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    Petrolio, UE impone tetto a 60 dollari al barile su greggio russo

    (Teleborsa) – L’Unione europea ha trovato un’intesa sul Price cap alle forniture di petrolio provenienti via mare dalla Russia e dirette a paesi terzi. L’accordo, raggiunto dai rappresentanti permanenti dei governi presso l’Ue (Coreper), prevede un tetto di 60 dollari al barile e fa seguito agli accordi di massima precedentemente decisi a livello G7. La Polonia, che spingeva per un tetto più basso, ha ritirato la sua obiezione alla proposta europea.”L’accordo dell’Ue sul tetto al prezzo del petrolio, coordinato con il G7 e altri partner, – ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – ridurrà in modo significativo le entrate della Russia, ci aiuterà a stabilizzare i prezzi globali dell’energia, a beneficio delle economie emergenti di tutto il mondo, e sarà regolabile nel tempo così da poter reagire agli sviluppi di mercato”.La soglia stabilita vincolerà in particolare armatori e società di riassicurazioni sul trasporto marittimo sul greggio russo ai paesi terzi, dato che, salvo alcune eccezioni, l’Ue aveva già imposto un bando sulle importazioni di greggio dalla Russia. Nel dettaglio il price cap si presenta come eccezione per il divieto sui servizi di assistenza finanziaria (inclusa assicurazione), tecnica, o di intermediazione prestati da operatori Ue in relazione al trasporto di petrolio dalla Russia verso Stati terzi. Al tempo stesso, si presenta come condizione per l’entrata in vigore di un parallelo divieto di trasporto da parte di operatori Ue dello stesso petrolio. Il cap non incide, invece, sul divieto di importare petrolio via mare nell’Ue, già stabilito e dal 5 dicembre non varranno più le deroghe per i contratti in corso relativi alle importazioni di greggio. Non incide neanche sul divieto di importare petrolio nell’Ue via oleodotto, che tuttavia al momento non è in vigore: c’è solo un impegno unilaterale da parte di Germania e Polonia a interrompere le importazioni entro il 31 dicembre prossimo e un impegno generico del Consiglio a riconsiderare la questione. Gli Stati Uniti hanno accolto con favore le notizie secondo cui l’Unione europea ha raggiunto un accordo sull’imposizione di un tetto massimo per il prezzo del petrolio russo. “Vediamo le notizie ed è uno sviluppo positivo che – ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby – stiano trovando un’intesa verso un tetto del prezzo”.”Accolgo con favore l’accordo politico sul tetto al prezzo del petrolio russo: limitare le entrate energetiche di Mosca è fondamentale per fermare la macchina da guerra russa – ha dichiarato la premier estone Kaja Kallas –. Non è un segreto che volevamo un prezzo più basso. Tuttavia questo è il miglior compromesso che potevamo ottenere oggi. Sono lieta che i partner abbiano accettato la proposta dell’Estonia di rivedere e adeguare il prezzo su base regolare. La condizione concordata è che il tetto del prezzo sia almeno del 5% inferiore al prezzo medio di mercato del petrolio. La prima revisione del prezzo avverrà già a metà gennaio”. LEGGI TUTTO

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    USA, stoccaggi gas calano più delle attese

    (Teleborsa) – Calano più delle attese gli stoccaggi settimanali di gas negli USA. Secondo l’Energy Information Administration (EIA), divisione del Dipartimento dell’Energia americano, gli stoccaggi di gas nella settimana terminata il 25 novembre 2022 sono risultati in calo di 81 BCF (billion cubic feet).Il dato si rivela al di sopra del consensus (-80 BCF). La settimana prima si era registrata una discesa di 84 BCF.Le scorte totali si sono dunque portate a 3.483 miliardi di piedi cubici, risultando in calo del 2,5% rispetto a un anno fa (quando erano pari a 3.572) e in diminuzione del 3,4% rispetto alla media degli ultimi cinque anni (3.569 BCF). LEGGI TUTTO

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    Terna, Donnarumma: “Fondamentali investimenti in reti, rinnovabili e accumuli”

    (Teleborsa) – “Gli investimenti nello sviluppo delle reti di trasmissione e nelle fonti di energia rinnovabili, accompagnati da quelli, non meno rilevanti, in accumuli di energia elettrica, sono fondamentali per abilitare la transizione energetica e per renderci indipendenti dal gas importato”. È quanto ha spiegato l’amministratore delegato di Terna, Stefano Donnarumma, intervenendo oggi al convegno MoltoEconomia.”Terna, coerentemente con il suo ruolo di regista del sistema elettrico nazionale,– ha aggiunto Donnarumma – ha un Piano decennale di Sviluppo della rete da 18,1 miliardi di euro con investimenti tesi a renderla ancora più efficiente rinforzando, in particolare, le dorsali di trasporto dal Sud al Nord del Paese. Investimenti che sono destinati ad aumentare e che hanno visto superare il miliardo di euro nei primi nove mesi del 2022, prima volta nella storia del Gruppo. Questo piano, inoltre, genererà importanti ricadute economiche e occupazionali: numerosi studi hanno evidenziato come ogni miliardo di euro investito in infrastrutture elettriche ne genera circa tre in termini di PIL, con la creazione di circa mille posti di lavoro. Per cogliere le opportunità legate allo sviluppo delle rinnovabili, è anche fondamentale avere un sistema sempre più interconnesso a livello internazionale. Grazie alla sua posizione geografica, l’Italia è al centro del Mediterraneo e può diventare l’hub energetico di collegamento tra il Nord Africa e l’Europa continentale. Terna gestisce già oggi 26 linee elettriche transfrontaliere e nel suo Piano di Sviluppo decennale ha inserito una serie di progetti, oltre a quelli già in corso, per collegare ulteriormente l’Italia con gli altri Paesi confinanti e con quelli nel Mediterraneo. Uno dei principali progetti di interconnessione prevede la realizzazione di un collegamento elettrico sottomarino tra Italia e Tunisia con un elettrodotto lungo oltre 200 chilometri che richiederà un investimento complessivo di 850 milioni di euro. Negli ultimi mesi si sono fatti dei passi in avanti sul fronte delle rinnovabili: a ottobre le richieste di connessione alla rete di trasmissione nazionale di nuovi impianti green hanno raggiunto il valore complessivo di circa 300 GW di potenza, di cui 95GW riguardano impianti eolici offshore per i quali, entro la fine del 2022, Terna rilascerà la soluzione tecnica di connessione – ha proseguito l’ad di Terna –. È un dato significativo, pari a oltre 4 volte il fabbisogno di 70 GW di nuova capacità rinnovabile necessario per raggiungere i target definiti dal nuovo pacchetto UE ‘Fit-for-55’ al 2030. Realizzare questi 70GW porterebbe a un risparmio di oltre 26 miliardi di metri cubi di gas, valore sostanzialmente pari alle quantità che il nostro Paese ha importato dalla Russia negli ultimi dodici mesi. Bisogna proseguire su questa strada e accelerare il più possibile i processi di autorizzazione degli impianti eolici e fotovoltaici. I progetti ci sono, gli investitori e le aree idonee anche, la rete di Terna è e sarà in grado di supportare la crescita. Per accompagnare l’integrazione delle rinnovabili, è necessario un cambio di passo anche nello sviluppo degli accumuli. Purtroppo, negli ultimi anni, gli investimenti in questo campo sono stati insufficienti e Terna ha da tempo evidenziato la necessità di promuovere, specialmente nel Sud Italia, lo sviluppo di capacità di accumulo di grande taglia per accompagnare l’integrazione delle energie rinnovabili nella rete. Per realizzare i 10GW di accumuli previsti dal Pniec al 2030 – ha concluso Donnarumma – si può stimare un investimento complessivo pari a circa 15 miliardi di euro che avrebbe un duplice beneficio: da un lato, un impatto positivo sul PIL pari a oltre 40 miliardi di euro; dall’altro, l’immissione in rete, grazie agli accumuli, di circa 16 terawattora all’anno di energia rinnovabile”. LEGGI TUTTO

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    algoWatt, finanziamento per progetto europeo smart grid

    (Teleborsa) – algoWatt, GreenTech Solutions Company quotata su Euronext Milan, si è aggiudicata un finanziamento di 310 mila euro nell’ambito del programma Horizon Europe per il progetto FlexCHESS – Flexibility services based on Connected and interoperable Hybrid Energy Storage System.Si tratta di un progetto della durata complessiva di 36 mesi e con investimenti pari a circa 2,9 milioni di euro, che ha previsto un finanziamento comunitario di circa 2,3 milioni per il Consorzio coordinato da Universite D’aix Marseille (AMU) e che vede la partecipazione di 10 partner tra società energetiche, utilities, centro di ricerca e atenei.Il progetto FlexCHESS intende rivoluzionare i paradigmi esistenti di gestione dell’accumulo di energia sviluppando un approccio di flessibilità multilivello basato sul concetto di Virtual Energy Storage System (VESS) in grado di immagazzinare l’energia in eccesso attraverso sistemi di accumulo di energia ibridi (HESS), modificandone architettura e comportamento per sostenere le dinamiche di produzione e consumo, cambiamento climatico e mercato dell’energia.FlexCHESS rilascerà una Open Flexibility Platform (OFP) scalabile e configurabile per facilitare l’aggregazione di diverse tecnologie ESS. A questo propositi, algoWatt coordinerà le attività preposte all’implementazione e all’integrazione delle funzionalità intelligenti della OF. LEGGI TUTTO

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    Ascopiave cede a Hera l'8% di EstEnergy per 79,2 milioni di euro

    (Teleborsa) – Ascopiave, gruppo quotato su Euronext STAR Milan e uno dei principali operatori nazionali nel settore della distribuzione del gas naturale, ha siglato con Hera, multiservizi quotata su Euronext Milan, l’accordo per la cessione di una quota dell’8% del capitale di EstEnergy, la joint venture commerciale nata nel 2019 e che costituisce il maggiore operatore energy del Nord-Est con oltre un milione di clienti. Il valore di cessione ha come base il fair market value della società, stimato in 79,2 milioni di euro con pagamento nel mese di dicembre 2022.La cessione deriva dall’esercizio parziale dell’opzione di vendita detenuta da Ascopiave sulla propria partecipazione nella società, così come stabilito negli accordi sottoscritti tra le parti in occasione della costituzione della partnership, spiega una nota.Per effetto dell’operazione, che verrà perfezionata entro la fine del 2022, la partecipazione di Hera in EstEnergy salirà al 60% mentre Ascopiave continuerà a detenere il 40% del capitale.L’operazione consentirà al Gruppo Ascopiave di migliorare la sostenibilità della propria struttura patrimoniale, contribuendo alla copertura finanziaria degli investimenti di medio periodo nelle attività core e di diversificazione. Hera, invece, rafforza ulteriormente la propria presenza nel Nord Est. LEGGI TUTTO

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    Acinque, CdA ufficializza Stefano Cetti come nuovo AD

    (Teleborsa) – Il consiglio di amministrazione di Acinque (già Acsm Agam), multiutility quotata su Euronext Milan e controllata da A2A, ha nominato per cooptazione Stefano Cetti, conferendogli contestualmente l’incarico di amministratore delegato. Cetti non detiene azioni della società.L’annuncio era già stato fatto e la delibera è arrivata a seguito delle dimissioni di Paolo Soldani, presentate il 6 ottobre scorso con decorrenza 30 novembre. LEGGI TUTTO

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    Saras, chiuso perchè “fatto non sussiste” processo su greggio Iraq

    (Teleborsa) – Saras, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore della raffinazione del petrolio e nella produzione di energia elettrica, ha comunicato che, in relazione al procedimento giudiziario relativo all’acquisto di grezzo di provenienza dalla Regione Autonoma del Kurdistan nel periodo 2015-2016, il GUP di Cagliari, accogliendo integralmente le richieste delle difese, in esito all’udienza odierna ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere nei confronti della società e di tutti i dirigenti indagati perché il fatto non sussiste.”Saras esprime soddisfazione per l’esito del procedimento”, si legge in una nota. LEGGI TUTTO

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    UE spende oltre 15 miliardi per import di prodotti energetici green

    (Teleborsa) – Nel 2021 l’Unione europea ha speso 15,2 miliardi di euro per le importazioni di prodotti energetici green (tra cui turbine eoliche, pannelli solari e biocarburanti liquidi) da paesi al di fuori dell’UE. Lo ha comunicato l’Eurostat, sottolineando che, nel frattempo, l’UE ha esportato prodotti energetici green per 6,5 miliardi di euro verso paesi al di fuori dell’UE.Nello specifico, l’UE ha importato pannelli solari per un valore di 11,2 miliardi di euro, biocarburanti liquidi per un valore di 3,4 miliardi di euro e turbine eoliche per un valore di 0,6 miliardi di euro da paesi al di fuori dell’UE. Il valore delle importazioni di pannelli solari e biocarburanti liquidi era molto superiore al corrispondente valore delle esportazioni dell’UE di tali beni verso paesi al di fuori dell’UE (le esportazioni ammontavano rispettivamente a 2,0 miliardi di euro e 1,3 miliardi di euro). Al contrario, il valore delle esportazioni di turbine eoliche verso i paesi extra UE è stato di gran lunga superiore al valore delle importazioni (3,3 miliardi di euro).In termini di valore, le importazioni di turbine eoliche, biocarburanti liquidi e pannelli solari nell’UE nel 2021 sono state superiori rispetto al 2012, mostrando un aumento complessivo delle importazioni di prodotti energetici green (+416%, +7% e +2% , rispettivamente). Anche le esportazioni di tutti e tre i prodotti sono state superiori rispetto al 2012 (+13%, +173% e +4%, rispettivamente). Tuttavia, sottolinea l’Eurostat, mentre negli ultimi tre anni si è assistito a un aumento delle esportazioni di turbine eoliche e pannelli solari, si è registrata una diminuzione dell’esportazione di biocarburanti liquidi. LEGGI TUTTO