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    Prezzi, in arrivo stangata d’autunno: +1.601 euro a famiglia

    (Teleborsa) – Al ritorno dalle vacanze estive gli italiani si ritroveranno ad affrontare una stangata d’autunno pari, in media, a +1.601 euro a famiglia. È quanto emerge da uno studio di Assoutenti sulle spese che attendono le famiglie a partire dal prossimo settembre fino a fine anno, prendendo in esame 5 voci di spesa: alimentari (+205 euro), scuola (+95 euro), mutui (+1.170 euro), benzina (+103 euro) e ristorazione (+28 euro).La prima voce che interesserà gli italiani di rientro dalle ferie estive è quella legata all’alimentazione, con frigoriferi e dispense che dovranno essere riforniti. Oggi i prodotti alimentari nel loro insieme costano il 10,7% in più rispetto allo scorso anno, un trend che se dovesse confermarsi anche nei prossimi mesi porterebbe la spesa per cibi e bevande di una famiglia tipo a salire nel periodo settembre-dicembre di ben +205 euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.A settembre riapriranno poi le scuole, e già si preannuncia un salasso sulla spesa legata al materiale scolastico: i prodotti di cartoleria registrano un incremento medio del 9,2% su base annua, a causa dei rincari delle materie prime e dei maggiori costi di produzione. Una famiglia che deve acquistare da zero per il proprio figlio tutto il corredo per l’intero anno scolastico (zaino, diario, astuccio, penne, matite, quaderni, ecc.) si ritrova così a spendere circa 50 euro in più rispetto al 2022, a cui si dovranno aggiungere i rincari per i libri di testo (la cui spesa totale a studente varia dai 300 euro della prima media ai 600 euro del liceo, compresi i dizionari). Su tale fronte i sindacati di categoria parlano già di aumenti medi del 10% su base annua, che porterebbero la spesa media per i testi scolastici a salire di circa 45 euro rispetto allo scorso anno, con un aggravio totale per la voce “scuola” pari a +95 euro a studente.Più caro anche spostarsi in auto. Considerati i prezzi medi mensili dei carburanti forniti dal Mase, nel periodo settembre-dicembre 2022 il prezzo della benzina si è attestato a una media di 1,679 euro al litro, mentre oggi un litro di verde costa in media 1,938 euro al litro. Se i listini alla pompa dovessero mantenersi ai livelli attuali, la spesa per i rifornimenti, ipotizzando due pieni al mese a famiglia, salirebbe nell’ultimo quadrimestre per un totale di 103 euro a nucleo rispetto a quanto speso negli stessi 4 mesi del 2022. Si apre poi il fronte dei mutui. A settembre, ottobre e dicembre sono previste le riunioni mensili della Bce nel corso delle quali, come già annunciato dalla presidente Lagarde, saranno disposti ulteriori rincari dei tassi di interesse, dopo l’ultimo aumento deciso a luglio. Oggi un mutuo a tasso variabile dell’importo medio di 125mila euro a 25 anni (la categoria di finanziamento per acquisto prima casa più diffusa in Italia) costa in media il 60% in più rispetto a inizio 2022, con la rata mensile salita in media di circa 270 euro. Ipotizzando un ritocco dei tassi dello 0,25% in tutte e tre le riunioni Bce, la spesa per le rate mensili del periodo settembre-dicembre risulterebbe più cara complessivamente di circa +1.170 euro rispetto al 2022. Sarà più caro anche mangiare nei ristoranti e consumare nei bar, considerati i rincari scattati nei locali pubblici di tutta Italia: in questo comparto l’aggravio di spesa sarà di circa +28 euro a famiglia in 4 mesi.Accanto a tali voci, altri settori stanno rialzando la testa e rischiano di aggravare la spesa degli italiani. È il caso delle assicurazioni, con le polizze sui mezzi di trasporto che nell’ultimo mese sono aumentate del +3,3% su base annua, o delle spese bancarie che salgono del 6,4% su anno.Discorso a parte meritano le bollette luce e gas. Attualmente le tariffe appaiono stabili, ma con la ripresa della domanda nei mesi autunnali i prezzi dell’energia sui mercati internazionali potrebbero subire un nuovo scossone, con effetti diretti sulle bollette degli italiani – avverte Assoutenti –. Occorrerà quindi attendere i prossimi mesi per capire come si evolverà lo scenario energetico e quali saranno le ripercussioni sulle tasche delle famiglie.Possibili risparmi dal paniere trimestrale anti-inflazione. “Gli italiani devono prepararsi ad una stangata autunnale causata dai forti incrementi di prezzi e tariffe in diversi settori, ma c’è una novità – afferma il presidente di Assoutenti Furio Truzzi –. Il prossimo ottobre scatterà infatti il paniere trimestrale anti-inflazione voluto dal Governo, una misura che potrebbe determinare risparmi in favore delle famiglie. Un eventuale abbattimento dei prezzi del 10% per il cosiddetto ‘carrello della spesa’ nei tre mesi di applicazione del paniere determinerebbe un risparmio medio di 155,3 euro a trimestre per la famiglia “tipo”, di cui circa 140 euro solo per la spesa alimentare. Risparmio che sale a 211,2 euro per un nucleo con due figli, 192 euro in meno solo per cibi e bevande. Proiettando tali numeri sulla totalità delle famiglie italiane, il risparmio complessivo nei tre mesi di applicazione del paniere raggiungerebbe in totale i 4 miliardi di euro. Si tratta ovviamente di mere stime su cui incideranno diverse variabili, come la gamma di prodotti che sarà inserita nel paniere, il taglio dei prezzi operato da grande distribuzione e commercianti e l’adesione da parte dei consumatori, ma che danno l’idea di come la riduzione dei listini al dettaglio impatti sulle tasche della collettività”. LEGGI TUTTO

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    Benzina, nuovi aumenti: al self in autostrada a 2,015 euro al litro

    (Teleborsa) – Continua ad aumentare il prezzo della benzina. Per il self in autostrada il prezzo medio è di 2,015 euro al litro. È quanto emerge oggi dai dati forniti dal Mimit. Dai 2,014 di venerdì scorso, la tendenza è sempre al rialzo. Il gasolio self, sempre in autostrada è a 1,921 (1,917 venerdì), il Gpl servito è a 0,842 euro (0,841 euro venerdì), il metano è stabile a 1,528 euro.Il prezzo cresce anche tra le Regioni. Il più elevato per la verde al self si trova in Puglia (1,969) e stesso prezzo è in provincia di Bolzano. Segue la Calabria (1,967), Liguria (1,964), Basilicata (1,963), Sardegna (1,959), Valle d’Aosta (1,957), Molise (1,950), provincia di Trento (1,946), Sicilia (1,943), Friuli Venezia Giulia (1,942), Piemonte (1,941), Toscana, Campania e Abruzzo (1,940), Lombardia (1,939), Umbria (1,938), Lazio (1,936), Emilia Romagna (1,934). La benzina meno cara infine è in Veneto: 1,921 euro al litro.(Foto: David ROUMANET / Pixabay) LEGGI TUTTO

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    Ferragosto, SIB Balneari: bene stranieri su spiagge, ma niente sold out

    (Teleborsa) – Sulle spiagge italiane “non è ancora tempo di bilanci anche se al momento abbiamo constatato una ‘sofferenza’ della domanda interna rispetto a quella internazionale, con una “polarizzazione” delle presenze nei fine settimana e una sua riduzione durante il periodo feriale”. Lo dichiara Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Confcommercio.”A ciò si deve aggiungere una significativa diminuzione dei consumi. È di tutta evidenza che l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse stanno erodendo sia i risparmi degli italiani che, di conseguenza, la loro capacità di spesa. Altro fattore importante da prendere in considerazione è che, dopo il periodo pandemico, molti nostri connazionali hanno ripreso a viaggiare all’estero”, osserva ancora Capacchione, che riassume la situazione: “un’estate 2023 al di sotto delle aspettative ancorché positiva”.”Oggi la principale preoccupazione degli imprenditori balneari non è costituita dalla concorrenza degli altri Paesi, quanto per l’irrisolta questione della Direttiva Bolkestein. Non si può investire e crescere in una condizione di incertezza sul futuro. L’augurio di questo Ferragosto è che sia l’ultimo in queste condizioni. I balneari e il Paese hanno bisogno che si superi, finalmente, questa situazione di incertezza amministrativa sulla durata delle concessioni che paralizza gli investimenti”, conclude il numero uno dell’associazione dei balneari di Confcommercio LEGGI TUTTO

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    Alluvione Emilia Romagna, Legacoop: “Risarcimenti virtuali e risorse insufficienti, basta chiacchiere”

    (Teleborsa) – “Non ci piace la polemica fine a sé stessa e, fin dai giorni dell’alluvione, come Legacoop lo abbiamo dimostrato, stando vicini, con le nostre cooperative, ai cittadini, alle imprese, ai Comuni in maggior difficoltà, garantendo sostegno economico, solidarietà, risorse, cercando di entrare nel merito dei provvedimenti legislativi d’urgenza che sono stati di volta in volta proposti dalla Regione Emilia-Romagna e dal Governo. Ma ormai è evidente, come ha chiarito, con la concretezza che lo distingue, proprio ieri l’Arcivescovo e Presidente Cei, Matteo Maria Zuppi: ‘Il problema è che i risarcimenti non sono ancora arrivati e tantissime emergenze sono ancora aperte. Bisogna attivare i meccanismi giusti, al di là dell’incasso del consenso: le cose devono funzionare e basta, la situazione richiede soluzioni concrete. Ci sono cose che si devono fare subito. C’è stata una sofferenza incredibile: c’è chi ha perso tutto, non solo le cose materiali, ma anche tutti i ricordi…’. Le chiacchiere stanno a zero, come afferma Zuppi. Punto”. Perché non solo i risarcimenti non sono arrivati – se non 3mila euro per una parte delle famiglie alluvionate, con fondi derivati dalla Protezione civile e dalla Regione Emilia-Romagna e le risorse già rese disponibili dalle Camere di Commercio della Romagna, di Bologna e di Ferrara e Ravenna –, ma non esiste neppure una modulistica per richiederli ed una struttura tecnica per esaminarli. A meno che qualcuno non voglia (ma noi ci sentiremmo presi in giro, se qualcuno lo affermasse) convincerci del fatto che le 60 persone messe a disposizione del Commissario straordinario Figliuolo (contro le circa 1.000 che operarono in occasione del terremoto in Emilia), siano in grado di prendere in esame in tempi rapidi e con efficacia le richieste di migliaia e migliaia di famiglie e di imprese di tutta la Romagna e di parte dell’Emilia”. È quanto affermano i presidenti di Legacoop a tutti i livelli (nazionale, regionale, Bologna, Romagna, Estense, Imola) Simone Gamberini, Daniele Montroni, Paolo Barbieri, Rita Ghedini, Paolo Lucchi e Raffaele Mazzanti.”E non basta ricordarci – proseguono i presidenti di Legacoop – che il Governo ha messo a disposizione 4,5 miliardi (che poi sarebbero la metà di quelli che servono e, in ogni caso, per una parte rilevante in capo a settori specifici come l’export o destinati ad una cassa integrazione quasi inutilizzata): non basta perché, in assenza di modalità certe di attribuzione, di apposite modulistica e strutture tecniche in grado di ricever e istruire le domande, si tratterà di risorse che, come spesso accade in Italia, nessuno utilizzerà. E questo, mentre basta parlare con una delle tante persone che hanno ancora negli occhi le immagini e le paure dell’alluvione, per rendersi conto che nessuno si sente rassicurato da una cifra ancora insufficiente e, soprattutto, totalmente virtuale. Affermandolo siamo di parte? Si, lo ammettiamo, siamo dalla parte dei cittadini che si sentono abbandonati e che provano rabbia nei confronti di chiunque e che, mai come oggi, sentono lontano lo Stato, perché spesso – dopo i giorni delle visite compulsive di tanti Ministri e degli innumerevoli sorvoli in elicottero alle aree alluvionate – hanno sentito e visto direttamente solo i loro Sindaci e la Regione Emilia-Romagna. Siamo dalla parte delle tante imprese che stanno pensando che sia il caso di accantonare risorse per coprire – da soli, senza quel Governo che pure lo ha promesso per bocca della Presidente del Consiglio – in proprio il 100% dei danni subiti, dubitando che qualcosa di positivo possa accadere.Siamo dalla parte dei Comuni e dei Consorzi di Bonifica che, senza stanziamenti ancora certi da parte del Governo, stanno intervento per mettere in sicurezza strade, argini dei fiumi, fossi, in vista di un autunno che tutti teniamo come il peggiore dei nemici. Siamo avviliti e costernati per l’impotenza istituzionale che li sta lasciando da soli di fronte alle istanze legittime di chi ha subito i danni della catastrofe. E, infine, siamo dalla parte delle parole di verità: quelle che non si notano nei forbiti comunicati stampa dei tanti “tifosi” che in questi giorni stanno cercando di spiegarci che tutto va bene e che possiamo stare tranquilli, portando avanti una narrazione cieca e ormai offensiva. E che, invece di limitarsi a scrivere, dovrebbero avere anche il coraggio di raccontare le loro verità durante le Assemblee di cittadini disperati e di imprenditori consapevoli di una difficoltà che non abbiamo mai incontrato prima e che ci porta – anche a noi cooperatori, ottimisti per istinto e per storia – a ritenere che questa volta farcela da soli sarà difficilissimo. Per favore, ci spieghi chi può, perché, per la prima volta di fronte ad un disastro di tale portata, stia accadendo tutto questo”. LEGGI TUTTO

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    Commissione UE autorizza acquisizione di HCS Group da parte di ICI 3

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione di Haltermann Besitzgesellschaft GmbH, HCS Group GmbH e HCS Holding GmbH e delle sue controllate (insieme HCS Group), con sede in Germania, da parte di International Chemical Investors 3 (ICI 3), con sede in Lussemburgo.HCS Group produce e distribuisce prodotti chimici fini e specializzati come solventi e additivi. ICI 3 è un gruppo di aziende chimiche e farmaceutiche attive nella chimica fine, nei clorovinili e nei composti chimici.La Commissione ha concluso che l’acquisizione proposta non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, poiché non vi sono sovrapposizioni di attività né collegamenti tra le attività del gruppo HCS e ICI 3 nello Spazio economico europeo. L’operazione è stata rivista nell’ambito della procedura semplificata di controllo delle fusioni.(Foto: © andreykuzmin / 123RF) LEGGI TUTTO

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    Forum Italiano dell’Export, Zurino: “Bene dati export ma fondamentale fare di più su mercati emergenti”

    (Teleborsa) – “I dati ISTAT sull’export italiano relativi al primo semestre del 2023 confermano ancora una volta la vitalità di un fattore trainante e fondamentale per l’economia italiana che vale un terzo del PIL e continua a portare risultati nonostante uno scenario macroeconomico difficile caratterizzato da elevata inflazione, costi delle materie prime soggetti a continue fluttuazioni, instabilità geopolitica”. È quanto afferma Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export, il primo Think tank specificamente dedicato alla discussione e al confronto sull’export e il Made in Italy che raggruppa 2067 imprese, istituzioni ed associazioni per un totale di circa 200 miliardi di euro di fatturato.”Risultati positivi quelli del Made in Italy dovuti innanzitutto – prosegue Zurino – alla bravura e al coraggio dei nostri imprenditori affiancata da quella ‘diplomazia della crescita’, come l’ha definita il ministro Tajani, che si articola in un lavoro di squadra di diverse componenti del Sistema Paese, dalla Farnesina a Ice, da Cassa Depositi e Prestiti a Sace e Simest. È necessario però fare di più soprattutto nell’attività di scoperta e penetrazione di mercati emergenti che vadano a compensare le difficoltà di paesi importanti come la Germania e la Cina dove l’export italiano è calato rispettivamente dell’1,1% e del 6,7%. In particolare, il rallentamento della Germania, primo mercato per il nostro export, merita di essere attentamente monitorato per supportare le aziende italiane esportatrici che dipendono fortemente da Berlino. Come Forum Italiano dell’Export proponiamo una cabina di regia integrata tra diverse istituzioni mirata proprio allo studio e allo sfruttamento di quei mercati non maturi che possono rappresentare una importante assicurazione contro la flessione dei nostri tradizionali partner commerciali”. Così LEGGI TUTTO

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    Esodo estivo, Anas: chiusure in Piemonte e Lombardia per maltempo

    (Teleborsa) – Un lunedì da ponte di Ferragosto all’insegna del maltempo nell’area del nord-ovest del Paese, fra Piemonte e Lombardia, e in Sicilia dell’eruzione dell’Etna e della conseguente chiusura dell’aeroporto di Catania. Anas, Società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Italiane, sottolinea in una nota il suo impegno lungo la rete stradale e autostradale di competenza attraverso il monitoraggio costante del personale e sta intervenendo in caso di criticità. LEGGI TUTTO

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    Yellen mette a nudo i risultati dell’IRA ma avverte: ci sono rischi

    (Teleborsa) – La politica economica del Presidente Biden e l’Inflation Reduction Act (IRA) sono stati in grado di alimentare un boom economico come ma si era visto prima, ma soprattutto di guidare gli Stati Uniti verso una ripresa solida e sostenibile. Lo ha ribadito la Segretaria al Tesoro Janet Yellen in un intervento a Las Vegas, avvertendo però che il rischio del ricorso all’energia green è quello di affidarsi a fonti di approvvigionamento di troppo concentrate.”Potenziata dall’IRA, l’agenda del presidente ha contribuito a guidare un enorme boom che sta toccando ogni angolo del paese”, ha affermato Yellen, aggiungendo “da gennaio 2021, le aziende hanno investito oltre 500 miliardi di dollari nella produzione e nell’energia pulita. L’esplosione nella costruzione di fabbriche negli Stati Uniti è una storia unicamente americana: una storia che non vediamo replicata in altri paesi”.La Yellen ha però messo in guardia dai rischi di una eccessiva concentrazione delle fonti. “Mentre ci allontaniamo dai combustibili fossili siamo preoccupati per i rischi di un’eccessiva concentrazione nelle catene di approvvigionamento di energia pulita. Oggi, la produzione di input essenziali di energia pulita – dalle batterie ai pannelli solari ai minerali critici – è concentrata in una manciata di paesi”, ha spiegato Yellen, sottolineando “è importante costruire catene di approvvigionamento globali critiche resilienti e diversificate in grado di ridurre i punti di strozzatura, mitigare le interruzioni e proteggere la nostra sicurezza economica”.”Ciò prende il via investendo qui a casa. L’IRA sta aiutando a rifinanziare parte della produzione che è fondamentale per la nostra economia basata sull’energia pulita”, ha ribadito Yellen, aggiungendo “stiamo anche lavorando duramente per accelerare la transizione verso l’energia pulita in altri paesi” e per “rafforzare le catene di approvvigionamento globali di energia pulita”. LEGGI TUTTO