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    USA, vendite di case in corso calano del 2,7% a maggio

    (Teleborsa) – Sono in calo le compravendite in corso di abitazioni negli Stati Uniti, secondo i numeri che emergono dai compromessi per l’acquisto, un indicatore dell’andamento prospettico del mercato immobiliare e dei mutui.Nel mese di maggio 2023, l’indice pending home sales (vendite case in corso), pubblicato dall’Associazione degli operatori immobiliari (NAR), è sceso del 2,7% su base mensile, portandosi a quota 76,5 punti dai 78,6 di aprile (quando c’era stato un calo dello 0,4%).Il dato si confronta con la crescita dello 0,2% attesa dagli analisti.”Nonostante la lentezza delle firme dei contratti in attesa, il mercato immobiliare è resiliente con circa tre offerte per ogni annuncio – ha affermato Lawrence Yun, capo economista di NAR – La mancanza di inventario di alloggi continua a impedire la piena realizzazione della domanda di alloggi”.(Foto: © Alexander Raths / 123RF) LEGGI TUTTO

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    DeA Capital Alternative Funds SGR acquista quota di minoranza di Legami

    (Teleborsa) – Flexible Capital Fund, fondo di investimento alternativo con focus su processi di trasformazione di aziende italiane gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR (gruppo DeA Capital) ha acquistato una quota di minoranza di Legami, azienda bergamasca nota per le agende e per i colorati oggetti di cartoleria, con l’obiettivo di supportarne la trasformazione e il processo di sviluppo.Legami, con sede ad Azzano S. Paolo (BG), è una società fondata nel 2003 e guidata da Alberto Fassi in qualità di CEO e Direttore Creativo, attiva nel settore della cartoleria high-end e articoli da regalo. Il fatturato al 31 marzo 2023 si attesta a 77 milioni di euro e mostra una crescita di oltre il 50% ogni anno. Commercializza i propri prodotti attraverso i canali wholesale (con oltre 10.000 punti vendita di terzi ed importanti clienti nel settore dell’editoria), retail (con oltre 40 punti vendita gestiti direttamente) e online. È presente in oltre 70 paesi ed impiega circa 300 dipendenti.Flexible Capital, guidato da Vincenzo Manganelli e Federico Giribaldi, ha acquistato il 42% delle quote della società, attualmente detenute dai soci di minoranza Alto Partners e Rancilio Cube. Non sono stati divulgati i dettagli finanziari dell’accordo.”Questo ingresso è strategico per sostenere l’importante progetto di crescita e diversificazione di Legami nel mondo. Siamo sicuri sarà il partner giusto per consolidare l’azienda sia sotto il profilo organizzativo sia finanziario”, ha commentato Alberto Fassi, che lo scorso anno aveva affermato di stare considerando anche una quotazione su Euronext Growth Milan. LEGGI TUTTO

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    USA, PIL 1° trimestre rivisto al rialzo a +2%

    (Teleborsa) – Rivista al rialzo la crescita dell’economia statunitense nel 1° trimestre del 2023. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Economic Analysis (BEA), che pubblica oggi i dati definitivi, il PIL americano è salito del 2% su base trimestrale, facendo meglio delle attese degli analisti e della seconda stima del +1,3% (+1,1% nella prima stima) e contro il +2,6% del trimestre precedente.”L’aumento del PIL nel primo trimestre ha riflesso l’aumento della spesa al consumo, delle esportazioni, della spesa pubblica statale e locale, della spesa pubblica federale e degli investimenti fissi non residenziali che sono stati in parte compensati dalla diminuzione degli investimenti in scorte private e degli investimenti fissi residenziali”, spiega il BEA.Si è registrata una crescita dei consumi, che segnano un +4,2% dal +1% registrato nel trimestre precedente.Il PCE price index, una misura dell’inflazione, si attesta al 4,1% (dal 3,7%), mentre l’indice PCE core registra un +4,9% (+5% le attese), rispetto al +4,4% precedente.(Foto: Nik Shuliahin on Unsplash ) LEGGI TUTTO

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    USA, richieste sussidi disoccupazione scendono a 239 mila

    (Teleborsa) – Scendono le nuove richieste di sussidio alla disoccupazione negli USA. Nella settimana al 24 giugno, i “claims” sono risultati pari a 239 mila unità, in calo di 26 mila unità rispetto alle 265 mila unità della settimana precedente (rivisto da un preliminare di 264.000). Il dato si confronta con i 266 mila attesi del consensus. La media delle ultime quattro settimane – in base ai dati del Dipartimento del Lavoro americano – si è assestata a 257.500 unità, in aumento di 1.500 rispetto al dato della settimana precedente di 256.000 (rivisto da un preliminare di 255.750). La media a quattro settimane viene ritenuta un indicatore più accurato dello stato di salute del mercato del lavoro, in quanto appiana le forti oscillazioni osservate settimanalmente. Infine, nella settimana al 17 giugno, le richieste continuative di sussidio si sono attestate a 1.742.000, in diminuzione di 19.000 mila unità rispetto alle 1.761.000 unità della settimana precedente (rivisto da un preliminare di 1.759.000) e al di sotto degli 1.765.000 attesi. LEGGI TUTTO

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    Germania, inflazione giugno torna a salire al +6,4% su anno

    (Teleborsa) – Risulta superiore alle attese l’inflazione tedesca a giugno 2023, tornando anche a salire dal mese precedente. Secondo la stima preliminare pubblicata da Destatis, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,3% su mese, rispetto al -0,1% del mese precedente e contro il +0,2% del consensus.Su base annuale, la variazione dei prezzi è indicata a +6,4%, dopo il +6,1% del mese precedente e sopra il +6,3% del consensus.L’inflazione armonizzata ha registrato su mese una variazione pari a +0,4%, rispetto al -0,2% precedente e al +0,3% atteso. Su anno si registra un incremento del 6,8%, che risuota superiore al 6,3% precedente e al 6,7% atteso.Il tasso di inflazione esclusi cibo ed energia, spesso indicato come inflazione core, si attesta al +5,8% (+5,4% a maggio).A giugno 2023 i prezzi degli alimentari hanno continuato a mostrare una crescita superiore alla media (+13,7%) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Con un +3%, l’aumento dei prezzi dell’energia è stato inferiore al tasso di variazione su base annua dell’indice complessivo. Ciò è dovuto a un effetto base originato dal livello elevato dei prezzi nel giugno 2022 dopo che i prezzi dell’energia avevano iniziato a salire nel marzo 2022 a seguito dell’attacco russo all’Ucraina.Per contro, l’andamento dei prezzi dei servizi (+5,3% rispetto al mese precedente) ha avuto l’effetto di far salire il tasso di inflazione. C’è anche un effetto base dovuto alla disponibilità del biglietto da 9 euro da giugno ad agosto 2022. LEGGI TUTTO

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    Giappone, fiducia consumatori in lieve miglioramento a giugno

    (Teleborsa) – Migliora leggermente il sentiment dei consumatori giapponesi a giugno 2023. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, l’indice di fiducia si è attestato a 36,2 punti, dai 36 di aprile. Il dato è in linea con le aspettative degli analisti, che avevano previsto un piccolo aumento del sentiment a 36,2 punti.L’indice resta ancora al di sotto della soglia di 50 punti, evidenziando la persistenza di un clima negativo fra le famiglie del Sol Levante.All’andamento dell’indice hanno contribuito le attese sulla situazione occupazionale (+0,3 punti) e le intenzioni di spesa di beni durevoli (+0,4 punti), mentre restano invariate quelle sui redditi. LEGGI TUTTO

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    Giappone, vendite dettaglio crescono più delle attese a maggio

    (Teleborsa) – Crescono più delle attese le vendite al dettaglio in Giappone. Secondo quanto reso noto dal Ministero del Commercio Internazionale e dell’Industria (METI), le vendite a maggio 2023 sono salite del 5,7% su base annuale dopo il +5,1% rivisto di aprile (da un iniziale +5%). Le stime degli analisti erano per una crescita del 5,4%.Su base mensile le vendite adjusted sono cresciute dell’1,3% dopo il -1,1% registrato il mese precedente (rivisot da -1,2%).Quanto alle vendite all’ingrosso, riportano un +1,1% su anno e una variazione nulla su mese. Le vendite totali hanno evidenziato così un incremento del 2,4% tendenziale e sono cresciute dello 0,2% su mese. LEGGI TUTTO

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    PMI resistono agli shock ma con segnali di rallentamento: la fotografia Confindustria-Cerved

    (Teleborsa) – Le PMI reggono agli shock pur con segnali di rallentamento. Sul fronte dei conti economici si stima una sostanziale tenuta di fatturato (+2,4%), valore aggiunto (+1,4%) e MOL (+2,9%), che recuperano i livelli del 2019 (rispettivamente +9,1%, +8,7% e +14,9%).Questi indicatori sono accompagnati da evidenze meno incoraggianti, che suggeriscono una possibile inversione di tendenza nel prossimo biennio. I segnali di rallentamento sono più significativi nelle zone del Centro-Sud e lasciano ipotizzare un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale. È quanto emerge dal Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit. I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito fanno contrarre la redditività netta e gli utili delle PMI. Nel 2022 si stima infatti un calo del ROE dello 0,6% (dal 12% all’11,4%). La riduzione della redditività è più marcata nel Centro (dall’11,4% del 2021 al 10,4% del 2022) e nel Mezzogiorno (dal 13% del 2021 al 12,2% del 2022), con il Nord-Est e il Nord-Ovest che soffrono di meno (dal 12,5% del 2021 al 12,1% del 2022 per il Nord-Est e dall’11,5% all’11,1% per il Nord-Ovest). In parallelo, la quota di PMI in perdita passa dal 12,2% del 2021 al 27,9% del 2022, con effetti più significativi nel Centro (+16,4%; dal 13,4% al 29,8%). Il peggioramento della congiuntura genera impatti anche sulle abitudini di pagamento delle PMI: i mancati pagamenti sono attesi in rialzo del 4,3% a livello nazionale (sono il 29,4% delle fatture nel dicembre 2022 contro il 25,1% del dicembre 2021). I valori più elevati si toccano tuttavia nel Mezzogiorno (39,6%; +5,8% su base annuale) e nel Centro (32%; +2,9% sull’anno). Più contenuti i mancati pagamenti nel Nord-Est (22,7%; +3,5%) e nel Nord-Ovest (27,2%, +4,6% sull’anno). Segnali di un’inversione di tendenza si intravedono anche tra gli indicatori di stabilità finanziaria.Il rapporto monitora, inoltre, l’evoluzione dell’uscita dal mercato delle PMI. Le stime del 2022 confermano la prosecuzione del congelamento delle chiusure che si osserva dal 2019; i fallimenti calano del 34,7% su base annua (661 nel 2022 vs 1013 nel 2021) e le procedure non fallimentari del 49,4% (da 330 nel 2021 a 167 nel 2022). Il calo dei fallimenti è particolarmente marcato nel Mezzogiorno (-45,2%, da 230 a 126) e nel Nord-Ovest (-42,2% da 341 a 197), mentre le procedure non fallimentari si riducono particolarmente nel Nord-Est (-60,2%) e nel Centro (-55,3%). Il Rapporto viene presentato in un momento complicato per le PMI italiane: il persistere dell’inflazione ben oltre i propri obiettivi di mandato sta spingendo la BCE a un continuo e deciso rialzo dei tassi, che si ripercuote sul costo dei finanziamenti alle imprese e, indirettamente, sul credito richiesto e su quello concesso, così come sugli investimenti. Dopo quasi otto anni di tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali inferiori o pari a 0,25 punti, in un anno (da luglio 2022) si sono raggiunti oggi 4,00 punti. I processi di ristrutturazione aziendale degli ultimi dieci anni, ancorché incompleti e differenziati tra settori e territori, avevano reso più solido il tessuto produttivo italiano. La crisi che ha caratterizzato – ed è seguita – ai periodi di lockdown ha però fatto fare alle imprese un passo indietro di 4 anni nel processo di rafforzamento dei bilanci osservato nei 10 anni pre-pandemia. Questo ha riguardato in particolare le PMI. A fronte di queste difficoltà, aumentano anche le sfide per il futuro. La duplice transizione, ormai ineludibile, richiede ingenti investimenti a tutti i livelli della filiera, così come competenze adeguate agli obiettivi. Tanto il mercato quanto regole sempre più stringenti impongono anche alle PMI un cambio nei propri processi, che a loro volta richiede più managerializzazione, più formazione e più investimenti.In questo contesto, per aiutare le imprese a crescere è necessario un disegno di politica economica e industriale coerente e di medio-lungo periodo, che agisca in primis correggendo le criticità strutturali con cui devono fare i conti le PMI e mediante incentivi mirati che risolvano o attutiscano i principali deficit. Per raggiungere questi obiettivi e superare le criticità che frenano la competitività delle imprese, il PNRR è un’opportunità storica. La prima azione che il PNRR deve sostenere è l’implementazione delle riforme: del lavoro, che includa le politiche attive; del sistema scolastico, del sistema giudiziario e del fisco. Oltre alle riforme, il PNRR gioca un ruolo centrale per la realizzazione degli investimenti a sostegno della competitività, non solo del sistema imprenditoriale, ma di tutto il territorio. Sia riforme che investimenti hanno ora bisogno di una decisa spinta verso l’attuazione. Sul fronte degli investimenti, oltre ai ritardi strutturali, si registra una situazione di incertezza, legata soprattutto al tema delle “rimodulazioni”. LEGGI TUTTO