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    ENEL: impegno Gruppo 3,8 milioni di euro

    (Teleborsa) – Ammontano a 3,8 miliardi di euro i progetti del gruppo Enel per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di essi, circa 3,5 miliardi sono destinati a interventi per il potenziamento della rete, in particolare per le smart grids e per migliorare la resilienza a fronte di eventi atmosferici estremi. E’ quanto ha riferito il direttore di Enel Italia, Nicola Lanzetta, nell’audizione nelle Commissioni bilancio di Senato e Camera sullo stato di attuazione del PNRR.Gli altri investimenti riguardano lo stabilimento di Catania per la produzione di pannelli fotovoltaici (89 milioni), i progetti sull’idrogeno (142 milioni), la manutenzione straordinaria della diga di Pozzillo in Sicilia e il progetto per la rete di teleriscaldamento di Arcidosso in Toscana (in totale 34 milioni), lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica (38 milioni). Lanzetta ha segnato le “criticità” su cui porre attenzione per assicurare che i progetti siano ultimati secondo la tempistica prevista dal Piano. È necessario “velocizzare il permitting delle cabine primarie, garantire l’utilizzo dei contratti esistenti, prevedere una revisione dei prezzi individuando meccanismi che riflettano gli aumenti delle dinamiche inflattive, semplificare le attività di rendicontazione per renderle più veloci”. LEGGI TUTTO

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    Forum Enpaia 2023, il ruolo dell’agricoltura nell’economia e nella società

    (Teleborsa) – Si è tenuto a Villa Aurelia, a Roma, il Forum Enpaia 2023 sul tema “Economia e Società. Scenari e prospettive”. L’evento ha permesso di analizzare il ruolo dell’agricoltura nello sviluppo economico e sociale del Paese, e di osservare il valore che le casse previdenziali rappresentano per la sua crescita e per il suo rilancio, grazie ad investimenti mirati verso la sostenibilità e la transizione green. All’interno del Forum Enpaia 2023 è stato inoltre presentato l’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis “L’agricoltura italiana che cambia nella sfida della sostenibilità”, dal quale è emerso come l’agricoltura italiana per il 68,9% dei cittadini italiani si stia adattando con più velocità alla lotta ai cambiamenti climatici e come, di fronte alle paure derivanti dal climate change, stia svolgendo un ruolo primario nell’affrontare gli effetti del riscaldamento globale che per l’82% degli italiani è percepito come un problema molto più serio rispetto al passato.Per Giorgio Piazza, Presidente Fondazione Enpaia, “l’Osservatorio Enpaia-Censis, presentato quest’oggi, evidenzia come l’agricoltura rappresenti per gli italiani, un settore in prima linea nella lotta al cambiamento climatico. Dall’Osservatorio è emersa la resilienza del comparto sia da un punto di vista sociale che economico, e ha mostrato come il settore stia raccogliendo a pieno titolo la sfida verso la transizione green rappresentando un baluardo contro il riscaldamento globale. Un argine dovuto alla grande capacità delle imprese agricole, degli allevamenti e del settore di adeguarsi velocemente alle sfide ambientali sapendone cogliere in anticipo gli obiettivi. Le casse di previdenza, grazie alla loro capacità di saper coniugare progresso, lavoro, economia e salvaguardia dell’ambiente, sono in prima linea nel raggiungimento di questo obiettivo, conoscendo da vicino il valore sociale che questa sfida rappresenta”. Secondo Roberto Diacetti, Direttore Generale Fondazione Enpaia, “l’agricoltura italiana rappresenta il 2% del valore aggiunto nazionale e il 16% del valore aggiunto agricolo europeo: cifre che sintetizzano la rilevanza del comparto nell’economia italiana ed europea. L’agricoltura è particolarmente esposta ai cambiamenti climatici e ai rischi ambientali ed è in prima linea nel contrastarli. Lo pensa peraltro – secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Enpaia-Censis – il 68% degli italiani. In questo contesto Enpaia sta privilegiando sempre più investimenti Esg e orientati allo sviluppo sostenibile delle imprese agricole”.”L’agricoltura – ha spiegato Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – è un settore produttivo importante del nostro Paese con un contributo al PIL molto rilevante e con un’occupazione altamente qualificata. Pertanto può essere, e lo è già, un veicolo che caratterizza l’Italia. La strategia per rendere il sistema agroalimentare più sostenibile e resiliente di fronte ai cambiamenti climatici è quella della modernizzazione, facendo uso delle più moderne tecnologie nella strumentazione, nella coltivazione e di creare le condizioni per avere minori emissioni o comunque riuscire a trattare quelli che sono i residui della lavorazione nel modo opportuno, degli allevamenti in particolare”.”Il comparto agricoltura genera numeri importantissimi per il sistema-Paese – ha dichiarato Federico Freni, Sottosegretario Ministero dell’Economia e delle Finanze – . Enpaia ci dimostra quanto una sana gestione di filiera possa dare risultati incredibili. Purtroppo i prezzi dell’agroalimentare sono quelli che scendono più tardi e colpiscono soprattutto le fasce medio-basse. La strategia del Governo è quella di continuare a garantire i sussidi erogati e incentivare strutture di filiera che consentono poi di abbassare a valle il prezzo di vendita”.Secondo Giulio Tremonti, Presidente Commissione Esteri Camera: “È fondamentale sostenere il welfare italiano per garantire la tenuta democratica. Mai nella storia dell’umanità un cambiamento economico è avvenuto in così poco tempo. Quello che è successo alla struttura del mondo in termini di insediamenti industriali ed export negli ultimi trent’anni non è mai avvenuto prima. Per comprendere il fenomeno del cambiamento climatico, inevitabilmente, occorre tenere conto di fattori complessi come la globalizzazione”.Per Ettore Prandini, Presidente Coldiretti: “Il settore agricolo diventa sempre più centrale in un’ottica di produzione interna per quanto concerne la sicurezza data ai cittadini, ma anche in un ruolo internazionale geopolitico nel dare possibilità alle popolazioni a noi vicine di avere uno sviluppo simile a quello che abbiamo avuto noi, soprattutto nel creare valore economico. Sotto questo punto di vista l’agricoltura italiana è il punto di riferimento a livello globale anche in termini di sostenibilità, ma dobbiamo lavorare ulteriormente sul valore economico che resta all’interno delle nostre imprese agricole”.Secondo Sandro Gambuzza, Vice Presidente Confagricoltura: “I cambiamenti climatici incidono sull’economia reale nel breve e nel lungo periodo, sia a livello micro che macroeconomico. Un alto tema rilevante è la carenza di prevenzione. Circa un terzo del Made in Italy agroalimentare è a rischio a causa di questo fenomeno e questo ha effetti anche sulla spesa dei cittadini”.”Un Paese con un comparto agroalimentare come il nostro – ha spiegato Massimo Gargano, Direttore generale Anbi e Segretario Nazionale Snebi – non può permettersi di mettere a rischio tale patrimonio. In tal senso, bisogna cambiare il paradigma, non possiamo limitarci ad affrontare l’emergenza ma mettere in campo politiche e strategie adeguate per affrontare in maniera responsabile il cambiamento climatico”.”Gli eventi climatici hanno ricadute forti sull’occupazione e sulla produzione di ricchezza nel Paese. Non abbiamo assunto la consapevolezza del fatto che la situazione potrebbe peggiorare. Se vogliamo governarla occorre che ci attrezziamo adesso” ha evidenziato Giovanni Mininni, Segretario Generale Flai Cgil. LEGGI TUTTO

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    Immobiliare USA, avvio cantieri sotto le stime ad agosto

    (Teleborsa) – Si muove a due velocità ad agosto il mercato edilizio americano. Secondo il Dipartimento del Commercio statunitense i nuovi cantieri avviati hanno registrato un decremento dell’11,3%, attestandosi a 1,283 milioni di unità, dopo l’aumento del 2% registrato a luglio (dato rivisto da +3,9%). Le attese degli analisti avevano previsto un numero più alto di cantieri aperti a quota 1,440 milioni. I permessi edilizi rilasciati dalle autorità competenti hanno registrato, nello stesso periodo, un incremento del 6,9% a 1,543 milioni di unità, dopo il +0,1% registrato il mese precedente. Le attese degli analisti erano per un recupero dei permessi più contenuto, ovvero fino a 1,440 milioni. LEGGI TUTTO

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    Clima, Enpaia-Censis: per 7 italiani su 10 agricoltura settore chiave per la lotta al climate change

    (Teleborsa) – L’agricoltura ha un ruolo attivo e riconoscibile nella lotta al cambiamento climatico. È quanto emerge dall’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis “L’agricoltura italiana che cambia nella sfida della sostenibilità”, secondo il quale per gli italiani, di fronte all’aggravarsi di alcune minacce globali alla sostenibilità ambientale, l’agricoltura è la chiave per trovare soluzioni durature nel tempo e di ampio respiro. Dallo studio emerge infatti, che per circa il 70% (68,9%) dei cittadini l’agricoltura svolge un ruolo primario nell’affrontare gli effetti del riscaldamento globale ed è pienamente impegnata nel promuovere la sostenibilità ambientale. È una convinzione che trova un consenso trasversale nei gruppi sociali, e in particolare è condivisa dal 58,8% dei giovani, dal 68,5% degli adulti e dal 75,1% degli anziani. Dall’Osservatorio emerge poi come l’agricoltura italiana sia in costante trasformazione produttiva, e come le sue imprese (690mila) e i suoi addetti (834mila) abbiano attivato meccanismi virtuosi di adattamento ai cambiamenti climatici. Dall’Osservatorio Enpaia-Censis si rileva che l’80% dei beni primari consumati dalle famiglie proviene dall’agricoltura italiana, segno della rilevanza economica e sociale dell’agricoltura per il nostro Paese. Un ruolo centrale che viene esercitato anche a livello europeo collocando l’Italia al secondo posto nella graduatoria Ue sul valore aggiunto agricolo con oltre 37 miliardi di euro, pari al 16,7% del totale del valore aggiunto agricolo europeo. Anche in termini di produzione, poi, l’Italia con un valore pari a 71.158 miliardi di euro (13,3% del totale della produzione agricola europea) si colloca al terzo posto della graduatoria Ue superata solo da Francia (96.575 miliardi di euro pari al 18%) e Germania (74.535 miliardi di euro, 13,3%). In pochi anni si è assistito a un cambiamento copernicano sul tema del climate change. L’Osservatorio ci dice che si è passati da una certa diffidenza a una sensibilità ambientale molto spiccata. I recenti dati pubblicati da Eurobarometro segnalano infatti, che nel 2023 l’82% degli italiani considera ormai il cambiamento climatico come un problema molto serio contro il 77% della media Ue. Solo il 3% degli italiani ormai lo reputa un problema irrilevante, mentre la media Ue è pari al 7%. D’altro canto, è diventata maggioranza assoluta (52%) la quota che dichiara di sentirsi direttamente coinvolta, con concreti comportamenti quotidiani, nella lotta al riscaldamento climatico. Il cambiamento climatico ha di fatto modificato le convinzioni del passato e si osservano alte quote di italiani preoccupati per una molteplicità di eventi ambientali negativi, catastrofali, percepiti come molto più minacciosi rispetto a pochi anni fa. Tali timori sono all’origine di una nuova forma di paura e di ansia sociale legata alla molteplicità di eventi avversi di origine ambientale. Si parla di “paura verde” e di eco-ansia, fenomeni sociali che toccano il 47,3% degli italiani che valutano come più minacciosi rispetto al passato alcuni fenomeni ambientali. In cima alle loro preoccupazioni, ci sono per l’81,4% lo scioglimento dei ghiacciai, per il 78,7% l’inquinamento dei mari, per il 77,4% i gravi eventi atmosferici avversi come bombe d’acqua o violente grandinate, per il 77,3% il dissesto idrogeologico, mentre per il 76,8% la minaccia della siccità o della scarsita’ di acqua potabile è l’emergenza maggiormente percepita. L’eco-ansia è trasversale ai gruppi sociali e mostra una elevata preoccupazione nel 57,6% degli anziani, nel 43,7% degli adulti e nel 41,3% dei giovani. LEGGI TUTTO

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    PNRR, Svimez: 46% progetti definanziati sono al Sud e “non tutti critici”

    (Teleborsa) – Su 15,9 miliardi di euro di interventi del PNRR definanziati in base alla revisione del Piano elaborata dal governo, circa il 46% riguarda progetti del Mezzogiorno e “non tutti erano segnalati come critici nell’attuazione”.Lo rileva Svimez nell’audizione nelle Commissioni di Senato e Camera sull’attuazione del PNRR precisando che “non tutti gli interventi soggetti a definanziamento erano identificati come critici nella Relazione del maggio scorso”.In particolare, sul totale delle misure definanziate pari a 15,9 miliardi, Svimez stima che quelle che interessano interventi localizzati nelle regioni meridionali ammontano a 7,6 miliardi, ossia quasi il 48%. Le risorse liberate dal definanziamento delle misure “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità” e “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” vengono destinate al finanziamento degli incentivi alle imprese previsti nell’ambito della nuova “Zes unica nel Mezzogiorno”. Questo fa sì che la quota Sud degli interventi definanziati scenda a circa il 46%. Svimez ha quindi sottolineato la necessità di “individuare subito fonti alternative di finanziamento per le misure stralciate dal Piano”. L’utilizzo delle risorse della Programmazione 2021-2027 dei Fondi europei per la coesione, secondo Svimez, può rappresentare uno strumento utile a “mettere in sicurezza” gli interventi del Pnrr che presentano criticità in ordine al raggiungimento, entro il 2026, dei target previsti, consentendo di realizzare questi interventi con un orizzonte temporale più ampio. Intanto, come copertura temporanea “non si può prescindere dalla necessità di prevedere il possibile utilizzo del Fondo di rotazione nazionale per gli interventi da rifinanziare con i fondi europei, aventi particolare valenza sociale (come gli interventi di riqualificazione delle periferie delle Città metropolitane) e con avanzato stato di attuazione” LEGGI TUTTO

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    PNRR, via libera UE a modifiche piano Italia

    (Teleborsa) – Il Consiglio Ue ha adottato oggi a Bruxelles la decisione di attuazione che approva il piano modificato per la ripresa e la resilienza dell’Italia. Il piano modificato italiano riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi all’efficienza energetica nell’ambito del cosiddetto “Superbonus”, l’aumento delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e dell’industria cinematografica e il trasporto sostenibile, tra le altre cose. L’Italia aveva chiesto formalmente di modificare il proprio PNRR l’11 luglio 2023, in quanto il piano era parzialmente non più realizzabile a causa di circostanze oggettive. La decisione del Consiglio Ue si basa sulla valutazione della Commissione europea secondo cui le modifiche proposte dall’Italia sono giustificate e non influiscono sulla pertinenza, efficacia, efficienza e coerenza del suo PNRR. Il costo totale stimato del Pnrr modificato rimane invariato, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.”Questa mattina insieme ai miei omologhi degli Affari europei riuniti a Bruxelles per il Consiglio Affari generali abbiamo adottato la Decisione che accoglie definitivamente le richieste di modifica, presentate dal governo italiano, di alcuni obiettivi relativi alla quarta richiesta di pagamento del PNRR – ha commentato con una nota il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto –. Si tratta di un risultato molto importante che premia il lavoro svolto in questi mesi e che accogliamo con grande soddisfazione”. “Questo risultato positivo – ha aggiunto il Ministro Fitto – è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra il governo e la Commissione europea, e consentirà all’Italia di presentare la relativa richiesta di pagamento e di avviare la procedura per l’esborso dei 16,5 miliardi di euro previsti per la quarta rata del PNRR”.Oggi in Parlamento è anche giornata di audizioni sull’attuazione del PNRR. Svimez ha sottolineato che su 15,9 miliardi di euro di interventi del PNRR definanziati in base alla revisione del Piano elaborata dal governo, circa il 46% riguarda progetti del Mezzogiorno e “non tutti erano segnalati come critici nell’attuazione”. In particolare, la Svimez stima che quelle che interessano interventi localizzati nelle regioni meridionali ammontano a 7,6 miliardi, ossia quasi il 48%: le risorse liberate dal definanziamento delle misure “Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture di comunità” e “Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie” vengono destinate al finanziamento degli incentivi alle imprese previsti nell’ambito della nuova “Zes unica nel Mezzogiorno”. Questo fa sì che la quota Sud degli interventi definanziati scenda a circa il 46%. La Svimez ha quindi sottolineato la necessita’ di “individuare subito fonti alternative di finanziamento per le misure stralciate dal Piano”.Francesco Del Pizzo, Direttore Strategie di Sviluppo Rete e Dispacciamento di Terna, in audizione ha fatto sapere che “a febbraio di quest’anno, Terna ha avviato interlocuzioni con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per nuovi interventi da inserire nella revisione del PNRR, nell’ambito del capitolo RepowerEu”. “Nel dettaglio – ha spiegato –, nella misura per le reti del trasporto elettrico, sono stati inclusi tre interventi per un contributo complessivo di 840 milioni di euro: 500 milioni di euro per la tratta est del Tyrrhenian Link, il cavo elettrico sottomarino che collegherà la Sicilia alla Sardegna e alla Campania (mentre la tratta ovest ha ricevuto pochi giorni fa l’autorizzazione del MASE), 200 milioni di euro per il collegamento in corrente continua tra la Sardegna, la Corsica e la Toscana (SA.CO.I. 3, che ha ricevuto tutte le intese regionali in attesa del decreto autorizzativo del MASE) e, in ultimo, 140 milioni di euro per la realizzazione di progetti sullo sviluppo delle tecnologie e delle competenze”. Il direttore di Enel Italia, Nicola Lanzetta, ha invece comunicato che ammontano a 3,8 miliardi di euro i progetti del gruppo Enel per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Di essi, circa 3,5 miliardi sono destinati a interventi per il potenziamento della rete, in particolare per le smart grids e per migliorare la resilienza a fronte di eventi atmosferici estremi. Gli altri investimenti riguardano lo stabilimento di Catania per la produzione di pannelli fotovoltaici (89 milioni), i progetti sull’idrogeno (142 milioni), la manutenzione straordinaria della diga di Pozzillo in Sicilia, il progetto per la rete di teleriscaldamento di Arcidosso in Toscana (in totale 34 milioni) e lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica elettrica (38 milioni). È necessario “velocizzare il permitting delle cabine primarie, garantire l’utilizzo dei contratti esistenti, prevedere una revisione dei prezzi individuando meccanismi che riflettano gli aumenti delle dinamiche inflattive, semplificare le attività di rendicontazione per renderle più veloci”, ha però aggiunto Lanzetta. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, inflazione agosto rivista al ribasso al 5,2%

    (Teleborsa) – Rivista leggermente al ribasso l’inflazione dell’Eurozona nel mese di agosto. Secondo l’Ufficio statistico europeo (EUROSTAT), i prezzi al consumo segnano un +5,2% su base tendenziale, al di sotto del +5,3% della stima preliminare e del mese precedente. Su base mensile i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,5%, poco sotto il +0,6% della stima preliminare e del consensus, e segue il -0,1% di luglio. L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili quali cibi freschi, energia, alcool e tabacco, evidenzia una crescita del 5,3% su base annua, in linea con le attese, ma in calo rispetto al 5,5% del mese precedente. La variazione mensile passa a +0,3%, in linea con il consensus, dopo il -0,1% precedente. Nell’intera Unione europea, l’inflazione cala al 5,9% su base annua (dal +6,1% di luglio), mentre su mese si registra un +0,5%. LEGGI TUTTO

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    Eurozona, surplus partite correnti scende più delle attese a 20,9 miliardi

    (Teleborsa) – Nel mese di luglio, la bilancia delle partite correnti dell’Area Euro ha chiuso con un surplus di 20,9 miliardi di euro, in calo rispetto all’attivo di 35,8 miliardi di euro di giugno. Il dato risulta inferiore ai 30,2 miliardi di surplus atteso.Su base non destagionalizzata, si registra un avanzo di 26,9 miliardi dai 36,8 miliardi dle mese precedente. È quanto ha rilevato dalla BCE.Ib dettaglio, la componente dei servizi ha evidenziato un saldo positivo di 1,1 miliardi, quella dei beni di 23 miliardi e la partita primaria dei redditi riporta un avanzo di 1 miliardo, mentre quella secondaria ha evidenziato un deficit di 14 miliardi. LEGGI TUTTO