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    Fisco, via libera del Cdm a riapertura del concordato. Adesioni entro il 12 dicembre

    (Teleborsa) – Approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il decreto che riapre i termini di adesione al concordato preventivo fiscale biennale per il 2024 e il 2025. Una misura che dà la possibilità di adesione ai titolari di partita Iva che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 31 ottobre 2024. I contribuenti interessati potranno aderire alla proposta fiscale entro il 12 dicembre 2024. “Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il Decreto Legge concernente la riapertura dei termini per fruire del Concordato preventivo biennale, fissando la data al 12 dicembre – ha annunciato il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo –. Chi non è riuscito ad aderire entro la precedente scadenza del 31 ottobre, potrà ora aderirvi attraverso questa nuova finestra. Si tratta di un importante prova di ascolto da parte del governo, che dopo un confronto con le categorie e i professionisti ha deciso di allargare ulteriormente la possibilità di aderire a una misura apprezzata e conveniente per tutti: Stato e cittadini. Si è potuto fare solo ora in quanto al 31 ottobre era necessario acquisire dati certi sul gettito del concordato per avviare un’ulteriore riduzione delle tasse dal 2025. Il fisco che abbiamo sempre professato di volere è proprio questo: semplice e dialogante con i contribuenti”. Luce verde del Cdm anche all’ampliamento della platea dei beneficiari del bonus Natale di 100 euro che sarà erogato con la tredicesima. La norma – a quanto si apprende – è contenuta nello stesso decreto che ha riaperto i termini per l’adesione al concordato preventivo biennale. I costi dell’intervento sono previsti in circa 400 milioni di euro. Al momento il bonus Natale, secondo quanto prevede il dl omnibus che lo ha introdotto, spetta ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 28mila euro, con coniuge e almeno un figlio a carico e che abbiano capienza fiscale. Il dl prevede anche un rifinanziamento del Fen (Fondo emergenze nazionali) gestito dalla Protezione civile. Il decreto approvato oggi in Consiglio dei Ministri confluirà probabilmente nel cosiddetto decreto fiscale all’esame del Senato. Via libera, infine, anche alla nomina di Salvatore Luongo come comandante generale dei Carabinieri. Luongo, attuale vicecomandante generale, prenderà il posto di Teo Luzi. LEGGI TUTTO

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    Fitto a Bruxelles: “Non rappresento un partito o un Paese, il mio impegno è per l’Europa”

    (Teleborsa) – Rispondere alle sfide demografiche e offrire opportunità a tutti, in particolare ai giovani, affinché possano rimanere e prosperare nelle loro regioni d’origine, utilizzando il cosiddetto “approccio basato sul territorio” per rispondere meglio alle esigenze locali e collaborare più strettamente con le autorità locali. Queste le intenzioni espresse da Raffaele Fitto, candidato italiano a vicepresidente esecutivo della Commissione responsabile per la coesione e le riforme, nelle osservazioni introduttive all’audizione di conferma al Parlamento europeo. “Cinque anni fa sedevo tra di voi onorevoli colleghi” ha esordito Fitto ricordando il suo viaggio politico, dalla presidenza della Regione Puglia agli incarichi di ministro e poi europarlamentare, lavorando sempre per un’Europa più forte. “Voglio essere chiaro: non sono qui per rappresentare un partito politico, non sono qui per rappresentare uno Stato membro, sono qui oggi per affermare il mio impegno per l’Europa”, ha aggiunto Fitto, ringraziando il governo Meloni e la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen per il ruolo di vice-presidente esecutivo per la Coesione e le Riforme, una politica che sarà molto importante nei prossimi cinque anni.Interrogato dalla commissione per lo sviluppo regionale, rispondendo alle domande dei deputati sul futuro della politica di coesione, Fitto ha affermato che deve essere semplificata e resa più flessibile e che gli oneri amministrativi devono essere ridotti. Per la prima volta la Commissione dispone di un portafoglio dedicato alla semplificazione, ha aggiunto. Tuttavia, la semplificazione non può significare una riduzione della trasparenza o del controllo democratico, ha sostenuto Fitto che ha anche sottolineato l’importante lavoro svolto dalla Procura europea (EPPO) e dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) per garantire che i fondi dell’UE siano spesi come previsto.”La politica di coesione si trova al cuore dell’integrazione europea. Deve svolgere un ruolo essenziale per garantire il progresso sociale ed economico dell’Unione europea e nel ridurre le disparità tra i diversi territori e le diverse regioni. Le nostre regioni, le nostre città, le nostre comunità locali e i nostri cittadini sono al centro di questa politica”, ha rilevato Fitto.Durante la sua audizione Fitto ha inoltre dovuto difendere la sua azione come ministro italiano della Coesione e per l’attuazione del Pnrr, sostenendo che “il piano sta procedendo in modo positivo”, con oltre il 45% degli obiettivi raggiunti. A una domanda sulle sue posizioni, “ritenute oggi incompatibili” con il ruolo istituzionale, quando era eurodeputato per il gruppo dei Conservatori Ecr, Fitto ha replicato di “sapere bene che essere commissario europeo vuol dire rappresentare l’Unione europea, la Commissione europea. E io sono qui per garantire questo impegno assoluto”, ha sottolineato, tra gli applausi. cUn ruolo forte per gli enti localiParlando del futuro della politica di coesione, i deputati hanno chiesto a Fitto se la semplificazione significherebbe centralizzazione. Hanno chiesto se difenderà la “politica di coesione così come la conosciamo”, in cui i cittadini e le regioni hanno un ruolo forte. Fitto si è impegnato a promuovere soluzioni che sfruttino le conoscenze specialistiche degli attori locali e siano sufficientemente flessibili da soddisfare le diverse esigenze locali. Allo stesso tempo, vuole sviluppare approcci mirati alla politica industriale locale e sfruttare il potenziale del turismo. In risposta alle domande sugli sforzi volti a rafforzare le regioni rurali colpite dallo spopolamento e dalla fuga di cervelli, Fitto sottolinea l’importanza di garantire un’occupazione di alta qualità, la capacità amministrativa locale, le infrastrutture, anche digitali, e i servizi pubblici in ogni regione. Si è inoltre impegnato a sostenere lo sviluppo dei talenti e le opportunità di lavoro e ad accelerare l’attuazione del Fondo per una transizione giusta.Soluzioni per le regioni e le città insulariPer quanto riguarda il sostegno alle isole, Fitto ha fatto riferimento ai suoi precedenti in qualità di deputato europeo e ha affermato che saranno necessari sforzi coordinati in materia di politica dei trasporti, dell’agricoltura, della pesca e del turismo. Fitto ha inoltre annunciato l’intenzione di elaborare un’agenda politica globale per le città, compresi gli alloggi, la digitalizzazione e l’inclusione sociale. Anche i cittadini che vivono nelle regioni frontaliere orientali dell’UE hanno bisogno del massimo sostegno dell’UE, ha affermato. I deputati hanno inoltre sollevato la questione dello Stato di diritto e i voti passati di Fitto quando era deputato europeo sulle questioni relative all’articolo 7. Fitto si è impegnato a rispettare lo Stato di diritto quale principio fondamentale dell’UE e ha affermato di aver già contribuito al dialogo dell’UE sullo Stato di diritto nel suo precedente ruolo di ministro degli Affari europei.Prossime tappeIl presidente della commissione e i coordinatori dei gruppi politici si riuniranno dopo l’audizione per valutare le prestazioni e le qualifiche del commissario designato. Sulla base delle raccomandazioni delle commissioni, la Conferenza dei presidenti (la Presidente del PE Metsola e i presidenti dei gruppi politici) effettuerà la valutazione finale e dichiarerà chiuse le audizioni il 21 novembre. Una volta che la Conferenza dei presidenti avrà dichiarato chiuse tutte le audizioni, le lettere di valutazione saranno pubblicate. L’elezione da parte dei deputati al Parlamento europeo dell’intero collegio dei commissari (a maggioranza dei voti espressi, per appello nominale) è attualmente prevista durante la sessione plenaria del 25-28 novembre a Strasburgo. LEGGI TUTTO

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    21° anniversario della strage di Nassiriya: l’Italia ricorda i suoi uomini

    (Teleborsa) – Sembra ieri, eppure sono già passati 21 anni dalla strage di Nassiriya, un attacco kamikaze che costò la vita a 28 uomini, di cui 19 italiani, che stavano facendo il loro dovere in una missione di pace in Iraq. Era il 12 novembre del 2003. Una ricorrenza sempre molto sentita dalle Forze Armate tutte e dall’Arma dei Carabinieri, che hanno perso amici e colleghi. Il più giovane non aveva compiuto 20 anni. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare i caduti nella strage di Nassiriya: “Il pensiero va a coloro che, animati da profondo senso del dovere, dedizione e coraggio, hanno donato la propria vita per l’Italia e per i valori della pace e della cooperazione internazionale”.”La loro morte – ha proseguito Mattarella – richiama il valore dell’impegno per la costruzione di un mondo più giusto, libero dalle atrocità della guerra e dal peso dell’oppressione”. “Il ritorno di conflitti su larga scala e il crescere di tensioni che minacciano la sicurezza collettiva, sottolineano il ruolo delle missioni internazionali per costruire ponti di dialogo e arginare la violenza”, ha concluso il Capo dello Stato. Eppure, oggi come allora, la guerra imperversa in Medioriente e rischia ogni giorno di degenerare in un conflitto più ampio. LEGGI TUTTO

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    AI, internazionalizzazione e sostenibilità: in arrivo il primo roadshow SACE e Microsoft Italia

    (Teleborsa) – È partito il conto alla rovescia per la prima tappa del Roadshow dedicato a AI, internazionalizzazione e sostenibilità promosso da SACE, nell’ambito del suo HUB formativo, e Microsoft Italia, pensato per le PMI italiane che intendono strutturare una strategia di successo nel lungo termine per competere sui mercati internazionali. Si tratta – spiega SACE in una nota – della prima di otto tappe previste per seguire le imprese di tutta Italia nel percorso di transizione sostenibile e digitale: durante l’evento le imprese avranno la possibilità di approfondire le potenzialità legate all’Intelligenza Artificiale per aumentare la loro competitività, in Italia e all’estero, e conoscere gli strumenti e le soluzioni a misura di PMI su cui puntare per una trasformazione innovativa e sostenibile dei propri modelli di business. Nel corso delle 8 tappe, Microsoft Italia e SACE presenteranno programmi di formazione ad hoc e workshop nei quali le imprese potranno esplorare due driver cruciali per la loro crescita: innovazione e sostenibilità, fattori interconnessi e reciprocamente abilitanti che insieme rafforzano la capacità di esportare, oltre a migliorare efficienza, flessibilità e qualità dei processi produttivi.Microsoft Italia illustrerà alle imprese come mettere in atto la trasformazione digitale, innovare le attività aziendali e aumentare la produttività grazie a tecnologie innovative come Cloud Computing e Intelligenza Artificiale Generativa. Nel corso degli incontri, verrà presentata anche l’iniziativa AI L.A.B. e le modalità attraverso le quali le aziende italiane possono avere accesso a tecnologie, risorse e competenze sul territorio legate all’AI generativa e come adottarla per la propria organizzazione. “L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità di trasformazione e di crescita economica senza precedenti per l’Italia. Abbiamo recentemente, analizzato con TEHA Group i vantaggi di produttività che le aziende italiane stanno registrando grazie all’AI generativa: metà delle organizzazioni che utilizzano soluzioni di intelligenza artificiale segnala un aumento della produttività di oltre il 5% – ha dichiarato Vincenzo Esposito, amministratore delegato Microsoft Italia –. Questo roadshow rappresenta un’opportunità per tutte le organizzazioni che vogliono comprendere come le tecnologie, a partire dall’AI generativa, possano contribuire alla loro crescita anche su mercati internazionali, favorendo l’innovazione e l’eccellenza italiana”.SACE affronterà insieme alle PMI le tematiche legate alla Twin Transition e approfondirà l’offerta formativa gratuita e gli strumenti assicurativo-finanziari a sostegno degli investimenti in innovazione, sostenibilità e internazionalizzazione.Durante il panel dedicato verrà approfondito l’ESG HUB di SACE, un ecosistema integrato e digitale in continua evoluzione che include la vasta gamma di prodotti e servizi con focus sulla sostenibilità, a cui fare riferimento per rafforzare la competitività sui mercati globali.”Con questo ciclo di roadshow vorremmo trasmettere un messaggio importante quanto necessario alle imprese che desiderano crescere: gli investimenti ESG devono essere accompagnati da investimenti in innovazione. Le tecnologie 4.0 legate alla sostenibilità aumentano la proiezione internazionale e la capacità esportativa delle imprese. I nostri dati mostrano che le imprese che investono in Twin Transition beneficiano di un aumento del ritorno sul capitale investito dell’8% – ha dichiarato Alessandra Ricci, amministratore delegato di SACE –. Tra le imprese che fanno questi investimenti e quelle che non investono c’è un 15% di differenza in capacità di esportare. Abbiamo quindi un grande potenziale da sfruttare e per cogliere appieno questa opportunità è necessario puntare anche sulla formazione. Ecco perché, insieme a Microsoft, abbiamo organizzato questi momenti formativi e di dialogo con le imprese”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisto di Mars Debtco da parte di Onex e Qatar Holding

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo congiunto di Mars Debtco del Regno Unito da parte di Onex Corporation del Canada e Qatar Holding del Qatar. La transazione riguarda principalmente il settore dei pezzi di ricambio per aeromobili.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato che la joint venture ha attività trascurabili nello Spazio economico europeo e la posizione di mercato combinata limitata delle società risultante dalla transazione proposta. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Banca Progetto da parte di Centerbridge

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del Regolamento sulle concentrazioni dell’UE, l’acquisizione del controllo esclusivo di Banca Progetto da parte di Centerbridge Partners. La transazione riguarda principalmente i servizi di credito alle imprese e di factoring.La Commissione ha concluso che la transazione notificata non solleverebbe preoccupazioni in materia di concorrenza, dato che le società non sono attive negli stessi mercati o in mercati verticalmente correlati. La transazione notificata è stata esaminata ai sensi della procedura di revisione semplificata delle concentrazioni. LEGGI TUTTO

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    Mutui, genitorialità e invecchiamento attivo: Generali e Cattolica presentano “Protection”

    (Teleborsa) – Generali e la sua Business Unit Cattolica lanciano la nuova offerta Protection: “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti”.Dall’acquisto della casa, alla nascita di una famiglia, fino all’invecchiamento attivo: l’assicurazione tutela i progetti di vita con un capitale che diminuisce gradualmente nel tempo per coprire le differenti necessità economiche nei diversi momenti della vita. Le due soluzioni decrescenti – spiega Generali in una nota – offrono una copertura che accompagna le esigenze di chi, per realizzare il futuro che ha in mente e a cui tiene, ha un finanziamento (“Credit Protection”) oppure di chi sa di avere impegni economici decrescenti nel tempo, permettendo loro di pianificare la protezione dei propri obiettivi di vita e del futuro dei propri cari.”Come Generali, vogliamo essere vicini alle persone in ogni momento rilevante: per questo – ha dichiarato Massimo Monacelli, General Manager di Generali Italia – analizziamo lo scenario e progettiamo soluzioni assicurative per soddisfare i bisogni emergenti e proteggere i nostri clienti, tenendo fede all’ambizione di essere Partner di Vita. La nostra nuova offerta a capitale decrescente risponde a priorità sempre più urgenti dettate da un contesto che vede la necessità di tutelare il proprio futuro in base al momento di vita in cui ci sitrova. Con queste nuove soluzioni, rese distintive dalla consulenza di valore delle Reti Generali Italia e Cattolica, ribadiamo la centralità della Protection nella nostra strategia e nel nostro modello di business”.Mutui: per coloro che aprono un mutuo e cercano una copertura che tuteli il capitale finanziatoOggi, in Italia, l’età media in cui si acquista casa e si stipula un mutuo è di circa 40 anni, con una durata media di circa 25 anni e un capitale finanziato superiore a 150mila euro. Tipicamente la decrescenza di un mutuo non è lineare ma segue un cosiddetto ammortamento francese ovvero una modalità di calcolo largamente impiegata da banche e finanziarie quando si deve stabilire l’ammontare di un finanziamento. Il funzionamento della decrescenza in “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” – si legge nella nota – offre una soluzione adeguata alla copertura di questa tipologia di finanziamenti perché prevede una decrescenza con ammortamento francese e un TAN predefinito al 5% (in modo da essere capiente anche in caso di tasso particolarmente altoe dando una sovra-copertura cautelativa al cliente in caso di tasso inferiore).Genitorialità: per una copertura che duri più a lungo nel tempo e con un capitale più alto nella parte iniziale della vita dei propri figliMantenere un figlio da 0 a 18 anni ha un costo medio di circa 175mila euro, ai quali si aggiungono i costi dell’università che variano a seconda che sia pubblica o privata o se lo studente studia in sede o fuorisede. In estrema sintesi, da 0 a 23 anni un figlio costa almeno 200mila euro (aumentando al crescere del reddito familiare). Un impegno economico, quello che deve affrontare una famiglia per la crescita dei figli, che con “Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” – fa sapere Generali – può essere protetto con la sicurezza di essere tutelati nel tempo in linea con i propri impegni e obiettivi di vita.Invecchiamento attivo: per chi, anche senior, è nel pieno di progetti familiari o imprenditoriali che richiedono una tutela ma è attento al costo e cerca una durata più lunga o un capitale di partenza più alto”Scegli Col Cuore Progetti” e “Cattolica Domani Progetti” rappresentano una valida alternativa all’offerta classica a capitale costante, offrendo a parità di premio una durata maggiore e un capitale di partenza più alto. Le due soluzioni assicurative, inoltre, prevedono una durata pagamento premi più breve rispetto alla durata copertura: questo funzionamento permette di rimanere in copertura nell’ultima parte della durata contrattuale senza dover più versare il premio.WBenessere, lo strumento dedicato alla saluteCon la nuova offerta Protection è incluso W Benessere, il servizio dedicato alla tutela della propria salute: si può accedere in ogni momento, tramite o App MyGenerali, a visite e accertamenti diagnostici a tariffe agevolate in un network selezionato di strutture sanitarie convenzionate in tutta Italia; inoltre, vi è la possibilità di richiedere supporto alla prenotazione di visite specialistiche ed esami. In questo modo diventa più semplice effettuare con continuità tutti i check up per mantenersi in salute e fare prevenzione. LEGGI TUTTO

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    Competitività imprese, Istat: “In forte crescita fatturato multinazionali italiane all’estero e estere in Italia”

    (Teleborsa) – Nel 2022 aumentano gli scambi esteri delle imprese a controllo estero residenti in Italia: +22,9% export e +23,4% l’import. Le controllate estere, 0,4% delle imprese residenti, producono il 21,0% del fatturato e il 17,4% del valore aggiunto nazionale. Il 45,4% del fatturato prodotto dalle affiliate estere di multinazionali italiane è destinato a mercati diversi dal Paese di localizzazione. Si confermano quote elevate di esportazioni verso l’Italia nei settori del Made in Italy. È quanto rileva l’Istat nel report “Struttura e competitività delle imprese multinazionali 2022″Multinazionali a controllo estero: cresce il loro contributo alla nostra economiaNel 2022, continua la crescita economica delle multinazionali a controllo estero in Italia rispetto al 2021(fatturato +26,9% e valore aggiunto +13,4%). Si consolida inoltre la presenza delle multinazionali italiane all’estero (fatturato +15,8% e fatturato al netto degli acquisti di beni e servizi +18,2%). Provenienti da 106 Paesi, le multinazionali estere sono attive in Italia con 18.434 controllate (+4,5% rispetto al 2021), occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%), fatturano oltre 908 miliardi di euro (+26,9%), producono un valore aggiunto di oltre 173 miliardi (+13,4%) e sostengono una spesa in Ricerca e sviluppo di 6 miliardi (+4,9%). Le controllate estere attive nell’industria sono il 28,7% del totale rispetto al 71,3% dei servizi, ma in termini di peso economico le distanze si riducono. Infatti le controllate estere attive nell’industria realizzano il 46,7% del fatturato totale (53,3% dei servizi) e in termini di valore aggiunto producono il 40,3% contro il 59,7% dei servizi. Nell’industria una forte presenza delle multinazionali estere (misurata come quota di valore aggiunto sul totale del settore) si riscontra nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (47,9% del valore aggiunto del settore), nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (44,4%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (38,6%). Il valore aggiunto cresce in quasi tutti i settori, ad eccezione della fabbricazione di prodotti chimici (-1,4%) e di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (-7,3%), che avevano fatto registrare incrementi importanti durante gli anni della crisi pandemica. Seppur con un numero limitato di unità giuridiche (0,4% del totale delle imprese dell’industria e dei servizi), cresce il contributo, già significativo, delle multinazionali estere ai principali aggregati economici nazionali dell’industria e dei servizi: 9,7% degli addetti (+0,3 punti percentuali rispetto al 2021), 21,0% del fatturato (+0,7 p.p.), 17,4% del valore aggiunto (+0,3 p.p.) e 37,6% della spesa in Ricerca e sviluppo (+4,9 p.p.). Le multinazionali italiane confermano la presenza in 175 Paesi con 25.491 controllate (+2,4 rispetto al 2021), che occupano oltre 1,7 milioni di addetti (+5,8%) con un fatturato di 552 miliardi (+15,8%). A contribuire di più alla crescita sono i settori industriali. I più dinamici sono: la fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semi rimorchi (+34,2% del fatturato e +12,5% degli addetti), l’estrazione di minerali da cave e miniere (+30,3% e +3,0%), la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (+24,0% e +3,8%) e la fabbricazione di macchinari ed apparecchiature nca (+23,1% e +8,6%). Anche nei servizi risultano in notevole crescita diversi settori come il noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+40,5% e +19,4%) e trasporto e magazzinaggio (+26,6% e +11,1%) e altri che continuano a recuperare le perdite subite negli anni della pandemia, come i servizi di alloggio e ristorazione (+14,4% e +21,3%).Quasi metà delle importazioni nazionali effettuate dalle imprese a controllo esteroLe analisi del sistema produttivo hanno sistematicamente evidenziato differenze importanti tra le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e italiani rispetto alle altre imprese. La dimensione media delle imprese appartenenti a gruppi multinazionali è elevata sia per le controllate estere in Italia (95,5 addetti), sia per le controllate italiane all’estero (68,9 addetti), in confronto alle imprese a controllo italiano (3,5 addetti). Rilevanti anche le differenze nella produttività, misurata come valore aggiunto per addetto: 103mila euro per le imprese appartenenti a gruppi multinazionali esteri e 62,5mila per le imprese domestiche. Le esportazioni delle imprese di gruppi multinazionali esteri presenti in Italia raggiungono quasi 200 miliardi di euro (+22,9% rispetto al 2021) e le importazioni quasi 253 miliardi (+23,4%), facendo dunque registrare un contributo significativo all’interscambio commerciale italiano. Infatti, queste imprese realizzano il 35,1% delle esportazioni nazionali di merci (+0,9% rispetto al 2021) e attivano il 49,5% delle importazioni (+2,6%). I settori manifatturieri più coinvolti nell’interscambio con l’estero sono gli stessi sia per le esportazioni che per le importazioni: fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (75,9% per l’export e 84,5% per l’import), fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (57,2% e 66,5%),fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi fabbricazione di prodotti chimici (46,4% e 53,2%). I flussi commerciali intra-gruppo delle multinazionali sono pari al 49,4% per le esportazioni e al 62,3% per le importazioni. Nelle esportazioni intra-gruppo le quote più alte si hanno nella fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (77,3%), nelle altre industrie manifatturiere (71,4%), nella confezione di articoli di abbigliamento e fabbricazione articoli in pelle (71,0%) e nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (64,9%). Nelle importazioni intra-gruppo valori rilevanti sono nella fabbricazione di altri mezzi di trasporto (66,2%), nelle altre industrie manifatturiere (66,1%) enella metallugia (64,1%). Le affiliate all’estero di multinazionali italiane destinano il 45,4% del loro fatturato a vendite su mercati diversi dal Paese di localizzazione dell’impresa stessa. Spiccano alcuni settori manifatturieri: fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e di orologi (72,5%), fabbricazione di altri mezzi di trasporto (68,2%) e fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (60,8%). Si confermano quote notevoli di fatturato nelle esportazioni verso l’Italia nei settori tipici del Made in Italy:53,8% per la fabbricazione di articoli in pelle e simili, 49,1% per le industrie tessili e confezione di articoli di abbigliamento e 31,5% per la fabbricazione di mobili e altre industrie. La quota di fatturato destinata al Paese estero in cui è realizzata la produzione è particolarmente rilevante nell‘industria del legno, stampa e riproduzione (68,8%), nella fabbricazione di altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (58,3%) e nella fabbricazione di prodotti farmaceutici (58,3%).Unione europea prima area di provenienza e destinazione delle multinazionaliLe multinazionali estere che operano in Italia provengono soprattutto dall’Unione europea: sul totale delle imprese a controllo estero coprono una quota del 56,3% (+2,2 p.p. rispetto al 2021), impiegano il 56,2% degli addetti (+0,7 p.p.) e realizzano il 54,6% del fatturato (+1,1 p.p.). Per rilevanza economica, misurata da occupazione e fatturato, segue il Nord America con il 14,9% delle affiliate estere (-0,2 p.p.), il 20,4% degli addetti (-0,2 p.p.) e il 18,2% del fatturato (-1,3 p.p.). Al terzo posto si collocano le multinazionali provenienti da Paesi europei non Ue (21,1% delle controllate), che occupano il 16,6% degli addetti (-0,3 p.p.) e realizzano il 15,2% del fatturato (+0,8 p.p.). A seguire le multinazionali asiatiche, presenti con il 6,6% delle controllate estere (-0,1 p.p.), che contribuiscono con il 6,1% (-0,7 p.p.) degli addetti e il 10,5% del fatturato a controllo estero (-0,7 p.p.). I primi 10 Paesi di residenza delle multinazionali estere per numero di imprese controllate in Italia assorbono l’87,6% degli addetti, l’82,5% del fatturato, l’83,8% del valore aggiunto e l’85,3% della spesa in R&S. Per numero di addetti sono gli Stati Uniti (2.603 imprese, quasi 351 mila addetti, 17,9% del fatturato, 20,1% del valore aggiunto e 22,1% della spesa in R&S) ad avere il primato sulle imprese a controllo estero in Italia, seguiti dalla Francia con (2.435 imprese, quasi 322 mila addetti, 19,4% del fatturato, 17,5% del valore aggiunto e 7,8% della spesa in R&S ) e dalla Germania (2860 imprese, oltre 222 mila addetti. Osservando nel dettaglio l’attività economica le graduatorie cambiano. Nella manifattura al primo posto ci sono sempre gli Stati Uniti (quasi 111mila addetti), seguiti da Francia (quasi 79mila) e Germania (oltre 62mila). Nell’altra industria, che comprende tutti i settori industriali esclusa la manifattura, si ha Francia(oltre 14mila), Stati Uniti (quasi 5mila) e Germania (oltre 3mila), nel commercio Germania (oltre 84mila), Francia (oltre 76mila) e Stati Uniti (quasi 54mila) e negli altri servizi Regno Unito (quasi 182mila), Francia(quasi 153mila) e Svizzera (quasi 88mila). Anche per le controllate estere di gruppi multinazionali italiani, seppur con un certo livello di decrescita, l’Unione europea si conferma la principale area di localizzazione, con il 46,2% delle imprese (-1 p.p.), il 40,8% degli addetti (-1,4 p.p.) e il 52,8% del fatturato (-2,3 p.p.). Seguono il Nord America (rispettivamente 13,8%, 9,8% e 15%) e, a parità di numero di imprese, l’Asia (13,1%, 16,4% e 10,3%) e gli altri Paesi europei (13,1%, 12,5% e 10,6%). Completano il quadro Centro e Sud America (8,5%, 14,3% e 6,6%) e Africa e Oceania (5,4%,6,1% e 4,8%). I primi 10 Paesi per numero di addetti assorbono il 59,6% delle imprese, il 59,5% degli addetti e il 64,4% del fatturato. La Romania conserva il primato per numero di addetti impiegati (quasi 81mila) nel settore industriale e in particolar modo nella manifattura, seguita da Stati Uniti e Cina. Nei servizi, dove è predominante il ruolo delle imprese di utilities italiane, al primo posto figura il Brasile (quasi 108mila addetti), seguito dagli Stati Uniti (otre 80mila addetti) e dalla Germania (quasi 69mila).In calo la propensione all’investimento dei grandi gruppi industrialiIl 42,7% dei grandi gruppi multinazionali italiani attivi nell’industria (-8,4 p.p. rispetto al biennio precedente) e il 55,6% di quelli dei servizi (+1,8 p.p.) hanno realizzato o progettato per il 2023-2024 un nuovo investimento di controllo all’estero. Più limitata, è invece la propensione all’investimento estero dei gruppi multinazionali di media dimensione, con quote pari a 21,0% nell’industria (+0,1 p.p.) e 21,5% nei servizi (-2,6 p.p.), e dei gruppi multinazionali di piccola dimensione, con una quota del 9,5% nell’industria (-1,6 p.p.) e del 6,9% nei servizi (-0,6 p.p.). Stati Uniti e Canada rappresentano la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero delle multinazionali italiane attive nell’industria (22,3%), seguiti dall’area Ue14. Al contrario, per le multinazionali italiane attive nei servizi, l’area Ue14 con il 33,0% si conferma la principale area di localizzazione dei nuovi investimenti di controllo all’estero, seguita dagli Stati Uniti e Canada (15,3%). I nuovi investimenti di controllo all’estero realizzati o progettati nel biennio 2023-2024 sono finalizzati, tanto per le imprese industriali che per quelle attive nei servizi, soprattutto alla produzione di merci e servizi (29,8% e 31,3% rispettivamente) e alla distribuzione e logistica (28,1% e 24,7%). Seguono il marketing, vendite e servizi post vendita inclusi i centri assistenza e i call center (21,9% e 13,3%). Per l’80,4% dei gruppi multinazionali italiani dell’industria la motivazione prevalente alla base dei nuovi investimenti all’estero nel periodo 2023-2024 è la possibilità di accedere a nuovi mercati. I gruppi industriali ritengono determinanti altri due fattori: l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (28,1%) e l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (18,1%). La riduzione del costo del lavoro interessa soltanto l’11,9% dei gruppi industriali. Anche per i gruppi multinazionali attivi nei servizi la motivazione prevalente per i nuovi investimenti è l’accesso a nuovi mercati (75,1%), seguono l’accesso a nuove conoscenze o competenze tecniche specializzate (21,6%) e l’aumento della qualità e lo sviluppo di nuovi prodotti (19,7%). Soltanto per il 5,8% la riduzione del costo del lavoro è considerata una motivazione per effettuare investimenti di controllo all’estero.Le multinazionali italiane operano all’estero anche con altre modalità organizzative diverse dal controllo. Nel 2022, il 59,5% dei gruppi industriali e il 60,8% dei gruppi attivi nei Servizi hanno dichiarato di operare all’estero attraverso accordi commerciali. Seguono con percentuali più contenute per i gruppi industriali gli accordi di produzione (19,9%), le Joint-venture (15,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (5,1%), mentre per i gruppi attivi nei servizi seguono le Joint-venture (20,0%), gli accordi di produzione (12,5%) e le Partnership tecnologiche con imprese o centri di ricerca (6,8%). LEGGI TUTTO