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    USA, indice Philly FED luglio sotto attese

    (Teleborsa) – Migliora di poco l’attività del settore manifatturiero nell’area di Philadelphia (Stati Uniti). A luglio, l’indice relativo all’attività manifatturiera del distretto FED di Philadelphia (Philly FED) si è portato a -13,5 punti dai -13,7 di giugno. Il dato è lievemente inferiore alle attese degli analisti, che indicavano un miglioramento sino a -10 punti. Va detto che un indice superiore allo zero indica che all’interno del distretto di Philadelphia ci sono nel settore manifatturiero più imprese ottimiste che pessimiste, viceversa un indice sotto lo zero indica il prevalere del numero di imprese pessimiste.Fra le componenti dell’indice, quello dei nuovi ordini si è attestato a -15,9 punti da -11 punti, quello sulle condizioni di business è migliorato a +29,1 da +12,7 e quello sulla spesa per investimenti (capex) è sceso a 8,6 da 9,9, mentre l’indice sull’occupazione si attesta a -1 da -0,4 punti e quello sui prezzi a 9,5 da 10,5 punti. LEGGI TUTTO

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    Istat-Ice: nel 2022 cresce export ma deficit bilancia commerciale a -30,7 miliardi

    (Teleborsa) – Nel 2022 il commercio mondiale di beni, misurato in dollari ed espresso a prezzi correnti, registra una crescita dell’11,5% rispetto al 2021. Questo risultato è sintesi di un forte aumento dei valori medi unitari (+9,5%), per quanto più contenuto rispetto a quello rilevato nel 2021 (+16,8%), e di un incremento, meno ampio, dei volumi scambiati (+2,3%). Anche il valore nominale dell’interscambio mondiale di servizi registra un deciso aumento (+15,3%) mentre si riducono gli investimenti diretti esteri (-12,4%). È quanto emerge dall’Annuario statistico “Commercio estero e attività internazionali delle imprese”, frutto della collaborazione fra l’Istat e l’ICE. Nel 2022, l’Italia registra sia un forte aumento del valore in euro delle merci esportate (+20,0%) sia un aumento, decisamente più ampio, delle merci importate (+36,4%). La crescita quasi doppia delle importazioni rispetto alle esportazioni, nel 2022, determina un deficit della bilancia commerciale di -30,7 miliardi di euro (nel 2021, il saldo commerciale era positivo e pari a +40,3 miliardi). A contribuire al disavanzo commerciale è soprattutto la componente energetica, per effetto del forte rincaro dei valori medi unitari dei prodotti energetici (e in particolare del gas naturale allo stato gassoso), accentuato dal conflitto in Ucraina; al netto di tale componente, il saldo commerciale si attesta a +80,6 miliardi nel 2022 da +88,7 miliardi del 2021.L’incremento in valore nel 2022 dei flussi con l’estero riflette un’analoga crescita dei valori medi unitari, con una dinamica dei volumi pressoché stazionaria (+0,1% per le importazioni e -0,1% per le esportazioni). Nel 2022 la quota di mercato dell’Italia sulle esportazioni mondiali di merci (misurata in dollari) registra una lieve flessione (2,65%, da 2,79% nel 2021). La quota dell’Italia sulle esportazioni mondiali è diminuita in misura più accentuata in alcune aree geografiche, in particolare Altri paesi africani (da 1,56% a 1,20%), Unione Europea (da 4,94% a 4,64%), Paesi europei non Ue (da 5,07% a 4,83%), Asia Centrale (da 1,63% a 1,42%) e Oceania e altri territori (da 1,98% a 1,77%). Al contrario, incrementi della quota si rilevano per Africa Settentrionale (da 6,06% a 6,23%) e America Settentrionale (da 1,89% a 1,97%). Nel 2022 i flussi con l’estero di servizi registrano aumenti particolarmente ampi (+38,5% per le esportazioni, +35,4% per le importazioni). Nel 2022, dopo il deciso rimbalzo registrato l’anno precedente, gli investimenti italiani all’estero scendono a 8,5 miliardi. Quelli esteri in Italia, invece, salgono a 29,2 miliardi, dai 16,1 miliardi del 2021.La Germania si conferma nel 2022 il principale mercato di sbocco delle vendite di merci italiane con una quota del 12,4% delle esportazioni nazionali. Stati Uniti e Francia si collocano al secondo e al terzo posto tra i paesi partner, con quote pari, rispettivamente al 10,4% e al 10,0%; seguono Spagna (5,1%), Svizzera (5,0%) e Regno Unito (4,4%). Tra i principali paesi, i mercati di sbocco più dinamici (incremento della quota sulle esportazioni nazionali superiore a 0,2 punti percentuali rispetto al 2021) sono Stati Uniti, con un aumento della quota di circa un punto percentuale, e Turchia.Con riguardo ai raggruppamenti principali di industrie, nel 2022 il deficit nell’interscambio di prodotti energetici è più che raddoppiato, da -48,4 miliardi del 2021 a -111,3 miliardi del 2022, a causa dell’eccezionale aumento dei valori medi unitari all’import (+120,5%). Si amplia notevolmente anche il deficit nell’interscambio di beni intermedi (-21,8 miliardi, da -6,0 miliardi nel 2021). Per beni strumentali e beni di consumo durevoli si registrano incrementi dei saldi positivi (rispettivamente +4,9 miliardi e +2,7 miliardi nel 2022) mentre per beni di consumo non durevolil’avanzo nell’interscambio è di entità pari a quello registrato nel 2021.Tra i gruppi di prodotti manifatturieri in cui l’Italia detiene nel 2022 le maggiori quote sulle esportazioni mondiali di merci si segnalano: materiali da costruzione in terracotta (22,89%); cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria, pellicce preparate e tinte (13,18%); prodotti da forno e farinacei (13,12%); pietre tagliate, modellate e finite (12,04%);prodotti vegetali di bosco non legnosi (10,38%); tubi, condotti, profilati cavi e relativi accessori in acciaio, esclusi quelli in acciaio colato (10,08%); articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (9,70%) e navi e imbarcazioni (9,43%) (Figura 2).Rispetto al 2021 gli incrementi maggiori della quota sulle esportazioni mondiali si registrano per prodotti vegetali di bosco non legnosi (da 8,23% a 10,38%) e navi e imbarcazioni (da 7,32% a 9,43%); i cali più ampi riguardano materiali da costruzione in terracotta (da 24,46% a 22,89%) e cuoio conciato e lavorato; articoli da viaggio, borse, pelletteria e selleria; pellicce preparate e tinte (da 14,44% a 13,18%).La crescita in valore dell’export nel 2022 interessa tutte le regioni italiane, a eccezione del Molise (-12,1%). Gli incrementi più marcati riguardano Marche (+82,0%), Sardegna (+61,8%) e Sicilia (+56,0%), quelli più contenuti Basilicata (+0,4%) e Abruzzo (+2,1%). L’aumento delle esportazioni è molto sostenuto per l’Italia insulare (+58,0%), intorno alla media nazionale (+20,0%) per l’Italia centrale (+23,4%) e il Nord-ovest (+19,6%), relativamente più contenuto per il Nord-est (+16,0%) e per l’Italia meridionale (+15,4%).La provenienza territoriale delle vendite sui mercati esteri si conferma fortemente concentrata nelle regioni del Centro-nord, da cui proviene l’87,9% dell’export nazionale, mentre il Mezzogiorno ne attiva il 10,6%. Nel 2022, la quota della Lombardia sulle esportazioni nazionali è del 26,0%; seguono Emilia-Romagna (13,5%), Veneto (13,1%), Piemonte (9,4%) e Toscana (8,8%). Rispetto al 2021, l’incidenza sul totale dell’export nazionale aumenta per le ripartizioni dell’Italia insulare (da 3,1% a 4,1%) e dell’Italia centrale (da 18,0% a 18,5%) mentre si riduce per Italia Nord-orientale (da 33,1% a 32,1%), Italia meridionale (da 6,8% a 6,5%) e Italia Nord-occidentale (da 37,4% a 37,3%). LEGGI TUTTO

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    Giappone, governo alza stime inflazione oltre target banca centrale

    (Teleborsa) – Il governo giapponese vede l’inflazione nettamente superiore all’obiettivo della Bank of Japan (BoJ). L’esecutivo nipponico cita l’aumento dei costi delle materie prime e prevede che i prezzi al consumo superino il 2%, ovvero il target stimato dall’istituzione centrale. Previsioni che aumentano le aspettative del mercato di una fine dei tassi di interesse estremamente bassi.Le stime anticipano la riunione politica della BoJ della prossima settimana, quando il board rivedrà le sue previsioni trimestrali e discuterà i progressi per raggiungere in modo sostenibile il suo obiettivo di prezzo.Il governo prevede ora che l’inflazione raggiungerà il 2,6% per l’anno fiscale iniziato ad aprile, in aumento rispetto all’1,7% previsto a gennaio. L’inflazione lo scorso anno è stata del 3,2%.Successivamente l’esecutivo dagli occhi a mandorle prevede che l’inflazione rallenterà, il prossimo anno fiscale all’1,9%, vicino all’obiettivo della banca centrale.”Le previsioni sull’inflazione del governo sono perfettamente in linea con le stime del mercato. Non mi sorprenderebbe se la BoJ rivedesse al rialzo le sue proiezioni sui prezzi questo mese”, ha affermato Masamichi Adachi, economista di JPMorgan Chase. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia: nel 2023 in lieve aumento alfabetizzazione finanziaria

    (Teleborsa) – Nel 2023, rispetto al 2020, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli adulti in Italia, pur rimanendo su livelli bassi, è lievemente aumentato (da 10,2 nel 2020 a 10,6 nel 2023, su una scala da 0 a 20). È quanto emerge dalla nuova indagine sull’alfabetizzazione finanziaria degli adulti e le competenze di finanza digitale in Italia degli adulti condotta dalla Banca d’Italia che dal 2017 svolge con cadenza triennale una ricerca, secondo la metodologia armonizzata sviluppata dall’International Network on Financial Education (INFE) dell’OCSE.Il miglioramento – rileva l’indagine – è guidato dai comportamenti (da 4,2 a 4,6, su una scala da 0 a 9) e dagli atteggiamenti (da 2,0 a 2,3, su una scala da 0 a 4) in campo finanziario. Nei primi si considerano la gestione delle risorse finanziarie nel breve e nel lungo termine mentre per gli atteggiamenti si rilevano l’orientamento degli individui al risparmio e l’accortezza nell’uso del denaro. Il punteggio complessivo relativo alle conoscenze, che riguardano concetti come l’inflazione, il tasso di interesse semplice e composto e la diversificazione del rischio, è rimasto sostanzialmente stazionario rispetto al 2020 (da 3,9 a 3,7, su una scala da 0 a 7). Migliora la comprensione dell’inflazione e delle sue conseguenze sul potere d’acquisto delle famiglie, anche in conseguenza del forte rialzo dell’inflazione sperimentato nell’ultimo biennio cui si è accompagnata una intensa attività di informazione e di educazione finanziaria della Banca d’Italia su questo argomento. Per la prima volta, l’indagine ha rilevato anche le competenze di finanza digitale. Riguardo a questa competenza, il punteggio degli italiani è in media pari a 4,4 su una scala da 0 a 10. Analogamente a quanto osservato per l’alfabetizzazione finanziaria, i punteggi sono maggiori tra chi è più istruito e nella classe di età tra 35 e 64 anni. Nel punteggio complessivo di finanza digitale vi è un divario di genere che penalizza le donne. LEGGI TUTTO

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    Carburanti, da inizio agosto obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio

    (Teleborsa) – Come previsto dal decreto Carburanti, entrato in vigore lo scorso 15 gennaio 2023, dal primo agosto i gestori dovranno esporre il prezzo medio del carburante su base regionale pubblicato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy. I gestori avranno 30 giorni di tempo per adeguare la cartellonistica. In caso di violazione, sono previste multe da 500 fino a 6mila euro, con possibilità di chiusura dell’impianto da 7 a 90 giorni dopo la terza inottemperanza.Il decreto prevedeva, inoltre, una app per la consultazione dei prezzi volta a fornire in automatico i prezzi dei 3 impianti più convenienti nelle vicinanze. Per la realizzazione dell’app il decreto stanziava 500mila euro per il 2023 e 100mila euro per il 2024. Ma, ad oggi, dell’app non si è più avuta notizia. Intanto – secondo le elaborazioni di Quotidiano Energia – sulla rete carburanti italiana i prezzi sono in discesa. Recependo i tagli decisi in questi giorni dagli operatori le medie nazionali dei prezzi praticati di benzina e diesel risultano infatti in lieve calo. Le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi anche ieri hanno intanto chiuso in salita. Il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,863 euro/litro (1,865 la rilevazione precedente), con i diversi marchi compresi tra 1,858 e 1,879 euro/litro (no logo 1,850). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,710 euro/litro (rispetto a 1,713), con le compagnie tra 1,701 e 1,724 euro/litro (no logo 1,698). Quanto al servito, per la benzina il prezzo medio praticato è 1,999 euro/litro (2,001 la rilevazione precedente) con gli impianti colorati con prezzi tra 1,941 e 2,068 euro/litro (no logo 1,903). La media del diesel servito è 1,851 euro/litro (contro 1,853), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,789 e 1,919 euro/litro (no logo 1,752). I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,715 e 0,739 euro/litro (no logo 0,694). Infine, il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,417 e 1,485 (no logo 1,445).(Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    FS, Milano-Monaco in poco più di quattro ore

    (Teleborsa) – Forte dell’esperienza maturata in Italia in un mercato dell’alta velocità aperto da anni alla concorrenza, il Gruppo Fs guarda con attenzione all’Europa, come il vero futuro mercato domestico dove la competizione non sarà soltanto quella tra le imprese ferroviarie ma “fra il trasporto collettivo e quello privato”. Lo ha sottolineato Luigi Ferraris, AD del Gruppo FS Italiane, intervistato dal quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) che in un lungo articolo ha affrontato, fra i tanti temi, anche il progetto di portare il Frecciarossa in Germania, in cooperazione con Deutsche Bahn, riducendo a poco più di quattro ore il tempo di viaggio fra Milano e Monaco di Baviera.Prosegue, dunque, l’iter tecnico che consentirà al Frecciarossa del Gruppo FS di viaggiare sulla rete tedesca, ampliando così le possibilità di scelta dei viaggiatori. Seppur in questo caso in cooperazione con Deutsche Bahn, Ferraris sottolinea nell’intervista l’importanza della concorrenza “che rende le aziende più veloci, efficienti e d’impatto” e che fa aumentare anche il numero complessivo di passeggeri, come dimostrato dal caso italiano dell’alta velocità, il primo in Europa a testare la concorrenza fra due diversi operatori.L’AD del Gruppo FS Italiane è consapevole che “i francesi hanno annunciato di voler entrare nel mercato italiano” così come “anche i tedeschi sono liberi di subentrare, qualora prendessero questa decisione”. Una scelta che potrebbe migliorare ancora di più i già alti livelli di servizio fra le principali città italiane. Non si esclude, inoltre, la possibilità di sviluppare il sistema infrastrutturale dell’alta velocità anche in altri Paesi extraeuropei portando know-how ed esperienza.Il FAZ si è poi soffermato sul patrimonio culturale italiano, un caso unico al mondo, che merita maggiore attenzione anche dal punto di vista dei trasporti. Lo dimostra il recente viaggio inaugurale Roma – Pompei di domenica 16 luglio e l’annuncio di estendere a ogni domenica il collegamento in Frecciarossa fra la Capitale e gli Scavi della città campana.In questa direzione va anche la nascita di una nuova società controllata, che mira a raggiungere le destinazioni turistiche non particolarmente note. “Ci sono alcuni collegamenti ferroviari, come ad esempio quello diretto a Ravenna, che possono essere valorizzati – ha sottolineato l’AD del Gruppo FS Italiane – Con il rilancio dei nostri treni storici, abbiamo preso atto di come paesi situati in valli poco conosciute possano di nuovo prendere vita”. LEGGI TUTTO

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    SACE insieme all’Università Ca’ Foscari Venezia: firmata l’intesa per rafforzare il Made in Italy

    (Teleborsa) – L’accordo, firmato da Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE e da Tiziana Lippiello, Rettrice dell’Università, si inserisce nel più ampio progetto della SACE Academy, l’hub accademico di SACE Education che offre a giovani talenti e aziende italiane, in particolare PMI, una formazione manageriale altamente specializzata, che unisce l’esperienza del mondo SACE con le migliori professionalità del mondo accademico. L’accordo è stato stipulato con l’obiettivo di progettare attività di formazione congiunta in tema di internazionalizzazione di impresa, sostenibilità, digital transformation e nuovi modelli di business.Grazie alla collaborazione con l’Università Ca’ Foscari Venezia, SACE erogherà due borse di studio per l’Executive Program in Export Management, il corso di formazione specialistica, erogato da Ca’ Foscari Challenge School, che partirà il prossimo ottobre dedicato ai manager e ai professionisti dell’export con l’obiettivo di trasferire conoscenze, competenze e tecniche fondamentali per poter gestire al meglio le funzioni di import/ export nella crescente complessità dei mercati globali, allineando i profili professionali dell’Export/Import Manager (EXIM) alle richieste delle aziende secondo la norma UNI 11823. Il corso mira, inoltre, a sviluppare le relazioni con l’ecosistema dell’export, che coinvolge, oltre SACE, Confindustria Veneto Est, ITA, Assocamerestero, Simest ed AICE.”La collaborazione con SACE, che ringrazio per il supporto, – commenta la rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello – permetterà di sostenere un progetto di alta formazione dedicato allo sviluppo del Made in Italy e di unire le competenze didattiche e specialistiche del nostro Ateneo con le esigenze delle aziende presenti sul mercato internazionale che necessitano di figure professionali sempre più qualificate e capaci di gestire funzioni commerciali complesse. Sinergie come questa sono un bell’esempio di innovazione e sostegno al territorio e alla sua crescita, con l’obiettivo di rendere più competitive le nostre imprese anche grazie a figure professionali specifiche formate con un approccio internazionale e interdisciplinare. Ringrazio Giancarlo Corò, delegato alla cooperazione internazionale e alle politiche di sviluppo, per aver stimolato questa collaborazione”.”Per noi di SACE, accompagnare le aziende nel loro processo di crescita e internazionalizzazione rappresenta, da sempre, il pilastro della nostra missione – ha dichiarato Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE – Per questo, in un contesto globale sempre più complesso, siamo sicuri che investire nella formazione e nelle competenze sia di fondamentale importanza per i professionisti dell’export. Grazie alla collaborazione con un ateneo prestigioso come l’Università Ca’ Foscari puntiamo così a rafforzare ed ampliare gli strumenti a disposizione delle aziende, in particolare PMI, per sviluppare le proprie strategie di crescita sostenibile in Italia e all’estero”. LEGGI TUTTO

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    Riforma della giustizia, ddl Nordio presentato in Senato

    (Teleborsa) – Il Ddl recante “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare” è stato trasmesso in Senato. La notizia, confermata da fonti governative nelle serata di ieri, segue l’autorizzazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presentazione alle Camere del ddl di riforma della giustizia del Guardasigilli Carlo Nordio. Un via libera, quello del Quirinale, arrivato ieri in seguito al colloquio tra il capo dello Stato e la premier Giorgia Meloni che ha visto al centro proprio i temi della giustizia alla luce dello scontro tra Palazzo Chigi e le toghe dell’Anm mentre ancora sono sul tavolo i casi Delmastro, Santanchè e La Russa junior. E dopo che Nordio aveva paventato un intervento sul concorso esterno in associazione mafiosa.Meloni ieri ha definito una “opinione” quella di Nordio e ha ribadito che il tema del concorso esterno non è nel programma di governo. Meloni ha voluto anzi aggiungere che sulla lotta alla criminalità “non c’è stato alcun allentamento”, che il suo esecutivo ha messo “in sicurezza il carcere ostativo”, che la strage di via d’Amelio è una “ferita aperta” e che “le polemiche inventate” fanno bene “solo a quelli che stiamo combattendo”. Il percorso della riforma in Parlamento si annuncia in salita, con le opposizioni già sul piede di guerra su una materia altamente divisiva. Tra le principali misure contenute nella riforma proposta dal ministro Nordio e approvata dal Consiglio dei ministri il 15 giugno scorso, ci sono l’abrogazione dell’abuso d’ufficio, modifiche al reato di traffico di influenze illecite, la stretta sulla pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, la nuova disciplina dei casi di appello del pubblico ministero. LEGGI TUTTO