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    Germania, prezzi ingrosso luglio in aumento su base mensile

    (Teleborsa) – Tornano ad aumentare i prezzi all’ingrosso in Germania, che registrano a luglio 2024 un incremento dello 0,3% su base mensile, dopo il -0,3% del mese precedente. Lo annuncia l’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Destatis). Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,2%.I prezzi all’ingrosso su base annuale sono ancora in calo dello 0,1% contro il -0,6% registrato a giugno. LEGGI TUTTO

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    Mattarella promulga ddl Nordio: tutte le novità

    (Teleborsa) – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il ddl Nordio. Sono otto gli articoli del disegno di legge, che propone una significativa riforma del codice penale, del codice di procedura penale e dell’ordinamento giudiziario. Si va dall’abrogazione dell’abuso d’ufficio alle modifiche al traffico di influenze; dall’informazione di garanzia alle intercettazioni fino alla limitazione della possibilità per il Pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado.ABROGAZIONE DELL’ABUSO D’UFFICIO – Viene abolita la norma del codice penale (art.323) che punisce il pubblico ufficiale che violando consapevolmente leggi, regolamenti o l’obbligo di astensione, cagiona un danno ad altri o si procura un vantaggio patrimoniale. Nel 2020 questo articolo era stato modificato specificando che il reato non si poteva configurare in presenza di margini di discrezionalità amministrativa nell’adozione di un provvedimento. Ora questa disposizione viene cancellata del tutto. Nel frattempo, però, il governo, con il decreto carceri, ha reintrodotto una parziale copertura penale per gli abusi patrimoniali dei pubblici ufficiali. E si prevede la pena da 6 mesi a 3 anni per chi, sempre che non residuino margini di discrezionalità amministrativa nel provvedimento, danneggia terzi o si avvantaggia destinando somme di cui è in possesso a finalità diverse da quelle previste dalla legge. Si tratta di quello che prima del 1990 era detto ‘peculato per distrazione’. MODIFICHE AL TRAFFICO DI INFLUENZE – Si restringe l’ambito di applicazione di questo reato. La mediazione viene ritenuta illecita se finalizzata a far compiere un reato ad un pubblico ufficiale. Si elimina l’ipotesi della “millanteria” e restano le condotte più gravi. Sul piano sanzionatorio, aumenta il minimo edittale della pena: da 1 anno e 6 mesi a 4 anni e 6 mesi. INTERCETTAZIONI E TUTELA DEL TERZO ESTRANEO – Non dovranno essere riportate le conversazioni e i dati relativi a soggetti non coinvolti dalle indagini, se non considerati rilevanti per il procedimento. E nella richiesta di misura cautelare del Pm e nell’ordinanza del giudice non dovranno essere indicati i dati personali dei soggetti diversi dalle parti, salvo che ciò sia considerato indispensabile per l’esposizione degli elementi rilevanti. Il giudice dovrà quindi stralciare le intercettazioni che contengono dati relativi a soggetti diversi dalle parti, laddove non essenziali. INFORMAZIONE DI GARANZIA – Nell’avviso dovrà essere contenuta una descrizione solo sommaria del fatto su cui si indaga. La consegna dell’atto dovrà avvenire in modo di garantire la riservatezza del destinatario. CONTRADDITTORIO E MISURE CAUTELARI – Il giudice dovrà procedere all’interrogatorio dell’indagato prima di disporre la misura cautelare, previo deposito degli atti, con facoltà della difesa di averne copia. L’indagato potrà così avere la possibilità di una difesa preventiva, prima di eventuali misure come la custodia cautelare in carcere. COLLEGIALITÀ E MISURE CAUTELARI – Introduzione di un organo collegiale, formato da 3 giudici, per l’adozione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere che attualmente è invece sempre disposta dal giudice monocratico (per consentire le necessarie assunzioni, l’entrata in vigore è differita di due anni). La collegialità è prevista solo in fase di indagini ed è estesa anche alle pronunce di aggravamento della misura cautelare e all’applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive ma non quando la misura è adottata durante le procedure di convalida di arresto o fermo. LIMITI ALL’APPELLO – Limitazione alla possibilità per il Pm di proporre appello contro le sentenze di assoluzione di primo grado. Il provvedimento non riguarda i reati più gravi. ETÀ DEI GIUDICI POPOLARI IN CORTE D’ASSISE – Il requisito massimo è fissato a 65 anni e deve sussistere soltanto al momento della nomina. LEGGI TUTTO

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    Sciopero degli ombrelloni: la protesta divide i balneari

    (Teleborsa) – È stata a macchia di leopardo l’adesione allo sciopero dei balneari organizzato da Sib-Confcommercio e Fiba-Confesercenti per protestare sulle concessioni. I due sindacati festeggiano la “partecipazione massiccia, tra il 70 e l’80%”, ma c’è chi, come il Codacons, parla di “flop” o, come l’Unione nazionale consumatori, di “sceneggiata a tarallucci e vino”.”Abbiamo registrato una massiccia partecipazione in tutta Italia allo sciopero degli ombrelloni, oltre ogni aspettativa – affermato Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti –. Se da una parte i nostri clienti non hanno subito nessun disagio, dall’altra hanno compreso i motivi della protesta manifestando il proprio supporto e la solidarietà, in quanto apprezzano la professionalità e la passione che mettiamo nel nostro lavoro, frutto di anni di esperienza. Hanno dimostrato di aver ben capito, infatti, che la situazione è drammatica e gli imprenditori balneari non hanno certezze per il proprio futuro. Anche i turisti stranieri sono rimasti colpiti da questa iniziativa e i motivi dello sciopero che intende difendere la tradizione di 30mila imprese balneari italiane e il lavoro di 100mila addetti diretti che superano il milione con l’indotto’. Molti clienti – hanno riferito – lo hanno definito lo ‘sciopero gentile’, in diversi litorali, poi, sono stati offerti caffè e cornetto per compensare del piccolo disagio. Tutto si è svolto in completa sicurezza e senza problemi di nessun genere. Nel corso della mobilitazione nazionale, poi, tutti gli altri molteplici servizi offerti dagli stabilimenti balneari, ‘fiore all’occhiello’ dell’offerta turistica italiana, sono stati garantiti. A fronte delle indiscrezioni che danno per gli inizi di settembre un provvedimento da parte del Governo abbiamo deciso di annullare le altre due date previste: 19 e 29 agosto. Siamo assolutamente decisi – hanno precisato i presidenti di Sib e Fiba – a difendere le nostre aziende e il nostro lavoro, a tutti i costi. I tempi di attendere sono finiti, così come la nostra pazienza. Abbiamo la forza e la perseveranza, oltre all’appoggio di tutta la categoria, per andare avanti fino ad avere regole certe che ci possano consentire di continuare a rappresentare un comparto d’eccellenza della nostra offerta turistica, invidiata e, soprattutto, copiata dagli altri Paesi. Diversamente il 2025 sarà ricordato come l’anno che ha decretato la fine del turismo nel Belpaese”. Secondo la linea del governo, le attuali concessioni sono da considerarsi valide fino al 31 dicembre 2024, con la facoltà dei Comuni di rinviare di un anno in presenza di contenziosi o altre ragioni oggettive che impediscano di procedere con i bandi. Il riordino potrebbe arrivare nell’ambito del decreto salva-infrazioni. L’ipotesi messa a punto da una parte della maggioranza sarebbe una proroga delle concessioni al 2030 nelle Regioni in cui la percentuale di spiagge occupate è inferiore al 25%; laddove invece la quantità di spiagge libere è esigua, si andrebbe avanti con le gare garantendo prelazioni e indennizzi agli attuali gestori. Bruxelles ha fatto già sapere che “il parere motivato” spedito a Roma a novembre “è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue”. Intanto gli enti locali si stanno muovendo. Oggi al Comune di Genova incassa il doppio disco verde dal Tar alla procedura di evidenza pubblica per assegnare le concessioni. LEGGI TUTTO

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    Piano Casa, Urso: “Lo presenteremo in autunno”

    (Teleborsa) – “Il Governo presenterà in autunno un Piano casa destinato a favorire la mobilità dei lavoratori anche attraverso una sorta di bonus”. Lo ha detto il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, a Tgcom24. “Un Piano casa che è nostra intenzione presentare in autunno – ha detto Urso – in concomitanza con la Manovra economica, anche perchè ha bisogno di risorse e quindi di stanziamenti dalla Manovra economica, che abbia due livelli: il primo strutturale per mettere a disposizione delle imprese, anche con il concorso del Demanio, luoghi dove sia possibile realizzare alloggi per i propri dipendenti e nel contempo un piano di breve termine, di transizione verso quando saremo nelle condizioni di fare un piano strutturale, per consentire l’assunzione con una sorta di bonus casa che stiamo definendo delle professionalità che servono nelle aree del paese dove mancano le risposte del mercato del lavoro, così che nelle 23 province che abbiamo censito dove c’è una richiesta forte di lavoro qualificato ma una risposta soddisfacente per quei lavoratori che devono spostarsi da altre province si possano trovare alloggi dove gli alloggi costano purtroppo molto cari”, conclude Urso. LEGGI TUTTO

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    Inflazione in Italia: il caro-vita estivo colpisce le vacanze

    (Teleborsa) – A luglio 2024, l’inflazione in Italia ha visto un incremento marcato, con il tasso che è salito al +1,3% rispetto allo 0,8% di giugno. Il Codacons segnala un incremento della spesa annuale per le famiglie italiane di circa 426 euro, e fino a 534 euro per quelle con due figli, attribuendo questo rialzo principalmente ai costi nel settore turistico, che ha visto un aumento significativo dei prezzi. Le vacanze estive diventano sempre più onerose con i pacchetti vacanza che hanno visto rincari quasi del 30%, mentre pernottare in villaggi o campeggi costa l’8,2% in più rispetto all’anno precedente.Carlo Rienzi, presidente del Codacons, sottolinea come “questa estate tutto costerà di più, dai trasporti agli alloggi alla ristorazione”, confermando le preoccupazioni preannunciate dall’associazione.Dall’altro lato, Assoutenti critica la deregolamentazione del mercato dell’energia, indicando che il passaggio al mercato libero ha portato a un aumento delle tariffe di luce e gas, influenzando notevolmente l’inflazione. Gabriele Melluso, presidente dell’Assoutenti, commenta: “La concorrenza promessa con la fine del regime di maggior tutela non si è materializzata, portando a una pressione ulteriore sulle tasche dei cittadini”.L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha anche evidenziato le città più care d’Italia, con Siena in testa, seguita da Bolzano e Rimini, dove i costi di vita hanno visto un’impennata rispetto ad altre città italiane. Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, definisce la situazione come un'”estate infuocata sul fronte dei prezzi,” con rialzi significativi nei servizi turistici e ricettivi che spingono l’indice generale dell’inflazione verso l’alto.(Foto: Photo by Mathieu Stern on Unsplash) LEGGI TUTTO

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    Concessioni, Vinci (Vinci&Partners): “Attenzione alla decadenza delle concessioni demaniali”

    (Teleborsa) – “In un periodo storico come il nostro in cui si dibatte sulla durata delle concessioni demaniali, è importante attenersi all’aspetto del cosiddetto patologico del rapporto concessorio instaurato tra privato e P.A.”. È quanto afferma l’avvocato Claudio Vinci di Vinci&Partners.”La disposizione normativa di riferimento al riguardo – spiega Vinci – è senza dubbio l’art 47 del codice della navigazione. L’amministrazione può dichiarare la decadenza del concessionario: per mancata esecuzione delle opere prescritte nell’atto di concessione, o per mancato inizio della gestione, nei termini assegnati; per non uso continuato durante il periodo fissato a questo effetto nell’atto di concessione, o per cattivo uso; per mutamento sostanziale non autorizzato dello scopo per il quale è stata fatta la concessione; per omesso pagamento del canone per il numero di rate fissato a questo effetto dall’atto di concessione; per abusiva sostituzione di altri nel godimento della concessione; per inadempienza degli obblighi derivanti dalla concessione, o imposti da norme di leggi o di regolamenti”.”Si tratta di ipotesi, quelle contemplate dalla norma, che costituiscono gravi inadempimenti alle obbligazioni assunte dal concessionario con il rilascio del titolo concessorio e che legittimano (rectius obbligano) l’ente pubblico ad adottare il provvedimento di decadenza. Appare utile al riguardo – sottolinea Vinci – un commento all’articolo in questione. Le prime due ipotesi (lett. a e b) attengono all’inerzia del concessionario ai suoi obblighi di facere, assunti con il rilascio del titolo concessorio. Si tratta dei casi in cui il concessionario non ha eseguito le opere prescritte nell’atto di concessione, non ha iniziato la gestione nei termini assegnati, non ha fatto uso continuativo delle aree concesse o ne ha fatto cattivo uso. La terza ipotesi (lett. c) attiene all’abuso delle aree date in concessione che comportano un mutamento sostanziale e non autorizzato della finalità per cui il titolo concessorio è stato rilasciato. La quarta ipotesi (lett.d) attiene all’inadempimento del concessionario al pagamento del canone concessorio. La quinta ipotesi contemplata dalla norma (lett.e) e che legittima l’Amministrazione a pronunciare la decadenza del titolo concessorio attiene all’abusiva sostituzione di altri nel godimento della concessione, essendo l’atto concessorio rilasciato ad un soggetto individuato con specifiche caratteristiche (c.d. intuitupersonae). Infine l’ultima ipotesi (lett.f) contempla tutti quei casi in cui il concessionario si rende inadempiente agli obblighi assunti con l’atto concessorio, o imposti da norme di legge o di regolamento. Si pensi ad esempio al concessionario che abbia realizzato uno scarico abusivo nelle aree date in concessione o abbia realizzato un manufatto edilizio abusivo. Si tratta di una norma di chiusura che contempla tutte le fattispecie di grave inadempimento non rientranti nelle precedenti lettere.La disposizione in commento attribuisce all’Amministrazione un doppio ambito valutativo, concernente innanzitutto i presupposti della decadenza e quindi la scelta finale. Viene al riguardo sottolineato che anche quest’ultima manterrebbe un carattere discrezionale, pur in presenza di un compiuto accertamento dei primi e che dunque la determinazione conclusiva di decadenza sarebbe scevra da automatismi valutativi. È quindi richiesta un’adeguata ponderazione tra l’interesse pubblico primario al corretto uso del bene demaniale e il contrapposto interesse del privato concessionario, supportata da motivazione esaustiva, in cui siano debitamente esposte le ragioni a fondamento della rottura della fiducia che deve permeare il rapporto concessorio (si richiama al riguardo la più recente giurisprudenza amministrativa, ed in particolare la sentenza del Consiglio di Stato del 2 maggio 2023, n. 4413). La giurisprudenza consolidata, d’altra parte, ( ex multis Consiglio di Stato sez. VII, 05/04/2024, n.3146) sul punto non manca di evidenziare che l’autorità demaniale è titolata ad esercitare il potere in presenza delle fattispecie previste dalle lettere da a) a f) della medesima disposizione normativa. Ai fini della legittimità del provvedimento è dunque sufficiente che sia accertata una delle fattispecie in questione, senza necessità di fornire un’ulteriore motivazione a sostegno della determinazione conclusiva. La correlazione tra il presupposto accertato e la determinazione finale rende infatti auto-evidente il venir meno della fiducia dell’amministrazione nei confronti del proprio concessionario, per l’astratta idoneità delle ipotesi elencate nelle menzionate lettere da a) a f) ad incidere sul vincolo fiduciario che dovrebbe presiedere allo svolgimento del rapporto concessorio per la sua intera durata. Il giudizio fiduciario è in altri termini legittimamente espresso nell’accertamento dei presupposti tipici della decadenza e nella loro rilevanza ai fini della cessazione del rapporto. Rispetto alla riconduzione del fatto concreto all’ipotesi astratta non è pertanto necessaria un’ulteriore valutazione”.”In conclusione si può affermare – prosegue l’avvocato – che in presenza delle ipotesi contemplate dalla norma l’Amministrazione ha un vero e proprio potere-dovere di pronunciare la decadenza e, secondo la giurisprudenza, la motivazione a sostegno della pronuncia di decadenza è sufficientemente espressa al ricorrere di uno dei presupposti ( lettere da a a f ) che fanno venire meno il legame fiduciario alla base del titolo concessorio”.”Infine – conclude Vinci – è appena il caso di precisare che il rapporto concessorio termina pure, nella sua ipotesi fisiologica, per scadenza della durata del titolo concessorio. In tale ipotesi il privato è tenuto a restituire le aree alla P.A. concedente, che per riassegnare le aree deve indire una procedura ad evidenza pubblica. Allo stesso modo, la P.A. è tenuta ad indire la gara, nel caso in cui venga pronunciata la decadenza per le ipotesi sopra esaminate”. LEGGI TUTTO

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    Sciopero balneari: reazioni contrastanti tra Codacons e Fiba Confesercenti

    (Teleborsa) – Gli scioperi organizzati dai gestori di stabilimenti balneari in Italia hanno ottenuto risultati contrastanti secondo due fonti sindacali. Secondo il Codacons, lo sciopero di oggi ha rappresentato un “flop”, con un numero di adesioni inferiore alle aspettative e le organizzazioni sindacali appaiono divise. “Il numero dei lidi che hanno chiuso nelle due ore di sciopero è inferiore alle aspettative, e la protesta non ha raggiunto i risultati sperati,” ha dichiarato il Codacons, sottolineando che proclamare scioperi durante la stagione estiva è una scelta che non ha ricevuto il sostegno né dei consumatori né dei gestori.Parallelamente, Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba Confesercenti, ha evidenziato una forte adesione allo sciopero, con una partecipazione quasi totale in aree chiave come la Romagna e la Toscana, e oltre l’80% degli operatori balneari che hanno tenuto chiuso il servizio ombreggio. Questa mobilitazione è vista come un segnale di forza nella lotta per ottenere una legge chiara e definitiva che garantisca certezze al settore balneare.Nonostante le opinioni divergenti, entrambi i gruppi evidenziano l’importanza di una normativa chiara per il futuro dei lidi. Il Codacons ha anche ricordato come i costi per fruire dei servizi balneari siano aumentati negli ultimi anni, con tariffe che variano notevolmente da una località all’altra.Mentre il Codacons critica la scelta del timing dello sciopero, Fiba Confesercenti e Sib Confcommercio sottolineano il sostegno ricevuto dai clienti e la necessità di continuare a richiedere attenzioni sulle proprie richieste. Entrambe le parti attendono con interesse le decisioni del prossimo Consiglio dei Ministri riguardo le concessioni demaniali, sperando che possano portare a soluzioni durature e soddisfacenti per tutti gli stakeholder coinvolti. LEGGI TUTTO

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    Inflazione, Unc: Siena città più cara d’Italia. Biella la più virtuosa

    (Teleborsa) – In testa alla top ten delle città più care d’Italia, vince ancora una volta Siena, che, con l’inflazione più alta, +2,6%, registra anche la maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 663 euro a famiglia. Medaglia d’argento per Bolzano, dove il 4° più alto rialzo dei prezzi, +2%, determina un incremento di spesa annuo pari a 579 euro per una famiglia media. Medaglia di bronzo per Rimini che con la terza maggiore inflazione del Paese (ex aequo con Benevento), +2,1%, ha una spesa supplementare pari mediamente a 571 euro annui.Questo il podio della classifica stilata dall’Unione Nazionale Consumatori (UNC) sulla base dei dati territoriali dell’inflazione di luglio resi noti oggi dall’Istat.Appena fuori dal podio Parma (+1,9%, pari a 516 euro), poi Padova (+1,9%, +488 euro), Trento (+1,6%, +471 euro), al settimo posto Pisa (+1,8%, +459 euro), poi Benevento (+2,1%, +449 euro) e Macerata (+2,2%, +443 euro). Chiude la top ten Pordenone (+1,8%, +440 euro).Nella graduatoria delle città più virtuose d’Italia, nessuna città è in deflazione. Al primo posto ancora una volta Biella, che però segna una variazione dei prezzi nulla su luglio 2023, mentre a giugno era -0,4%. Medaglia d’argento per Campobasso (+0,3%, +62 euro), seguita da Caserta (+0,4%, +86 euro). Bene anche Ancona e Pavia, rispettivamente quarta e quinta.In testa alla classifica delle regioni più “costose”, con un’inflazione annua a +1,8%, la più alta d’Italia tra le regioni, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 512 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia, dove la crescita dei prezzi dell’1,7% implica un’impennata del costo della vita pari a 402 euro, terzo il Veneto (+1,6% e +399 euro).Le regioni migliori, anche se non più in deflazione, il Molise (+0,3%, pari a +62 euro), la Valle d’Aosta (+0,5%, +130 euro), in terza posizione la Basilicata, +0,7%, +147 euro. LEGGI TUTTO