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    Caro energia, Berlino apre a ipotesi emissione debito comune poi torna indietro

    (Teleborsa) – La Germania apre e poi richiude alla possibilità di finanziare le misure contro il caro energia con debito comune “a certe condizioni”. La proposta, su cui si già discute da alcuni giorni, era stata lanciata la scorsa settimana dal Commissario all’Economia Paolo Gentiloni e da quello per il Mercato Interno Thierry Breton, facendo riferimento allo schema Sure istituito per la Cassa integrazione Covid.E così, secondo Bloomberg, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo le critiche sul maxi piano tedesco da 200 miliardi per finanziare le misure contro il caro energia, si era persuaso della possibilità di usare uno strumento simile a Sure per finanziare le misure contro il caro energia a favore di consumatori ed imprese. Uno strumento che, a fronte dell’emissione di debito comune, fosse condizionato alla concessione di prestiti e non sovvenzioni agli Stati membri, per un valore superiore ai 100 miliardi di Sure, ma inferiore ai 724 miliardi del Recovery Fund.Peccato che il dietrofront del governo tedesco sia durato ben poco, lo spazio di qualche ora, in quanto in serata fonti interne al governo tedesco hanno dichiarato a Reuters che “questi piani non sono a conoscenza del governo tedesco”. Un cambio di posizione inspiegabile se non fosse che all’interno dell’esecutivo, a Berlino, vi sono posizioni molto differenti ed i toni del cancelliere Scholz sono ben diversi da quelli usati dal Ministro delle finanze Christian Lidner. Dal canto suo la Commissione europea vede di buon occhio un rafforzamento del bilancio europeo. La Presidente Ursula von der Leyen ha parlato di una “rivalutazione” del ruolo della UE e del suo bilancio, che “non è stato concepito per affrontare sfide multiple” e quindi “le risorse e le flessibilità sono estremamente limitate”. “Se vogliamo continuare a utilizzare il bilancio dell’Ue per dare delle risposte comuni alle sfide comuni dobbiamo fare una rivalutazione”, ha affermato la numero uno di Bruxelles, che sta valutando anche una proposta per calmierare i prezzi dell’energia e del gas e l’eventuale adozione di un price cap sul gas. LEGGI TUTTO

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    USA, accordo per vendere greggio riserve strategiche a compagnie petrolifere

    (Teleborsa) – Il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE) ha aggiudicato i contratti per l’acquisto di greggio dalla Strategic Petroleum Reserve (SPR). L’aggiudicazione fa parte dell’annuncio del presidente Biden del 31 marzo 2022 per rilasciare fino a 180 milioni di barili di petrolio per affrontare la significativa interruzione dell’approvvigionamento globale causata dalla guerra di Putin in Ucraina e abbassare i costi energetici per le famiglie americane.Le consegne di greggio avverranno dai siti di stoccaggio di West Hackberry e Big Hill dal 1 novembre 2022 al 30 novembre 2022. 10,15 milioni di barili di greggio sono stati assegnati a tredici società per la consegna di novembre. L’amministrazione ha ora venduto circa 165 milioni di barili, pari al più grande rilascio mai realizzato dalla SPR.Le società che ricevevano petrolio dell’SPR sono: Equinor Marketing and Trading, Marathon Petroleum Supply and Trading, Valero Marketing and Supply Company, Motiva Enterprises, Macquarie Commodities and Trading US, Atlantic Trading & Marketing Inc, Phillips 66 Company e Shell Trading Company.(Foto: drpepperscott230 / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Riscaldamenti: nuovi limiti, orari ed esenzioni: le novità

    (Teleborsa) – Riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature, posticipata di 8 giorni la data di inizio e anticipata di 7 la data di fine esercizio: il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il Decreto che stabilisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale e la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati, da applicare per la prossima stagione invernale come previsto dal Piano di riduzione dei consumi di gas naturale. Lo ha reso noto il dicastero. Nel dettaglio, il periodo di accensione degli impianti, chiarisce il ministero della Transizione ecologica, “è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio”. In presenza di “situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta. Inoltre, i valori di temperatura dell’aria sono ridotti di un grado centigrado”. Per agevolare l’applicazione delle nuove disposizioni, spiega il ministero fa anche sapere che Enea pubblicherà un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare correttamente la temperatura di riscaldamento che gli amministratori di condominio potranno rendere disponibile ai condomini. Il decreto però prevede anche delle esenzioni: in particolare, “non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”.(Foto: © Alexander Raths | 123RF) LEGGI TUTTO

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    Petrolio, USA: decisione Opec+ mostra allineamento con Russia

    (Teleborsa) – Il cartello dei maggiori paesi produttori di petrolio sfida l’Occidente alle prese con il caro energia e decide di ridurre la produzione di oro nero di 2 milioni di barili al giorno nel tentativo di sostenere le quotazioni di greggio. La reazione americana non si è fatta attendere: il presidente Biden, esprimendo delusione e criticando la decisione dell’Opec+ come scelta “miope”, ha parlato di taglio “non necessario”. L’Arabia Saudita, secondo la Casa Bianca, ha deciso di schierarsi con la Russia e spingere per una riduzione dell’ouput. La decisione dell’Opec+ di tagliare i barili di petrolio mostra che c’è “un allineamento” dell’organizzazione con la Russia – ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa a bordo dell’Air Force One diretto in Florida -. “E’ chiaro che l’Opec+ si sta allineando con la Russia con l’annuncio di oggi. E mi limiterò a questo”, ha detto Jean-Pierre.In avvio di giornata sui mercati europei i prezzi del petrolio sono pressoché stabili: i futures sul Brent trattano a 93,4 dollari (+0,07%), quelli sul Light Crude WTI a 87,78 dollari (+0,02%).La decisione dell’Opec+Il Joint Ministerial Monitoring Committee dell’Opec+ ha raccomandato, ieri, un taglio della produzione di petrolio di 2 milioni di barili al giorno. Tale raccomandazione sarà discussa dai ministri prima che prendano una decisione finale. Se venisse approvata, una riduzione di queste dimensioni farebbe probabilmente aumentare i prezzi del petrolio (anche se negli ultimi giorni sono stati in rally, anticipando la decisione), ma rischierebbe di irritare gli Stati Uniti e altri paesi occidentali che stanno combattendo una crisi energetica e il rischio di recessione. Si tratterebbe del più grande taglio alla produzione Opec+ dal 2020, ovvero dal momento più difficile della crisi Covid-19, anche se avrebbe un impatto non traumatico sull’offerta. Diversi paesi esportatori di petrolio stanno infatti già pompando greggio ben al di sotto delle loro quote.(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF) LEGGI TUTTO

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    De Nora, partnership con GES per accelerare sviluppo di batteria a idrogeno

    (Teleborsa) – Industrie De Nora, società quotata su su Euronext Milan e specializzata nell’elettrochimica e nella filiera dell’idrogeno verde, ha stretto una partnership con Green Energy Storage (GES), PMI innovativa specializzata nel settore delle batterie, per la realizzazione di una piattaforma di testing, sviluppo e ottimizzazione del prototipo della batteria a idrogeno brevettata da GES, già validata in laboratorio e in fase di pre-industrializzazione.L’accordo mira a sviluppare un percorso condiviso che possa portare GES al salto definitivo della sua maturità tecnologica e De Nora a un posizionamento su un mercato in crescita come quello degli accumuli, spiega una nota congiunta.”L’idrogeno è un elemento centrale per la transizione energetica europea e mondiale ed è necessario accelerare il passaggio alla scala industriale delle tecnologie più promettenti – ha commentato Christian Urgeghe, CTO di De Nora – Nella partnership con Green Energy Storage, De Nora contribuirà al consolidamento di questa rivoluzionaria tecnologia con la sua esperienza centenaria di leader tecnologico nel settore elettrochimico e con l’entusiasmo da startup che ci contraddistingue”. LEGGI TUTTO

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    Crisi energia, prima risposta dell'Ecofin: accordo su REpowerEU

    (Teleborsa) – Intesa al Consiglio Ecofin riunito oggi a Lussemburgo sull’accordo politico sul testo della proposta “RePowerEU”, che la Commissione europea aveva presentato lo scorso maggio, come prima risposta alla crisi energetica causata dall’invasione russa dell’Ucraina. Con questo accordo, il Consiglio Ue è ora pronto a iniziare il negoziato a tre (“trilogo”) con la Commissione e il Parlamento europeo per arrivare al testo definitivo del pacchetto.La proposta mira ad aggiungere un nuovo capitolo ‘REPowerEU’ ai piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) degli Stati membri dell’Ue nell’ambito del “NextGenerationEU”, al fine di finanziare investimenti chiave e riforme che aiuteranno a raggiungere gli obiettivi della indipendenza energetica dalle fonti fossili russe, e più in generale della transizione energetica verde. Per il gas, in particolare, l’obiettivo è quello di fare a meno di due terzi delle importazioni dalla Russia entro un anno, e di sbarazzarsi dell’ultimo terzo entro il 2026-27. Il pacchetto prevede nuovi obiettivi più ambiziosi per le rinnovabili (dal 40% al 45%)e per l’efficienza energetica (Dal 9% al 13%) da raggiungere entro il 2030, un’iniziativa per accelerare notevolmente i processi di autorizzazione per l’installazione delle rinnovabili, l’introduzione graduale dell’obbligo di installare pannelli solari di tutti gli edifici nuovi, un meccanismo di acquisto comune del gas per gli Stati membri (sul modello sperimentato con i vaccini anti-Covid).Per quanto riguarda il “NextGenerationEU”, viene proposta la riprogrammazione di una serie di investimenti già previsti nei piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr), con sovvenzioni aggiuntive per 20 miliardi di euro (da finanziare con le entrate del sistema Ets di scambio dei permessi di emissione), e con la riallocazione dei prestiti del “NextGeneration EU” che non sono stati ancora richiesti dagli Stati membri a cui erano destinati (per una cifra pari al momento a 225 miliardi di euro). Previsto che 10 miliardi vengano investiti per nuove infrastrutture e connessioni per il gas e 2 miliardi per nuove infrastrutture necessarie in alcuni paesi per compensare le sanzioni contro il petrolio russo. Il resto dei fondi sarà usato per accelerare la transizione energetica verde. Nella sua posizione approvata oggi, il Consiglio Ue chiede diverse modifiche al pacchetto originario presentato dalla Commissione. Per quanto riguarda le fonti di finanziamento dei 20 miliardi di euro aggiuntivi di sovvenzioni, invece di mettere all’asta una parte dei permessi di emissione della “riserva di stabilità” dell’Ets, il Consiglio propone di ricorrere al Fondo per l’innovazione (che a sua volta è finanziato dall’Ets) e di anticipare rispetto ai termini previsti una parte delle vendite dei permessi di emissione.Con queste due soluzioni verrebbero assicurati rispettivamente il 75% e il 25% dei 20 miliardi aggiuntivi. Altra modifica del Consiglio riguarda la “chiave di allocazione” agli Stati membri delle risorse di “REpowerEU”, che la Commissione aveva proposto di lasciare inalterata rispetto alla distribuzione dei fondi previsti dal “NextGenerationEU”, che si riferiva unicamente alle conseguenze causate dalla pandemia di Covid. Il Consiglio ha introdotto una formula che tiene conto della politica di coesione, della dipendenza degli Stati membri dai combustibili fossili e dell’aumento dei costi di investimento. Altra modifica importante, che si annuncia controversa nel successivo “trilogo”, è quella in cui si elimina la nuova scadenza molto ravvicinata (30 giorni dall’entrata in vigore del pacchetto “REpowerEU”) che la Commissione voleva imporre agli Stati membri per decidere se intendono utilizzare o no i prestiti del Recovery plan che erano stati loro riservati. L’intenzione dell’Esecutivo Ue era di aver chiaro al più presto il quadro dei prestiti non utilizzati, in modo da poterli redistribuire agli Stati membri (fra cui pressoché certamente l’Italia) che li richiederanno, ma il Consiglio vuol cancellare questa accelerazione e ristabilire la scadenza originaria del 31 agosto 2023. Alla fine, comunque, prevedendo che il pacchetto sia approvato definitivamente dai co-legislatori a fine anno o inizio 2023, si tratta di una differenza di pochi mesi. LEGGI TUTTO

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    Proposta UE: colonnine ricarica elettrica per auto ogni 60 km

    (Teleborsa) – La commissione per i trasporti e il turismo del Parlamento europeo ha adottato un progetto di mandato negoziale sulla realizzazione di infrastrutture per i combustibili alternativi con 36 voti favorevoli, 2 contrari e 6 astensioni. La proposta mira stimolare la diffusione di stazioni di ricarica o di rifornimento alternative (come elettriche o a idrogeno) per auto, camion, treni e aerei e sostenere l’adozione di veicoli sostenibili.Entro il 2026 le colonnine elettriche di ricarica per auto dovrebbero essere installate almeno ogni 60 km lungo le principali strade dell’UE. I parlamentari suggeriscono inoltre di creare più stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade dell’UE rispetto alla proposta della Commissione (ogni 100 km anziché ogni 150 km) e di farlo più velocemente (entro il 2028 anziché entro il 2031).”Gli utenti di veicoli a carburante alternativo dovrebbero poter pagare facilmente, il prezzo dovrebbe essere visualizzato per kWh o per kg, essere abbordabile, comparabile e accessibile a tutte le marche di veicoli”, si legge nel provvedimento. I deputati vogliono anche creare entro il 2027 un punto di accesso dell’UE per i dati sui combustibili alternativi per fornire informazioni sulla disponibilità, sui tempi di attesa e sui prezzi nelle diverse stazioni.La commissione ha anche votato un progetto di mandato negoziale sulle norme sui combustibili marittimi sostenibili con 36 voti favorevoli, 6 contrari e 2 astensioni. Si mira a ridurre le emissioni di gas serra (GHG) del settore marittimo dalle navi del 2% a partire dal 2025, del 20% a partire dal 2035 e dell’80% a partire dal 2050 (la Commissione ha proposto una riduzione del 13% e del 75%).Ciò si applicherebbe alle navi di stazza lorda superiore a 5000 tonnellate, responsabili in linea di principio del 90% delle emissioni di CO2, a tutta l’energia utilizzata a bordo o tra i porti dell’UE e al 50% dell’energia utilizzata nei viaggi in cui il porto di partenza o di arrivo è al di fuori dell’UE.Una volta che il Parlamento nel suo insieme avrà approvato questo progetto di posizione negoziale alla prossima sessione plenaria di ottobre, i deputati saranno pronti per avviare i colloqui con i governi dell’UE sulla forma definitiva della legislazione. LEGGI TUTTO

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    algoWatt lancia TerniEnergia Progetti: Fabrizio Venturi AD

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di algoWatt, GreenTech Solutions Company quotata su Euronext Milan, ha preso atto della sottoscrizione dell’accordo per l’affitto, alla controllata TerniEnergia Progetti, del ramo d’azienda relativo all’esercizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti fotovoltaici. Con l’operazione, che prevede un corrispettivo annuo pari a 440 mila euro, vengono trasferiti alla subsidiary 14 dipendenti, la licenza del marchio TerniEnergia, l’ufficio tecnico, le attrezzature e i software relativi, nonché i contratti di O&M relativi a 67 impianti fotovoltaici per la potenza complessiva installata di circa 52 MWp.Fabrizio Venturi è stato nominato amministratore unico della TerniEnergia Progetti. Il manager torna nel gruppo dopo l’esperienza come consigliere delegato della ex TerniEnergia dal 2007 al 2017.TerniEnergia Progetti sarà utilizzata dal gruppo algoWatt come General Contractor e come veicolo funzionale alle attività di campo e di EPC, dalla progettazione iniziale, alla realizzazione, alla gestione delle pratiche burocratiche fino al collaudo e messa in funzione degli impianti e alla manutenzione, nei settori delle energie rinnovabili, dell’efficienza energetica, della riqualificazione energetica degli edifici e degli stabilimenti industriali e dell’impiantistica smart e digitale per il monitoraggio e il telecontrollo di impianti di produzione, distribuzione e gestione energetica. LEGGI TUTTO