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    Allestimenti temporanei: l’impatto ambientale delle aziende del settore

    (Teleborsa) – “Qual è l’impatto ambientale della tua azienda? Analisi e strategie. Il caso Prostand”. Questo il tema al centro del convegno svoltosi al Tecnopolo del Campus universitario di Rimini, patrocinato dall’Osservatorio Allestimenti di Prostand, società del player fieristico Italian Exhibition Group , il primo dedicato all’architettura temporanea per l’economia sostenibile declinata sugli spazi business, e da Confindustria Romagna. Al convegno è stata introdotta la tematica del Life Cycle Assessment, metodologia internazionale che permette di valutare e quantificare i potenziali impatti ambientali associati ad un prodotto, un sistema, un servizio o un’attività, prendendo in considerazione il suo intero ciclo di vita o parte di esso. È stato anche presentato lo studio avviatosi nel 2022 e condotto proprio su Prostand, da oltre 25 anni nel settore degli allestimenti temporanei, curato dall’Università di Bologna. Ad esporlo Fabrizio Passarini, docente al Dipartimento di Chimica Industriale “Toso Montanari”, referente del CIRI FRAME al Tecnopolo di Rimini e direttore di “SAFTE – Scuola di Alta Formazione per la Transizione Ecologica” dell’Università di Bologna, che ha seguito lo studio col suo team di ricerca.”Il lavoro – spiega Passarini – è partito dall’analisi di tutti i materiali utilizzati fino alla loro dismissione dopo il tempo di vita utile. I risultati hanno evidenziato che le scelte effettuate ad oggi da Prostand quali, ad esempio, l’utilizzo del legno proveniente da foreste certificate rigenerato e riutilizzato, dell’alluminio 100% riciclabile e riciclato e della moquette anch’essa proveniente da fornitori in grado di riciclarla invece di materiali prodotti interamente da materia prima vergine, hanno prodotto un risparmio in termini dell’impronta di carbonio (CO2eq/m2) del 12% nel caso degli stand preallestiti e del 15% nel caso degli stand personalizzati”.La ricerca ha anche evidenziato che il riutilizzo e la riparazione di materiali, in particolare quelli lignei, ha prodotto un risparmio di CO2eq/m2 nel caso dei preallestiti del 20% e nel caso dei personalizzati del 31% rispetto ad uno scenario nel quale i cicli di riutilizzo dei materiali si fossero ridotti 50% in confronto allo stato attuale.L’utilizzo di energia elettrica autoprodotta da impianto fotovoltaico rispetto a quella acquisita da rete elettrica nazionale ha prodotto, sia nel caso degli stand preallestiti che nel caso degli stand personalizzati, un risparmio del 2% sui kg CO2eq emessi per metro quadro.La bassissima incidenza dei trasporti nella produzione di CO2 è frutto della strategia volta a dislocare i propri siti produttivi e di stoccaggio nei pressi dei principali mercati serviti.”La verifica sugli impatti ambientali del modello di business di Prostand, realizzata attraverso un soggetto terzo ed indipendente, come la prestigiosa Università di Bologna, fa parte della più ampia strategia di Italian Exhibition Group – commenta Roberto Bondioli, AD di Prostand –. Il Gruppo IEG ha da sempre fondato le proprie attività di business sui principi della sostenibilità e si sta impegnando nella definizione di una strategia ESG per gli anni a venire, con lo scopo di attuare sempre più progetti e iniziative dedicati a questi temi in modo sempre più concreto e rilevante per i suoi stakeholder”.Al convegno sono intervenuti anche Daniele Cespi, ricercatore e docente in chimica dell’ambiente presso l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Francesco Arfelli dottorando per il Dipartimento di Chimica in Industriale “Toso Montanari” all’Università di Bologna. LEGGI TUTTO

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    Lavoro: per il tribunale Deliveroo e Uber devono versare contributi ai rider

    (Teleborsa) – “Deliveroo Italy e Uber Eats Italy (quest’ultima ha lasciato il mercato italiano), dovranno versare all’Inps i contributi per migliaia di rider, per un totale, non ancora calcolato esattamente, che potrebbe arrivare ad alcune decine di milioni di euro”. A stabilirlo, nei giorni scorsi, la Sezione lavoro del Tribunale milanese in due cause distinte che le due società del food delivery, avevano intentato contro l’Inps. Per Deliveroo il periodo sarebbe 2016-20 per Uber il 2020-21. Le due società del food delivery, già nel 2021, sono state al centro con altre due, di un’indagine pilota della Procura di Milano sulle condizioni di lavoro e di sicurezza di circa 60mila rider. “Le posizioni di migliaia di ciclofattorini andavano regolarizzate: da lavoratori autonomi a “coordinati continuativi”, con tutte le garanzie dei subordinati”, è quanto si legge sui verbali amministrativi, davanti al giudice Nicola Di Leo, notificati dall’Ispettorato del lavoro e impugnati dalle società. Lo stesso giudice del lavoro ha seguito la posizione presa all’epoca dalla Procura e dall’Ispettorato del lavoro, stabilendo che quei rider hanno lavorato come collaboratori coordinati continuativi, sulla base dell’articolo 2 del Jobs Act. Ai rider che hanno lavorato per Deliveroo, dunque, dal “gennaio 2016 al 31 ottobre del 2020”, va applicata, scrive il giudice, “la disciplina del lavoro subordinato” con conseguente “obbligazione per contributi, interessi e sanzioni nei rapporti con l’Inps e per premi nei rapporti con l’Inail” per “l’orario effettivamente svolto dai collaboratori, da determinarsi dal Login fino al Logout dalla piattaforma per ogni singolo giorno lavorativo e con versamenti da effettuarsi nella Gestione Dipendenti, con le aliquote contributive per il lavoro subordinato, per quanto riguarda il debito nei confronti dell’Inps”. Sulla stessa linea l’altra sentenza sul caso Uber, che riguarda, però, un periodo più limitato che va “dal gennaio 2020 al 31 ottobre 2020″. Ora l’Inps dovrà calcolare l’esatta quota di contributi per entrambe le aziende.”Non condividiamo la decisione e siamo pronti a fare appello nelle sedi competenti. La maggior parte dei fatti presi in considerazione nelle indagini non sono applicabili a Uber Eats e descrivono modelli operativi della concorrenza molto diversi dalle nostre passate operazioni di delivery”, fa sapere Uber in un comunicato. Anche Deliveroo fa sapere che “stiamo analizzando i dettagli della decisione che si basa su un modello vecchio e un sistema di lavoro dismesso e che non esiste più. Non si tratta di una decisione definitiva ma di un giudizio di primo grado, a cui faremo appello”. LEGGI TUTTO

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    Mercato auto Europa, UNRAE: “A settembre +11,1%”

    (Teleborsa) – In Europa prosegue la tendenza positiva del mercato dell’auto. A settembre ci sono state 1.166.728 nuove immatricolazioni (+11,1% vs 1.050.312 di settembre 2022), archiviando la 14esima crescita consecutiva, e nei primi nove mesi il numero sale a 9.684.894 (+17,0% vs 8.277.642 unità dei nove mesi 2022, ma rispetto al 2019 il bilancio è ancora di segno negativo a -11,9%). L’Italia registra la crescita mensile più alta in termini percentuali (+22,7%) fra i 5 Major Markets, seguita da Regno Unito (+21%), Francia (+10,7%) e Spagna (+2,3), mentre la Germania è in leggerissima contrazione (-0,1%) a causa dell’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi per le auto BEV dal 1° settembre. Anche nei primi nove mesi è l’Italia a segnare la più alta crescita (+20,5%), davanti a Regno Unito (+20,2%), Spagna (+18,5%), Francia (+15,9%) e Germania (+14,5%). In termini di volumi l’Italia occupa il quarto posto, sia a settembre che nei nove mesi.L’Italia mantiene anche a settembre il record negativo nella diffusione di auto con la spina, con la quota di ECV di nuovo in calo, dopo il rialzo di agosto, scesa al 7,6% sommando il 3,6% delle BEV e il 4,0% delle PHEV. Il divario con gli altri quattro mercati resta ampio: la Germania ha le BEV al 14,1% (nonostante 5,6 punti in meno per il motivo già detto) e le PHEV al 6,9%; in Francia BEV 19,3% e PHEV 10,0%; Regno Unito BEV 16,6% e PHEV 6,8%; Spagna BEV 5,4% e PHEV 7,2%. A settembre nel totale del mercato europeo le BEV sono a quota 16,1% (+0,3 punti) e le PHEV al 7,9% (-0,3 punti). Anche nei nove mesi l’Italia figura all’ultimo posto per le vetture elettriche, con le BEV a quota 3,9% e le PHEV al 4,5%, superata da Germania (BEV 18,1% e PHEV 5,8%), Francia (BEV 15,9% e PHEV 9,0%), Regno Unito (BEV 16,4% e PHEV 6,8%) e Spagna BEV 4,9% e PHEV 6,3%. Nei nove mesi le quote relative all’intero mercato europeo sono per le BEV il 15,2% (+3,1 punti) e per le PHEV il 7,4% (-0,9 punti). Il prossimo 8 novembre il Parlamento Europeo dovrebbe votare la proposta di Regolamento Euro 7. L’ACEA considera l’orientamento espresso dal Consiglio e dalla Commissione ENVI, un miglioramento rispetto alla proposta della Commissione, sproporzionata nei costi per l’industria e per i clienti, limitata nei benefici per l’ambiente. L’ACEA apprezza il mantenimento degli attuali test Euro 6/VI, ma sottolinea che i nuovi standard comporteranno comunque investimenti addizionali, proprio nel momento in cui il settore sta profondendo tutte le sue risorse nello sforzo per la decarbonizzazione, quando la UE ha già un approccio fra i più restrittivi al mondo in termini di emissioni inquinanti, che oggi risultano a malapena misurabili.”Per noi in Italia resta assolutamente prioritaria la definizione di un Piano chiaro e puntuale del Governo – afferma il direttore generale dell’UNRAE Andrea Cardinali – per delineare il percorso che il Paese intende seguire nella transizione energetica della mobilità stradale. Il Piano dovrebbe innanzitutto rivedere l’attuale sistema di incentivi per renderli realmente fruibili e utili ad un accelerato rinnovo del parco, e quindi recuperare i residui del 2022 e del 2023 destinandoli nel 2024 ai medesimi scopi”. Nel Piano, ribadisce Cardinali, deve trovare posto un cronoprogramma per lo sviluppo delle infrastrutture pubbliche di ricarica elettrica, soprattutto quelle ad alta potenza in ambito extraurbano, e di quelle per il rifornimento di idrogeno. Quanto a quelle private, sia per le aziende che per gli edifici residenziali, Cardinali commenta: ” salutiamo con favore – dopo un’attesa superiore a un anno in un caso e a tre anni nell’altro – che siano state finalmente definite le modalità operative per la fruizione dei fondi”, ma aggiunge “non possiamo non constatare come provvedimenti così tardivi rispetto a fondi stanziati da precedenti governi risultino di fatto retroattivi, snaturando le finalità stesse dei sistemi incentivanti in una sorta di sanatoria”. Sempre in tema di infrastrutture elettriche, intese in senso più ampio, Cardinali sottolinea le recentissime richieste che l’ACEA ed altre sei Associazioni europee hanno rivolto alla Commissione UE, esprimendo la necessità di intervenire su più fronti con: maggiori fondi per lo sviluppo e la modernizzazione della rete, armonizzazione a livello UE delle regole di connessione e dei processi di certificazione della rete, snellimento degli aspetti burocratici e delle relative autorizzazioni per supportare e accelerare gli investimenti. Cardinali, infine, invita a considerare che, con le auto con la spina a quota 1% del parco circolante, la decarbonizzazione dei trasporti stradali in Italia è ancora lontanissima, e afferma: “Alla luce del protocollo d’intesa recentemente firmato dal Ministro Urso, che menziona esplicitamente ‘il supporto al mercato per la diffusione della mobilità elettrica e per il rinnovo del parco circolante’, chiediamo che il Tavolo Automotive venga convocato con la massima urgenza, e che l’UNRAE ne faccia parte a pieno titolo per poter portare il proprio contributo di proposte a 360 gradi”.Francia – +10,7% le immatricolazioni registrate in settembre – Il mercato della auto in Francia archivia il periodo gennaio-settembre registrando una crescita del 15,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (1.288.624 unità). Nel solo mese di settembre sono state immatricolate 156.303 unità, con una crescita del 10,7% rispetto al nono mese del 2022. A settembre le emissioni medie di CO 2 subiscono un calo a 91,3 g/Km. Per quanto riguarda le alimentazioni, sia nel mese che nel cumulato si registrano una serie di segnipositivi: a settembre le BEV arrivano al 19,3% di share (+3,4 p.p.) e nel periodo gennaio-settembre conquistano il 15,9% di quota (+ 3,2 p.p.), mentre le PHEV si attestano al 10% (+1,8 p.p. e 9% nel cumulato, +1,1 p.p.). Le HEV nel nono mese dell’anno archiviano il 24,6% di share e conquistano 3,7 p.p. (23,6% di quota nei primi nove mesi dell’anno, acquisendo 2,2 p.p. nel confronto con lo stesso periodo dello scorso anno).Germania – Scende la quota delle BEV a settembre per l’esclusione delle persone giuridiche dall’incentivo – Il mercato auto in Germania nel nono mese dell’anno subisce una marginale contrazione, a causa dell’esclusione delle persone giuridiche dagli incentivi per le auto BEV: a settembre si registrano infatti 224.502 nuovi veicoli immatricolati contro i 224.816 dello scorso anno (- 0,1%). Al contrario nei nove mesi si registra un segno positivo (+14,5%) con 2.138.066 unità archiviate. Tra i canali di vendita, nel nono mese dell’anno le persone giuridiche si attestano al 66,9% di quota (68,1% nel cumulato), mentre i privati raggiungono il 33% di share (31,8% nelperiodo gennaio-settembre). Sul fronte delle alimentazioni, a settembre le BEV e le PHEV si attestano rispettivamente al 14,1% e al 6,9% di share segnando una leggera contrazione (-5,6 e -5,7 p.p.). Nel cumulato, guadagnano leggermente quota le BEV al 18,1% (+3,5 p.p.) mentre le PHEV calano al 5,8%, perdendo 5,8 p.p. A settembre le HEV conquistano il 25,7% di quota (+7,9 p.p.) e nei primi nove mesi dell’anno il 23% (+4,5 p.p.). Guardando alle emissioni medie di CO 2, nel periodo che va da gennaio a settembre calano leggermente (-0,8%) e si arrestano a 116,7 g/Km.Regno Unito – Il mercato inglese registra il suo miglior settembre dal 2020 (+21%) – Con 272.610 immatricolazioni il mercato auto inglese chiude il 14° mese di fila con segno positivo e il miglior settembre dal 2020, registrando una crescita del 21% rispetto alle 225.269 unità del 2022. Nei nove mesi, il Regno Unito conta 1.451.908 registrazioni totali, contro le 1.208.368 dello scorso anno, chiudendo a +20,2%. La crescita è guidata dalle flotte, che segnano nel mese +40,8% (al 52,5% di quota) e nel cumulato +42,3%. Si arrestano a settembre le società del -12% al 2,4% di share, stabili anche nel periodo gennaio-settembre, mentre i privati nei nove mesi registrano una lieve crescita dell’1,8% (44,8% di quota) e nel solo mese di settembre guadagnano +6,5 p.p. Per quanto riguarda le alimentazioni, prosegue la corsa dell’elettrico, con le BEV che a settembre registrano il 41° mese consecutivo di crescita e si attestano al 16,6% di share (-0,3 p.p.) e nel cumulato al 16,4% di share (+1,9 p.p.). Bene anche le PHEV che sia nel mese che nel cumulato guadagnano posizione al 6,8% di share (rispettivamente +1,3 p.p. e +0,7 p.p.). A settembre le HEV si attestano al 34,3% di quota (+2 p.p.) e guadagnano leggermente quota nel cumulato (+1,5 p.p., al 31,8% di share).Spagna – Rallenta la crescita, settembre a +2,3% – Nonostante le vendite di autovetture abbiano totalizzato nel mese di settembre 68.803 unità (+2,3% rispetto a settembre 2022), in Spagna incertezza politica e alti tassi di inflazione influiscono su un tasso di crescita inferiore rispetto ai mesi precedenti. Nel cumulato si contano 711.380 immatricolazioni che, pur rappresentando una crescita del 18,5%, fanno registrare un calo del 15,8% rispetto alle vendite pre-pandemia. Con questi dati, l’ANFAC mantiene le previsioni di chiusura tra le 930.000 e le 940.000 unità immatricolate. A settembre le immatricolazioni del noleggio calano a -43,9% ma aumentano nelcumulato,+44,7%. Sempre nel mese guadagnano terreno sia le società che i privati, rispettivamente al 48,2% e 46,6% di quota (al 42,7% e al 41% nel periodo gennaio-settembre). Guardando alle alimentazioni, si registrano una serie di segni positivi: nel nono mese dell’annole BEV conquistano mezzo punto salendo al 5,4% di quota (4,9% nel cumulato, +1,4 p.p.), mentre le PHEV si attestano al 7,2% di share e guadagnano un punto (6,3% nel cumulato, +0,6 p.p.). A settembre le HEV acquistano il 34,3% di share (+3,3 p.p. e il 31% di quota nei nove mesi, +2,4 p.p.). Nel cumulato calano del 2,2% le emissioni medie di CO 2. LEGGI TUTTO

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    ELTI, prima Assemblea Generale sotto la presidenza di Dario Scannapieco

    (Teleborsa) – I rappresentanti dell’Associazione europea degli investitori di lungo termine (ELTI) si sono riuniti a Praga per l’undicesima Assemblea generale dell’ELTI, ospitata dalla Banca Nazionale di Sviluppo (NRB) della Repubblica Ceca e presieduta per la prima volta dal presidente Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti. L’Assemblea generale dell’Associazione che riunisce le CDP europee ha rappresentato un momento fondamentale per discutere le prime iniziative volte ad attuare la nuova strategia, che mira a rafforzare la presenza di ELTI in Europa e a riaffermare l’importanza delle NPBI (National Promotional Banks and Istitutions) favorendo gli investimenti di lungo termine.L’evento, a cui hanno partecipato i rappresentanti dei 31 membri dell’ELTI, è stata un’occasione di confronto e discussione sulle migliori pratiche di cooperazione tra le NPBI, individuando soluzioni e strumenti condivisi per affrontare le prossime sfide di rilevanza strategica per l’Unione Europea. Nel corso dell’incontro si è riflettuto anche su come promuovere l’inclusività dell’Associazione favorendone l’estensione a nuovi membri, con l’obiettivo di rendere ELTI sempre più espressione della voce di tutti i Paesi dell’Unione e più efficace strumento al servizio delle Istituzioni europee.Durante la due giorni è stata infine proposta una nuova iniziativa per l’Associazione: la creazione di un gruppo di discussione tra i capi economisti dei membri dell’ELTI con l’obiettivo di individuare le nuove sfide poste dall’attuale contesto macro-economico e geo-politico europeo ed elaborare soluzioni condivise da sottoporre all’attenzione delle istituzioni europee.”L’Associazione ELTI, che comprende 31 banche ed istituti nazionali di promozione e istituzioni europee, – ha dichiarato Scannapieco – si è riunita in occasione della sua 11esima Assemblea generale per riaffermare l’impegno comune per favorire la crescita finanziaria inclusiva dell’Europa. I membri di ELTI sono oggi sempre più attori chiave per la ripresa e la crescita dell’UE e dei Paesi partner, facilitando lo scambio di risorse tra il settore pubblico e quello privato, promuovendo le sinergie tra i membri per dare vita a progetti innovativi e sostenibili e collaborando con le istituzioni dell’UE nell’attuazione di diversi programmi europei”. LEGGI TUTTO

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    Ex Ilva, qualcosa si muove: nuovo tavolo entro il 7 novembre

    (Teleborsa) – Nuovo tavolo sull’ex Ilva entro il 7 novembre per il rilancio degli stabilimenti italiani; impegno del Governo a non chiudere alcun sito; coinvolgimento dei sindacati: è quanto emerso dall’incontro a Palazzo Chigi con i leader di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Michele De Palma e Rocco Palombella.Il leader della Fim, Roberto Benaglia, ha detto che “il Governo ci ha ascoltato e si è impegnato contro ogni ipotesi di chiusura degli stabilimenti o di amministrazione straordinaria. Vogliamo toccare con mano qual è lo stato della trattativa, il Governo ci ha assicurato che vuole dare un futuro all’azienda. Valorizziamo il confronto, però vogliamo risposte chiare e concrete”. Il numero uno della Fiom, Michele De Palma, ha spiegato che “oggi siamo in piazza non per un incontro politico o perché non sapevamo dove andare. In questo momento c’è una trattativa secretata con Arcelor Mittal. Il risultato raggiunto a Palazzo Chigi che ci saranno altri incontri. La vertenza non sarà messa nel cassetto dopo questa manifestazione. Anzi, diventa lo stato di agitazione permanente finché non raggiungeremo i risultati”. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, sottolinea che “il Governo considera Arcelor Mittal un imprenditore e non un interlocutore normale. Ma AM non ha prodotto alcun risultato in quattro anno né in termini occupazionali né produttivi e di risanamento ambientale. Questo era sufficiente per non andare avanti. Bisogna evitare di continuare a credere a questa impresa. Il Governo deve prendersi la governance, non c’è alternativa”. LEGGI TUTTO

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    UE autorizza acquisizione di Cargo-Partner da parte di Nippon Express

    (Teleborsa) – La Commissione europea ha approvato, ai sensi del regolamento UE sulle concentrazioni, l’acquisizione del controllo esclusivo dell’austriaca Cargo-Partner Group da parte della giapponese Nippon Express Holdings. L’operazione riguarda principalmente il settore delle spedizioni merci e dei servizi logistici.La Commissione ha concluso che l’operazione notificata non solleverebbe problemi sotto il profilo della concorrenza, data la limitata posizione combinata di mercato delle società derivante dall’operazione proposta. L’operazione notificata è stata esaminata secondo la procedura semplificata di esame della concentrazione. LEGGI TUTTO

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    ITHIC 2023, Lupoi (Speri): “Settore hospitality in forte crescita, Roma ritrova suo glamour”

    (Teleborsa) – “Negli ultimi anni stiamo assistendo a cambiamenti strutturali nel settore dell’ospitalità, accelerati dalla crescente attenzione a un’offerta più autentica, locale e sostenibile. I viaggiatori post-Covid, dagli ostelli al lusso, non cercano solo un luogo dove soggiornare, ma esperienze uniche e autentiche. Nei primi mesi del 2023, i pernottamenti di ‘non residenti’ nelle strutture ricettive ammontano a 12,7 milioni, il doppio di Spagna e Francia. Con 5 milioni di presenze nazionali l’Italia ha raggiunto i livelli pre-Covid. Roma, in particolare, sta ritrovando il suo glamour, diventando una delle destinazioni più affascianti nel mondo. Le presenze nella Capitale hanno visto un aumento rispettivamente del 176,46% e del 190,30% rispetto al 2021”. Così l’architetto Francesco Lupoi, partner di Speri, Studio di ingegneria e architettura, specializzato nella progettazione e costruzione, a margine dell’ITHIC 2023 (Italian hospitality investment conference), conferenza nazionale interamente dedicata a investimenti e real estate nel settore alberghiero, che quest’anno ha riunito a Roma esperti e professionisti del settore immobiliare, finanziario, alberghiero.Lupoi ha preso parte all’ITHIC con il team specializzato della LupoiDesignStudio ltd, società nata per sviluppare nuovi progetti nel settore del design di interni, con un focus sull’edilizia alberghiera e degli uffici, orientata all’innovazione dei materiali, alla ricerca di spazi umano-centrici e alla qualità estetica e ambientale di questi per i loro utilizzatori. All’ITHIC, LupoiDesignStudio ltd ha presentato, con il suo direttore creativo, Massimo Barbera, lo speech “New Standards, Profitable Concepts, Well-Designed Hotels”, per approfondire le nuove tendenze del settore dell’ospitalità e condividere idee innovative con i leader del settore.”A Roma – ha sottolineato Lupoi – la rinascita della dolce vita è evidente dalle molteplici ristrutturazioni nel centro storico, sull’iconica Via Veneto e dalle tante nuove aperture che vedranno nei prossimi anni una città totalmente trasformata. Questo fervore si riscontra in tutto il Paese, con un interesse sempre maggiore per i resort. Toscana, Sardegna e Puglia sono mete già tra le più richieste, alle quali se ne aggiungeranno presto molte altre, se sapremo investire sulle infrastrutture. L’interesse per la Sicilia è emblematico di come si potrebbe fare di più e meglio. Attualmente – ha sottolineato Lupoi – stiamo lavorando, citando unicamente i cantieri di Roma, all’hotel Alexandra, al Baccarat, al Four Seasons e TSH a San Lorenzo. Inoltre, collaboriamo con MTK per l’intervento di rigenerazione urbana alla stazione Tiburtina e Colliers per il progetto di trasformazione dell’ex sede centrale della Banca Nazionale del Lavoro a Via Veneto. ITHIC è quindi una straordinaria opportunità di apprendimento e networking, utile per continuare a contribuire alla trasformazione positiva del settore alberghiero nel nostro Paese”. LEGGI TUTTO

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    UE, Gentiloni: economia rallenta, usare bene fondi comuni

    (Teleborsa) – “Nei prossimi mesi sappiamo che dobbiamo fare i conti con un contesto di rallentamento economico, ma non di recessione, e sappiamo che in questo contesto di rallentamento utilizzare le risorse comuni è molto importante”. Lo ha detto il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni, nel corso del suo intervento a una lezione sull’Europa all’Università Cattolica di Milano. “Questo è importante in tutti i paesi europei e in particolare in paesi come Italia e Spagna che hanno avuto un volume maggiore di contributo di fondi comuni e il successo dei piani nazionali determina l’esito positivo o negativo dell’operazione in Europa”.”Nelle regole noi siamo bravissimi, i migliori tecnocrati”, ha detto ancora Gentiloni. “Bisogna impegnarsi in politiche industriali comuni, che dopo il 2026 hanno bisogno di fondi comuni: se non siamo in gradi di finanziare con fondi comuni obiettivi comuni, e pensiamo di cavarcela solo con il modello regolatorio, rischiamo di restare indietro”.”In Ucraina e in Israele sembra avverarsi quella frase di Papa Francesco di una decina di anni fa, quando parlò di una possibile nuova guerra mondiale a pezzetti. Siamo dentro a un contesto che evoca quella preoccupazione”. “Siamo in settimane terribili, nelle quali in seguito all’attacco di terroristi di Hamas a Israele, è stato rievocato l’11 settembre”, ha sottolineato Gentiloni. “Penso che sia interessante partire da quell’11 settembre perché ha segnato uno squarcio: abbiamo vissuto dal crollo del muro di Berlino all’attentato delle Torri un secondo decennio di belle epoque. La prima sfociò con la prima guerra mondiale e può darsi che quel decennio sia l’anticipatore di una situazione gravissima come quella che stiamo attraversando”. “Quella belle epoque è finita, la storia si è presa la sua rivincita, adesso ci troviamo di fronte a una grandissima accelerazione della storia e l’Europa deve interrogarsi con questa accelerazione”, ha concluso.”L’Europa protagonista è una Europa che pensa un po’ più in verticale”, ha detto ancora Gentiloni nella sua lezione. “Noi abbiamo pensato molto in orizzontale, e io stesso lo trovavo giusto, nel senso che ci siamo preoccupati molto del sostengo all’Ucraina e della minaccia della Russia di Putin, però dobbiamo sapere che il nostro futuro si proietta su una dimensione che riguarda il Mediterraneo, i paesi del Golfo e l’Africa”. “Lì il ruolo geopolitico della Ue potrà essere fondamentale, lì si svolge la nostra competizione con la Cina, lì si gioca la partita in termini demografici e sociale. La vicinanza con l’Africa è una minaccia o una straordinaria risorsa? Io sono convinto che sia una straordinaria risorsa ma serve una Europa protagonista per poterla valorizzare”. LEGGI TUTTO