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    Gas, l'Algeria assicura l'Italia: saranno forniti i volumi concordati

    (Teleborsa) – Le forniture di gas dell’Algeria all’in Italia ammonteranno a circa 25,2 miliardi di metri cubi nel 2022, in aumento di oltre il 20% rispetto ai 20,9 miliardi di metri dell’anno scorso. Lo ha affermato in un’intervista a Bloomberg Toufik Hakkar, amministratore delegato della società energetica statale Sonatrach. “Le prospettive di fornitura del mercato italiano, ma anche dei mercati collegati all’Italia sono promettenti”, ha affermato Hakkar, aggiungendo che prevede volumi aggiuntivi “nelle prossime settimane”.Le parole di Hakkar seguono indiscrezioni di stampa dei due paesi, secondo cui Sonatrach farebbe fatica a reperire i volumi aggiuntivi di gas naturale promessi dall’Algeria all’Italia e l’accordo tra i due paesi potrebbe non essere attuato nei tempi previsti.Il volume di gas pompato in Italia con contratti a lungo termine sarà di circa 21,6 miliardi di metri cubi quest’anno, mentre è probabile che l’importo venduto con transazioni spot ammonterà a 3,6 miliardi di metri cubi, ha spiegato il numero uno dell’azienda di stato africana. “Sonatrach rassicura i suoi clienti italiani sulla sua capacità di fornire i volumi contrattualizzati per l’intero periodo contrattuale”, ha aggiunto Hakkar.Intanto, il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani ha confermatoche il decreto che prevede la fissazione del tetto al prezzo del gas (price cap) alle imprese dovrebbe essere firmato “la prossima settimana dopo le elezioni”.Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha invece sollecitato a fare di più, soprattutto a livello europeo. “Come l’Italia sostiene da tempo, l’Unione europea deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas, anche per ridurre ulteriormente i finanziamenti che mandiamo alla Russia. L’Europa deve sostenere gli Stati membri mentre questi sostengono Kiev”; ha detto all’Assemblea generale dell’ONU. LEGGI TUTTO

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    Petrolio, sell-off sulle quotazioni in attesa della Fed

    (Teleborsa) – Prezzi del petrolio in discesa ad inizio settimana complici le aspettative di un indebolimento della domanda e la forza del dollaro in vista di una Fed più falco questa settimana che alimenta i timori di una recessione. Il greggio WTI segna una flessione del 3,2% a 82,3 dollari al barile, mentre il Brent scende del 2,9% sotto quota 90 dollari, a 88,61 dollari. A Piazza Affari i titoli oil pagano dazio oggi con Saipem in calo del 5%, mentre Tenaris cede oltre il 3 per cento.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Energia, Legacoop Produzione e Servizi: “In Dl aiuti ter interventi urgentissimi per contenimento dei costi”

    (Teleborsa) – “L’innalzamento abnorme dei costi di approvvigionamento dell’energia richiede interventi rapidi e di spessore, sia sul piano nazionale che europeo. La situazione è drammatica ormai in ogni ambito di attività, ma soprattutto per le imprese cooperativegasivore ed energivore, costrette in alcuni casi ad interrompere l’attività produttiva”. Il Consiglio di Presidenza di Legacoop Produzione e Servizi, riunitosi questa mattina, rinnova il grido d’allarme circa l’aumento vertiginoso del costo dell’energia e delle materie prime che rischia di mettere in ginocchio il sistema produttivo e chiede interventi urgenti e concreti all’interno del Decreto aiuti ter approdato oggi in Consiglio dei Ministri.”La maggioranza di un campione rappresentativo delle imprese aderenti – sottolinea il presidente dell’Associazione, Gianmaria Balducci – è molto pessimista sull’evoluzione del contesto macroeconomico italiano, indicando una previsione di stagnazione o peggioramento in modo molto marcato”. Preoccupazioni condivise dal presidente di Legacoop Nazionale, Mauro Lusetti, che ha partecipato all’incontro, confermando il forte impegno di Legacoop, nell’ambito dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, a sostenere le istanze del sistema produttivo cooperativo.Legacoop Produzione e Servizi chiede al Governo di agire prontamente con misure concrete. “Indispensabile – sottolinea Legacoop –garantire a tutte le imprese l’accesso alla fornitura e rafforzare la sicurezza di approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi; prevedere forme di garanzia pubblica per non interrompere le capacità produttive a fronte di richieste fideiussorie abnormi; continuare a sostenere adeguatamente la liquidità delle imprese e la possibilità di rateizzazione delle bollette energetiche, nonché la capacità effettiva di far valere tale facoltà da parte delle imprese nei confronti dei fornitori di energia. Utile la conferma e l’implementazione del credito d’imposta per tutto il 2022 a favore di tutte le tipologie di imprese, non solo quelle classificate come energivore e gasivore. Superare inoltre la logica dei Codici Ateco per i sostegni alle imprese, considerato l’impatto ormai generalizzato dell’aumento dei costi su tutti i tipi di attività. Importante inoltre riconoscere da subito la possibilità di revisionare i prezzi negli appalti di servizi in essere, e non solo per le opere pubbliche: se questo non avverrà, in tempi di inflazione alta, molte aziende avranno seri problemi di bilancio”.”Sul piano europeo occorre – prosegue Legacoop – perseguire convintamente l’introduzione di un tetto al prezzo del gas e lavorare verso una politica energetica comune che prevedail disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’energia elettrica”.Misure urgenti quindi, ma anche misure di medio e lungo termine per il risparmio e il contenimento dei consumi energetici. Rivolgendosi alle forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre, auspicando un “rinnovato rapporto tra sistema pubblico e privato”, Legacoop Produzione e Servizi sollecita “l’assunzione di impegni concreti volti ad un’accelerazione dei percorsi e degli investimenti per le energie rinnovabili e all’efficientamento delle aziende e dei processi produttivi e alla risoluzione dei problemi burocratici che impediscono il pieno dispiegarsi delle comunità energetiche, che possono trovare nella forma cooperativa uno strumento per una produzione diffusa e consapevole”. LEGGI TUTTO

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    Shell, Ben van Beurden lascia: Wael Sawan nuovo CEO

    (Teleborsa) – La compagnia petrolifera Shell ha annunciato che Ben van Beurden lascerà la carica di amministratore delegato alla fine del 2022 e che il suo successore sarà Wael Sawan. La nomina di Wael entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, quando entrerà a far parte anche del Consiglio di amministrazione. Ben van Beurden continuerà a lavorare come consigliere fino al 30 giugno 2023, dopodiché lascerà il gruppo dopo 39 anni al suo interno.Wael è attualmente Director Integrated Gas, Renewables and Energy Solutions, mentre in precedenza ha ricoperto la carica di Director Upstream.”È stato un privilegio e un onore aver servito Shell per quasi quattro decenni e guidare l’azienda negli ultimi nove anni – ha commentato il CEO uscente – Nel mio viaggio da ingegnere progettista di GNL a CEO, ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di così tante persone di talento di diversa estrazione, tutte impegnate nell’obiettivo dell’azienda di fornire al mondo i prodotti essenziali della vita moderna”.Ben van Beurden “lascia un’azienda finanziariamente forte e redditizia con un bilancio solido, una capacità di generazione di cassa molto forte e una serie avvincente di opzioni di crescita”, ha dichiarato il chiarman Andrew Mackenzie.”Tutto ciò è stato reso possibile dalle mosse audaci che ha guidato, tra cui l’acquisizione di BG nel 2016 e il disinvestimento trasformativo di 30 miliardi di dollari di asset non fondamentali che ne è seguito – ha spiegato – Ha intrapreso un’azione ferma e decisiva per guidare l’azienda attraverso la pandemia globale, cogliendo l’opportunità di un importante ripristino per assicurarci di emergere più in forma, più forti e attrezzati per avere successo nella transizione energetica”.(Foto: Maxim Kuzubov /123RF) LEGGI TUTTO

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    Gas, Cingolani: il piano per l'Italia sta funzionando, probabile price cap su tutte le forniture

    (Teleborsa) – Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha rassicurato di nuovo sulle forniture di gas per l’Italia in vista dell’inverno. “Abbiamo sostituito una grande parte del gas russo con altri fornitori. Abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo e gli stoccaggi sono all’85%. Il nostro obiettivo è il 90% ad ottobre quindi siamo in agenda”, ha spiegato in un’intervista a Sky Tg24. “Il piano per ora sta funzionando vediamo cosa succede ma direi che siamo abbastanza in sicurezza energetica rispetto ad altri paesi europei”.Il ministro si è detto fiducioso anche sulla possibilità che il Paese riesca a ridurre la domanda di energia come richiesto dalla Commissione europea. “So che Italia rispetto ad altri paesi europei è quella più avanti nella digitalizzazione dei sistemi di misurazione remota. Questo ci pone in una condizione di vantaggio rispetto alla maggior parte degli stati membri europei”, ha sottolineato il ministro. “Intanto quello che dobbiamo fare è ridurre del 5% il consumo nelle ore di punta nel periodo novembre-marzo, quello più pesante, e in media vuol dire tagliare i consumi elettrici del 10%. È una cosa fattibile – ha aggiunto Cingolani – che richiede una gestione intelligente degli elettrodomestici ed è facilitata dal fatto che quasi tutte le case hanno un contatore digitale”. “I cittadini in larga misura già lo fanno perché con prezzi dell’energia attuali si tende ad usare le fasce più vantaggiose. Avere un criterio unico per tutta l’Europa è certamente un ottimo indicatore perché ci mette tutta alla pari in questa sfida”, ha sottolineato Cingolani.Quando al dibattito sul price cap a livello europeo il ministro si è detto “meravigliato” della narrazione che è stata fatta in Italia. “Giovedì, prima della ministeriale dell’altra settimana avevamo serie difficoltà a far passare il concetto di price cap, di tetto generalizzato al prezzo del gas. Dopo la riunione dei 27, che è stata molto complessa, la grande maggioranza degli stati membri ha riconosciuto l’importanza di avere un price cap e per la prima volta c’è un documento scritto, la risoluzione dei 27 stati che dà mandato alla Commissione di elaborare una proposta di price cap”. “Entro il 30 settembre la proposta deve essere pronta perché il 30 settembre è convocato un altro consiglio energia. A me sembra che la cosa si è mossa ed è andata nella direzione voluta dall’Italia dall’inizio, ora vediamo nei numeri quale sarà la proposta su cui lavoriamo anche noi”, ha aggiunto Cingolani cha ha dichiarato inoltre di ritenere “più probabile” che la discussione verta su un taglio uniforme per tutte le forniture di gas, non solo su quello proveniente dalla Russia. “Ricordo che è una misura transitoria per il periodo complesso della guerra. Si parla di sei mesi poi vediamo come andare avanti”, ha aggiunto il ministro. LEGGI TUTTO

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    Mercati energetici, UE lavora ad allentamento norme su margin call

    (Teleborsa) – La Commissione europea sta lavorando a una serie di modifiche ai regolamenti comunitari per contrastare la crisi di liquidità dei mercati energetici europei e intervenire sulle margin call che ostacolano le operazioni delle aziende del settore. L’impennata dei prezzi dell’energia costringe infatti le aziende specializzate nella vendita di gas ed energia elettrica a depositare fondi extra per coprire i pagamenti legati alle coperture, conosciuti come margin call. Il vigente quadro normativo fornisce le garanzie necessarie, come gli obblighi di marginazione per la compensazione tra venditori e acquirenti, affinché in caso di inadempimento di una parte gli altri partecipanti al mercato siano protetti. I requisiti in materia di garanzie reali garantiscono la stabilità finanziaria e contribuiscono a rassicurare i mercati finanziari, ma il forte rincaro dei prezzi ha costretto le imprese del settore energetico a mettere a disposizione delle controparti di compensazione importi più elevati di garanzie in contanti, poiché le richieste di margini sono aumentate in linea con i prezzi.Il mercato energetico europeo è attualmente messo a dura prova da richieste di margine di almeno 1,5 trilioni di dollari, secondo stime del colosso norvegese del petrolio Equinor. “Questo è solo capitale morto e vincolato alle richieste di margine – ha detto Helge Haugane, senior vice president for gas and power di Equinor durante la conferenza Gastech di Milano – Se le aziende hanno bisogno di mettere su così tanto denaro, significa che la liquidità nel mercato si esaurisce e questo non va bene per questa parte dei mercati del gas”.Il 9 settembre il Consiglio Energia ha invitato la Commissione a elaborare strumenti di liquidità di emergenza che garantiscano ai partecipanti al mercato la disponibilità di garanzie collaterali sufficienti a soddisfare le richieste di margini e che contrastino l’aumento della volatilità dei mercati a termine, e a valutare la possibilità di rivedere i pertinenti orientamenti per integrare le norme sulle garanzie. La Commissione, in collaborazione con l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e l’Autorità bancaria europea (EBA), sta lavorando in tal senso, predisponendo una serie di opzioni per garantire che il sistema finanziario sostenga azioni volte ad alleviare le difficoltà attuali preservando nel contempo la stabilità finanziaria.In particolare, si legge in un documento pubblicato oggi dall’esecutivo UE, la Commissione ha invitato l’ESMA a valutare opportune modifiche al regolamento sulle garanzie. Queste variazioni potrebbero riguardare l’ampliamento dell’elenco delle garanzie idonee e le condizioni alle quali le garanzie bancarie potrebbero essere accettate come garanzie. L’ESMA è invitata a presentare concrete entro il 22 settembre.La Commissione ha inoltre invitato l’EBA, in collaborazione con l’ESMA e il meccanismo di vigilanza unico (MVU), a valutare in che modo le banche attualmente forniscono servizi di trasformazione delle garanzie (vale a dire utilizzando un tipo di garanzia per prendere contanti). L’EBA è invitata a riferire proposte entro il 29 settembre.L’ESMA e l’EBA sono anche invitate a esaminare i modi per migliorare la trasparenza e la prevedibilità dei modelli di margine iniziale nei confronti dei clienti e le modalità in base alle quali una controparte centrale può richiamare i margini infra-giornalieri. Infine, dato l’aumento dei prezzi dell’energia nel 2022, la Commissione ha invitato l’ESMA a valutare l’adeguatezza della raccomandazione di aumentare a 4 miliardi di euro la soglia di compensazione per le materie prime e altri derivati. LEGGI TUTTO

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    Energia, UE: von der Leyen chiede ok a misure di emergenza entro fine mese

    (Teleborsa) – Le misure d’emergenza contro la volatilità dei prezzi dell’energia proposte dalla Commissione europea dovrebbero essere approvate dal Consiglio Ue entro fine mese, mentre la riforma del mercato europeo dell’elettricità è prevista entro la fine dell’anno. È quanto ha auspicato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen durante la replica alla fine del dibattito sul suo discorso sullo stato dell’Unione, davanti alla plenaria del Parlamento europeo oggi a Strasburgo. “Speriamo e ci aspettiamo che il Consiglio approvi le misure d’emergenza a fine settembre, mentre le grandi riforme, in particolare quella del mercato elettrico che disaccoppierà il prezzo del gas da quello dell’elettricità, – ha detto von der Leyen – arriveranno a fine anno. È un compito importante, ed è urgente andare avanti verso un cambiamento completo del mercato”.Nel dettaglio la Commissione europea – secondo quanto si legge nel comunicato sulle nuove proposte contro i rincari dell’energia elaborate da Bruxelles – propone ai paesi del’Unione di concordare un obbligo a ridurre i consumi di elettricità di almeno il 5% durante gli orari di picco. Agli Stati sarà richiesto di identificare il 10% delle ore con i maggiori livelli di prezzi e ridurre la domanda in queste fasi. La commissione propone anche che gli Stati membri puntino a ridurre il consumo complessivo di elettricità di almeno il 10% fino al 31 marzo 2023. Tra le proposte anche un tetto ai ricavi dei produttori di elettricità indicati come “inframarginali”, quelli che hanno costi di produzione più bassi, come da rinnovabili o nucleare, a 180 euro per Megawattora (Mwh). Secondo l’Ue questo consentirebbe di coprire i costi operativi senza minare i nuovi investimenti. I ricavi oltre questa soglia verrebbero “raccolti dagli Stati e usare per aiutare i consumatori a ridurre le loro bollette”.La commissione europea propone, inoltre, di imporre un “contributo di solidarietà” sugli utili “in eccesso” generati dalle attività legate a petrolio, gas, carbone e raffinazione di idrocarburi, che non siano coperti dal tetto ai ricavi che al tempo stesso propone sull’elettricità da fonti “inframarginali”. Secondo i propositi di Bruxelles, gli Stati raccoglierebbero gli utili realizzati sul 2022 e superiori al 20% alla media degli utili dei precedenti tre anni. I proventi di questa tassa verrebbero convogliati a favore dei consumatori di energia, tra cui famiglie vulnerabili, imprese maggiormente colpite dai rincari e industrie ad elevato uso di energia. Secondo la proposta dell’Ue – si legge nel comunicato – gli Stati potrebbero anche utilizzare i proventi di questa tassa per progetti comunitari legati a REPowerEu o per le campagne comuni di tutela dell’occupazione o degli investimenti su rinnovabili e efficienza energetica”.”La nostra proposta per un contributo di solidarietà dalle industrie dei carburanti fossili assicurerà che interveniamo sull’attuale crisi energetica con uno spirito di equità. In questi tempi straordinariamente difficili per molti, – ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni – le compagnie sui carburanti fossili hanno goduto di ricavi insolitamente elevati. Quindi è essenziale che paghino la loro giusta quota per supportare le famiglie vulnerabili e i settori colpiti duramente, così come per la montagna di investimenti che ci troviamo di fronte su rinnovabili efficienza energetica. Perché di fronte all’uso come arma dell’energia da parte del presidente russo Vladimir Putin abbiamo bisogno di uno sforzo collettivo di solidarietà in modo da costruire una Europa più sicura e sostenibile”.La presidenza di turno ceca del Consiglio Ue ha già convocato una riunione straordinaria dei ministri dell’Energia per il 30 settembre, che dovrebbe appunto approvare le misure temporanee d’emergenza. La presidente della Commissione ha anche sottolineato che “sarebbe ingenuo credere che il presidente russo Vladimir Putin abbia cominciato a usare il gas come arma di guerra solo il 24 febbraio”, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. In realtà, ha continuato, “questo era stato preparato a lungo: basta guardare cosa è successo l’anno scorso, quando Gazprom, la società detenuta dallo Stato russo, ha ridotto i rifornimenti di gas all’Europa al livello più basso degli ultimi dieci anni”, proprio quando la domanda aumentava con la ripresa dopo la crisi del Covid. LEGGI TUTTO

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    Francia, aumento limitato al 15% per tariffe gas ed elettricità

    (Teleborsa) – La premier francese Elisabeth Borne ha annunciato l’estensione al 2023 dello scudo tariffario che prevede un aumento limitato del 15% delle tariffe gas ed elettricità per famiglie, piccole imprese e piccoli comuni. I limiti costeranno al governo 16 miliardi di euro il prossimo anno, ha puntualizzato il ministro delle finanze Bruno Le Maire, aggiungendo che i prezzi sarebbero aumentati del 120% senza l’approvazione di questo nuovo limite.Secondo le stime del governo, ci sarà: un aumento medio delle bollette di circa 25 euro al mese per le famiglie che riscaldano con il gas, invece di circa 200 euro al mese senza scudo tariffario; un aumento medio di circa 20 euro al mese per le famiglie che riscaldano con l’elettricità, invece di 180 euro al mese, senza scudo tariffario.Per aiutare i meno abbienti saranno predisposti aiuti specifici, con assegni energetici eccezionali di 100 o 200 euro che saranno corrisposti entro fine anno a 12 milioni di famiglie.”Solo la sobrietà e la solidarietà europea ci permetteranno di evitare tagli” del gas in caso di inverno molto freddo, ha detto Elisabeth Borne.(Foto: © baloon111 / 123RF) LEGGI TUTTO