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    Confindustria, il 21 giugno inaugurazione sede negli Usa. Bonomi: noi parte della diplomazia economica

    (Teleborsa) – Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ha annunciato che il 21 giugno, dopo le aperture a Kiev e Singapore, verrà inaugurata la prima sede a Washington con una mostra su Leonardo da Vinci che “rappresenta il genio italiano”. “Confindustria è tornata a essere in prima persona un attore nelle aree geografiche più strategiche per la nostra industria”, ha dichiarato Bonomi a Milano per la presentazione della mostra che esporrà 12 disegni autografi di Leonardo da Vinci. “Gli Stati Uniti, oltre a essere un partner commerciale per le nostre imprese, l’anno prossimo – ha ricordato Bonomi – avranno le elezioni presidenziali: questa è una operazione Paese, in cui l’industria fa la sua parte di diplomazia economica”. La sede di Confindustria sarà al 1.025 di Connecticut Avenue, mentre la mostra inaugurerà il 20 giugno al Martin Luther King JR Memorial Library di Washington D.C. “Volevamo rappresentare l’industria con una persona che ha saputo immaginare il futuro come facciamo noi imprenditori”, ha spiegato Bonomi.”L’idea di Confindustria nel mondo nasce dalle esigenze delle imprese italiane: gli Stati Uniti sono il nostro terzo mercato e non potevano non rientrare nel progetto”, ha sottolineato il presidente di Confindustria. Bonomi ha poi spiegato che a convincere gli industriali a sbarcare sull’altra sponda dell’Atlantico sono stati “interessi di natura di business, ma anche la volontà di presidiare i temi di interesse strategico” come il Trade and Technology Council (TTC). Secondo Bonomi gli industriali devono “essere presenti con la nostra diplomazia economica”. “L’Italia – ha concluso il leader degli industriali – avrà la presidenza del G7 e quindi Confindustria presiederà il B7: é fondamentale avere relazioni dirette per presidiare gli interessi della nostra industria”.A margine dell’evento di Milano è poi intervenuto nel dibattito sul PNRR. “Bisogna concentrarsi sui progetti che portano alla crescita potenziale del PIL del Paese: non vorrei che si scadesse nella polemica politica e vorrei si guardasse l’interesse del paese”. “Cinque stati hanno già modificato il PNRR: non è un problema solo italiano, sono cambiate alcune condizioni e anche le esigenze”, ha ricordato Bonomi. “Dobbiamo guardare ai progetti che riusciamo a realizzare nei tempi previsti e quali portano alla crescita del PIL. Non ci dobbiamo dimenticare che stiamo indebitando il paese e i giovani: come si fa nelle imprese – ha aggiunto – ci si indebita per crescere”. LEGGI TUTTO

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    Confcommercio, Sangalli: Arrancano consumi, 20 miliardi in meno sul 2019. Bene PIL

    (Teleborsa) – Bene il PIL, i consumi invece fanno più fatica. “Oggi il livello del PIL è superiore del 2,5% rispetto al quarto trimestre 2019. Abbiamo più che recuperato i livelli pre-pandemici”, lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea annuale, che avverte: “restano, però, ancora indietro i consumi” che nella media 2022 risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019″. E “rallentano, a partire da quelli alimentari, per quell’inflazione che continua a mordere, che erode il potere d’acquisto”. E sottolinea: “I nostri settori sono stati i più colpiti da crisi su crisi, ma non si sono mai arresi”. “C’è spazio per nuova occupazione”, prosegue Sangalli sottolineando che “il terziario di mercato sta vivendo una persistente carenza di personale”. “Nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori. E per oltre il 40 per cento, vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze. Occorre, allora, intervenire per colmare la distanza tra formazione ed esigenze delle imprese, così come per programmare adeguati flussi di lavoratori immigrati”.Nella sua relazione, Sangalli ha approfondito i temi principali toccando con un accenno tutte le “altre sfide aperte” per il settore. Come sul codice degli appalti: “Semplificazione e legalità possono e devono essere due facce della stessa medaglia”. Ed in tema di appalti “va salvaguardata la funzione delle imprese della ristorazione collettiva che svolgono un ruolo sociale anche nei confronti delle fasce più deboli della popolazione”. Nel “piano transizione 4.0 vanno rafforzate le aliquote per i crediti d’imposta e va definito un più ampio ventaglio di spese ammissibili, così da supportare l’innovazione nel terziario”. Sul caro-prezzi dell’energia: “Servono adeguati crediti d’imposta e la riforma strutturale degli oneri generali di sistema.Confcommercio stima per il 2023 il Pil in crescita dell’1,2%, i consumi dell’1% ed un “lieve miglioramento” nel 2024 (Pil +1,3%, consumi +1,1%). L’inflazione 2023 è vista al 5,9% per calare al 2,3% nel 2024. E sull’andamento dell’economia avverte: il rialzo delle stime Pil è effetto “esclusivamente” della “maggiore crescita acquisita”: è “confermata la fase di rallentamento, più intenso nel secondo quarto rispetto alla seconda metà dell’anno”. Fase “di molto somigliante alle dinamiche pre-pandemiche, da tutti stigmatizzate come insufficienti a garantire uno sviluppo equilibrato e diffuso del benessere economico della nazione”. La cattiva notizia è che si acuiscono “i divari Nord-Sud”, con il Mezzogiorno che nel 2023 “crescerà quasi tre volte meno del Nord. La Lombardia con una crescita dell’1,7% è la regione con la migliore performance, all’ultimo posto Calabria e Sardegna con crescita zero”. Il Sud appare “fermo ai box” secondo l’analisi sulle economie regionali del centro studi di Confcommercio, diffusa in coincidenza con l’assemblea annuale: è un divario che si conferma “anche per i consumi con il Sud a +0,4% e il Nord a +1,2%”. Per aree, la stima del pil 2023 è di un +1,4% per Nord-Ovest e per Nord-Est, +1,2% al Centro (e in media per il Paese), +0,5% al Mezzogiorno +0,5%. LEGGI TUTTO

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    UPB, Arachi: “Bene la scelta di legare attuazione autonomia ai Lep”

    (Teleborsa) – “La scelta di legare l’attuazione dell’autonomia differenziata alla determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni è un passaggio di grande rilevanza. I Lep rappresentano infatti un elemento essenziale per l’applicazione dei principi dell’articolo 119 della Costituzione”. È quanto afferma il consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio Giampaolo Arachi, nel corso di un’audizione sull’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario in commissione Affari costituzionali del Senato. “Occorre tuttavia osservare –sottolinea Arachi – che la determinazione dei Lep relativamente alle funzioni oggi svolte dallo Stato avrà una valenza e degli esiti molto differenti da quelli che si verificherebbero qualora i Lep fossero definiti anche sulle funzioni già oggi svolte dagli Enti territoriali. I livelli dei servizi di questi ultimi sono infatti caratterizzati da una forte eterogeneità che riflette non solo la differenziazione dei bisogni sul territorio ma anche profonde disparità nelle dotazioni finanziarie derivanti dal sovrapporsi nel corso del tempo di interventi di finanziamento non coordinati. La determinazione dei Lep in questo caso farebbe con ogni probabilità emergere significative discrepanze fra i fabbisogni standard e la spesa storica, che andrebbero colmate da interventi perequativi”. “”Al contrario, – ha proseguito il Consigliere – la fornitura dei servizi statali segue tendenzialmente criteri uniformi sul territorio. Quindi, a meno che nella fase di determinazione dei Lep si rivalutino questi criteri o si facciano rientrare nei Lep prestazioni oggi non esplicitamente garantite dallo Stato, è plausibile attendersi che i fabbisogni standard non si discosteranno significativamente dalla spesa attualmente realizzata dallo Stato in ogni Regione. Pertanto è improbabile che dal passaggio dalla spesa storica statale ai fabbisogni standard possano emergere correzioni rilevanti nel livello delle risorse e nella loro distribuzione tra vari territori”.Nell’impianto sostanzialmente “condivisibile” del ddl sull’autonomia differenziata – afferma Arachi – “un aspetto meno solido e meno soddisfacente riguarda i presìdi necessari per assicurare che i livelli essenziali delle prestazioni siano effettivamente raggiunti su tutto il territorio nazionale. La garanzia delle risorse necessarie per le funzioni attribuite alle Regioni ad autonomia differenziata dovrà essere accompagnata da opportuni presìdi per assicurare che i Lep siano effettivamente raggiunti su tutto il territorio nazionale. L’articolo 7 del disegno di legge contempla verifiche facoltative e asimmetriche in quando riguardano il raggiungimento dei Lep nelle Rad e non nel resto del territorio nazionale dove la fornitura continua a essere statale. Data la rilevanza costituzionale della garanzia dei Lep, le verifiche andrebbero più opportunamente previste nell’ambito di una procedura periodica e simmetrica che copra sia i servizi resi dalle Rad sia quelli forniti dallo Stato. Al monitoraggio periodico e con regole uniformi fra le Rad andrebbe poi collegata l’attivazione dei poteri sostitutivi dello Stato in caso di inadempienza, in analogia a quanto previsto in campo sanitario con riferimento ai Lea”. Il disegno di legge sull’autonomia differenziata – per Arachi – non risolve le incertezze sulla possibile dinamica delle risorse regionali negli anni successivi all’approvazione dell’intesa. Una più precisa definizione del modello di finanziamento verso cui orientare il sistema – spiega – dovrebbe essere accompagnata da adeguati presidi per garantire il coordinamento della finanza pubblica tra i diversi livelli di governo. Occorrerà innanzitutto assicurare una piena condivisione degli obiettivi programmatici, l’uniformità nelle metodologie per la revisione dei fabbisogni e meccanismi per assicurare il contributo delle Rad (Regioni ad autonomia differenziata) in caso di esigenze eccezionali di finanza pubblica”. LEGGI TUTTO

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    Lavoro, Visco: “cruciale come si affronterà questione demografica”

    (Teleborsa) – “Per difendere il lavoro bisogna crearlo. Se non lo si crea è difficile difenderlo”. Lo ha affermato il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco aprendo un workshop organizzato dall’istituzione assieme all’Istat, intitolato “Lo sguardo lungo: il dividendo demografico nell’analisi dell’economia italiana”.In Italia – ha aggiunto – “è cruciale come si affronterà la questione demografica sul mercato del lavoro”. I miglioramenti sulla speranza di vita e sulle generali condizioni di salute degli ultimi decenni “sicuramente ci fanno concludere che si può lavorare bene anche oltre i 65 anni”, ma persiste il problema di tassi di partecipazione al mercato più basso delle medie Ue di giovani e donne. “È indubbio che i lavori usuranti si riducono e che c’è una capacità di utilizzare al meglio il progresso tecnico. Addirittura oggi ci poniamo il dubbio che forse” questo progresso, in particolare l’intelligenza artificiale “ci toglierà il lavoro. Non è mai successo e non succederà neanche questa volta – ha detto il governatore – però è evidente che viviamo di più, che viviamo meglio e che possiamo contribuire meglio al progresso del della nostra società”. “Però è soprattutto necessario spingere, innalzare il tasso di partecipazione dei giovani e delle donne, che sapete essere troppo bassi entrambi nel confronto europeo. Troppo bassi in vari comparti del nostro territorio e in particolare nel Mezzogiorno”, ha detto ViscoInoltre, per contenere gli effetti negativi sul mercato del lavoro della dinamica demografica in atto “non si potrà prescindere nel breve e nel medio termine da un miglioramento del saldo migratorio”, ha proseguito Visco. In particolare cercando di “ridurre decisamente il deflusso, e possibilmente operare per invertirlo, dei nostri connazionali che sono stati 1 milione nell’ultimo decennio e molti dei quali sono giovani” LEGGI TUTTO

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    Dl PA, Camera conferma fiducia a Governo

    (Teleborsa) – Con 203 voti a favore, 34 contrari e tre astenuti, la Camera conferma la fiducia al governo sul dl Pa. L’Assemblea è poi passata all’esame dei 149 ordini del giorno: sono stati presentati quasi tutti dalle opposizioni, che hanno annunciato che faranno ostruzionismo, lamentando il fatto che con la fiducia su questo testo, hanno protestano, “si mette un doppio bavaglio: ai giudici e al Parlamento”.Intanto, l’Associazione dei magistrati della Corte dei conti ha ribadito “la netta contrarietà alle due norme che sottraggono al controllo concomitante della Corte dei conti i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prorogano l’esclusione della responsabilità amministrativa per condotte commissive gravemente colpose, tenute da soggetti sia pubblici che privati, riducendo di fatto la tutela della finanza pubblica”. Lo si legge in una nota diffusa dai magistrati contabili dopo l’assemblea straordinaria convocata dall’associazione in vista dell’approvazione degli emendamenti inseriti dal governo nel dl P.a. Ma il governo non sembra avere alcuna intenzione di retrocedere come ha ribadito il Presidente del Consiglio Meloni che difende l’azione dell’esecutivo che guida: ù “Facciamo quello che ha fatto il precedente governo”. Medesima la posizione del ministro degli Affari Europei, Sud, Coesione e Pnrr Raffaele Fitto: “Nessuna deriva autoritaria del governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi”. “Siamo sicuri che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all’obiettivo principale che ha il governo”, sottolinea il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. “Non c’è nessuna guerra in corso contro la Corte dei conti. Secondo noi il regime dei controlli che è stato fissato anche dalla governance stessa del Pnrr è sufficiente per garantire legalità”, ha aggiunto. LEGGI TUTTO

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    FS, Ferraris: “Oltre al Ponte, in Calabria e Sicilia investimenti fino a 90 miliardi”

    (Teleborsa) – “Il Ponte sullo Stretto si inserisce in un contesto infrastrutturale più ampio, che in Calabria e in Sicilia vedrà il Gruppo FS investire nei prossimi dieci anni 80-90 miliardi di euro per potenziare una rete che porterà benefici all’Italia e all’Europa, vista la centralità del Ponte nel progetto del Corridoio Scandinavia–Mediterraneo delle merci e della Rete Transeuropea di Trasporto TEN-T”. È quanto ha sottolineato a Messina l’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris, intervenuto al Convegno della FIT-CISL “Il Ponte sullo Stretto: Infrastrutture e Trasporti per unire l’Italia”.Secondo Ferraris l’Italia e il Mezzogiorno necessitano di un ammodernamento delle infrastrutture che hanno 60-70 anni di età e per farlo “occorre sempre più pianificare i progetti a vita intera, superando la logica dei lotti per accelerare i processi autorizzativi e attrarre sempre più investitori privati come i fondi infrastrutturali e non speculativi, che possono giocare un ruolo centrale nello sviluppo delle opere”.In questo scenario il Gruppo FS riveste sempre più la funzione di un vero e proprio operatore di sistema che, ha specificato Ferraris, investirà in Calabria con RFI “35 miliardi, di cui 16 già finanziati, e 14 miliardi con ANAS, tra nuove opere e manutenzione programmata. In Sicilia l’impegno di RFI è di circa 21 miliardi e di oltre 14 con Anas, sempre in nuove opere e manutenzione programmata”. Investimenti che avranno impatti notevoli sia dal punto di vista del traffico passeggeri che da quello delle merci. Dal punto di vista della logistica, secondo Ferraris, occorre puntare sempre più sull’intermodalità e “sulla connessione con i porti, come quello di Gioia Tauro in Calabria, per premettere alle merci di arrivare in Europa in 10-12 ore”.Sempre in Sicilia, inoltre, ha ricordato Ferraris, il Gruppo FS sta lavorando al potenziamento della linea veloce Palermo-Catania-Messina per cui Rete Ferroviaria Italiana ha aggiudicato oggi la gara da oltre 1,3 miliardi di euro per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori del lotto funzionale Fiumetorto – Lercara, concludendo tutte le aggiudicazioni in programma e confermando così l’obiettivo di avviare i cantieri entro la fine dell’anno.Il convegno di Messina si è concluso con il discorso del segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra, mentre l’intervento di Ferraris si è tenuto nell’ambito di una tavola rotonda a cui ha preso parte anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che ha ricordato l’importanza del Ponte sullo Stretto per la crescita economica di Calabria e Sicilia e dell’intero Paese, anche per il suo apporto dal punto di vista lavorativo e occupazionale. LEGGI TUTTO

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    Meloni incontra Saied: “impegno Italia per accordo Tunisia-Fmi’

    (Teleborsa) – “Nel pieno rispetto della sovranità tunisina ho raccontato al presidente Saied degli sforzi che un Paese amico come l’Italia sta facendo per cercare di arrivare a una positiva conclusione dell’accordo tra Tunisia e Fmi, che resta fondamentale per un rafforzamento e una piena ripresa del Paese”. Ad affermarlo la presidente del Consiglio, Giorgia […] LEGGI TUTTO