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    INPS, Fava: conti sono in equilibrio

    (Teleborsa) – “L’Inps non può più essere solo un ente che distribuisce risorse ma deve diventare un partner attivo del mondo del lavoro, capace di favorire l’occupazione e migliorare la qualità della vita delle persone”. Così Gabriele Fava, presidente dell’Inps in un’intervista a Famiglia cristiana”Il sistema pensionistico è assolutamente sostenibile e non ha bisogno di interventi straordinari”, sottolinea Fava, invitando a diffidare dei catastrofismi. “L’Inps non fallirà mai, i conti sono in equilibrio”. Al centro della riforma illustrata da Fava c’è il concetto di welfare generativo, un approccio che si distanzia dalla tradizionale logica assistenzialistica. “Il sistema attuale non può più reggersi solo sulla distribuzione passiva delle risorse. Serve una nuova visione, che metta al centro la persona e che sappia rispondere in modo personalizzato alle sue esigenze lungo tutto il ciclo di vita”. LEGGI TUTTO

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    Sanità pubblica, Gimbe: “Emergenza del paese: crisi del personale, frattura nord-sud, spesa famiglie +10,3%”

    (Teleborsa) – “Il Rapporto che la Fondazione GIMBE pubblica periodicamente rappresenta un prezioso spaccato di analisi sulle condizioni e i problemi della sanità in Italia. L’edizione di quest’anno, dedicata alle criticità del sistema sanitario, acquisisce un interesse particolare, ponendosi come sollecitazione all’applicazione dei principi di universalità e uguaglianza sanciti dalla Costituzione. Il Servizio Sanitario Nazionale costituisce, infatti, una risorsa preziosa ed è pilastro essenziale per la tutela del diritto alla salute, nella sua duplice accezione di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. La sua efficienza è frutto, naturalmente, delle risorse dedicate e dei modelli organizzativi applicati, responsabilità, quest’ultima, affidata alle Regioni. Per garantire livelli sempre più elevati di qualità nella prevenzione, nella cura e nell’assistenza, è necessaria la costante adozione di misure sinergiche da parte di tutti gli attori coinvolti”. È quanto afferma il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione della presentazione – presso la Sala Capitolare del Senato della Repubblica – del settimo Rapporto sul Servizio Sanitario Nazionale (SSN).”Dati, narrative e sondaggi di popolazione – esordisce Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE – dimostrano che oggi la vera emergenza del Paese è il Servizio Sanitario Nazionale”. Un divario della spesa sanitaria pubblica pro capite di 889 euro rispetto alla media dei paesi OCSE membri dell’Unione Europea, con un gap complessivo che sfiora i 52,4 miliardi di euro; la crisi motivazionale del personale che abbandona il SSN; il boom della spesa a carico delle famiglie (+10,3%); quasi 4,5 milioni di persone che nel 2023 hanno rinunciato alle cure, di cui 2,5 milioni per motivi economici; le inaccettabili diseguaglianze regionali e territoriali; la migrazione sanitaria e i disagi quotidiani sui tempi di attesa e sui pronto soccorso affollati “dimostrano – continua Cartabellotta – che la tenuta del SSN è prossima al punto di non ritorno, che i princìpi fondanti di universalismo, equità e uguaglianza sono stati ormai traditi e che si sta lentamente sgretolando il diritto costituzionale alla tutela della salute, in particolare per le fasce socio-economiche più deboli, gli anziani e i fragili, chi vive nel Mezzogiorno e nelle aree interne e disagiate”.Definanziamento cronico – “La grave crisi di sostenibilità del SSN – afferma Cartabellotta – è frutto anzitutto del definanziamento attuato negli ultimi 15 anni da tutti i Governi, che hanno sempre visto nella spesa sanitaria un costo da tagliare ripetutamente e non una priorità su cui investire in maniera costante: hanno scelto di ridurre il perimetro della tutela pubblica per aumentare i sussidi individuali, con l’obiettivo di mantenere il consenso elettorale, ignorando deliberatamente che qualche decina di euro in più in busta paga non compensano certo le centinaia di euro da sborsare per un accertamento diagnostico o una visita specialistica”. Il Fabbisogno Sanitario Nazionale (FSN) dal 2010 al 2024 è aumentato complessivamente di 28,4 miliardi di euro, in media 2 miliardi di euro per anno, ma con trend molto diversi. Nel periodo pre-pandemico (2010-2019) alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi di euro tra “tagli” per il risanamento della finanza pubblica e minori risorse assegnate rispetto ai livelli programmati. Negli anni 2020-2022 il FSN è aumentato di ben 11,6 miliardi di euro, una cifra tuttavia interamente assorbita dai costi della pandemia COVID-19, che non ha permesso un rafforzamento strutturale del SSN né consentito alle Regioni di mantenere in ordine i bilanci. Per gli anni 2023-2024 il FSN è aumentato di 8.653 milioni di euro: tuttavia, nel 2023 1.400 milioni di euro sono stati assorbiti dalla copertura dei maggiori costi energetici e dal 2024 oltre 2.400 milioni di euro sono destinati ai doverosi rinnovi contrattuali del personale. Le previsioni per il prossimo futuro non lasciano intravedere alcun rilancio del finanziamento pubblico per la sanità: infatti, secondo il Piano Strutturale di Bilancio deliberato lo scorso 27 settembre in Consiglio dei Ministri, il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,3% nel 2024-2025 al 6,2% nel 2026-2027. A fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 2,8%, nel triennio 2025-2027 il Piano Strutturale di Bilancio stima una crescita media della spesa sanitaria del 2,3% annuo. “Questi dati – spiega Cartabellotta – confermano il continuo e progressivo definanziamento del SSN che non tiene conto dell’emergenza sanità e prosegue ostinatamente nella stessa direzione dei Governi precedenti”.Crescita del peso sulle famiglie – Rispetto al 2022, nel 2023 i dati ISTAT documentano che l’aumento della spesa sanitaria totale (+ 4.286 milioni di euro) è stato sostenuto esclusivamente dalle famiglie come spesa diretta (+3.806 milioni di euro) o tramite fondi sanitari e assicurazioni (+553 milioni di euro), vista la sostanziale stabilità della spesa pubblica (-73 milioni di euro). “Le persone – spiega Cartabellotta – sono costrette a pagare di tasca propria un numero crescente di prestazioni sanitarie, con pesanti ripercussioni sui bilanci familiari. Una situazione in continuo peggioramento, che rischia di lasciare l’universalismo del SSN solo sulla carta, visto che l’accesso alle prestazioni è sempre più legato alla possibilità di sostenere personalmente le spese o di disporre di un fondo sanitario o una polizza assicurativa. Che, in ogni caso, non potranno mai garantire nemmeno ai più abbienti una copertura totale come quella offerta dal SSN”. La spesa out-of-pocket – ovvero quella pagata direttamente dai cittadini – che nel periodo 2021-2022 ha registrato un incremento medio annuo dell’1,6% (+5.326 di euro in 10 anni), nel 2023 si è impennata aumentando del 10,3% (+3.806 milioni di euro) in un solo anno. “Una cifra enorme – commenta il Cartabellotta – e largamente sottostimata, in quanto arginata da vari fenomeni: la limitazione delle spese per la salute, l’indisponibilità economica temporanea e, soprattutto, la rinuncia alle cure”. Infatti, secondo l’ISTAT nel 2023 4,48 milioni di persone hanno rinunciato a visite specialistiche o esami diagnostici pur avendone bisogno, per uno o più motivi: lunghi tempi di attesa, difficoltà di accesso (struttura lontana, mancanza di trasporti, orari scomodi), problemi economici (impossibilità di pagare, costo eccessivo). E per motivi economici nel 2023 hanno rinunciato alle cure quasi 2,5 milioni di persone (4,2% della popolazione), quasi 600mila in più dell’anno precedente.Crolla la spesa per la prevenzione – Rispetto al 2022, nel 2023 la spesa per i “Servizi per la prevenzione delle malattie” si riduce di ben 1.933 milioni di euro (-18,6%). “Tenendo conto che la prevenzione – commenta Cartabellotta – è la “sorella povera” del SSN, al quale viene allocato circa il 6% del finanziamento pubblico, tale riduzione rappresenta un’ulteriore spia del sotto-finanziamento che, inevitabilmente, costringe Regioni e Aziende sanitarie a sottrarre risorse ad un settore sì fondamentale, ma considerato differibile. Ma tagliare oggi sulla prevenzione avrà un costo altissimo in termini di salute negli anni a venire, documentando la miopia di queste scelte di breve periodo”.Crisi del personale sanitario – “La sanità pubblica – commenta Cartabellotta – sta sperimentando una crisi del personale sanitario senza precedenti: inizialmente dovuta al definanziamento del SSN e ad errori di programmazione, oggi, dopo la pandemia, è aggravata da una crescente frustrazione e disaffezione per il SSN. Turni massacranti, burnout, basse retribuzioni, prospettive di carriera limitate ed escalation dei casi di violenza stanno demolendo la motivazione e la passione dei professionisti, portando la situazione verso il punto del non ritorno”. I dati raccolti da organizzazioni sindacali e di categoria documentano infatti il progressivo abbandono del SSN: secondo la Fondazione ONAOSI, tra il 2019 e il 2022 il SSN ha perso oltre 11mila medici per licenziamenti o conclusione di contratti a tempo determinato e ANAAO-Assomed stima ulteriori 2.564 abbandoni nel primo semestre 2023. L’Italia dispone complessivamente di 4,2 medici ogni mille abitanti, un dato superiore alla media OCSE (3,7), ma sta sperimentando il progressivo abbandono del SSN e carenze selettive: oltre ai medici di famiglia, alcune specialità mediche fondamentali non sono più attrattive per i giovani medici, che disertano le specializzazioni in medicina d’emergenza-urgenza, medicina nucleare, medicina e cure palliative, patologia clinica e biochimica clinica, microbiologia, e radioterapia. “Ma la vera crisi – continua Cartabellotta – riguarda il personale infermieristico: nonostante i crescenti bisogni, anche per la riforma dell’assistenza territoriale, il numero di infermieri è largamente insufficiente e, soprattutto, le iscrizioni al Corso di Laurea sono in continuo calo, con sempre meno laureati”. Con 6,5 infermieri ogni mille abitanti, l’Italia è ben al di sotto della media OCSE (9,8), collocandosi tra i paesi europei con il più basso rapporto infermieri/medici (1,5 a fronte di una media europea di 2,4). Inoltre, nel 2022 i laureati in Scienze Infermieristiche sono stati appena 16,4 per 100mila abitanti, rispetto ad una media OCSE di 44,9, lasciando l’Italia in coda alla classifica prima solo del Lussemburgo e della Colombia. Per l’Anno Accademico 2024-2025 sono state presentate 21.250 domande per il Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche a fronte di 20.435 posti, un dato che dimostra la mancata attrattività di questa professione.Livelli Essenziali di Assistenza e divario Nord-Sud – Rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) – le prestazioni e i servizi che il SSN è tenuto a fornire a tutti i cittadini gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket – nel 2022 solo 13 Regioni rispettano gli standard essenziali di cura, con un ulteriore aumento del divario Nord-Sud: Puglia e Basilicata sono le uniche Regioni promosse al Sud, ma comunque in posizioni di coda. “Siamo di fronte – commenta Cartabellotta – ad una vera e propria frattura strutturale Nord-Sud nell’esigibilità del diritto alla tutela della salute. A questo quadro si aggiunge la legge sull’autonomia differenziata, che affonderà definitivamente la sanità del Mezzogiorno, assestando il colpo di grazia al SSN e innescando un disastro sanitario, economico e sociale senza precedenti che avrà conseguenze devastanti per milioni di persone”.Mobilità sanitaria e conseguenze economiche – Anche la mobilità sanitaria evidenzia la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, con i residenti delle Regioni del Centro-Sud spesso costretti a spostarsi in cerca di cure migliori. In particolare nel decennio 2012-2021 le Regioni del Mezzogiorno hanno accumulato un saldo negativo pari a 10,96 miliardi di euro. “L’aumento della migrazione sanitaria ha effetti economici devastanti non solo sulle famiglie – aggiunge Cartabellotta – ma anche sui bilanci delle Regioni del Mezzogiorno, che risultano ulteriormente impoverite”.Stato di avanzamento del PNRR – Al 30 giugno 2024 sono stati raggiunti i target europei che condizionano il pagamento delle rate all’Italia. “Tuttavia, effettuata la “messa a terra” dei progetti – spiega Cartabellotta – la loro attuazione già risente delle diseguaglianze regionali, in particolare tra Nord e Sud del Paese”. I risultati preliminari del quarto Monitoraggio Agenas sul DM 77/2022 documentano che, al 30 giugno 2024 sono stati dichiarati attivi dalle Regioni il 19% delle Case di Comunità (268 su 1.421), il 59% delle Centrali Operative Territoriali (362 su 611) e il 13% degli Ospedali di Comunità (56 su 429), con ritardi particolarmente marcati nel Mezzogiorno. Il target intermedio sulla percentuale di over 65 in assistenza domiciliare è stato raggiunto a livello nazionale e in tutte le Regioni tranne che in tre Regioni del Sud. Al 31 luglio 2024 sono stati realizzati il 52% dei posti letto di terapia intensiva e il 50% di quelli di terapia sub-intensiva, con nette differenze regionali. “La Missione Salute del PNRR – chiosa Cartabellotta – è una grande opportunità, che rischia di essere vanificata se non integrata in un piano di rafforzamento complessivo della sanità pubblica: non può e non deve diventare una costosa “stampella” per sorreggere un SSN claudicante. Peraltro, la legge sull’autonomia differenziata va “in direzione ostinata e contraria” agli obiettivi dell’intero PNRR che prevedono di ridurre le diseguaglianze regionali e territoriali. Così facendo, non solo si tradiscono le finalità del PNRR, ma si indebitano le future generazioni per aggravare ulteriormente le disparità nell’accesso alle cure tra Nord e Sud”.”Perdere il SSN – conclude Cartabellotta – non significa solo compromettere la salute delle persone, ma soprattutto mortificarne la dignità e ridurre le loro capacità di realizzare ambizioni e obiettivi. È per questo che la Fondazione GIMBE ha aggiornato il Piano di Rilancio del SSN: un programma chiaro in 13 punti che prescrive la terapia necessaria a salvare il nostro SSN “malato”. Un piano che ha come bussola l’articolo 32 della Costituzione e il rispetto dei princìpi fondanti del SSN e mette nero su bianco le azioni indispensabili per potenziarlo con risorse adeguate, riforme coraggiose e una radicale e moderna riorganizzazione. Per attuare questo piano, la Fondazione GIMBE invoca un nuovo patto politico e sociale, che superi divisioni ideologiche e avvicendamenti dei Governi, riconoscendo nel SSN un pilastro della nostra democrazia, uno strumento di coesione sociale e un motore per lo sviluppo economico dell’Italia. Un patto che chiede ai cittadini di diventare utenti informati e responsabili, consapevoli del valore del SSN, e a tutti gli attori della sanità di rinunciare ai privilegi acquisiti per salvaguardare il bene comune”. LEGGI TUTTO

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    Uvet Hotels apre altre otto strutture in Italia in mete di prestigio

    (Teleborsa) – Salgono a undici le strutture alberghiere complessive a marchio Uvet Hotels tra Italia ed estero. La società del gruppo Uvet (importante polo italiano del turismo) specializzata nella gestione di hotel e resort in tutto il mondo, ha infatti acquisito la gestione di otto nuovi hotel in mete di prestigio: l’Hotel Piccolo di Portofino, il Royal di Positano, il Palumbalza di Porto Rotondo, l’Alaska di Cortina d’Ampezzo, l’Hotel Les Jumeaux di Courmayeur, il Miramonti di Corvara, il Ca’ Zusto e l’Hotel Giudecca a Venezia (oltre a Sicilia, Milano e Maldive).Uvet Hotels diventa così l’unico gruppo italiano a gestire queste sette destinazioni di lusso in Italia e può offrire complessivamente oltre 770 camere in tutto il mondo.”Sono orgoglioso di annunciare l’acquisizione della gestione di otto nuovi hotel nelle più prestigiose destinazioni italiane e del mondo. L’espansione di Uvet Hotels in Italia dimostra la strategia del Gruppo mirata a cogliere le opportunità dettate dal crescente interesse e dalla domanda in aumento da parte sia dei turisti stranieri sia italiani, verso il nostro Paese – ha commentato Luca Patanè, Presidente del Gruppo Uvet – Stiamo puntando su località esclusive che offrono un’esperienza autentica e un servizio personalizzato, con l’obiettivo di rispondere al meglio alle aspettative di una clientela internazionale esigente”.Uvet Hotels, in ottica di continuità operativa, ha deciso di confermare l’organico degli hotel pari a oltre 200 persone.Le nuove strutture si aggiungono al Gangehi Island Resort delle Maldive, al Baia dei Mulini Resort in Sicilia e all’Hotel Berna di Milano, portando a undici il totale delle strutture alberghiere gestite da Uvet Hotels. LEGGI TUTTO

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    TTG 2024, inaugura domani a Rimini la 61esima edizione

    (Teleborsa) – Il mondo del turismo si dà appuntamento a Rimini. Parte infatti domani, nei padiglioni della fiera di Rimini, la 61esima edizione di TTG Travel Experience organizzata da Italian Exhibition Group (IEG), in concomitanza con InOut|The Contract Community, l’appuntamento dedicato all’intera community dell’indoor e dell’outdoor per l’accoglienza turistica. Con 2.700 brand espositori, 55 start-up e oltre mille buyer esteri provenienti da 75 Paesi, il quartiere fieristico di Rimini è pronto ad accogliere la più ampia offerta turistica italiana con le 20 Regioni e più di 66 destinazioni estere (11 in più rispetto all’edizione 2023).TTG Travel Experience e InOut|The Contract Community saranno inaugurate ufficialmente alle ore 12 nella Main Arena (Hall Sud). Alla cerimonia di apertura, moderata dal giornalista Claudio Calì, interverranno Maurizio Ermeti, Presidente di Italian Exhibition Group, Jamil Sadegholvaad, Sindaco di Rimini, Andrea Corsini, Assessore al Turismo della Regione Emilia-Romagna, Pier Ezhaya, Presidente di ASTOI-Confindustria Viaggi, Franco Gattinoni, Presidente di FTO-Federazione Turismo Organizzato, Flavio Ghiringhelli, Presidente di IBAR-Italian Board Airline Representatives, Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi, Federico Pedini Amati, Segretario di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino, Gian Marco Centinaio, Vicepresidente Senato della Repubblica e Daniela Santanchè, Ministro per il Turismo.”Veritas” è il tema portante dell’edizione di quest’anno, un vero e proprio monito per il settore turistico, che oggi più che mai ha l’esigenza di basarsi su racconti veritieri dei territori, dati di tendenza certi, analisi di mercato scientificamente comprovabili. “Saranno oltre 200 gli eventi organizzati nelle nove arene della fiera con più di 250 voci autorevoli del settore, che per tre giorni – spiega Gloria Armiri, a capo della divisione Travel & Tourism di IEG – affronteranno i temi attuali che attraversano tutta l’industria turistica, dalle nuove tendenze dell’hospitality, alla leadership femminile nel mondo del lavoro fino all’inclusione sociale, dalle neuroscienze per il settore, fino all’impatto del cambiamento climatico sul turismo”. Tra gli obiettivi principali, quello di offrire l’opportunità di intercettare i nuovi trend del settore, esplorare nuovi format turistici e fornire ai professionisti strumenti, idee e occasioni di confronto per ampliare il proprio business. Grazie all’analisi condotta dall’Osservatorio Travel Innovation del Politecnico di Milano, in anteprima saranno presentati in fiera i dati sul mercato dei viaggi nel 2024, suddivisi secondo diversi ambiti: ospitalità, mobilità, turismo organizzato ed esperienze outdoor. Uno sguardo sul futuro sarà offerto da Travel&Hospitality Vision +25 by TTG, in grado di rivelare i segnali che orienteranno le scelte del mercato turistico nei prossimi tre anni.Un’importante novità, infine, riguarda InOut|The Contract Community: in fiera sarà assegnato per la prima volta l’ADI InOut Hospitality Design Award, il riconoscimento in collaborazione con ADI – Associazione per il disegno industriale che premierà i migliori progetti dedicati all’hospitality. LEGGI TUTTO

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    Trenitalia e SkyTeam: accordo per collegamenti aerei e ferroviari in un’unica prenotazione

    (Teleborsa) – Trenitalia (Gruppo FS) e SkyTeam, alleanza fra compagnie aeree, hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU) per offrire itinerari combinati “aereo + treno” in un’unica prenotazione. La partnership permetterà a chi arriva in Italia con un volo di una compagnia aerea parte di SkyTeam di raggiungere un’ampia gamma di destinazioni in tutto il Paese con i treni ad alta velocità di Trenitalia. Ad esempio, i viaggiatori potranno volare da New York-JFK a Roma Fiumicino, ritirare i bagagli, salire a bordo di un Frecciarossa e raggiungere una delle destinazioni servite. “Siamo lieti di unire le forze con Trenitalia, rinforzando così la strategia di viaggio intermodale di SkyTeam per offrire collegamenti ferroviari ad alta velocità e di alta qualità che mettono a disposizione maggiore flessibilità e scelta per i clienti, sostenendo al contempo il nostro obiettivo di fornire viaggi all’avanguardia – ha affermato Patrick Roux, CEO di SkyTeam –. L’Italia è un importante mercato globale per i viaggiatori d’affari e leisure e, grazie alla collaborazione con Trenitalia, possiamo offrire ai clienti più opzioni per andare dove vogliono, come vogliono, usufruendo al tempo stesso dei numerosi vantaggi per cui SkyTeam è conosciuta”.”La collaborazione con SkyTeam avvicina Trenitalia alla nostra visione di essere uno dei principali attori nel mercato europeo del trasporto ferroviario, proponendo ai clienti viaggi in treno affidabili e di alta qualità integrati con gli orari dei voli internazionali – ha affermato Mario Alovisi, Direttore Marketing di Trenitalia e CEO di Italia Loyalty –. Siamo entusiasti di intraprendere un viaggio insieme a SkyTeam in una missione condivisa per rendere i viaggi più intermodali e non vediamo l’ora di accogliere i clienti SkyTeam nel vasto network Frecciarossa in tutta Italia”. Una volta che la partnership sarà effettiva, i membri frequent flyer di SkyTeam potranno guadagnare e spendere miglia quando viaggiano su corse Frecciarossa selezionate; allo stesso modo, i membri di CartaFRECCIA, il programma fedeltà per i viaggiatori di Trenitalia, che ha superato i 10 milioni di iscritti, potranno guadagnare e spendere punti viaggiando su voli SkyTeam selezionati. I servizi SkyPriority saranno offerti, laddove possibile, nelle stazioni ferroviarie, a vantaggio dei membri SkyTeam Elite ed Elite Plus e dei membri CartaFRECCIA Platinum e Gold di Trenitalia.Attualmente, sono 14 le compagnie aeree parte di SkyTeam che raggiungono l’Italia dall’Europa, dall’America, dal Medio Oriente, dall’Africa, dall’ Asia e dalla Cina. La partnership di SkyTeam con Trenitalia rientra nell’obiettivo dell’alleanza aerea globale di rendere i viaggi più integrati e fluidi. Trenitalia punta sull’intermodalità e sulla sostenibilità e offre collegamenti per 23 aeroporti italiani, compreso l’hub di Roma Fiumicino di SkyTeam. Frecciarossa fa parte del network delle Frecce che raggiunge 150 destinazioni in Italia con oltre 270 collegamenti giornalieri, e corre anche sui binari di Spagna e Francia. Le città italiane servite dalle compagnie aeree parte di SkyTeam includono Roma, Milano, Torino, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Verona, Palermo, Catania, Bari, Cagliari. LEGGI TUTTO

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    CDP e Banca Finint investono con Hines nel senior housing a Milano

    (Teleborsa) – CDP sceglie per il suo primo investimento nel senior housing a Milano il progetto di riqualificazione dell’Ex Trotto, l’impianto ippico dismesso nel 2012 nel quartiere di San Siro. L’iniziativa è promossa da Hines in qualità di co-investitore e development manager e contribuirà alla realizzazione di 360 unità abitative di senior housing in locazione a canone convenzionato e dei relativi servizi dedicati volti a promuovere la socializzazione e lo scambio intergenerazionale.L’operazione rientra nel più ampio progetto di rigenerazione urbana e sociale, presentato da Hines a settembre 2023, che interesserà i 130mila metri quadrati dell’area del capoluogo lombardo. Nel dettaglio, CDP Real Asset SGR attraverso il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale (FNAS) si impegna per una cifra che potrà salire progressivamente fino a 50 milioni di euro. Le nuove risorse confluiranno nel fondo Affordable Senior Housing ITA (AshITA – che in giapponese significa domani) la cui gestione sarà affidata a Prelios SGR e che sarà aperto alla sottoscrizione di ulteriori investitori. Al fianco di CDP RA c’è Banca Finint in qualità di co-investitore con 15 milioni di euro a valere sul Fondo Tematico Piani Urbani Integrati (Fondo PUI), lanciato dal Ministero degli Interni e dalla Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per gestire nell’ambito di NextGenerationEU le risorse del PNRR destinate a rafforzare i Piani Urbani Integrati delle 14 Città Metropolitane d’Italia in partnership con Finint Investments e con il gruppo di consulenza Sinloc.L’investimento congiunto da parte di CDP e Finint prevede l’acquisto da parte del fondo AshITA di una porzione dell’Ex Trotto nella quale verranno realizzate in più fasi le residenze dedicate agli over 65 autosufficienti, i relativi servizi e nuovi spazi verdi aperti alla comunità. L’obiettivo del Fondo sarà di arrivare a un investimento di circa 250 milioni di euro.Il progetto ha già completato l’iter relativo alla firma della Convenzione Urbanistica, che prevede l’inizio dei lavori entro la fine del 2025 e la consegna dei primi spazi alla città a partire dal 2027.”Con questo secondo programma di investimento dedicato agli over 65 autosufficienti, diamo un ulteriore impulso ad un asset class ancora non consolidata in Italia: la terza delle 3 ESSE dell’abitare sociale – social, student e senior housing – che sono al centro della nostra attività. Al tempo stesso – attraverso la valorizzazione di un “vuoto urbano” – contribuiamo al processo di rigenerazione urbana di Milano”, commenta Giancarlo Scotti, AD di CDP Real asset SGR, che sottolinea come anche nel progetto Ex Trotto l’intervento di CDP sia caratterizzato “dal suo ruolo istituzionale di catalizzatore di importanti risorse di mercato ed europee su iniziative del nostro Paese a forte impatto economico e sociale”.”Banca Finint e Finint Investments, forti dell’esperienza e della collaborazione di Sinloc, sono orgogliosi di essere promotori attivi di questa iniziativa che persegue obiettivi di inclusione sociale e sostenibilità ambientale, perfettamente allineati a quelli del fondo tematico dei Piani Urbani Integrati – ha detto Lucio Izzi, AD del Gruppo Banca Finint – In particolare, questo progetto nell’area ex Trotto di Milano conferma il nostro impegno per rispondere ad un fabbisogno abitativo sempre più forte nel nostro Paese”.”La partnership strategica con investitori istituzionali di alto profilo come CDP Real Asset ed il Gruppo Banca Finint, che mettono al lavoro capitali con un orizzonte di lungo periodo, rappresenta un importante riconoscimento del valore sociale del modello di sviluppo urbano sostenibile e innovativo che contraddistingue Ex Trotto Milano”, ha dichiarato Mario Abbadessa, senior managing director & country head di Hines in Italia.”Riteniamo che per creare valore sostenibile nel lungo termine sia necessario intercettare i megatrend sociali e demografici che stanno emergendo con sempre maggiore pervasività, tra questi l’innalzamento dell’età demografica e il disagio abitativo sono fenomeni che necessitano da subito di risposte concrete”, ha commentato Patrick Del Bigio, AD Prelios SGR. LEGGI TUTTO

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    Cassa di Risparmio di Asti rimanda l’approvazione della semestrale

    (Teleborsa) – Cassa di Risparmio di Asti ha comunicato che il Consiglio di Amministrazione della banca per l’approvazione del resoconto semestrale individuale e del resoconto semestrale consolidato al 30 giugno 2024 è stato differito al 10 ottobre. Il 27 settembre era stato comunicato che il CdA si sarebbe tenuto oggi, 8 ottobre.I risultati preliminari sono stati diffusi lo scorso 8 agosto, mostrando un utile netto individuale e consolidato pari rispettivamente a 29,7 milioni di euro (+11,1%) e a 25,4 milioni di euro (+39,6%). LEGGI TUTTO

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    Cimolai, primo semestre positivo con ricavi in crescita del 35%

    (Teleborsa) – Cimolai, società friulana attiva nel settore delle strutture metalliche, prosegue il percorso di rilancio dopo le difficoltà finanziarie degli ultimi anni, archiviando un primo semestre 2024 positivo: 177 milioni di euro di ricavi, in crescita del 35% sul primo semestre 2023, EBITDA di 16 milioni di euro, superiore rispetto alle previsioni del Piano, utile netto di oltre 8 milioni, e posizione finanziaria netta, comprensiva del debito concordatario, di 157 milioni di euro, migliore del 16% rispetto alle previsioni del piano. Il portafoglio ordini si conferma in linea con i volumi cumulativamente previsti per il 2024 e il 2025, attestandosi a 760 milioni di euro per l’intero Gruppo, di cui 650 milioni di euro in capo a Cimolai SpA.Positive anche le previsioni sui risultati annuali del 2024, con stime di ricavi per 360 milioni di euro, EBITDA da 31 milioni di euro, utile netto atteso di 13 milioni e posizione finanziaria netta di 151,6 milioni di euro. “Siamo molto soddisfatti delle performance registrate, che confermano la solidità e la resilienza del nostro modello operativo – ha commentato il presidente esecutivo Marco Sciarra – I risultati raggiunti sono il frutto di un lavoro costante volto all’efficientamento e all’ottimizzazione delle risorse. Proseguiremo su questa strada, mantenendo alta l’attenzione sulla riduzione dei costi e sull’incremento della competitività, in linea con la nostra strategia di crescita sostenibile”. Il presidente ha ringraziato al pool bancario e a SACE, che da inizio agosto 2024 forniscono un “prezioso supporto” in termini di garanzie finanziarie legate alle commesse. Grazie a questo intervento, Cimolai è ora in grado di accelerare quelle attività commerciali che erano rimaste più contenute nel 2023 e durante il primo semestre del 2024. LEGGI TUTTO