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    Energie rinnovabili e mobilità sostenibile: SACE sostiene le esportazioni italiane in India

    (Teleborsa) – SACE, il gruppo assicurativo e finanziario italiano controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha annunciato il proprio impegno a supportare progetti sostenibili e di elettrificazione rurale in India attraverso una garanzia finanziaria di 320 milioni di USD. La garanzia, che copre l’80% di un loan di 60,5 miliardi di JPY, equivalente a 400 milioni di USD, è emessa a favore di REC Limited (REC), una società finanziaria pubblica indiana specializzata nel finanziamento di progetti energetici e infrastrutturali che opera sotto il controllo del Ministero dell’Energia del Governo indiano. Il loan – fa sapere SACE in una nota – è stato erogato da un pool di banche composto da Crédit Agricole CIB, nel ruolo anche di Agent, ECA e Green Loan Coordinator, Bank of America, Citibank, KFW Ipex-Bank, SMBC.Il finanziamento mira a promuovere le forniture da parte di aziende italiane, in particolare PMI, in progetti di energia rinnovabile, efficienza energetica e mobilità sostenibile finanziati da REC. L’operazione rientra nell’iniziativa Green & Social Push di SACE e rappresenta il primo Green Push di SACE in India, sottolineando il continuo impegno dell’azienda per lo sviluppo sostenibile.REC, con il mandato di finanziare e promuovere progetti energetici in India, svolge un ruolo cruciale negli sforzi del paese per l’elettrificazione e le infrastrutture. La collaborazione di SACE con REC segna la prima iniziativa mirata a facilitare il coinvolgimento delle aziende italiane negli investimenti finanziati da REC. L’operazione dovrebbe avere un impatto positivo sull’economia, contribuendo con circa 145,1 milioni di EUR al PIL e preservando 2.389 posti di lavoro.”Questa operazione rappresenta un passo significativo nel rafforzamento dei legami tra Italia e India, promuovendo lo sviluppo sostenibile e la partecipazione delle aziende italiane in investimenti strategici nel settore energetico e infrastrutturale”, ha commentato Michal Ron, chief international officer di SACE.”Con il successo di questa operazione attraverso un finanziamento di portata globale – ha dichiarato Vivek Kumar Dewangan, IAS, presidente e amministratore delegato di REC – si apre la strada a ulteriori collaborazioni di questo tipo, migliorando ulteriormente le relazioni commerciali indo-italiane nel finanziamento dell’energia rinnovabile e nella realizzazione di progetti verdi, oltre a rafforzare il supporto della comunità globale per i progetti di sviluppo sostenibile in India”.”Questa operazione rappresenta un ulteriore passo avanti nella lunga collaborazione tra SACE e Crédit Agricole CIB nei prodotti di credito all’esportazione, che da tempo includono anche il finanziamento Push. Come Banca leader nei finanziamenti sostenibili a livello globale, accogliamo con favore lo sviluppo della Green Push e siamo particolarmente orgogliosi di aver agito come unico ECA Coordinator, Green Loan Coordinator, Documentation e Facility Agent in questo loan da considerare un riferimento per il mercato”, ha detto Stefano Porro, head of International Trade & Transaction Banking – Crédit Agricole CIB Italia.”Siamo lieti – ha dichiarato Andreas Ufer, membro del Consiglio di Amministrazione di KfW IPEX-Bank – di agire come Mandated Lead Arranger in questo finanziamento che supporta la trasformazione sostenibile in India attraverso la selezione di progetti verdi idonei e promuove le forniture da parte di aziende italiane e di altri paesi europei, continuando la nostra ben consolidata collaborazione con SACE. REC è un partner strategico importante in tutti i settori in India e non vediamo l’ora di partecipare a molti altri progetti in futuro”. LEGGI TUTTO

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    Net Zero, UniCredit fissa gli obiettivi intermedi  per i settori navale e immobiliare commerciale

    (Teleborsa) – In linea con l’impegno che la banca ha firmato nell’ottobre 2021 con la “Net Zero Banking Alliance” – la rete di banche riunita dalle Nazioni Unite – UniCredit ha annunciato oggi i suoi obiettivi per il 2030 relativi ai finanziamenti nei settori navale e immobiliare commerciale, che contribuiscono all’ambizione della banca di raggiungere l’obiettivo Net Zero entro il 2050 del portafoglio di prestiti e investimenti.”L’annuncio di oggi – ha dichiarato Fiona Melrose, head of Group Strategy & ESG, UniCredit – segna un altro passo importante del nostro percorso verso Net Zero e continuiamo a fare la nostra parte nel contribuire a una transizione giusta ed equa per tutti i nostri stakeholder. Il nostro nuovo obiettivo per i finanziamenti del settore immobiliare commerciale, un segmento chiave che presenta grandi sfide, ci vedrà incrementare i nostri sforzi per supportare i clienti nel migliorare il profilo energetico dei loro edifici, sia esistenti che nuovi. Allo stesso tempo, il nostro nuovo obiettivo per il settore navale mira a contribuire alla decarbonizzazione del commercio marittimo internazionale e del trasporto passeggeri. Con la comunicazione di oggi, abbiamo definito le nostre ambizioni per sette dei settori a più alte emissioni, inclusa una policy di uscita graduale dal settore del carbone, un chiaro segno di come stiamo integrando l’ESG nelle nostre attività di finanziamento.”Si stima che il settore immobiliare rappresenti il 30% del consumo energetico globale e il 26% delle emissioni correlate all’energia, dati che ne sottolineano l’importanza per il percorso Net Zero. Per supportare la decarbonizzazione del settore, UniCredit si focalizzerà sul segmento immobiliare commerciale nelle sue tre geografie più grandi e rilevanti: Italia, Germania e Austria, che presentanoun’esposizione complessiva di 31,1 miliardi di euro.La banca perseguirà una riduzione dell’intensità delle emissioni operative di questi edifici tra il 44% e il 55% rispetto a una baseline iniziale di emissioni di 44,2kgCO2e/m23 nel 2022. Questo intervallo, con il -55% in linea con la riduzione prevista dallo scenario di decarbonizzazione CRREM4, – sottolinea Unicredit in una nota – è ambizioso e considera l’incertezza del mercato e degli sviluppi normativi richiesti. Per raggiungere questo obiettivo, UniCredit continuerà a supportare le sue imprese clienti attraverso il finanziamento di nuovi edifici energeticamente efficienti e alla ristrutturazione degli immobili meno efficienti.In parallelo, la banca ha anche analizzato il suo portafoglio immobiliare residenziale di 72,8 miliardi di euro nelle stesse tre geografie, con una baseline del 2022 sulle emissioni operative pari a 36,3kgCO2e/m26. UniCredit continuerà a monitorare i miglioramenti di questa baseline, a seguire l’evoluzione in corso del panorama normativo e a supportare i suoi clienti nella riduzione delle emissioni dei loro immobili. La banca sottolinea che l’intervento governativo e schemi di incentivi adeguati saranno abilitatori essenziali per il percorso di decarbonizzazione complessivo sia del segmento immobiliare commerciale che di quello residenziale.Per il settore navale, la banca perseguirà una riduzione del 30% dell’intensità delle emissioni di Scope 1 e 38 del suo portafoglio di finaziamenti agli operatori navali di 3,1 miliardi di euro9, da una baseline di 14,1 gCO2e/GT-nm per le navi passeggeri e di 9,5 gCO2e/DWT-nm10 per le navi mercantili nel 2022.L’ambito delle emissioni di UniCredit (Well to Wake) è in linea con le ultime linee guida dell’Organizzazione Marittima Internazionale, mentre l’obiettivo di riduzione segue la traiettoria IEA 1,5°C di decarbonizzazione.Per raggiungere il suo obiettivo, UniCredit continuerà a impegnarsi proattivamente con i suoi clienti, fornendo finanziamenti per navi di nuova generazione e la ristrutturazione di navi esistenti. LEGGI TUTTO

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    USA, permessi edilizi giugno +3,4% apertura cantieri +3%

    (Teleborsa) – Giungono dati positivi a giugno 2024 dal mercato edilizio americano. Secondo il Dipartimento del Commercio statunitense i nuovi cantieri avviati hanno registrato un aumento del 3%, attestandosi a 1,353 milioni di unità, dopo il pesante calo del 4,6% registrato a maggio (dato rivisto da -5,5%). Le attese degli analisti avevano previsto un numero più basso di cantieri aperti a quota 1,30 milioni. I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato, nello stesso periodo, un incremento del 3,4% a 1,446 milioni di unità, dopo il -2,8% registrato il mese precedente. Le attese degli analisti erano per un aumento dei permessi più contenuto, ovvero fino a 1,400 milioni. LEGGI TUTTO

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    Regno Unito, inflazione giugno a 2% leggermente sopra le attese

    (Teleborsa) – Risulta lievemente superiore alle attese l’inflazione nel Regno Unito nel mese di giugno 2024. Secondo il report mensile dell’Office for National Statistics (ONS), la crescita dell’inflazione è confermata al 2% su anno (+1,9% il consensus), in linea con il mese precedente. Su base mensile, i prezzi al consumo segnano un +0,1% su base mensile, in linea con le attese, dopo il +0,3% del mese precedente.Il dato core dell’inflazione, che esclude le componenti più volatili quali cibo e carburanti, ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile, dopo il +0,5% di maggio e rispetto al +0,1% atteso. La variazione tendenziale si attesta al 3,5%, in linea con il mese precedente, contro il +3,4% stimato dagli analisti.(Foto: © Melinda Nagy/123RF) LEGGI TUTTO

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    Bruxelles valuta sconti sui dazi per BMW e Volkswagen

    (Teleborsa) – La Commissione Europea sta considerando una riduzione delle tariffe doganali sulle importazioni di veicoli elettrici prodotti in Cina da BMW e Volkswagen. È quanto hanno dichiarato due fonti a conoscenza della questione all’agenzia Reuters. La decisione, ancora non definitiva, è motivata dalle preoccupazioni dell’industria automobilistica tedesca per possibili ritorsioni da parte della Cina, un mercato chiave dove BMW, Volkswagen e Mercedes-Benz hanno realizzato un terzo dei loro ricavi lo scorso anno.Secondo fonti vicine alla questione, Bruxelles ha informato le due case automobilistiche che potrebbero essere classificate come “società che collaborano”. Questo status consentirebbe loro di beneficiare di una tariffa del 20,8% sui modelli prodotti in Cina, rispetto al 37,6% attualmente previsto. BMW produce la Mini elettrica e Volkswagen la Cupra Tavascan in Cina.Il primo voto degli Stati membri dell’UE ha registrato 11 astensioni, e una decisione finale è attesa entro novembre. La Commissione Europea ha tempo fino all’autunno per prendere una decisione definitiva sulle tariffe, che per ora rimangono preliminari.Un portavoce dell’esecutivo UE ha dichiarato che la Commissione sta analizzando una serie di richieste da parte di aziende che non producevano ancora auto elettriche a batteria durante l’indagine iniziale, aggiungendo che “le parti interessate saranno informate della proposta della Commissione e avranno la possibilità di commentare prima della pubblicazione di eventuali misure definitive”.(Foto: Lukasz Kobus – © Unione Europea) LEGGI TUTTO

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    Italia: boom di over 90 nei prossimi 3 anni

    (Teleborsa) – Nei prossimi tre anni, l’Italia si prepara ad accogliere un milione di ultranovantenni. L’associazione Italia Longeva sottolinea l’urgenza di potenziare l’assistenza domiciliare per far fronte a questo cambiamento demografico. Tra vent’anni, la popolazione anziana fragile potrebbe raggiungere i 19 milioni, con un terzo degli over 65 soli e a rischio di isolamento sociale.Il bisogno di assistenza domiciliare agli anziani è enorme, sebbene si registri un incremento nel numero di over 65 che ricevono cure a casa, passati dai 252mila (1,95% del totale) del 2014 ai quasi 550mila (3,89%) del 2023. Secondo i dati regionali forniti al Ministero della Salute, nel 2023 oltre 80mila anziani in più rispetto al 2022 hanno beneficiato di assistenza domiciliare, un progresso significativo che però non sembra riflettersi completamente nella realtà quotidiana.Inoltre, un altro 2,88% di over 65 (404.235 persone) ha ricevuto cure residenziali in RSA nell’ultimo anno. Nei prossimi vent’anni, si stima che circa 6 milioni di anziani saranno soli e a rischio di isolamento. Attualmente, il 64% delle persone affette da demenza, una delle principali cause di perdita di autonomia, non è seguito da strutture sociosanitarie, con un impatto significativo sulle famiglie.La carenza di assistenza domiciliare adeguata si traduce in un aumento degli accessi al Pronto Soccorso e dei ricoveri inappropriati, con conseguente incremento della spesa sanitaria.L’indagine 2024 di Italia Longeva, basata sui dati del Sistema informativo del Ministero della Salute, evidenzia l’importanza della long-term care, ovvero l’assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in base alla gravità dei loro bisogni. Presentata al Ministero della Salute, questa indagine sollecita un’accelerazione per rendere l’assistenza più efficiente e omogenea.”Leggiamo con cauto ottimismo i numeri sull’ADI forniti dalle Regioni. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle malattie ad esso correlate – diabete, patologie cardiovascolari, demenze -, ci impongono di premere l’acceleratore per potenziare e rendere più omogenea l’assistenza sul territorio”, commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva. LEGGI TUTTO

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    Bankitalia, allentati i criteri di offerta sui prestiti alle imprese

    (Teleborsa) – Nel secondo trimestre del 2024 i criteri di offerta sui prestiti alle imprese sono stati lievemente allentati, per la prima volta dal dicembre 2021. Vi hanno contribuito la maggiore tolleranza al rischio e i minori costi di provvista. I termini e le condizioni generali su tali finanziamenti sono divenuti leggermente piu` favorevoli, principalmente attraverso una diminuzione dei tassi di interesse sui prestiti. Le politiche di offerta sui finanziamenti alle famiglie sono state rese moderatamente meno stringenti per i prestiti finalizzati all’acquisto di abitazioni, per effetto della maggiore pressione concorrenziale, e lievemente piu` rigide per il credito al consumo. Per il trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore lieve allentamento dei criteri di offerta sui prestiti alle societa` non finanziarie e sui mutui. È quanto rileva la Banca d’Italia nell’Indagine sul credito bancario nell’area dell’euro. La domanda di credito da parte delle imprese, in calo da inizio 2023, e` ulteriormente diminuita, continuando a riflettere il maggior ricorso all’autofinanziamento, il minore fabbisogno per la spesa in investimenti fissi e l’elevato livello dei tassi di interesse. La richiesta di finanziamenti da parte delle famiglie per l’acquisto di abitazioni e` aumentata, mentre quella per finalita` di consumo e` rimasta invariata. Nel trimestre in corso la domanda di prestiti di imprese e famiglie aumenterebbe. Le condizioni di accesso delle banche al finanziamento sono migliorate con riferimento principalmente ai titoli di debito, ai depositi a lungo termine e alla capacita` di trasferire il rischio di credito fuori bilancio. Nel trimestre in corso gli intermediari si attendono un ulteriore lieve miglioramento. Nel primo semestre del 2024 la quota di crediti deteriorati (NPL) e gli altri indicatori della qualita` del credito hanno esercitato un impatto lievemente restrittivo sulle politiche di offerta sui finanziamenti alle imprese e alle famiglie per il credito al consumo; nel semestre in corso l’effetto sarebbe nel complesso invariato. Nei sei mesi terminanti in giugno i criteri di offerta sono stati allentati per le imprese della manifattura a bassa intensita` energetica, mentre sono stati resi piu` stringenti in tutti gli altri settori di attivita` economica; nel semestre in corso, le banche si attendono un ulteriore irrigidimento nel settore delle costruzioni e nel comparto manifatturiero ad alta intensita` energetica. Negli ultimi dodici mesi la prospettiva dei cambiamenti climatici avrebbe contribuito a un aumento della domanda di credito da parte sia delle imprese green e in transizione sia delle imprese brown; mentre per le prime i criteri di offerta e i termini e le condizioni sui prestiti sono stati allentati, per le seconde sono stati invece irrigiditi. Nel primo semestre del 2024, la variazione della liquidita` in eccesso detenuta dalle banche presso l’Eurosistema non avrebbe esercitato alcun effetto sulle politiche di offerta e sui volumi di credito; nel semestre in corso tali effetti sarebbero restrittivi, ma contenuti. LEGGI TUTTO

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    CIV INPS: “Anche nel 2023 Rendiconto in attivo. Prepararsi a gestire le sfide future”

    (Teleborsa) – Il Rendiconto generale 2023 dell’INPS, approvato dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza il 16 luglio 2024, si chiude con un saldo della gestione finanziaria di competenza di 12,18 mld di euro, con un risultato economico di esercizio positivo per 2,06 mld, e con un avanzo patrimoniale netto che passa da 23,22 a 29,78 mld. Il Rendiconto – fa sapere l’INPS in una nota – evidenzia valori positivi inferiori all’esercizio 2022, ma superiori sia al 2021, sia alle previsioni assestate per il 2023.”Nel 2023 – riferisce Alessandro Tombolini, direttore centrale Bilanci dell’Inps – le entrate complessive sono state pari a 536 mld, di cui 269 mld di entrate contributive, segnando una crescita del 5,1% rispetto al 2022. Sono stati 164, invece, i miliardi in trasferimenti correnti dalla fiscalità generale (con una crescita del 3,3%). Le uscite complessive ammontano a 524 mld, di cui 398 destinati alle prestazioni istituzionali. Queste ultime, quindi, sono cresciute del 4,6%”. Il costo degli interventi sostenuti dai trasferimenti dalla GIAS, ossia dalla fiscalità generale, è aumentato di 7,4 mld, in particolare per l’incremento delle uscite a favore dei percettori dell’Assegno unico universale, degli sgravi contributivi e delle coperture degli oneri pensionistici. Il 2023 ha fatto registrare rispetto all’anno precedente un incremento della spesa per pensioni di 20.890 milioni, arrivando complessivamente a 304,14 mld, con una crescita rispetto all’anno precedente del 7,4%, derivante quasi per intero dalla rivalutazione a fronte dell’impennata inflazionistica registrata l’anno precedente. Il 2023 ha invece visto una significativa riduzione della spesa per il sostegno al reddito, con un risparmio di 7,62 mld. Si è passati, infatti, da 26,03 mld a 18,4 mld, in particolare per la mancata proroga dei bonus 150 e 200 euro (con una riduzione della spesa di 7,83 mld). È cresciuta, parallelamente, la spesa per i trattamenti di disoccupazione (+1,5 mld). In calo le integrazioni salariali e i trattamenti di malattia. Le spese per l’inclusione sociale sono sostanzialmente invariate (+ 0,3 mld) ma con un calo di 1,35 mld del Reddito e della Pensione di Cittadinanza e un aumento di 1,08 mld per le prestazioni di invalidità civile. Crescono sensibilmente le spese a sostegno della famiglia, in particolare con l’Assegno unico, arrivato a un valore di 18,24 mld.Dal Rendiconto emergono con particolare rilievo i crediti per contributi a carico dei datori di lavoro e degli iscritti che, a fine 2023, ammontano a complessivi 127,16 mld con un incremento di 3,45 mld rispetto all’anno precedente. Gran parte di questi crediti sono a rischio di inesigibilità e, a fronte di tale evenienza, è stato alimentato il Fondo svalutazione crediti contributivi che ammonta, nel 2023, a 102,73 mld(+2,3 mld rispetto al 2022). “Il Rendiconto 2023 evidenzia un risultato importante per l’Istituto e rappresenta un ulteriore elemento che attesta l’equilibrio del sistema previdenziale pubblico italiano – sottolinea Roberto Ghiselli, presidente del CIV –. Una situazione che i prossimi anni imporrà di fare i conti con le trasformazioni demografiche e del mercato del lavoro – prosegue Ghiselli – ed è importante che gli attori della policy scelgano una coerente strategia per farvi fronte, per garantire una prospettiva di stabilità e sostenibilità del sistema da un punto di vista economico e sociale, attraverso politiche di sostegno allo sviluppo di qualità del tessuto produttivo e dell’occupazione, che possano incidere positivamente sui principali fattori di stabilità del sistema previdenziale a cominciare dalla crescita delle retribuzioni e dal conseguente gettito contributivo”. Per Pierangelo Albini, coordinatore della Commissione economica del CIV “le rapide trasformazioni del mercato del lavoro e la necessità di far fronte ai diversificati bisogni dei cittadini impongono al decisore politico anche un’approfondita e coerente riflessione sul sistema di protezione sociale del Paese e, di conseguenza, sul suo finanziamento in termini di prelievo fiscale e contributivo. Tutto ciò in un’ottica che tenga conto non solo del tema del costo del lavoro, e dunque della competitività del sistema produttivo, ma soprattutto – conclude Albini – dei profili di equità nella ripartizione dei costi e dei benefici del sistema di protezione sociale”. LEGGI TUTTO