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    Stretta sui Tir al Brennero, Fai-Conftrasporto: “Intervenga l’Europa o ci muoveremo da soli”

    (Teleborsa) – “Basta! O ci pensa l’Europa o ci muoveremo da soli”. È quanto ha affermato il presidente nazionale di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, dopo l’annuncio che l’Austria ha diramato unilateralmente in questi giorni sul nuovo dosaggio per il transito dei mezzi pesanti al Brennero. “Se la Commissione europea non interverrà, come richiesto dal ministro Salvini e dal suo omologo tedesco, per far rispettare uno dei principi costitutivi della Comunità europea (la libertà di circolazione), avvieremo iniziative adeguate per tutelare gli interessi economici del nostro Paese”, aggiunge il presidente della Federazione degli Autotrasportatori Italiani.”Mi auguro che la Commissione europea trovi una soluzione che ripristini quello che è un diritto, o preveda ristorni economici proporzionati – prosegue Uggè –. Intanto si istituiscano da subito controlli adeguati sui mezzi che entrano nel territorio nazionale. L’ambiente è un tema al quale anche l’Italia tiene. Tuttavia, tra le limitazioni austriache, quelle al traforo del Bianco e della Svizzera, l’economia nazionale rischia il tracollo. È forse questo che si vuole? Senza far nulla rapidamente questo sarà il risultato. Il nostro Governo non può accettarlo”. LEGGI TUTTO

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    Lega araba, stipendi 6 volte superiori ai precedenti per attirare i calciatori

    (Teleborsa) – I club della Saudi Pro League (SPL), ovvero la lega calcistica dell’Arabia Saudita, stanno pagando in media 6 volte di più i giocatori che acquistano dalle squadre europee rispetto al loro precedente stipendio, con multipli ancora più alti per alcuni top player come Karim Benzema (11,9x). È quanto emerge da un’analisi di DBRS Morningstar, che osserva come – dopo l’acquisto da record di Cristiano Ronaldo da parte di Al Nassr nel dicembre 2022 per uno stipendio annuo di 173 milioni di sterline – la SPL ha aumentato notevolmente le sue spese per i talenti calcistici.Nella finestra di mercato estiva 2023, cinque club, quattro dei quali sono posseduti al 75% dal fondo sovrano dell’Arabia Saudita (il Public Investment Fund, PIF) hanno speso 435 milioni di sterline per i trasferimenti dei giocatori e stanno pagando a questi giocatori un totale di 678 sterline in stipendi.Alcuni dei giocatori passati ai club della Saudi Pro League (cifre in sterline) Squadra Giocatore Costo del trasferimento Stipendio Multiplo sul precedente stipendio Al-Ahli Riyad Mahrez 30 25,6 3,1x Al-Ahli Franck Kessie 10,8 17,2 1,7x Al-Ettifaq Jack Hendry 6,5 15,2 32,1x Al-Hilal Kalidou Koulibaly 17 30 2,0x Al-Hilal Sergej Milinkovic-Savic 34 17 3,4x Al-Hilal Neymar 69 137,5 4,4x Al-Ittihad Karim Benzema 0 172 11,9x Al-Ittihad N’Golo Kante 0 86,2 5,7x Al-Nassr Cristiano Ronaldo 0 173 6,5x Al-Nassr Marcelo Brozovic 15 35 3,7x Secondo gli analisti della società di rating, i club calcistici europei “dovrebbero trovare preoccupante questo sviluppo”, dato che l’Arabia Saudita ha tasche profonde e “può sostenere le sue spese folli per il prossimo futuro”, in quanto i club di proprietà del PIF possono giustificare il pagamento di premi significativi per i giocatori perché possono generare non solo calcio ma anche risultati economici e sociali. Inoltre, il costo finanziario derivante dalle restrizioni legate alla pandemia da COVID-19 e l’impatto delle nuove regole di spesa dell’UEFA hanno reso i club europei “particolarmente vulnerabili”.Oltre gli acquisti dei club, ci sono altri segnali che gli investimenti del paese nel settore non potranno fare altro ce crescere. Il PIF, che ha attualmente asset under management stimati in 700 miliardi di dollari (pari al 63% del PIL) ha recentemente annunciato la creazione di SRJ Sports Investments, una società di investimento creata per acquisire e produrre la proprietà intellettuale di nuovi eventi sportivi, acquisire i diritti commerciali di importanti competizioni sportive e ospitare importanti eventi globali in Arabia Saudita.Viene inoltre fatto notare che l’investimento dell’Arabia Saudita nel calcio è in linea con il suo programma di riforme e gli obiettivi economici generali. Lo sport fa infatti parte della Vision 2030 del paese: un’agenda a lungo termine, completa e ambiziosa che copre riforme economiche, sociali e fiscali. Come stabilito nella sua agenda Vision 2030, l’Arabia Saudita mira a essere tra i leader in sport selezionati, sia a livello regionale che globale.DBRS Morningstare evidenzia che il calcio è di gran lunga lo sport migliore per attirare l’attenzione in base al suo fascino globale. Ogni anno circa 450 milioni di persone guardano la finale della Champions League, quasi 4 volte di più del Super Bowl della National Football League statunitense e 10 volte di più della partita della Major League Baseball o della National Basketball Association più seguita di tutti i tempi. LEGGI TUTTO

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    Luna, grande attesa per la missione dell’India

    (Teleborsa) – Tornano i riflettori sulla Luna, nel giorno in cui l’India tenta il suo secondo atterraggio sul nostro satellite, a pochi giorni dal fallito tentativo della Russia con la missione Luna-25, terminata con la disintegrazione della navicella. Una missione cruciale pe l’India che si affermerebbe così quale nuova potenza spaziale nell’ambito dei cospicui investimenti pianificati dal Presidente Modi. La navicella Chandrayaan-3 dell’agenzia spaziale indiana (ISRO) proverà ad atterrare al polo sud lunare – atterraggionprevisto per le ore 18:04 locali (14:34 italiane), dopo che la missione Chandrayaan-2, nel 2019, è arrivata ad un soffio dal traguardo, dispiegando con successo un orbiter e vedendo poi precipitare il lander.La missione non è facile, perch il ghiaccio presente al polo Sud lunare rappresenta un terreno molto accidentato, ma l’esplorazione di quell’area consentirebbe di avere informazioni cruciali sulla presenza di acqua e quindi su eventuali riserve di carburante, ossigeno ed acqua potabile. LEGGI TUTTO

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    Export distretti Emilia-Romagna, Intesa Sanpaolo: nel I trimestre +11,8%

    (Teleborsa) – Prosegue la crescita delle esportazioni dei distretti dell’Emilia-Romagna che nel primo trimestre 2023 risultano in aumento dell’11,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, per un incremento dei flussi pari a 584 milioni di euro. Spiccano in particolare i distretti della meccanica (+589 milioni) e dell’agro-alimentare (+131 milioni). È quanto emerge dall’analisi periodica della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, secondo cui 14 distretti regionali su 19 hanno fatto registrare una crescita rispetto al 2021 ai primi tre mesi dell’anno scorso.”La solida propensione all’export è uno dei capisaldi della competitività dei distretti e dell’economia regionale nel suo complesso, un trend sempre confermato, anche nei periodi dove il quadro macroeconomico presenta delle incertezze – sottolinea Alessandra Florio, direttrice Regionale Emilia-Romagna e Marche di Intesa Sanpaolo –. Un risultato dovuto alla reattività dell’imprenditoria locale e dell’attenzione a quegli investimenti in grado di garantire la competitività nel tempo: dinamiche che da parte nostra siamo attenti a sostenere in particolare, in questo momento, per quanto concerne gli investimenti in sostenibilità, indipendenza energetica, digitalizzazione. A sostenere la competitività regionale – rimarca la Florio – c’è inoltre la forte presenza di filiere corte a livello locale, che garantiscono continuità e certezza delle forniture in un contesto globale contrassegnato dal ridisegnarsi delle catene del valore. Ad oggi in Emilia-Romagna abbiamo siglato 105 programmi di filiera per facilitare l’accesso al credito delle imprese delle stesse, che coinvolgono circa 2.650 fornitori per un giro d’affari complessivo di 14 miliardi di euro”. Performance positiva per tutti i distretti della meccanica, guidati dai Ciclomotori di Bologna (+76 milioni di euro, pari a + 45,8%), grazie soprattutto al traino di Stati Uniti, Germania e Francia. Le macchine agricole di Reggio Emilia e Modena hanno registrato un’ottima performance (+61 milioni, pari a +38,4%), spinta in particolare dalle vendite in Francia che sono più che raddoppiate. Cresce la Food machinery di Parma (+93 milioni, pari a +35,5%), grazie al massiccio aumento dell’export negli Stati Uniti, ma anche in Francia, Germania, Messico, Arabia Saudita, india, Cile, Australia, Portogallo e Canada. In crescita sia le macchine per l’imballaggio di Bologna (+159 milioni, +29,8%) che le macchine per il legno di Rimini (+30 milioni, +28,6%). Bene la Meccatronica di Reggio Emilia (+166 milioni, pari a +14,9%) e le macchine utensili di Piacenza (+4 milioni, +13,9%). Dei sette distretti dell’agro-alimentare monitorati cinque hanno raggiunto risultati positivi. Il distretto agro-alimentare che ha conseguito la maggior crescita in valore è l’Alimentare di Parma, che chiude il periodo con un aumento di 61 milioni di euro, pari a +16,5%, ottenuto grazie alle vendite in Germania (+8,7%), Francia (+17,4%) e Stati Uniti (+44,6%), primi tre paesi per flussi commerciali. Ottima performance – prima delle alluvioni dello scorso maggio – dell’Ortofrutta romagnola (+32 milioni, +18,2%), sostenuta soprattutto dal principale mercato, la Germania, che da sola acquista il 36,5% delle vendite estere del distretto. In crescita i Salumi del modenese (+29 milioni, + 15,8%), i Salumi di Parma (+16 milioni, +16,4%) e il Lattiero caseario di Reggio Emilia (+3,1%). In calo i Salumi di Reggio-Emilia (-7 milioni, pari a una riduzione del 27,9%) e il Lattiero-caseario parmense (-1,6%). LEGGI TUTTO

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    Manovra “di prudenza” per controllare lo spread: il piano del Governo

    (Teleborsa) – Il governo sembra aver deciso di procedere sotto il segno della prudenza: è questa linea dettata dalla stessa Premier Giorgia Meloni in vista della Legge di bilancio, la maggior sfida con la quale dovrà misurarsi l’esecutivo da lei guidato. Dalle persone che le sono più vicine filtra che la Presidente del Consiglio nonostante il periodo di vacanza è già al lavoro visto che lunedì prossimo si riunirà il Consiglio dei Ministri che aprirà ufficialmente le danze del “programma” d’autunno. Il nodo è sempre quello delle risorse che sono poche, difficile dunque pensare ad una manovra espansiva, si ragionerà per priorità. Anche in quest’ottica è stata varata a inizio agosto la misura della tassazione degli extraprofitti delle banche, da cui si stima un’entrata di circa 3 miliardi di euro. Non sono esclusi nei prossimi mesi interventi “fotocopia”, sui settori industriali come quello della farmaceutica.Si farà leva inoltre sulla necessità di continuare a tenere a bada lo spread, finora mantenuto a bassi livelli (60 punti più basso di un anno fa) tra Btp e Bund decennali tedeschi. Un approccio, si ragiona in ambienti dell’esecutivo, consigliato anche dal rallentamento dell’economia della stessa Germania e dai rischi recessivi che riguardano l’intera Unione europea. “Non si potrà fare tutto”, ha già detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. “Come maggioranza – ha sottolineato Salvini – decideremo in assoluta sintonia quale è il primo obiettivo di questa manovra economica. Penso che l’aumento di stipendi e pensioni con il taglio del cuneo fiscale confermato per tutto il 2024 sia la priorità”. Sul fronte pensioni, dal suo partito non si abbandona l’idea di “quota 41”, con un sistema esclusivamente contributivo, magari per un solo anno LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, un Ceo guadagna 118 volte più di un suo dipendente

    (Teleborsa) – Nel Regno Unito aumenta il divario salariale tra i top manager delle maggiori società quotate in borsa, che hanno goduto di aumenti salariali del 16% l’anno scorso, e i dipendenti alle prese con la peggiore crisi del costo della vita in una generazione. Secondo infatti uno studio del think tank indipendente High Pay Centre, un amministratore delegato di una compagnia dell’indice FTSE 100 nel 2022 è stato pagato in media 118 volte più di un lavoratore a tempo pieno, rispetto alle 108 volte del 2021. Lo stipendio più alto è quello di Pascal Soriot, amministratore delegato del colosso farmaceutico AstraZeneca, con 16,85 milioni di sterline, seguito da Charles Woodburn del gigante degli armamenti BAE Systems, che ha guadagnato 10,69 milioni di sterline. Sempre secondo la ricerca, la retribuzione media per un ‘Ceo’ del FTSE 100 è aumentata da 3,38 milioni di sterline nel 2021 a 3,91 milioni nel 2022. Mentre i salari dei lavoratori sono stati fortemente erosi dal caro vita. I sindacati hanno commentato i risultati sottolineando come la Gran Bretagna sia diventata “una terra di estremi grotteschi”. “Mentre milioni di famiglie hanno visto i loro bilanci devastati dalla crisi del costo della vita, i top manager hanno goduto di aumenti salariali eccezionali”, ha dichiarato Paul Nowak, segretario generale di Tuc, massima organizzazione di coordinamento sindacale del Regno Unito.(Foto: Ben Tovee su Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Salario minimo, Ocse: “Sostegno contro l’inflazione. Non c’è spirale prezzi-salari”

    (Teleborsa) – Mentre in Italia il dibattito sul salario minimo è acceso – con aperture al confronto espresse anche ieri dalla ministra del Lavoro Marina Calderone –, in attesa che il tema torni al centro del confronto già a settembre, un assist alle opposizioni arriva dall’Ocse e dal Financial Times. “I salari minimi si sono rivelati in media nei paesi Ocse uno strumento politico utile per proteggere i lavoratori più vulnerabili dall’aumento dei prezzi. Gli aggiustamenti dei salari minimi nominali hanno contribuito a contenere l’impatto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei lavoratori a bassa retribuzione” affermano gli economisti Ocse Sandrine Cazes e Andrea Garnero, in uno studio pubblicato dal Centro per la ricerca sulla politica economica (Cepr). “La nostra analisi – proseguono – mostra che il rischio di alimentare ulteriormente l’inflazione aumentando i salari minimi è limitato”.Per gli economisti dell’Ocse “i salari minimi legali dovrebbero – dunque – continuare ad adeguarsi regolarmente”. L’analisi di Cazes e Garnero ricorda come negli ultimi due anni a fronte di un’inflazione che non si vedeva da decenni, i salari reali sono scesi per diversi trimestri per arrivare a fine 2022 sotto del 2,2% rispetto all’ultimo trimestre del 2019 (in 24 su 34 Paesi di cui ci sono i dati). Tra dicembre 2020 e maggio 2023, quasi tutti i paesi Ocse hanno adottato misure per aumentare i propri salari minimi per tenere il passo con l’inflazione: in media i salari minimi legali nominali sono aumentati del 29% tra dicembre 2020 e maggio 2023, mentre i prezzi sono aumentati del 24,6% nello stesso periodo. Lo studio ricorda le differenze tra i diversi Paesi, con adeguamenti semestrali o annuali, discrezionali o automatici in caso di indicizzazione e appunto il timore di una spirale prezzi-salari. “La maggior parte degli studi empirici concorda sul fatto che parte degli aumenti del salario minimo viene trasferita ai consumatori” si legge nel report citando uno studio secondo il quale nel Regno Unito un aumento del salario minimo del 20% porterebbe solo ad un aumento dell’inflazione dello 0,2%, cioè “minimo”. Lo studio evidenzia come “aumenti salariali minimi regolari e sostenuti in periodi di alta inflazione” contribuiscano a “salvaguardare il potere d’acquisto dei salariati minimi e possono contribuire a ridurre la disuguaglianza nel lavoro”. L’indicizzazione automatica “può anche aumentare la visibilità e la trasparenza per le imprese”, o può “ridurre i margini di giudizio” per governi o parti sociali. Pur con le “potenziali insidie – si legge nello studio –, nel contesto di un’inflazione elevata, riteniamo che sia importante garantire aggiustamenti regolari dei salari minimi legali poiché i guadagni reali tendono ad essere erosi mentre l’inflazione rimane elevata”. Un giudizio positivo sul salario minimo arriva anche dal Financial Times. “Il salario minimo funziona perché riduce la disuguaglianza salariale senza penalizzare l’occupazione, anche se la produttività non viene incrementata” si legge in un’analisi pubblicata dal Ft. Quando la Germania ha introdotto il salario minimo nel 2015 – ricorda il quotidiano britannico – ha ridotto la disuguaglianza salariale senza danneggiare le prospettive occupazionali delle persone. Lo stesso è accaduto nel Regno Unito: quando nel 2016 il governo conservatore ha aumentato il salario minimo per gli over 25, questo non ha incrementato granché la produttività, ma ha ridotto le retribuzioni basse e allo stesso tempo sono cresciuti i livelli di occupazione. Altri paesi e regioni hanno adottato lo stesso approccio, dalla Corea del Sud a diversi Stati degli Usa. E, anche di fronte alle spinte inflazionistiche – sottolinea il Ft – la misura sembra aver tenuto. Giudizi subito cavalcati dalle opposizioni che puntano a scalfire il muro alzato dal governo Meloni sulla misura. “Dal Financial Times all’Ocse oggi arriva una promozione netta e inequivocabile del salario minimo. Non perché hanno aderito alla petizione popolare lanciata dalle opposizioni, ma perché – afferma Arturo Scotto, capogruppo del Partito democratico in commissione Lavoro – sono abituati a dare giudizi oggettivi. Che spiegano che il salario minimo rafforza la contrattazione e non innesca alcuna spirale inflazionistica. La nostra destra invece costruisce fantasmi immaginari senza alcun fondamento scientifico né riferimenti internazionali. Il loro sovranismo spinge l’Italia a diventare sempre di più la provincia dei diritti negati e dei salari bassi”. “Anche il Financial Times – gli fa eco la capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera, Valentina Barzotti – promuove senza se e senza ma il salario minimo legale, definendolo come uno strumento utile per ridurre la disuguaglianza salariale senza penalizzare l’occupazione né innescare la spirale inflazione-salari evocata dal Governo nel Def per assecondare la logica della moderazione salariale. Mentre è già realtà in 22 Paesi UE su 27, in Italia abbiamo una maggioranza e un Governo che, in modo assurdo, si ostinano a dire no ad una misura che porterebbe benefici a quasi 4 milioni di lavoratrici e lavoratori. La raccolta firme a sostegno della nostra proposta viaggia a vele spiegate e ha già raggiunto 300mila sottoscrizioni: FdI, Lega e Forza Italia saranno pure maggioranza in Parlamento, ma su questo tema sicuramente non lo sono nel Paese”. LEGGI TUTTO