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    USA, scorte ingrosso invariate a maggio. Calano le vendite

    (Teleborsa) – Sono rimaste invariate le scorte di magazzino negli Stati Uniti. Nel mese di maggio, secondo quanto comunicato dal Bureau of Census statunitense, non si è registrata alcuna variazione rispetto al -0,1% del mese precedente e stimato dagli analisti. Su base annua si registra una crescita del 3,7%. Nello stesso periodo le vendite sono calate dello 0,2% su base mensile a 650,2 miliardi di dollari, rispetto al +0,2% precedente e al +0,3% atteso. Su anno si è registrato un decremento del 4%.La ratio scorte/vendite è pari all’1,41 contro l’1,30 di un anno prima. LEGGI TUTTO

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    Il Gruppo Cassa Centrale approva il Piano Strategico 2023 – 2026

    (Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di Cassa Centrale Banca ha approvato a fine giugno il Piano Strategico del Gruppo per il quadriennio 2023 – 2026 (che si sviluppa attorno a quattro aree chiave di intervento: sviluppo commerciale, efficienza operativa, gestione dei rischi e fattori abilitanti) e lo ha condiviso con i vertici delle banche affiliate e delle società controllate nel corso delle Assemblee Territoriali che si sono tenute a inizio luglio.”Con il nuovo Piano Strategico, il Gruppo Cassa Centrale riafferma i suoi valori distintivi di cooperazione e reciprocità – commenta il Presidente Giorgio Fracalossi – esprime il forte legame con i territori in cui opera e punta al sostegno di famiglie e imprese in un contesto economico complesso che caratterizzerà anche i prossimi anni”.”L’aggiornamento al 2026 dei target di Piano Strategico conferma la sostenibilità del modello cooperativo di fare banca – dichiara l’Amministratore Delegato Sandro Bolognesi – Le iniziative identificate ci consentono di valorizzare il lavoro svolto fino ad oggi per raggiungere la dimensione di Gruppo idonea a realizzare significative sinergie e sostenere importanti investimenti per prestare ai nostri clienti servizi e prodotti di sempre maggiore qualità”.Linee guida strategiche di PianoLa prima area chiave, lo sviluppo commerciale e potenziamento del modello distributivo, si articola in: creazione di una nuova struttura organizzativa dedicata allo sviluppo e al coordinamento delle attività commerciali e all’ampliamento della presenza del Gruppo sul territorio con l’individuazione di aree ad alto potenziale di sviluppo; rafforzamento dell’offerta in ambito credito corporate, leasing e credito al consumo tramite sinergie con le società prodotto e sostegno alle iniziative del PNRR; rafforzamento del business del risparmio gestito (gestioni patrimoniali e fondi) e della bancassurance con lo sviluppo in particolare di prodotti protection; evoluzione del comparto monetica tramite rinnovo del catalogo prodotti ed efficientamento del modello di servizio.L’efficientamento del modello di business si declina in: ampliamento ed evoluzione dei servizi di back office e ottimizzazione delle spese amministrative; trasformazione digitale di processi e canali per la riduzione di tempi e costi operativi; piano Strategico ICT di modernizzazione del core business e sviluppo della data platform e Piano Sicurezza guidati dalle priorità strategiche del Gruppo e coerenti con i trend di mercato.La gestione attiva dei rischi riguarda: l’adeguamento alla normativa Basilea IV con identificazione delle leve strategiche per minimizzare i requisiti patrimoniali; la gestione proattiva del portafoglio crediti deteriorato.I fattori abilitanti sono: valorizzazione del capitale umano e sviluppo delle competenze manageriali e di leadership e rafforzamento dell’identità di Gruppo; spinta verso l’integrazione delle logiche ESG nei principali processi aziendali a supporto della transizione verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale.Crediti verso clientela, portafoglio titoli e raccoltaLe proiezioni al 2026 vedono un aumento dei crediti verso la clientela del 5,3% nel periodo ’22-’26 raggiungendo i 53,3 miliardi di euro. Le società controllate Claris Leasing e Prestipay raggiungeranno risultati importanti in termini di crescita del portafoglio impieghi performing con un CAGR rispettivamente del 5% e del 21%. Entro il 2026 si completerà il rimborso totale delle operazioni TLTRO senza nessuna tensione di liquidità dato l’ampio portafoglio titoli; la chiusura delle operazioni porterà ad una riduzione della leva finanziaria.Sul fronte del funding, si prevede un leggero aumento della raccolta diretta a 67,2 miliardi di euro (+2,3% rispetto al 2022) e una crescita importante della raccolta indiretta al 9,5% annuo durante l’intera durata del Piano, raggiungendo 51,8 miliardi di euro nel 2026.Il rapporto tra impieghi e raccolta diretta rimane conservativo con un valore del 76% previsto per fine Piano.Trend di conto economico Il margine di interesse si manterrà stabile in arco Piano su valori prossimi a 1,9 miliardi di euro. Ulteriore spinta ai ricavi viene data dalle commissioni generate dalla gestione del risparmio e dal credito (CAGR +4,9% tra il ’22-26) e dai sistemi di pagamento che raggiungeranno a fine Piano 353 milioni di euro (CAGR +1,8%). Il totale dei ricavi netti generati da commissioni raggiungerà gli 869 milioni di euro (+15,1% rispetto ai valori del 2022).È previsto un contenuto aumento complessivo della base costi di circa 215 milioni di euro pari al 3,3% medio annuo. L’aumento dei costi operativi include le spese relative agli investimenti IT che si assesteranno intorno ai 160 milioni di euro annui nel triennio 2024 – 2026, con una crescita media annua dell’11,3% tra il 2022 e il 2026.Il risultato operativo a fine Piano raggiungerà i 958 milioni di euro, livello leggermente superiore al 2022. L’utile netto di esercizio si assesterà stabilmente su livelli superiori ai 500 milioni di euro in tutti gli esercizi ricompresi nel Piano (514 milioni di euro a fine 2026) consentendo la generazione di nuovo patrimonio per circa 2,2 miliardi di euro.I principali KPI di redditività ed efficienza operativa a fine 2026 indicano un ROE del 5,5%, ROA del 0,6% ed un Cost/income primario pari al 64%. Qualità degli attivi e capitalizzazioneContinua attenzione sarà posta sul mantenimento di un valore di NPL lordo e netto contenuto durante i prossimi anni. Si stima il mantenimento di un livello di coverage ai vertici del mercato e per l’intero arco di piano mediamente superiore al 70%. Tale livello di coverage, pur in presenza di stime di tassi di default in crescita (in ottica prudenziale) data l’incertezza del contesto macroeconomico, permetterà di mantenere un NPL ratio netto molto buono in area 1,4%. Il Texas ratio rimarrà su valori estremamente contenuti ed in continuo calo dal 27% attuale al 21% per fine 2026.L’allocazione degli utili a riserva – tipico dei Gruppi cooperativi – consentirà di aumentare ulteriormente il tasso di patrimonializzazione: il CET1 ratio salirà dall’attuale 22,8% al 26,6%, valore che pone il Gruppo CCB al vertice a livello italiano ed europeo. Inoltre, l’allocazione a riserva degli utili permetterà di mantenere un buffer significativo non solo rispetto ai requisiti patrimoniali SREP, ma anche ai requisiti MREL. LEGGI TUTTO

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    WINDTRE, rinnovata la partnership con Nothing per il lancio di Phone (2) in Italia

    (Teleborsa) – L’azienda tech londinese Nothing e WINDTRE confermano oggi una nuova partnership strategica ed esclusiva per il lancio di Phone (2) in Italia. A partire dal 15 luglio, solo in alcuni Windtre Store-selezionati si potrà acquistare in anteprima italiana il Phone (2) Launch Edition.”Siamo felici di essere nuovamente accanto a Nothing per il lancio in esclusiva di Phone (2) presso la nostra rete vendita, diffusa su tutto il territorio nazionale – afferma Tommaso Vitali, direttore B2C Marketing & New Business di WINDTRE –. Nothing ha dimostrato di avere l’innovazione nel DNA e siamo certi che grazie al nuovo Phone (2) possiamo offrire ai nostri clienti uno smartphone dal design unico e distintivo caratterizzato da ottime performance”.”Siamo entusiasti di collaborare in esclusiva con WINDTRE per l’attesissima limited edition di Nothing Phone (2) il 15 luglio 2023, offrendo un design innovativo e prestazioni di punta. Riteniamo che la nostra partnership con WINDTRE aumenterà ulteriormente l’entusiasmo che circonda il Nothing Phone (2) e offrirà ai nostri stimati clienti l’opportunità di essere tra i primi a possedere questo iconico dispositivo premium” ha confermato David Sanmartín, co-fondatore di Nothing.In occasione dell’evento di presentazione che si terrà l’11 luglio 2023 alle 17:00 (ora italiana) saranno comunicati maggiori dettagli e informazioni su Phone (2), incluse le caratteristiche tecniche e il prezzo. LEGGI TUTTO

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    EY, investimenti in calo in Italia

    (Teleborsa) – L’attività di investimento in Italia è in calo, rispetto al picco registrato nel biennio passato, complice la situazione geopolitica e la stretta monetaria che pesa sui finanziamenti, ma più vivace rispetto al periodo pre-pandemico. E’ la fotografia scattata da EY nel suo barometro delle operazioni di fusione e acquisizione. Nel corso del primo semestre del 2023 sono stati registrati 531 deal con target in Italia (-14% rispetto allo stesso periodo del 2022) con un volume complessivamente investito pari a circa 25 miliardi di euro (-25%). L’Italia accelera sugli investimenti all’estero: nel primo semestre 2023 sono state registrate 111 operazioni, con un aumento del valore medio di acquisizione rispetto al 2022. “Il numero di operazioni mappate nel corso dell’intero 2020 e ammonta a quasi il doppio della media storica delle operazioni nel primo semestre in periodo pre-Covid (tra il 2016 e il 2019). Il confronto con il 2022 è da leggersi tenendo presente che gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da un’attività M&A a livelli record, per effetto della consistente ripresa di investimenti e consumi e per la necessità di ripartire velocemente dopo i lockdown”, commenta Marco Daviddi, Strategy & Transactions Managing Partner di EY in Italia.”All’incertezza generata dall’attuale scenario geopolitico si è aggiunta una politica monetaria restrittiva con conseguente incremento dei tassi di interesse e del costo dei finanziamenti. Tutti questi fattori stanno determinando un allungamento dei tempi dei processi M&A e una focalizzazione su operazioni di dimensione più contenuta, al fine di limitare i rischi finanziari e operativi. Tuttavia, diversi elementi suggeriscono che il mercato M&A in Italia possa comunque registrare un livello d’attività sostenuto, seppur inferiore rispetto ai numeri record registrati nel 2021 e nel 2022. Rimane abbondante la liquidità già raccolta da investire e le imprese hanno molto chiaro che l’utilizzo della leva transazionale può essere un rilevante acceleratore dei processi di trasformazione necessari a mantenere competitività, anche tenendo conto delle tensioni commerciali sempre più accentuate tra Ovest ed Est del Globo, che richiedono veloci revisioni dei mercati in cui operare”. Il PNRR – conclude Daviddi – rimane una straordinaria opportunità di supportare il processo di modernizzazione del nostro Paese, in particolare su tematiche specifiche, quali la trasformazione digitale, l’innovazione e la transizione energetica, specie se saprà sfruttare un effetto leva attraverso progetti in grado di coinvolgere aziende e fondi, favorendo la dinamica di investimento privato”. LEGGI TUTTO

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    Migranti, Tajani: questione delicatissima, serve soluzione Ue

    (Teleborsa) – Con i ministri di Croazia e Slovenia “abbiamo affrontato la delicatissima questione dell’immigrazione clandestina e la lotta al traffico degli esseri umani, con una visione che può essere solo europea perché non ci sono soluzioni diverse da quella europea, anche per la protezione delle frontiere esterne”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in conferenza stampa alla Trilaterale dell’Alto Adriatico con i colleghi di Slovenia e Croazia Tanja Fajon e Gordan Grlic Radman. “Abbiamo guardato con attenzione anche a ciò che accade in Africa perché la questione migratoria si risolve se si agisce affrontandone le cause”.”Ritengo che durante il vertice di Vilnius si debba sottoporre all’attenzione di tutti i nostri alleati il sud. Certamente va posta attenzione a quello che accade a oriente, all’Ucraina ma dobbiamo anche guardare ciò che accade in Africa e in Medio Oriente perché l’instabilità, la presenza terroristica, le guerre, il cambiamento climatico sono un cocktail esplosivo”, ha aggiunto. “Credo che la scelta più giusta sia quella di dar vita a un Consiglio Nato-Ucraina per preparare il terreno ad una futura adesione di Kiev, che dovrà per forza avvenire dopo la guerra”.Alla vigilia della sua partenza, il Presidente Biden ha frenato le spinte dei Paesi del fianco nordorientale per un suo rapido ingresso nell’Alleanza. Tre i motivi, spiegati in una intervista alla Cnn: “Kiev non è pronta a far parte della Nato… deve soddisfare altri requisiti”, “non c’è unanimità tra i Paesi membri” e farlo ora “nel mezzo di un conflitto significherebbe entrare in guerra con la Russia”, dato l’impegno alla mutua difesa “di ogni centimetro del territorio Nato”.Il presidente americano suggerisce invece di “tracciare un percorso razionale affinché l’Ucraina possa qualificarsi per poter entrare nella Nato”. LEGGI TUTTO

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    UE, stretta contro acquisizioni da parte di società sussidiate da paesi terzi

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha adottato oggi le norme per l’attuazione della Foreign Subsidies Regulation (FSR), ovvero una serie di norme per affrontare le distorsioni causate dalle sovvenzioni estere e per consentire un maggiore controllo sugli investimenti esteri, garantendo nel contempo condizioni di parità per tutte le imprese che operano nel mercato unico.Il regolamento sulle sovvenzioni estere stabilisce l’obbligo per le società di notificare: concentrazioni in cui la società acquisita, una delle parti della concentrazione o la joint venture è stabilita nell’UE e genera un fatturato nell’UE di almeno 500 milioni di euro, e in cui alle parti dell’operazione sono stati concessi contributi esteri complessivi di almeno 50 milioni di euro negli ultimi 3 anni; contributi finanziari esteri nelle procedure di appalto pubblico, se il valore stimato del contratto è di almeno 250 milioni di euro e l’offerta prevede un contributo finanziario estero aggregato combinato di almeno 4 milioni di euro per paese terzo negli ultimi 3 anni.Il regolamento di esecuzione, e in particolare i moduli di notifica, dettagliano gli obblighi di comunicazione dei soggetti notificanti, specificando le informazioni che devono essere incluse nei moduli di notifica per le concentrazioni e le procedure di appalto pubblico.In particolare, per le concentrazioni le società devono segnalare: per i contributi finanziari esteri che sono considerati dall’FSR come suscettibili di distorcere il mercato interno, informazioni dettagliate su tutti i contributi finanziari di importo individuale non inferiore a 1 milione di euro, concessi ai soggetti dell’operazione negli ultimi 3 anni; per tutti gli altri contributi finanziari esteri, una panoramica dei contributi finanziari concessi negli ultimi 3 anni, di importo individuale minimo di 1 milione di euro e in relazione ai soli paesi che hanno concesso alle parti della operazione di almeno 45 milioni di euro nei 3 anni precedenti la concentrazione, fatte salve alcune eccezioni.Inoltre, il regolamento di esecuzione fornisce norme dettagliate su: la procedura di notifica alla Commissione delle operazioni di concentrazione e di partecipazione ad appalti pubblici con contributi finanziari esteri; il processo di indagine della Commissione, comprese le procedure che devono essere seguite dalle società per la presentazione di impegni per affrontare eventuali preoccupazioni della Commissione; i diritti processuali delle parti in materia di tutela delle informazioni riservate, accesso agli atti e presentazione delle osservazioni; il calcolo e la sospensione dei termini per l’informazione e la presentazione degli impegni; la trasmissione e la firma di documenti mediante notifica alle parti alla Commissione tramite mezzi digitali, se del caso.La FSR inizierà ad applicarsi dal 12 luglio 2023, mentre a partire dal 12 ottobre 2023 le imprese dovranno notificare le concentrazioni e la partecipazione a procedure di appalto pubblico che comportano contributi finanziari esteri e che soddisfano le relative soglie di notifica. LEGGI TUTTO

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    Vacanze: quasi 9 milioni di italiani non partiranno perché non possono permetterselo

    (Teleborsa) – Sommando chi ancora è indeciso e chi già è sicuro di non fare le valigie, sono quasi 9 milioni gli italiani che indicano come motivo delle mancate ferie il fatto che, semplicemente, non se lo possono permettere economicamente. Queste alcune delle principali evidenze emerse dall’indagine che Facile.it ha commissionato all’istituto di ricerca EMG Different.Guardando alle motivazioni per cui non ci si concederà un viaggio quasi 9 milioni di italiani hanno ammesso di non poterselo permettere economicamente. Ad averlo dichiarato sono soprattutto gli intervistati appartenenti alla fascia anagrafica 35-44 anni; tra di loro ben il 64,3%, ovvero 1,6 milioni, ha dichiarato che resterà a casa per motivi economici. A livello territoriale, invece, sono gli abitanti del SudItalia (59,1%) e delle Isole (60%) coloro che – in percentuale – rinunceranno in misura maggiore alla partenza a causa di difficoltà economiche.Il 59,5% di chi non partirà per ragioni economiche, ovvero oltre 5 milioni di italiani, ha dichiarato che ad incidere sulla situazione è stato l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni vissuto durante l’ultimo anno; il dato sale al 66,7% tra i residenti del Centro Italia e raggiunge addirittura il 69,4% tra i 45-54enni; questo vuol dire che quasi 7 italiani su 10 con un’età compresa tra i 45 e i 54 anni rinunceranno alle vacanze perché gli incrementi eccessivi dei prezzi hanno causato una condizione di difficoltà.Il 35,8% di chi resterà a casa per ragioni economiche, invece, ha detto che rinuncerà a causa degli incrementi dei costi legati al viaggio; ad averlo ammesso sono soprattutto i giovani tanto che più di 1 rispondente su 2 (53,8%) appartenente alla fascia 18-24 anni ha dato questa motivazione. Il 26,4% si trova in una situazione di difficoltà economica a causa di un imprevisto (33,3% tra i 25-34enni e gli abitanti del Nord Est e delle Isole), mentre il 22,3% a seguito della perdita del lavoro proprio o di un membro della famiglia; la percentuale è più alta e pari al 35,3% nel Nord Ovest del Paese e al 36,8% per gli intervistati con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni.Oltre alle motivazioni di tipo economico, però, ci sono altre ragioni per cui tanti italiani non si concederanno una vacanza o ancora non ne sono sicuri; il 17,2%, ovvero 2,9 milioni, ha dichiarato che andrà in vacanza durante un altro periodo dell’anno (probabilmente per evitare i costi dell’alta stagione), percentuale che sale al 19,4% tra i 25-34enni e al 23,3% tra i residenti nel Nord Est, arrivando addirittura al 32,7% per i rispondenti appartenenti alla fascia anagrafica 65-74 anni.Il 12%, invece, ha detto di non avere ferie, dato vero soprattutto tra i più giovani (18,2% dei 18-24enni e 27,8% dei 25-34enni), mentre l’11% non potrà partire perché deve accudire persone anziane; in questo caso ovviamente la tendenza si inverte per questioni anagrafiche: sono principalmente i rispondenti con un’età compresa tra i 55 e i 64 anni (19,7%) coloro che – sempre percentualmente – rinunceranno ad una vacanza per accudire persone anziane. Il 9,5%, infine, non partirà per curare il proprio animale (13,3% tra i 45-54 anni e 14,3% nelle Isole). Anche se si cerca di classificare la Pandemia come un brutto ricordo del passato, questa sembra ancora influenzare sensibilmente la quotidianità di alcuni rispondenti, tanto è vero che sono più di 400mila coloro che dichiarano che staranno a casa per paura di contrarre il Covid mentre si è via.Se a livello nazionale la percentuale di chi ha dichiarato che quest’anno sicuramente non partirà per le vacanze estive è pari al 16,9%, il dato arriva al 19,1% tra i rispondenti con un’età compresa tra i 45 e i 54 anni, mentre a livello territoriale sono gli abitanti del Centro Italia coloro che, sempre percentualmente, rinunceranno in misura maggiore alle ferie; in questa zona del Bel Paese il 21% ha detto che resterà a casa.Tra coloro che, invece, non sanno ancora se partiranno o meno, vale a dire oltre 9,3 milioni di connazionali (22%), i più indecisi sono risultati essere i 65-74enni (27,2%) e i residenti nelle Isole, dove la percentuale ha raggiunto il 26%. LEGGI TUTTO

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    Sostenibilità, Giorgetti: tema importante ma declinarlo “a tutto tondo”

    (Teleborsa) – “Il tema della sostenibilità è un tema molto importante che ormai è patrimonio ampiamente discusso e deliberato nel mondo occidentale. Ma siamo in un mercato globale e quindi anche le regolamentazioni dovrebbero essere simili da tutti le parti, per creare un mercato all’insegna della leale competizione”.Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a Malpensa per un evento di Dhl Express con Sea, ricordando il suo prossimo viaggio in India per il G20. “Ci sono paesi che hanno questa sensibilità molto pronunciata, mentre altri hanno altri tipi di sensibilità e di priorità. C’è chi ha milioni di persone che lottano per la sopravvivenza, che pensano prima a svilupparsi e poi – ha concluso Girogetti – alla sostenibilità ambientale”.”La sostenibilità – prosegue il Ministro – va approcciata nelle sue diverse dimensioni, ambientale, sociale ed economica. La sostenibilità ambientale è diventata un ritornello retorico e ideologico, anche a livello europeo. Aver calcato la mano sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale sta producendo un riflesso e, in qualche modo, un rigetto di tipo politico”. “La sostenibilità ambientale non coniugata a quella economica e quindi sociale provoca nelle democrazie rappresentative una reazione, ed è quello che si è verificato anche recentemente in Olanda”, ha aggiunto. Per Giorgetti, “l’esigenza è di avere il concetto di sostenibilità a tutto tondo nei suoi diversi aspetti, altrimenti il tavolo non sta in piedi politicamente”. LEGGI TUTTO