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    Manovra, D’Amico: “Apprezzamenti per supporto alle MPMI”

    (Teleborsa) – Il disegno di legge di bilancio per il 2024 è stato al centro di un incontro, svoltosi oggi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra il Governo e le principali organizzazioni sindacali datoriali. Il presidente di Confimprese Italia, Guido D’Amico ha espresso apprezzamento per l’attenzione rivolta ai conti pubblici e agli sforzi concreti destinati al supporto delle micro, piccole e medie imprese (MPMI), sottolineando in particolare i seguenti punti salienti: il taglio del cuneo fiscale, con l’obiettivo di alleggerire il carico sulle imprese e i lavoratori; l’accorpamento delle aliquote IRPEF, destinato a semplificare il sistema fiscale; i vantaggi previsti per le nuove assunzioni, con misure mirate a stimolare l’occupazione; irifinanziamenti del credito d’imposta, che costituiscono un supporto importante per le imprese in crescita.Nel corso dell’incontro, D’Amico ha ribadito l’importanza di includere nella manovra ulteriori misure per stimolare l’economia, come facilitazioni per l’accesso al credito, incentivi per le micro imprese nel settore turistico, agevolazioni per l’espansione verso nuovi mercati internazionali, e l’estensione della programmazione negoziata a regioni strategiche come il Basso Lazio. Inoltre, ha sollecitato una riconsiderazione della Legge 180/2011, conosciuta come lo “Statuto delle Imprese”.Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha focalizzato l’attenzione sulla crisi di Stellantis e del settore automotive, proponendo soluzioni per il rilancio del comparto. Urso ha anche anticipato l’imminente pubblicazione del “Libro Verde Made in Italy 2030”, destinato a riaccendere il dibattito sulla politica industriale del Paese. Infine, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha approfondito il tema del codice unico degli incentivi e della legge annuale per le PMI, evidenziando l’importanza di misure strutturate per il supporto alle piccole e medie imprese italiane. LEGGI TUTTO

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    Iccrea Banca sale al 20% di Pitagora. Banca di Asti resta socio di controllo

    (Teleborsa) – Iccrea Banca ha perfezionato l’acquisto di una ulteriore partecipazione pari al 10,10% del capitale sociale di Pitagora, attiva nel credito al consumo, per effetto dell’esercizio della opzione di acquisto concessa a Iccrea Banca nel contesto del più ampio accordo di partnership di lungo termine siglato tra Iccrea Banca e Pitagora il 23 dicembre 2020, operativo dai primi mesi del 2021, e dell’ingresso di Iccrea Banca nell’azionariato di Pitagora.In seguito all’esercizio dell’opzione call, la partecipazione di Iccrea Banca in Pitagora è pari al 20% e gli accordi commerciali e di funding tra Pitagora e BCC Credito Consumo, società del Gruppo BCC Iccrea specializzata nell’offerta di finanziamenti personalizzati dedicati alle famiglie, sono estesi automaticamente fino al 31 dicembre 2028.Banca di Asti resta il socio di controllo di Pitagora con una partecipazione pari al 56,5% del capitale della stessa mentre il restante 23,5% è in capo al Management di Pitagora.”Siamo soddisfatti della finalizzazione di questa operazione che incrementa la nostra partecipazione in una delle società più importanti nel settore della cessione del quinto dello stipendio in Italia – ha commentato Mauro Pastore, Direttore Generale del Gruppo BCC Iccrea – L’estensione degli accordi commerciali e di funding con Pitagora fino al 2028 permetterà alle nostre 114 BCC di continuare a servire la clientela con professionalità qualificate e consolidare le relazioni di fiducia anche in un business specialistico come quello della cessione del quinto”.Nell’esercizio 2023, Pitagora ha realizzato un volume d’affari complessivo pari a 851 milioni di euro, segnando un incremento del 16,5% rispetto ai risultati dell’anno precedente con oltre 38 mila operazioni di finanziamento. Pitagora ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un utile superiore ai 7 milioni di euro, un Cet 1 del 14,8%, un Rorac del 31,9%, un Roe del 11,2% e un Cost/Income del 39,9% rispetto al 42,6% del 2023. LEGGI TUTTO

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    Tavolo Stellantis, Urso: industria auto al collasso, aumenteremo risorse in manovra

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, AdolfoUrso, ha dichiarato che l’industria automobilistica europea è “al collasso” e ha sostenuto la necessità di intervenire “subito”. Questo il quadro proposto dal ministro nel corso del tavolo Stellantis al Mimit. Il ministro ha fatto riferimento agli annunci degli ultimi mesi di Volkswagen che prevede la chiusura di 3 stabilimenti in Germania, al caso della fabbrica Audi di Bruxelles che interromperà le attività a febbraio e alla situazione di importanti aziende della componentistica europea che cesseranno le proprie attività, con il relativo licenziamento di decine di migliaia di dipendenti. “È il momento delle scelte, altrimenti nei prossimi mesi, senza un cambio di rotta in Europa, dopo gli agricoltori anche gli operai bloccheranno le capitali europee e imporranno un cambio di rotta”, ha avvertito. Secondo Urso “il problema non è Trump e non è nemmeno la Cina. Biden ha alzato i dazi alle auto cinesi al 100%. E la Cina ha investito sul green deal europeo. Il problema è l’Europa. Noi non possiamo decidere sulle scelte degli Usa, quello spetta agli elettori americani. Noi possiamo decidere sulle scelte dell’Europa e siamo obbligati a farlo, tenendo conto della realtà”.”Dobbiamo cambiare da subito la politica industriale nel settore delle auto in Europa. Non possiamo aspettare la revisione prevista alla fine del 2026. Tra due anni non avremo più una industria automobilistica”, ha proseguito. Il ministro ha annunciato che venerdì prossimo sarà a Parigi, alla trilaterale Italia-Francia-Germania delle associazioni nazionali di impresa, e affronterà il tema anche con il ministro e vicecancelliere tedesco Habeck e il nuovo ministro dell’industria francese Ferracci. “Mi appello ai sindacati italiani, a Confindustria e all’Anfia affinché facciano fronte comune con le associazioni europee. È il momento delle scelte. Dobbiamo fare squadra”, ha esortato il ministro. Urso ha definito “follia” le multe previste dall’Unione europea a partire dal 2025 per le case che non rispetteranno i limiti sulle emissioni: “è il motivo principale che sta portando alla chiusura degli stabilimenti”, ha detto Urso durante l’incontro.Il ministro ha confermato che non verranno introdotti di nuovo gli ecobonus per l’acquisto di auto nuove. “Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese – ha aggiunto – soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive. E proponiamo nel nostro ‘non paper’ un piano automotive Ue con incentivi alla domanda, stabili e duraturi nel tempo, con risorse comuni destinate ai consumatori europei”.Il ministro ha quindi chiesto a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio dell’auto italiana e di presentare “un vero, significativo e chiaro piano industriale, che entri nel dettaglio di ogni stabilimento in Italia e che preveda un significativo aumento degli investimenti nel nostro Paese”. “Questa è la posizione del sistema Italia non solo del governo”, ha sostenuto facendo riferimento alle mozioni parlamentari e allo sciopero dei sindacati delle scorse settimane.”Stellantis ha un piano per l’Italia e lotteremo per difendere la nostra leadership. Modificare la regolamentazione in corsa non è una buona idea perché il mondo non tornerà indietro sulla elettrificazione e l’Italia è un Paese esportatore”, ha risposto Daniela Poggio, vicepresidente communication & public affairs di Stellantis Italia, in occasione della riunione al Mimit. “In questo momento di transizione le politiche che garantiscono la stabilità delle regole sono più importanti che mai e i target del 2025 erano noti fin dal 2019, in quanto sono rimasti gli stessi decisi nella legislazione europea 2014-2019 – ha aggiunto Poggio -. Modificare ora gli obiettivi avrebbe effetti negativi perché l’industria automobilistica opera su tempi molto lunghi”. Giuseppe Manca, responsabile risorse umane di Stellantis Italia, nel suo intervento al tavolo ha assicurato invece che il Gruppo “non intende chiudere nessun stabilimento in Italia, così come non ha nessuna intenzione di fare licenziamenti collettivi. Stellantis ha un piano per l’Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”. LEGGI TUTTO

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    Mimit, convocati i tavoli Priolo, Versalis e della Chimica

    (Teleborsa) – Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel confermare il Tavolo sul futuro dell’area industriale di Priolo Gargallo per giovedì 21 novembre, ha inoltre dato indicazione di convocare il Tavolo Versalis per martedì 3 dicembre e il Tavolo sull’industria della Chimica per giovedì 5 dicembre. I tavoli – fa sapere il Mimit in una nota – avranno l’obiettivo di salvaguardare e rilanciare l’industria della Chimica italiana, settore strategico per il sistema industriale del Paese.Il tavolo Priolo – spiega la nota – è stato convocato d’urgenza alla luce delle recenti decisioni del Tribunale del Riesame di Roma in merito all’ordinanza del Tribunale di Siracusa, che hanno di fatto bloccato la prosecuzione delle attività del depuratore IAS S.p.A. (Industria Acqua Siracusana) di Priolo Gargallo, compromettendo le operazioni di aziende di primaria importanza come Isab, Versalis, Sonatrach e Sasol. Una minaccia che va subito sventata, perché rischia di pregiudicare il lavoro di decine di migliaia di persone e della stessa chimica nazionale.Il tavolo Versalis è stato convocato per consentire all’azienda di illustrare in sede istituzionale con tutte le parti sociali il piano industriale che dovrà confermare gli impegni di investimento funzionali alla salvaguardia dei livelli occupazionali e a una presenza più qualificata e sostenibile dell’industria chimica italiana nel mercato europeo e mondiale.Nel Tavolo sull’industria della Chimica, infine, verrà delineata la politica strategica del settore, sia in ambito nazionale che europeo, in linea con le indicazioni del libro verde di politica industriale “Made in Italy 2030” ora sottoposto a consultazione pubblica. LEGGI TUTTO

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    Gruppo BCC Iccrea, utile 9 mesi balza a 1,68 miliardi di euro grazie a tassi alti

    (Teleborsa) – Il Gruppo BCC Iccrea, il maggior gruppo bancario cooperativo italiano, ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un margine di intermediazione di 4.501 milioni di euro (+7,7% a/a) grazie in particolare alla positiva dinamica del margine di interesse, pari a 3.310 milioni di euro (+11,0% a/a). Andamento positivo anche per le commissioni nette sia nei nove mesi 2024 (+2,3% a/a) che nel terzo trimestre 2024 (+1,8% vs 2°trim24).Il cost/income di Gruppo si è attestato quindi al 50,8% (55,4% a fine 2023). Le rettifiche nette per rischio di credito sono risultate pari a 225 milioni (304 milioni di euro sui nove mesi 2023) definendo un costo del credito annualizzato pari a 32 bps (45 bps sui nove mesi 2023).L’utile netto di periodo è stato pari a 1.679 milioni di euro (1.401 milioni di euro nei nove mesi 2023).I finanziamenti netti a clientela si sono attestati a 93,6 miliardi di euro (90,9 miliardi di euro a fine 2023). Il livello di qualità creditizia risulta in miglioramento rispetto a fine anno 2023 con un NPL ratio lordo del 3,6% e un NPL ratio netto dell’1,0% Restano particolarmente elevati i livelli delle coperture (coverage ratio) sui crediti deteriorati pari al 72,9% (72,2% a fine 2023).La raccolta diretta si attesta a 135 miliardi di euro, in leggera crescita rispetto a fine 2023.Restano largamente al di sopra dei requisiti regolamentari e in ulteriore crescita, i coefficienti patrimoniali: CET1 ratio al 23,7% e TC ratio al 24,8%. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Giorgetti: spesa cresce in linea con stime

    (Teleborsa) – Il ministro dell’Economia, GiancarloGiorgetti, ha dichiarato che “nell’anno 2024 l’andamento della spesa” del PNRR “ha mostrato una curva progressivamente crescente che, se sarà confermata come prevediamo, consentirà di raggiungere un livello di spesa superiore ai 20 miliardi, pienamente coerente con l’ultima stima di finanza pubblica”. Il ministro lo ha anticipato durante un question time alla Camera. Interrogato sulla posizione del governo sul canone Rai, il ministro ha risposto che “il Parlamento è sovrano, decide il Parlamento”. Il canone è oggetto di un emendamento al decreto fisco da parte della Lega per mantenere anche il prossimo anno il taglio previsto dalla scorsa manovra da 90 a 70 euro.Capitolo fisco. “Nei limiti delle disponibilità finanziarie sussistenti – ha proseguito Giorgetti – sarà valutata la possibile adozione di una norma che preveda, anche per il periodo d’imposta 2024, il rinvio, con possibilità di rateizzazione da gennaio a maggio dell’anno successivo, del secondo acconto di imposte e contributi”. Quanto invece all’adesione al concordato preventivo pluriennale, il ministro ha spiegato che, “all’esito del monitoraggio dei dati definitivi”, “saranno delineate iniziative normative in coerenza con quanto previsto dall’articolo 40 del d.lgs n.13 del 2024 che destina in via prioritaria il gettito” del concordato “alla riduzione delle aliquote Irpef”. LEGGI TUTTO

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    ASPI, utile 9 mesi sale a 867 milioni di euro. Traffico in crescita dell’1,6%

    (Teleborsa) – Autostrade per l’Italia (ASPI) ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con ricavi pari a 3.341 milioni di euro, in incremento di 32 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023. Il traffico sulla rete è cresciuto del +1,6% rispetto al periodo precedente; escludendo gli effetti legati all’anno bisestile, il traffico registra un incremento pari a +1,3%.Il Margine operativo lordo (EBITDA), pari a 2.115 milioni di euro, si incrementa di 94 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023. L’EBITDA Cash è pari a 1.945 milioni di euro e presenta un incremento di 76 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente (1.869 milioni di euro).L’utile del periodo di pertinenza del Gruppo è pari a 867 milioni di euro (807 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023).Nel corso dei primi nove mesi del 2024 il Gruppo ha sostenuto complessivamente 1.668 milioni di euro per l’ammodernamento, il potenziamento e la manutenzione della rete, con un incremento di 341 milioni di euro rispetto al periodo di confronto, in linea con il programma che prevede circa 2,3 miliardi di euro per l’intero 2024.L’Indebitamento finanziario netto al 30 settembre 2024 è pari a 9.768 milioni di euro e registra un aumento di 488 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023.Il Cash Flow Operativo (FFO) generato nei primi nove mesi del 2024, pari a 1.409 milioni di euro e le riserve di liquidità di 4,9 miliardi di euro, assicurano il pieno supporto agli impegni di investimento in programma. LEGGI TUTTO

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    Ue, manca accordo su nomine nuova Commissione: forze politiche e von der Leyen trattano

    (Teleborsa) – Non c’è ancora l’accordo per la nomina della nuovaCommissione. L’incontro tra Ursula von der Leyen e i capigruppo di Ppe, Socialisti e Renew sulle nomine Ue è infatti terminato senza la fumata bianca che si attendeva ma si continua a trattare. I Commissari sono impegnati in questi giorni nelle audizioni di conferma al Parlamento europeo che dovrà votare la loro nomina. Al momento si prevede che le lettere di valutazione saranno pubblicate il 21 novembre con il voto dell’Europarlamento sull’intera Commissione fissato per la settimana successiva.Ogni candidato dovrà ricevere almeno due terzi dei voti della commissione del Parlamento europeo sta conducendo le audizioni di conferma. Finora sono arrivate le conferme per venti candidati. Posticipata invece quella per la conferma del candidato ungherese Olivér Várhelyi al ruolo di Commissario europeo per l’allargamento e la politica di vicinato. Várhelyi sarà costretto a rispondere ad ulteriori domande scritte.Ieri si sono tenute le audizioni dei sei vicepresidenti esecutivi designati – compresa quella dell’italiano Raffaele Fitto – e i gruppi della maggioranza von der Leyen che hanno sostenuto la Commissione Ue nello scorso mandato hanno concordato che verranno approvati “a pacchetto” e non individualmente. Una decisione che ha di fatto bloccato il processo di nomina visto che la spagnola Teresa Ribera e Raffaele Fitto sono finiti nel mirino delle forze politiche europee, accendendo lo scontro tra il gruppo dei socialisti e il partito popolare europeo. Nel mezzo i liberali di Renew Europe che criticato sia l’EPP che S&D per loro scontro in corso. Le negoziazioni in corso a Bruxelles potrebbe portare a modificare la Commissione, anche se solo per quanto riguarda compiti e deleghe, mentre la bocciatura di un candidato resta poco probabile.(Foto: © European Union 2019 – Source : EP) LEGGI TUTTO