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    “I longevi e il risparmio”: presentato l’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy

    (Teleborsa) – È stato presentato, presso il Salone del Risparmio a Milano, l’Osservatorio Silver Economy Censis-Tendercapital 2023, “I longevi e il risparmio: valori e scelte”. Dalla ricerca emerge una fotografia nitida della condizione economica dei longevi di oggi, una generazione dedita al risparmio e pronta a salvaguardare il proprio sistema di welfare con la sua ricchezza e i propri investimenti.La generazione del risparmio – Le attuali generazioni di anziani beneficiano di un benessere economico più alto dei coetanei di altre epoche e di quello che gli attuali giovani e adulti si attendono per la loro longevità. Un benessere che gli anziani hanno costruito nel tempo grazie alla contribuzione, a cui devono la pensione, e alla buona gestione dei risparmi accumulati. Attualmente, una famiglia, con capofamiglia una persona anziana, rispetto a una con capofamiglia con età sino a 40 anni, ha un valore della ricchezza netta media superiore del 50,8% e un valore delle attività finanziarie superiore del 100,7%.L’indicatore demografico e l’economia dell’età longeva – Dall’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy emerge come le persone che hanno compiuto 65 anni, considerate comunemente anziane, siano in aumento: sono 14.177.445 e rispetto a venti anni fa si registra un incremento di 3.323.545 persone (+30,6%). Nei prossimi venti anni, si prevede che gli anziani diventeranno 18.953.717, con un aumento di 4.776.272 individui (+33,7%). L’economia dell’età longeva mette in luce il ruolo della pensione: il 65,3% degli anziani ritiene che la sola pensione non garantisca il benessere nella terza e quarta età, idea condivisa dal 74,7% dei giovani e dal 79,1% degli adulti.La ricchezza degli anziani che risparmiano – L’84,6% dei longevi dichiara che per una vecchiaia serena e in condizione di benessere è fondamentale nella vita investire bene il risparmio: lo pensano l’80,9% degli adulti e il 76,7% dei giovani. In venti anni la ricchezza netta familiare media degli anziani ha registrato +3,8% reale, in controtendenza rispetto a quella delle persone fino a 40 anni (-11,9%) e di quelle tra 41 e 65 anni (-13,5%). Per quanto riguarda la ricchezza finanziaria dei longevi, in venti anni è aumentata in termini reali del +6,9%, rispetto a un calo di quasi il 20% di quella delle persone fino a 40 anni e del 17,7% per le persone tra 41 e 65 anni.La tenuta del welfare, sanità difficile – La condizione degli anziani attuali deve molto anche all’efficacia del nostro sistema di welfare. Oggi, però, si assiste al ritorno di finanziamenti al welfare inadeguati rispetto alle dinamiche di invecchiamento, al boom delle cronicità e alla necessità di servizi per eventuali emergenze. In ambito sanitario, ad esempio, per l’84,1% degli anziani nell’ultimo anno è diventato più difficile accedere alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale della propria Regione, a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Il risparmio per gli anziani diventa, così, un vero polmone finanziario a cui ricorrere per pagare servizi e prestazioni sanitarie altrimenti difficilmente accessibili in tempi appropriati.”Dall’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy – ha detto Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze – emerge come la ricchezza netta familiare media degli anziani ha registrato un incremento del 3,8% reale, rappresentando un punto di riferimento concreto nel panorama sociale. Occorre, pertanto, sviluppare un’offerta di servizi innovativi per rispondere alle esigenze degli over 65 e tutto ciò può rivelarsi un potente motore per rilanciare la crescita in un Paese, come il nostro, che invecchia, anche attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro”.”L’Osservatorio Censis-Tendercapital sulla Silver Economy – ha affermato Claudio Durigon, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – mette in evidenza il fondamentale ruolo sociale che la generazione dei longevi svolge nel Paese. Occorre, pertanto, adeguare il sistema di welfare alle dinamiche di invecchiamento della popolazione tenendo conto dell’attuale congiuntura economica particolarmente complessa. In questa prospettiva, la riforma del sistema pensionistico rappresenta un presupposto essenziale per tutelare una generazione che ha contribuito in maniera decisiva al progresso della nostra comunità nazionale”.”Nonostante le difficoltà dell’attuale fase storica, che raccoglie le conseguenze dannose di eventi come la pandemia e la guerra russo-ucraina e con l’inflazione che rappresenta una delle principali preoccupazioni per la tenuta del welfare, gli anziani – ha detto Moreno Zani, presidente di Tendercapital – restano un punto di riferimento concreto nel panorama sociale e per le proprie famiglie. Come emerge dall’Osservatorio sulla Silver Economy, gli anziani detengono un’ottima capacità di risparmiare e investire, mentre i giovani sono ancora economicamente in difficoltà, incerti sul proprio futuro lavorativo e costretti a fare affidamento sul dinamismo e sulla stabilità della generazione dei longevi”.”La Silver Economy rappresenta un asset centrale sul quale – ha dichiarato Marco Alparone, vice presidente Regione Lombardia e assessore al Bilancio e Finanza – occorre investire, tenuto conto dell’aumento dell’aspettativa di vita. Il potenziamento della rete di welfare, l’erogazione di servizi e prestazioni accessibili e, al contempo, la tutela del risparmio restano le sfide più importanti per le amministrazioni locali al fine di salvaguardare il benessere e la condizione economica dei longevi. Abbiamo una generazione che ha investito tutta la vita nel risparmio, costruendo al contempo una famiglia, facendo dei figli. In tal senso, il ruolo del risparmio è diventato un potente motore per lo sviluppo del Paese”.”‘Si crea ricchezza con il lavoro, la si risparmia con la parsimonia e la si conserva con la saggezza’, così un vecchio proverbio. Era il tempo del lavoro stabile e duraturo, del consumo frugale e sostenibile, del pensiero maturo e profondo. Oggi – ha detto Maurizio Grifoni, presidente Fondo Fon.Te. – il lavoro è insicuro, il consumo effimero, il pensiero frammentato, il presente dilatato, il futuro incerto. Occorre perciò credere e investire nell’educazione, nella formazione, nel lavoro, nell’impresa, nel sociale e nella famiglia. La Previdenza complementare oltre a garantire una pensione migliore dovrà prendersi questo impegno”.”Nonostante il quadro economico caratterizzato dalla crescita dell’inflazione, lo stato di salute del mondo delle Casse appare positivo con un patrimonio complessivo in crescita. In tale contesto, – ha osservato Tiziana Stallone, vicepresidente Adepp e presidente Enpab – la riduzione della pressione fiscale appare prioritaria, nell’ottica di rafforzare il potere d’acquisto delle pensioni e garantire la tutela del risparmio. La nostra sfida è quella di rispondere a una nuova platea, demograficamente più anziana. Auspichiamo, dunque, interventi coraggiosi al fine di consentire alle Casse di investire nello sviluppo del Sistema-Paese”. LEGGI TUTTO

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    Federalimentare Giovani, Auricchio: “L’86,4% degli Italiani ha fiducia nell’industria alimentare”

    (Teleborsa) – “Il primo Rapporto Federalimentare-Censis è stato sviluppato ponendosi l’obiettivo di esplicitare il valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana. L’analisi, quindi, non si è limitata a sottolineare la rilevanza dei numeri dell’industria della trasformazione, ma ha analizzato anche altre dimensioni”. È quanto ha dichiarato Guglielmo Auricchio, presidente di Federalimentare Giovani, in merito al primo Rapporto Federalimentare-Censis “Il valore economico e sociale dell’industria alimentare italiana”, presentato alla Camera dei Deputati.”In particolare, – commenta Auricchio – è emerso che l’86,4% degli italiani ha fiducia nell’industria alimentare ed è stata posta l’attenzione sull’interesse del consumatore verso il cibo italiano e sull’affidabilità che egli ripone nei grandi marchi, che hanno accompagnato la popolazione lungo la storia del nostro Paese, portando la tradizione culinaria e alimentare italiana ad affermarsi in tutto il mondo. È importante che questo dialogo dell’industria agroalimentare si sviluppi sempre di più anche con la politica, affinché il buon cibo continui ad essere una delle migliori bandiere della nostra tradizione”. LEGGI TUTTO

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    Oroarezzo 2023, IEG: “Visitatori a +40% rispetto al 2022. Tornati ai livelli pre-pandemia”

    (Teleborsa) – Il coraggio del cambiamento premia l’evoluzione di Oroarezzo 2023, con +40% di affluenza di visitatori rispetto al 2022. Chiude oggi la manifestazione di Italian Exhibition Group dedicata alla manifattura orafa Made in Italy che quest’anno ha rinnovato il proprio concept con ancora più attenzione alla produzione gioielliera. “Shaping Jewelry Ideas” è il tema che ne riassume la nuova formula, cui è stato abbinato un nuovo layout negli spazi di Arezzo Fiere e Congressi; fattori che, insieme al balzo dell’export del distretto aretino che nel 2022 ha registrato una crescita del 19% sull’anno precedente per un valore di 3,2 miliardi di euro, hanno premiato la manifestazione del catalogo Jewellery & Fashion di IEG che è tornata ai livelli di visitazione del 2019.Cento i Paesi di provenienza dei visitatori. Tra le aree geografiche estere, rappresentate l’Europa al 42%, seguita dal Medio Oriente al 25,5%, Americhe (11,3%) e Asia (11%), Africa (9,1%). Nel dettaglio, i Paesi più rappresentati per l’Europa sono Spagna, Francia e Romania, Emirati Arabi Uniti, Libano e Turchia per il Medio Oriente e USA per le Americhe. Tornano i compratori dall’estremo Oriente con Cina, Hong Kong e Giappone (5,6%), Messico e Argentina tra i Paesi più rappresentati della LATAM con il quasi 3%, e i Paesi dell’Asia centrale che sfiorano il 2%, con l’Uzbekistan il Paese più rappresentato.Raddoppiati i buyer ospitati per questa 42esima edizione: 430, provenienti da 55 Paesi, grazie alla sinergia con Agenzia ICE, Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale e al lavoro della rete internazionale di regional advisor di IEG.L’edizione 2023 – spiega IEG in una nota – è stata caratterizzata da cinque capisaldi del cambiamento. Oroarezzo si è caratterizzata anzitutto con un nuovo posizionamento sul calendario degli appuntamenti per il business orafo-gioielliero, ha dato più spazio alla produzione orafa e gioielliera e al segmento delle tecnologie, i visitatori hanno trovato un nuovo layout che ha facilitato l’esperienza tra diversi settori espositivi, un grande investimento sul contingente di buyer tutti segnalati da espositori come compratori importanti e infine un programma di contenuti in crescita e il coinvolgimento delle giovani generazioni con la nuova categoria “Talents” del concorso Première firmato Beppe Angiolini.Un cambiamento che IEG ha condiviso e realizzato assieme agli stakeholder locali: dalla Camera di Commercio di Arezzo-Siena, ad Arezzo Fiere e Congressi, al Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo e Regione Toscana. E ancora: la Consulta Orafa Aretina, Confindustria Federorafi, Confartigianato, CNA, AFEMO, Assocoral e Confcommercio Federpreziosi. Un lavoro corale che ha contribuito a rendere ancora più distintivo il DNA di Oroarezzo, nel suo territorio, nel contesto dell’industry italiana e nel quadro dei mercati esteri di riferimento: manifattura di eccellenza e tecnologia d’avanguardia apprezzate e ricercate in tutto il mondo. Condivisione con gli attori del territorio, che ha portato, tra le varie iniziative, anche a un evento dedicato ai buyer esteri: un tour esperienziale della Città dell’oro con organizzato assieme a Confguide Confcommercio Arezzo. Grazie all’inventiva di Beppe Angiolini, ambassador di Oroarezzo e art director, la 32esima edizione del concorso Première si è arricchita quest’anno di una nuova categoria: “Talents”. In un momento storico in cui il distretto aretino diventa campione italiano dell’export con circa un terzo della produzione nazionale diretta sui mercati esteri, diventa cruciale il ricambio generazionale nell’industry. Per legare creatività e stile della tradizione orafa di Arezzo e dei distretti italiani al futuro dell’arte del gioiello, “Talents” ha ampliato la platea dei creativi che si sono misurati con il tema della”luce”agli studenti di tre percorsi formativi di scuole orafe del territorio: il Master in Storia, Design e Marketing del Gioiello dell’Università degli Studi di Siena Campus di Arezzo, l’Istituto tecnico professionale Margaritone e il Liceo Statale Piero della Francesca, entrambi di Arezzo. LEGGI TUTTO

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    ABI: “Calano gli attacchi ad ATM e accettatori di banconote presso i distributori di carburante”

    (Teleborsa) – Diminuiscono del 38% i furti commessi in Italia nell’ultimo decennio, passando dagli oltre 1,5 milioni del 2013 ai circa 958 mila del 2022. Lo stesso andamento ha caratterizzato anche l’incidenza che, dopo il picco registrato nel 2014 con 2.607 furti ogni 100 mila abitanti, è scesa fino al valore di 1.622 furti ogni 100 mila abitanti nel 2022. Questi i principali risultati del “Rapporto sugli attacchi agli ATM di banche e poste e agli OPT dei distributori di carburante” condotto da Ossif, il Centro di ricerca Abi sulla Sicurezza Anticrimine, e dal Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, con la partecipazione di Poste Italiane, Unem ed Italiana Petroli e presentato oggi nel corso del convegno Banche e Sicurezza 2023, la due giorni di lavoro sui temi chiave della sicurezza.Più nel dettaglio, anche l’andamento del numero complessivo degli attacchi agli ATM e agli accettatori di banconote presso i distributori di carburante (OPT – Outdoor Payment Terminals) fa rilevare un trend decrescente. In particolare, nel 2021 gli attacchi complessivi si sono più che dimezzati rispetto al 2020 ed anche nel 2022 (382 episodi) è stata registrata un’ulteriore riduzione (-8,8%). I dati positivi dell’ultimo biennio hanno caratterizzato tutte e tre le diverse tipologie di reato (gli attacchi agli ATM delle banche, degli uffici postali e gli attacchi agli OPT) che, proprio nel 2021 e nel 2022, hanno fatto registrare i valori più bassi mai avuti, sia in termini assoluti che in relazione al numero di punti operativi. “In tema di sicurezza – ha detto il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini – l’azione dell’Abi di implementazione del rapporto con le Autorità di sicurezza (Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Prefetture, Forze di polizia) ha consentito di realizzare, in stretta collaborazione, iniziative congiunte che hanno favorito il contrasto alle rapine e ai furti alle dipendenze bancarie, nonché ad altre forme di criminalità, rendendo al contempo più agevole approcciare le tematiche della sicurezza, attraverso il coinvolgimento delle Autorità preposte nelle strategie di prevenzione. Centrale è il ruolo di OSSIF in termini di gestione di dati e informazioni che vengono raccolti in un apposito database anticrimine, che si sta rivelando sempre più essenziale nell’orientare le scelte nelle rispettive attività di rafforzamento delle misure di sicurezza, di controllo del territorio e investigative”.”Il rapporto di collaborazione tra il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e l’Associazione Bancaria Italiana, consolidatosi nel tempo, è sempre più esteso e mirato e rappresenta un’eccellenza nel panorama europeo. Consente di disporre di dati, elementi di analisi e di valutazione dei rischi con una tempestività non comune presso altri Paesi. Tramite la partecipazione all’Osservatorio per la Sicurezza Fisica (OSSIF), – ha detto Delfini, direttore del Servizio Analisi Criminale – si è di fatto realizzata una efficace sinergia finalizzata allo scambio di dati attinenti ai reati predatori in danno non solo delle banche, ma anche di altri operatori e soggetti economici ed ha consentito di sviluppare nel tempo nuove forme di prevenzione e contrasto al crimine diffuso. Il costante, tendenziale decremento della criminalità predatoria in tale ambito oltre a testimoniare la validità degli sforzi profusi, rappresenta uno stimolo in più nel proseguire in questo impegno collaborativo”. LEGGI TUTTO

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    CDP, Scope Ratings conferma i giudizi con outlook stabile

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    USA, NAHB: aumenta fiducia costruttori a maggio

    (Teleborsa) – Migliora la fiducia del settore immobiliare USA, sintetizzata dall’indice NAHB. A maggio il dato si è attestato a 50 punti, rispetto ai 45 punti del mese precedente e del consensus.Per quanto riguarda le singole componenti dell’indice, quello sulle vendite attuali sale di 5 punti a quota 56, quello relativo alle vendite dei prossimi sei mesi è salito di 7 punti a 57 punti, mentre quello rappresentativo del traffico dei possibili acquirenti è cresciuto di 2 punti a quota 33.L’indicatore, elaborato dalla National Association of Home Builders (NAHB), rappresenta un quadro sintetico delle aspettative di vendita dei costruttori nel presente e nell’arco dei prossimi sei mesi: una lettura inferiore a 50 mostra una prevalenza di giudizi negativi, mentre un livello superiore indica maggiore ottimismo. LEGGI TUTTO

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    USA, scorte e vendite industria in calo a marzo

    (Teleborsa) – Giungono dati sotto le attese dalle scorte e le vendite dell’industria in USA a marzo. Secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, si è registrato per le scorte un calo dello 0,1% a 2.490 miliardi di dollari, contro il +0,1% stimato dagli analisti e dopo il +0,2% del mese precedente. Su base annua si è registrato un aumento del 6,5%. Nello stesso periodo le vendite sono scese dell’1,1% su base mensile, attestandosi a 1.790,8 miliardi di dollari. Su anno si registra una variazione negativa dello 0,3% rispetto a marzo 2022. La ratio scorte/vendite si è attestata all’1,39. A marzo 2022 era pari all’1,30. Tale dato misura quanti mesi sono necessari a un’azienda per esaurire completamente le proprie scorte.(Foto: Photo by Adrian Sulyok on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    CEN-ENEA: “L’economia circolare fa un passo indietro nel mondo. Ma l’Italia ancora leader in Europa”

    (Teleborsa) – Nonostante gli allarmi sulle crisi ambientali si rincorrano, il tasso di circolarità nell’economia mondiale sta diminuendo: in cinque anni siamo passati dal 9,1% al 7,2%. In altre parole, il Pianeta ricicla e riusa di meno. Tra le prime cinque economie dell’UE l’Italia rimane il Paese più circolare d’Europa, anche se negli ultimi cinque anni perde posizioni mentre altri Stati accelerano: non possiamo sederci sugli allori, occorre fare di più per mantenere la leadership. Il tasso di utilizzo circolare dei materiali in Italia è al 18,4%, resta più alto della media UE (11,7%)nel 2021 – ultimo dato disponibile – ma eravamo al 20,6% nel 2020 e al 19,5% nel 2019. Per la produttività delle risorse siamo, assieme alla Francia, davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato e anche nella percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, speciali e urbani, siamo in testa con il 72%. Nella classifica complessiva della circolarità delle cinque principali economie dell’Unione Europea (Italia, Germania, Francia, Spagna e Polonia) restiamo dunque leader ma nella tendenza degli ultimi cinque anni perdiamo posizioni: la Spagna ci segue a ruota e sta tenendo un ritmo di cambiamento più veloce dell’Italia. Sono questi alcuni dei dati al centro della quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Circular Economy Network – in collaborazione con ENEA e con il patrocinio della Commissione Europea, del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del ministero delle Imprese e del Made in Italy, presentato oggi, 16 maggio 2023, a Roma, presso il Nazionale Spazio Eventi di via Palermo, anche in diretta streaming.All’evento, i cui lavori sono stati aperti da Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, hanno partecipato Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Roberto Morabito, direttore dipartimento ENEA di Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali, Laura D’Aprile, capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile, ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Barbara Clementi, dirigente Divisione Economia Circolare, DG per la politica industriale, l’innovazione e le piccole e medie imprese, ministero Imprese e Made in Italy, Katia Da Ros, vicepresidente per l’Ambiente di Confindustria, Stefano Ciafani, presidente Legambiente, Giorgio Graziani, segretario Confederale CISL. Il dato da cui parte l’analisi è preoccupante: l’economia globale brucia oltre cento miliardi di tonnellate di materiali l’anno. Accelerare la transizione all’economia circolare, dunque, contribuirebbe a migliorare le condizioni del Pianeta perché l’estrazione di materiale vergine potrebbe diminuire di oltre un terzo (-34%) e le emissioni di gas serra potrebbero essere ridotte contenendo l’aumento della temperatura globale entro i 2°C, salvaguardando insostituibili ecosistemi fondamentali per la vita del nostro Pianeta. Ma ci sarebbero anche consistenti benefici economici. A partire da un importante contributo alla lotta contro l’inflazione che viene alimentata dai rincari del costo dei materiali e dell’energia: le strategie mirate al recupero di materia ed energia hanno un evidente effetto deflattivo. “Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime e delle risorse aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi. Per questo è fondamentale dotarci di tutti gli strumenti utili per sviluppare pienamente l’economia circolare – ha dichiarato Ronchi –. In particolare, come Circular Economy Network, chiediamo di rispettare il cronoprogramma di attuazione della Strategia nazionale per l’economia circolare, recepire tempestivamente le misure europee, rafforzare il sostegno alle imprese, prevedere misure di fiscalità ecologica nella legge delega. È necessario inoltre sviluppare l’economia circolare delle materie prime critiche, garantire la realizzazione degli impianti previsti dal PNRR, accelerare i tempi di realizzazione degli impianti di riciclo e dei ‘progetti faro’ già finanziati, per colmare il gap tra Centro-Sud e Nord e garantire un’adeguata dotazione impiantistica. Sui rifiuti è essenziale dare piena attuazione al Programma nazionale di gestione dei rifiuti, aggiornare entro fine anno i Piani regionali per raggiungere gli obiettivi di riciclo e riduzione dello smaltimento in discarica previsti dalle direttive UE, accelerare e semplificare le normative sull’End of Waste, sviluppare la simbiosi industriale, nonché adottare il programma nazionale di prevenzione dei rifiuti”.”L’Italia importa oltre il 99% delle materie prime critiche, mostrando una dipendenza dall’estero ancora più drammatica di quella europea – ha dichiarato Morabito –. Le materie prime critiche sono fondamentali per le filiere hi-tech più legate alla transizione energetica, circolare, digitale e alla qualità della vita in generale. A seguito delle emergenze degli ultimi anni, la richiesta di materie prime a livello globale si è bruscamente impennata, così come il loro prezzo,determinando un aumento del rischio di approvvigionamento con conseguente impatto negativosulla competitività delle nostre filiere produttive, che rappresentano oltre il 30% del PIL nazionale.Per un Paese come l’Italia, decisamente più povero di materie prime rispetto ai principalicompetitor, è ineludibile puntare sulla circolarità, dall’eco-design dei prodotti al recupero e riciclo,sfruttando le nostre miniere urbane, che sono la fonte potenziale di materie prime critiche piùprontamente accessibile”.Lo stile di consumo: un sondaggio sulle abitudini degli italiani – È stata presentata oggi, sempre in occasione della Conferenza sull’economia circolare,un’indagine, realizzata da CEN e Legacoop in collaborazione con IPSOS, su un campione rappresentativo di cittadini, che conferma l’interesse degli italiani per l’economia circolare. Negli ultimi 3 anni, infatti, quasi un italiano su 2 (il 45% degli intervistati) ha acquistato un prodotto usato e uno su 3 (il 36% del campione) un prodotto ricondizionato o rigenerato. Oltre l’80% delle persone intervistate pensa che ridurre il packaging sia importante. Leasing, noleggio e sharing sono utilizzati più della media (+ 10-11%) dalla fascia di popolazione di età compresa tra i 18 e i 30 anni. Gli under 30, però, sono i più scettici circa le proposte per incentivare un approccio più circolare alle scelte d’acquisto, hanno poca fiducia nella capacità di migliorare la governance del settore. Il sondaggio è stato illustrato da Mattia Granata, Centro studi Legacoop. Simone Gamberini, presidente Legacoop e Marco Frey, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa, hanno approfondito il tema delle scelte dei consumatori. Dopo il panel di presentazione del V Rapporto sull’economia circolare, spazio nel pomeriggio dell’evento alle voci di alcune imprese e consorzi con i rappresentanti di Burgo, Cobat, Conai, Conou, Ecopneus, Erion, Federbeton, IEG, Iren, Novamont. LEGGI TUTTO