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    Carburanti, assestamenti al ribasso per i prezzi alla pompa di benzina e diesel

    (Teleborsa) – Ancora piccoli assestamenti al ribasso per i prezzi alla pompa di benzina e diesel. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 28 agosto, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,806 euro/litro (1,808 la rilevazione precedente), con le compagnie tra 1,789 e 1,825 euro/litro (no logo 1,799). Il prezzo medio praticato del diesel è 1,681 euro/litro (rispetto a 1,683), con i diversi marchi tra 1,664 e 1,699 euro/litro (no logo 1,675). Il leggero calo è determinato dalle quotazioni internazionali dei raffinati in discesa.Sul servito per la benzina il prezzo medio praticato è 1,953 euro/litro (1,954 la rilevazione precedente), con gli impianti colorati con prezzi tra 1,881 e 2,032 euro/litro (no logo 1,859). La media del diesel servito è 1,828 euro/litro (contro 1,830), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi compresi tra 1,759 e 1,906 euro/litro (no logo 1,735). I prezzi medi praticati del Gpl sono tra 0,722 e 0,745 euro/litro (no logo 0,707). Infine, i prezzi medi del metano auto vanno da 1,328 a 1,402 euro/kg (no logo 1,338).(Foto: bizoon | 123RF) LEGGI TUTTO

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    A settembre il Piano fiscale di medio termine: Brunetta: “Più crescita e coesione sociale”

    (Teleborsa) – “Ci siamo. Entro la prima metà di settembre il ministero dell’Economia e delle Finanze presenterà il Piano fiscale strutturale di medio termine, il nuovo strumento di programmazione che sostituisce e incorpora il Documento di economia e la sua tradizionale nota di aggiornamento di settembre. Un sentiero stretto, alla luce delle esigenze di redistribuzione sociale a favore delle famiglie più colpite dalla recente fiammata inflazionistica, ma non drammatico. Il Piano va integrato con un’agenda di riforme e investimenti che per i primi due anni di implementazione coincide con il Pnrr”. Così il presidente del Cnel, Renato Brunetta, in un articolo pubblicato oggi su Il Sole 24 ore. “Per il problema del ‘dopo 2026’, il Piano dovrebbe quindi realizzare una staffetta ideale tra Pnrr e programmazione degli investimenti a medio temine. Vi è la necessità di continuare a mantenere un sentiero di investimenti pubblici e di riforme al fine di aumentare produttività e crescita potenziale, garantendo le condizioni per la sostenibilità del debito oltre che il contributo italiano alla costruzione dei beni pubblici europei su cui si sta impegnando l’Ue”, ha aggiunto.Secondo Brunetta “è evidente come un’agenda di tale portata vada ad interessare tutto il sistema economico e sociale nazionale nelle sue diverse articolazioni pubbliche, private e territoriali. In qualità di Presidente del CNEL, negli scorsi mesi ho più volte sottolineato come questa particolare congiuntura storica, a livello internazionale, riporti al centro del dibattito politico l’importanza di un patto sociale in cui ricomporre la inevitabile disarticolazione dei rapporti che segue le grandi transizioni in atto. Al Paese servono più crescita e più coesione sociale, obiettivi questi che si raggiungono solo in una ottica di medio-lungo periodo attraverso una strategia continua di riforme, riforme possibili solo all’interno di un patto sociale intergenerazionale. Ecco questa è la sfida che abbiamo di fronte, è bene esserne tutti consapevoli. Sono finiti i tempi degli egoismi e dei relativi consensi congiunturali che non sono mai serviti a nulla”. LEGGI TUTTO

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    Da difesa a commercio: asse Berlino-Londra

    (Teleborsa) – Rafforzare la cooperazione tra Germania e Regno Unito in ambiti come la difesa, la sicurezza e il commercio: è la finalità del nuovo trattato bilaterale concordato dal cancelliere tedesco Olaf Scholz e dal premier britannico Keir Starmer.L’avvio dei negoziati per “un nuovo trattato” bilaterale inedito post Brexit fra Regno Unito e Germania rappresenta “una chance generazionale” da non mancare, a beneficio anche e soprattutto della “working class” di entrambi i Paesi. Lo ha detto il premier britannico Keir Starmer, citato dai media d’oltre Manica durante la conferenza stampa con Olaf Scholz, che ha suggellato la sua visita di ieri a Berlino.Starmer ha evocato vantaggi reciproci in particolare in settori quali “la scienza, la tecnologia, il commercio e il business”, oltre alla cooperazione militare, senza tralasciare il comune impegno per “rispondere alla sfida dell’immigrazione illegale”; sottolineando come il Regno non possa realizzare la promessa stretta “contro le gang di trafficanti” di esseri umani se non con l’aiuto dei partner europei. Il trattato, che il premier laburista presenta a mo’ di una sorta di modello da applicare anche alle relazioni con altri Stati dell’Ue nel segno di “un reset” e di un riavvicinamento, pur senza mettere in discussione il divorzio da Bruxelles, potrebbe essere firmato nelle aspettative di sir Keir “entro la fine” del 2024. Analoghi negoziati sono in agenda con alcuni dei maggiori Paesi del continente, Italia inclusa, con cui un primo memorandum d’intesa bilaterale era stato già sottoscritto nei mesi scorsi dal precedente governo conservatore di Rishi Sunak con quello di Giorgia Meloni. LEGGI TUTTO

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    Giappone, fiducia consumatori agosto sotto attese

    (Teleborsa) – E’ stabile il sentiment dei consumatori giapponesi. Secondo quanto comunicato dall’Istituto di ricerca economica e sociale del Cabinet Office giapponese, l’indice di fiducia si è attestato ad agosto a 36,7 punti, come a luglio, e contro un live aumento a 36,9 punti stimato dal consensus. L’indice resta ancora al di sotto della soglia di 50 punti, evidenziando la persistenza di un clima negativo fra le famiglie del Sol Levante. LEGGI TUTTO

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    Cgil: “Il Governo punta a fare cassa sulle pensioni, disattese le promesse elettorali”

    (Teleborsa) – “È evidente che, nonostante i continui slogan e le promesse fatte in campagna elettorale, il governo ha un solo obiettivo: fare cassa ancora una volta sulle pensioni”. Lo dichiara in una nota la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione, commentando le ipotesi riguardanti le pensioni emerse nelle ultime settimane. “Le due leggi di bilancio approvate fino ad oggi – prosegue la Dirigente sindacale – lo dimostrano chiaramente: dai tagli alla perequazione delle pensioni, con cui il governo ha fatto cassa fino al 2032 per ben 61,3 miliardi di euro lordi, fino alla revisione delle aliquote di rendimento per i dipendenti pubblici, che riguarderà più di 700 mila lavoratori e consentirà al governo di tagliare altri 61,3 miliardi fino al 2043”. Inoltre, la Segretaria confederale denuncia l’azzeramento di ogni forma di flessibilità in uscita: “Opzione Donna è stata di fatto annullata, mentre i requisiti di età per l’Ape Sociale sono stati aumentati, rendendo sempre più difficile per le lavoratrici e i lavoratori poter accedere alla pensione. Quota 103 è stato un fallimento totale, come aveva sostenuto da tempo la Cgil. “L’intenzione dell’Esecutivo sembra essere quella di mantenere i lavoratori, soprattutto nel pubblico impiego, al lavoro il più a lungo possibile, senza prevedere alcun turn over. I servizi pubblici di qualità vanno garantiti attraverso mirati investimenti sugli organici e sulle professionalità e non costringendo le lavoratrici e i lavoratori a permanere in servizio”. Per Ghiglione poi “allungare ulteriormente le finestre per la pensione anticipata di quattro mesi significherebbe posticipare l’età pensionabile a 43 anni e 5 mesi per gli uomini e 42 anni e 5 mesi per le donne. Altro che quota 41”. “Inoltre – aggiunge – non prorogare Ape Sociale e Opzione Donna, già fortemente ridimensionate per il 2024, sarebbe una follia. E l’idea di introdurre un ricalcolo contributivo con 41 anni di contributi è inaccettabile, poichè potrebbe portare a tagli superiori al 20%, in particolare per i lavoratori precoci”. La Segretaria confederale della Cgil prosegue: “Ancora una volta si ipotizza di tagliare la rivalutazione degli assegni pensionistici in un momento in cui l’inflazione sta mettendo a dura prova il potere d’acquisto di tutti, ma soprattutto di chi è già in pensione e vive con risorse limitate. è una vergogna, soprattutto considerate le promesse fatte in campagna elettorale”. “Un ulteriore tema critico – aggiunge Ghiglione – è rappresentato dalla proposta di destinare obbligatoriamente il 25% del Tfr ai fondi pensione. Questo non risolverà il problema delle pensioni basse e non risponde alle necessità dei giovani, che invece hanno bisogno di lavoro e di una pensione di garanzia. Per molti lavoratori, il Tfr rappresenta un ammortizzatore sociale fondamentale, vista la precarietà e i bassi salari”. “Chiediamo al Governo di aprire un confronto serio sulle pensioni. È inaccettabile che da un anno non ci sia un dialogo con le parti sociali su un tema così delicato. Tutte queste notizie ufficiose che circolano sono, per la Cgil, irricevibili. È tempo che il Governo smetta di fare cassa sulle spalle di chi ha lavorato una vita e inizi a pensare al futuro dei giovani e delle donne, altrimenti – conclude Ghiglione – rischiamo di assistere inermi a una fuga all’estero di talenti, con conseguenze devastanti per il nostro Paese”. LEGGI TUTTO

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    Unem: crescono le vendite di prodotti petroliferi a luglio (+5,9%)

    (Teleborsa) – Nel mese di luglio, le vendite di prodotti petroliferi in Italia hanno registrato un significativo incremento del 5,9% rispetto allo stesso mese del 2023, con un aumento complessivo dei consumi del 7,4%. Secondo quanto riportato da Unem, questo risultato è stato supportato da una crescita generalizzata dei principali prodotti destinati alla mobilità, inclusi quelli per il trasporto aereo, stradale e navale.In particolare, il jet fuel ha raggiunto il suo record mensile storico con 526.000 tonnellate, mentre la benzina ha segnato un aumento dell’8,5%, un livello che non si vedeva dal 2011. Anche gli altri carburanti per la mobilità stradale e quelli destinati alla navigazione marittima hanno mostrato un trend positivo, influenzati anche dalle difficoltà di transito nel Mar Rosso che hanno allungato le rotte navali.I prezzi dei carburanti, dopo aver iniziato a scendere nel corso di luglio, continuano a calare, con la benzina a 1,851 euro/litro e il gasolio a 1,717 euro/litro alla fine del mese. Questo calo è proseguito anche in agosto, favorito da una minore tensione sulle quotazioni internazionali.Nei primi sette mesi del 2024, i consumi petroliferi sono aumentati dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2023, con una crescita delle vendite destinate al mercato del 2,8%. In particolare, la benzina ha mostrato un incremento del 5,2%, mentre il jet fuel ha registrato un aumento del 15,9%, superando addirittura i livelli pre-pandemici del 2019. LEGGI TUTTO

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    PA, controlli su imprese: al lavoro su schema censimento

    (Teleborsa) – Si è svolta a Palazzo Vidoni, sede del dipartimento della funzione pubblica, una riunione tecnica di coordinamento tra le amministrazioni coinvolte per rendere operativo il nuovo sistema di controlli alle imprese introdotto dal decreto legislativo 12 luglio 2024 n.103. Un intervento finalizzato a cambiare radicalmente paradigma, garantendo un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione tra enti controllanti e imprese, per liberare queste ultime da obblighi eccessivi o sproporzionati, ridondanze e duplicazioni. Lo riferisce un comunicato.Nel corso dell’incontro è stata condivisa e discussa una prima versione dello schema standardizzato per il censimento dei controlli sulle attività economiche. Lo schema è stato sviluppato dagli uffici del ministro Paolo Zangrillo. Le amministrazioni, intervenute in un clima di reciproca collaborazione, hanno manifestato consenso unanime all’adozione di un modello standardizzato che faciliti la ricognizione dei controlli previsti a legislazione vigente, anche tenendo conto dei diversi ambiti di competenza delle amministrazioni e dei diversi livelli di governo nel settore dei controlli.Successivamente all’elaborazione dello schema standardizzato, le amministrazioni procederanno alla mappatura di tutti i controlli di loro competenza. Questo garantirà una conoscenza piena, diretta e puntuale degli obblighi e degli adempimenti che incombono sulle attività economiche, permettendo di individuare eventuali sovrapposizioni. LEGGI TUTTO

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    Manovra, Unimpresa: ok revisione tax expenditure ma attenzione a deboli

    (Teleborsa) – La revisione delle tax expenditure, a cui il governo vorrebbe porre mano, è un’operazione necessaria per evitare sprechi e inefficienze, ma attenzione a non penalizzare le famiglie deboli, che potrebbero essere costrette a ridurre i loro consumi. Così Unimpresa, in vista della predisposizione della manovra di bilancio. “La proposta del governo di razionalizzare le 625 agevolazioni fiscali attualmente in vigore rappresenta un passo necessario per rendere più efficiente e sostenibile il sistema fiscale italiano.Con un costo complessivo di 105 miliardi di euro per lo Stato, è comprensibile che vi sia la necessità di una revisione che miri a eliminare inefficienze e sprechi. Tuttavia – si legge in un paper del Centro studi di Unimpresa – è cruciale che tale riforma non si traduca in un peggioramento delle condizioni economiche delle fasce più deboli della popolazione, né in un’ulteriore compressione del reddito disponibile delle famiglie italiane. Un aspetto fondamentale da considerare è l’impatto che la revisione delle agevolazioni fiscali potrebbe avere sul consumo interno delle famiglie italiane. Le quali, già alle prese con un reddito stagnante e con un aumento del costo della vita, potrebbero trovarsi a dover ridurre ulteriormente le loro spese, con un conseguente effetto depressivo sull’economia. Pertanto, il governo dovrebbe valutare con attenzione l’effetto che ogni intervento avrà sulla capacità di spesa delle famiglie, cercando di evitare misure che possano comprimere ulteriormente la domanda interna”. Unimpresa aggiunge che “il sistema delle agevolazioni fiscali è stato costruito nel tempo per rispondere a una serie di esigenze sociali ed economiche. Molte di queste agevolazioni, infatti, rappresentano un fondamentale sostegno per i cittadini a basso reddito, per le famiglie numerose, per gli anziani e per le persone con disabilità”Secondo il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, “intervenire su queste misure senza una valutazione approfondita dei loro effetti potrebbe portare a conseguenze sociali molto gravi, aumentando le disuguaglianze e mettendo in difficoltà chi già oggi fatica ad arrivare a fine mese. È fondamentale che la riforma sia guidata dal principio di equità. Razionalizzare non deve significare tagliare indiscriminatamente, ma piuttosto riorganizzare e ottimizzare l’allocazione delle risorse. Si deve agire con estrema cautela, garantendo che le agevolazioni destinate a sostenere le fasce più deboli siano preservate e, se possibile, potenziate. In un contesto in cui l’inflazione erode il potere d’acquisto e i costi della vita aumentano, la priorità deve essere quella di proteggere il reddito disponibile delle famiglie, specialmente di quelle che vivono in condizioni di fragilità economica”. Ferrara auspica inoltre che la riforma sia accompagnata da “un dialogo aperto e costruttivo con tutte le parti sociali” e che il governo consideri l’opportunità di “utilizzare i risparmi derivanti dalla razionalizzazione delle agevolazioni fiscali per finanziare misure di sostegno diretto alle famiglie e per ridurre il carico fiscale su lavoro e imprese. Questo approccio permetterebbe di conciliare l’obiettivo di riduzione del deficit con la necessità di sostenere la crescita economica e di ridurre le disuguaglianze”. LEGGI TUTTO