere colmato dai 1,1 GW aggiudicati da Terna nell'asta del capacity market di fine 2021 e dalle future aste di Terna per l'attuazione delle disposizioni dell'art. 18 del Dlgs 210/2021. LEGGI TUTTO